52009DC0209




[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 29.4.2009

COM(2009) 209 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

sui progressi realizzati nell’attuazione del Settimo programma quadro di ricerca europeo

{SEC(2009) 589}

1. Introduzione

La ricerca scientifica stimola la produzione e la valorizzazione delle conoscenze, genera idee e soluzioni che favoriscono la crescita economica, la competitività e l’occupazione e contribuisce ad affrontare le sfide di lungo termine, come i cambiamenti climatici e l’invecchiamento della popolazione. L’obiettivo generale del Settimo programma quadro (7° PQ)[1] di ricerca è contribuire alla costruzione dello Spazio europeo della ricerca, un mercato interno europeo per i ricercatori, le conoscenze scientifiche e la tecnologia che rafforzano l’eccellenza scientifica e tecnologica grazie all’incremento della concorrenza e del coordinamento delle attività di ricerca e ad una maggiore attenzione dei programmi e delle politiche alle principali sfide della società. Con le sue priorità scientifiche e tecnologiche incentrate sullo sviluppo sostenibile, il 7° PQ è fondamentale per l’attuazione della strategia di Lisbona, al fine di sostenere la crescita sostenibile dell’Europa in un’economia globalizzata e per trasformarla in un’economia della conoscenza a ridotte emissioni di carbonio che risponda alle esigenze della società.

Le sfide a lungo termine che abbiamo affrontato prima della crisi non sono scomparse, e gli obiettivi della strategia di Lisbona sono più validi che mai. Occorre aumentare, e non ridurre, gli stanziamenti a favore della ricerca e dell'innovazione sia per affrontare queste sfide che per spianare la strada alla ripresa.

La presente relazione valuta i progressi realizzati nella realizzazione del 7° PQ e ciò che occorre ancora fare per conseguire i suoi obiettivi originari. Risponde inoltre ad un obbligo giuridico stabilito dalla decisione concernente il 7° PQ (CE)[2] e costituisce la base per la valutazione intermedia del programma prevista nel 2010[3]. Il documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato fornisce maggiori dettagli sui temi trattati.

2. L’avvio di un’impresa ambiziosa e complessa

L’ampiezza e la portata del 7° PQ superano ampiamente quelle del 6° PQ. Il 7° PQ associa continuità e novità. Si sono conservati alcuni elementi del 6° PQ dimostratisi validi, come le borse Marie Curie, il sostegno alle attività delle infrastrutture di ricerca europee e dell’EURATOM e il finanziamento del Centro comune di ricerca (CCR) il cui compito è apportare un sostegno scientifico e tecnico valido e indipendente alle politiche dell’UE. Nello stesso tempo, nell’ambito del 7° PQ sono state introdotte novità e innovazioni radicali sia sotto il profilo del contenuto che dell’attuazione che richiedono una semplificazione e modifiche a livello di gestione.

I riscontri disponibili per il 2007 e il 2008 indicano che il 7° PQ è iniziato bene:

- La reazione della comunità scientifica agli inviti a presentare proposte indica l’esistenza di una forte domanda per la ricerca a livello comunitario. Sono pervenute circa 36 000 proposte, di cui oltre 5 500 sono state selezionate ai fini del finanziamento. La percentuale generale di partecipazione è pari al 21,7%, tenendo conto delle procedure di presentazione in due fasi.

- Viene riconosciuta la qualità del processo di valutazione, 91% dei valutatori affermano infatti che il processo di valutazione è simile o persino migliore dei processi di valutazione nazionale cui hanno partecipato.

La nuove strategie insite nel 7° PQ stanno dando i loro frutti:

- Con oltre 11 000 proposte pervenute nell'ambito del primo invito, il successo del Consiglio europeo della ricerca è evidente. A seguito dei primi inviti pubblicati nell’ambito dei regimi di “Sovvenzioni di avviamento” ( Starting grants ) e “Sovvenzioni per ricercatori confermati” ( Advanced Grant schemes ) del CER sono già iniziati oltre 500 progetti di ricerca di frontiera.

- Sono stati istituiti cinque partenariati – Iniziative tecnologiche congiunte (ITC) – in qualità di soggetti giuridici indipendenti ai sensi dell’articolo 171 del trattato CE: Farmaci innovativi (IMI); Sistemi informatici incorporati (ARTEMIS); Clean Sky; Nanoelettronica (ENIAC) e Celle a combustibile & idrogeno (FCH). Le ITC ARTEMIS e ENIAC hanno avviato progetti risultanti dal primo invito e ne hanno appena pubblicato un secondo. Le altre ITC hanno pubblicato il loro primo invito e la procedura di valutazione e selezione dei primi progetti è in corso.

- Dal suo avvio, nel giugno 2007, il meccanismo di finanziamento con condivisione dei rischi (RSFF) è stato molto richiesto con oltre 30 operazioni basate su tale meccanismo approvate e prestiti concessi per un importo pari a circa 2 miliardi di euro all’inizio del 2009.

- Sono state istituite due agenzie – l’agenzia esecutiva della ricerca e l'agenzia esecutiva del CER – per garantire la gestione razionale dello stanziamento di bilancio del 7° PQ che è in costante aumento, senza che ciò abbia determinato un aumento diretto del personale in seno alla Commissione.

- La partecipazione al 7° PQ è stata semplificata: il nuovo fondo di garanzia ha reso inutili la maggior parte dei controlli ex-ante destinati a valutare la sostenibilità finanziaria; il sistema unico di iscrizione (Unique Registration Facility ) consente di presentare in una volta tutti i documenti legali richiesti; le prescrizioni in materia di certificati di audit e di verifica della capacità finanziaria ex-ante sono state ridotte in larghissima misura rispetto al 6° PQ.

Alcuni punti meritano una particolare attenzione e un’attenta riflessione:

- La partecipazione delle PMI all’insieme delle proposte selezionate nell’ambito dei programmi “Cooperazione” e “Capacità”, calcolata in funzione del contributo comunitario chiesto, è di circa 11%.

- Le percentuali di partecipazione al 7° PQ sono inferiori alla media nella maggior parte dei nuovi Stati membri, ma in compenso i contributi finanziari sono più elevati: i partecipanti UE12 hanno ottenuto circa 5% del contributo totale chiesto nell’ambito del 7° PQ, mentre la parte dell’UE12 nell’insieme delle spese interne della R&S dell’UE-27 ammonta a 2,8%.

3. Progressi nella realizzazione degli obiettivi del 7° PQ

3.1 Costruire lo Spazio europeo della ricerca

Nel dicembre 2008 gli Stati membri hanno adottato la loro visione comune dello Spazio europeo della ricerca (SER) per il 2020[4]. Nell’ambito del “processo di Lubiana” si sono impegnati a cooperare, in base ad un partenariato reciproco e in associazione con la Commissione, per trasformare questa visione in realtà. Il SER istituisce le condizioni e gli incentivi giusti per la ricerca e gli investimenti di R&S ad elevato impatto e crea un valore aggiunto europeo favorendo una sana concorrenza per raggiungere l’eccellenza, in particolare tra i ricercatori; consentendo a questi ultimi, alle conoscenze scientifiche e alla tecnologia di circolare liberamente (quinta libertà), sostenendo nel contempo il coordinamento tra i finanziatori della ricerca e la cooperazione tra industria e università.

Il 7° PQ agisce da catalizzatore nell’impegno a favore della realizzazione del SER attraverso quattro programmi specifici ognuno dei quali ha finalità particolari.

Programma COOPERAZIONE: Porre l’UE in una posizione di leadership in settori chiave di S&T sostenendo la collaborazione R&S e l’innovazione aperta.

Gli strumenti della ricerca collaborativa del programma “Cooperazione” consentono alle imprese e alle università di collaborare in un ambiente di “innovazione aperta” favorendo la libera circolazione delle conoscenze e delle tecnologie. Il valore aggiunto europeo e suoi effetti strutturanti sul SER sono criteri fondamentali nella scelta delle tematiche prioritarie, indipendentemente dall’ampiezza e dalla portata dello strumento. Indubbiamente i progetti di R&S di dimensioni relativamente ridotte possono essere utili per soddisfare le esigenze di singole équipe di ricerca o di politiche specifiche, tuttavia, nell’ambito del 7° PQ si è riconosciuta l’esigenza di un approccio più strategico per conquistare la leadership in campo scientifico e tecnico e per la strutturazione del SER, preferendo programmi più ampi e iniziative strategiche di portata e massa critica maggiori: le iniziative tecnologiche congiunte (ITC) e i partenariati pubblico-privato, detti anche “iniziative articolo 169”, consentono all’UE di partecipare ai programmi di R&S attuati congiuntamente dagli Stati membri.

Le ITC costituiscono un approccio innovativo ai partenariati pubblico-privato, ma la loro istituzione in quanto “entità comunitarie” è stata lunga e laboriosa. È troppo presto per valutare se le ITC eserciteranno l’impatto previsto in termini di leadership tecnologica dell’UE in settori importanti, ma probabilmente avranno in futuro un buon effetto leva sugli investimenti nella ricerca nell'UE in un quadro di riferimento semplificato. Nell‘ambito del 7° PQ sono state varate tre iniziative “articolo 169”. Domotica per categorie deboli ( Ambient Assisted Living – AAL), EUROSTARS[5] e il programma europeo di ricerca nel settore della metrologia (EMRP). Tenendo conto dell’esperienza acquisita e degli insegnamenti tratti dalla prima iniziativa “articolo 169” varata nell’ambito del 6° PQ, ossia il “Partenariato Europa-Paesi in via di sviluppo per gli studi clinici (EDCTP)” e sulla base delle azioni ERA-NET, questa condivisione dell’impegno tra programmi nazionali sta dimostrando la sua validità anche in vista di nuove iniziative per l’attuazione congiunta dei programmi.

Programma IDEE: Stimolare la creatività e l’eccellenza della ricerca europea

Il Consiglio europeo della ricerca è diventato un elemento molto visibile e influente dello Spazio europeo della ricerca. Dotato di uno stanziamento di bilancio di circa 7,5 miliardi di euro nell’arco di sette anni il CER apporta un sostegno stabile alla ricerca di frontiera in Europa, con una massa critica che si può ottenere solo a livello di UE. Consapevoli dei vantaggi che risultano dalla concorrenza a livello europeo, vari Stati membri dell’UE hanno deciso di concedere sovvenzioni nazionali a candidati non selezionati ma valutati positivamente nell’ambito del processo di valutazione del CER.

Al cuore di questa realizzazione si trova il Consiglio scientifico indipendente, composto da eminenti ricercatori, che ha plasmato in modo indipendente la strategia scientifica per la ricerca di frontiera in Europa e, in partenariato con la Commissione, ha predisposto le strutture e i meccanismi per istituire sistemi di sovvenzioni per la ricerca svolta su iniziativa dei ricercatori in tutti i settori di studio, basandosi unicamente sul criterio dell’eccellenza.

Anche se sono stati risolti i problemi inerenti al varo di un’operazione istituzionale di queste dimensioni, non è il caso di compiacersi. Nel corso del 2009 occorre portare a termine il passaggio dalla struttura esecutiva all’agenzia esecutiva del CER. Un esame indipendente del CER dovrebbe valutare in modo obiettivo la portata effettiva di questo apparente e rapido successo e contribuire ad individuare i miglioramenti da apportare. Ciò dovrebbe contribuire al successo duraturo del CER come uno degli elementi più importanti di un vero Spazio europeo della ricerca.

Programma PERSONE: Rafforzare il potenziale umano della ricerca europea grazie alla “circolazione dei cervelli”

Il numero di candidature pervenute nell’ambito dei primi inviti dimostra che le borse Marie Curie proposte dal programma PERSONE destano sempre un grande interesse e contribuiscono ad equilibrare la “circolazione dei cervelli” in Europa e nel mondo e a creare una forza lavoro mobile di elevata qualità nel settore della R&S in Europa. Cionondimeno l’utilizzo delle borse imprese-università potrebbe essere rafforzato grazie un’informazione più adeguata delle imprese e delle PMI circa le possibilità esistenti in questo ambito.

Programma CAPACITÀ: Rafforzare la capacità di ricerca e di innovazione in Europa

Tutte le azioni previste dal programma CAPACITÀ destano un forte interesse, soprattutto quelle che sostengono la ricerca per le PMI e le associazioni di PMI.

I fattori che ostacolano la realizzazione dei 44 progetti di infrastrutture prioritarie di interesse strategico per l’Europa, selezionati dal Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (ESFRI), sono la mancanza di risorse comunitarie e nazionali e l'integrazione insufficiente con gli altri strumenti finanziari (BEI, Fondi strutturali). L’adozione di un nuovo quadro giuridico per le infrastrutture di ricerca europee dovrebbe imprimere un nuovo slancio e garantire una pianificazione finanziaria sicura. La rete internazionale più avanzata del mondo, GEANT, ha realizzato una tecnologia di rete ibrida innovativa e una gamma di servizi incentrati sull’utilizzatore che consentono di effettuare lavori di ricerca collaborativa su scala mondiale. Parallelamente a GEANT, l’infrastruttura on line EGEE ( Enabling Grids for E-Service ) consente ai ricercatori di accedere a risorse di calcolo sparse in tutto il mondo.

Le attività “Potenziale di ricerca” e “Regioni della conoscenza” offrono un valore aggiunto nella costruzione delle capacità scientifiche tra regioni, in particolare nelle regioni della convergenza, ma il loro stanziamento sembra insufficiente per esercitare un impatto significativo, soprattutto nei nuovi Stati membri. Un utilizzo più efficace e mirato dei Fondi strutturali, i cui stanziamenti destinati alla ricerca e all’innovazione nel corso del periodo 2007-2013 equivalgono circa al bilancio del 7° PQ; consentirebbe, in sinergia con gli obiettivi e gli strumenti del 7° PQ, di rafforzare considerevolmente il livello di eccellenza scientifica e tecnologica nell'insieme dell’UE.

Sono state rafforzate le attività volte all’istituzione di un partenariato di livello europeo tra la ricerca e la società. Un nuovo meccanismo di finanziamento consente alle organizzazioni della società civile di partecipare al 7° PQ e alcune piattaforme sociali stanno predisponendo dei programmi di ricerca, ad esempio su questioni come gli assetti urbani coesivi sotto il profilo sociale.

Nell’ambito del SER, il 7° PQ contribuisce all’elaborazione di politiche di ricerca più coerenti e coordinate in Europa mediante il sostegno concesso al metodo aperto di coordinamento e alla creazione di partenariati SER nell’ambito del processo di Lubiana.

3.2 Contribuire allo sviluppo sostenibile

Uno dei principali obiettivi del 7° PQ è contribuire allo sviluppo sostenibile tenendo conto delle esigenze delle imprese e della società e consentire, in armonia con altre politiche e altri strumenti, la nascita di un’economia della conoscenza a basse emissioni di carbonio.

Far fronte alle sfide interdisciplinari, alle esigenze della società e alle priorità delle politiche

Il 7° PQ mira fondamentalmente ad affrontare le sfide sociali e a soddisfare le priorità strategiche della Comunità. A tal fine, nei primi due anni del 7° PQ, 44% degli stanziamenti di bilancio del programma di cooperazione sono stati dedicati alla ricerca interdisciplinare al servizio della strategia rinnovata per lo sviluppo sostenibile, essenzialmente nell'ambito delle tematiche ambiente, energia e alimentazione, agricoltura e biotecnologia, i cui elementi centrali sono le ITC “Clean Sky” e “Idrogeno e pile a combustibile”.

Il 7° PQ svolge un ruolo importante nell’affrontare le sfide ambientali, in particolare nel contesto del pacchetto “Clima ed energie rinnovabili”, tra cui si annoverano la biodiversità, la prevenzione delle catastrofi e l’osservazione della Terra.

Affrontando le sfide legate alla salute e all’evoluzione demografica , il 7° PQ ha favorito la creazione di strumenti e servizi innovativi per gestire le conoscenze mediche e sviluppare nuovi metodi di cura, in particolare mediante il programma “Sanità (soprattutto l’ITC sui medicinali innovativi), del programma ICT per la salute, dell’iniziativa concernente un mercato guida sulla sanità on line, del programma di assistenza all’autonomia a domicilio e del programma in favore delle “ITC per invecchiare bene”.

Il 7° PQ ha rafforzato le attività concernenti le sfide in materia di sicurezza , ad esempio finanziando iniziative nel settore del bioterrorismo, destinate non solo a mettere a punto tecnologie che consentano di far fronte alle situazioni di crisi ma anche a studiare gli aspetti psicologici e le misure di preparazione alle crisi, che sono elementi importanti della prevenzione e della gestione delle crisi e del periodo successivo alle crisi.

Il 7° PQ sta affrontando sfide inter e pluridisciplinari comuni a più settori, tra cui l'ambiente, l'energia, i trasporti e le biotecnologie, - ad esempio pubblicando un invito a presentare proposte multitematico sulle bioraffinerie[6] e contribuendo all’elaborazione e all’avvio di una strategia europea per la ricerca marina e marittima. Le attività destinate a comprendere meglio i fattori soggiacenti allo sviluppo sociale ed economico in Europa integrano la ricerca di carattere puramente tecnico. Il sostegno apportato alle scienze socioeconomiche ed umanistiche consente di ottenere informazioni utili per definire nuovi orientamenti (come è avvenuto, ad esempio nel caso della recente crisi finanziaria).

La programmazione congiunta , che consente di riunire le forze e le risorse e sviluppare strategie congiunte, è considerata una strada da seguire per far fronte in modo più efficace alle grandi sfide della società. Il piano strategico per le tecnologie energetiche (Piano SET) può fungere da modello in quanto produce processi e strumenti che consentono di garantire un impegno più efficace dei governi, delle imprese e della comunità scientifica, tramite un gruppo direttivo composto da rappresentanti degli Stati membri, iniziative industriali europee e l’istituzione della Alleanza europea per la ricerca nel settore dell’energia. Tutte queste iniziative sono fondate su un programma europeo di ricerca strategico e coerente.

….soddisfacendo nel contempo le esigenze dell'economia reale….

Nell’ambito del 7° PQ si è registrato un rinnovato impegno a soddisfare le esigenze dell’industria, in particolare mediante la cooperazione con le piattaforme tecnologiche europee (PTE). Le 36 PTE esistenti contribuiscono a coordinare e raggruppare le attività di R&S, in particolare nelle aree tematiche caratterizzate da una forte partecipazione del settore privato, come le ITC, le nanotecnologie, l’energia, i trasporti e lo spazio. Le PTE, grazie alla cooperazione con gli Stati membri e mediante le piattaforme tecnologiche nazionali, esercitano un effetto strutturante che va ben al di là del programma quadro[7]. In alcuni casi, le PTE hanno dato luogo alla costituzione di Iniziative tecnologiche congiunte.

I progressi realizzati rispetto all'obiettivo di una partecipazione del 15% delle PMI sono stati inferiori alle aspettative. Tenendo conto del maggiore interesse potenzialmente rivestito dai sistemi di sostegno specifici per le PMI, come ad esempio la nuova iniziativa EUROSTARS per le PMI ad elevata intensità di ricerca, occorre proseguire la riflessione sulla pertinenza degli obiettivi e degli strumenti attuali delle PMI.

Il nuovo meccanismo di finanziamento con condivisione dei rischi (RSFF), finanziato congiuntamente dal 7° PQ e dalla Banca europea per gli investimenti e che offre prestiti per gli investimenti nella R&S ad alto rischio, è fortemente sollecitato dalle imprese, in particolare dalle società medie dimensioni. I prestiti i corso riguardano attività nei settori dell’energia, delle ICT, della scienze della vita e nel settore automobilistico in 14 paesi europei. Il dispositivo sarà ulteriormente esteso nel 2009.

... e sfruttando pienamente il potenziale di R&S dell'UE ottimizzando la coerenza e le sinergie tra le politiche e gli strumenti

Di fronte a priorità divergenti, occorre più che mai sottolineare l'importanza della ricerca comunitaria ai fini del conseguimento degli obiettivi dell’Ue in materia di crescita sostenibile e di occupazione. Per sfruttare pienamente il potenziale di ricerca dell’UE occorre tuttavia migliorare la coerenza e il coordinamento tra le politiche e gli strumenti legati alla ricerca, all’innovazione e all’insegnamento, sia a livello nazionale che a livello dell’UE, in particolare tra gli strumenti di finanziamento comunitario (come il programma per la competitività e l’innovazione – CIP), i programmi d’azione nel settore dell’istruzione e della formazione permanente e i Fondi strutturali. Questo coordinamento dovrebbe intervenire sia nella fase di concezione che nel corso dell’attuazione.

L’Europa non sta al passo quando si tratta di trasformare le conoscenze e i risultati di ricerca in prodotti e servizi innovativi. Occorre eliminare gli ostacoli alla libera circolazione delle conoscenze e delle tecnologie e dei prodotti che ne derivano, mentre le misure orientate alla domanda, come la standardizzazione, gli appalti pubblici, la regolamentazione, possono contribuire allo sviluppo di mercati per prodotti innovativi che soddisfano le esigenze della società (“mercati guida”)[8].

Una difficoltà costante, soprattutto nella crisi attuale, è trovare il gusto equilibrio tra l’esigenza di adottare misure a breve termine per rilanciare la domanda e la realizzazione di investimenti “intelligenti” nella R&S per accelerare l’evoluzione dell’Europa verso un’economia della conoscenza a basse emissioni di carbonio. Questo aspetto assume un’importanza particolare nel piano europeo di ripresa economica[9]: investimenti nell’efficienza energetica per creare occupazione e risparmiare energia; tecnologie pulite per rilanciare settori come l'edilizia e l'industria automobilistica sui mercati del futuro a basse emissioni di carbonio; infrastrutture e interconnessioni per promuovere l'efficienza e l'innovazione.

3.3 Aprire la ricerca dell’UE verso il mondo

Le grandi sfide planetarie, come i cambiamenti climatici, la povertà, le malattie infettive, le minacce che pesano sull’approvvigionamento energetico, alimentare e idrico e la sicurezza dei cittadini, evidenziano l’esigenza di una cooperazione internazionale efficace nel settore della ricerca . Il 7° PQ mira a sostenere attività di ricerca congiunta in settori di interesse comune che sono utili sia per l’UE che per i paesi terzi facendo ricorso ad una serie di nuovi strumenti come le azioni di cooperazione internazionale specifiche, gli inviti aperti mirati, il “gemellaggio” di progetti e gli inviti coordinati a livello di programma. In questo modo le attività di cooperazione internazionale sono meglio integrate nell’insieme del programma e non sono più considerate un’attività separata.

Il nuovo quadro strategico europeo per la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale insiste sull’esigenza di un partenariato rafforzato tra gli Stati membri e la Comunità per contribuire efficacemente alla stabilità, alla sicurezza e alla prosperità a livello mondiale. Il quadro di riferimento agevola l’apertura del SER al mondo integrando i paesi vicini dell'Europa nel SER mediante l’associazione al 7° PQ, incentivando la cooperazione con i principali paesi terzi grazie ad obiettivi geografici e tematici, migliorando le condizioni quadro della cooperazione S&T internazionale, ad esempio per le infrastrutture di ricerca mondiali, la mobilità dei ricercatori, il reciproco accesso ai programmi di ricerca e i diritti di proprietà intellettuale.

La scienza e la tecnologia offrono numerose soluzioni per ridurre la povertà e garantire lo sviluppo socioeconomico in Africa. Il “Partenariato UE-Africa in materia di scienza, società dell'informazione e spazio” consente il finanziamento combinato dello sviluppo e della ricerca a partire da fonti europee e nazionali a favore di progetti che rispondono ad esigenze individuate dall'Unione africana e dai suoi Stati membri[10].

Il reattore sperimentale termonucleare internazionale (ITER) rappresenta una tappa fondamentale per dimostrare la sostenibilità dell'approvvigionamento di energia pulita e abbondante grazie alla tecnologia della fusione nucleare. Si tratta di un progetto mondiale senza precedenti, caratterizzato da una vera collaborazione, che costituisce anche un banco di prova importante e ambizioso per la concezione, la gestione e il finanziamento di altre infrastrutture scientifiche internazionali di ampia portata.

3.4 Migliorare la gestione, il controllo e la semplificazione

Sul piano della gestione, l’obiettivo fondamentale del 7° PQ deve essere massimizzare l’impatto per la ricerca di ogni euro investito (prestazioni), garantendo nel contempo che il finanziamento della ricerca avvenga nel rispetto delle regole (legalità e regolarità) e riducendo al minimo l’impatto finanziario degli errori (correzione). Benché non si escludano a vicenda, questi obiettivi presuppongono dei compromessi e trovare il giusto equilibrio tra questi obiettivi e tra le risorse limitate loro destinate è indispensabile per la riuscita del programma.

Le prestazioni del programma sono garantite dagli inviti fortemente concorrenziali e da una valutazione scientifica indipendente. I processi, le procedure e gli strumenti di gestione devono essere semplici ed efficaci in modo da garantire un investimento responsabile dei fondi comunitari e alleggerire l’onere amministrativo. Oltre alle realizzazioni di cui al punto 2, i progressi della semplificazione sono evidenti.

- Il rimborso dei costi è stato semplificato con l’introduzione progressiva di tassi e importi forfettari, mentre il calcolo dei costi effettivi è stato mantenuto quando i beneficiari considerano questa soluzione più semplice.

- Si stanno progressivamente adottando metodi basati sui costi medi del personale. Si tratta di un passo fondamentale in quanto è in relazione a questi costi che si verificano tuttora la maggior parte degli errori. Tuttavia, nel corso della fase pilota iniziale, solo pochi beneficiari potranno avvalersi di questa possibilità.

- La documentazione è stata semplificata e armonizzata per l’insieme del programma e sono stati predisposti nuovi strumenti elettronici che facilitano la negoziazione dei contratti.

- La frequenza delle relazioni è stata ridotta ed è stato varato un sistema fondato sul web per la raccolta delle relazioni finanziarie.

- Sono disponibili chiare istruzioni scritte e un servizio di assistenza telefonica al fine di aiutare i beneficiari ad evitare gli errori più frequenti.

La semplificazione, tuttavia, può avvenire solo nell’ambito del quadro giuridico vigente, in particolare del regolamento finanziario delle Comunità e delle regole di partecipazione e diffusione. Non potendo modificare questo regole, la Commissione si impegna soprattutto, come già menzionato, ad eliminare gli ostacoli amministrativi, razionalizzare le procedure e fornire istruzioni chiare. Questi cambiamenti graduali vanno nella direzione giusta, tuttavia risulta sempre più evidente che per operare una semplificazione reale e profonda occorrerà modificare le regole[11], mantenendo nel contempo gli errori nelle transazioni ad un livello accettabile. Ciò presuppone:

- l’accordo di tutte le parti interessate sul giusto equilibrio tra responsabilità e assunzione di rischi; Il comitato consultivo europeo della ricerca ha invitato il Parlamento europeo e il Consiglio a consentire che il finanziamento della ricerca avvenga secondo un approccio tollerante rispetto ai rischi e fondato sulla fiducia. A tal fine la Commissione, nella sua comunicazione “Verso un'intesa sul concetto di rischio di errore tollerabile”[12], ha presentato delle proposte ai fini di un dibattito interistituzionale e intende in particolare proporre un’analisi dettagliata del rischio tollerabile per il settore della ricerca 2010, a condizione di ottenere l’adeguato incoraggiamento da parte dell’autorità di bilancio.

- Un esame approfondito, da parte delle autorità legislative, delle regole finanziarie comunitarie applicabili ai programmi quadro futuri. Questi lavori dovrebbe portare a una maggiore chiarezza e ad un alleggerimento dell'onere, ma consentire anche il funzionamento efficace dei nuovi strumenti che costituiscono la base di un approccio più strategico della gestione del programma di ricerca.

Nel 2010 è prevista una comunicazione che costituirà l’occasione per una riflessione su queste problematiche.

L’agenda delle ricerca UE è sempre più orientata sulla realizzazione di obiettivi legati alle grandi sfide economiche, sociali ed ambientali. Occorre pertanto considerare soluzioni diverse dalla gestione diretta per rafforzare l'effetto catalizzatore e strutturante della politica di ricerca dell’UE e il suo finanziamento al servizio degli obiettivi di politica generale dell’UE. Le due agenzie istituite per attuare parti del 7° PQ (Agenzia esecutiva della ricerca e Agenzia esecutiva del CER) hanno consentito di gestire efficacemente lo stanziamento di bilancio più elevato del 7° PQ senza un aumento diretto del personale della Commissione. Queste agenzie assumeranno l’insieme delle loro responsabilità nel corso del 2009. Le valutazioni di tali agenzie contribuiranno all’ottimizzazione del loro funzionamento al fine di consentire la gestione di stanziamenti di bilancio di ricerca molto più elevati, separando nel contempo la gestione dei progetti e la gestione finanziaria da un parte, e l’elaborazione delle politiche dall'altra. Potrebbe rivelarsi necessario accordare maggiore importanza alle strategie volte al rafforzamento dell’effetto strutturante dell'aiuto finanziario in collaborazione con le parti interessate e gli Stati membri, ad esempio nel caso delle iniziative tecnologiche congiunte e degli investimenti a norma dell’articolo 169.

4. CONCLUSIONI

Il 7° PQ si sta adeguando per aiutare l'UE a conseguire il suo obiettivo di creare una società della conoscenza a basse emissioni di carbonio. Nel contempo tenta di rafforzare il suo effetto leva sugli investimenti pubblici e privati nella R&S e di diversificare i suoi strumenti al fine di ottimizzarne il valore aggiunto europeo.

IL 7° PQ rimane uno strumento fondamentale per promuovere l’eccellenza scientifica e lo sviluppo tecnologico rispondendo alle priorità delle politiche dell’UE e alle esigenze dell’industria e della società. Il contesto economico sfavorevole che regna attualmente ne rafforza l’importanza. Il 7° PQ contribuisce a sostenere le attività di ricerca, sia pubbliche che private, come lo dimostrano le iniziative di partenariato pubblico-privato per le automobili ecologiche, gli edifici efficienti dal punto di vista energetico, e le fabbriche del futuro varate nell’ambito del piano europeo di ripresa economica.

Al fine di raccogliere i suggerimenti per migliorare e, se del caso, adeguare il 7° PQ, la Commissione consulterà un gruppo di esperti che effettuerà una valutazione intermedia del 7° PQ. Il loro mandato dovrebbe essere stabilito nell’autunno 2009 e la valutazione dovrebbe essere completata nell’autunno del 2010.

L’analisi e le problematiche specifiche illustrate nella presente comunicazione e il relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione costituiscono l’elemento di partenza della valutazione intermedia che sarà realizzata prossimamente e del dibattito politico in seno al Consiglio e al Parlamento e con le parti interessate. Le grandi questioni da trattare nell’ambito di questi lavori sono:

- Come migliorare l’impatto del 7° PQ e dei futuri programmi quadro sull’istituzione dello Spazio europeo della ricerca?

- Le nuove misure adottate (CER ITC, articolo 169, RSFF) sono efficaci per quanto riguarda il conseguimento degli obiettivi prefissati?

- Come rafforzare ulteriormente l’impatto e il valore aggiunto della ricerca collaborativa che interessa più discipline scientifiche, settori industriali e campi di azione al fine di rispondere meglio alle grandi sfide sociali?

- Il 7°PQ consente effettivamente di inserire l’Europa nella mappa mondiale della scienza e della tecnologia?

- In che misura i provvedimenti di semplificazione hanno prodotto l’effetto auspicato? Le tappe successive porteranno ai risultati auspicati o occorre riflettere su strategie radicalmente nuove?

Le conclusioni di questa valutazione intermedia saranno non solo importanti ai fini di un’eventuale revisione del 7° PQ ma avranno anche una considerevole influenza sui nuovi dibattiti riguardanti i futuri quadri finanziari dell’Unione europea, la strategia di Lisbona dopo il 2010 e il prossimo programma quadro.

[1] Nel 2007 sono stati avviati due Settimi programmi quadro nell’ambito del trattato CE e del trattato Euratom (chiamati insieme 7° PQ). Per informazioni sugli obiettivi e la struttura del 7° PQ e sulla sua attuazione fino ad oggi, vedi le relazioni annuali del 2007 e del 2008 http://ec.europa.eu/research/index.cfm?pg=reports.

[2] Art. 7, paragrafo 2, GU L 412 del 30.12.2006, pag. 1.

[3] La presente relazione è stata oggetto di un parere dell’ERAB del 19 febbraio 2009 riportato in allegato al documento di lavoro dei servizi della Commissione.

[4] Visione 2020 del SER adottata dal Consiglio “Competitività” del 2 dicembre 2008, vedi doc. 16767/08.

[5] La proposta BONUS da organizzare prima del termine del 2009.

[6] GU C 226 del 3.9.2008, pag. 6.

[7] ftp://ftp.cordis.europa.eu/pub/technology-platforms/docs/evaluation-etps.pdf

[8] COM(2009) 116: Una strategia per la R&S e l’innovazione in materia di TIC in Europa: passare alla velocità superiore.

[9] COM(2008) 800: Un piano europeo di ripresa economica

[10] http://ec.europa.eu/development/icenter/repository/EAS2007_action_plan_science_en.pdf

[11] Relazione sulla valutazione ex-post del 6° PQ:http://ec.europa.eu/research/reports/2009/pdf/fp6_evaluation_final_report_en.pdf

[12] COM(2008) 866.