52006DC0283

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Raccomandazioni per un impegno rinnovato dell’Unione europea a favore dell’Iraq /* COM/2006/0283 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 7.6.2006

COM(2006) 283 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Raccomandazioni per un impegno rinnovato dell’Unione europea a favore dell’Iraq

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Raccomandazioni per un impegno rinnovato dell’Unione europea a favore dell’Iraq

I. INTRODUZIONE

L’Iraq deve affrontare sfide enormi: l'insicurezza causata dal terrorismo, i disordini, il crimine organizzato, la violenza di stampo interconfessionale, le gravi carenze nei servizi di base, le violazioni frequenti dei diritti dell'uomo e carenze istituzionali generalizzate nell'ambito dell'amministrazione nazionale.

La comunicazione della Commissione del 2004, “L'UE e l'Iraq - Quadro per l'impegno” [1] e la lettera allegata, firmata dal commissario per le relazioni esterne e dall'Alto rappresentante, definivano una strategia a medio termine per l'impegno dell'UE in Iraq a seguito della nomina del nuovo governo provvisorio iracheno e dell'adozione della risoluzione 1546 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Dopo il 2004, malgrado l’insicurezza dilagante, il paese ha compiuto notevoli passi in avanti nel processo politico e costituzionale, che hanno portato alla formazione del primo governo costituzionalmente eletto. Nel 2005 si sono tenute due elezioni ed è stata elaborata una nuova Costituzione, poi adottata dopo un referendum popolare nell'ottobre 2005. Per ogni scrutinio elettorale il tasso di partecipazione è stato elevato.

Dopo l'insediamento del nuovo governo, è ormai tempo di fare il punto sui progressi compiuti, come previsto nella comunicazione del 2004, e di rinnovare la strategia dell'UE a favore dell'Iraq, iniziando dal dialogo politico con il nuovo governo.

La strategia a medio termine definita nella comunicazione del 2004 prevedeva i seguenti obiettivi:

- un Iraq sicuro, stabile e democratico,

- un’economia di mercato aperta, sostenibile e diversificata,

- un Iraq in pace con i suoi vicini e integrato nella comunità internazionale.

Questi obiettivi rimangono validi, nonostante l'instabilità, le tensioni politiche e l'insicurezza crescente nel paese.

Pur in un contesto così complesso, l’UE ha continuato ad attuare le azioni previste nella comunicazione del 2004. Si è posta all'avanguardia dell'impegno internazionale con il suo sostegno al processo politico e costituzionale, contribuendo in maniera considerevole in termini di competenze e risorse ai processi elettorali e all'istituzione di uno Stato di diritto. Ha fornito aiuti finanziari importanti, in particolare attraverso il Fondo internazionale per la ricostruzione dell'Iraq (IRFFI). La Commissione europea ha aperto una delegazione nel paese. L’UE ha intensificato il suo impegno nei confronti dei dirigenti politici iracheni anche attraverso la creazione di un quadro per il dialogo politico basato sulla dichiarazione congiunta UE-Iraq sul dialogo politico firmata il 21 settembre 2005, sulle visite della Troika e sulla conferenza internazionale patrocinata da UE e USA nel giugno 2005 a Bruxelles. L'Unione europea è in contatto anche con il nuovo governo e ha proposto di avviare i negoziati per un accordo sugli scambi e sulla cooperazione. Nel frattempo, l'Unione europea ha continuato a dialogare e a tenere stretti contatti con altri importanti interlocutori internazionali impegnati ad aiutare gli Iracheni ad affrontare i problemi del paese.

Sulla base di un'analisi della situazione attuale e delle sfide future, la presente comunicazione formula una serie di raccomandazioni per l'impegno UE, basate su alcuni obiettivi fondamentali. Essa costituisce una base per il dialogo e la cooperazione tra l’UE e il nuovo governo iracheno. Anche se il mandato del governo durerà quattro anni, le raccomandazioni proposte nella presente comunicazione non sono legate ad un calendario particolare.

- Per un maggiore impegno dell'UE sono fondamentali due fattori : l'integrazione nel processo politico e nell’ambito del governo e la situazione della sicurezza nel paese.

II. SFIDE PER L'IRAQ

Le principali sfide per l'Iraq e per il nuovo governo saranno mantenere la coesione nazionale e affrontare il problema della riconciliazione nazionale, garantire la sicurezza rispettando i diritti umani, assicurare i servizi di base e offrire opportunità di lavoro per migliorare le capacità dell'amministrazione nazionale, promuovere la stabilità economica e la crescita sostenibile a vantaggio di tutta la popolazione.

Al momento di valutare tutte le sfide a cui l’Iraq è chiamato a rispondere, è opportuno esaminare in modo più approfondito una serie di settori specifici. Questi settori, di natura sia politica, sia economica, sono interdipendenti, ma riconducibili essenzialmente a due componenti: il consolidamento della democrazia e la promozione dell'economia.

Consolidare la democrazia e rafforzare la società civile

Anche se il processo politico è stato portato a termine con successo nel 2005, sarebbe opportuno consolidare ulteriormente le fondamenta democratiche del paese. Le previste elezioni locali e regionali e il processo di revisione costituzionale saranno indicatori essenziali dell'impegno dell'Iraq a favore della democrazia.

Nel referendum sulla Costituzione dell'ottobre 2005 il popolo iracheno ha espresso la propria preferenza per un'unione federale di regioni e governatorati. La Costituzione è il quadro nell'ambito del quale la maggioranza degli Iracheni ha accettato di convivere. Alcune comunità irachene ritengono, però, che il testo attuale non tenga pienamente conto delle loro preoccupazioni e delle loro aspirazioni. La Costituzione dovrebbe essere accettata come base legittima per l'integrazione e per una governance moderna, basata su una divisione dei poteri economici e delle responsabilità tra le autorità centrali, provinciali e locali. Essa costituisce anche una base per la distribuzione della ricchezza nazionale e per le politiche economiche, fiscali e energetiche. Stabilisce poi che uno dei compiti essenziali del Consiglio dei rappresentanti appena eletto è la revisione e l’elaborazione ulteriore delle misure legislative e istituzionali enunciate nel testo.

Essenziale nel processo democratico è il ruolo della società civile . All'Iraq e alla comunità internazionale rimane molto da fare per rafforzare la società civile, anche in settori quali il sostegno alla libertà degli organi di informazione e a campagne di sensibilizzazione e monitoraggio, la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, inclusi i diritti delle donne, dei bambini e delle minoranze religiose ed etniche.

Coesione nazionale

La questione della coesione nazionale dell'Iraq è collegata al sentimento di appartenenza della popolazione e alla tendenza ad identificarsi in funzione di criteri religiosi o etnici. Ciò è apparso evidente nei seggi elettorali, durante il referendum sulla Costituzione nel 2005, e negli episodi di violenza di stampo interreligioso. Una delle prime sfide che i nuovi dirigenti iracheni dovranno affrontare è quella di proporre e di difendere un modello di governance che superi le profonde divisioni attuali.

Questa tendenza ha avuto effetti negativi anche sulla composizione etnica, religiosa e politica di altri paesi vicini e della regione in generale. In alcuni paesi limitrofi vivono le stesse comunità etniche e religiose presenti in Iraq. Se l’Iraq si disintegra progressivamente, il separatismo etnico e religioso potrebbe essere incoraggiato anche in altri paesi della regione. La salvaguardia dell'integrità territoriale dell'Iraq è pertanto anche nell'interesse dei suoi vicini, nonché dell'intera comunità internazionale.

Per porre fine al settarismo, l’assunzione del personale, la composizione delle forze di sicurezza nazionale irachene e dei ministeri, l'accesso ai servizi pubblici e la condivisione delle risorse dovrebbero essere ispirati ad un principio di integrazione . La formazione del governo di unità nazionale è già un importante passo in questa direzione. Sono fondamentali anche le iniziative che affrontano il problema della riconciliazione nazionale.

Sicurezza e creazione di uno Stato di diritto

I disordini scoppiati dopo il bombardamento della moschea di Samarra il 22 febbraio 2006 hanno accentuato la tendenza, già presente, ad una violenza di tipo interreligioso . Questa violenza coinvolge sempre più milizie e gruppi armati organizzati su base settaria. La situazione è aggravata dalla chiara incapacità delle forze nazionali di sicurezza di garantire la calma, nonché dai legami che collegano sia le milizie che le forze di sicurezza alle attività criminali. Come se non bastasse, il crimine organizzato e la violenza nelle strade continuano a mettere in pericolo i comuni cittadini.

Di conseguenza, il singolo si rivolge alla propria comunità etnica o religiosa per ottenere protezione e sostegno; da ciò è derivato l’aumento dell'emigrazione e della migrazione interna. Le comunità che risiedono in quartieri misti in cui sono in minoranza si trasferiscono in zone in cui la loro comunità etnica o religiosa è in maggioranza.

La sicurezza sarà quindi uno dei principali problemi che il nuovo governo dovrà affrontare. Fondamentale sarà riuscire a tenere sotto controllo i disordini e le milizie. È stata già avanzata la richiesta di adottare iniziative in materia di disarmo, smobilitazione e reinserimento (DDR) . È importante però che le misure adottate per garantire la sicurezza non compromettano lo Stato di diritto o il rispetto dei diritti umani . Uno dei principali obiettivi consiste nel lottare contro le violazioni dei diritti umani e il trasferimento delle comunità. Dopo le brutalità del vecchio regime, i servizi di sicurezza e il settore giudiziario e penitenziario dovranno dimostrare di essersi rinnovati per ritrovare la fiducia dei cittadini. Anche se la creazione di uno Stato di diritto richiede tempo e non può essere portata a termine da un giorno all'altro, i dirigenti iracheni dovranno dimostrare di progredire costantemente nel loro tentativo di migliorare la situazione.

Creazione delle basi per uno sviluppo economico sostenibile

Servizi di base e creazione di posti di lavoro

Ugualmente importanti, e strettamente collegate al problema della sicurezza, sono l'offerta di servizi di base, la creazione di posti di lavoro e la generazione di reddito attraverso il rinnovamento dell'attività economica. Questi due elementi costituiscono due naturali obiettivi per qualunque nuovo governo. Ma nel caso dell'Iraq, dove la gestione e le infrastrutture in settori come la sanità, l'istruzione e l'elettricità si sono deteriorate durante gli ultimi anni del regime di Saddam Hussein, e dove recentemente non si sono avuti miglioramenti significativi da un punto di vista qualitativo o quantitativo, il governo deve agire in maniera risoluta per fornire servizi di base e migliorare così la qualità di vita della popolazione. La mancanza di elettricità e di acqua e le difficoltà di accesso all'istruzione e alle cure sanitarie costituiscono preoccupazioni quotidiane, che alimentano le tensioni sociali e frenano la ripresa economica. L'incapacità di reagire a questi problemi porrà un freno allo sviluppo delle future generazioni di Iracheni.

Anche la creazione di opportunità di lavoro e di attività generatrici di reddito è fondamentale. Il lavoro eliminerà l'incentivo finanziario ad unirsi alle milizie e ai gruppi ribelli o terroristi. In passato il capitale umano era una delle principali risorse del paese. Fino a 20-25 anni fa il livello di istruzione degli Iracheni era notevolmente superiore a quello delle popolazioni di altri paesi della regione, ma nel corso degli anni è sceso a livelli di molto inferiori a quelli dei paesi vicini. Oggi i giovani sono spesso meno istruiti dei loro genitori. Questa tendenza deve essere invertita se si vuole che l'Iraq possa contare pienamente sul proprio capitale umano.

Istituzione di un quadro amministrativo efficace

L’amministrazione pubblica irachena è il principale datore di lavoro del paese ma risente di anni di cattiva gestione durante i quali il tasso di modernizzazione o di rafforzamento delle competenze è stato scarso. È indispensabile migliorarne l’efficacia e l’efficienza per rafforzarne la capacità di sviluppare, realizzare e comunicare le sue politiche. Le carenze del settore hanno gravi ripercussioni sulla gestione dell'economia e sull'offerta di servizi pubblici essenziali. La comunità internazionale dovrebbe sostenere la riforma irachena della struttura, dei regolamenti e delle procedure della propria amministrazione pubblica.

L'energia e la diversificazione economica

L'Iraq ha la seconda maggiore riserva di petrolio al mondo e dispone anche di notevoli risorse di gas naturale non sfruttate. L'economia è dominata dal settore energetico, ma i risultati sono decisamente al di sotto delle capacità e i redditi sono tutt'altro che ottimali. L'utilizzo di tecniche superate, un'amministrazione poco trasparente, efficace e moderna, gli scarsi investimenti e i saccheggi e i sabotaggi regolari delle infrastrutture costituiscono alcuni degli ostacoli principali. A causa dei problemi tecnici al sistema di misurazione del petrolio, l'amministrazione non dispone di dati precisi sul livello della produzione e delle esportazioni, e ciò agevola traffici e malversazioni sugli introiti petroliferi.

La forte dipendenza dagli introiti del petrolio rende l'Iraq molto vulnerabile ai fattori economici esterni. Il paese ha tratto vantaggio dal recente aumento dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali, ma un loro crollo lo condizionerebbe pesantemente. La riduzione della dipendenza irachena dal petrolio attraverso la diversificazione dell'economia permetterebbe di attenuare l'incidenza delle fluttuazioni dei prezzi del petrolio e creerebbe posti di lavoro. Questa diversificazione potrebbe essere ottenuta promuovendo attività generatrici di reddito diverse (non legate al settore energetico) e sfruttando altre risorse a disposizione del paese, in particolare l'acqua e l'agricoltura. La situazione dell'Iraq è unica nella regione perché il paese è attraversato da due importanti corsi d'acqua. Si trova al centro dell'antica “Mezzaluna fertile” e quasi il 20% della sua popolazione attiva è impegnato nel settore agricolo. In una regione in cui numerosi paesi dispongono di limitate risorse idriche per il settore agricolo, l'Iraq si trova in una situazione migliore rispetto ai suoi vicini. L'aumento della produzione e delle esportazioni di prodotti agricoli è un fattore potenzialmente importante per il sostegno alla prosperità e alla diversificazione dell'economia. L’acqua potrebbe essere una risorsa essenziale anche nel commercio regionale.

Le carenze fiscali dell'Iraq devono essere affrontate urgentemente. Attualmente una parte considerevole del PIL iracheno è destinata al sistema di distribuzione pubblico (retaggio delle sanzioni precedenti al 2003) e alle sovvenzioni al consumo interno di petrolio. Le riforme economiche (come stipulato nell'accordo stand-by dell'FMI) consentiranno al governo di proseguire gli investimenti pubblici e il programma definito nella strategia nazionale di sviluppo. Per rafforzare il processo di bilancio sono necessarie riforme urgenti, soprattutto per quanto riguarda la registrazione delle entrate e delle uscite, nonché la promozione della responsabilizzazione. Il processo di elaborazione del bilancio dovrebbe essere utilizzato come strumento politico essenziale. Il governo deve preparare un bilancio unificato per le spese ordinarie e le spese in conto capitale, integrato in un quadro a medio termine. Tutti gli aiuti dei donatori devono essere iscritti nel bilancio nazionale unificato.

Sono necessarie riforme del contesto normativo dei servizi commerciali e finanziari per assicurare gli investimenti privati necessari a medio termine per il finanziamento delle infrastrutture petrolifere ed elettriche. Le riforme dovrebbero però essere calibrate per evitare eventuali ripercussioni negative sul benessere sociale.

III. RACCOMANDAZIONI RELATIVE AL SOSTEGNO UE

L'Iraq dispone di molte risorse umane, naturali e culturali, di un vasto potenziale che dovrebbe permettergli di tornare ad essere un partner regionale e internazionale interessante, anche se attualmente vive una situazione di grave instabilità e insicurezza. A prescindere dagli sviluppi, il futuro del paese continuerà ad avere ripercussioni per l’Unione europea sul piano politico, energetico, economico e della sicurezza. È pertanto nell'interesse dell'Unione europea favorire lo sviluppo di un Iraq sicuro, stabile, democratico ed economicamente prospero, in pace con i suoi vicini e integrato nella comunità internazionale.

Con la formazione del primo governo iracheno costituzionalmente eletto, all'Unione europea è offerta una nuova possibilità di impegno, che è opportuno sfruttare. La vicinanza geografica, l'esperienza già acquisita nel paese e nel quadro di altre situazioni postbelliche, le buone relazioni con importanti interlocutori internazionali, inclusi i vicini dell'Iraq, la forza economica dell'UE e il potenziale contributo delle popolazioni irachene emigrate in Europa costituiscono altrettanti punti di forza sui quali l’UE può contare per aiutare gli Iracheni ad invertire la tendenza negativa. L'Unione europea può inoltre mettere in campo l'esperienza acquisita in Iraq attraverso il dialogo politico, il finanziamento comunitario a favore della ricostruzione (per un importo pari a circa 720 milioni di euro tra il 2003 e il 2006), la cooperazione nel settore dello Stato di diritto e le relazioni stabilite attraverso la sua presenza in Iraq.

A breve termine, l'Unione europea dovrebbe incentrare il suo impegno su un piccolo numero di obiettivi essenziali, ai quali può apportare un valore aggiunto e per i quali può ottenere rapidamente risultati concreti. Per ottenere il massimo impatto e la massima efficacia, la Comunità e gli Stati membri dell'UE dovrebbero concentrare i propri sforzi su questi obiettivi essenziali in maniera complementare. Le Nazioni Unite dovrebbero mantenere il loro ruolo guida sul piano politico e nel settore della ripresa economica.

Al centro dell'impegno dell'UE dovrebbero restare il suo sostegno continuo agli sforzi delle Nazioni Unite e il dialogo e la cooperazione rafforzati con altri interlocutori fondamentali. Il dialogo rafforzato con i vicini dell'Iraq e il sostegno alle iniziative volte a consolidare la cooperazione regionale devono proseguire. L’UE deve continuare a sostenere le richieste irachene di un nuovo impegno politico e economico degli altri paesi attraverso una conferenza internazionale.

Tuttavia, il sostegno politico e l'assistenza esterni non saranno sufficienti ad aiutare l'Iraq. Il cambiamento deve venire dagli Iracheni stessi. L’UE ha bisogno di un partner forte, impegnato ad attuare politiche e ad affrontare i problemi più pressanti. La sua azione dipenderà da un contesto politico e da una situazione di sicurezza favorevoli in Iraq. Sono stati già evidenziati alcuni fattori chiave che determineranno l'impatto delle misure comunitarie e che saranno messi a punto nel corso del dialogo con il nuovo governo iracheno. Due di questi fattori sono essenziali per la soluzione di qualsiasi problema: si tratta della volontà politica dell’Iraq e del miglioramento della situazione relativa alla sicurezza .

Sulla base dell'analisi delle sfide che l’Iraq deve affrontare e della posizione dell'UE, si propone di concentrare gli sforzi su alcuni obiettivi concreti.

Obiettivo UE: | Approvare e sostenere un modello di governo democratico che superi le divisioni |

L'Unione europea dovrebbe continuare a sostenere il processo politico appoggiando le strategie e le iniziative che si oppongono al settarismo e promuovono il rispetto e il dialogo tra le varie comunità. A tal fine, dovrebbe collaborare attivamente con il governo nazionale e le amministrazioni regionali, con la società civile, le Nazioni Unite e con gli altri partner internazionali. Dovrebbe poi sostenere gli sforzi di riconciliazione nazionale e le politiche volte ad assicurare l'integrazione nell'ambito dell'amministrazione.

L’UE dovrebbe inoltre utilizzare al meglio le sue relazioni con gli interlocutori della regione per invitarli a promuovere l'integrità territoriale e l'unità nazionale dell'Iraq, e scoraggiare la loro ingerenza negli affari interni iracheni.

L'Unione europea potrebbe continuare a dare il suo valido contributo al processo di revisione costituzionale , in stretta collaborazione con le Nazioni Unite, e potrebbe condividere l'esperienza degli Stati membri per quanto riguarda la ripartizione delle competenze nel settore dell'amministrazione, gli equilibri economici e i programmi di solidarietà. Queste iniziative potrebbero essere integrate da misure più ambiziose per raggiungere tutta la popolazione irachena e assicurare una migliore comprensione della posta politica ed economica in gioco.

Inoltre, l'azione dell'UE potrebbe sostenere le istituzioni parlamentari e democratiche . Tra le misure possibili, è opportuno considerare il potenziamento delle capacità e l'assistenza tecnica per le istituzioni irachene interessate e gli scambi o i programmi di gemellaggio con le amministrazioni degli Stati membri dell'UE e del Parlamento europeo . Si potrebbe poi offrire assistenza alla commissione elettorale indipendente dell'Iraq e alle organizzazioni della società civile.

L'Unione europea non dovrebbe limitarsi a promuovere i diritti umani e la democrazia a livello centrale ma dovrebbe trovare il modo per comunicare anche a livello regionale, provinciale e locale in modo da divulgare le proprie politiche e controllarne l'applicazione.

Fattori chiave – La composizione multietnica e multiconfessionale del governo avrà un’incidenza positiva sull'assistenza UE in questi settori. lI sostegno UE sarà più efficace se nell'amministrazione nazionale saranno adottate politiche di assunzione trasparenti, basate sul merito e non settarie . Il rispetto del calendario fissato per il processo elettorale spingerà alla partecipazione gli Iracheni e rafforzerà la loro fiducia sul piano politico.

Obiettivo UE: | Contribuire a rafforzare la sicurezza consolidando il sistema dello Stato di diritto e promuovendo una cultura di rispetto per i diritti umani |

Vari Stati membri dell'UE sono già al lavoro per migliorare la sicurezza nel paese; alcuni si occupano della formazione della polizia e del personale militare nel settore della sicurezza. La missione integrata "Stato di diritto" per l'Iraq, EUJUST LEX, nel quadro della PESD, collabora con la polizia, con i giudici e con il personale penitenziario iracheni per sviluppare un sistema integrato in materia di Stato di diritto/giustizia penale. La missione, che è iniziata nel luglio 2005, è stata prorogata.

L'Unione europea continuerà a promuovere lo Stato di diritto e la sicurezza . La Commissione si baserà sull'esperienza acquisita in occasione della missione EUJUST LEX per preparare un programma in materia di Stato di diritto, per potenziare il settore giudiziario in materia penale e civile. Sarà assicurato uno stretto coordinamento tra gli sforzi che saranno compiuti nel quadro della PESD e l'azione della Comunità nel settore. Ogni collaborazione futura promuoverà una cultura di rispetto per i diritti dell'uomo, come quelli relativi all'eguaglianza dei sessi, ai diritti dei bambini e alla libertà religiosa; per controllarne l'osservanza si insisterà sul potenziamento delle capacità. L'Unione europea potrebbe anche prendere in considerazione il sostegno ad iniziative in materia di disarmo, smobilitazione e reinserimento sulla base dell'esperienza acquisita in altre situazioni postbelliche. Potrebbe inoltre contribuire agli sforzi di potenziamento delle capacità per aiutare le istituzioni e il governo iracheni a controllare i progressi compiuti nell'attuazione delle convenzioni internazionali applicabili in materia di diritti dell'uomo.

Fattori chiave – Lo sforzo dell'UE sarà più efficace se il governo si impegnerà a procedere alle necessarie riforme del sistema giudiziario e a far rispettare i diritti dell'uomo nell’ambito del proprio apparato di sicurezza. Il potenziamento del Ministero dei diritti dell'uomo e l'istituzione di una commissione per i diritti dell'uomo e di altre organizzazioni incaricate di svolgere inchieste sui casi di violazione dei diritti dell'uomo costituirebbero un passo nella giusta direzione. Il governo deve inoltre riuscire a controllare le milizie e i gruppi armati non governativi. Sarebbe auspicabile un quadro di sostegno alla società civile.

Obiettivo UE: | Aiutare le autorità nazionali e regionali a migliorare la fornitura dei servizi di base e a creare un contesto favorevole all’occupazione |

Attraverso l'aiuto comunitario e in stretta collaborazione con le Nazioni Unite, l'Unione europea garantisce già un contributo importante a programmi mirati volti ad agevolare l'accesso della popolazione ai servizi di base (acqua, istruzione, sanità, servizi igienici, ecc.) allo scopo di migliorare la qualità di vita in Iraq e di assicurare una stabilità sostenibile a medio termine. Perché i miglioramenti possano risultare durevoli, il governo deve adottare politiche di sviluppo sociale a medio termine . La loro attuazione potrebbe essere finanziata dall’UE, sulla base della strategia nazionale di sviluppo elaborata dall'Iraq e adottata nell'ottobre 2004, che sarà certamente aggiornata dal nuovo governo. L’UE potrebbe inoltre contribuire alla riforma del sistema di sicurezza sociale, in collaborazione con altri interlocutori internazionali.

L'occupazione è una delle priorità del nuovo governo. Occorre creare un contesto favorevole all’occupazione e allo sviluppo di attività generatrici di reddito. A tal fine, sarebbe opportuno armonizzare i vari programmi di ricostruzione e le diverse componenti della creazione di posti di lavoro e promuovere attività che favoriscano l’occupazione nel settore privato per le piccole e medie imprese. Dovrebbe continuare l’impegno dell’IRRFI. Ciò consentirebbe anche una diversificazione dell'economia e porrebbe le basi per un miglior potenziale commerciale.

Fattori chiave – L'impatto dell'aiuto UE sarà rafforzato dall'aggiornamento della strategia nazionale di sviluppo, che definirà priorità chiare. Il governo deve trovare un compromesso politico tra l'attuazione di riforme strutturali essenziali (che potrebbero rivelarsi dolorose in un primo momento, ma che risulteranno vantaggiose a lungo termine) e la prevenzione dei disordini sociali. Allo stesso tempo, il funzionamento dei meccanismi di coordinamento tra donatori contribuirà a far coincidere i bisogni con le risorse disponibili. I donatori sono favorevoli a una maggiore visibilità dell'aiuto quando le condizioni di sicurezza lo permetteranno.

Obiettivo UE: | Sostenere i meccanismi che aprono la strada alla ripresa economica e alla prosperità dell'Iraq |

L’Unione europea è già impegnata a promuovere le riforme economiche e ad agevolare lo sviluppo nella regione e utilizzerà la sua esperienza per collaborare con il governo iracheno a favore dello sviluppo economico e della prosperità. Essa proseguirà il dialogo con il governo per favorire questo sviluppo sulla base di aiuti finanziari, sforzi per la riduzione del debito e programmi di cooperazione più importanti.

In un primo tempo l'azione dell'UE si concentrerà sulle attuali carenze del settore energetico iracheno. L'Unione europea deve sostenere il quadro normativo, giuridico e finanziario per favorire gli investimenti e combattere la corruzione, il crimine organizzato e la criminalità. Allo stesso tempo, agevolerà la cooperazione regionale nel settore dell'energia attraverso reti regionali a livello di UE. L'avvio di un dialogo tecnico con l'Iraq riguardo allo sviluppo delle risorse petrolifere e allo sfruttamento delle riserve di gas naturale, in particolare alla loro esportazione verso il Mashrak e i mercati europei, potrebbe integrare gli sforzi regionali in corso.

Inoltre, l'Unione europea favorirà la diversificazione economica sostenendo la creazione di un regime di scambi commerciali e di investimento che garantisca un minimo di prevedibilità, trasparenza e certezza giuridica. È questo il presupposto perché gli operatori economici nazionali e internazionali investano e creino nuove opportunità di lavoro nel paese.

Il processo di negoziato di un accordo sugli scambi e sulla cooperazione inciderà favorevolmente sulle riforme interne. I negoziati potrebbero anche aprire la strada all'adesione all’OMC e avvicineranno il regime commerciale iracheno alle norme e alle regole del sistema multilaterale, agevolando così il processo di adesione . Rimane aperta per l'Iraq la possibilità di beneficiare del sistema delle preferenze generalizzate, che gli consentirebbe un accesso migliore al mercato dell'UE. L'impegno della Banca europea per gli investimenti in Iraq potrebbe migliorare la fiducia nei confronti di questo paese sulla scena finanziaria internazionale. Per completare questo processo, l'Unione europea potrebbe fornire un aiuto per potenziare la Banca centrale ed il Ministero delle finanze, in coordinamento con altre istituzioni finanziarie internazionali.

Fattori chiave: - Una forte volontà politica di superare la malversazione e la corruzione e di affrontare le carenze fiscali è un presupposto per il benessere economico. L'Iraq deve impegnarsi a ottimizzare l'utilizzazione delle sue vaste risorse naturali per generare entrate supplementari. Il governo deve adottare politiche e iniziative appropriate in questo settore.

Obiettivo UE: | Promuovere l'attuazione di un quadro amministrativo efficace e trasparente |

Una riforma della pubblica amministrazione è indispensabile; in particolare occorre modificare le strutture giuridiche, potenziare le risorse umane e introdurre principi di trasparenza, responsabilità e sana gestione finanziaria. L’Unione europea e gli Stati membri che la compongono sono caratterizzati, a livello comunitario e nazionale, da sistemi amministrativi e culture diversi. L'esperienza acquisita in occasione dell'allargamento e del sostegno al rafforzamento delle capacità e delle istituzioni in altre regioni del mondo può essere utilizzata per aiutare l'amministrazione irachena ad attuare le riforme necessarie.

I negoziati per un accordo sugli scambi e sulla cooperazione UE-Iraq integreranno il sostegno dell'UE alla riforma dell'amministrazione. Il suo aiuto mirato potrebbe riguardare vari aspetti, di competenza di più ministeri ed organi governativi.

La presenza di un'amministrazione efficace favorirebbe i negoziati per l'accordo e la loro conclusione. In alcuni settori fondamentali di interesse comune, l'istituzione di gruppi di lavoro tecnici incaricati di assicurare il trasferimento di know-how e di competenze potrebbe essere un settore supplementare al quale destinare le risorse dell'UE.

Fattori chiave - L'Iraq si è già impegnato a procedere a delle riforme, nel quadro dei suoi obblighi verso le istituzioni finanziarie internazionali e altri operatori internazionali. La riforma dell'amministrazione irachena richiede un impegno politico forte e una “roadmap” basata su obiettivi e criteri realistici.

IV. CONCLUSIONI

Le sfide per l'Iraq sono numerose e complesse e richiedono una risposta tempestiva. L’UE ha tutto l'interesse ad aiutare questo paese a ritrovare la sua stabilità e a sostenere la sua rinascita politica ed economica. La sua vicinanza geografica e il suo ruolo particolare in Iraq la pongono in una posizione privilegiata per approfondire il suo impegno presso il nuovo governo. Si tratta di un'opportunità strategica per aiutare l’Iraq a riguadagnare il suo posto di importante partner regionale e internazionale. Conformemente ai principi indicati nel presente documento, l’impegno dell’UE deve coinvolgere gli Iracheni, tenere conto delle loro capacità e dei loro valori e deve considerare come punto di partenza il programma e le priorità del nuovo governo.

L’Unione europea non è comunque sola. Le Nazioni Unite rimangono un partner fondamentale. Per assicurare la massima efficacia, è essenziale anche che l’UE collabori con altri interlocutori, sia regionali che internazionali, nel sostegno all'Iraq sulla strada della stabilità e della prosperità. Questa sarà sempre più una priorità per l’UE. L'Iraq deve trovare una sua posizione politica ed economica nella regione e i suoi vicini hanno un ruolo importante a tale riguardo.

[1] COM (2004) 417 del 9 giugno 2004.