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Parere del Comitato economico e sociale in merito:alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla prevenzione della criminalità nell'Unione europea — Documento di riflessione sugli orientamenti comuni e proposte a favore di un sostegno finanziario comunitario, ealla Proposta di decisione del Consiglio che istituisce un programma di incentivazione, di scambi, di formazione e di cooperazione nel settore della prevenzione della criminalità (Hippokrates)

Gazzetta ufficiale n. C 221 del 07/08/2001 pag. 0103 - 0105


Parere del Comitato economico e sociale in merito:

- alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla prevenzione della criminalità nell'Unione europea - Documento di riflessione sugli orientamenti comuni e proposte a favore di un sostegno finanziario comunitario", e

- alla "Proposta di decisione del Consiglio che istituisce un programma di incentivazione, di scambi, di formazione e di cooperazione nel settore della prevenzione della criminalità (Hippokrates)"

(2001/C 221/17)

Il 29 novembre 2000 la Commissione europea ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale in merito alle proposte di cui sopra.

La Sezione "Occupazione, affari sociali e cittadinanza", incaricata di elaborare i lavori del Comitato in materia, ha adottato il proprio parere il 2 maggio 2001 (relatore unico: Burnel).

Il Comitato economico e sociale ha adottato il 30 maggio 2001, nel corso della 382a sessione plenaria, con 111 voti favorevoli e un'astensione, il seguente parere.

I. INTRODUZIONE

1. La criminalità aumenta nell'Unione europea e in tutto il mondo, visto che si tratta di un male facilmente e rapidamente esportabile. Alcune aree geografiche si rivelano basi favorevoli e si prestano particolarmente bene.

2. Tutti gli stati e le istituzioni europee hanno quindi l'impellente dovere di affrontare la criminalità alla radice e in tutte le sue manifestazioni. Affermare che la criminalità sia un problema di società non spiegherebbe e non scuserebbe nulla.

3. Oggi viene chiesto al CES un parere sulla "Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento sulla prevenzione della criminalità nell'Unione europea: riflessione sugli orientamenti comuni e proposte a favore di un sostegno finanziario comunitario".

4. In questa materia la prevenzione è il primo passo di una politica e di un'azione che devono essere globali. È per questo motivo che la risposta del CES è più ampia, anche se non pretende di essere esaustiva. Esso si è già espresso sull'argomento, per es., a proposito delle varie forme di sfruttamento criminale dei bambini, delle donne, degli immigrati ... e, più in generale, dei gruppi a rischio e vulnerabili.

5. In primissimo luogo, il CES desidera che i responsabili delle decisioni, soprattutto delle decisioni politiche, chiariscano la loro filosofia in merito alla protezione ed alla promozione dei valori e alla definizione delle azioni e degli strumenti che richiede il rispetto di qualsiasi essere umano.

6. L'ampliamento dell'Unione europea farà aumentare la lunghezza dei suoi confini terrestri e marittimi, per cui sarebbe auspicabile che i paesi candidati fossero associati alle preoccupazioni e alle azioni della Comunità.

L'UE deve riflettere e agire, in collegamento con il Consiglio d'Europa e con le Nazioni Unite, in particolare nella lotta alla criminalità organizzata che utilizza efficacemente le più moderne tecnologie, per es., in materia di comunicazione, di produzione di droghe, di spionaggio ...

II. OSSERVAZIONI

1. La Commissione fonda il concetto di criminalità su una definizione allargata che va oltre gli atti considerati come delitti dai vari diritti nazionali.

1.1. Se al vertice della piramide dei crimini poniamo il delitto si deve constatare che esso poggia su vari strati che vanno, in ordine crescente, dagli atti di assenza di senso civico, in apparenza banali, fino agli atti mafiosi e alla grande delinquenza, passando per tutte le gradazioni della delinquenza individuale e collettiva.

1.2. Il CES concorda con l'interpretazione ampia fornita dalla Commissione perché qualsiasi azione criminosa non combattuta alla radice può sfociare su mali sempre più gravi per un semplice fenomeno di concatenazione e di esemplarità: "Ruba uno, ruberai cento", dice un proverbio.

2. La lotta alla criminalità ha come obiettivo la sicurezza e la vita delle persone fisiche e morali, la protezione dei beni personali e collettivi privati e pubblici e il ripristino dei diritti negati alle vittime.

3. Quest'azione si compone di quattro tipi di intervento collegati fra di loro:

3.1. la prevenzione;

3.2. la repressione di polizia e la sanzione giudiziaria, esercitate nel rispetto del diritto;

3.3. la riparazione del danno e l'accompagnamento delle vittime;

3.4. il reinserimento sociale degli autori degli atti criminosi durante e dopo l'esecuzione della pena.

4. La Commissione ha scelto opportunamente di chiamare il proprio programma "Ippocrate" dal nome di colui che è considerato l'inventore della medicina preventiva: "meglio prevenire che guarire." Un principio logico che dovrebbe valere per ogni situazione d'ingiustizia.

4.1. Essa privilegia un duplice obiettivo:

- mettere in guardia i cittadini;

- spronarli ad agire per la buona riuscita delle politiche pubbliche di protezione delle persone e dei beni pubblici e privati.

4.2. L'appello lanciato alla partecipazione dei cittadini ed ai responsabili politici, economici, sociali e culturali sarà ascoltato se saranno rispettate due condizioni principali:

4.2.1. I cittadini devono sentire che la partecipazione che viene loro chiesta è possibile, cioè realistica, e che essa produrrà risultati concreti e misurabili. La prevenzione non è riservata solo agli specialisti, per quanto indispensabili possano essere. Essa rientra in tutto e per tutto nel cuore del senso civico.

4.2.2. Una politica di prevenzione deve essere globale, cioè attaccare le radici del male, le radici profonde e le cause più visibili e mobilitare tutti gli attori della società. In tal modo le politiche di urbanistica, di lotta contro la povertà, la disoccupazione e l'esclusione, di istruzione, di protezione e di azioni sociali, di informazione ... sono parte della prevenzione. A titolo di esempio, è la povertà che bisogna combattere affrontandone cause ed effetti e non designare le persone e le famiglie povere come responsabili della loro situazione. Chi vorrebbe vivere in miseria?

4.2.3. Un riferimento speciale va fatto all'istruzione: dominio dei mezzi di riflessione e di comunicazione attraverso la pratica dei vari modi di linguaggio (parlare, leggere, scrivere, contare ...); controllo del proprio comportamento; formazione morale e civica ... Donde la necessità di formare gli insegnanti nei rapporti con gli altri (allievi e genitori) e creare attorno agli istituti scolastici impianti e luoghi di vita educativi. Raramente la strada è una buona scuola.

4.3. In quanto sede istituzionale d'incontro e di dibattito della società civile organizzata il CES è per sua stessa natura attento alla qualità delle vita e, di conseguenza, a tutte le perturbazioni causate dalla privazione dei diritti fondamentali: diritto alla sicurezza, alla dignità, al lavoro, alla protezione della salute e sociale, all'istruzione e alla formazione, a vivere in famiglia ...

4.4. Si deve constatare che la crescita della criminalità, in numero di atti e in gravità, e la qualità della sua organizzazione si sviluppano troppo spesso ad un ritmo più veloce di quello dei mezzi messi a disposizione per la sua prevenzione e repressione. Questa è, in ogni caso, l'impressione prevalente nella gente.

4.4.1. I poteri pubblici hanno quindi un'enorme azione pedagogica da svolgere nei confronti dei cittadini e dei mezzi di comunicazione.

4.4.2. I mezzi di cui dispone Europol sono assolutamente insufficienti (35 milioni di EURO nel 2001, + 29 % rispetto al 2000). Osservazioni dello stesso tipo si potrebbero fare nei nostri Stati, ad esempio per lottare contro la criminalità transfrontaliera (frontiere terrestri e marittime). Il crimine è un male che si esporta sempre più facilmente e rapidamente. Più si ritarderà la lotta attiva contro questo fatto, più forti saranno i suoi effetti.

4.4.3. Mentre la parola d'ordine dovrebbe essere cooperazione, con la messa al bando di ogni sorta di concorrenza, si avvertono dei segnali qua e là che fanno pensare che la guerra fra le polizie non sia solo frutto della fantasia degli scrittori di gialli.

4.4.4. La lentezza e la complessità di determinate procedure giudiziarie favoriscono l'impressione di impunità avvertita dall'opinione pubblica quando vengono a galla certi affari ... mentre, invece, si tratta soprattutto di una evidente mancanza di mezzi o della loro inadeguatezza. Il diritto dell'accusato deve essere garantito, d'accordo, ma anche quello della vittima lo deve essere, almeno nella stessa misura.

4.4.5. Per questo, la gente non è molto lontana dal pensare che le persone oneste vengano dimenticate e che chi ha la responsabilità di difendere i loro diritti abbia già perso una battaglia.

5. La Commissione:

5.1. Facendo seguito al piano d'azione adottato dal Consiglio europeo di Amsterdam nel giugno 1997, chiede che, a partire dalle norme comuni degli stati, sia sviluppato concretamente "un sistema di raccolta e di analisi dei dati in grado di fornire una panoramica generale della situazione della criminalità organizzata negli Stati membri e di assistere le autorità incaricate della repressione nella lotta contro la criminalità organizzata".

Europol e gli Stati membri si sono già avviati su questa strada nel quadro dell'elaborazione della relazione annuale sulla situazione della criminalità organizzata nell'Unione europea.

5.2. In materia di criminalità generale è talvolta difficile confrontare uno stato con un altro a causa dell'attuale mancanza di dati affidabili. Il Consiglio d'Europa e le Nazioni Unite hanno avviato dei lavori relativi, fra l'altro, ai dati sulla criminalità in generale.

5.3. Il CES sostiene le iniziative in corso volte ad una conoscenza generale e dettagliata delle situazioni di criminalità, al controllo della loro evoluzione ed a una giusta valutazione degli effetti delle misure già applicate.

6. La Commissione chiede la messa in rete degli attori della prevenzione e la loro mobilitazione.

6.1. Essa sostiene l'iniziativa adottata dalla presidenza francese e dalla Svezia che propone "la creazione di una rete europea di prevenzione incentrata sulla delinquenza urbana, giovanile e connessa alla droga".

6.2. Sono state prese delle iniziative da alcuni ambienti economici e finanziari e da alcune professioni esposte ai rischi di corruzione o d'implicazione in o per azioni di riciclaggio o di frode.

6.3. La Commissione inoltre propone la creazione di un forum europeo per la prevenzione della criminalità organizzata che interessi i più svariati settori, come il traffico di beni legali e illeciti, la criminalità informatica, la corruzione, la criminalità ambientale ..., il ruolo di alcune professioni chiave, la prevenzione della criminalità organizzata e della criminalità economica ... Tale forum, che dovrebbe demoltiplicarsi in base alle esigenze, avrebbe lo scopo di strutturare i lavori di prevenzione a livello europeo, cioè:

- assistere le istituzioni europee e gli Stati membri su tutte le questioni relative alla prevenzione della criminalità;

- contribuire ad individuare le nuove tendenze criminali;

- consentire lo scambio di informazioni sulle azioni di prevenzione;

- contribuire al funzionamento di centri specializzati;

- partecipare ad individuare settori di ricerca, di formazione, di valutazione.

La Commissione desidera che tale forum abbia una struttura d'animazione leggera in modo che possa essere fornita all'interno stesso dei suoi servizi.

Essa esaminerà con i partner interessati la necessità di organizzare un sito Internet sulla prevenzione.

Il CES è d'accordo.

7. In occasione del Consiglio europeo di Tampere, i capi di stato e di governo hanno indicato tra gli argomenti di riflessione il sostegno finanziario dell'UE alla prevenzione della criminalità. La Commissione è giunta alla conclusione che uno strumento finanziario apporterebbe un valore aggiunto all'azione degli Stati membri, nella forma annunciata alla conferenza di Prahia da Falésia.

Questo strumento finanziario comporterà due sezioni: la prima dedicata alla criminalità organizzata transfrontaliera e la seconda alla criminalità in generale.

Lo strumento finanziario sarà articolato come operazione pilota e sarà istituito con decisione adottata in base all'articolo 34 del trattato sull'Unione europea per un periodo iniziale di due anni (2001/2002). La Commissione scrive che "per quanto riguarda gli importi finanziari è auspicabile prevedere una somma iniziale contenuta. Una dotazione annuale di 1 milione di euro sembra ragionevole in attesa delle proposte globali della Commissione sui programmi che gestisce".

8. Il Comitato economico e sociale prende atto di queste decisioni. Esso desidera che, considerata la vastità dei problemi da trattare, siano messi in atto tutti i possibili mezzi. Il pubblico, traumatizzato, si aspetta azioni forti e continue.

8.1. Il CES insiste sulla necessità di far partecipare i cittadini tramite le organizzazioni, i sindacati, le associazioni ... che li rappresentano e alle quali apportano il loro sostegno.

8.2. Esso insiste sul ruolo che devono svolgere le famiglie, i docenti, i lavoratori sociali, i mezzi di comunicazione ...

8.3. Poiché l'obiettivo è di integrare attivamente le persone nella società, - una delle caratteristiche forti della democrazia -, non basta ricorrere ad una medicina sociale riparatrice. È assolutamente necessario che ogni politica abbia un obiettivo di integrazione comprensibile per tutti i cittadini: alloggio, urbanizzazione, occupazione, formazione, protezione sociale e della salute, informazione, cultura ...

Questa sarà la migliore prevenzione, tenendo presente, comunque, che essa non esonererà le istituzioni di polizia e giudiziarie, protettrici del diritto, dall'essere vigilanti.

Una società che pretenda di garantire agli uomini la Libertà deve cominciare col garantire loro l'esistenza.

Bruxelles, 30 maggio 2001.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale

Göke Frerichs