52007DC0414

Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio - Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell'Unione europea {SEC(2007) 993} {SEC(2007) 996} /* COM/2007/0414 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 18.7.2007

COM(2007) 414 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell'Unione europea

{SEC(2007) 993}{SEC(2007) 996}

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell'Unione europea (Testo rilevante ai fini del SEE)

La disponibilità di acqua di buona qualità e in quantità sufficiente è fondamentale per la vita quotidiana di tutti gli esseri umani e per la maggior parte delle attività economiche. Tuttavia la carenza idrica e la siccità costituiscono oggi un problema di notevole portata, che sarà probabilmente aggravato dai cambiamenti climatici. Si tratta di un problema mondiale che non risparmia l'Unione europea.

Negli ultimi trent'anni i fenomeni di siccità nella UE sono aumentati drasticamente in frequenza e intensità, tanto che tra il 1976 e il 2006 il numero di zone e persone colpite da siccità è aumentato di quasi il 20%. Uno dei fenomeni di siccità di maggiore portata si è verificato nel 2003 e ha interessato più di 100 milioni di persone e un terzo del territorio della UE, con un costo per l'economia UE di almeno 8,7 miliardi di euro. Il costo totale dei fenomeni di siccità negli ultimi trent'anni ammonta a 100 miliardi di euro. E nello stesso periodo il costo annuo medio è quadruplicato[1].

Mentre il termine "siccità" indica una diminuzione temporanea della disponibilità di acqua dovuta, ad esempio, a minori precipitazioni, si parla di "carenza idrica" quando la domanda di acqua è superiore alle risorse idriche utilizzabili in condizioni sostenibili. A tutt'oggi almeno l'11% della popolazione e il 17% del territorio europei sono stati interessati da fenomeni di carenza idrica che, secondo le tendenze in atto, tendono a diffondersi in tutta Europa.

La carenza idrica e la siccità costituiscono pertanto un problema che non tocca soltanto i responsabili della gestione delle risorse idriche. Esse esercitano infatti un impatto diretto sui cittadini e i settori economici che utilizzano l'acqua e da essa dipendono, quali l'agricoltura, il turismo, l'industria, l'energia e i trasporti. In particolare la produzione di energia idroelettrica, una fonte di energia a zero emissioni di carbonio, dipende largamente dalla disponibilità di acqua. La carenza idrica e la siccità hanno inoltre un forte impatto sulle risorse naturali in generale, in quanto esercitano effetti collaterali negativi sulla biodiversità e sulla qualità dell'acqua e aumentano i rischi di incendi boschivi e di impoverimento del suolo.

In un contesto nel quale sono previsti cambiamenti climatici, nonostante gli sforzi significativi prodigati dalla UE per ridurre tale fenomeno, la tendenza in atto dovrebbe continuare, se non aggravarsi, come sottolineato nel Libro verde sull'adattamento ai cambiamenti climatici recentemente adottato dalla Commissione. Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici[2] ha stimato che un innalzamento della temperatura di 2-3 gradi determinerebbe una situazione di carenza idrica per una popolazione compresa tra 1,1 e 3,2 miliardi di persone e un aumento delle aree toccate dalla siccità. In queste circostanze la definizione di strategie efficaci di gestione del rischio siccità è diventato un obiettivo prioritario per la Commissione.

Il 10 gennaio 2007 la Commissione ha adottato un pacchetto integrato sull'energia e il clima per guidare la UE verso una politica energetica sostenibile, competitiva e sicura. Uno dei temi centrali è la capacità di affrontare la sfida energetica cercando di utilizzare l'energia in modo più efficiente, prima ancora di cercare alternative. Questo approccio vale anche nei casi di carenza idrica e siccità. Per affrontare i problemi di carenza idrica e siccità è prioritario virare verso un'economia che consenta il risparmio di risorse idriche e un loro utilizzo più efficiente. Risparmiare acqua significa anche risparmiare energia in quanto l'estrazione, il trasporto e il trattamento dell'acqua comportano costi energetici elevati. In questo ambito è essenziale migliorare la gestione della domanda di acqua. Proprio come l'energia, l'acqua è necessaria per tutte le attività umane, economiche e sociali. Sarà necessario pertanto prendere in considerazione una pluralità di opzioni strategiche.

Alla luce di quanto precede la Commissione presenta una prima serie di opzioni strategiche a livello europeo, nazionale e regionale per affrontare e ridurre i problemi di carenza idrica e siccità all'interno dell'Unione europea. La Commissione continuerà a affrontare la questione nelle sedi internazionali, in particolare nell'ambito della convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione e della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

La presente comunicazione risponde inoltre all'invito ad adottare interventi contro la carenza idrica e la siccità formulato dal Consiglio "Ambiente" del giugno 2006.

1. PRESENTAZIONE DEL CONTESTO

Devono essere affrontate le seguenti sfide.

- Procedere verso la piena attuazione della direttiva quadro sulle acque [3] (di seguito "WFD"), la direttiva faro della UE in materia di politica idrica, è un intervento prioritario per affrontare il problema della gestione inefficace delle risorse idriche.

- Questo problema è dovuto sovente a politiche tariffarie inefficaci che, in generale, non riflettono il livello di importanza delle risorse idriche a livello locale. Il principio secondo cui "l'utente paga" è raramente attuato al di fuori degli ambiti della fornitura di acqua potabile e del trattamento delle acque reflue. Introdurre questo principio a livello UE consentirebbe di mettere fine agli sprechi e alle perdite inutili, garantendo la disponibilità di acqua per gli usi essenziali in tutta Europa e in particolare nei bacini idrografici transfrontalieri. In altri termini incoraggerebbe un uso efficiente delle risorse idriche.

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Legenda: Stress idrico (Water Exploitation, WE) in bacini idrografici sensibili

Indice di stress idrico (in %) per l'anno 2000

Aree non comprese nell'analisi dei dati.

- Anche la pianificazione dell'uso del suolo è uno dei fattori che maggiormente incidono sull'uso dell'acqua. Una ripartizione inadeguata delle risorse idriche tra settori economici si traduce in situazioni di squilibrio tra fabbisogno di acqua e risorse idriche esistenti. È necessaria una svolta pragmatica per modificare gli approcci strategici e passare a una pianificazione più efficace dell'uso del suolo ai livelli opportuni.

- In Europa esistono enormi potenzialità di risparmio idrico ; basti pensare che almeno il 20%[4] dell'acqua va perso per motivi di inefficienza. Il risparmio idrico deve diventare una priorità e, pertanto, devono essere esplorate tutte le possibilità per migliorare l'efficienza in questo ambito. Le scelte strategiche nel settore idrico dovrebbero essere basate su una chiara gerarchizzazione . La costruzione di ulteriori infrastrutture per l'approvvigionamento idrico dovrebbe essere presa in considerazione solo dopo aver esplorato tutte le altre opzioni (tra cui un'efficace politica tariffaria e alternative con un buon rapporto costi-benefici). Si dovrebbero inoltre stabilire delle priorità nell'uso dell'acqua: è chiaro infatti che l'approvvigionamento idrico pubblico deve avere la priorità assoluta per garantire l'accesso a una fornitura adeguata.

- Altro punto fondamentale è l'integrazione delle problematiche idriche nelle politiche settoriali attinenti per promuovere una cultura del risparmio idrico. In questo campo i risultati a livello UE, nazionale e regionale variano molto da settore a settore. In generale si rileva una mancanza di coerenza e, in alcuni casi, persino effetti controproducenti sulla tutela delle risorse idriche.

- Infine, per essere pienamente efficaci, gli interventi nel campo della carenza idrica e della siccità devono essere basati su conoscenze e informazioni di alto livello sull'entità dei problemi e sulle evoluzioni previste. I programmi di valutazione e monitoraggio europei non sono né integrati né completi. È pertanto essenziale porre rimedio alle lacune conoscitive e garantire la comparabilità dei dati a livello della UE. In questo ambito la ricerca può svolgere un ruolo significativo nel fornire informazioni e sostegno al processo decisionale.

2. AFFRONTARE LA SFIDA: ORIENTAMENTI STRATEGICI PER INTERVENTI FUTURI

Dalle consultazioni con gli operatori del settore e dalla valutazione d'impatto effettuata per la presente comunicazione è emerso che un approccio integrato basato su una combinazione di opzioni dovrebbe essere quello più indicato per affrontare i fenomeni di carenza idrica e siccità, rispetto a soluzioni fondate unicamente sull'approvvigionamento idrico o su strumenti economici.

Nei prossimi mesi dovranno essere condotte ulteriori analisi di tipo economico e giuridico per individuare nei dettagli le potenzialità, la fattibilità e il possibile calendario di ciascuna delle opzioni considerate. Una valutazione d'impatto dovrà essere effettuata prima dell'attuazione di ciascuna delle misure proposte.

2.1. Fissare il giusto prezzo dell'acqua

Il problema:

La Commissione promuove attivamente l'uso di strumenti di mercato in ambito ambientale, come sottolineato nel Libro verde sugli strumenti di mercato di recente adozione[5]. Il quadro normativo esistente (la WFD) offre ampio margine di manovra per affrontare i problemi di carenza idrica e siccità mediante tali strumenti. Nonostante le disposizioni specifiche della direttiva quadro sulle acque (articolo 9), a tutt'oggi gli Stati membri non hanno fatto grande uso degli strumenti economici. Politiche tariffarie che a prima vista sembrano ben elaborate, possono dimostrarsi del tutto inefficaci se l'estrazione dell'acqua non viene né misurata né registrata dalle autorità. La WFD (articolo 11) prevede l'attuazione di controlli sistematici sull'estrazione dell'acqua.

Le azioni previste:

A livello nazionale entro il 2010:

- Istituire un sistema di tariffazione dell'acqua basato su una coerente valutazione economica degli usi e del valore dell'acqua, concedendo incentivi adeguati per favorire l'uso efficiente delle risorse idriche e richiedendo un contributo congruo ai diversi settori economici a compensazione del costo dei servizi, conformemente alle disposizioni della direttiva quadro sulle acque. Il principio secondo cui "l'utente paga", deve essere adottato in maniera capillare a prescindere dalla provenienza dell'acqua. Le famiglie, tuttavia, dovrebbero avere accesso a forniture idriche adeguate, a prescindere dalle loro risorse finanziarie.

- Aumentare gli sforzi per introdurre programmi obbligatori di misurazione in tutti i settori che utilizzano acqua.

- Più in generale, garantire piena attuazione della direttiva quadro sulle acque per assicurare o recuperare risorse idriche sostenibili.

Buone pratiche:

In Francia gli agricoltori che utilizzano impianti di irrigazione devono essere muniti di contatori dell'acqua ogniqualvolta superano le soglie di estrazione fissate. Nel periodo 2000-2003, il livello di equipaggiamento è aumentato dal 54% al 71%, coprendo l'85% della superficie irrigua totale.

2.2. Ripartire in modo più efficace l'acqua e i fondi destinati al settore idrico

2.2.1. Migliorare la pianificazione dell'uso del suolo

Il problema:

Lo sviluppo economico di alcuni bacini idrografici può avere ripercussioni negative sulla disponibilità di risorse idriche. Con particolare attenzione devono essere monitorati i bacini idrografici soggetti in forma quasi permanente a stress idrico o a carenza idrica. Le politiche UE esistenti hanno avuto in generale la tendenza ad accentuare la fragilità di tali bacini. Lo sviluppo diffuso di zone turistiche in bacini idrografici sensibili, ad esempio, ha avuto un notevole impatto sulle risorse idriche locali. Anche l'agricoltura ha un'incidenza notevole, dovuta soprattutto all'irrigazione. L'estrazione eccessiva di acqua costituisce un problema anche a causa di un'attuazione incompleta del disaccoppiamento da parte di alcuni Stati membri. Le successive riforme della PAC, e in particolare del sostegno allo sviluppo rurale, hanno già contribuito a migliorare la situazione. I futuri aggiustamenti della PAC e la verifica del 2008 potrebbero essere l'occasione per valutare in che modo integrare ulteriormente i problemi della disponibilità di risorse idriche nei pertinenti strumenti della politica agricola comune. In questo ambito si potrebbe considerare, ad esempio, in che misura la PAC e la verifica del 2008 potrebbero favorire un uso più completo del disaccoppiamento e un maggiore sostegno alla gestione delle risorse idriche all'interno dei programmi di sviluppo rurale. Sarà inoltre importante analizzare l'impatto che la maggiore diffusione dei biocarburanti avrà sulla disponibilità di risorse idriche. Tutte le produzioni, incluse le culture irrigue e la produzione di biomassa, e tutte le attività economiche dovrebbero essere adeguate alle disponibilità idriche locali. Si tratta di una condizione essenziale per una pianificazione sostenibile dell'uso del suolo in Europa.

Le azioni previste:

A livello comunitario:

- L'importanza maggiore tributata all'agricoltura sostenibile nello scorso decennio fornisce un'utile piattaforma per un dibattito politico su come migliorare ulteriormente la gestione sostenibile delle risorse idriche. Ciò avrà particolare importanza nel periodo che precede l'attuazione dei piani di gestione dei bacini idrografici prevista per il 2010.

- Valutare ulteriormente le correlazioni tra lo sviluppo dei biocarburanti e la disponibilità di acqua.

A livello nazionale:

- Assicurare un'attuazione più rigorosa della direttiva sulla valutazione ambientale strategica (VAS)[6] in tutti i settori economici. Gli Stati membri devono rendere più rigorose le procedure nazionali e fare in modo che le condizioni accluse alle loro decisioni finali consentano di evitare in modo adeguato qualsiasi ripercussione sull'ambiente.

- Incoraggiare gli Stati membri a individuare i bacini idrografici soggetti in forma quasi permanente a stress idrico o a carenza idrica.

- Adottare per tali bacini disposizioni regolamentari appropriate, atte a ristabilire un equilibrio sostenibile. I regimi volontari potrebbero fornire un contributo positivo e dovrebbero essere incentivati. Se nelle aree molto sensibili i risultati si rivelano insufficienti, dovrebbero essere adottate misure vincolanti per migliorare il risparmio e l'efficienza idrici. Tutte le misure saranno poi integrate nei programmi che fanno capo alla WFD.

Buone pratiche:

Nell'ambito della convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione la Grecia ha adottato un piano d'azione nazionale che prende in considerazione diverse misure per affrontare gli squilibri tra la domanda e l'offerta.

2.2.2. Finanziare l'efficienza idrica

Il problema:

In materia di efficienza idrica le potenzialità non sono sfruttate appieno all'interno della UE. Alcune misure che presenterebbero un buon rapporto costi-efficacia, non vengono realizzate per mancanza di mezzi.

Affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici, e in particolare la carenza idrica e la siccità, costituisce una delle priorità della politica regionale della UE per il periodo 2007-2013. Il nuovo quadro legislativo prevede investimenti nelle infrastrutture legate alla gestione dell'acqua (stoccaggio, distribuzione, trattamento), tecnologie pulite ed efficienti dal punto di vista idrico e misure di prevenzione dei rischi.

I Fondi europei e gli aiuti di Stato offrono opportunità significative per rispondere a queste sfide, ma le disponibilità di bilancio sono senza dubbio insufficienti per fare fronte a tutti i problemi.

Le priorità nazionali si rivelano talvolta controproducenti perché perseguono come opzione primaria la realizzazione di ulteriori infrastrutture di approvvigionamento idrico, andando quindi in direzione opposta rispetto alla gerarchizzazione delle opzioni idriche e alla necessità di sostenere in primo luogo le misure di efficienza e risparmio idrico. A tale proposito è essenziale assicurarsi che la ripartizione dei fondi sia sufficientemente subordinata a prove indipendenti e preliminari del ricorso a misure pienamente finalizzate all'efficienza e al risparmio idrico, dell'adozione di una efficace politica tariffaria e di misurazione del consumo di acqua, del rispetto di requisiti minimi di efficienza da parte delle reti pubbliche di approvvigionamento idrico o del recupero dei costi dei progetti da parte degli utenti idrici interessati. Le misure nazionali di sostegno devono inoltre, se pertinente, rispettare le norme sugli aiuti di Stato.

Le azioni previste:

A livello comunitario:

- Affinare gli orientamenti strategici comunitari esistenti in materia di infrastrutture idriche e, nell'ambito delle politiche di sviluppo regionale e rurale, stabilire se debbano essere compiuti ulteriori progressi per quanto riguarda i prerequisiti ambientali connessi con una gestione efficace delle risorse idriche prima di concedere finanziamenti per infrastrutture o apparecchiature supplementari di approvvigionamento idrico.

- Valutare in che modo le politiche settoriali potrebbero contribuire meglio e maggiormente a una gestione efficiente delle risorse idriche, utilizzando i fondi disponibili per promuovere la prestazione di servizi ambientali da parte degli utenti idrici.

A livello nazionale:

- Garantire un'utilizzazione efficace dei fondi europei e nazionali per migliorare la gestione della domanda di acqua, in particolare mediante misure di adeguamento, pratiche sostenibili, maggiore risparmio idrico, sistemi di monitoraggio e strumenti adattati di gestione del rischio.

- Mettere a punto incentivi fiscali per favorire l'uso di sistemi e pratiche che consentano un uso razionale dell'acqua, in particolare nelle zone che presentano carenza idrica, tenendo conto del contesto sociale e delle possibili differenze a livello regionale.

Buone pratiche:

Cipro ha adottato misure di conservazione destinate alle famiglie che incoraggiano il riutilizzo delle "acque grigie" (ad esempio quella utilizzata per il lavaggio e quella delle lavatrici) per l'irrigazione dei giardini e per gli scarichi dei gabinetti, riducendo di circa il 40% il consumo pro capite di acqua. Nel 2007 le sovvenzioni governative coprono al 75% il costo del sistema.

In Germania da oltre 10 anni un quinto delle grandi città finanzia la raccolta delle acque piovane con l'obiettivo di equipaggiare il 15% degli edifici entro il 2010.

2.3. Migliorare la gestione del rischio siccità

2.3.1. Mettere a punto piani di gestione del rischio siccità

Il problema:

A seguito dell'aumento dei casi di siccità registrato negli ultimi anni, alcuni Stati membri sono passati da una prassi di gestione delle crisi a una di gestione del rischio siccità. Le misure relative si concretano spesso in piani organici di gestione del rischio siccità, con mappatura delle zone soggette a stress idrico, livelli di allarme, sistemi di segnalazione dei rischi ecc. La WFD garantisce la flessibilità necessaria per mettere a punto piani specifici di gestione del rischio siccità nei bacini idrografici interessati.

Le azioni previste:

A livello comunitario:

Promuovere lo scambio di informazioni e di migliori pratiche in materia di gestione del rischio siccità. Individuare le metodologie per fissare le soglie di rischio siccità e realizzare la mappatura delle zone interessate da tale fenomeno. Presentare raccomandazioni entro il 2008.

A livello nazionale:

- Mettere a punto entro il 2009 piani specifici di gestione delle situazioni di siccità per integrare i piani di gestione dei bacini idrografici previsti dalla direttiva quadro sulle acque, conformemente alle disposizioni della stessa direttiva (articolo 13, paragrafo 5).

Buone pratiche:

La Spagna e i Paesi Bassi hanno già messo a punto piani nazionali per affrontare il rischio siccità.

La rete di esperti europei, istituita nell'ambito della strategia di attuazione comune della WFD, è al lavoro per mettere a punto piani di gestione del rischio siccità. Un primo seminario di studi è stato organizzato nel giugno 2007 su iniziativa della Spagna.

2.3.2. Istituire un osservatorio e un sistema di allerta rapida sulla siccità

Il problema:

La Commissione lavora attualmente allo creazione di un osservatorio europeo sulla siccità che permetterà di migliorare le conoscenze in materia. La disponibilità di efficienti sistemi di allerta è anch'essa una componente essenziale della gestione del rischio. Sarà quindi messo a punto un sistema di allerta rapida per migliorare la preparazione delle autorità in caso di siccità. Il sistema aggregherà tutti i dati pertinenti e i risultati della ricerca, il monitoraggio dei fenomeni di siccità, l'individuazione e la previsione di questi fenomeni su differenti scale spaziali - dalle attività a livello regionale e locale a una visione d'insieme continentale a livello UE - e permetterà di prevedere eventi siccitosi futuri.

Le azioni previste:

A livello comunitario e nazionale:

- Entro il 2012 elaborare prototipi e definire procedure di attuazione per il funzionamento dell'osservatorio europeo sulla siccità e del sistema di allerta rapida.

Buone pratiche:

Nell'ambito della convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione la Slovenia ospita un centro di gestione della siccità per l'Europa sudorientale che opera su diversi fronti (preparazione alle situazioni di siccità e monitoraggio, previsione e gestione delle stesse).

Nell'ambito del Quinto programma quadro di ricerca è stato proposto un centro europeo sulla siccità. Si tratta di un centro virtuale che promuove la creazione di capacità e la collaborazione tra gli studiosi e la comunità degli utenti, in modo da aumentare la preparazione e la capacità di adattamento della società ai fenomeni di siccità.

2.3.3. Migliorare ulteriormente l'utilizzazione del Fondo di solidarietà dell'Unione europea e del Meccanismo europeo di protezione civile

Il problema:

Fino a oggi gli Stati membri colpiti da gravi siccità non si sono avvalsi del sostegno del Fondo di solidarietà dell'Unione europea, né hanno richiesto l'intervento della protezione civile per ottenere forniture urgenti di acqua.

Le azioni previste:

A livello comunitario:

- Ribadire ulteriormente la disponibilità della Commissione a prendere in esame attentamente tutte le richieste di assistenza nell'ambito del Fondo di solidarietà dell'Unione europea trasmesse da Stati membri colpiti da siccità, vegliando a che la richiesta non sia conseguenza indiretta di una gestione inefficiente delle risorse idriche e a che siano stati adottati adeguati piani di gestione della siccità.

- Nell'ambito del regolamento relativo al Fondo, esaminare se sia necessario apportare miglioramenti per quanto riguarda la definizione dei criteri e degli interventi ammissibili affinché il Fondo possa intervenire più efficacemente in caso di siccità.

- Il meccanismo di protezione civile prenderà in considerazione tutte le possibilità di integrare le questioni inerenti alla siccità nei futuri programmi annuali di lavoro. Uno degli obiettivi sarà individuare le possibilità di assistenza nei casi di siccità grave, che comportino, ad esempio, incendi boschivi, e cercare di utilizzare ed integrare in modo ottimale le scarse risorse disponibili.

- Il gruppo di esperti della protezione civile sui sistemi di allerta rapida verrà invitato a mettere a punto una strategia per ottimizzare a livello europeo e nazionale l'uso dei sistemi di allerta rapida in caso di siccità e a prevedere eventuali azioni preparatorie nel campo della protezione civile.

2.4. Considerare la creazione di ulteriori infrastrutture per l'approvvigionamento idrico

Il problema:

Nelle regioni in cui tutte le misure di prevenzione sono state attuate conformemente alla gerarchizzazione delle opzioni idriche (dal risparmio idrico alla politica di tariffazione dell'acqua e soluzioni alternative), tenendo in debito conto la dimensione costi-benefici, e in cui la domanda è tuttora superiore alla disponibilità di acqua, in alcune circostanze per ridurre l'impatto di siccità gravi potrebbe essere presa in considerazione la creazione di ulteriori infrastrutture di approvvigionamento idrico.

Esistono diversi modi per creare ulteriori infrastrutture di approvvigionamento idrico: ad esempio lo stoccaggio di acque di superficie o sotterranee, i trasferimento d'acqua o l'uso di sorgenti alternative.

La costruzione di nuove dighe per l'approvvigionamento idrico e i trasferimenti d'acqua sono soggetti alla legislazione UE. L'interruzione della portata di un corso d'acqua, o i trasferimenti d'acqua modificano inevitabilmente la situazione dei corpi idrici e sono quindi soggetti a criteri specifici e rigorosi. Inoltre i grandi progetti provocano sovente conflitti politici e sociali tra i bacini cedenti e quelli recettori, mettendo in forse la loro sostenibilità.

Opzioni alternative, quali la desalinizzazione e il riutilizzo delle acque reflue, sono sempre più prese in considerazione in tutta Europa come soluzioni potenziali. Una posizione definitiva della Commissione su queste opzioni dovrà fondarsi su ulteriori valutazioni del rischio e dell'impatto, tenendo conto delle circostanze biogeografiche specifiche degli Stati membri e delle regioni.

Le azioni previste:

A livello comunitario:

- Entro il 2008 la Commissione dovrà preparare una valutazione di tutte le opzioni alternative.

A livello nazionale:

- Garantire che tutti gli effetti negativi dovuti alla creazione di ulteriori infrastrutture di approvvigionamento idrico, quali dighe o impianti di desalinizzazione, siano tenuti in debita considerazione nella valutazione d'impatto. Si deve tenere pienamente conto delle variazioni che potranno risultare dai cambiamenti climatici e degli obiettivi da conseguire nell'ambito della politica energetica per l'Europa, in modo da evitare qualsiasi incompatibilità.

Buone pratiche:

Sono attualmente in corso progetti di ricerca quali MEDINA[7] e MEDESOL[8] (Sesto programma quadro di ricerca) che hanno l'obiettivo di ridurre al minimo il volume della salamoia e il consumo di energia nei processi di desalinizzazione.

2.5. Promuovere le tecnologie e le pratiche che consentono un uso efficiente dell'acqua

Il problema:

Tutti i settori economici devono continuare a sviluppare tecnologie e pratiche che consentano un uso efficiente dell'acqua. In quest'ambito sono possibili ancora notevoli progressi in tutta la UE. In alcune regioni si potrebbe risparmiare fino al 30% dell'acqua utilizzata nell'edilizia[9]. In alcune città le perdite della rete pubblica di distribuzione idrica possono superare il 50% e sprechi analoghi di acqua sono stati registrati nelle reti di irrigazione. Oltre a migliorare le tecnologie è necessario un salto di qualità nelle pratiche di gestione idrica in tutti i settori che richiedono l'impiego di quantitativi enormi di acqua (ad esempio, l'agricoltura, l'industria manifatturiera o il turismo).

Le azioni previste:

A livello comunitario:

- Prendere in considerazione l'elaborazione di norme relative ai sistemi che utilizzano acqua, quali gli impianti di irrigazione e a altre apparecchiature agricole che consumano energia.

- Prendere in considerazione l'elaborazione di una normativa sui prodotti che non utilizzano energia includente i dispositivi che comportano consumo di acqua (rubinetti, docce, gabinetti).

- Inserire criteri di efficienza idrica nelle norme di efficienza energetica per l'edilizia quando saranno armonizzate le valutazioni del ciclo di vita e le dichiarazioni ambientali dei prodotti.

- Prendere in considerazione l'elaborazione di una nuova direttiva sul rendimento idrico nell'edilizia, analoga a quella sul rendimento energetico nell'edilizia[10], che potrebbe riguardare i rubinetti, le docce, i gabinetti, la raccolta dell'acqua piovana e il riutilizzo delle "acque grigie".

- In occasione della revisione del regolamento EMAS, che sarà presentata dalla Commissione, valutare l'opportunità di elaborare un indicatore di efficienza per l'uso dell'acqua. Lavorare ad una eventuale, graduale certificazione di tutti gli edifici delle istituzioni europee nei prossimi anni.

- Promuovere un salto di qualità nella ricerca sull'adattamento delle attività economiche alla carenza idrica e alla siccità, sull'efficienza idrica e sugli strumenti decisionali.

A livello nazionale:

- Incoraggiare l'adozione di criteri di efficienza vincolanti per i nuovi edifici e per le reti idriche pubbliche e private, prevedendo un sistema di ammende in caso di perdite eccessive.

A livello comunitario e nazionale:

- Elaborare accordi volontari con tutti i settori economici che utilizzano acqua (edilizia, gestione di immobili, industria manifatturiera, turismo, agricoltura, enti locali) per la concezione di prodotti, edifici, reti e prassi che consentano un uso più efficiente e razionale delle risorse idriche.

Buone pratiche:

In Spagna sono stati lanciati programmi proattivi di risparmio idrico in diverse città, con risultati interessanti. A Saragozza nel 1997 è stato avviato un programma organico basato su dispositivi e impianti idrici di nuova concezione e sull'introduzione di contatori. Al contempo è stata realizzata un'opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Il programma ha permesso di risparmiare 1,2 miliardi di litri di acqua all'anno e di arrivare al consumo giornaliero di acqua per abitante più basso di tutta la Spagna (96 l/persona/giorno).

2.6. Favorire lo sviluppo di una cultura del risparmio idrico in Europa

Il problema:

Per creare una cultura responsabilmente orientata all'efficienza e al risparmio idrico è necessaria una politica attiva di sensibilizzazione che veda coinvolte tutti i soggetti interessati. I settori di intervento prioritari sono l'informazione, la formazione e l'istruzione.

I consumatori chiedono sempre più spesso di essere informati su come l'acqua viene utilizzata in tutte le fasi dei processi industriali o agroalimentari. L'etichettatura costituisce un mezzo efficace per fornire ai consumatori informazioni mirate sull'efficienza idrica e sulle pratiche di gestione sostenibile dell'acqua. In questo ambito dovrebbe essere incoraggiata la commercializzazione di apparecchiature più efficienti e di prodotti maggiormente "rispettosi" dell'acqua.

Nell'ottica della responsabilità sociale delle imprese, gli operatori economici che partecipano a sistemi di qualità o di certificazione dovrebbero essere incoraggiati a promuovere i loro prodotti facendo leva sull'uso efficiente (dimostrato) dell'acqua.

Le azioni previste:

A livello comunitario:

- Esplorare, di concerto con l'Alleanza europea per la responsabilità sociale delle imprese, la possibilità di avviare un'iniziativa dell'Alleanza sull'uso efficiente delle risorse idriche.

- Incoraggiare l'inserimento di norme sulla gestione dell'acqua nei sistemi di qualità e di certificazione esistenti e futuri.

- Valutare la possibilità di ampliare gli attuali sistemi di etichettatura comunitaria ogniqualvolta sia opportuno per promuovere le apparecchiature più efficienti e i prodotti più rispettosi dell'acqua.

A livello nazionale:

- Incoraggiare ulteriormente l'elaborazione di programmi educativi, di servizi di consulenza, di scambi di buone pratiche e di grandi campagne di comunicazione centrate sulla disponibilità delle risorse idriche.

Buone pratiche:

Nell'estate 2006 la Francia ha lanciato una campagna nazionale dal titolo "Ci sarà acqua per tutti?", basata su spot televisivi e radiofonici e finalizzata a incoraggiare gli sforzi individuali in materia di risparmio idrico. La reazione del pubblico è stata positiva: i messaggi sono stati ritenuti convincenti e l'88% delle persone ha dichiarato di aver fatto degli sforzi per risparmiare acqua.

2.7. Migliorare le conoscenze e la raccolta di dati

2.7.1. Un sistema di informazione europeo sulla carenza idrica e la siccità

Il problema:

Il processo decisionale a tutti i livelli non può prescindere da informazioni affidabili sulla portata e l'impatto dei fenomeni di carenza idrica e siccità. Per garantire la coerenza dei dati a livello UE è necessario utilizzare definizioni condivise. La recente iniziativa WISE[11] ( Water Information System for Europe ), un sistema d'informazione sull'acqua, fornisce la piattaforma ideale per integrare e divulgare tali informazioni.

Le azioni previste:

- Presentare a cadenza annuale alla Commissione o all'Agenzia europea dell'ambiente una valutazione europea basata su indicatori concordati e dati forniti dagli Stati membri e dai soggetti interessati.

- Utilizzare appieno i servizi dell'iniziativa GMES (Monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza) per fornire dati satellitari e strumenti di monitoraggio a sostegno delle politiche in campo idrico e della pianificazione del territorio e per migliorare le pratiche di irrigazione.

2.7.2. Prospettive in materia di ricerca e sviluppo tecnologico

Il problema:

Il sostegno, il coordinamento e la divulgazione del lavoro di ricerca tra l'UE e gli Stati membri garantiranno l'equilibrio migliore tra i bisogni della ricerca e ciò che essa può offrire alla società (operatori e responsabili politici). Dovrebbe essere assicurato un coordinamento tra LIFE+ e i programmi transfrontalieri nell'ambito dello strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) in materia di carenza idrica e siccità, cercando di realizzare sinergie tra gli ambiti della politica e della ricerca.

Le azioni previste:

- Diffondere i risultati delle ricerche in materia di carenza idrica e siccità e facilitarne l'utilizzazione e lo sfruttamento.

- Esplorare, potenziare e incoraggiare le attività tecnologiche e di ricerca in questo ambito, anche mediante attività di rete, sfruttando le possibilità messe a disposizione dal Settimo programma quadro comunitario di ricerca. I risultati di tali attività potrebbero essere operativi e venire integrati nelle politiche a partire dal 2009.

3. CONCLUSIONI

I problemi di carenza idrica e siccità devono essere affrontati sia in sé e per sé, come questioni ambientali di importanza fondamentale, sia come prerequisiti di una crescita sostenibile in Europa. L'elaborazione di una strategia efficace in materia di efficienza idrica può apportare un prezioso contributo agli sforzi che la UE prodiga per rivitalizzare e potenziare la propria economia, continuando al contempo a svolgere il suo ruolo di capofila nella lotta contro i cambiamenti climatici.

La presente comunicazione indica una prima serie di opzioni strategiche finalizzate ad avviare un ampio dibattito sulle possibilità di adattamento alla carenza idrica e alla siccità, due fenomeni che potrebbero accentuarsi in un contesto di cambiamenti climatici. Le opzioni proposte nella comunicazione potrebbero rivelarsi fruttuose già nel breve termine. La Commissione ritiene pertanto che debbano essere prodigati maggiori sforzi per introdurre rapidamente queste misure a livello dell'UE. In questo senso, è importante tenere conto del ruolo che possono avere i risultati della ricerca di punta nell'elaborazione di una strategia politica. La Commissione esaminerà i progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi fissati e ne riferirà al Consiglio e al Parlamento europeo. La relazione sarà presentata nel corso di un forum delle parti interessate da tenersi nel 2008.

Sulla base del dibattito sulla presente comunicazione in seno al Consiglio dei ministri – a cominciare dal Consiglio informale sull'ambiente che si terrà il 1° settembre 2007 – e al Parlamento europeo, e dei risultati della relazione sopramenzionata, la Commissione valuterà quali azioni e iniziative intraprendere nei prossimi anni.

[1] http://ec.europa.eu/environment/water/pdf/1st_report.pdf

2 WGII dell'IPPC, Fourth Assessment Report , 6 aprile 2007.

[2] Direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque.

[3] Ecologic, Report on EU water saving potential , giugno 2007.

[4] Libro verde sugli strumenti di mercato utilizzati a fini di politica ambientale e ad altri fini connessi, COM(2007) 140.

[5] Direttiva 2001/42/CE, (GU L 197 del 21.7.2001, pagg. 30).

[6] MEDINA: Membrane based desalination: an integrated approach (Desalinizzazione mediante l'uso di una membrana: un approccio integrato).

[7] MEDESOL: Seawater desalination by innovative solar-powered membrane distillation system (Desalinizzazione dell'acqua marina mediante un sistema innovativo di distillazione a membrana alimentato dall'energia solare).

[8] Ecologic, giugno 2007.

[9] Direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico nell'edilizia.

[10] http://water.europa.eu