21.1.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 21/1


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Necessità di applicare un approccio integrato alla riabilitazione urbana» (parere esplorativo)

2011/C 21/01

Relatore: GRASSO

In data 2 dicembre 2009 il ministero spagnolo dell'Edilizia abitativa, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, a nome della presidenza spagnola, ha invitato il Comitato economico e sociale europeo a elaborare un parere esplorativo sul tema:

Necessità di applicare un approccio integrato alla riabilitazione urbana.

La sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 4 maggio 2010.

Alla sua 463a sessione plenaria, dei giorni 26 e 27 maggio 2010 (seduta del 26 maggio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 87 voti favorevoli, 4 voti contrari e 2 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1   La città è diventata ormai un sistema dissipativo di energia, ma è anche principale fattore di modificazione dell'ambiente. Pertanto un'azione coordinata a livello europeo nello sviluppo più deciso di politiche di riqualificazione urbana è uno dei mezzi importanti per lottare contro le emissioni nocive di CO2 ed i cambiamenti climatici.

1.2   Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) auspica una strategia di interventi alla scala urbana o metropolitana mirata a riqualificare quartieri degradati per gli aspetti edilizi, urbanistici, sociali e ambientali.

1.3   Purtroppo gli strumenti di pianificazione territoriale convenzionali risultano ancora inadeguati a questo tipo di approccio, anche perché le città differiscono tra loro per sito, posizione e prestazioni urbane e dunque non è possibile proporre soluzioni indifferenziate. Il CESE quindi propone all'UE di prevedere strumenti di intervento incardinati su sistemi di indicatori di qualità urbana, basati su soglie di disagio socio-urbanistico ed ambientale elaborando anche, e allo stesso tempo, indici di riqualificazione urbana in grado di misurare l'efficienza amministrativa, il tasso di successo dell'intervento e il tasso di soddisfazione degli abitanti.

1.4   In proposito, riprendendo alcune proposte elaborate dal CESE in altri pareri, auspichiamo che per approfondire ed ampliare il dibattito europeo in merito alle città sostenibili venga accolta l'idea di costituire un Gruppo di alto livello dell'UE sul tema «sviluppo urbano e sostenibilità» (1).

1.5   Per avviare un «nuovo rinascimento urbano», che esalti un modello integrato di riqualificazione urbana e che metta al centro dell'attenzione i cambiamenti demografici della popolazione, la coesione sociale, la revisione della base economica urbana, la rivalutazione del patrimonio naturale, i processi di dematerializzazione, la città energetica e le biodiversità, il CESE ritiene che occorra una forte collaborazione tra i vari livelli di governo (Commissione, governi, regioni, enti locali) caratterizzata però da un'applicazione più flessibile, meno rigida del principio della «sussidiarietà» e non solo da un quadro gerarchico di competenze. A tal fine si sollecita la promozione di reti tematiche tra città che favoriscano l'implementazione di processi di riqualificazione urbana sostenibile.

1.6   L'incremento dell'efficienza energetica di edifici e di infrastrutture deve essere un fattore strategico dell'impegno politico della riqualificazione urbana nell'UE per i benefici che genera in termini di riduzione di domanda di energia e per una rilevante quantità di nuovi posti di lavoro che creerebbe in Europa. Il CESE auspica che l'UE persegua questi obiettivi, grazie alla crescente integrazione con i programmi settoriali che sta approntando su: EU Innovation Policy, EU Transport policy 2010-2020 e Piano SET (Strategic Energy technology). Auspica inoltre l'incremento degli investimenti incrementando, attraverso la BEI, gli strumenti finanziari di cui dispone (Jessica, Jaspers, ecc.) e la promozione di partenariati efficaci pubblico-privati.

1.7   Si auspica che l'integrazione fra sistema dei trasporti sostenibile e sistema energetico divenga il cemento di una politica di riqualificazione urbana. Inoltre questa politica di integrazione dovrebbe essere supportata da finanziamenti UE indirizzati a reti di trasporti sostenibili e politiche energetiche alternative indispensabili alla riqualificazione delle periferie.

1.8   Auspica, poi, che gli Stati membri adottino politiche fiscali stimolanti per spingere i cittadini a collaborare nell'obiettivo di trasformare ogni edificio della città in un generatore di energia.

1.9   Il CESE invita a promuovere sviluppo culturale e azioni imprenditoriali, specie nel settore delle piccole e medie imprese capaci di identificare soluzioni innovative per la riqualificazione e per la creazione di lavori verdi.

1.10   Il CESE ritiene inoltre che, per promuovere una maggiore partecipazione responsabile dei cittadini nell'attuazione di programmi di riqualificazione urbana integrata, sia necessario dialogare con le comunità dei centri urbani, comprese le donne, i giovani e le persone più a rischio di esclusione e consultarle. Occorre lanciare, in collaborazione con le reti di rappresentanza dei cittadini e dei settori, una campagna pubblicitaria a livello europeo sulle possibilità concrete di risparmio derivanti dalla produzione di energie pulite. L'attuale campagna non è sufficientemente mirata e dispone di risorse troppo limitate.

1.11   Le politiche di riqualificazione urbana delle città europee per essere competitive con le megalopoli asiatiche devono saper coniugare la tradizionale riconversione degli spazi fisici con la dematerializzazione rappresentata anche dalle tecnologie TLC, conservando così l'ambiente ed evitando che ancora una volta le città divengano divoratrici di territorio verde.

1.12   Il CESE ritiene strategico, inoltre, avviare un importante processo di formazione di una classe dirigente con l'obiettivo di accrescerne responsabilità, creatività e qualità. Ciò al fine di aumentare la loro capacità di scelta nel guidare politiche di qualificazione e sviluppo urbano coerenti con gli obiettivi di crescita sostenibile auspicati dalla UE. Allo stesso tempo il CESE ribadisce l'utilità della collaborazione con la DG REGIO e ne auspica il rafforzamento. Ma il Comitato ritiene anche indispensabile l'opportunità e la necessità di potenziare il nucleo operativo che si occupa delle politiche urbane presso la DG REGIO per accelerare i processi legati all'attuazione dei programmi di sviluppo che la Commissione intende perseguire.

2.   Introduzione

2.1   Negli ultimi 10 anni, e la Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili (maggio 2007) è una delle più importanti testimonianze della volontà degli Stati membri di concordare su strategie e principi comuni per la politica di sviluppo urbano, il dibattito sulle politiche urbane si è notevolmente intensificato nell'ambito dell'UE. In continuità la presidenza Spagnola dell'UE sta dedicando molta attenzione a tale tema ed ha richiesto al CESE e al Comitato delle regioni una riflessione ed un apporto al dibattito in occasione dell'incontro informale dei ministri europei.

2.2   La riflessione riguarda alcune questioni importanti da risolvere nelle città attraverso le politiche di riqualificazione urbana per conseguire, attraverso un approccio integrato, un grado di sostenibilità urbana adeguata alle diverse esigenze:

l'efficienza energetica del parco immobili europeo la cui vetustà è anche fonte di emissioni nocive con grave danno alla qualità della vita nelle città, rilanciando occupazione e stimolando innovazione e sviluppo tecnologico,

una più forte coesione sociale attraverso un programma integrato di riqualificazione dei quartieri degradati, per realizzare integrazione sociale, lotta all'esclusione, formazione ecc.,

la sostenibilità ambientale anche attraverso la riqualificazione urbana dei quartieri degradati, l'adeguamento del parco immobiliare esistente agli obiettivi di efficienza energetica, di abitabilità e di accessibilità con l'intento di evitare il consumo di altri spazi verdi.

3.   Progettazione urbana integrata

3.1   La tutela dell'ambiente, alle diverse scale urbane, ed il miglioramento della qualità della vita delle persone deve costituire uno degli obiettivi operativi importanti delle politiche regionali degli Stati membri e dell'UE.

3.2   Il CESE con questo parere intende confermare il proprio assenso alla necessità di sviluppare politiche integrate di riqualificazione urbana nella prospettiva definita dal documento di strategia e programmazione Europa 2020 e dal documento programmatico della presidenza spagnola del Consiglio dell'Unione europea (2).

3.2.1   Il CESE infatti aderisce ai contenuti del documento Europa 2020 e concorda con le linee operative in esso espresse a proposito del fatto che le politiche di riqualificazione devono tener presenti alcuni concetti innovativi:

il miglioramento delle risorse umane, specie riguardo: alle esigenze della popolazione anziana; al livello di integrazione dei nuovi immigrati; all'abbattimento della povertà, specie infantile; all'aumento della solidarietà intergenerazionale,

la crescita basata sulla conoscenza,

lo sviluppo di una società partecipativa e creativa,

lo sviluppo di un'economia competitiva, interconnessa, attenta al mercato sociale e verde.

3.2.2   Ed il documento programmatico della presidenza spagnola è ritenuto dal CESE in linea con questi concetti là dove, in coerenza con la Convenzione europea per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, intende rafforzare l'obiettivo di garantire a tutti il diritto di cittadinanza e la difesa dei diritti fondamentali.

3.2.3   Questi obiettivi stimolano un'idea di riqualificazione urbana nella quale è forte l'interdipendenza fra qualità degli spazi e qualità dell'accoglienza, ossia una riqualificazione aperta a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro lingua, provenienza o religione.

4.   Alcune questioni urbane

4.1   In coerenza con i principi enunciati dai predetti documenti l'idea di riqualificazione deve confrontarsi con un sistema di cambiamenti importanti nella forma e nella natura della città (3):

il diffondersi dello urban sprawl o della «città diffusa» con i suoi alti consumi di suoli e le sue diseconomie di scala,

il declino dell'articolazione funzionale della città, con la crisi del centro storico, delle periferie degradate, e delle aree produttive,

il prevalere di risposte alla crisi sostanzialmente conservative, ossia poco immaginative e creative, ma soprattutto poco aderenti ad un mondo globalizzato,

la sostituzione del sistema delle «funzioni» con il sistema dei «contenitori», che, sono da considerare luoghi complessi e altamente deperibili, in territori metropolitani indifferenziati,

la perdita del senso di confine, che conserva il suo carattere amministrativo, ma che tende a perdere il suo senso geografico, simbolico e politico,

l'erosione delle aree verdi che circondano le città, con gravi perdite per la produzione biotica,

l'aumento dei tempi di pendolarismo, che incide negativamente sulla qualità della vita,

gli spazi urbani, anche quelli tradizionali, tendono, oggi, a configurarsi come spazi chiusi e specializzati: (il quartiere «residenziale» e basta; i parchi tematici dedicati al divertimento; l'istruzione limitata alle scuole o nei campus; la cultura nei musei e nei teatri, ecc.). Lo spazio chiuso esalta la supremazia del privato (sia come stile di vita, sia come concezione e pratica del diritto) a scapito del bisogno di comunità.

4.2   Alla logica dello spazio chiuso si deve contrapporre quella dello spazio infinito, rappresentato dalle relazioni immateriali, per cui la nozione di tempo tende a sostituire quella di distanza fisica.

4.3   La riqualificazione degli spazi urbani deve così coniugare la tradizionale riconversione degli spazi fisici con la dematerializzazione, che trova nelle tecnologie di TLC la massima espressione. Il problema, infatti, da risolvere è il dilemma fra la mente, che ormai ragiona in termini di ubiquità ed il corpo che non può essere continuamente mobile e sradicato, ma chiede di essere organizzato in luoghi e spazi di qualità.

4.4   Il processo di riqualificazione sarà quindi il risultato della sinergia e l'integrazione di tre dimensioni della città:

—   la città agorà: incentrata sull'uomo con una totale armonia tra gli insediamenti e lo spazio urbano, tra la coesione sociale e lo sviluppo economico,

—   la città «glocale» (globale/locale): esito di un maggiore equilibrio tra i processi di globalizzazione e la capacità di valorizzare le risorse locali e le diverse specificità ed attitudini,

—   la città sostenibile: dovrebbe essere in grado di risolvere al proprio interno i problemi che genera da se stessa, senza trasferirli ad altri o alle future generazioni.

5.   Un modello olistico per la riqualificazione urbana

5.1   Il Comitato auspica che si avvii un «nuovo rinascimento urbano»  (4), caratterizzato da:

crescita della coesione sociale,

rinnovamento culturale,

revisione dell'economia della base economica urbana, per far fronte alla rilevante recessione in atto,

rivalutazione del patrimonio naturale, grazie ai processi di dematerializzazione e alla crescita della biodiversità.

5.2   Una politica basata sul concetto di «nuovo rinascimento urbano» amplia il significato del Piano europeo di ripresa economica nelle regioni e nelle città (EERP) (5) interpretando il ruolo importante degli enti locali nel superamento della crisi come fatto strutturale, destinato ad incidere non solo rispetto alla crisi economica, ma rispetto alla rivalutazione di tutte le risorse delle nostre comunità.

5.3   Prenderebbe così corpo un modello integrato di riqualificazione urbana, configurabile come articolazione spaziale del green new deal  (6), in cui il sistema olistico degli interventi, riguardanti risorse umane, naturali e fisiche, dovrebbe avere come riferimento importante una rinnovata definizione di ricchezza basata non solo sull'accumulazione, ma soprattutto sul risparmio di risorse e sull'aumento del livello di benessere dei cittadini (7).

Questo modello implica un esercizio di leadership delle autorità locali che faciliti l'attivo coinvolgimento dei cittadini e dell'economia del proprio territorio per accelerare lo sviluppo dei mercati e delle green technology. La proposta di un Gruppo di alto livello per lo sviluppo sostenibile può facilitare la promozione e la crescita di reti tematiche fra città, anche medio - piccolo, per il raggiungimento di questi obiettivi.

6.   Il sistema olistico degli interventi di riqualificazione urbana comprende:

6.1   Risorse umane

6.1.1   Occorre armonicamente coniugare l'obiettivo della strategia di Lisbona «costruire una società più competitiva grazie all'aumento delle conoscenze e della creatività» con l'obiettivo del documento programmatorio Europa 2020 là dove sottolinea l'importanza di stimolare processi di coesione attraverso politiche di sostegno alle fasce deboli, specie gli anziani, aumento del livello di integrazione, specie dei nuovi immigrati, l'abbattimento della povertà, aumento della solidarietà intergenerazionale.

6.1.2   L'UE ha dato spazio culturale e pratico:

allo sviluppo del community building, per dare accesso nella progettazione urbana ad ogni forma di portatori di interesse: organizzazioni tecnico-professionali (urbanisti, architetti, ingegneri, ecc.), imprenditoriali e dell'alloggio,

allo sviluppo di nuovi saperi e al principio della creatività con la promozione di nuove forme di ricerca, di istruzione coinvolgendo le università, e stimolando forme di progettazione creativa delle città (8). Il modo migliore per aumentare l'efficacia di queste aperture è quello di promuovere forme di partenariato pubblico-privato.

6.1.3   Queste politiche devono essere ripensate per:

promuovere pratiche di «buon governo» delle città, comprese le aree periurbane e rurali, con lo scopo di aumentare, oltre che il benessere economico, il benessere psicologico, spirituale e sociale,

avviare nuova occupazione, specie per giovani e immigrati, oltre che la riconversione degli storici blue e white collars falcidiati dalla crisi in corso. In questa direzione il CESE suggerisce di promuovere una carbon army, legata alla riconversione sostenibile delle città.

6.1.4   Le previsioni demografiche indicano che al 2060 più della metà della popolazione supererà i 48 anni, si consolideranno i nuovi flussi migratori, particolarmente di giovani verso le città, continuerà il declino di regioni rurali e svantaggiate. In questo scenario devono essere prese in considerazione le seguenti azioni a livello locale:

lo sviluppo di una cultura che generi sinergie fra imprenditorialità pubblica e privata, faccia crescere la PMI e stimoli una comunità urbana basata su partecipazione e creatività,

lo sviluppo di meccanismi che rafforzino il dialogo e le consultazioni con le comunità urbane, comprendendo donne, giovani e i soggetti più a rischio di esclusione,

il miglioramento dello standard di vita grazie a soluzioni innovative per housing sociale sostenibile, assistenza sanitaria e sistema educativo.

6.1.5   La nuova occupazione che si creerebbe con il new green deal e con l'abbattimento delle emissioni richiedono politiche di formazione e divulgazione. Occorre fare sforzi per:

facilitare l'accesso alle piattaforme informative dell'UE (sull'ambiente, l'uso efficiente dell'energia, i trasporti, l'economia, …),

connettersi al programma Knowledge and Innovation Communities (KIC) dell'EIT (Istituto europeo di innovazione e tecnologia) per assicurare un rapido trasferimento a livello locale delle nuove tecnologie,

sviluppare una forte strategia di divulgazione delle best practice riguardo l'integrazione delle tecnologie verdi nelle comunità urbane.

6.2   Risorse naturali

6.2.1   La supremazia delle risorse naturali rispetto alle fisiche rende centrale lo studio del metabolismo urbano per avviare processi di riconversione basati sul risparmio di materie prime e sull'eliminazione dei rifiuti.

6.2.2   La conoscenza del metabolismo urbano è uno strumento importante per il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento della qualità dell'ambiente urbano definiti dalle convenzioni internazionali e finalizzate alla conservazione dell'ambiente (Kyoto, biodiversità, acqua, ecc.) per contrastare il cambiamento climatico (9).

6.3   Risorse fisiche

6.3.1   La riconversione urbana in relazione ai processi di trasformazione in atto dovrà essere sempre meno caratterizzata da interventi separati, definiti, delimitati, e sempre più orientata verso processi di sviluppo dei contesti polivalenti, caratterizzati dalla qualità e dalla varietà degli spazi e dall'interazione di diversi elementi: elasticità, «deformabilità», capacità di «accoglienza».

6.3.2   Il CESE ritiene che la riqualificazione di edifici ed infrastrutture non potrà prescindere dal peso crescente dei limiti ambientali, dai processi di integrazione, dal ruolo crescente dell'interattività.

6.4   Risorse immateriali

6.4.1   Il Consiglio europeo, attraverso il programma e-Europe (1999), la Convenzione di Lisbona (2000), i programmi operativi i-2010, indica nella e-society il fattore di sviluppo primario dell'UE. In conseguenza di ciò il Consiglio UE intende promuovere progetti per accelerare il processo evolutivo di una società capace di cogliere le opportunità dell'elettronica e dell'interattività. A questo fine vengono individuati provvedimenti per consentire a tutti i cittadini europei di entrare nell'era digitale e di disporre di un collegamento on-line allo scopo di creare una società aperta, inclusiva, collaborativa.

6.4.2   Affida quindi alla città il compito di attrarre saperi, rinnovare il sistema di relazioni fra pubblica amministrazione e cittadini, stimolare la riconversione degli apparati di produzione (10).

6.4.3   È indubbio che gli investimenti in innovazione tecnologica urbana devono essere rapidi e massicci, visto che il livello di competizione a cui ci sottopone l'Oriente è molto elevato (11).

7.   Verso un new deal verde per la città

7.1   La questione della riqualificazione urbana è complessa, ma deve essere ricondotta a strategia per essere efficace.

7.2   Quella più urgente probabilmente riguarda la stretta connessione fra riqualificazione della città, del suo ambiente ed il problema della crisi economica. I processi di riqualificazione urbana, secondo il CESE, vanno letti in coerenza con i principi della green economy e come opportunità per un new deal verde europeo (12), il cui palinsesto potrebbe essere costituito dall'integrazione delle diverse morfologie urbane: la città biotica, la città della materia, la città dei bit, tutte finalizzate al rafforzamento della città solidale.

In quest'ottica occorre rivalutare il ruolo dell'ambiente naturale quale produttore di beni e servizi essenziali alla vita umana.

8.   La città biotica

8.1   Potenziamento della rete ecologica

8.1.1   Il Comitato ritiene particolarmente importante lo studio della città come ecosistema e la rilevazione del valore patrimoniale delle infrastrutture naturali (in quanto forniscono ad es. acqua ed aria pulite, protezione dai venti, fertilità dei suoli, impollinazione) che sono difficilmente sostituibili con soluzioni tecnologiche, se non a costi molto elevati e con efficienza non comparabile a quella dei sistemi biotici.

8.1.2   Si stima che entro il 2050 in Europa si realizzerà un'ulteriore perdita dell'11 % delle risorse naturali esistenti al 2000 (13) occorre di conseguenza che le istituzioni pubbliche prestino particolare focus alle conseguenze del fenomeno ed incrementino gli investimenti per la protezione degli ecosistemi, con attenzione anche a quelli urbani.

8.2   Produzione di energia da fonti rinnovabili

8.2.1   La città è un elemento strategico per lo sviluppo di energie rinnovabili. Infatti, il miglioramento e rinnovo tecnologico degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, che rappresentano il 40-50 % della domanda globale di energia è al centro della politica europea del 20-20-20 di miglioramento delle prestazioni energetiche (riduzione dei gas a effetto serra del 20 %, dei consumi energetici del 20 %, aumento dell'utilizzo di energie rinnovabili del 20 %).

8.2.2   La crescita di energia prodotta da fonti rinnovabili, programmata dal Piano SET (Strategic Energy Technology), è molto importante per le sue implicazioni occupazionali. Quindi le comunità urbane dovrebbero essere le prime acquirenti delle nuove tecnologie, a questo fine sono molto opportune le decisioni del Consiglio e del Parlamento UE di finanziare il Piano SET.

9.   La città della materia

9.1   Aumento dell'efficienza energetica degli edifici

9.1.1   L'incremento dell'efficienza energetica di edifici e infrastrutture è un fattore strategico della riconversione urbana dell'UE. Grazie alle nuove tecnologie il potenziale aumento dell'efficienza è enorme ed entro il 2050 si potrebbe ridurre la domanda di energia primaria di circa 300 exajoule per una diminuzione annuale di 20-25 gigatonnellate di CO2. Nell'UE attualmente gli investimenti annuali in tecnologie per aumentare l'efficienza energetica sono di circa € 60 miliardi annui.

9.1.2   Nel 2005 uno studio della Commissione europea ha stimato che gli investimenti necessari per risparmiare il 20 % di energia avrebbero portato alla creazione di un milione di posti di lavoro (diretti e indiretti). I settori su cui si concentrerà il risparmio saranno l'illuminazione degli edifici, gli impianti degli uffici, le apparecchiature domestiche, la cogenerazione.

9.1.3   Il CESE auspica che l'obiettivo non si limiti al risparmio energetico ma punti alla trasformazione di ogni edificio in un generatore di energia (every building a power station).

9.1.4   Esso implicherà nei prossimi anni notevoli investimenti in ricerca e sarà destinato a trasformare il modo di costruire la città ottimizzandone il metabolismo grazie all'impiego di materiali innovativi e all'applicazione di soluzioni logistiche di cantiere sempre più raffinate.

9.1.5   Il rinnovo del patrimonio edilizio richiede sinergie a livello finanziario e politiche di cooperazione a livello globale, in quanto:

una sua perdita di competitività avrebbe conseguenze negative per l'occupazione,

deve competere con i sistemi internazionali, specie quelli asiatici in forte espansione, per cui gli interventi di riqualificazione devono essere visti anche come base d'esportazione,

bisogna coinvolgere in questo processo i paesi europei a più basso reddito,

non deve essere disgiunto dal problema dell'alloggio sociale, che riguarda milioni di cittadini europei.

9.2   Sistema integrato delle infrastrutture

9.2.1   I documenti dell'UE sulla coesione sociale sottolineano l'importanza dell'integrazione fra ogni tipo di infrastruttura, un concetto che va oltre l'assicurare buoni collegamenti ai territori. In Europa sono previsti per l'ammodernamento delle reti investimenti per 600 milioni di euro entro il 2020, di cui 90 dedicati alle infrastrutture «intelligenti».

9.2.2   Anche il concetto di infrastruttura integrata deve rappresentare un obiettivo importante della riqualificazione urbana e deve coinvolgere l'accesso:

ai servizi, come l'assistenza sanitaria, l'istruzione e l'energia sostenibile, che, grazie alle reti di TLC divengono interattivi, come nel caso della telemedicina e della teledidattica,

ai sistemi di trasporti, la cui integrazione sostenibile comporta il potenziamento dei collegamenti su ferro, delle vie navigabili, dell'accesso agli aeroporti, oltre che lo sviluppo di catene di trasporti intermodali, di sistemi avanzati di gestione del traffico, del potenziamento di vie ciclabili e pedonali. Il sistema integrato dei trasporti è di supporto a una politica urbanistica tesa ad evitare la dispersione insediativa, per diminuire i costi energetici e sociali del pendolarismo e delle transazioni commerciali,

un sistema di trasporti sostenibile coniugato con un efficiente sistema energetico è il cemento di una politica di riqualificazione urbana dell'UE che dovrebbe prioritariamente finanziare reti di trasporti sostenibili ed energetiche funzionali alle periferie da riqualificare,

alla rete dell'energia. La crescita del settore dei trasporti a trazione elettrica (vedi Renewable Energy Directive), delle TLC e dei computer genereranno una crescita esponenziale dei consumi di energia; a questo fine è necessario predisporre una rete intelligente di distribuzione che minimizzi le perdite, aumenti l'efficienza, sia adattabile all'evoluzione dei bisogni ed in grado di assorbire l'eccesso di produzione da energia solare. È da stimolare, inoltre, la realizzazione di una rete urbana di ricariche elettriche e idrogeno, alimentata da fonti rinnovabili prodotte localmente,

alle reti telematiche, specie Internet a banda larga, ormai essenziale per le imprese e le famiglie.

10.   La città dei bit

10.1   Le piattaforme urbane ad alta interattività in corso di realizzazione con le tecnologie di comunicazione di nuova generazione sono destinate ad accelerare i processi di riconversione urbana e ad introdurre fattori innovativi di qualche rilievo nella direzione di:

superare la centralità delle infrastrutture stradali, a favore della sinergia fra strada, GPS, computer, creando una rete, che permette la realizzazione di sistemi logistici interattivi, collegare le residenze con il mondo, allargando il loro ruolo, trasformandole, in relazione alla connessione, in luogo di lavoro, di svago, di cura, ecc.,

integrare l'offerta dei servizi pubblici con quelli privati. Questo dà luogo a processi di riconversione delle «piattaforme» della pubblica amministrazione (licenze edilizie, catasto, fisco, …) per renderle accessibili in modo interattivo alle imprese, alle residenze o ai personal digital device dei cittadini,

realizzare radicali progressi nell'erogazione dei servizi della sanità, accompagnati da forte abbattimento dei costi. Le nuove tecnologie di rete, la miniaturizzazione e portabilità degli apparati rendono possibile il monitoraggio a domicilio delle più importanti funzioni vitali e le procedure di cura on-line,

ridurre l'asimmetria di relazioni fra cittadini e detentori dei saperi (tecnici, medici, politici, ecc.) con il risultato di evolvere le storiche strutture di relazione top-down verso nuove strutture collaborative,

monitorare attivamente l'intero ciclo di vita urbano, al fine di realizzare consistenti risparmi nella gestione delle risorse della città.

11.   La città solidale

11.1   I fattori fin qui considerati, sono momenti importanti, ma strumentali, ad un processo di riqualificazione urbana il cui scopo fondamentale è l'aumento della coesione sociale, nel rispetto del principio fondativo della nostra comunità europea, più volte ricordato.

11.2   L'aumento della coesione sociale richiede il rinnovo dei sistemi gestionali a tutti i livelli, da quelli comunitari fino a quelli locali, per far fronte alla complessità e diversità delle relazioni che caratterizzano la nostra società. Questo sta rinnovando la catena di relazioni in termini di: approccio collaborativo - riduzione delle asimmetrie - evoluzione del concetto di leadership.

11.3   Approccio collaborativo: è una pratica fondativa della gestione sostenibile, tesa a dare accesso alle scelte ad ogni portatore di interesse. È iniziata con l'attivazione dei forum civici, ha aumentato le sue potenzialità grazie all'evoluzione dei supporti tecnologici interattivi. Questo approccio è sintetizzato nello slogan della National Academy of Public Administration statunitense: «Non chiedeteci cosa possiamo fare per voi. Chiediamoci cosa possiamo fare assieme» (14).

11.4   Riduzione delle asimmetrie: la possibilità di accedere in tempo reale a sistemi di conoscenza sempre più efficienti e la possibilità di dialogare in tempo reale riduce la distanza fra chi detiene il sapere e quelli che un tempo ne erano fruitori passivi; questo modifica le relazioni fra uomini ma anche il significato degli spazi urbani, che diventano catalizzatori di nuove relazioni (es. gli ambulatori/pronto soccorso che si stanno spostando dagli ospedali alle stazioni del metro, agli ipermercati, ecc.).

11.5   Evoluzione del concetto di leadership: la destrutturazione dei sistemi di relazione e il dilatarsi delle opportunità collaborative sollecitano nuovi ruoli per i pubblici rappresentanti che sono chiamati ad esprimere contemporaneamente capacità di leadership e di facilitatori.

11.6   Il sostanziale modificarsi del sistema di relazioni apre l'opportunità di profondi cambiamenti nei modelli organizzativi, specie delle amministrazioni locali, in un trend che si può definire: passaggio dalle azioni, tipiche dei piani strategici, all'attivazione di piattaforme condivise, tipiche della gestione ispirata alla sostenibilità. Il modello della piattaforma, già sperimentato dall'UE per l'organizzazione dei settori produttivi e del sapere, sarebbe ampliato al fine di costruire una rete fitta di relazioni destinate a coinvolgere la generalità dei portatori di interessi delle comunità urbane, favorendo politiche di sussidiarietà fra comunità deboli e forti. Si può parlare cosi di:

piattaforma community building, destinata ad accogliere il più ampio spettro di portatori di interesse e di consorzi di comunità locali,

piattaforma sapere: destinata a sviluppare politiche innovative per la conoscenza e la ricerca, oltre che stimolare la riconversione creativa della città,

piattaforma tecnologica: destinata a fornire i diversi know-how indispensabili ad attivare e gestire i processi innovativi,

piattaforma risorse per:

sviluppare strumenti finanziari innovativi, frutto della collaborazione fra pubblico e privato, sul modello dei programmi Jessica e Jasper,

attuare politiche finanziarie che incidano positivamente sui livelli di equità favorendo i cittadini a basso reddito e rendendoli partecipi delle strategie complessive di rinnovamento urbano,

sviluppare politiche contabili di determinazione del valore economico dei beni e dei servizi che ne consideri il costo in termini di prelievo di risorse naturali e di smaltimento. Questo per avviare una politica fiscale tesa a scoraggiare lo spreco di risorse primarie. Il gettito che deriverebbe dovrebbe essere destinato agli investimenti rivolti alle fasce sociali deboli.

Bruxelles, 26 maggio 2010

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Mario SEPI


(1)  GU C 77 del 31.3.2009, pag. 123.

(2)  Commissione delle Comunità europee, Documento di lavoro della Commissione consultazione sulla futura strategia «UE 2020», Bruxelles, 2009 e Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperación. Secretaría de Estado para la Unión Europea, Programme for the Spanish Presidency of the Council of the European Union 1 January - 30 June 2010: «Innovating Europe», Imprenta Nacional Boletín Oficial del Estado, Madrid, 2010.

(3)  Una brillante trattazione dei principali problemi di trasformazione urbana si trova in: Massimo Cacciari, La città, Pazzini Stampatore Editore, Villa Verucchio (RN), 2004.

(4)  Richard Rogers, Toward an Urban Renaissance, Urban Task Force, Londra, 2005. Scaricabile da: www.urbantaskforce.org.

(5)  Unione europea - Comitato delle regioni, Il piano europeo di ripresa economica nelle regioni e nelle città, Bruxelles, 2008. Scaricabile da: http://portal.cor.europa.eu/europe2020/Pages/Library.aspx.

(6)  I documenti proposti sono: A green new deal for Europe proposto dal Wuppertal Institut, Rethinking the Economic Recovery: A Global Green New Deal dell'ONU-Environmental Programme, A green new-deal dell'inglese New economic foundation, Toward a Transatlantic Green New Deal: Tackling the Climate and Economic Crises curato dal Worldwatch Institute per la Heinrich Böll Foundation.

(7)  Si darebbe così piena applicazione a livello locale alle raccomandazioni contenute nella Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Non solo PIL: misurare il progresso in un mondo in cambiamento (COM(2009) 433 definitivo), scaricabile da: http://www.beyond-gdp.eu/. Esse si basano sul rapporto elaborato da Stiglitz, Fitoussi e Sen, promosso dall'UE su sollecitazione del governo francese. Rapporto scaricabile da: http://www.stiglitz-sen-fitoussi.fr/en/index.htm.

(8)  Jan Jacob Trip, Creative city development in the Lisbon strategy, TU Delft, 2009. Xavier Vives, Lluís Torrens, The strategies of European metropolitan areas in the context of the European Union enlargement, Pla Estratègic Metropolità de Barcelona, 2005.

(9)  Rudolf de Groot, Function-analysis and valuation as a tool to assess land use conflicts in planning for sustainable, multi-functional landscapes, Landscape and Urban Planning 75 (2006) pagg. 175-186.

(10)  World economic forum, The Lisbon review 2002-2006, scaricabile da: www.weforum.org/pdf/gcr/lisbonreview/report2006.pdf,

Commissione europea, i2010: la società dell'informazione e i media al servizio della crescita e dell'occupazione, scaricabile da: http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/job_creation_measures/c11328_it.htm,

Fondazione Ugo Bordoni, Dossier EU i 2010, scaricabile da: http://www.fub.it/osservatorio/dossieruei2010/liniziativai2010.

(11)  Le esperienze di u-city si trovano in:

 

MIT: http://web.mit.edu/cre/research/ncc/casestudies.html;

 

Milla digital: http://www.milladigital.org/ingles/home.php;

 

Tokyo: http://www.tokyo-ubinavi.jp/en/about.html;

 

Singapore: http://www.itu.int/ubiquitous;

 

Hong Kong: http://www.info.gov.hk/digital21/eng/strategy/2008/Foreword.htm;

 

Arabianranta (Helsinki): https://www.taik.fi/en/about_taik/arabianranta_.html.

(12)  Il capitolo si ricollega a New economic foundation, A green new-deal, Londra, 2009, scaricabile da: www.neweconomics.org/projects/green-new-deal.

(13)  Commissione europea The Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB). Scaricabile da: http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/economics/.

(14)  Scaricabile da: http://www.collaborationproject.org/display/home/Home.