52002DC0263

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - eEurope 2005: una società dell'informazione per tutti - Piano d'azione da presentare per il Consiglio europeo di Siviglia 21 e 22 giugno 2002. /* COM/2002/0263 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE E AL COMITATO DELLE REGIONI - eEurope 2005: una società dell'informazione per tutti - Piano d'azione da presentare per il Consiglio europeo di Siviglia 21 e 22 giugno 2002.

Sintesi

Il presente piano d'azione mira a creare un contesto favorevole agli investimenti privati e alla creazione di nuovi posti di lavoro, accrescere la produttività, modernizzare i servizi pubblici e garantire a tutti i cittadini la possibilità di partecipare alla società dell'informazione globale. eEurope 2005 intende pertanto promuovere servizi, applicazioni e contenuti sicuri basati su un'infrastruttura a banda larga ampiamente disponibile.

I.

Il Consiglio europeo di Barcellona ha invitato la Commissione ad elaborare un piano d'azione eEurope fondato sulla "diffusione della disponibilità e dell'uso delle reti a banda larga in tutta l'Unione entro il 2005 e lo sviluppo del protocollo Internet Ipv6 .... la sicurezza delle reti e dell'informazione, eGovernment, eLearning, eHealth ed eBusiness" [1].

[1] Consiglio Europeo di Barcellona, Conclusioni della Presidenza, paragrafo 40 (http://ue.eu.int/en/Info/eurocouncil/index.htm).

Il presente piano d'azione subentra al piano d'azione eEurope 2002, approvato dal Consiglio europeo di Feira nel giugno 2000. eEurope 2002 fa parte della strategia di Lisbona intesa a fare dell'Europa, entro il 2010, l'economia basata sulla conoscenza, più competitiva e più dinamica del mondo, migliorando il livello di occupazione e di coesione sociale.

Grazie all'impegno comune di tutte le parti interessate, eEurope 2002 ha già generato cambiamenti notevoli e permesso di aumentare il numero di cittadini e di imprese collegati ad Internet. Il piano d'azione ha ridefinito la disciplina relativa alle reti e ai servizi di comunicazione elettronica e al commercio elettronico e ha spianato la strada ai servizi mobili e multimediali di nuova generazione. Esso offre ai cittadini maggiori opportunità di partecipare alla vita della società ed aiuta i lavoratori ad acquisire le competenze necessarie in una società basata sulla conoscenza. Porta i computer e Internet nelle scuole di tutta l'Unione europea, consente alle amministrazioni di offrire al pubblico, servizi online e richiama l'attenzione sulla necessità di rendere più sicuro il "mondo elettronico".

II.

La società dell'informazione presenta grandi potenzialità in termini di aumento della produttività e di miglioramento della qualità di vita. Si tratta di potenzialità che crescono grazie agli sviluppi tecnologici della banda larga e dell'accesso multi-piattaforma, ossia la possibilità di collegarsi ad Internet, non solo con il computer, ma anche con dispositivi quali la TV digitale e i sistemi di comunicazione mobili di terza generazione. Questi sviluppi offrono notevoli opportunità sotto il profilo economico e sociale. I nuovi servizi, le nuove applicazioni e i nuovi contenuti porteranno alla creazione di mercati nuovi e forniranno gli strumenti necessari per aumentare la produttività e, di conseguenza, la crescita e l'occupazione in tutti I settori dell'economia. Garantiranno inoltre a tutti i cittadini un accesso più pratico agli strumenti di comunicazione e di informazione.

Molti servizi vengono forniti dal mercato. Sviluppare nuovi servizi presuppone sostanziali investimenti, principalmente privati. Sorge tuttavia un problema: il finanziamento di servizi multimediali avanzati dipende dalla disponibilità di un'infrastruttura a banda larga che consenta di operare tali servizi, mentre il finanziamento dell'infrastruttura a banda larga è tributario, a sua volta, dell'offerta di servizi in grado di sfruttarla. È necessario quindi un intervento che stimoli lo sviluppo dei servizi e dell'infrastruttura, al fine di creare una dinamica in cui la crescita di un fattore induca la crescita dell'altro. Sia lo sviluppo di nuovi servizi, che la costruzione dell'infrastruttura sono compiti che spettano principalmente al settore privato e eEurope creerà un contesto favorevole agli investimenti privati. Ciò presuppone non solo che sia predisposto un quadro giuridico favorevole agli investimenti, ma anche che siano adottate misure che stimolino la domanda e riducano pertanto l'incertezza degli investitori privati.

eEurope 2005 prevede azioni che interessano contemporaneamente i due termini dell'equazione. Dal punto di vista della domanda, le azioni in materia di e-government, e-health, e-learning e e-business sono destinate a stimolare lo sviluppo di nuovi servizi. Oltre a fornire ai cittadini servizi migliori e meno cari, le autorità pubbliche possono far uso del loro potere di acquisto per raggruppare la domanda e dare così un impulso decisivo alla creazione di nuove reti. Dal punto di vista dell'offerta, le azioni incentrate sulla banda larga e sulla sicurezza dovrebbero facilitare l'installazione dell'infrastruttura.

La strategia di Lisbona non è fondata esclusivamente sulla produttività e la crescita, ma anche sull'occupazione e la coesione sociale. eEurope 2005 pone l'utente al centro dell'azione. Migliorerà la partecipazione sociale, offrirà nuove opportunità per tutti e aumenterà le competenze. Tutte le linee di azione di eEurope prevedono misure riguardanti la cosiddetta e-partecipazione o "e-inclusion". Per realizzare tale obiettivo è importante che l'offerta dei servizi avvenga secondo una logica multi-piattaforma. È noto che non tutti desiderano possedere un computer. Pertanto, per garantire la partecipazione di tutti i cittadini, è indispensabile garantire che i servizi, e in particolare i servizi pubblici, siano accessibili a partire da terminali di diverso tipo, come i televisori o i telefoni mobili.

III.

Il piano d'azione eEurope si articola in due categorie di azioni che si rafforzano a vicenda. Da un lato, intende stimolare servizi, applicazioni e contenuti sia per i servizi pubblici online che per l'e-business; dall'altro, si rivolge all'infrastruttura di base a banda larga e agli aspetti legati alla sicurezza.

Entro il 2005 l'Europa deve dotarsi di:

- moderni servizi pubblici online

e-government (amministrazioni),

servizi di e-learning (istruzione)

servizi di e-health (sanità)

- un ambiente dinamico di e-business;

e, come catalizzatori di tali sviluppo,

- ampia disponibilità di accesso a banda larga a prezzi concorrenziali

- infrastruttura di protezione dell'informazione

Il piano d'azione comprende quattro strumenti distinti ma collegati.

Innanzi tutto, misure di politica generale volte a riesaminare ed adattare la normativa nazionale ed europea; a garantire che tale normativa non ostacoli inutilmente l'emergere di nuovi servizi; a rafforzare la concorrenza e l'interoperabilità; a migliorare l'accesso a reti di diverso tipo e infine ad attestare l'impegno dei responsabili politici. eEurope 2005 individua i settori nei quali l'azione pubblica può comportare un valore aggiunto e si fonda pertanto su una serie limitata di interventi in alcune aree prioritarie. Gli obiettivi principali sono i seguenti:

* collegare le pubbliche amministrazioni, le scuole e i centri di cura alle reti a banda larga;

* offrire servizi pubblici interattivi, accessibili a tutti su piattaforme diverse;

* fornire servizi sanitari online;

* eliminare gli ostacoli all'installazione delle reti a banda larga;

* riesaminare la normativa relativa all'e-business

* istituire una task force sulla sicurezza informatica.

In secondo luogo, eEurope faciliterà lo scambio di esperienze, di buona prassi e di progetti di dimostrazione, ma consentirà anche di condividere gli insegnamenti tratti dalle esperienze negative. Saranno lanciati progetti per accelerare l'installazione di applicazioni ed infrastrutture d'avanguardia.

In terzo luogo, è previsto un monitoraggio ed un riorientamento delle misure di politica generale mediante l'analisi comparativa dei progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi e delle politiche attuate a sostegno di tali obiettivi.

Il quarto strumento, infine, il coordinamento generale delle politiche esistenti, genererà sinergia tra le varie azioni proposte. Un gruppo direttivo consentirà di ottenere una migliore visione globale dell'evoluzione delle azioni e garantirà un corretto scambio di informazioni tra i responsabili politici nazionali ed europei e il settore privato. Il gruppo direttivo renderà inoltre possibile associare i paesi candidati all'adesione in una fase precoce dei lavori.

IV.

Il presente piano d'azione propone agli Stati membri di assumere una serie di impegni ambiziosi. Invita inoltre il settore privato a collaborare con la Commissione e gli Stati membri per realizzare gli obiettivi di eEurope. Illustra le iniziative che la Commissione avvierà o è pronta ad avviare. In termini generali, il piano d'azione traccia il quadro per un approccio coordinato alle politiche europee in materia di società dell'informazione. Il ruolo chiave del piano d'azione eEurope dovrebbe essere confermato nell'ambito della strategia di Lisbona. Se coronato dal successo, questo piano d'azione eserciterà un impatto significativo sulla crescita, la produttività, l'occupazione e la coesione sociale in Europa.

Si prevede che il Consiglio europeo di Siviglia adotti un piano d'azione ed inviti il Consiglio e il Parlamento europeo ad adottare con la massima celerità gli strumenti giuridici e di bilancio necessari alla sua attuazione.

Indice

1. Obiettivi

2. Impostazione

3. Le azioni

3.1 Misure di politica generale

3.1.1 Moderni servizi pubblici online

3.1.2. Un ambiente dinamico di e-business

3.1.3. Un'infrastruttura dell'informazione sicura

3.1.4. Banda larga

3.2. Elaborazione, analisi e diffusione della buona prassi

3.3. Analisi comparativa

3.4. Un meccanismo di coordinamento per le e-politiche

3.5. Finanziamento

4. Conclusioni

1. Obiettivi

Il Consiglio europeo di Barcellona ha invitato la Commissione ad elaborare un piano d'azione eEurope fondato su:

"la diffusione della disponibilità e dell'uso delle reti a banda larga in tutta l'Unione entro il 2005 e lo sviluppo del protocollo Internet Ipv6 .... la sicurezza delle reti e dell'informazione, eGovernment, eLearning, eHealth ed eBusiness" [2].

[2] Consiglio Europeo di Barcellona, Conclusioni della Presidenza, paragrafo 40 (http://ue.eu.int/en/Info/eurocouncil/index.htm).

Il presente piano d'azione subentra al piano d'azione eEurope 2002 approvato dal Consiglio europeo di Feira nel giugno 2000. eEurope 2002 fa parte della strategia di Lisbona intesa a fare dell'Europa, entro il 2010, l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo, migliorando il livello di occupazione e di coesione sociale. È stato successivamente integrato dall'iniziativa eEurope+ [3], lanciata dai paesi candidati all'adesione in risposta all'invito rivolto loro dal Consiglio europeo di adottare la strategia di Lisbona. Molti degli obiettivi di eEurope sono già stati realizzati mentre gli altri saranno ampiamente completati entro la fine dell'anno. [4]

[3] http://europa.eu.int/eeuropeplus

[4] Il testo integrale del piano d'azione eEurope 2002, gli altri documenti di riferimento e i risultati dell'analisi comparativa sono reperibili al seguente indirizzo web: http://europa.eu.int/eeurope

Per dar vita ad un'economia basata sulla conoscenza, eEurope 2002 incentrava la propria azione sull'aumento del numero di connessioni ad Internet in Europa. Per poter generare una crescita positiva è necessario che le connessioni ad Internet si traducano in attività economiche. È su questo aspetto che si fonderà eEurope 2005: stimolare i servizi, le applicazioni e i contenuti in grado di creare nuovi mercati, ridurre i costi e possibilmente accrescere la produttività di tutti i settori dell'economia. Lo sviluppo di contenuti, servizi ed applicazioni e l'installazione dell'infrastruttura di supporto sono compiti che spettano principalmente al mercato. Pertanto, il piano d'azione si concentrerà sulle aree in cui l'azione pubblica può costituire un valore aggiunto e contribuire a generare un ambiente favorevole all'investimento privato.

I rapidi progressi delle tecnologie digitali e il calo dei prezzi delle apparecchiature informatiche hanno consentito ad imprese e consumatori di dotarsi di strumenti più potenti. Gli investimenti nelle apparecchiature digitali hanno conosciuto una crescita costante negli anni '80 e '90, ma è solo con l'interconnessione tra computer e l'espansione del World Wide Web, alla metà degli anni '90, che la produttività è aumentata. Il contributo di Internet alla produttività e alla crescita, soprattutto in Europa, è quindi relativamente recente e possiamo pertanto attenderci risultati ben più significativi. Due progressi tecnologici recenti avranno un impatto significativo sullo sviluppo futuro di Internet: accesso multi-piattaforma/convergenza e connessione a banda larga [5].

[5] Non esiste una definizione di "banda larga" accettata universalmente, ma le sue caratteristiche principali sono l'alta velocità di trasmissione e la connessione permanente. Attualmente l'accesso a banda larga utilizza essenzialmente il doppino in rame della rete telefonica grazie alla tecnologia ADSL o la rete di TV via cavo mediante il modem cavo. L'accesso a banda larga è tuttavia possibile anche su nuove infrastrutture quali la fibra ottica, l'accesso fisso wireless, i sistemi mobili di terza generazione, le reti R-LAN che utilizzano bande di frequenza non soggette a licenza e i sistemi di comunicazione satellitari.

Sono ormai sempre più diffuse le nuove piattaforme di comunicazione che consentono un collegamento ad Internet senza computer. In particolare, la televisione digitale interattiva e i sistemi mobili di terza generazione (3G) rispondono a norme comuni ed offrono nuove possibilità di accesso multi-piattaforma ai servizi. Tali tecnologie possono fungere da soluzioni sostitutive o complementari. Lo stesso vale per le reti di supporto. Il Consiglio europeo di Barcellona ha sottolineato l'importanza delle piattaforme aperte ai fini della convergenza [6].

[6] Il Consiglio Europeo di Barcellona ha chiesto alla Commissione e agli Stati membri "di incentivare il ricorso a piattaforme aperte per garantire ai cittadini la libertà di scelta in materia di accesso alle applicazioni e ai servizi della società dell'informazione, segnatamente attraverso la televisione digitale, le comunicazioni mobili 3G, nonché ad altre piattaforme che potranno scaturire in futuro dalla convergenza tecnologica, e di persistere nell'impegno per l'introduzione delle comunicazioni mobili 3G" . Inoltre, esso ha invitato la Commissione a presentare "un'analisi globale degli ostacoli che ancora si frappongono alla realizzazione di un ampio accesso ai nuovi servizi e alle nuove applicazioni della società dell'informazione, attraverso piattaforme aperte in materia di televisione digitale e comunicazioni mobili 3G, alla piena diffusione delle comunicazioni mobili 3G,, allo sviluppo dell'e-commerce e e-government e al ruolo che potrebbero svolgere in tale contesto I sistemi nazionali di identificazione e di autenticazione elettronica" (paragrafo 41).

I collegamenti a banda larga aumentano in modo significativo la velocità di trasmissione dati tra computer, telefoni mobili, set-top box televisivi ed altri apparecchi digitali. Grazie ad essi, l'accesso ad Internet sarà di migliore qualità, più facile e pratico per l'utente e si potrà sfruttare appieno il potenziale delle applicazioni multimediali.

I servizi della nuova generazione si baseranno su questi dispositivi e, se sfruttate in modo ottimale, le tecnologie a banda larga permetteranno un uso più efficiente delle reti, aumentando pertanto il livello di produttività ed occupazione. Un accesso alle informazioni in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento garantirà maggiore efficienza. Tuttavia, l'incremento della produttività derivante da tale uso più efficiente sarà possibile solo modificando il nostro comportamento economico per sfruttare le nuove tecnologie, vale a dire adattando i processi commerciali, offrendo servizi pubblici online e rafforzando le competenze.

Per realizzare il potenziale delle tecnologie a banda larga è necessario che tutti abbiano la capacità e la possibilità di sfruttarne la ricchezza e i vantaggi (nei settori della sanità, dell'istruzione e del commercio, ad esempio). In altri termini, l'obiettivo del piano d'azione eEurope 2002 di realizzare una "società dell'informazione per tutti" continua ad essere valido per eEurope 2005. Anzi, promuovendo lo sviluppo di piattaforme di accesso alternative quali la TV digitale e i sistemi mobili 3G, il nuovo piano d'azione contribuirà ulteriormente alla cosiddetta "e-inclusion" o e-partecipazione, anche per le persone con esigenze particolari.

Man mano che le reti elettroniche e i computer diventano elementi essenziali dell'economia e della vita di tutti i giorni, la sicurezza assume un ruolo essenziale. Considerato il valore delle transazioni che vengono e che verranno effettuate online, le reti e i sistemi di informazione devono essere sicuri. La sicurezza è pertanto diventata un importante catalizzatore dell'e-business ed una condizione indispensabile per il rispetto della vita privata.

Anche l'internazionalizzazione della gestione di Internet sarà un fattore essenziale dello sviluppo armonioso del web e l'UE si adopererà attivamente in questo senso.

In sintesi le comunicazioni su banda larga, unite al processo di convergenza, produrranno vantaggi sia sul piano sociale che economico. Esse contribuiranno all'integrazione digitale, alla coesione sociale e alla diversità culturale. Potranno infatti migliorare e semplificare la vita di tutti i cittadini europei e cambiare il loro modo di interagire, non solo sul posto di lavoro, ma anche con gli amici, la famiglia, la comunità e le istituzioni, oltre che modificare il modo di funzionare delle imprese. È questo che chiedono gli utenti ed è questo il punto di partenza di eEurope 2005. Obiettivo del presente piano d'azione è stimolare l'offerta di servizi, applicazioni e contenuti sicuri basati su un'infrastruttura a banda larga.

2. Impostazione

La formula del piano d'azione eEurope 2002 ha riscosso un grande successo e ad essa si sono ispirate iniziative simili, non solo dei paesi candidati all'adesione, (eEurope+) ma anche dei paesi terzi. L'approccio metodologico basato i) sull'accelerazione dell'adozione delle nuove misure legislative, ii) sul riorientamento dei programmi di sostegno vigenti e iii) sulla chiara definizione degli obiettivi, unita ad un'analisi comparativa dei risultati, ha prodotto effetti molto positivi. Il nuovo piano d'azione si fonderà su questi successi continuando a fare di eEurope il simbolo della politica europea a favore dello sviluppo della società dell'informazione. Il piano d'azione deve tuttavia essere adattato in tre dei suoi elementi.

1. La tecnologia sta trasformando Internet ed aprendo nuove prospettive per servizi multimediali interattivi che possono funzionare solo ad altissime velocità di trasmissione. Gli investimenti nell'infrastruttura sono motivati dalla disponibilità di contenuti e servizi, mentre lo sviluppo di nuovi servizi e contenuti dipende dall'infrastruttura esistente. L'infrastruttura si aggiorna ed evolve con l'emergere di nuovi servizi ed applicazioni e viceversa. eEurope 2005 tenterà di stimolare un'interazione positiva tra l'aggiornamento dell'infrastruttura (tecnologie a banda larga e multi-piattaforma) e lo sviluppo di nuovi servizi.

2. Molte delle misure europee, nazionali e regionali a sostegno dell'economia della conoscenza sono già in atto. La maggior parte degli Stati membri attua piani d'azione a favore della società dell'informazione, molti dei quali ispirati a eEurope2002. Le azioni di eEurope 2005 devono pertanto spingersi oltre e differenziarsi in modo netto rispetto alle iniziative attuali. Devono inoltre essere conformi alle conclusioni del Consiglio di Barcellona [7] e alle discussioni del Consiglio informale "Telecomunicazioni" [8] di Vitoria.

[7] http://ue.eu.int/it/Info/eurocouncil/index.htm

[8] Risultati della riunione informale dei ministri delle Telecomunicazioni e della Società dell'Informazione, tenutasi a Vitoria nel febbraio 2002, http://www.ue2002.es/

3. Al momento in cui il presente piano d'azione giungerà al termine è probabile che alcuni dei paesi candidati all'adesione siano nel frattempo diventati Stati membri. Sarà una sfida, per tali paesi e per gli Stati membri attuali, realizzare gli obiettivi e dare attuazione alle azioni di eEurope 2005. eEurope 2005 dovrà pertanto prevedere meccanismi interni di flessibilità ed una revisione intermedia delle azioni per garantire una progressiva integrazione dei nuovi Stati membri.

Per soddisfare tali requisiti il piano d'azione eEurope si articola attorno a due categorie di azioni che si rafforzano a vicenda e costituiscono un circolo virtuoso. Appartengono alla prima categoria le azioni relative a servizi, applicazioni e contenuti per i servizi pubblici online e l'e-business, mentre la seconda categoria riguarda l'infrastruttura a banda larga e le questioni di sicurezza. Gli obiettivi di eEurope 2005 possono essere così riassunti:

Entro il 2005 l'Europa deve dotarsi di:

- moderni servizi pubblici online

e-government (amministrazioni),

servizi di e-learning (istruzione)

servizi di e-health (sanità)

- un ambiente dinamico di e-business;

e, come catalizzatori di tali sviluppi,

- ampia disponibilità di accesso a banda larga a prezzi concorrenziali

- infrastruttura di protezione dell'informazione

Il piano d'azione è strutturato attorno a quattro linee interdipendenti:

Innanzi tutto, misure di politica generale volte a riesaminare ed adattare la normativa nazionale ed europea; a rafforzare la concorrenza e l'interoperabilità; a sensibilizzare e a dimostrare l'impegno dei responsabili politici.

In secondo luogo, l'attuazione delle misure di politica generale potrà appoggiarsi sullo sviluppo, l'analisi e la diffusione di esempi di buona prassi. Saranno lanciati progetti per accelerare l'installazione di applicazioni ed infrastrutture d'avanguardia.

In terzo luogo, misure di politica generale saranno sorvegliate e riorientate mediante l'analisi comparativa dei progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi e delle politiche attuate a sostegno di tali obiettivi.

Il quarto strumento, infine, il coordinamento generale delle politiche esistenti, genererà una sinergia tra le varie azioni proposte. Un gruppo direttivo consentirà di ottenere una migliore visione globale dell'evoluzione delle azioni e garantirà un corretto scambio di informazioni tra i responsabili politici nazionali ed europei e il settore privato.

3. Le azioni

3.1 Misure di politica generale

3.1.1 Moderni servizi pubblici online

i) e-government (autorità pubbliche online)

Punto di partenza

Nell'ambito del piano d'azione eEurope 2002 gli Stati membri hanno deciso che, entro la fine del 2002, sarebbero stati messi in rete tutti i servizi fondamentali. Sono stati compiuti notevoli progressi al riguardo, ma molti servizi presentano ancora un livello limitato di interattività. Nel novembre 2001 la Commissione e la Presidenza belga hanno organizzato una conferenza sull'e-government, destinata ad individuare e disseminare gli esempi di buona prassi in questo campo. I ministri partecipanti hanno sottoscritto una dichiarazione [9] nella quale si evidenzia la necessità di approfondire lo scambio di esempi di buona prassi e di garantire che, nell'offerta di servizi pubblici online, si tenga conto di elementi quali la partecipazione e la sicurezza. Lo sviluppo di un accesso sicuro e senza soluzioni di continuità ai servizi di e-government dipende dalla disponibilità e dall'uso effettivo dei sistemi di autenticazione elettronica. L'iniziativa a favore dell'adozione delle smart card sarà portata avanti e potrà efficacemente servire a questo scopo e fornire uno strumento sicuro di supporto alla firma elettronica.

[9] http://europa.eu.int/information_society/eeurope/egovconf/index_en.htm

Il miglioramento dell'accessibilità dei siti pubblici per le persone disabili era uno degli obiettivi di eEurope 2002. Il Consiglio ha adottato, nell'ottobre 2001, una risoluzione sulla e-partecipazione [10] e, nel marzo 2002 [11], una seconda risoluzione in cui esorta gli Stati membri ad accelerare l'attuazione dell'iniziativa per l'accessibilità del web (Web Accessibility Initiative - WAI). [12] L'accesso ai servizi delle pubbliche autorità può essere facilitato offrendo contenuti multilingue e rendendoli disponibili su piattaforme diverse.

[10] GU C 292 del 18.10.2001.

[11] GU C 86 del 10.4.2002.

[12] http://www.w3.org/TR/WCAG10/

Esistono iniziative in materia di e-government a livello nazionale, regionale e locale. Tali azioni vengono integrate da azioni europee quali il programma IDA [13] a favore dell'interoperabilità delle operazioni di back office, della standardizzazione e della fornitura di servizi paneuropei, e il programma TSI (Tecnologie per la Società dell'Informazione) [14] che finanzia attività di ricerca. La Commissione sta inoltre preparando un'iniziativa sulla scia della comunicazione relativa alla costituzione di un quadro comunitario per la valorizzazione dell'informazione del settore pubblico [15]. In sede di Consiglio europeo di Barcellona, i capi di Stato e di governo hanno deciso di istituire un sito web unico di informazione sulla mobilità professionale in Europa. Questo sito e il portale dell'amministrazione UE elaborato nel quadro del programma IDA costituiranno punti di accesso multilingue a servizi ed informazioni online destinati ai cittadini e alle imprese e finalizzati a facilitare la mobilità transfrontaliera. Il portale IDA fungerà anche da banco di prova per le tecnologie multi-piattaforma. Saranno importanti, al riguardo, l'utilizzo e il perfezionamento di sistemi di traduzione automatica che coprano l'insieme della diversità linguistica degli utenti europei. Il Consiglio europeo di Barcellona ha inoltre invitato la Commissione ad esaminare in che misura i sistemi di autenticazione elettronica possano contribuire a rimuovere gli ostacoli allo sviluppo dell'e-government.

[13] Scambio di dati tra amministrazioni (http://europa.eu.int/ispo/ida)

[14] Tecnologie per la Società dell'informazione (www.cordis.lu/ist)

[15] COM(2001) 607 def. del 23.10.2001.

Azioni proposte

Collegamenti a banda larga. Gli Stati membri dovrebbero mirare a collegare tutte le amministrazioni pubbliche a reti a banda larga entro il 2005. Poiché i servizi a banda larga possono essere veicolati su diverse piattaforme tecnologiche, le autorità nazionali e regionali non devono privilegiare alcuna tecnologia al momento dell'acquisto delle connessioni (ricorrendo a gare d'appalto aperte, ad esempio).

Interoperabilità. Per la fine del 2003 la Commissione definirà una disciplina per la interoperabilità intesa a promuovere la fornitura di servizi paneuropei di e-government ai cittadini e alle imprese. Il documento affronterà la questione dei contenuti dell'informazione e raccomanderà alcune iniziative e specificazioni di natura tecnica per aggregare i sistemi informativi della Pubblica Amministrazione in tutta l'UE; si baserà su standard aperti e incoraggerà l'impiego di software libero (open software).

Servizi pubblici interattivi. Entro la fine del 2004, gli Stati membri devono provvedere affinché i servizi pubblici di base siano, se necessario, interattivi, accessibili a tutti e sfruttino le potenzialità della banda larga e dell'accesso multi-piattaforma. Sarà necessario a tal fine procedere alla ristrutturazione dei servizi di back-office [16], ristrutturazione sulla quale verteranno le attività in materia di buona prassi. Dovranno altresì essere risolte le questioni relative all'accesso da parte delle persone con esigenze particolari quali i disabili e gli anziani. La Commissione e gli Stati membri definiranno un elenco di servizi per i quali è auspicabile una totale interattività.

[16] Ristrutturazione dei processi amministrativi interni riguardanti, ad esempio, la raccolta e la gestione dei dati, lo scambio elettronico di informazioni e il coordinamento interagenzie.

Appalti pubblici. Entro la fine del 2005, gli Stati membri dovranno effettuare una percentuale significativa degli appalti pubblici secondo procedure elettroniche. L'esperienza del settore privato insegna che per ridurre i costi è più efficace integrare Internet nella gestione della catena dell'approvvigionamento, in particolare gli appalti elettronici. Il Consiglio e il Parlamento europeo dovrebbero adottare quanto prima possibile il pacchetto legislativo sugli appalti.

Punti di accesso pubblico a Internet. Tutti i cittadini devono poter usufruire facilmente di punti di accesso ad Internet nei loro comuni, preferibilmente con connessioni a banda larga. Gli Stati membri installeranno questi dispositivi ricorrendo, se necessario, al finanziamento dei fondi strutturali, o collaborando con il settore privato e/o non profit. La Commissione intende continuare a finanziare gli sviluppi tecnologici in questo campo nel quadro del programma di ricerca e la presentazione di esempi di buona prassi, nella misura del possibile, nel quadro delle attività di prosecuzione del programma PROMISE.

Cultura e turismo. La Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, aziende private e enti regionali, definirà servizi on-line finalizzati a promuovere l'Europa e offrire al pubblico un'informazione facilmente accessibili. Questi servizi dovrebbero essere disponibili nel 2005 e dovranno utilizzare interfacce interoperabili, comunicazioni a banda larga ed essere accessibili da tutti i terminali digitali.

ii) e-learning (apprendimento online)

Punto di partenza

Gli Stati membri hanno risposto in modo positivo agli obiettivi ambiziosi del piano d'azione eEurope 2002. La maggior parte delle scuole è ormai collegata e sono in corso attività volte ad offrire a scuole, insegnanti e studenti un accesso pratico ad Internet e adeguate risorse multimediali. Il Consiglio europeo di Barcellona ha fissato l'obiettivo di far sì che, entro la fine del 2003, vi siano 15 studenti per computer collegato ad Internet per fini educativi [17]. Le reti transeuropee che collegano le reti di ricerca e le reti di insegnamento nazionali sono state significativamente modernizzate, ma al momento il numero delle scuole collegate é limitato.

[17] Il Consiglio Europeo di Barcellona ha richiesto inoltre di sviluppare l'alfabetizzazione digitale generalizzando un brevetto informatico e Internet per gli allievi delle scuole secondarie e realizzare uno studio di fattibilità, al fine di individuare possibili opzioni per aiutare le scuole secondarie a stabilire o migliorare il collegamento Internet di gemellaggio con una scuola partner di un'altra località europea (paragrafo 44).

La Commissione ha partecipato al finanziamento di alcune di queste iniziative mediante il programma TSI, l'iniziativa eLearning ed altre azioni coordinate nell'ambito del piano d'azione eLearning. Le misure promosse dall'UE comprendevano il sostegno all'acquisto di materiale, cooperazione e scambio di buona prassi, formazione degli insegnanti, ricerca pedagogica e sviluppo di servizi e contenuti di apprendimento elettronico.

Azioni proposte

Collegamenti a banda larga. Entro la fine del 2005, gli Stati membri dovranno mirare a far sì che tutte le scuole e le università dispongano di un accesso a Internet per scopi didattici e di ricerca basato su connessioni a banda larga. Saranno collegati alle reti a banda larga anche i musei, le biblioteche, gli archivi e le altre istituzioni simili che svolgono un ruolo chiave in materia di apprendimento elettronico.

Programma eLearning. Entro la fine del 2002, la Commissione intende adottare un proposta relativa ad un programma specifico eLearning. Questo sarà incentrato sull'attuazione degli obiettivi del piano d'azione eLearning da un punto di vista didattico e coprirà il periodo 2004-2006. La Commissione pubblicherà inoltre un'analisi del mercato europeo dell'apprendimento elettronico in cui sarà esaminata anche l'offerta del settore privato. Sarà effettuato un esame della situazione del mercato e ne verranno analizzati gli aspetti giuridici, economici e sociali, al fine di individuare gli ostacoli allo sviluppo del mercato dell'e-learning in Europa e, ove necessario, proporre soluzioni per rimediarvi.

Campus virtuali per tutti gli studenti. Entro la fine del 2005, gli Stati membri, con l'ausilio dei programmi eLearning e eTEN [18], dovranno provvedere affinché tutte le università garantiscano a studenti e ricercatori un accesso online al fine di ottimizzare la qualità e l'efficienza dei processi e delle attività di apprendimento.

[18] Ex programma TEN-Telecom.

Sistema informatizzato di cooperazione università - ricerca. Entro la fine del 2003, la Commissione avvierà una serie di azioni di ricerca e di azioni pilota per la diffusione delle reti e delle piattaforme informatiche europee basate sulle tecnologie ad alto potenziale di calcolo e sulle tecnologie GRID [19]. Tali reti e piattaforme consentiranno di collaborare per risolvere problemi complessi e di avere un accesso virtuale e di condividere le risorse didattiche e la potenza di calcolo in tutta Europa.

[19] Sistema di calcolo distribuito su ampio raggio che si avvale di Internet per costruire infrastrutture di calcolo e di comunicazione distribuite.

Riqualificazione in prospettiva della società della conoscenza. Entro la fine del 2003, gli Stati membri, utilizzando se del caso fondi strutturali ed avvalendosi del sostegno della Commissione, dovranno avviare azioni destinate agli adulti (ad es. disoccupati, donne che si riaffacciano sul mercato del lavoro, ecc.) intese a fornire loro le competenze [20] essenziali necessarie per migliorare la loro "impiegabilità" e la loro qualità di vita in generale. Tali azioni si avvarranno delle possibilità offerte dall'e-learning.

[20] Per competenze essenziali si intendono le conoscenze informatiche di base (alfabetizzazione informatica) e competenze di livello superiore in materia di lavoro in gruppo, soluzione di problemi, gestione di progetti ecc.

iii) e-health (servizi sanitari online)

Punto di partenza

L'informazione svolge un ruolo sempre più importante a tutti i livelli della professione medica man mano che si generalizza l'uso di sofisticate apparecchiature mediche e di applicazioni informatiche. Nel contempo il bilancio della sanità è soggetto a maggiori richieste a causa dei progressi in campo medico e scientifico, dell'invecchiamento della popolazione e delle diverse attese dei pazienti. Le tecnologie digitali sono sempre più diffuse nella gestione sanitaria, sia per i singoli operatori sanitari, che a livello regionale o nazionale. Tali tecnologie consentono di ridurre le spese amministrative, di fornire servizi sanitari a distanza e di evitare l'inutile ripetizione di esami. I cittadini, inoltre, utilizzano sempre più spesso Internet per ottenere informazioni mediche. Alla luce della situazione è indispensabile che contenuti e servizi di e-health siano sviluppati in modo efficace e siano accessibili a tutti e che i siti web relativi alla sanità rispondano alle norme di qualità previste.

Da oltre 10 anni sono in corso attività di ricerca e sviluppo in materia di telematica medica, in particolare nel quadro del programma TSI. Tra i risultati vanno menzionate le reti regionali integrate di informazione sanitaria, i fascicoli medici elettronici standardizzati, i servizi affidabili ed efficienti di telemedicina (teleconsultazione e telemonitoraggio a domicilio) e i sistemi di gestione personale dello stato di salute. Va inoltre menzionata un'altra iniziativa importante, già in atto, che contribuirà alla realizzazione degli obiettivi di eEurope 2005. Si tratta del perfezionamento dell'applicazione della telematica nell'ambito del sistema comunitario di regolamentazione farmaceutica (ad es. EudraVigilance per la sicurezza dei farmaci, la base dati Europharm o le procedure elettroniche di scambio di informazioni tra le autorità di regolamentazione e l'industria), che dovrebbe produrre i primi risultati entro la fine del 2003. eEurope offre la possibilità di far confluire le varie azioni in una strategia unica per produrre risultati tangibili al termine del piano d'azione. I dati medici sono dati particolarmente sensibili e ogni iniziativa in questo campo deve presupporre la definizione di mezzi tecnici ed organizzativi che garantiscano che le informazioni mediche di una persona non siano accessibili a persone non autorizzate, non vengano divulgate o manomesse.

Azioni proposte

Tessera sanitaria elettronica. Sulla base dell'accordo raggiunto dal Consiglio europeo di Barcellona, in base al quale gli attuali moduli cartacei che consentono di beneficiare di un trattamento medico in uno Stato membro saranno sostituiti con una tessera di assicurazione sanitaria europea, la Commissione presenterà una proposta al Consiglio entro la primavera del 2003. La Commissione intende sostenere un approccio comune standardizzato in materia di identificazione del paziente e di architettura del fascicolo medico elettronico e favorirà lo scambio di buona prassi su eventuali funzionalità supplementari quali lo stoccaggio dei dati medici di emergenza e l'accesso protetto ai dati medici personali.

Reti di informazione sanitaria. Entro la fine del 2005, gli Stati membri dovranno costituire reti di informazione sanitaria tra i centri di cura (ospedali, laboratori, case di riposo) utilizzando, ove opportuno, connessioni a banda larga. Contemporaneamente, la Commissione intende costituire reti europee d'informazione sulla pubblica sanità e coordinare le iniziative europee di reazione rapida alle minacce per la salute.

Servizi sanitari online. La Commissione e gli Stati membri provvederanno affinché, entro la fine del 2005, i cittadini usufruiscano di servizi sanitari online (ad es. informazioni sull'igiene di vita, prevenzione delle malattie, fascicoli medici elettronici, teleconsultazione, rimborso elettronico). Alcuni servizi sanitari e di prevenzione (ad es. informazioni online sulla qualità dell'aria e dell'acqua) potrebbero essere estesi su scala transeuropea mediante il programma eTEN. La Commissione seguirà attentamente le iniziative degli Stati membri per rendere le informazioni mediche più accessibili al cittadino e le iniziative tese ad applicare criteri qualitativi per i siti web di carattere medico.

3.1.2. Un ambiente dinamico di e-business

Punto di partenza

Per e-business si intende sia il commercio elettronico (acquisto e vendita online), che la ristrutturazione dei processi commerciali per ottimizzare l'uso delle tecnologie digitali. Dalla pubblicazione della comunicazione sul commercio elettronico, nel 1997 [21], la Commissione ha elaborato una strategia articolata in questo campo e tra i risultati conseguiti vanno menzionati la rapida adozione di una serie di direttive [22] intese ad istituire un mercato interno dei servizi della società dell'informazione e di diverse iniziative non legislative finalizzate a promuovere l'autoregolamentazione, in particolare in materia di "fiducia elettronica" (e-confidence) e risoluzione delle controversie online [23], e il lancio dell'iniziativa 'Go Digital' destinata ad aiutare le piccole e medie imprese ad ottimizzare l'uso dell'e-business. Inoltre, è stato adeguato e semplificato il quadro fiscale del commercio elettronico, soprattutto grazie all'adozione della direttiva sulla fatturazione elettronica [24] nonché della direttiva e del regolamento sulle aliquote IVA dei servizi prestati per via elettronica [25].

[21] Un'iniziativa europea in materia commercio elettronico, COM(1997) 157 def. del 16.4.1997.

[22] Direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2000 sul commercio elettronico, GU L 178 del 17.7.2000; Direttiva 1999/93/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 1999, relativa ad un quadro comunitario per le firme elettroniche, GU L 13 del 19.1.2000; Direttiva 2001/29/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione GU L 167 del 22.6.2001; Direttiva 97/7/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 1997, riguardante la protezione dei consumatori in materia di contratti a distanza, GU L 144 del 4.6.1997.

[23] La Commissione ha istituito EEJ Net, una rete alternativa per la risoluzione delle controversie destinata ad utilizzare e promuovere meccanismi di risoluzione delle controversie transfrontaliere che si verificano nel territorio dell'UE tra consumatori e imprese.

[24] Direttiva 2001/115/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2001, GU L 15 del 17.1.2002.

[25] Regolamento (CE) n. 792/2002 del Consiglio del 7 maggio 2002, GU L 128 del 15.5.2002 e Direttiva 2002/38/CE del Consiglio, del 7 maggio 2002, GU L 128 del 15.5.2002.

La Commissione ha inoltre avviato una riflessione [26] sul futuro, la regolamentazione e l'applicazione della politica dei consumatori in cui evidenzia la necessità di abolire la distinzione tra mondo online e off-line e di impostare la nuova regolamentazione in modo tale che non sia ridondante o freni l'innovazione e le nuove tecnologie.

[26] Libro verde sulla tutela dei consumatori nell'Unione europea, COM(2001) 531 def. La comunicazione che segue è attualmente in preparazione.

Traendo spunto dalla relazione sulla competitività europea [27] e dalla comunicazione sulla e-economy [28], la Commissione collabora con gli Stati membri per sostenere l'e-business in Europa. Obiettivo di tali attività è promuovere l'adozione dell'e-business da parte delle imprese europee perché migliorino la loro competitività, produttività e crescita, realizzando investimenti nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nelle risorse umane (in particolare competenze digitali, i cosiddetti e-skills) e in nuovi modelli aziendali, garantendo nel contempo la tutela della vita privata. Il piano d'azione eEurope 2005 contribuirà alla realizzazione di questi obiettivi.

[27] Documento di lavoro dei servizi della Commissione: "European competitiveness report 2001", SEC(2001) 1705.

[28] Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Effetti dell'E-economia sulle imprese europee: analisi economica ed implicazioni politiche - COM(2001) 711 def. del 29.11.2001.

Azioni proposte

Legislazione. La Commissione e gli Stati membri procederanno di concerto alla revisione della legislazione pertinente allo scopo di individuare ed eliminare gli elementi che impediscono alle imprese di far uso dell'e-business. Tale riesame avrà in particolare lo scopo di estendere le regole flessibili che attualmente disciplinano il commercio elettronico all'offerta di prodotti e servizi off-line al fine di creare condizioni di parità tra modalità commerciali diverse (online e off-line). L'esercizio di revisione della legislazione sarà aperto a tutte le parti interessate ed avrà inizio con un vertice e-business che si terrà 2003, nell'ambito del quale esponenti di spicco delle imprese avranno la possibilità di illustrare le difficoltà a cui sono confrontati in materia di e-business.

PMI. Entro la fine del 2003, la Commissione intende istituire una rete europea di sostegno all'e-business alla quale faranno capo operatori del settore europei, nazionali e regionali al fine di rafforzare e coordinare le azioni di sostegno alle PMI in materia di e-business. La Commissione stimolerà i raggruppamenti geografici e settoriali di PMI che operano online per incoraggiare iniziative innovatrici in materia di e-business, per condividere esempi di buona prassi e per promuovere la definizione di linee guida e norme.

Competenze digitali (e-skills). Entro la fine del 2003, la Commissione e gli Stati membri pubblicheranno di concerto un'analisi della domanda e dell'offerta di e-skills in Europa. Commissione e Stati membri stimoleranno inoltre le partnership pubblico-privato e la cooperazione tra tutti i soggetti interessati, al fine di giungere ad una definizione europea delle competenze digitali.

Interoperabilità. Entro la fine del 2003, il settore privato dovrà aver sviluppato, con il concorso della Commissione e degli Stati membri, soluzioni di e-business interoperabili per le transazioni, la sicurezza, gli appalti e i pagamenti online. Si disporrà in tal modo di servizi che consentiranno di effettuare con semplicità operazioni transfrontaliere di e-business e di commercio elettronico sicure e senza soluzione di continuità.

Fiducia e riservatezza (Trust and confidence). Entro la fine del 2003, la Commissione esaminerà, di concerto con il settore privato, le associazioni dei consumatori e gli Stati membri, la possibilità di istituire un sistema europeo per la risoluzione delle controversie online. Per facilitare le transazioni elettroniche transfrontaliere da parte delle PMI la Commissione contribuirà inoltre alla costituzione di sistemi di informazione elettronici sulle questioni giuridiche. Infine, la Commissione collaborerà con i soggetti interessati ai requisiti dei marchi di fiducia in vista di elaborare una raccomandazione sulla fiducia dei consumatori nel commercio elettronico.

"impresa.eu". Entro la fine del 2003, la Commissione esaminerà la possibilità di offrire alle imprese europee funzionalità supplementari legate al nome di dominio ".eu" quali la "cyberidentità" certificata ed altre misure di sostegno (ad es. marchi di fiducia e un sistema di autenticazione).

3.1.3. Un'infrastruttura dell'informazione sicura

Punto di partenza

L'Unione europea ha già varato una strategia globale fondata sulle comunicazioni sulla sicurezza della rete [29], sulla criminalità informatica [30], sulla Direttiva vigente [31] e sulla futura Direttiva in materia di protezione dei dati nel settore delle comunicazioni elettroniche. L'approccio suggerito dalla Commissione è stato approvato ed ulteriormente approfondito mediante la Risoluzione del Consiglio del 28 gennaio 2002 [32] e la recente Proposta della Commissione relativa ad una decisione quadro del Consiglio relativa agli attacchi contro i sistemi di informazione [33].

[29] Sicurezza delle reti e sicurezza dell'informazione: proposta di un approccio strategico europeo, COM(2001) 298 del 6.6.2001.

[30] Creare una società dell'informazione sicura migliorando la sicurezza delle infrastrutture dell'informazione e mediante la lotta alla criminalità informatica, COM(2000) 890 del 22 gennaio 2001.

[31] Direttiva 97/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 dicembre 1997, sul trattamento dei dati personali e sulla tutela della vita privata nel settore delle telecomunicazioni, GU L 24 del 30.1.1998.

[32] http://register.consilium.eu.int/pdf/en/01/st15/15152en1.pdf

[33] http://europa.eu.int/comm/dgs/justice_home/index_it.htm , COM(2002) 173 def. del 19.4.2002.

La Risoluzione del 28 gennaio stabilisce che, entro la fine del 2002, debbano essere portate a termine una serie di iniziative (ad es. istituzione di una task force sulla sicurezza informatica, organizzazione di campagne di sensibilizzazione, promozione di esempi di buona prassi e miglioramento dei meccanismi di scambio delle informazioni). Si potranno in tal modo gettare le basi per un'infrastruttura sicura dell'informazione. Le attività volte alla creazione dell'infrastruttura necessaria per una smart card europea dovranno essere portate avanti e andrà intensificata l'installazione di applicazioni di questo tipo.

Le attività di ricerca comunitarie in materia di sicurezza proseguiranno nel contesto del Sesto Programma Quadro, attorno ad una serie di priorità quali l'affidabilità delle infrastrutture di rete e dell'informazione, rivolgendo particolare attenzione alle tecnologie emergenti (banda larga, architetture wireless, intelligenza ambiente); l'individuazione degli elementi vulnerabili dell'infrastruttura e l'interdipendenza tra infrastrutture diverse. Le attività di ricerca promuovono inoltre la normalizzazione delle tecnologie al fine di diffondere l'uso di standard aperti e di software open source. Esse devono tener conto anche del "fattore umano" nel campo della sicurezza e sviluppare norme di sicurezza di base e sistemi di facile uso.

Azioni proposte

Task force sulla sicurezza informatica. Tale task force dovrebbe essere operativa entro la metà del 2003. Sulla base di una proposta che la Commissione intende presentare nel 2002, il Parlamento europeo e il Consiglio potranno adottare la base giuridica necessaria in tempi rapidi, tenendo conto della dimensione trasversale "interpilastri" della sicurezza dell'informazione e delle reti. Gli Stati membri e il settore privato saranno chiamati a sostenere l'operato della task force che dovrebbe divenire un centro di competenza per le questioni relative alla sicurezza, ad esempio per definire, di concerto con gli Stati membri, le caratteristiche di un sistema europeo di allarme contro le aggressioni ai sistemi informatici, facilitare le discussioni tra i pilastri competenti e migliorare la cooperazione transfrontaliera.

'Cultura della sicurezza'. Entro la fine del 2005, dovrà essere definita una "cultura della sicurezza" per la progettazione e l'applicazione dei prodotti di informazione e comunicazione. Il settore privato sarà chiamato a sviluppare esempi di buona prassi e standard tecnici ed a promuoverne l'applicazione coerente. La Commissione intende dal canto suo finanziare una serie di progetti in questo campo e si adopererà per sensibilizzare gli utenti in merito ai rischi in materia di sicurezza. Alla fine del 2003 sarà pubblicata una relazione intermedia sullo svolgimento di tali attività mentre la relazione finale di valutazione è prevista per il 2005.

Sicurezza delle comunicazioni tra servizi pubblici. Entro la fine del 2003, la Commissione e gli Stati membri esamineranno la possibilità di istituire un ambiente protetto per lo scambio di informazioni riservate tra autorità pubbliche.

3.1.4. Banda larga

Punto di partenza

Le pubbliche autorità di tutto il mondo sono sempre più consapevoli del fatto che l'accesso a banda larga sarà indispensabile ai fini dello sviluppo economico dei loro paesi. Un'ampia disponibilità di connessioni a banda larga avrebbe una notevole influenza sull'economia e diversi Stati membri cominciano a riesaminare le modalità di sviluppo di questa tecnologia a livello nazionale. L'obiettivo comune è accelerarne la diffusione. Il Consiglio europeo di Barcellona ha del resto riconosciuto l'importanza della "diffusione della disponibilità e dell'uso delle reti a banda larga in tutta l'Unione entro il 2005". Le misure proposte nel presente piano d'azione corrispondono a tale priorità.

Gli investimenti in materia di banda larga saranno principalmente privati. Negli indirizzi di massima del 2002 per le politiche economiche la Commissione ha raccomandato che gli Stati membri instaurino "una concorrenza effettiva nelle reti locali di telecomunicazioni (accesso disaggregato alla rete locale) al fine di accelerare la realizzazione della rete europea a banda larga". La concorrenza dovrebbe stimolare investimenti e innovazione e portare ad una diminuzione dei prezzi. L'azione pubblica dovrebbe pertanto incentrarsi su quei settori in cui la concorrenza non è ancora effettiva o in cui gli obiettivi politici non sono ancora stati del tutto raggiunti, come ad esempio la copertura del territorio quale condizione per garantire la coesione sociale.

Il nuovo quadro normativo per le comunicazioni elettroniche, che sarà applicato in tutti gli Stati membri dal luglio 2003, tiene pienamente conto della dimensione di convergenza delle connessioni a banda larga. La nuova normativa prevede del resto, esplicitamente, che le autorità di regolamentazione incoraggino efficaci investimenti nell'infrastruttura (da parte dei nuovi operatori e degli operatori storici) e promuovano l'innovazione. Ciò implica che gli investitori ottengano una remunerazione del capitale investito commisurata al rischio e che le incertezze in merito alla regolamentazione siano ridotte al minimo.

Nel contesto più ampio del progetto di Spazio europeo della ricerca, la Commissione contribuisce al pieno sfruttamento delle reti a banda larga da parte della comunità dei ricercatori. Queste attività si protrarranno anche nell'ambito del Sesto programma quadro mediante i nuovi strumenti prioritari delle reti di eccellenza e dei progetti integrati. Più precisamente, saranno finanziate le attività riguardanti l'aggiornamento e il potenziamento tecnologico delle reti di accesso in fibra ottica, i servizi mobili wireless a banda larga (oltre la terza generazione), i sistemi di accesso satellitari a banda larga (tenendo conto anche delle esigenze del sistema Galileo), la convergenza delle reti fisse e mobili, compresa la transizione verso il protocollo Internet di nuova generazione (Ipv6), le questioni relative alla sicurezza e alla riservatezza (wireless, sistemi a connessione permanente), ecc. La Commissione ha già delineato le misure necessarie per la transizione verso la nuova generazione di Internet nella Comunicazione relativa al protocollo Ipv6 [34] ("Internet della prossima generazione - priorità d'azione nella migrazione verso il nuovo protocollo Internet IPv6") e le raccomandazioni che vi figurano dovrebbero essere seguite.

[34] COM(2002) 96 def. del 21.2.2002.

La strategia in materia di banda larga sarà di difficile attuazione, in quanto tributaria di altre politiche quali la pianificazione urbana e l'assetto del territorio, la politica della ricerca, la politica fiscale e la regolamentazione. Si tratta di politiche attuate a tutti i livelli (internazionale, europeo, nazionale, regionale e locale) da soggetti diversi del settore privato e pubblico. La Commissione approfondirà l'analisi delle opzioni politiche e degli ostacoli alla diffusione della banda larga, nella prospettiva di allargare l'accesso ai nuovi servizi mediante piattaforme aperte della televisione digitale e delle comunicazioni mobili di terza generazione, conformemente alla richiesta espressa dal Consiglio Europeo di Barcellona.

Azioni proposte

Spettro radio. La Commissione si avvarrà del nuovo quadro normativo sullo spettro radio per garantire la disponibilità e l'uso efficiente delle radiofrequenze per i servizi wireless a banda larga (ad es. W-LAN) e per collaborare con gli Stati membri, ai fini dell'introduzione di tali servizi. La Commissione avvierà una riflessione sui nuovi metodi di definizione del valore dello spettro e sullo scambio di diritti di radiofrequenze.

Accesso a banda larga nelle regioni svantaggiate. Gli Stati membri e la Commissione sosterranno di concerto, laddove opportuno, l'installazione dei servizi a banda larga nelle regioni svantaggiate ricorrendo, se possibile, ai fondi strutturali e/o ad altri incentivi finanziari (nel rispetto nelle norme sulla concorrenza). Particolare attenzione sarà dedicata alle regioni ultraperiferiche.

Eliminare gli ostacoli alla diffusione della banda larga. Gli Stati membri devono facilitare l'accesso a diritti di passaggio, piloni e condotti al fine di semplificare gli investimenti, ad esempio abolendo gli ostacoli di tipo legislativo. La Commissione sosterrà tali attività incoraggiando ed organizzando scambi di esperienze a livello locale e regionale e favorendo partnership pubblico-privato.

Contenuti multi-piattaforma. Le autorità pubbliche degli Stati membri e gli operatori privati dovrebbero offrire contenuti su piattaforme tecnologiche diverse (televisione interattiva digitale, servizi mobili 3G, ecc.). La Commissione intende finanziare progetti di dimostrazione e di ricerca in questo campo ed individuare gli ostacoli di tipo normativo all'uso della televisione digitale per i servizi interattivi [35].

[35] Come richiesto dal Consiglio Europeo di Barcellona.

Migrazione verso il digitale. Per accelerare il passaggio alla televisione digitale gli Stati membri dovranno creare condizioni di trasparenza in merito al tipo di migrazione prevista. Essi sono tenuti a rendere pubbliche, entro la fine del 2003, le condizioni previste per l'eventuale migrazione con la relativa tabella di marcia, corredata di una valutazione delle condizioni del mercato e possibilmente di una data limite per cessazione della telediffusione analogica terrestre in modo tale da consentire il recupero e la riassegnazione delle radiofrequenze. I programmi nazionali di migrazione devono inoltre permettere di dimostrare che l'approccio alla TV digitale è indipendente dalle piattaforme tecnologiche e tiene conto dei sistemi di trasmissione concorrenti (soprattutto TV via satellite, via cavo e terrestre).

3.2. Elaborazione, analisi e diffusione della buona prassi

In tutti i settori che rientrano nel campo di applicazione del piano d'azione eEurope 2005 vengono sviluppate applicazioni commerciali e pubbliche, messi in atto programmi di sostegno e vengono collaudate applicazioni sperimentali. Si tratta di attività che costituiscono una ricca fonte di conoscenza e di perizia. I progressi sono rapidi ma irregolari e può succedere, ad esempio, che un'amministrazione o una scuola tenti di sviluppare o utilizzare un'applicazione già in servizio altrove o per la quale esiste già una valida soluzione commerciale.

Il piano d'azione eEurope 2005 mira a far tesoro di queste esperienze. Non si limiterà ad individuare e sfruttare gli esempi di buona prassi, ma li farà ulteriormente evolvere per farne esempi "vetrina" utili ai fini della realizzazione degli obiettivi di eEurope. Gli esempi di buona prassi saranno pertanto attività complementari alle azioni di tipo politico. Si prevede al riguardo un approccio in tre fasi:

i. Individuare e selezionare gli esempi di buona prassi

La Commissione individuerà, in stretta collaborazione con gli Stati membri, i paesi candidati e il settore privato, esempi di buona prassi di tutto il mondo. Si tratterà in particolare di esempi pratici ed operativi del settore privato e di applicazioni commerciali nei settori coperti dal piano d'azione.

ii. Ove opportuno, potenziare gli esempi di buona prassi selezionati per ampliarne l'applicabilità ed analizzare le loro caratteristiche per definire modelli o linee direttrici di buona prassi

Gli esempi pertinenti vedrebbero il loro campo di applicazione ampliato (ad es. passare da applicativi a piattaforma unica ad applicativi multi-piattaforma o aumentare il numero di utenti) o integrato con nuovi sviluppi (ad es. maggiore funzionalità o interazione multilingue). Le attività di dimostrazione e valutazione di tali progetti saranno potenziate in modo da rendere possibile un'analisi approfondita dei loro risultati.

L'analisi degli esempi di buona prassi deve tradursi nell'elaborazione di modelli o linee guida che proporranno metodi consolidati e documentati per applicazioni di servizi elettronici già ben collaudate. I modelli o linee guida avranno carattere modulare, saranno adattabili in funzione del tipo di utente e consisteranno di norma in una metodologia corredata di una serie di strumenti e di software di tipo open source. Si potrà in tal modo condurre una valutazione critica dei fattori di successo e degli insegnamenti tratti dalle esperienze negative che convergerà verso il trasferimento e la diffusione di esempi di buona prassi in tutta Europa e in particolare nelle regioni svantaggiate.

iii. Diffondere gli esempi di buona prassi e i risultati dell'analisi dei progetti

Per provvedere alla diffusione degli esempi di buona prassi la Commissione e le successive presidenze del Consiglio organizzeranno campagne promozionali negli Stati membri e nei paesi candidati. Tali iniziative faranno uso dei seguenti meccanismi:

* Conferenze/workshop: La conferenza sull'e-government e gli esempi di buona prassi che vi sono stati presentati costituiscono un modello positivo dal punto di vista delle esperienze acquisite e scambiate. Nel primo semestre 2003 è prevista una conferenza e-health improntata allo stesso approccio, mentre sotto presidenza italiana saranno organizzate una conferenza e-learning ed una seconda conferenza e-government. Le conferenze sono destinate ai responsabili politici e parallelamente ad esse saranno organizzati workshop specializzati a cui prenderanno parte i soggetti interessati alle diverse strategie. Nel quadro di tali attività saranno esaminati in modo approfondito gli esempi di buona prassi, i modelli e le linee guida.

* Reti di supporto: I risultati saranno diffusi sulle reti commerciali, accademiche, di ricerca e le reti di utenti - ad es. le reti di supporto e-business per le PMI o la rete European School Net - e su altri canali dello stesso tipo a livello europeo, nazionale e regionale. Si cercheranno reti analoghe per gli operatori di tutti i settori rientranti nel campo d'applicazione di eEurope. Particolare attenzione sarà rivolta alla dimensione regionale e locale di tali attività, in particolare mantenendo un dialogo aperto con reti quali TeleCities, Eris@ e Elanet. I nuovi programmi d'azione innovativi nel quadro del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) offrono alle regioni, soprattutto alle regioni più svantaggiate e a quelle in fase di riconversione, la possibilità di collaudare strumenti innovativi e di scambiare esempi di buona prassi, in materia di servizi elettronici regionali. Tali attività contribuiscono in modo positivo alle strategie di sviluppo regionale e svolgono pertanto un ruolo importante nell'ambito del piano d'azione eEurope 2005.

* Un sito web: Verrà predisposto un nuovo sito web che conterrà i collegamenti ai modelli e alle linee guida in materia di buona prassi, gli strumenti necessari al loro uso ed appositi meccanismi di feedback.

3.3. Analisi comparativa

L'analisi comparativa del piano d'azione eEurope è articolata in tre fasi:

i. Definizione degli indicatori

Nell'ambito di eEurope 2002 sono stati utilizzati 23 indicatori. Il loro scopo è evidenziare i risultati, ossia gli obiettivi finali dell'azione, e non l'azione in quanto tale (ad es. conoscere la percentuale di famiglie collegate ad Internet piuttosto che misurare l'effettiva disaggregazione del local loop). L'esercizio di analisi comparativa è finalizzato ad elaborare l'azione politica ed è pertanto indispensabile ottenere un'approvazione degli indicatori a livello politico [36]. Gli indicatori disponibili dovranno essere aggiornati per il piano d'azione eEurope 2005, in modo da tener conto dei nuovi obiettivi politici. Dal 2004 in poi, ossia una volta completata l'iniziativa eEurope+, il nuovo elenco di indicatori fungerà da base di lavoro anche per i paesi candidati all'adesione. Ove opportuno saranno definiti appositi indicatori regionali.

[36] Gli indicatori sono stati approvati dal Consiglio "Mercato interno", novembre 2000 (13493/00 ECO 338).

ii. Misure e analisi

Le statistiche relative ad Internet sono rapidamente obsolete e, per essere rilevanti sotto il profilo politico, le misure degli indicatori devono essere rapidamente disponibili. È pertanto indispensabile trovare un compromesso accettabile tra rapidità e qualità dei dati. Ai fini di un più alto livello qualitativo la misura degli indicatori di eEurope 2005 deve basarsi maggiormente sulle statistiche ufficiali provenienti dagli uffici statistici nazionali e da Eurostat. Affinché i dati siano acquisiti in modo regolare e comparabile negli Stati membri è necessario approntare una base giuridica per le statistiche relative alla società dell'informazione. La Commissione presenterà una proposta al riguardo entro la fine del 2002.

L'analisi dei fattori alla base del valore di ogni indicatore è un elemento determinante per poter impiegare i dati ai fini della definizione dell'azione politica. La prima analisi degli indicatori di eEurope 2002 figura nella relazione della Commissione sull'esercizio di analisi comparativa [37]. Per consentire agli Stati membri di realizzare le loro proprie analisi i risultati vengono regolarmente aggiornati sul sito web eEurope [38]. La Commissione e gli Stati membri incoraggeranno lo sviluppo di analisi comparative a livello regionale, in particolare nelle regioni più svantaggiate, in relazione alla definizione di strategie nazionali e regionali in materia di società dell'informazione.

[37] Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Analisi comparativa dei progressi dell'iniziativa eEurope, COM(2002) 62 def., http://europa.eu.int/information_society/eeurope/news_library/documents/index_en.htm

[38] http://europa.eu.int/eeurope

iii. Definizione dell'azione politica

L'importanza dell'analisi comparativa ai fini della definizione dell'azione politica è posta in evidenza nella comunicazione della Commissione per il Consiglio europeo tenutosi in primavera [39] e nella relazione sull'analisi comparativa, due documenti che hanno dato l'impulso necessario alla definizione del piano d'azione eEurope 2005.

[39] "La strategia di Lisbona - Produrre il cambiamento", COM(2002) 14 e il documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC(2002) 29 del 15.1.2002.

L'esercizio di analisi comparativa può risultare ancora più efficace se accompagnato da uno scambio di buona prassi in materia di azione politica. A tal fine, la Commissione esaminerà i risultati di tale esercizio per individuare pertinenti esempi di buona prassi, in particolare le politiche regionali degli Stati membri e di altri paesi che hanno prodotto i migliori risultati per i vari indicatori.

Azioni proposte

Entro la fine del 2002, il Consiglio adotterà, sulla base di una proposta della Commissione, un elenco di indicatori ed una metodologia per l'esercizio di analisi comparativa.

Per l'inizio del 2003, la Commissione pubblicherà una valutazione del piano d'azione eEurope 2002, fondata sulla relazione relativa alla prima analisi comparativa, che fornirà la base analitica necessaria per valutare i progressi compiuti nell'ambito di eEurope 2005.

La Commissione procederà all'analisi comparativa, pubblicherà una relazione intermedia all'inizio del 2004 ed aggiornerà regolarmente i dati analitici sul sito web eEurope.

3.4. Un meccanismo di coordinamento per le e-politiche

Negli ultimi anni sono state varate numerose iniziative, sia per venire incontro direttamente alle esigenze della e-economy, sia per costituire una "dimensione elettronica" all'interno delle politiche esistenti. A livello europeo, possono essere citati esempi quali la politica regionale (sostegno a eEurope nell'ambito dei fondi strutturali [40]), la politica per lo sviluppo (iniziativa "dotforce" del G8), la politica per l'istruzione (e-learning), la politica per l'occupazione e l'inserimento sociale (orientamenti per l'occupazione), la politica commerciale (commercio elettronico nell'ambito dell'OMC) e il piano d'azione eEurope+. Anche a livello nazionale sono state avviate numerose iniziative in materia di e-economy. Non sempre le misure nazionali vengono correttamente comunicate a livello europeo. Una migliore visione d'insieme ed uno scambio di informazioni tra i soggetti interessati garantirebbero una maggiore efficacia delle e-politiche.

[40] Una parte significativa dei fondi strutturali (6 miliardi di euro ca.) è stata destinata alla società dell'informazione per il periodo 2000-2006, soprattutto per azioni di miglioramento dell'alfabetizzazione digitale, modernizzazione dei servizi pubblici, promozione dell'e-business e aggiornamento dell'infrastruttura digitale.

A tal fine andrebbe istituito un Gruppo direttivo eEurope, presieduto dalla Commissione, composto di rappresentanti degli Stati membri e dei paesi candidati all'adesione, di membri del Parlamento europeo e, laddove necessario, di esponenti del settore privato e delle associazioni di consumatori, e finanziato dal programma di prosecuzione di PROMISE. Tale gruppo direttivo avrebbe il compito di sorvegliare i progressi del piano d'azione eEurope al fine di migliorare l'attuazione di eEurope 2005. Fungerebbe inoltre da centro di scambio di esperienze, consentirebbe la partecipazione del settore privato e garantirebbe una precoce partecipazione da parte dei paesi candidati. Il gruppo dovrebbe di norma riunirsi due volte l'anno e contare sulla partecipazione di esponenti di livello esecutivo in modo da poter tenere discussioni di tipo strategico.

3.5 Finanziamento

Il piano d'azione si prefigge obiettivi ambiziosi e prevede azioni che richiederanno notevoli risorse. La copertura finanziaria sarà assicurata, laddove necessario, mediante un riorientamento dei programmi esistenti. Per finanziare progetti ed azioni a livello europeo, la Commissione ricorrerà ai programmi eTEN e IDA. Entrambi vengono attualmente riorientati per tener conto degli obiettivi di eEurope. In particolare, il regolamento finanziario del programma eTEN andrà adeguato per rendere tale programma uno strumento utile alla realizzazione degli obiettivi eEurope.

Nella misura del possibile la Commissione si avvarrà delle risorse del programma eContent, del programma di prosecuzione di PROMISE [41], del programma pluriennale a favore delle imprese e dell'imprenditorialità, nonché delle linee di bilancio per la normalizzazione, il mercato interno e la competitività industriale. Anche il futuro programma eLearning finanzierà attività legate a eEurope. L'impiego dei fondi di tali programmi avverrà conformemente alla loro base giuridica.

[41] Programma pluriennale di sostegno per la promozione della società dell'informazione in Europa. (http://europa.eu.int/ISPO/promotion/i_promise.html).

I progetti finanziati dal programma TSI hanno avuto una rilevanza diretta per il piano d'azione eEurope 2002 e si prevede che nell'ambito della nuova priorità TSI del Sesto Programma Quadro continueranno ad essere finanziati progetti di ricerca e di dimostrazione in questo campo che contribuiranno, seppur in modo perlopiù indiretto, alla realizzazione degli obiettivi eEurope.

Azioni proposte

Entro la fine del 2002, il Consiglio e il Parlamento europeo dovrebbero portare, sulla base di una proposta della Commissione, il limite di finanziamento della fase di attuazione dei progetti eTEN dal 10 al 30% lasciando impregiudicato il finanziamento degli altri programmi RTE.

Entro la fine del 2002, il Consiglio e il Parlamento europeo dovrebbero adottare una proposta destinata a riorientare il programma IDA per tener conto degli obiettivi eEurope.

Entro la fine del 2002, il Consiglio dovrebbe adottare, sulla base di una proposta della Commissione e tenendo conto del parere del Parlamento europeo, un programma di prosecuzione di PROMISE nonché la base giuridica della task force sulla sicurezza informatica.

Entro la fine del 2002, la Commissione intende adottare un proposta relativa ad un programma specifico eLearning

Entro la fine del 2002, la Commissione valuterà la necessità di adattare il secondo programma di lavoro eContent alla luce degli obiettivi eEurope e, se necessario, presenterà una proposta al riguardo.

Entro la fine del 2003, la Commissione presenterà una proposta relativa alla prosecuzione del programma eContent.

4. Conclusioni

Il presente piano d'azione propone agli Stati membri di assumere una serie di impegni ambiziosi. Invita inoltre il settore privato a collaborare con la Commissione e gli Stati membri per realizzare gli obiettivi di eEurope. Illustra le iniziative che la Commissione avvierà o è pronta ad avviare. In termini generali, il piano d'azione traccia il quadro per un approccio coordinato alle politiche europee in materia di società dell'informazione. Il ruolo chiave di eEurope nell'ambito della strategia di Lisbona è stato confermato e, se coronato da successo, il presente piano d'azione eserciterà un impatto significativo sulla crescita, la produttività, l'occupazione e la coesione sociale in Europa.

L'esperienza acquisita con il piano d'azione eEurope 2002 insegna che è utile procedere ad un riesame delle iniziative prima dello scadere del piano d'azione. Ciò risulta particolarmente importante alla luce del fatto che nel corso di eEurope 2005 saranno probabilmente integrati nuovi Stati membri. Si propone pertanto che venga realizzata una relazione intermedia che potrebbe coincidere con la relazione intermedia sull'analisi comparativa e che verrebbe presentata in preparazione della riunione del Consiglio europeo della primavera 2004.

Si prevede che il Consiglio europeo di Siviglia adotti un piano d'azione ed inviti il Consiglio e il Parlamento europeo ad adottare con la massima celerità gli strumenti giuridici e di bilancio necessari alla sua attuazione.