24.2.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 46/1


Dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea: «Il consenso europeo»

(2006/C 46/01)

IN CONSENSO EUROPEO IN MATERIA DI SVILUPPO

La sfida dello sviluppo

1.

Mai prima d'ora l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile sono stati più importanti. Il contesto nel quale è perseguita l'eliminazione della povertà è un mondo sempre più globalizzato e interdipendente; questa situazione ha creato nuove opportunità ma anche nuove sfide.

La lotta globale contro la povertà non è soltanto un obbligo morale, ma contribuirà anche a creare un mondo più stabile, più pacifico, più prospero e più equo, che rispecchi l'interdipendenza tra i paesi più ricchi e quelli più poveri. In un mondo siffatto non consentiremo che 1 200 bambini muoiano ogni ora a causa della povertà, né accetteremo che un miliardo di persone lottino per la sopravvivenza con meno di un dollaro al giorno e che l'HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria costino la vita a più di 6 milioni di persone ogni anno. La politica di sviluppo è al centro delle relazioni dell'UE (1) con tutti i paesi in via di sviluppo (2).

2.

La cooperazione allo sviluppo rientra nella competenza ripartita tra la Comunità europea (3) e gli Stati membri. La politica comunitaria nella sfera della cooperazione allo sviluppo è complementare alle politiche perseguite dagli Stati membri. I paesi in via di sviluppo hanno la responsabilità primaria del loro proprio sviluppo. Ma i paesi sviluppati hanno anch'essi una responsabilità, e l'UE, a livello sia degli Stati membri che della Comunità, ha l'impegno di far fronte a tali responsabilità. Operando congiuntamente l'UE costituisce una forza importante per un cambiamento positivo. L'UE fornisce più della metà degli aiuti mondiali e si è impegnata ad aumentare tali aiuti, nonché a migliorarne la qualità e l'efficacia. L'UE è anche il partner economico e commerciale più importante per i paesi in via di sviluppo, in quanto offre specifici vantaggi commerciali a tali paesi, principalmente a quelli meno avanzati (PMA).

3.

Gli Stati membri e la Comunità sono parimenti impegnati a osservare i principi basilari, i valori fondamentali e gli obiettivi di sviluppo concordati a livello multilaterale. Gli sforzi intesi al coordinamento e all'armonizzazione devono contribuire ad aumentare l'efficacia dell'aiuto. A tal fine, e basandosi sui progressi compiuti negli ultimi anni, il «consenso europeo in materia di sviluppo» offre per la prima volta una visione comune che guida l'azione dell'UE, a livello di Stati membri e di Comunità, nella cooperazione allo sviluppo. Questa visione comune è il tema della prima parte della dichiarazione; la seconda parte stabilisce la politica di sviluppo della Comunità europea per orientare l'attuazione di tale visione a livello comunitario e specifica inoltre quali siano le priorità per azioni concrete a tale livello.

4.

Il consenso europeo in materia di sviluppo è stato definito di comune accordo dal Consiglio e dai rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo.

PARTE I: LA VISIONE DELL'UE IN MATERIA DI SVILUPPO

La prima parte del consenso europeo in materia di sviluppo stabilisce obiettivi e principi comuni per la cooperazione allo sviluppo. Riafferma l'impegno dell'UE per l'eliminazione della povertà, la titolarità, il partenariato, l'erogazione di maggiori e migliori aiuti e la promozione della coerenza delle politiche a favore dello sviluppo. Guiderà le attività di cooperazione allo sviluppo della Comunità e degli Stati membri in tutti i paesi in via di sviluppo (4), in uno spirito di complementarità.

1.   Obiettivi comuni

5.

L'obiettivo primario e generale della cooperazione allo sviluppo dell'UE è l'eliminazione della povertà nel contesto dello sviluppo sostenibile, incluso il perseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG).

6.

Gli otto obiettivi di sviluppo del Millennio sono: eliminare la fame e la povertà estrema; garantire un'istruzione primaria per tutti; promuovere l'uguaglianza dei sessi e l'autonomia delle donne; ridurre la mortalità infantile; migliorare la salute materna; combattere l'HIV/AIDS, la malaria e altre malattie; garantire un ambiente sostenibile e realizzare un partenariato mondiale per lo sviluppo.

7.

Riaffermiamo che lo sviluppo costituisce di per sé l'obiettivo centrale e che lo sviluppo sostenibile include il buon governo, i diritti umani e gli aspetti politici, economici, sociali e ambientali.

8.

L'UE è determinata ad operare per contribuire al conseguimento di detti obiettivi e allo sviluppo di obiettivi concordati nelle principali conferenze e vertici ONU (5).

9.

Riaffermiamo l'impegno a promuovere la coerenza politica in materia di sviluppo, basata sulla garanzia che l'UE terrà conto degli obiettivi di cooperazione allo sviluppo in tutte le politiche cui dà attuazione e che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo, e che tali politiche sosterranno gli obiettivi di sviluppo.

10.

Gli aiuti allo sviluppo continueranno a sostenere i poveri in tutti i paesi in via di sviluppo, inclusi i paesi a reddito basso e medio (LMIC). L'UE continuerà a dare priorità al sostegno ai paesi meno sviluppati e ad altri paesi a basso reddito (LIC) per conseguire uno sviluppo globale più equilibrato, riconoscendo nel contempo il valore di una concentrazione delle attività di aiuto di ciascuno Stato membro in aree e regioni in cui hanno vantaggi comparativi e possono avere un valore aggiunto nella lotta contro la povertà.

2.   Aspetti pluridimensionali dell'eliminazione della povertà

11.

Si parla di povertà per tutte quelle aree in cui persone di entrambi i sessi sono indigenti e sono percepite come persone prive di capacità in varie società e contesti locali. Le dimensioni chiave della povertà includono capacità economiche, umane, politiche, socioculturali e di protezione. La povertà ha relazione con capacità umane, come consumo e sicurezza alimentare, sanità, istruzione, diritti, facoltà di farsi ascoltare, sicurezza umana, specialmente per i poveri, dignità e lavoro dignitoso. La lotta contro la povertà avrà pertanto successo soltanto se si attribuisce uguale importanza all'investimento nelle persone (prima di tutto sanità, istruzione, lotta contro l'HIV/AIDS, protezione delle risorse naturali (foreste, risorse idriche, risorse marine e suolo) per garantire i mezzi di sussistenza rurali e investimento nella creazione di benessere) ponendo l'accento su questioni come l'imprenditorialità, la creazione di posti di lavoro, l'accesso al credito, i diritti di proprietà e le infrastrutture). L'autonomia delle donne costituisce la chiave di ogni sviluppo e la priorità di genere dovrebbe essere il punto centrale di tutte le strategie politiche.

12.

L'agenda per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio e le dimensioni economica, sociale e ambientale dell'eliminazione della povertà nel contesto dello sviluppo sostenibile includono molte attività riguardanti lo sviluppo, tra cui il governo democratico e le riforme politiche, economiche e sociali, la prevenzione dei conflitti, la giustizia sociale, la promozione dei diritti umani e l'accesso equo ai pubblici servizi, l'istruzione, la cultura, la sanità, inclusi diritti e sanità in materia sessuale e riproduttiva, quali sono fissati nell'agenda del Cairo della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo, l'ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali, la crescita economica favorevole ai poveri, il commercio e lo sviluppo, la migrazione e lo sviluppo, la sicurezza alimentare, i diritti dei bambini, la parità di genere e la promozione della coesione sociale e del lavoro dignitoso.

3.   Valori comuni

13.

Il partenariato e il dialogo dell'UE con i paesi terzi promuoverà valori comuni: rispetto dei diritti umani, libertà fondamentali, pace, democrazia, buon governo, parità di genere, stato di diritto, solidarietà e giustizia. L'UE è fermamente impegnata a favore di un multilateralismo efficace in cui tutte le nazioni del mondo condividano la responsabilità dello sviluppo.

4.   Principi comuni

4.1   Titolarità, partenariato

14.

L'UE rispetta il principio della titolarità dei programmi e delle strategie di sviluppo da parte dei paesi partner. I paesi in via di sviluppo hanno la responsabilità principale per l'instaurazione di un ambiente nazionale favorevole alla mobilitazione delle risorse interne, in grado di consentire tra l'altro politiche coerenti ed efficaci. Detti principi consentiranno un'assistenza adattata alle esigenze, rispondente alle specifiche necessità del paese beneficiario.

15.

L'UE e i paesi in via di sviluppo condividono la responsabilità e l'obbligo di rendere conto dei loro sforzi congiunti nel contesto del partenariato. L'UE sosterrà la riduzione della povertà nei paesi partner, le strategie di sviluppo e riforma, incentrate sugli obiettivi di sviluppo del Millennio, e si allineerà con le procedure e i sistemi dei paesi partner. Gli indicatori di progresso e una valutazione regolare dell'assistenza sono di importanza capitale per meglio focalizzare l'assistenza dell'UE.

16.

L'UE riconosce l'essenziale ruolo di controllo dei rappresentanti dei cittadini democraticamente eletti. Incoraggia pertanto un maggiore coinvolgimento delle assemblee nazionali, dei parlamenti e delle autorità locali.

4.2   Un dialogo politico approfondito

17.

Il dialogo politico costituisce un mezzo importante per progredire verso gli obiettivi di sviluppo. Nel quadro del dialogo politico condotto dagli Stati membri e dalle istituzioni dell'Unione europea — Consiglio, Commissione e Parlamento, nell'ambito delle rispettive competenze — il rispetto del buon governo, i diritti umani, i principi democratici e lo stato di diritto saranno regolarmente valutati al fine di formare una visione condivisa e individuare misure di supporto. Questo dialogo ha una dimensione preventiva importante e mira ad assicurare che tali principi siano rispettati. Affronterà anche la lotta contro la corruzione, la lotta contro la migrazione clandestina e la tratta degli esseri umani.

4.3   Partecipazione della società civile

18.

L'UE favorisce l'ampia partecipazione di tutte le parti interessate allo sviluppo dei paesi e incoraggia tutte le parti della società a parteciparvi. La società civile, comprese le parti sociali ed economiche quali le organizzazioni sindacali, le organizzazioni dei datori di lavoro ed il settore privato, ONG ed altri soggetti non statali dei paesi partner, svolgono in particolare un ruolo vitale in qualità di promotori della democrazia, della giustizia sociale e dei diritti umani. L'UE intensificherà il suo sostegno allo sviluppo di capacità dei soggetti non statali per rafforzare la loro voce nel processo di sviluppo e portare avanti il dialogo economico, sociale e politico. Sarà altresì riconosciuto l'importante ruolo della società civile europea; a tal fine, l'UE dedicherà particolare attenzione all'educazione allo sviluppo e ad una maggiore sensibilizzazione dei cittadini dell'UE.

4.4   Parità di genere

19.

La promozione della parità di genere e dei diritti delle donne è non solo importante in sé, ma è anche un diritto umano fondamentale e una questione di giustizia sociale, nonché un mezzo per la realizzazione di tutti gli obiettivi di sviluppo del millennio (MDG), e per l'attuazione della piattaforma d'azione creata a seguito della Conferenza di Pechino, del programma di azione del Cairo e della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna. L'UE introdurrà pertanto una forte componente di genere in tutte le sue politiche e prassi nell'ambito delle sue relazioni con i paesi in via di sviluppo.

4.5   Intervenire sulla fragilità statale

20.

L'UE migliorerà la sua risposta nel caso di partenariati difficili e Stati fragili, in cui vive il trenta per cento della popolazione più povera del mondo. L'UE intensificherà i suoi sforzi nella prevenzione dei conflitti (6) e sosterrà la prevenzione della fragilità degli Stati mediante riforme di governo, stato di diritto, misure anticorruzione, e lo sviluppo di istituzioni statali sostenibili per aiutarli a svolgere una serie di funzioni fondamentali e a venire incontro ai bisogni dei loro cittadini. L'UE si avvarrà di sistemi e strategie statali, ove possibile, per potenziare le capacità negli Stati fragili. L'UE auspica di mantenere il proprio impegno, anche nei paesi in cui la situazione è più difficile, per impedire il fallimento degli Stati.

21.

Nei contesti di transizione, l'UE promuoverà legami tra l' aiuto di emergenza, la riabilitazione e lo sviluppo a lungo termine. In situazione di post-crisi, lo sviluppo sarà guidato da strategie integrate di transizione che mirano a ristabilire le capacità istituzionali, le infrastrutture e i servizi sociali essenziali, maggiore sicurezza alimentare, nonché a offrire soluzioni sostenibili per i rifugiati e i profughi, e, in genere, in materia di sicurezza dei cittadini. L'azione dell'UE si collocherà nel quadro degli sforzi multilaterali, compresa la commissione per il consolidamento della pace delle Nazioni Unite, e mirerà a ristabilire il principio di titolarità e di partenariato.

22.

Taluni paesi in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili alle catastrofi naturali, ai cambiamenti climatici, al degrado ambientale e agli shock economici esogeni. Gli Stati membri e la Comunità sosterranno la prevenzione delle catastrofi e la preparazione a far fronte a tali situazioni in detti paesi, allo scopo di aumentarne la resilienza di fronte a queste sfide.

5.   Aumentare e migliorare il sostegno

5.1   Accrescere le risorse finanziarie

23.

Lo sviluppo rimane un impegno a lungo termine. L'UE ha adottato un calendario per gli Stati membri al fine di raggiungere lo 0,7 % del prodotto interno lordo nel 2015, con un obiettivo collettivo intermedio dello 0,56 % per il 2010 (7), e invita i partner a seguire questo esempio. Grazie a questi impegni, l'aiuto annuale dell'UE dovrebbe raddoppiare fino a più di 66 miliardi di EUR nel 2010. Si esamineranno un ulteriore alleviamento del debito nonché le fonti innovative di finanziamento allo scopo di accrescere le risorse disponibili in modo sostenibile e prevedibile. Almeno la metà di questo aumento dell'aiuto sarà attribuita all'Africa, nel pieno rispetto delle priorità di ciascuno Stato membro nell'aiuto allo sviluppo. L'allocazione delle risorse sarà improntata all'obiettività e alla trasparenza, secondo le necessità e i rendimenti dei paesi beneficiari, tenendo conto delle situazioni specifiche.

24.

Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, si continuerà a dare priorità ai paesi meno avanzati e altri paesi a basso reddito, come risulta dall'alta percentuale dell'aiuto UE indirizzato verso questi paesi (8). L'UE ribadisce inoltre il suo impegno a sostenere lo sviluppo a favore dei poveri dei paesi a reddito medio, in particolare di quelli a reddito più basso, e la nostra assistenza allo sviluppo destinata a tutti i paesi in via di sviluppo sarà concentrata sulla riduzione della povertà, nei suoi aspetti pluridimensionali, nell'ambito di uno sviluppo sostenibile. Particolare attenzione sarà dedicata agli Stati fragili e agli Stati negletti dai donatori («donor orphans»).

5.2   Aiuto più efficace

25.

L'UE fornirà non soltanto maggiore aiuto, ma anche un aiuto migliore. I costi di transazione legati agli aiuti saranno ridotti e il relativo impatto globale sarà migliorato. L'UE si è impegnata a collaborare con tutti i partner allo sviluppo al fine di migliorare la qualità e l'impatto del suo aiuto, nonché le pratiche dei donatori, e ad assistere i nostri paesi partner nell'utilizzo più efficace degli accresciuti flussi di aiuto. L'UE assicurerà l'attuazione e il monitoraggio degli impegni sull'efficacia degli aiuti (9) in tutti i paesi in via di sviluppo, definendo anche obiettivi concreti per il 2010. I principi fondamentali in materia sono il principio di titolarità nazionale di coordinamento dei donatori e di armonizzazione, partendo in loco, di allineamento ai sistemi dei paesi destinatari e di orientamento ai risultati.

26.

L'assistenza allo sviluppo può essere fornita attraverso diverse modalità che possono essere complementari (aiuto in fase di progetto, sostegno al programma settoriale, sostegno settoriale e al bilancio generale, aiuto umanitario e assistenza nella prevenzione delle crisi, sostegno da e verso la società civile, ravvicinamento legislativo, standard e legislazione, ecc.) in base a quanto sarà più opportuno per ogni paese. Ove le circostanze lo consentissero, occorrerebbe accrescere il ricorso all'aiuto al bilancio pubblico di carattere generale o settoriale come mezzo per rafforzare la titolarità, sostenere l'assunzione di responsabilità da parte dei partner e le rispettive procedure nazionali, per finanziare le strategie di riduzione della povertà (compresi i costi di funzionamento dei bilanci dedicati alla sanità e all'istruzione) e per promuovere una gestione sana e trasparente delle finanze pubbliche.

27.

I paesi partner necessitano di un aiuto stabile ai fini di una pianificazione efficace. L'UE si è pertanto impegnata a definire meccanismi di aiuto di natura meno volatile e più prevedibile.

28.

Anche l'alleviamento del debito consente un finanziamento prevedibile. L'UE si è impegnata a trovare soluzioni ad oneri del debito insostenibili, in particolare per quanto riguarda il rimanente debito multilaterale dei paesi poveri fortemente indebitati, e ove necessario e se del caso, per i paesi vulnerabili agli shock esterni e i paesi che escono da un conflitto.

29.

L'UE promuoverà un ulteriore slegamento dell'aiuto, superiore a quello previsto dalle raccomandazioni OCSE esistenti, in particolare in materia di aiuto alimentare.

5.3   Coordinamento e complementarità

30.

Nello spirito del trattato, la Comunità e gli Stati membri intensificheranno il coordinamento e la complementarità. Il modo migliore per assicurare la complementarità consiste nel venire incontro alle priorità dei paesi partner, a livello regionale e nazionale. L'UE migliorerà il coordinamento, l'armonizzazione e l'allineamento. (10) L'UE incoraggia i paesi partner a guidare il proprio processo di sviluppo e a sostenere un ampio impegno a livello dei donatori nell'ambito delle agende nazionali per l'armonizzazione. Se del caso, l'UE stabilirà tabelle di marcia flessibili che definiscano in che modo i suoi Stati membri possono contribuire ai piani e agli sforzi di armonizzazione dei paesi.

31.

L'UE si è impegnata a migliorare il coordinamento e le complementarità dei donatori puntando su programmazioni pluriennali congiunte, basate sulla riduzione della povertà dei paesi partner o su strategie equivalenti e processi di bilancio dei paesi stessi, meccanismi comuni di attuazione comprendenti analisi condivise, missioni congiunte a livello di donatori e ricorso a dispositivi di cofinanziamento.

32.

L'UE assumerà un ruolo di primo piano nell'attuazione degli impegni contenuti nella dichiarazione di Parigi sul miglioramento della fornitura dell'aiuto e ha assunto, in questo contesto, quattro impegni addizionali: fornire tutta l'assistenza allo sviluppo di capacità mediante programmi coordinati aumentando il ricorso ad accordi con più donatori; dirigere il 50 % dell'assistenza tra governi mediante sistemi nazionali, anche aumentando la percentuale della nostra assistenza fornita mediante sostegno al bilancio o approcci settoriali; evitare l'istituzione di nuove Unità di attuazione di progetti; dimezzare il numero delle missioni non coordinate.

33.

L'UE valorizzerà l'esperienza dei nuovi Stati membri (quale la gestione di transizione) e sosterrà il rafforzamento del ruolo di questi paesi in qualità di nuovi donatori.

34.

L'UE s'impegnerà per realizzare tale agenda in stretta cooperazione con i paesi partner, con gli altri partner bilaterali nel settore dello sviluppo e con attori multilaterali quali le Nazioni Unite e le istituzioni finanziarie internazionali, affinché si possano evitare sovrapposizioni di iniziative e massimizzare l'impatto e l'efficacia dell'aiuto globale. L'UE promuoverà inoltre un rafforzamento della voce dei paesi in via di sviluppo nelle istituzioni internazionali.

6.   Coerenza delle politiche per lo sviluppo

35.

L'UE è pienamente impegnata ad agire per portare avanti la coerenza delle politiche per lo sviluppo in una serie di settori (11). È importante che le politiche non attinenti allo sviluppo sostengano gli sforzi dei paesi in via di sviluppo verso il conseguimento degli MDG. L'UE terrà presenti gli obiettivi della cooperazione allo sviluppo in tutte le politiche di cui assicura l'attuazione che possono ripercuotersi sui paesi in via di sviluppo. Per concretare quest'impegno l'UE rafforzerà la coerenza delle politiche riguardo alle procedure, strumenti e meccanismi di sviluppo a tutti i livelli e, ai fini della realizzazione di tali scopi, garantirà risorse adeguate e condividerà le migliori prassi, apportando così un considerevole contributo supplementare verso il conseguimento degli MDG.

36.

L'UE sostiene fermamente il completamento rapido, ambizioso e favorevole ai poveri del Doha Round per lo sviluppo e degli accordi di partenariato economico UE-ACP (APE). I paesi in via di sviluppo dovrebbero decidere una riforma della politica commerciale in linea coi loro più ampi piani nazionali di sviluppo. L'UE fornirà un'ulteriore assistenza per aiutare i paesi poveri ad acquisire capacità commerciale, dedicando particolare attenzione ai paesi meno avanzati e a quelli più vulnerabili. L'UE continuerà a adoperarsi a favore di un'apertura dei mercati adeguatamente cadenzata -soprattutto relativamente ai prodotti interessanti per le esportazioni dei paesi in via di sviluppo- sostenuta da un sistema commerciale multilaterale aperto, giusto, equo e fondato su regole che tenga conto degli interessi e delle preoccupazioni delle nazioni più deboli. L'UE esaminerà le questioni collegate al trattamento speciale e differenziato e all'erosione del sistema delle preferenze, al fine di promuovere gli scambi tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, ma anche fra i paesi in via di sviluppo stessi. L'UE continuerà a spingere perché tutti i paesi sviluppati garantiscano ai PMA, entro la fine del Doha Round o comunque più in generale, un accesso non contingentato e non subordinato a tariffe. Nel quadro della riforma della politica agricola comune (PAC) l'UE ridurrà considerevolmente il livello di distorsione degli scambi collegato alle sue misure di sostegno al settore agricolo ed agevolerà lo sviluppo agricolo dei paesi in via di sviluppo. In linea con le esigenze di sviluppo l'UE sostiene gli obiettivi di asimmetria e flessibilità nell'attuazione degli APE. L'UE continuerà a dedicare particolare attenzione agli obiettivi di sviluppo dei paesi con cui la Comunità ha concluso o concluderà accordi di pesca.

37.

L'insicurezza e i conflitti violenti sono fra i maggiori ostacoli verso il conseguimento degli MDG. Sicurezza e sviluppo sono aspetti importanti e complementari delle relazioni dell'UE con i paesi terzi. Con la loro azione rispettiva essi contribuiscono ad instaurare un ambiente sicuro e a spezzare il circolo vizioso di povertà, guerra, degrado ambientale e collasso delle strutture economiche, sociali e politiche. Nell'ambito delle rispettive competenze della Comunità e degli Stati membri, l'UE potenzierà il controllo delle sue esportazioni di armi, per evitare che ordigni fabbricati nell'UE siano usati contro la popolazione civile o aggravino tensioni o conflitti esistenti nei paesi in via di sviluppo e prenderà iniziative concrete per limitare la proliferazione incontrollata delle armi leggere e di piccolo calibro, conformemente alla strategia dell'UE di lotta contro il traffico illecito di armi leggere e di piccolo calibro e relative munizioni. L'UE sostiene inoltre con fermezza la responsabilità di dare protezione: non si può restare immobili di fronte al genocidio, ai crimini di guerra, alla pulizia etnica o ad altre gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. L'UE appoggerà un ruolo più incisivo delle organizzazioni regionali e subregionali nel rafforzamento della pace e sicurezza internazionali, compresa la loro capacità di coordinare il sostegno dei donatori nell'ambito della prevenzione dei conflitti.

38.

L'UE contribuirà a rafforzare la dimensione sociale della globalizzazione promuovendo l'occupazione e un lavoro dignitoso per tutti. S'impegnerà per trasformare la migrazione in un fattore positivo per lo sviluppo, attraverso la promozione di misure concrete volte a incrementarne il contributo verso la riduzione della povertà, anche mediante l'agevolazione delle rimesse e il contenimento della «fuga di cervelli». L'UE avrà un ruolo guida a livello globale nelle iniziative per ridurre i modelli di produzione e consumo insostenibili. Assisterà i paesi in via di sviluppo nell'attuazione degli accordi ambientali multilaterali e promuoverà iniziative ambientali favorevoli ai poveri. L'UE ribadisce di essere determinata a lottare contro i cambiamenti climatici.

7.   Lo sviluppo: un contributo nel far fronte alle sfide globali

39.

L'azione dell'UE a favore dello sviluppo, incentrata sull'eliminazione della povertà nel quadro dello sviluppo sostenibile, contribuisce considerevolmente a un'ottimizzazione dei benefici e a una condivisione dei costi del processo di globalizzazione più eque per i paesi in via di sviluppo — il che va nell'interesse della pace e stabilità più in generale — e alla riduzione delle ineguaglianze che sono alla base di molte delle principali sfide cui il mondo deve far fronte. Una delle grandi sfide che attendono oggi la comunità internazionale è assicurare che la globalizzazione costituisca una forza positiva per tutta l'umanità.

40.

La riduzione della povertà e la promozione dello sviluppo sostenibile sono obiettivi a pieno titolo. Anche il conseguimento degli MDG va nell'interesse della pace e sicurezza, collettive e individuali, a lungo termine. Senza pace e sicurezza, lo sviluppo e l'eliminazione della povertà sono impossibili, ma, senza sviluppo ed eliminazione della povertà, non vi sarà pace sostenibile. Lo sviluppo è altresì la più efficace risposta a lungo termine alla migrazione forzata e clandestina e alla tratta di esseri umani. Esso svolge un ruolo fondamentale nell'incoraggiare modelli di produzione e consumo sostenibili che limitino le conseguenze negative della crescita sull'ambiente.

PARTE II: LA POLITICA DI SVILUPPO DELLA COMUNITÀ EUROPEA

Questa seconda parte del consenso europeo in materia di sviluppo illustra la nuova politica di sviluppo della Comunità europea, che dà attuazione alla visione europea al riguardo definita nella prima parte per quanto riguarda le risorse affidate alla Comunità conformemente al trattato. Precisa il ruolo e il valore aggiunto della Comunità e spiega in che modo gli obiettivi, i principi, i valori, la coerenza della politica di sviluppo e gli impegni definiti nella visione comune saranno tradotti in pratica sul piano comunitario. Individua le priorità, che si concretizzeranno in programmi di cooperazione allo sviluppo efficaci e coerenti a livello di paesi e regioni. Guiderà la programmazione e l'attuazione della componente di aiuto allo sviluppo di tutti gli strumenti e di tutte le strategie di cooperazione della Comunità con i paesi terzi (12). Verrà presa in considerazione in tutte le altre politiche comunitarie aventi un'incidenza sui paesi in via di sviluppo, al fine di assicurare la coerenza politica per lo sviluppo.

41.

La politica comunitaria nel settore della cooperazione allo sviluppo dovrebbe integrare quelle svolte dagli Stati membri (13).

42.

La politica comunitaria di sviluppo avrà come obiettivo primario l'eliminazione della povertà nel contesto dello sviluppo sostenibile, anche attraverso il perseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, oltre alla promozione della democrazia, del buon governo e del rispetto dei diritti umani, definiti nella parte I. Sul piano comunitario, questi obiettivi saranno perseguiti in tutti i paesi in via di sviluppo e applicati alla componente di aiuto allo sviluppo di tutte le strategie comunitarie in materia di cooperazione con i paesi terzi.

43.

La Comunità applicherà tutti i principi definiti nella parte I, compresi i principi di efficacia dell'aiuto, titolarità nazionale, partenariato, coordinamento, armonizzazione, allineamento ai sistemi del paese ricevente e orientamento dei risultati.

44.

La Comunità promuoverà inoltre la coerenza delle politiche in materia di sviluppo assicurando che, nelle politiche da essa attuate che potrebbero avere un'incidenza sui paesi in via di sviluppo, si tenga conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo.

45.

In tutte le attività, la Comunità attuerà un rafforzamento dell'approccio di integrazione (mainstreaming) delle problematiche trasversali, come illustrato nella sezione 3.3 «Un rafforzamento dell'approccio di integrazione».

1.   Il ruolo peculiare e i vantaggi comparativi della Comunità

46.

Nell'ambito delle competenze che le sono conferite dal trattato, la Commissione ha un vasto ruolo da svolgere in materia di sviluppo. La sua presenza a livello mondiale, la promozione della coerenza delle politiche in materia di sviluppo, la competenza e le conoscenze specifiche, il diritto d'iniziativa a livello comunitario, l'agevolazione del coordinamento e dell'armonizzazione oltre che il carattere sovranazionale rivestono particolare importanza. La Comunità si distingue per i vantaggi comparativi e il valore aggiunto che comporta, che rendono possibile la complementarità con le politiche bilaterali degli Stati membri e degli altri donatori internazionali.

47.

A nome della Comunità, la Commissione si sforzerà di apportare valore aggiunto svolgendo i ruoli di seguito indicati.

48.

In primo luogo, assicurando una presenza a livello mondiale. La Commissione è presente come partner del processo di sviluppo in un numero maggiore di paesi di qualunque Stato membro, anche del più grande e, in alcuni casi, è l'unico partner dell'UE concretamente presente. Ha una politica commerciale comune, programmi di cooperazione che riguardano praticamente tutti i paesi e le regioni in via di sviluppo e una politica di dialogo condotta unitamente agli Stati membri. Riceve appoggio da un'estesa rete di delegazioni. Questo le consente di affrontare una grande varietà di situazioni, anche in stati fragili dai quali gli Stati membri si sono ritirati.

49.

In secondo luogo, con il sostegno degli Stati membri, assicurando la coerenza delle politiche in materia di sviluppo nell'ambito delle azioni comunitarie, (14) in particolare laddove le politiche comunitarie hanno una notevole incidenza sui paesi in via di sviluppo, quali le politiche commerciali, agricole, della pesca e della migrazione, e promuovendo questo principio su più vasta scala. Basandosi sulle proprie esperienze e sulla competenza esclusiva in materia commerciale, la Comunità ha un vantaggio comparativo nel fornire sostegno ai paesi partner al fine di integrare gli scambi nelle strategie di sviluppo nazionali e di sostenere la cooperazione regionale, ogniqualvolta ciò sia possibile.

50.

In terzo luogo, promuovendo le migliori pratiche in materia di sviluppo. La Commissione, unitamente agli Stati membri, stimolerà il dibattito europeo e promuoverà le migliori pratiche in materia, quali appoggio diretto al bilancio e aiuto settoriale ove opportuno, slegamento dell'aiuto, approccio basato sui risultati e deconcentrazione dell'attuazione dell'aiuto. Rafforzando le sue capacità analitiche, ha le potenzialità per fungere da fucina intellettuale riguardo a un certo numero di problematiche legate allo sviluppo.

51.

In quarto luogo, facilitando il coordinamento e l'armonizzazione. La Commissione si adoprerà attivamente nell'attuazione della dichiarazione di Parigi sull'efficacia dell'aiuto e sarà uno dei motori trainanti della promozione dell'adempimento da parte dell'UE degli impegni sottoscritti a Parigi in materia di titolarità, allineamento, armonizzazione, risultati e mutua responsabilità. La Commissione continuerà a promuovere le 3 «C» — coordinamento, complementarità e coerenza — come contributo dell'UE al più ampio programma internazionale per l'efficacia dell'aiuto. La Comunità sosterrà inoltre un maggior coordinamento degli interventi in caso di catastrofi e dell'anticipazione delle stesse, nel contesto dei sistemi e dei meccanismi internazionali esistenti e riconoscendo il ruolo guida delle Nazioni Unite nell'assicurare il coordinamento internazionale.

52.

In quinto luogo, assicurando la presenza di un agente nelle zone in cui dimensioni e massa critica rivestono particolare importanza.

53.

In sesto luogo, la Comunità promuoverà la democrazia, i diritti umani, il buon governo e il rispetto del diritto internazionale, con particolare riguardo alla trasparenza e alla lotta alla corruzione. L'esperienza della Commissione nella promozione della democrazia, dei diritti umani e nel consolidamento dello Stato è positiva e sarà ulteriormente accresciuta.

54.

In settimo luogo, mettendo in pratica il principio della partecipazione della società civile, la Commissione sarà appoggiata dal Comitato economico e sociale europeo, che è chiamato a facilitare il dialogo con i partner economici e sociali locali.

55.

Inoltre, la Commissione si adopera per migliorare la comprensione delle interdipendenze e promuovere la solidarietà nord-sud. In tal senso presterà particolare attenzione alle attività di sensibilizzazione e di formazione allo sviluppo dei cittadini dell'UE.

2.   Un approccio differenziato secondo i contesti e le necessità

2.1   La differenziazione nell'attuazione della cooperazione allo sviluppo

56.

Gli obiettivi di sviluppo, i principi e l'attuazione degli impegni in materia di efficacia dell'aiuto (15) devono essere applicati a tutte le componenti della cooperazione allo sviluppo. In tutti i paesi in via di sviluppo la Comunità utilizzerà gli strumenti e adotterà gli approcci che si riveleranno più efficaci per ridurre la povertà e assicurare lo sviluppo sostenibile.

57.

L'attuazione della cooperazione comunitaria allo sviluppo è necessariamente specifica a un paese o a una regione, è concepita su misura per ciascun paese o regione partner, sulla base di necessità, strategie, priorità e risorse proprie del paese. La differenziazione è una necessità, considerata la diversità dei partner e delle sfide.

58.

Gli obiettivi di sviluppo sono obiettivi a pieno titolo. La cooperazione allo sviluppo è uno dei principali elementi di un'ampia serie di azioni esterne, tutte importanti e che dovrebbero essere coerenti, sostenersi reciprocamente e non essere subordinate l'una all'altra. I documenti di strategia per paese, regione e tematica costituiscono gli strumenti di programmazione della Commissione che definiscono questa serie di politiche e, nel contempo, ne assicurano la reciproca coerenza.

59.

L'aiuto allo sviluppo può essere fornito seguendo modalità diverse, che possono essere complementari (aiuti di tipo progetto, sostegno a programmi settoriali, aiuto al bilancio pubblico di carattere generale o settoriale, assistenza umanitaria e in materia di prevenzione delle crisi, sostegno alla società civile e, tramite essa, convergenza di norme, standard e legislazioni, ecc.), a seconda di quelle che potrebbero rivelarsi più efficaci in ciascun paese.

60.

L'eliminazione della povertà è importante sia nei paesi partner a reddito medio sia in quelli a basso reddito. I paesi a basso reddito e i paesi meno avanzati devono affrontare enormi sfide nel conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio. Il sostegno ai paesi a basso reddito si fonderà su strategie intese a ridurre la povertà e presterà dovuta attenzione alla disponibilità dei servizi di base e all'accesso a tali servizi, alla diversificazione economica, alla sufficienza alimentare e ad un potenziamento del buon governo e delle istituzioni.

61.

Il sostegno ai paesi a reddito medio resta anch'esso importante per conseguire gli obiettivi del Millennio. Molti dei paesi a medio reddito sono confrontati alle stesse difficoltà dei paesi a basso reddito. Gran parte dei poveri nel mondo vive in questi paesi che spesso si confrontano con disuguaglianze palesi e con malgoverno, il che minaccia la sostenibilità del loro stesso processo di sviluppo. La Comunità continua pertanto a fornire un'assistenza finalizzata a ridurre la povertà o strategie analoghe. Vari paesi a reddito medio sono attori strategici che svolgono un ruolo rilevante in materia di politica, sicurezza e commercio, producono e tutelano beni pubblici globali e fungono da paesi di riferimento a livello regionale. Tuttavia, presentano una vulnerabilità agli shock interni ed esterni oppure soffrono per un conflitto o ne sono appena usciti.

62.

La politica di preadesione, nella misura in cui riguarda i paesi in via di sviluppo, mira a sostenere la prospettiva di adesione di paesi candidati e precandidati e la politica europea di vicinato mira inoltre a creare un partenariato privilegiato con i paesi limitrofi, ravvicinandoli all'Unione e offrendo loro di partecipare al mercato interno comunitario, continuando a sostenere il dialogo, le riforme e lo sviluppo socio-economico. Queste politiche sono chiaramente mirate all'integrazione, ma al contempo includono importanti aspetti legati allo sviluppo. Obiettivi di riduzione della povertà e di sviluppo sociale contribuiranno a costruire società più prospere, eque e pertanto stabili in paesi che sono prevalentemente in via di sviluppo. Lo strumento che può fornire assistenza tecnica e finanziaria per sostenere queste politiche comprenderà, ove opportuno, le migliori pratiche in materia di sviluppo per promuovere una gestione e un'attuazione efficaci. La politica che orienterà questo strumento sarà realizzata in un contesto più ampio, fissato nella politica europea di preadesione e di vicinato, e farà parte integrante di azioni esterne della Comunità di maggiore portata.

63.

La nuova configurazione proposta degli strumenti incentrati sulle politiche comunitarie e orizzontali (16) per l'aiuto comunitario può offrire il quadro adeguato ai vari contesti e alle condizioni del caso. In questo ambito, i programmi tematici sono sussidiari, complementari e definiti in funzione del loro valore aggiunto specifico rispetto ai programmi geografici.

2.2   Criteri oggettivi e trasparenti per l'assegnazione delle risorse

64.

Nell'ambito di dotazioni geografiche e tematiche globali, si ricorrerà a criteri oggettivi e trasparenti per l'assegnazione delle risorse, basati sulle esigenze e i risultati, e per la revisione del relativo uso, tenendo conto delle difficoltà specifiche incontrate dai paesi in conflitto o in crisi o esposti alle catastrofi naturali, nonché delle specificità dei diversi programmi.

65.

I criteri relativi ai fabbisogni includono la popolazione, il reddito pro capite, l'estensione della povertà, la ripartizione del reddito e il livello di sviluppo sociale; i criteri di efficacia includono i progressi a livello politico, economico e sociale, i progressi in materia di buon governo e l'assorbimento dell'aiuto, in particolare il modo in cui un paese sfrutta delle risorse limitate ai fini dello sviluppo, cominciando dalle proprie.

66.

La politica di sviluppo deve riflettere una ripartizione delle risorse che tenga conto degli effetti di queste ultime sulla riduzione della povertà. Pertanto, si deve prestare un'attenzione particolare alla situazione dei PMA e degli altri paesi a basso reddito nell'ambito di un approccio che comprende anche gli sforzi del governo dei paesi partner per ridurre la povertà, nonché dei loro risultati e delle capacità di assorbimento dell'aiuto. I PMA e i paesi a basso reddito saranno prioritari in termini di ripartizione globale delle risorse. La Comunità dovrebbe trovare il modo di riservare maggiore attenzione ai paesi più poveri, con particolare riguardo all'Africa. Un'adeguata attenzione sarà rivolta in particolare ai paesi a reddito medio-basso (MIC) molti dei quali si trovano ad affrontare problemi simili ai LIC.

3.   Rispondere alle necessità dei paesi partner

3.1   Il principio della concentrazione preservando la flessibilità

67.

Il principio della concentrazione orienterà la Comunità nella programmazione per paese e per regione: ciò è essenziale per assicurare l'efficacia dell'aiuto. La Comunità applicherà questo principio in tutti i suoi programmi per paese e per regione. Ciò comporta una selezione rigorosa, nel quadro del processo di programmazione dell'aiuto comunitario di un numero limitato di settori di azione, evitando di disperdere gli sforzi in settori troppo numerosi. La selezione sarà effettuata a livello dei paesi e delle regioni, per rispettare gli impegni presi in materia di partenariato, appropriazione e allineamento.

68.

Le priorità saranno identificate attraverso un dialogo trasparente e approfondito con i paesi partner, in base a un'analisi comune e in modo da garantire la complementarità con altri donatori, in particolare con gli Stati membri. Una sufficiente flessibilità nella programmazione permetterà inoltre di rispondere rapidamente a bisogni imprevisti.

69.

L'agenda dell'armonizzazione richiede che i donatori collaborino a sostegno delle politiche generali e settoriali dei paesi partner. La Comunità sosterrà i paesi partner quale forza motrice nella preparazione e nel coordinamento della programmazione pluriennale di tutto il sostegno dei donatori al paese. Le strategie intese a ridurre la povertà, che mirano al conseguimento degli obiettivi del Millennio per lo sviluppo, o le strategie nazionali equivalenti devono costituire il punto di partenza di questo sforzo.

3.2   Settori per l'azione della Comunità

70.

Il ruolo specifico e i vantaggi comparativi della Comunità portano a concentrare il contributo di quest'ultima in alcuni settori, dove ha vantaggi comparativi. Pertanto la Commissione svilupperà ulteriormente le proprie competenze e capacità in questi settori. Verrà prestata una particolare attenzione allo sviluppo delle capacità e competenze necessarie a livello di paese, secondo il processo di deconcentrazione e la titolarità dei paesi partner.

71.

Rispondendo alle necessità manifestate dai paesi partner, la Comunità sarà attiva principalmente nei seguenti settori, per una serie dei quali si prenderanno in considerazione i vantaggi comparati.

Il commercio e l'integrazione regionale

72.

In questo settore, la Comunità assisterà i paesi in via di sviluppo promuovendo una crescita equa e sostenibile dal punto di vista ambientale, l'integrazione corretta e progressiva nell'economia mondiale e collegando il commercio e la riduzione della povertà o altre strategie equivalenti. Le priorità in questo settore sono il rafforzamento delle istituzioni e delle capacità, per concepire ed applicare in maniera efficace politiche commerciali e di integrazione sane, e il sostegno al settore privato, per trarre profitto dalle nuove possibilità di scambi.

73.

Le azioni specifiche dipenderanno ampiamente dalle caratteristiche dei paesi partner. I paesi più poveri, in particolare i paesi meno avanzati e i paesi di piccole dimensioni, privi di sbocco sul mare o insulari chiedono che si esamini con particolare attenzione l'offerta e l'aumento della competitività del settore privato.

74.

Gli ostacoli al commercio risultano spesso più rilevanti tra paesi in via di sviluppo. L'integrazione regionale può ridurre tali ostacoli; nel caso dei paesi ACP, questo spiana la via ad accordi di partenariato economico. L'armonizzazione della regolamentazione del mercato unico comunitario va a vantaggio di vari paesi, ed in particolare di quelli che hanno l'UE come principale partner di scambi e di investimenti.

L'ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali

75.

La Comunità sosterrà gli sforzi e potenzierà le capacità dei paesi partner per integrare la dimensione ambientale nello sviluppo e li aiuterà a potenziare le loro capacità di attuare gli accordi multilaterali ambientali. La Comunità sarà particolarmente attenta a iniziative che garantiscano la gestione sostenibile e la conservazione delle risorse naturali, anche come fonte di reddito, e come mezzi per preservare e creare posti di lavoro, fonti di redditi rurali e di beni e servizi ambientali. A tal fine, la Comunità incoraggerà e sosterrà strategie nazionali e regionali e parteciperà a iniziative/organizzazioni europee o globali o vi contribuirà. Un sostegno più deciso all'attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite per la diversità biologica aiuterà a frenare la scomparsa di biodiversità e a promuovere la biosicurezza, nonché la gestione sostenibile della biodiversità. Per il controllo della desertificazione e la gestione sostenibile delle terre, la Comunità si concentrerà sull'attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione mediante l'integrazione efficace delle questioni di gestione sostenibile delle terre nelle strategie dei paesi in via di sviluppo. Per quanto riguarda la gestione sostenibile delle foreste, la Comunità sosterrà gli sforzi per combattere i disboscamenti illegali e presterà particolarmente attenzione all'applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT).

76.

Per quanto riguarda il cambiamento climatico, la Comunità si concentrerà sull'attuazione del piano d'azione dell'UE sui cambiamenti climatici nel contesto della cooperazione allo sviluppo, in stretta collaborazione con gli Stati membri. Il sostegno della CE ai paesi meno sviluppati e ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo s'incentrerà sull'adattamento agli effetti negativi dei cambiamenti climatici. La Comunità cercherà anche di favorire la gestione sostenibile delle sostanze chimiche e dei rifiuti, tenendo particolarmente conto dei legami con le questioni sanitarie.

Infrastrutture, comunicazioni e trasporti

77.

La Comunità promuoverà un approccio settoriale sostenibile per i trasporti. Tale approccio sarà basato sui principi della titolarità e della determinazione delle priorità dei paesi partner mediante la lotta contro la povertà o strategie equivalenti, rispondendo ai bisogni dei paesi partner, assicurando la sicurezza, l'accessibilità e l'efficienza dei trasporti e riducendo quanto più possibile l'impatto negativo sull'ambiente. La strategia applicata per la fornitura dei trasporti è sostenibile a livello economico, finanziario, ambientale e istituzionale.

78.

La Comunità risponderà, nell'ambito delle dotazioni di bilancio disponibili, alla crescente domanda, in particolare dei paesi africani, di aumentare il finanziamento delle infrastrutture, comprese le infrastrutture economiche, dei donatori, a sostegno degli sforzi volti a debellare la povertà. La Comunità offrirà appoggio a vari livelli. Punto di partenza sarà il livello nazionale, nel cui ambito gli aiuti saranno essenzialmente incanalati attraverso le strategie dei paesi partner, assicurando un equilibrio ottimale tra investimenti e manutenzione. A livello regionale e continentale la Comunità avvierà un partenariato per le infrastrutture, che affiancherà l'operato delle comunità economiche regionali e di altri partner di rilievo, compreso il settore privato. Il partenariato con il settore privato fruirà di un sostegno.

79.

La Comunità sosterrà inoltre un maggior uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per colmare il divario digitale. Rafforzerà inoltre il suo sostegno alla ricerca collegata allo sviluppo.

Risorse idriche e energia

80.

Il quadro strategico comunitario per la gestione integrata delle risorse idriche mira ad assicurare un approvvigionamento sufficiente in acqua potabile di buona qualità, nonché adeguate condizioni sanitarie e di igiene per tutti, in linea con gli MDG e gli obiettivi del Millennio ed agli obiettivi di Johannesburg. Mira inoltre ad istituire un quadro per la protezione a lungo termine di tutte le risorse idriche, evitando un ulteriore degrado e promuovendo un uso sostenibile dell'acqua.

81.

L'iniziativa europea per l'acqua contribuisce a conseguire questi obiettivi strategici. Gli elementi chiave sono i seguenti: rafforzare l'impegno politico ad agire; mettere in evidenza le questioni dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari nel contesto degli sforzi intesi a lottare contro la povertà e dello sviluppo sostenibile, promuovere migliori formule di gestione delle risorse idriche; sostenere la cooperazione regionale e subregionale in materia di gestione delle risorse idriche e catalizzare finanziamenti supplementari.

82.

Ampie fasce della popolazione dei paesi in via di sviluppo non hanno accesso a servizi energetici moderni e dipendono da sistemi inefficienti e costosi di approvvigionamento di energia per uso domestico. La politica comunitaria mira pertanto essenzialmente a favorire un ambiente istituzionale e finanziario sano, a sensibilizzare e a sviluppare le capacità, nonché ad ottenere finanziamenti al fine di migliorare l'accesso a servizi energetici moderni, di costo ragionevole, sostenibili, efficienti, puliti (anche da fonti rinnovabili di energia) tramite l'iniziativa europea per l'energia e altre iniziative internazionali e nazionali. Saranno inoltre compiuti sforzi per sostenere il salto tecnologico in settori quali l'energia e i trasporti.

Sviluppo rurale, pianificazione del territorio, agricoltura e sicurezza alimentare

83.

L'agricoltura e lo sviluppo rurale hanno un ruolo essenziale nella lotta contro la povertà e nella crescita. Per rilanciare gli investimenti in questi settori, la Comunità sosterrà uno sviluppo territoriale autonomamente determinato dai singoli paesi, partecipativo, decentrato e sostenibile sotto il profilo ambientale, mirante ad accentuare la partecipazione dei beneficiari sia all'identificazione delle priorità di investimento che alla gestione delle risorse, per sostenere l'emergere di veri poli di sviluppo locale, nel rispetto della capacità degli ecosistemi. Affinché i risultati siano sostenibili è essenziale promuovere, a tutti i livelli, un contesto strategico coerente e favorevole.

84.

La Comunità continuerà ad adoperarsi per migliorare la sicurezza alimentare a livello internazionale, regionale e nazionale. Sosterrà approcci strategici nei paesi che versano in condizioni di vulnerabilità cronica. L'accento sarà posto sulla prevenzione, le reti di sicurezza, il miglioramento dell'accesso alle risorse, la qualità nutrizionale e lo sviluppo delle capacità. Particolare attenzione sarà prestata alle situazioni di transizione ed all'efficacia dell'aiuto d'urgenza.

85.

Per quanto riguarda l'agricoltura, la Comunità concentrerà il suo impegno sull'accesso alle risorse (terra, acqua, finanze), sull'intensificazione sostenibile della produzione (se del caso e in particolare nei paesi meno avanzati), sulla competitività sui mercati regionali ed internazionali e sulla gestione dei rischi (nei paesi che dipendono dai prodotti di base). Per assicurare che lo sviluppo tecnologico sia favorevole ai paesi in via di sviluppo, la Comunità sosterrà la ricerca agricola a livello globale.

Buon governo, democrazia, diritti dell'uomo e sostegno alle riforme economiche e istituzionali

86.

Ai fini della lotta contro la povertà e dello sviluppo sostenibile è essenziale compiere progressi in materia di protezione dei diritti dell'uomo, buon governo e democratizzazione (17). Tutti dovrebbero godere di tutti i diritti dell'uomo in linea con gli accordi internazionali. Su tale base la Comunità promuoverà il rispetto dei diritti dell'uomo per tutti, in collaborazione con gli attori governativi e non governativi nei paesi partner. La Comunità si adopererà attivamente per promuovere i diritti dell'uomo quale parte integrante di un dialogo nazionale partecipativo in materia di buon governo. Promuovere il buon governo richiede un approccio pragmatico basato sul contesto specifico di ciascun paese. La Comunità promuoverà attivamente un dialogo nazionale partecipativo in materia di buon governo in settori quali la lotta contro la corruzione, la riforma del settore pubblico, l'accesso alla giustizia e la riforma dell'ordinamento giudiziario. Questo aspetto è essenziale per realizzare programmi di riforme determinati autonomamente dai singoli paesi in un contesto di responsabilità e in condizioni istituzionali favorevoli alla difesa dei diritti dell'uomo, dei principi democratici e dello stato di diritto.

87.

Nell'ottica di un miglioramento della legittimità e dell'attendibilità delle riforme condotte autonomamente dai singoli paesi, la Comunità promuoverà un alto livello di impegno politico a favore di tali riforme. Sosterrà inoltre, come parte di questo processo, il decentramento e le autorità locali nonché il rafforzamento del ruolo dei parlamenti, promuoverà la sicurezza umana dei poveri e il consolidamento dei processi nazionali intesi ad assicurare elezioni libere, regolari e trasparenti. La Comunità promuoverà i principi di governance democratica nei settori finanziario, tributario e giudiziario.

88.

La Comunità continuerà ad essere un attore essenziale, coordinandosi con le istituzioni di Bretton Woods, nel sostenere le riforme economiche e istituzionali, comprese le strategie di indagine della povertà (SRP), avviando un dialogo con i governi impegnati in tali programmi ed offrendo loro assistenza finanziaria. La Comunità manterrà viva la sua attenzione per l'impatto delle riforme, in termini di crescita, di miglioramento del clima imprenditoriale, di stabilità macroeconomica e di effetti sull'alleviamento della povertà. Incentrando il suo dialogo sui risultati la Comunità promuoverà una reale titolarità nazionale delle riforme. Sarà inoltre posto un accento particolare sul miglioramento della gestione delle finanze pubbliche, elemento fondamentale per combattere la corruzione e promuovere una spesa pubblica efficiente.

Prevenzione dei conflitti e Stati fragili

89.

La Comunità, nell'ambito delle rispettive competenze delle sue istituzioni, svilupperà un approccio globale di prevenzione della fragilità degli Stati, dei conflitti, delle catastrofi naturali e di altri tipi di crisi. Al riguardo la Comunità sosterrà gli sforzi dei paesi partner e delle organizzazioni regionali volti a potenziare i sistemi di allarme preventivo, il governo democratico e le capacità istituzionali. La Comunità, in stretta collaborazione e in stretto coordinamento con le strutture esistenti del Consiglio, svilupperà anche la sua capacità di riconoscere i segni precoci di fragilità di uno Stato, migliorando l'analisi e il monitoraggio congiunti nonché la valutazione degli Stati difficili, fragili e in dissoluzione con altri donatori. Inoltre attuerà attivamente i principi dell'OCSE per il buon impegno internazionale negli Stati fragili in tutta la programmazione.

90.

Nelle situazioni di partenariato difficile, di Stati fragili o in dissoluzione, le priorità immediate della Comunità saranno offrire servizi di base e soddisfare fabbisogni tramite una collaborazione con la società civile e le organizzazioni delle Nazioni Unite. Il traguardo a lungo termine dell'impegno comunitario è accrescere la titolarità nazionale e continuare a creare istituzioni statali legittime, efficaci e stabili nonché a promuovere una società civile attiva ed organizzata, in partenariato con il paese interessato.

91.

La Comunità continuerà a sviluppare piani globali per i paesi che presentano pericoli significativi di conflitto, che dovrebbero riguardare tutte le politiche che possono aggravare o ridurre il rischio di conflitto.

92.

Essa manterrà il proprio sostegno alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti e all'instaurazione della pace, esaminando le cause principali dei conflitti violenti, in particolare la povertà, il degrado, lo sfruttamento e le disuguaglianze in materia di suddivisione delle terre e delle risorse naturali e di accesso alle stesse, un governo debole, le violazioni dei diritti dell'uomo e la disuguaglianza dei sessi. Essa promuoverà anche il dialogo, la partecipazione e la riconciliazione, allo scopo di favorire la pace e prevenire le ondate di violenza.

Sviluppo umano

93.

Il quadro politico comunitario in materia di sviluppo umano per sanità, istruzione, cultura e parità di genere persegue un miglioramento della vita delle persone, conformemente agli obiettivi di sviluppo del Millennio, mediante un'azione a livello globale e dei singoli paesi. Esso sarà guidato dal principio dell'investimento nelle persone e della loro valorizzazione, promuovendo la parità di genere e l'equità.

94.

Gli obiettivi di sviluppo del Millennio non possono essere raggiunti senza conseguire progressi nella realizzazione dell'obiettivo della salute e dei diritti universali sessuali e riproduttivi come stabilito nell'Agenda del Cairo della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo. Per far fronte al devastante impatto dell'HIV/AIDS, della tubercolosi e della malaria nei paesi in via di sviluppo, sarà elaborata una tabella di marcia per le azioni congiunte dell'UE sul Programma di azione europeo. La Comunità sosterrà la piena attuazione delle strategie intese a promuovere la salute e i diritti sessuali e riproduttivi e collegherà la lotta contro l'HIV/AIDS al sostegno alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi. La Comunità affronterà inoltre la straordinaria crisi in materia di risorse umane presso i prestatori di cure sanitarie, accordando un finanziamento equo per la salute, rafforzando i sistemi sanitari al fine di promuovere migliori risultati sanitari e rendendo il costo dei farmaci più abbordabile per i poveri.

95.

Gli indicatori di efficienza connessi con gli obiettivi di sviluppo del Millennio saranno rafforzati per collegare meglio il settore e il sostegno finanziario ai progressi nel conseguimento di detti obiettivi e per garantire un finanziamento adeguato di sanità e istruzione.

96.

La Comunità intende contribuire all'iniziativa «Istruzione per tutti». Le priorità nel settore educativo sono un'istruzione primaria di qualità e la formazione professionale nonché la lotta alle disuguaglianze. Si presterà particolare attenzione alla promozione dell'istruzione delle bambine e alla loro sicurezza in ambiente scolastico. Saranno sostenuti lo sviluppo e l'attuazione di piani settoriali con un radicamento nazionale e la partecipazione ad iniziative tematiche regionali e globali nel settore educativo.

La coesione sociale e l'occupazione

97.

Nel contesto dell'eliminazione della povertà, la Comunità mira a prevenire l'esclusione sociale e a combattere le discriminazioni contro qualsiasi gruppo. Promuoverà il dialogo e la protezione sociali, in particolare per affrontare la disuguaglianza di genere, tutelare i diritti delle popolazioni autoctone, proteggere i minori dalla tratta degli esseri umani, dai conflitti armati e dalle peggiori forme di lavoro minorile e discriminazione e affrontare la condizione dei disabili.

98.

Saranno sostenute le politiche sociali e fiscali volte a promuovere l'equità. Le azioni prioritarie comprenderanno il sostegno alle riforme fiscali e della sicurezza sociale, la responsabilità sociale delle imprese, la crescita a favore dei poveri e l'occupazione.

99.

L'occupazione è un fattore essenziale per giungere ad un livello elevato di coesione sociale. La Comunità promuoverà gli investimenti che generano posti di lavoro e sostengono lo sviluppo delle risorse umane. La Comunità promuoverà al riguardo un lavoro dignitoso per tutti, conformemente all'agenda dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL).

3.3.   Un rafforzamento dell'approccio di integrazione («mainstreaming»)

100.

Talune problematiche richiedono, oltre all'attuazione di azioni e di politiche specifiche, un approccio di integrazione, poiché rappresentano anche dei principi generali applicabili a qualsiasi tipo di iniziativa e necessitano di uno sforzo multisettoriale.

101.

In tutte le attività la Comunità applicherà un approccio rafforzato di integrazione delle seguenti questioni orizzontali: la promozione dei diritti dell'uomo, la parità di genere, la democrazia, il buon governo, i diritti dei bambini e delle popolazioni autoctone, la sostenibilità ambientale e lotta contro l'HIV/AIDS. Tali questioni orizzontali sono al contempo obiettivi in sé e fattori cruciali per il rafforzamento dell'impatto e della sostenibilità della cooperazione.

102.

La Commissione rilancerà questo approccio utilizzando tutte le risorse di cui essa dispone in maniera sistematica e strategica (18). Innanzi tutto garantirà che i suoi servizi sviluppino la capacità di attuare questa politica. Intensificherà il dialogo con i paesi partner per promuovere l'integrazione di tali questioni nelle politiche e nelle strategie di riduzione della povertà (SRP) nazionali. Agevolerà inoltre l'instaurazione di reti di competenza e di assistenza tecnica.

Democrazia, buon governo, diritti dell'uomo, diritti dei bambini e delle popolazioni autoctone

103.

La democrazia, il buon governo, i diritti dell'uomo e i diritti dei bambini e delle popolazioni autoctone saranno promossi in partenariato con tutti i paesi che ricevono l'assistenza comunitaria allo sviluppo. Tali questioni dovrebbero essere sistematicamente incluse negli strumenti comunitari di sviluppo tramite tutti i documenti di strategia regionali e per paese. Il principio fondamentale per la tutela dei diritti delle popolazioni autoctone nella cooperazione allo sviluppo è garantire la loro partecipazione e l'assenso libero e preliminare in conoscenza di causa delle comunità interessate.

Parità di genere

104.

L'uguaglianza tra uomini e donne e la partecipazione attiva di entrambi i generi a tutti gli aspetti del progresso sociale sono i presupposti fondamentali per la riduzione della povertà. L'aspetto di genere deve essere affrontato in stretto collegamento con la riduzione della povertà, lo sviluppo sociale e politico e la crescita economica, e integrato in tutti gli aspetti della cooperazione allo sviluppo. La parità di genere sarà promossa attraverso il sostegno a pari diritti, accesso e controllo in relazione alle risorse e a pari voce in capitolo nella politica e nell'economia.

Sostenibilità ambientale

105.

La Comunità sosterrà gli sforzi dei paesi partner (governi e società civile) volti a integrare la dimensione ambientale nello sviluppo, compresa l'attuazione degli accordi multilaterali ambientali (19). Essa contribuirà inoltre a potenziarne le capacità al riguardo. La protezione dell'ambiente deve essere inclusa nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche comunitarie, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile.

HIV/AIDS

106.

In tutti i paesi la lotta all'HIV/AIDS è definita un impegno che accomuna trasversalmente settori e istituzioni. Permane la necessità di integrare questa problematica in numerose attività che non sono direttamente collegate ad essa e nei programmi di lavoro del sostegno settoriale specifico.

3.4.   Sostegno ad iniziative e fondi mondiali

107.

La Commissione continuerà a contribuire ad iniziative mondiali palesemente connesse agli obiettivi di sviluppo del Millennio e a beni pubblici mondiali. Le iniziative e i fondi mondiali sono potenti strumenti per avviare nuove azioni politiche o potenziare le azioni esistenti, quando la loro portata risulti insufficiente, e riescono a sensibilizzare l'opinione pubblica e a suscitare il suo appoggio più efficacemente delle tradizionali istituzioni di aiuto. Questo tipo di aiuti dovrebbe affiancare le strategie nazionali, contribuire al dialogo con i paesi e mirare all'integrazione dei fondi nei loro cicli di bilancio.

108.

Occorrerà valutare caso per caso il valore aggiunto delle iniziative e dei fondi mondiali, previa consultazione della Commissione con gli Stati membri e, laddove opportuno, con il Parlamento europeo per quanto riguarda le disposizioni di bilancio. La Commissione determinerà criteri che permetteranno di decidere sulla partecipazione e il contributo della Comunità ai fondi mondiali. Essa darà la priorità alle iniziative che contribuiscono a conseguire gli obiettivi di sviluppo del Millennio e ad aumentare la disponibilità di beni pubblici globali.

3.5.   Coerenza delle politiche a favore dello sviluppo

109.

La Commissione e gli Stati membri appronteranno un programma di lavoro aperto sull'attuazione delle conclusioni del Consiglio, del maggio 2005, sulla coerenza delle politiche a favore dello sviluppo. Detto programma di lavoro indicherà varie priorità di azione, definirà i compiti e le responsabilità del Consiglio, degli Stati membri e della Commissione e fisserà l'ordine sequenziale e i calendari, in modo che politiche diverse da quelle di aiuto possano agevolare il conseguimento degli MDG da parte dei paesi in via di sviluppo. La Commissione rafforzerà i suoi strumenti esistenti, segnatamente la valutazione dell'impatto e le consultazioni con i paesi in via di sviluppo nella formulazione e nell'attuazione delle politiche, e ne esaminerà di nuovi, qualora sia necessario, a sostegno di una maggiore coerenza delle politiche per lo sviluppo.

110.

A prescindere dai progressi in altri impegni relativi alle politiche di sviluppo, si riserverà un'attuazione urgente agli impegni e alle azioni relativi all'immigrazione. A questo riguardo, la Commissione mirerà ad includere le questioni in materia di migrazione e rifugiati nelle strategie nazionali e regionali e nei partenariati con i paesi interessati, e a promuovere le sinergie tra migrazione e sviluppo affinché la migrazione divenga una forza positiva per quest'ultimo. Essa sosterrà i paesi in via di sviluppo nelle loro politiche di gestione dei flussi migratori, come pure nei loro sforzi volti a combattere la tratta di esseri umani al fine di garantire che i diritti umani dei migranti siano rispettati.

4.   Una gamma di modalità secondo le necessità e l'efficienza

111.

La Comunità dispone di una vasta gamma di modalità di applicazione dell'aiuto allo sviluppo, che le permette di far fronte a differenti necessità in vari contesti. Esse sono disponibili per tutti i programmi geografici e tematici e costituiscono un vero e proprio valore aggiunto comunitario.

112.

L'assistenza comunitaria, sotto forma di sostegno sia a progetti sia a programmi settoriali o a bilanci settoriali o generali, dovrebbe appoggiare i paesi partner nella lotta contro la povertà o in strategie equivalenti. La scelta delle modalità più adeguate dell'aiuto comunitario per ciascun paese si effettuerà nel quadro del ciclo di programmazione che deve essere sempre più allineato con i processi di preparazione delle politiche settoriali e di attuazione dei bilanci nazionali.

113.

Ove le circostanze lo consentano, la modalità preferita di appoggio a riforme economiche e fiscali e all'attuazione di strategie di riduzione della povertà sarà il sostegno al bilancio per settori specifici o per il programma generale di spesa pubblica. Essa permetterà agli Stati beneficiari di far fronte all'aumento dei bilanci di funzionamento, favorirà l'armonizzazione e l'allineamento con le politiche nazionali, contribuirà a ridurre i costi di transazione e incoraggerà un approccio basato sui risultati. Siffatti programmi generalmente richiederanno il sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali, con cui si coordinerà quello della Comunità. Il valore aggiunto della complementarità del contributo UE e la complementarità supplementare dovrebbero essere chiaramente definiti. Le capacità di gestione finanziaria dei paesi beneficiari dovrebbe essere rafforzata e controllata rigorosamente.

114.

L'erogazione di un diretto sostegno al bilancio sarà effettuata nel rispetto delle raccomandazioni espresse negli orientamenti forniti dalla buona pratica del CAS/OCSE sugli aiuti al bilancio pubblico, in particolare in termini di allineamento, coordinamento e condizioni. Gli orientamenti relativi all'erogazione di sostegno al bilancio che si applicheranno a tutti i paesi partner e saranno rafforzati stabilendo precisi parametri e monitorando gli indicatori definiti per verificare l'efficacia di questa modalità di aiuto.

115.

La Comunità si avvarrà coerentemente di un approccio incentrato sui risultati e basato su indicatori di avanzamento. La condizionalità evolverà sempre più verso un concetto di «contratto» basato su impegni reciproci negoziati e formulati in termini di risultati.

116.

L'approccio microfinanziario è stata un'importante innovazione degli ultimi anni. Esso continuerà ad essere sviluppato ponendo l'accento sulla costruzione di capacità e su organizzazioni dotate di pertinenti conoscenze specialistiche.

117.

La riduzione del debito, assimilabile a un aiuto indiretto al bilancio pubblico, che presenta costi di transazione limitati e favorisce il coordinamento e l'armonizzazione dei finanziatori, potrebbe, ove ciò sia necessario ed opportuno, aiutare i paesi a ridurre la propria vulnerabilità nei confronti delle situazioni di shock esterni.

118.

L'aiuto comunitario continuerà ad essere fornito essenzialmente in forma di doni, il che si adatta in particolare alla situazione dei paesi più poveri e a limitata capacità di rimborso.

119.

Al fine di assicurare un'ottimizzazione degli effetti sui paesi beneficiari, si dovrebbero rafforzare le sinergie tra i programmi sostenuti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e da altre istituzioni finanziarie e quelli finanziati dalla Comunità. La BEI svolge un ruolo sempre più importante nell'attuazione dell'aiuto comunitario, mediante investimenti nelle imprese private e pubbliche nei paesi in via di sviluppo.

120.

Al fine di migliorare l'efficacia degli aiuti multilaterali, la Comunità rafforzerà altresì la sua cooperazione con il sistema delle Nazioni Unite, con istituzioni finanziarie internazionali e con altre organizzazioni e agenzie internazionali rilevanti per le azioni in cui tale cooperazione offre un plusvalore.

121.

La Comunità realizzerà progressi definendo una serie di linee guida per l'intervento nei paesi in crisi o che escono da una crisi, garantendo un adeguamento per quanto riguarda tanto le procedure di assegnazione delle risorse quanto le modalità di intervento, preoccupandosi di rispondere in modo rapido e flessibile con una gamma diversificata di interventi.

5.   Progressi nelle riforme di gestione

122.

Nel 2000 la Commissione ha varato un programma di riforme intese ad accelerare l'attuazione dell'assistenza esterna della Comunità e a migliorare la qualità della fornitura dell'aiuto. Tale programma ha prodotto i seguenti risultati: i) una migliore programmazione nell'ambito di un ciclo progettuale coerente incentrato sull'eliminazione della povertà; ii) la creazione di un'entità unica — EuropeAid — incaricata dell'attuazione dell'assistenza; iii) il completamento di un processo di devoluzione che affida attualmente a 80 delegazioni la responsabilità della gestione dell'aiuto; iv) il potenziamento delle risorse umane per accelerare l'attuazione; v) il miglioramento dei metodi di lavoro attraverso procedure armonizzate e semplificate, migliori sistemi informativi e un personale più adeguatamente formato; vi) l'innalzamento della qualità tramite un processo di sostegno della qualità e di monitoraggio di tutte le fasi della gestione del progetto; vii) un'attuazione più rapida dell'assistenza.

123.

Sono ancora necessari miglioramenti e si continua a realizzarne. A livello esterno, l'agenda di coordinamento e armonizzazione con gli altri donatori avrà un notevole impatto positivo sulla fornitura dell'aiuto. A livello interno, la Commissione continuerà a semplificare le procedure, a favorire una maggiore devoluzione alle delegazioni, a precisare le interazioni fra delegazioni e organi centrali e a migliorare i sistemi informativi. In questo contesto, si presterà maggiore attenzione alla qualità di progetti e programmi in entrata, attraverso un processo rafforzato di sostegno alla qualità. Ciò richiederà anche una più precisa individuazione di un numero limitato di settori bersaglio (e di un numero limitato di attività all'interno di essi) per ciascun paese partner. Durante la fase di attuazione si dovrebbero utilizzare meglio gli strumenti di verifica e, alla chiusura dei programmi, le valutazioni dovrebbero evidenziare in modo più chiaro i dati da utilizzare per il processo di programmazione e individuazione.

6.   Verifica e valutazione

Insegnamenti da trarre dalla valutazione della DPS del 2000

124.

Dalla valutazione della politica di sviluppo della Comunità europea nel 2000 e dal suo impatto sull'aiuto comunitario emergono molti importanti insegnamenti. Fra essi si possono citare la necessità di rispecchiare i recenti impegni internazionali per lo sviluppo, come quelli assunti nelle conferenze dell'ONU, e i progressi compiuti verso le migliori pratiche nel campo dello sviluppo, come il sostegno al bilancio e la dichiarazione di Parigi. È necessario inoltre che la DPS sia sentita maggiormente propria da tutte le parti della Commissione e sia largamente accettata nel Parlamento europeo. Essa dovrebbe essere costantemente applicata nei programmi comunitari di sviluppo in tutti i paesi in via di sviluppo. Questi insegnamenti sono stati tratti in occasione dell'approvazione della nuova dichiarazione; di essi si terrà pienamente conto nella futura attuazione dell'aiuto comunitario in tutti i paesi in via di sviluppo.

Controllare l'attuazione futura

125.

La Commissione dovrebbe elaborare una serie di obiettivi misurabili per attuare questa politica e dovrebbe valutarne regolarmente i progressi nella relazione annuale sull'attuazione della politica di sviluppo della Comunità europea.

126.

La Commissione si assicurerà che tutti i suoi servizi e le sue delegazioni che gestiscono la programmazione e l'attuazione dell'aiuto comunitario allo sviluppo utilizzino questa politica di sviluppo della Comunità europea come punto di riferimento fondamentale per gli obiettivi e principi comunitari per l'attuazione dell'insieme della cooperazione allo sviluppo.


(1)  L'UE include gli Stati membri e la Comunità europea.

(2)  I paesi in via di sviluppo sono tutti i destinatari dell'elenco dell'Aiuto pubblico allo sviluppo (APS) che dovrà essere deciso dall'OCSE/DAC nell'aprile 2006.

(3)  Cooperazione allo sviluppo comunitaria basata sugli articoli 177-181 del trattato che istituisce la Comunità europea.

(4)  Le attività di cooperazione allo sviluppo degli Stati membri sono definiti APS, come convenuto dall'OCSE/DAC.

(5)  I programmi d'azione adottati nelle conferenze ONU del 1990 nei settori sociale, economico, ambientale, dei diritti umani, della popolazione, della sanità riproduttiva e della parità di genere e riaffermati nel 2002-2005 attraverso la dichiarazione del Millennio e gli obiettivi di sviluppo del Millennio (2000), a Monterrey (2002), lo sviluppo sostenibile di Johannesburg (2002), il vertice di riesame del Millennio (2005).

(6)  Definiti nel programma UE sulla prevenzione dei conflitti violenti, Consiglio europeo di Göteborg, giugno 2001.

(7)  Nelle conclusioni del Consiglio del maggio 2005 si afferma: gli Stati membri che non hanno ancora raggiunto un livello dello 0,51 % di APS/RNL si impegnano a raggiungere tale livello entro il 2010 nell'ambito dei rispettivi processi di dotazioni di bilancio, mentre quelli che hanno già superato tale livello si impegnano a proseguire i loro sforzi. Gli Stati membri che hanno aderito all'UE dopo il 2002 e che non hanno raggiunto un livello dello 0,17 % di APS/RNL si adopereranno per aumentare il loro APS per raggiungere tale livello entro il 2010 nell'ambito dei rispettivi processi di dotazioni di bilancio, mentre quelli che si trovano già al disopra di tale livello si impegnano a proseguire i loro sforzi. Gli Stati membri si impegnano a raggiungere l'obiettivo dello 0,7 % di APS/RNL entro il 2015 mentre quelli che hanno già raggiunto tale obiettivo si impegnano a rimanere al di sopra di tale livello. Gli Stati membri che hanno aderito all'UE dopo il 2002 si adopereranno per aumentare entro il 2015 il loro APS/RNL fino allo 0,33 %.

(8)  Nel 2003, l'UE ha assegnato ai paesi a basso reddito, in media, il 67 % degli aiuti, esclusi gli Stati membri che hanno aderito nel 2004 (dati OCSE CAS).

(9)  Dichiarazione di Roma del febbraio 2003 e dichiarazione di Parigi del marzo 2005.

(10)  Ciò comprende le conclusioni del Consiglio del novembre 2004 su «Migliorare il coordinamento, l'armonizzazione e l'allineamento: il contributo dell'Unione europea».

(11)  Le conclusioni del Consiglio del maggio 2005 confermano che l'UE continua ad adoperarsi per l'attuazione degli obiettivi contenuti nella comunicazione della Commissione sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo nei seguenti settori: commercio, ambiente, cambiamenti climatici, sicurezza, agricoltura, pesca, dimensione sociale della globalizzazione, promozione dell'occupazione e di un lavoro dignitoso, migrazione, ricerca e innovazione, società dell'informazione, trasporti ed energia.

(12)  Per componente di aiuto allo sviluppo s'intende ogni aiuto pubblico allo sviluppo (APS) elencato dal Comitato per l'Aiuto allo Sviluppo (CAS) dell'OCSE.

(13)  La cooperazione comunitaria allo sviluppo è basata sugli articoli da 177 a 181 del trattato che istituisce la Comunità europea.

(14)  In tutti i 12 settori di cui alle conclusioni del Consiglio del maggio 2005 e all'acclusa comunicazione sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo.

(15)  Assunti nel quadro della dichiarazione di Parigi del marzo 2005.

(16)  La proposta della Commissione al Consiglio e al Parlamento si fonda su tre regolamenti incentrati sulle politiche comunitarie: la politica di prossimità e partenariato, la cooperazione allo sviluppo e la cooperazione economica e la pre-adesione all'UE, e tre strumenti orizzontali: per l'aiuto umanitario, la stabilità e l'assistenza macrofinanziaria.

(17)  La comunicazione del 2003 sul Governance e sviluppo ha enunciato la definizione e l'approccio della Comunità europea in materia di buon governo.

(18)  Le valutazioni ambientali strategiche ed analisi di impatto in termini di uguaglianza uomo/donna saranno effettuate sistematicamente, anche nel quadro degli aiuti del bilancio generale («approccio ecologico al bilancio») e settoriali.

(19)  Clima, biodiversità, desertificazione, rifiuti e prodotti chimici.


Dichiarazione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio

Qualora uno Stato membro desiderasse rivedere l'applicabilità della presente dichiarazione a un determinato paese a seguito della decisione dell'OCSE/DAC dell'aprile 2006, il Consiglio esaminerà la questione.