52007DC0056

Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo sull'informazione scientifica nell'era digitale: accesso, diffusione e conservazione {SEC(2007)181} /* COM/2007/0056 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 14.2.2007

COM(2007) 56 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO

sull'informazione scientifica nell'era digitale: accesso, diffusione e conservazione {SEC(2007)181}

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO

sull'informazione scientifica nell'era digitale: accesso, diffusione e conservazione

1. INTRODUZIONE

La presente comunicazione si basa su due linee d'azione: l'iniziativa " biblioteche digitali i2010 " e la politica comunitaria in materia di ricerca . L'iniziativa sulle biblioteche digitali mira a rendere l'informazione più accessibile e utilizzabile nell'ambiente digitale e fa seguito ad una lettera del 28 aprile 2005 di sei capi di Stato e di governo nella quale chiedevano alla Commissione di adottare le misure necessarie per migliorare l'accesso al patrimonio culturale e scientifico europeo[1].

La politica comunitaria in materia di ricerca mira a massimizzare i benefici socioeconomici della ricerca e dello sviluppo a vantaggio del bene pubblico. La presente comunicazione rappresenta un primo passo del più ampio processo che mira a studiare il funzionamento del sistema di pubblicazione del materiale scientifico e il suo impatto sull'eccellenza della ricerca. Questo documento giunge in un momento strategico per la ricerca europea, il momento dell'avvio del Settimo programma quadro 2007-2013 (7° PQ) e dell'imminente pubblicazione di una comunicazione sullo sviluppo dello Spazio europeo della ricerca (SER).

La presente comunicazione mira ad avviare, sottolineandone nel contempo l'importanza, un processo strategico a) sull'accesso e la diffusione dell'informazione scientifica[2] e b) sulle strategie per la conservazione dell'informazione scientifica nell'Unione europea. A tal fine, il presente documento annuncia una serie di misure a livello europeo e ribadisce la necessità di un dibattito politico costante.

Questi aspetti hanno un impatto diretto sulla capacità dell'Europa di competere attraverso la conoscenza, un fattore determinante per conseguire gli obiettivi in materia di competitività stabiliti dall'agenda di Lisbona.

2. L'IMPORTANZA DELL'INFORMAZIONE SCIENTIFICA

Per diventare un'economia della conoscenza sempre più competitiva, l'Europa deve migliorare la produzione di conoscenza attraverso la ricerca, la sua diffusione attraverso l'istruzione e la sua applicazione attraverso l'innovazione. Tutta la ricerca si basa su lavori precedenti e dipende dalla possibilità per i ricercatori di avere accesso e condividere pubblicazioni scientifiche e dati di ricerca. L'ampia e rapida diffusione dei risultati di ricerca può contribuire ad accelerare l'innovazione e ad evitare l'inutile duplicazione delle attività di ricerca, anche se un certo ritardo per la prima utilizzazione dei ricercatori o lo sfruttamento commerciale è giustificabile. Il sistema di pubblicazione dell'informazione scientifica è cruciale per la sua certificazione e la sua diffusione, ed ha pertanto un impatto notevole sulle politiche di finanziamento della ricerca e sull'eccellenza della ricerca europea.

Gli enti pubblici finanziano circa un terzo della ricerca europea[3] ed hanno pertanto un chiaro interesse ad ottimizzare il sistema dell'informazione scientifica. La posta in gioco per la Comunità europea è elevata: tra il 2007 e il 2013 la Comunità investirà circa 50 miliardi di euro nell'ambito del 7° PQ.

3. ACCESSO ALL'INFORMAZIONE SCIENTIFICA E SUA DIFFUSIONE NELL'ERA DIGITALE

3.1. Un sistema in fase di transizione: nuovi mercati, servizi e operatori

Il rapido aumento dell'utilizzazione di contenuti digitali nella ricerca e nella diffusione della conoscenza è una delle principali caratteristiche della scienza moderna. Internet consente l'accesso immediato all'informazione scientifica e una sua altrettanto rapida diffusione, e i nuovi strumenti di informazione e comunicazione offrono modalità innovative di rafforzarne il valore. Tali strumenti comportano nuove modalità di utilizzo di quantità ingenti di dati che provengono da esperimenti e osservazioni nel processo scientifico e consentono di estrarre significati da questi dati immagazzinati in archivi, associandoli ad altri fonti di informazione scientifica. Ciò crea un "continuum" dello spazio dell'informazione scientifica, dai dati grezzi alle pubblicazioni in paesi o comunità diversi.

Le riviste scientifiche svolgono tradizionalmente un ruolo centrale nel sistema di informazione scientifica in quanto veicoli di diffusione dei risultati della ricerca ed hanno un impatto considerevole sulla carriera dei ricercatori. Il processo di valutazione inter pares (peer review) alla base della selezione degli articoli da pubblicare in tali riviste, costituisce il principale meccanismo di controllo della qualità.

L'evoluzione tecnologica offre enormi opportunità agli editori europei di pubblicazioni scientifiche. Nel corso degli ultimi anni, gli editori scientifici e altri operatori hanno realizzato notevoli investimenti nelle tecnologie dell'informazione per la messa a disposizione on line, la retro-digitalizzazione di contenuti e i servizi di valore aggiunto. Circa il 90% di tutte le riviste scientifiche sono ormai disponibili on line, in molto casi tramite abbonamento.

Esistono circa 2 000 editori di riviste scientifiche a livello mondiale che pubblicano circa 1,4 milioni di articoli l'anno. Circa 780 di questi editori sono stabiliti nell'Unione europea dove producono il 49% dell'insieme delle pubblicazioni ed occupano circa 36 000 persone direttamente nella Comunità, godendo di una posizione di forza nel mercato mondiale.

Recentemente si è assistito alla nascita di un movimento a favore dell'accesso aperto che si fonda sulla convinzione che, nell'era di Internet, occorra migliorare l'accesso alle pubblicazioni e ai dati. Questo movimento mira a garantire un accesso, immediato e gratuito, alle pubblicazioni scientifiche attraverso Internet e una delle sue principali realizzazioni è la dichiarazione di Berlino del 2003 sull'accesso aperto alla conoscenza scientifica, intesa in senso lato.

Secondo la dichiarazione di Berlino, la pubblicazione con accesso aperto presuppone che gli autori concedano il libero accesso ai loro contributi scientifici, nonché la possibilità di utilizzarli, fatta salva l'adeguata attribuzione della paternità intellettuale (authorship). Inoltre una versione completa del lavoro e di tutti i materiali che lo corredano dovrebbe essere depositata almeno in un archivio on line. 196 istituti di ricerca hanno firmato la dichiarazione che è ancora aperta alla firma.

Il movimento per l'accesso aperto ha portato alcuni editori a sperimentare il modello commerciale "è l'autore che paga" che consente ai lettori di beneficiare dell'accesso on line gratuito. Questo modello commerciale trasferisce i costi di pubblicazione dal lettore all'autore, ossia l'istituzione cui l'autore appartiene o l'organismo che lo finanzia. Esistono inoltre sempre più pubblicazioni "ibride" che offrono soluzioni in cui può essere l'autore o il lettore a pagare. Un altro modello, attualmente in sperimentazione, prevede che una massa critica di riviste in un settore specifico passi all'accesso aperto, grazie alla sponsorizzazione di un consorzio di enti di finanziamento. Un esempio di questo modello è il " Sponsoring Consortium for Open Access Publishing in Particle Physics " guidato dal CERN, l'organizzazione europea per la ricerca nucleare. Attualmente le riviste ad accesso aperto rappresentano circa il 10% dell'insieme delle riviste pubblicate.

Un altro sviluppo è il deposito di articoli di riviste, già oggetto di una valutazione inter pares o no, in archivi accessibili gratuitamente, organizzati per istituzione o per settore di ricerca. In alcuni casi il deposito avviene dopo un periodo di "embargo" durante il quale gli editori possono trarre benefici dall'investimento effettuato (ad esempio Cairn in Francia/Belgio). La durata dell'embargo può variare da una disciplina all'altra.

Alcune agenzie di finanziamento della ricerca stanno sviluppando attivamente politiche che raccomandano o rendendo obbligatoria la pubblicazione in archivi aperti di articoli scientifici risultanti dalle attività di ricerca che esse finanziano. Esempi famosi sono il Wellcome Trust e i National Institutes of Health . Al Senato degli Stati Uniti recentemente è stato presentato un progetto di legge che prevede che le agenzie federali elaborino delle politiche di accesso pubblico.

Le summenzionate tendenze hanno suscitato un dibattito sul sistema di informazione scientifica, incentrato in particolare sugli articoli delle riviste scientifiche. Qui di seguito riportiamo una sintesi delle principali argomentazioni sostenute dalle parti in causa.

Principali argomenti dei ricercatori, organismi di ricerca, enti di finanziamento e biblioteche

- L'accesso aperto può rafforzare l'impatto della ricerca scientifica e dell'innovazione, mediante un accesso più agevolare ai risultati della ricerca e la loro rapida diffusione.

- Internet dovrebbe consentire di ridurre i costi delle pubblicazioni scientifiche, ma il prezzo delle riviste è aumentato condizionando l'accesso all'informazione scientifica.

- Le finanze pubbliche pagano la ricerca, le valutazioni inter pares (con gli stipendi dei valutatori) e le riviste (medianti i bilanci delle biblioteche). È del tutto logico che gli operatori pubblici auspichino trarre un maggior beneficio dai loro investimenti.

Principali argomenti degli editori

- Non esistono problemi di accesso. L'accesso all'informazione scientifica non è mai stato così agevole.

- La pubblicazione comporta dei costi. Gli editori rafforzano il valore del processo di ricerca garantendo la qualità degli articoli nelle riviste nel modo più efficiente possibile.

- Il mercato dell'edizione è estremamente competitivo e non richiede un intervento pubblico. Un intervento sbagliato può provocare "l'implosione" del sistema attuale senza offrire un'alternativa chiara e realizzabile.

3.2. Problematiche e sfide

Aspetti organizzativi

Un cambiamento del modello commerciale tradizionale dell'edizione può comportare conseguenze inattese a livello organizzativo. Ad esempio nel modello "è l'autore che paga", i costi dell'accesso ai risultati della ricerca passano da una parte dell'istituzione pubblica (biblioteca) ad un'altra (dipartimenti universitari). Questo passaggio può comportare costi di transizione o un'interruzione temporanea dell'accessibilità dell'informazione scientifica.

La creazione di un numero crescente di archivi che non contengono solo articoli oggetto di una valutazione inter pares, ma anche documenti di lavoro, tesi di dottorato e dati di ricerca solleva altri problemi.

Un esempio di strategia integrata di questo tipo è il programma DARE nei Paesi Bassi la cui finalità è fornire un accesso gratuito in rete alla produzione accademica di tutte le università. L'infrastruttura di base comprende attualmente oltre 100 000 relazioni scientifiche e articoli su attività di ricerca e, in una fase seguente, comprenderà dati sperimentali e osservazionali e altri oggetti digitali, come file video e audio.

Gli archivi digitali diventeranno nuove fonti di informazioni integrate e sono delle infrastrutture strategiche di sostegno alla ricerca sempre più importanti. Richiedono un considerevole impegno organizzativo per quanto attiene alle problematiche seguenti: chi è responsabile del deposito di materiale? Come si può garantire la qualità degli archivi e dei suoi contenuti (ad esempio la gestione delle versioni)? Come è possibile collegare gli archivi in Europa in modo da ottenere una massa critica di informazioni?

Aspetti giuridici

Quando pubblicano degli articoli scientifici nelle riviste, gli autori di norma attribuiscono i loro diritti agli editori che si impegnano nella diffusione di tali articoli al fine di garantire un adeguato rendimento dei loro investimenti. Secondo numerosi ricercatori, organismi di finanziamento e biblioteche le attuali pratiche contrattuali possono avere un impatto negativo sull'accesso e la diffusione e richiedono un'attenta riflessione. Non si intende introdurre regole comunitarie in materia di diritto contrattuale sui diritti d'autore – un settore non armonizzato a livello comunitario – ma riflettere sul modo in cui gli autori esercitano i loro diritti nell'ambiente digitale.

Nel caso dei dati di ricerca, la questione dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) è diversa. I dati di ricerca in quanto tali non sono tutelati, ma la direttiva 96/9/CE relativa alla tutela giuridica delle banche di dati[4] protegge gli sforzi per organizzare i dati di ricerca. In proposito sono state espresse preoccupazioni sull'impatto del diritto di protezione sui generis delle basi di dati non originali sull'accessibilità dei dati della ricerca scientifica[5].

Qualora in questo contesto siano trattati o diffusi dati personali, l'accesso a tali dati deve avvenire conformemente alle regole sulla tutela dei dati personali stabilite dalle direttive comunitarie 95/46/CE e 2002/58/CE[6].

Aspetti tecnici

Il progresso tecnologico può contribuire largamente all'accessibilità e all'uso dell'informazione scientifica. Ad esempio, strumenti di ricerca perfezionati possono aiutare i ricercatori a trovare informazioni e progredire in nuovi settori e gli strumenti collaborativi possono migliorare il modo in cui i ricercatori condividono le informazioni.

Per collegare tra loro gli archivi digitali e rendere possibile la funzione "ricerca" in questi documenti, occorre affrontare sistematicamente i problemi di interoperabilità. A questo proposito l'uso di standard aperti è di fondamentale importanza.

Aspetti finanziari

Nel corso degli ultimi venti anni, i prezzi degli abbonamenti alle riviste hanno registrato un aumento medio superiore al livello dell'inflazione – secondo uno studio, un aumento annuo del 4,5% oltre al livello dell'inflazione – anche se ci sono delle differenze considerevoli in funzione delle discipline e delle riviste. Questi aumenti hanno esercitato sulle biblioteche pubbliche, i loro principali clienti, una pressione finanziaria, determinando in alcuni casi la revoca degli abbonamenti. Il problema si pone in particolare per gli istituti dotati di mezzi finanziari limitati e paesi dotati di redditi inferiori. Gli editori sostengono che gli aumenti di prezzo sono dovuti all'aumento del numero di articoli presentati e al volume crescente delle riviste e sono legati anche alla percentuale più elevata di utilizzazione.

Nello stesso tempo l'aumento degli stanziamenti destinati alla ricerca ha superato il finanziamento della diffusione dei risultati delle ricerca – che oggi equivale a meno dell'1% della spesa di R&S europea – ivi compresi gli stanziamenti destinati alle biblioteche. Gli editori hanno reagito proponendo "offerte vantaggiose" (gruppi di riviste a prezzi scontati) a biblioteche e consorzi di biblioteche. Varie organizzazioni di ricerca hanno approfittato di queste offerte che, tuttavia, sono all'origine di un nuovo problema: i bilanci delle biblioteche sono diventati rigidi a causa di contratti pluriennali poco flessibili.

Un'ulteriore problematica finanziaria è la questione dell'IVA (imposta sul valore aggiunto) per i prodotti digitali. In Europa le riviste elettroniche sono soggette a tassi normali di IVA mentre quelle su carta beneficiano di un tasso ridotto. Lo stesso contenuto pertanto dà luogo a tassi di IVA diversi in funzione del mezzo utilizzato. Inoltre, viste le attuali regole sulle esenzioni, gli enti pubblici e i sussidi, gli istituti pubblici di ricerca e le biblioteche non posso dedurre i costi dell'IVA. Per rimediare a questa situazione, alcuni Stati membri restituiscono l'IVA per gli abbonamenti a riviste elettroniche effettuati dalle biblioteche.

4. LA CONSERVAZIONE NELL'ERA DIGITALE

4.1. La problematica

La conservazione a lungo termine del materiale digitale è un problema fondamentale per la società dell'informazione in cui l'offerta di informazioni è in crescita esponenziale e sempre più dinamica. L'informazione digitale è instabile a causa dei continui cambiamenti di hardware e software e della durata di vita limitata dei dispositivi di memorizzazione. Per garantirne la leggibilità e l'utilizzabilità in futuro, l'informazione deve essere preservata. La comunicazione "i2010: le biblioteche digitali" riguarda precisamente questa problematica in relazione al patrimonio culturale digitale dell'Europa.

La questione della conservazione è importante per le pubblicazioni e i dati di ricerca. Preservare i dati di ricerca è fondamentale per garantire la tracciabilità e la ripetibilità degli esperimenti. Inoltre la ricerca è spesso strettamente legata alle osservazioni effettuate precedentemente, come ad esempio nel settore della ricerca sui cambiamenti climatici. A volte i dati di ricerca ottenuti in passato si rivelano utili per le problematiche attuali.

Questo è avvenuto nel corso degli "allarmi all'antrace" negli Stati Uniti e in Europa. La British Library – uno dei pochi posti al mondo in cui esiste una documentazione storica completa sella ricerca sull'antrace – ha ricevuto numerose richieste di informazioni. Praticamente non si erano più effettuate ricerche sull'antrace per quaranta anni[7].

Attualmente l'UE non dispone di una strategia chiara per la conservazione e l'utilizzabilità a lungo termine delle informazioni scientifiche digitali. Le iniziative esistenti a livello nazionale o europeo devono essere collegate in modo sistematico. La conservazione è un settore che dispone già di un considerevole potenziale di mercato (ad esempio, servizi di memorizzazione) in cui l'Europa non si può permettere di restare indietro.

4.2. Problematiche e sfide

Aspetti organizzativi

La conservazione solleva problemi di tipo organizzativo. Chi è responsabile della preservazione dei dati di ricerca e dell'hardware e software necessari? Che funzione hanno gli organismi di ricerca e le biblioteche? Secondo quali criteri occorre scegliere il materiale da preservare? Inoltre un'adeguata strategia pubblica di conservazione richiede una buona collaborazione tra partner pubblici e privati.

Un esempio di partnership pubblico-privato ai fini della conservazione sono gli accordi tra la Biblioteca nazionale olandese e degli editori come Reed Elsevier, Springer e Bio-Med Central.

Aspetti giuridici

Il deposito legale, ossia l'obbligo per i produttori di contenuti di rendere disponibile una o più copie dei materiali scientifici presso un ente di deposito riconosciuto, è un elemento centrale per la conservazione dell'informazione scientifica digitale. A ritmi diversi e in relazione a tipi diversi di informazioni, gli Stati membri hanno cominciato ad estendere alle informazioni digitali le disposizioni in materia di deposito legale. Il passaggio verso un ambiente digitale può comunque essere all'origine di "vuoti" nella registrazione del "materiale intellettuale"? Una relazione del 2004 del comitato scientifico e tecnologico della House of Commons britannica evidenzia una lacuna del 60% nel deposito di pubblicazioni disponibili per via elettronica dovuta a ritardi nell'attuazione del deposito legale[8]. Per ottimizzare l'efficienza del processo di conservazione, l'informazione digitale dovrebbe essere resa disponibile presso enti di deposito riconosciuti senza protezione tecnica contro la copiatura

Aspetti tecnici

I progressi tecnologici possono contribuire a mantenere l'informazione accessibile ed utilizzabile. L'obiettivo è ridurre i costi della conservazione e offrire soluzioni per problemi come l'immagazzinamento di grandi volumi di contenuti dinamici. Il potenziamento dell'infrastruttura tecnica di sostegno rafforzerebbe la capacità di memorizzazione di informazioni degli organismi di ricerca.

Aspetti finanziari

Quando si creano degli archivi aperti occorre tenere conto del costo della conservazione sostenibile e a lungo termine, ma spesso tale costo è difficile da valutare. Alcuni dei fattori determinanti sono il tipo e il volume dell'informazione immagazzinata, il numero di migrazioni necessari e l'utilizzazione prevista.

5. AZIONI A LIVELLO EUROPEO

5.1. Posizione della Commissione

Sono indispensabili iniziative che favoriscano un accesso più ampio e una maggiore diffusione dell'informazione scientifica, soprattutto per quanto concerne articoli di riviste e dati di ricerca prodotti con finanziamenti pubblici. Per gli articoli di riviste, la Commissione sta valutando e considerando esperimenti di pubblicazione con accesso aperto.

I dati della ricerca interamente finanziata con fondi pubblici devono, in linea di massima, essere accessibili a tutti, conformemente alla Dichiarazione ministeriale del 2004 dell'OCSE sull'accesso ai dati della ricerca finanziata con fondi pubblici[9].

La Commissione attira l'attenzione sulla necessità di disporre di strategie chiare per la conservazione digitale dell'informazione scientifica.

La Commissione è consapevole del ruolo fondamentale svolto da tutte le parti interessate nel sistema dell'informazione scientifica e ritiene che queste dovrebbero essere coinvolte in tutti i processi di trasformazione concernenti l'accesso, la diffusione e la conservazione dell'informazione scientifica.

5.2. Cosa è stato fatto finora?

Gli Stati membri e la Commissione hanno iniziato a studiare le questioni legate all'accesso, alla diffusione e alla conservazione dell'informazione scientifica mediante il finanziamento di progetti e l' avvio di un dibattito pubblico con le parti interessate .

CASPAR, DRIVER e SEADATANET costituiscono esempi di progetti in materia cofinanziati nell'ambito del Sesto programma quadro (6° PQ).

CASPAR si incentra sulla gestione del futuro accesso ai dati scientifici e sulla loro conservazione. DRIVER riguarda il collegamento degli archivi di informazione scientifica. SEADATANET mira allo sviluppo di un'infrastruttura paneuropea di gestione dei dati marini che integri gli archivi nazionali di dati in questo ambito.

La Commissione ha inoltre iniziato a lavorare con alcuni gruppi consultivi e a raccogliere i pareri delle parti interessate, tra cui il gruppo al alto livello sulle librerie digitali e il Comitato consultivo europeo per la ricerca (EURAB - European Research Advisory Board ).

Ha inoltre finanziato uno studio sull'evoluzione economica e tecnica dei mercati delle pubblicazioni scientifiche in Europa[10], che è stato oggetto di una consultazione pubblica nel 2006. Le risposte ottenute nell'ambito di queste iniziative e l'interazione regolare con le parti interessate hanno fornito alla Commissione dei contributi preziosi.

A livello politico , una raccomandazione della Commissione sulla digitalizzazione e l'accessibilità on line del materiale culturale e sulla conservazione digitale adottata il 24 agosto 2006 tratta della questione della conservazione digitale[11].

5.3. Azioni future gestite dalla Commissione europea

A. Accesso ai risultati della ricerca finanziata dalla Comunità

Nell'ambito del 7° PQ, la Commissione adotterà delle misure per favorire l'accesso alle pubblicazioni risultanti dalle ricerche che essa finanzia. In questo contesto, i costi del progetto legati alla pubblicazione, ivi compresa la pubblicazione ad accesso aperto, potranno beneficiare del sostegno finanziario comunitario. La Commissione incoraggerà la comunità di ricerca ad avvalersi di questa possibilità.

La Commissione prevede inoltre, nell'ambito dei programmi specifici (ad esempio i programmi gestiti dal Consiglio europeo della ricerca), di pubblicare linee guida specifiche sulla pubblicazione di articoli in archivi aperti dopo il periodo di "embargo". Ciò avverrebbe per settori, tenendo conto delle specificità delle varie discipline accademiche e scientifiche.

B. Cofinanziamento delle infrastrutture (in particolare archivi) e dei progetti di ricerca

Nell'ambito del 7° PQ, la Commissione intensificherà le sue attività concernenti le infrastrutture necessarie per l'accesso all'informazione scientifica, in particolare collegando gli archivi digitali a livello europeo. In quest'ottica, per il periodo 2007-2008 è stato stanziato un importo pari a circa 50 milioni di euro (di cui 20 milioni circa per il 2007).

Inoltre, per lo stesso periodo sono stati stanziati 25 milioni di euro (di cui circa 15 milioni per il 2007) per la ricerca sulla conservazione digitale (in particolare creazione di una rete di centri di competenza per la conservazione digitale) e gli strumenti cooperativi per l'utilizzazione dei contenuti.

Nell'ambito del programma e Content plus (2005-2008), sono stati stanziati 10 milioni di euro per migliorare l'accessibilità e l'utilizzabilità del contenuto scientifico, con particolare attenzione ai problemi di interoperabilità e di accesso multilingue.

C. Contributi al futuro dibattito politico

Per alimentare il dibattito e il processo politico, nel 2007 la Commissione avvierà uno studio sugli aspetti economici della conservazione digitale. Inoltre, nell'ambito del programma "Scienza e società", la Commissione sosterrà la ricerca sul sistema di pubblicazione scientifica nel SER e a livello mondiale, ad esempio sui modelli commerciali di pubblicazione, le strategie di diffusione e i rapporti tra l'eccellenza della ricerca, l'integrità scientifica e il sistema della pubblicazione scientifica.

Al momento della revisione della legislazione sull'IVA, la Commissione esaminerà le questioni connesse alle pubblicazioni scientifiche, come le restrizioni per gli enti pubblici o i settori non autorizzati al recupero dell'IVA.

D. Coordinamento delle politiche e dibattito strategico con le parti interessate

Le discussioni in seno al Parlamento europeo e al Consiglio contribuiranno ad una visione comune sulle questioni dell'accesso e della diffusione a livello europeo. A questo proposito, gli Stati membri devono esaminare possibili strategie comuni e discutere sulle problematiche e le sfide in causa – organizzative, giuridiche, tecniche e finanziarie – poste in evidenza dalla presente comunicazione. Strumenti come ERA-NET e consessi come il CREST e l' ESFRI potrebbero contribuire alla strutturazione della discussione.

La Commissione porterà avanti le consultazione delle parti interessate presso i gruppi di esperti e i gruppi consultivi pertinenti come EIROforum, ESF, EURAB, e il gruppo ad alto livello sulle biblioteche digitali, tenendo conto della dimensione mondiale della questione. All'inizio del 2007 organizzerà inoltre una conferenza ad alto livello sulla pubblicazione scientifica nel SER.

La Commissione incoraggerà le università, gli organismi di ricerca, gli enti di finanziamento e gli editori scientifici a scambiarsi informazioni sulle buone pratiche in relazione a nuovi modelli di accesso e di diffusione dell'informazione scientifica.

Quadro generale delle azioni

A . ACCESSO AI RISULTATI DELLA RICERCA FINANZIATA DALLA COMUNITÀ

- Nei progetti di ricerca finanziati dalla Comunità i costi di pubblicazione (ivi compresa la pubblicazione ad accesso aperto) sono considerati costi ammissibili.

- Nell'ambito dei programmi specifici, saranno pubblicate linee guida specifiche sulla pubblicazione di articoli in archivi aperti.

B. CO-FINANZIAMENTO NELL'AMBITO DI PROGRAMMI COMUNITARI

- Per il periodo 2007-2008, circa 50 milioni di euro per lavori in materia di infrastrutture, in particolare gli archivi digitali.

- Per il periodo 2007-2008 circa 25 milioni di euro per la conservazione digitale e gli strumenti collaborativi.

- Circa 10 milioni di euro per ricerche sull'accesso all'informazione scientifica e la sua utilizzazione, nell'ambito del programma e Content plus.

C. CONTRIBUTI AL FUTURO DIBATTITO POLITICO

- Studio sugli aspetti economici della conservazione digitale.

- Finanziamento di ricerche sui modelli commerciali di pubblicazione e sul sistema della pubblicazione scientifica.

D. COORDINAMENTO DELLE POLITICHE E DIBATTITO CON LE PARTI INTERESSATE

- Discussioni in seno al Parlamento europeo e al Consiglio; ulteriori discussioni con le parti interessate.

- Scambio di buone pratiche in relazione ai nuovi modelli di accesso all'informazione scientifica, alla sua diffusione e alla sua conservazione.

6. CONCLUSIONE

L'accesso, la diffusione e la conservazione delle informazioni scientifiche sono le principali sfide dell'era digitale. Il conseguimento di buoni risultati in questi tre settori è fondamentale per la società dell'informazione e la politiche di ricerca europee. Le varie parti interessate hanno opinioni diverse sul modo di migliorare l'accesso, la diffusione e la conservazione.

In questo processo di transizione dal mondo stampato al mondo digitale, la Commissione contribuirà al dibattito tra le parti interessate e i responsabili politici incentivando esperimenti con nuovi modelli in grado di migliorare l'accesso e la diffusione delle informazioni scientifiche e sostenendo il collegamento di iniziative esistenti in questo settore a livello europeo.

La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio a discutere di queste problematiche sulla base della presente comunicazione.

[1] Nella presente comunicazione, i termini "scientifico" o "scienza" si riferiscono all'attività di ricerca in tutti i settori di studio, ivi comprese le scienze sociali ed umane.

[2] Ai fini della presente comunicazione, l'"informazione scientifica" include le pubblicazioni e i dati di ricerca.

[3] I riferimenti a sostegno di questa affermazione e le cifre utilizzate nel presente documento, così come le principali definizioni, sono riprese nel documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato alla presente comunicazione.

[4] GU L 77 del 27.3.1996, pag. 20.

[5] Cfr. la relazione di valutazione della direttiva del 2005 della DG MARKT http://ec.europa.eu/internal_market/copyright/docs/databases/evaluation_report_en.pdf.

[6] GU L 281 del 23.11.1995, pag. 31 e L 201 del 31.7.2002, pag. 37.

[7] European Task Force Permanent Access , "Accesso permanente ai registri scientifici".

[8] Relazione del comitato scientifico e tecnologico della House of Commons 'Scientific Publications - Free for all ?' - HC 399-1, luglio 2004, pag. 93.

[9] Adottata a Parigi il 30 gennaio 2004. Attualmente è in fase di preparazione una raccomandazione OCSE su questa problematica.

[10] http://ec.europa.eu/research/science-society/pdf/scientific-publication-study_en.pdf

[11] GU L 236 del 31.8.2006, pag. 28.