12.4.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

LI 124/1


REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2021/584 DEL CONSIGLIO

dell’12 aprile 2021

che attua il regolamento (UE) n. 359/2011, concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone, entità e organismi in considerazione della situazione in Iran

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,

visto il regolamento (UE) n. 359/2011 del Consiglio, del 12 aprile 2011, concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone, entità e organismi in considerazione della situazione in Iran (1), in particolare l’articolo 12, paragrafo 1,

vista la proposta dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,

considerando quanto segue:

(1)

Il 12 aprile 2011 il Consiglio ha adottato il regolamento (UE) n. 359/2011.

(2)

L’8 dicembre 2019 l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha formulato una dichiarazione a nome dell’Unione in cui deplora il diffuso e sproporzionato ricorso alla forza da parte delle forze di sicurezza iraniane, che ha portato a un alto di numero di morti e feriti durante la risposta alle dimostrazioni del novembre 2019. Nella dichiarazione afferma inoltre che l’Unione si aspetta che tutti gli autori di atti di violenza rispondano delle loro azioni e ha esortato le autorità iraniane a far sì che si svolgano indagini trasparenti e credibili per accertare il numero di morti e di persone arrestate nonché per garantire un giusto processo a tutti i detenuti. Inoltre, in risposta alla decisione dell’Iran di bloccare l’accesso Internet alle reti globali per oltre una settimana, impedendo la comunicazione e il libero flusso di informazioni ai cittadini iraniani, nella dichiarazione sottolinea che i diritti fondamentali, come la libertà di espressione e di riunione, devono sempre essere rispettati.

(3)

In tale contesto, e in linea con l’impegno dell’Unione di affrontare con l’Iran tutte le questioni che destano preoccupazione, compresa la situazione dei diritti umani, otto persone e tre entità dovrebbero essere inserite nell’elenco delle persone fisiche e giuridiche, delle entità e degli organismi oggetto delle misure restrittive riportato nell’allegato I del regolamento (UE) n. 359/2011.

(4)

È pertanto opportuno modificare di conseguenza l’allegato I del regolamento (UE) n. 359/2011,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1

L’allegato I del regolamento (UE) n. 359/2011 è modificato conformemente all’allegato del presente regolamento.

Articolo 2

Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Fatto a Bruxelles, l’12 aprile 2021

Per il Consiglio

La presidente

A. P. ZACARIAS


(1)  GU L 100 del 14.4.2011, pag. 1.


ALLEGATO

Le persone e entità seguenti sono aggiunte all’elenco delle persone fisiche e giuridiche, delle entità e degli organismi riportato nell’allegato I del regolamento (UE) n. 359/2011:

 

Persone

 

Nome

Informazioni identificative

Motivi

Data di inserimento nell’elenco

«88.

SOLEIMANI Gholamreza

Luogo di nascita: Farsan (Iran)

Data di nascita: 1343 (anno iraniano), 1964 o 1965 (calendario occidentale)

Cittadinanza: iraniana

Sesso: maschile

Carica: capo dell’organizzazione Basij del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC)

Gholamreza Soleimani è il capo dell’organizzazione Basij. L’organizzazione Basij ha fatto ricorso alla forza letale per reprimere le proteste del novembre 2019 in Iran, causando morti e feriti tra i manifestanti disarmati e altri civili in molte città del paese. In qualità di capo dell’organizzazione Basij, Gholamreza Soleimani è responsabile della repressione violenta delle proteste e di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

12.4.2021

89.

SALAMI Hossein (alias: SALAMI Hussain)

Luogo di nascita: Vaneshan, Golpayegan (Iran)

Data di nascita: 1339 (anno iraniano), 1960 o 1961 (calendario occidentale)

Cittadinanza: iraniana

Sesso: maschile

Carica: comandante in capo del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC)

Grado: generale di divisione

Dall’aprile 2019 Hossein Salami è il comandante in capo dell’IRGC, che comprende la milizia Basij, ed è membro del Consiglio di sicurezza nazionale. Le forze regolari dell’IRGC e la milizia Basij hanno fatto ricorso alla forza letale per reprimere le proteste del novembre 2019 in Iran, causando morti e feriti tra i manifestanti disarmati e altri civili in molte città del paese. In qualità di membro del Consiglio di sicurezza nazionale, Hossein Salami ha partecipato alle sessioni nelle quali è stato ordinato di ricorrere alla forza letale per reprimere le proteste del novembre 2019. Hossein Salami è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

12.4.2021

90.

KARAMI Hassan

Cittadinanza: iraniana

Sesso: maschile

Carica: comandante delle unità speciali della polizia iraniana

Hassan Karami è il comandante delle unità speciali della polizia iraniana. Le unità speciali hanno fatto ricorso alla forza letale per reprimere le proteste del novembre 2019 in Iran, causando morti e feriti tra i manifestanti disarmati e altri civili in molte città del paese. In qualità di comandante delle unità speciali che hanno causato morti e feriti tra i manifestanti disarmati e altri civili, Hassan Karami è responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

12.4.2021

91.

PAKPOUR Mohammad (alias: PAKPUR Mohammad)

Luogo di nascita: Arak (Iran)

Data di nascita: 1340 (anno iraniano), 1961 (calendario occidentale)

Cittadinanza: iraniana

Sesso: maschile

Carica: comandante in capo delle forze di terra del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC)

Grado: generale di brigata

Mohammad Pakpour è comandante in capo delle forze di terra dell’IRGC dal marzo 2010. Le forze di terra dell’IRGC hanno fatto ricorso alla forza letale per reprimere le proteste del novembre 2019 in Iran, causando morti e feriti tra i manifestanti disarmati e altri civili in molte città del paese. In qualità di comandante in capo delle forze di terra dell’IRGC, che hanno fatto ricorso alla forza letale contro manifestanti disarmati e altri civili, Mohammad Pakpour è responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

12.4.2021

92.

ASHTARI Hossein

Luogo di nascita: Isfahan (alias: Esfahan, Ispahan)

Cittadinanza: iraniana

Sesso: maschile

Carica: comandante in capo della polizia iraniana

Hossein Ashtari è il comandante in capo della polizia iraniana dal marzo 2015 e membro del Consiglio di sicurezza nazionale. La polizia include le unità Emdad e le unità speciali. Le forze ordinarie, le unità Emdad e le unità speciali della polizia hanno fatto ricorso alla forza letale per reprimere le proteste del novembre 2019 in Iran, causando morti e feriti tra i manifestanti disarmati e altri civili in molte città del paese. In qualità di membro del Consiglio di sicurezza nazionale, Hossein Ashtari ha partecipato alle sessioni nelle quali è stato ordinato di ricorrere alla forza letale per reprimere le proteste del novembre 2019. Hossein Ashtari è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

12.4.2021

93.

ZIAEI Gholamreza

Sesso: maschile

Carica: ex direttore della prigione di Evin; ex direttore di altre carceri

Direttore della prigione di Evin tra il luglio 2019 e il giugno 2020; sotto la sua direzione le già difficili condizioni di detenzione si sono ulteriormente deteriorate. Alle detenute era negato il contatto telefonico con i figli. Ai prigionieri politici erano negate le visite settimanali da parte di parenti, che erano consentite solo ogni due mesi. Durante le proteste del 2009 Ziaei era responsabile del carcere di Kahrizak, dove almeno cinque detenuti, arrestati in relazione alle proteste di massa nelle strade di Teheran del 2009, sono morti dopo essere stati torturati. Dal 2017 al 2019, prima di assumere la direzione del carcere di Evin a Teheran, Ziaei è stato direttore della prigione Rajaee Shahr a Karaj, a ovest di Teheran, dove si sono registrate numerose proteste da parte di prigionieri politici contro gli abusi e le condizioni di vita disumane.

12.4.2021

94.

SHAHVARPOUR Hassan

Luogo di nascita: Safi Abad, a sud di Dezful, Khuzestan (Iran)

Sesso: maschile

Numero di passaporto: 2001624001 (numero del documento d’identità nazionale)

Carica: comandante del corpo Vali Asr della provincia di Khuzestan, Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC)

Grado: generale di brigata

In qualità di comandante dell’IRGC nel Khuzestan dal 2009, è responsabile del comando delle forze che hanno utilizzato mitragliatrici contro i manifestanti e altri civili nella città di Mahshahr durante le proteste del novembre 2019. Sotto il suo comando l’IRGC ha ucciso 148 persone, abbattute da un intenso fuoco di mitragliatrice proveniente da veicoli blindati che accerchiavano i manifestanti in fuga e alla ricerca di un rifugio in vicine paludi.

12.4.2021

95.

VASEGHI Leyla (alias VASEQI Layla, VASEGHI Leila, VASEGHI Layla)

Luogo di nascita: Sari, provincia di Mazandaran (Iran)

Data di nascita: 1352 (anno iraniano), 1972 o 1973 (calendario occidentale)

Sesso: femminile

Carica: governatrice di Shahr-e Qods e capo del consiglio municipale per la sicurezza

In qualità di governatrice di Shahr-e Qods e di capo del consiglio municipale per la sicurezza dal settembre 2019, ha ordinato alla polizia e ad altre forze armate di utilizzare mezzi letali durante le proteste del novembre 2019, causando la morte o il ferimento di manifestanti disarmati e altri civili. In qualità di governatrice di Shahr-e Qods e di capo del consiglio municipale per la sicurezza Leyla Vaseghi è pertanto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

12.4.2021»;

 

Entità

 

Nome

Informazioni identificative

Motivi

Data di inserimento nell’elenco

«2.

Prigione di Evin

Indirizzo: provincia di Teheran, Teheran, distretto 2, Dasht-e Behesht (Iran)

Carcere in cui negli ultimi anni e decenni sono stati detenuti prigionieri politici e si sono ripetutamente verificati gravi abusi dei diritti umani, inclusa la tortura. I manifestanti del novembre 2019 sono stati, e almeno in parte sono ancora, detenuti come prigionieri politici nella prigione di Evin. Nella prigione di Evin i detenuti sono privati dei diritti procedurali fondamentali e talvolta sono tenuti in isolamento o in celle sovraffollate con cattive condizioni igieniche. Vi sono segnalazioni dettagliate di casi di tortura fisica e psicologica. Ai detenuti sono negati il contatto con la famiglia e gli avvocati, nonché cure sanitarie adeguate.

12.4.2021

3.

Prigione Fashafouyeh (alias: penitenziario centrale della Grande Teheran, prigione di Hasanabad-e Qom, prigione della Grande Teheran)

Indirizzo: provincia di Teheran, Hasanabad, zona industriale di Bijin, Teheran, Qom Old Road (Iran)

Telefono: +98 21 56258050

Carcere designato inizialmente per la detenzione degli autori di reati connessi alla droga. Di recente utilizzato anche per detenuti politici costretti, in taluni casi, a condividere le celle con tossicodipendenti. Le condizioni di vita e igieniche sono molto scarse, mancando le necessità di base, come l’acqua potabile pulita. Durante le proteste del novembre 2019, diversi manifestanti, tra cui minori, sono stati detenuti nella prigione di Fashafouyeh. Relazioni indicano che i manifestanti del novembre 2019 sono stati sottoposti a tortura e a trattamenti disumani nella prigione di Fashafouyeh, ad esempio sono stati feriti deliberatamente con acqua bollente e sono state loro negate cure mediche. Secondo una relazione di Amnesty International sulla repressione delle proteste del novembre 2019, minori di 15 anni sono stati detenuti insieme agli adulti nella prigione di Fashafouyeh. Tre manifestanti del novembre 2019, attualmente detenuti nella prigione di Fashafouyeh, sono stati condannati a morte da un tribunale di Teheran.

12.4.2021

4.

Prigione Rajaee Shahr (alias: prigione Rajai Shahr, Rajaishahr, Rajài Shahr, Rejài Shahr, Rajayi Shahr, prigione Gorhardasht, prigione Gohar Dasht)

Indirizzo: provincia di Alborz, Karaj, Gohardasht, Moazzen Blvd (Iran)

Telefono: +98 26 34489826

La prigione Rajaee Shahr è conosciuta per la privazione dei diritti umani, con gravi torture fisiche e psicologiche inflitte a prigionieri politici e prigionieri per motivi di opinione, nonché per le esecuzioni di massa senza un processo equo, sin dalla rivoluzione islamica del 1979. Centinaia di detenuti, compresi minori, hanno subito gravi maltrattamenti nella prigione di Rajaee Shahr all’indomani delle proteste del novembre 2019. Vi sono relazioni credibili circa numerosi casi di tortura e altre forme di pene crudeli, compresi casi in cui sono coinvolti minori.

12.4.2021».