31995D0524

95/524/CE: Decisione della Commissione, del 7 giugno 1995, relativa agli aiuti concessi dallo Stato italiano alla società Iritecna SpA (Il testo in lingua italiana è il solo facente fede) (Testo rilevante ai fini del SEE)

Gazzetta ufficiale n. L 300 del 13/12/1995 pag. 0023 - 0034


DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 7 giugno 1995 relativa agli aiuti concessi dallo Stato italiano alla società Iritecna SpA (Il testo in lingua italiana è il solo facente fede) (Testo rilevante ai fini del SEE) (95/524/CE)

LA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE,

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l'articolo 93, paragrafo 2, primo comma,

visto l'accordo che istituisce lo Spazio economico europeo, in particolare l'articolo 62, paragrafo 1, lettera a),

invitati gli interessati a presentare osservazioni ai sensi di tali articoli viste tali osservazioni,

considerando quanto segue:

I

Con lettera del 23 agosto 1994, la Commissione ha informato il governo italiano della sua decisione del 27 luglio 1994 di iniziare il procedimento di cui all'articolo 93, paragrafo 2 del trattato CE in merito ad aiuti concessi ad Iritecna SpA (nel prosieguo Iritecna).

Iritecna (attualmente Iritecna in liquidazione) era una subholding, controllata al 100 %, dalla holding statale italiana IRI, subholding che a sua volta controllava una serie di società operanti in settori diversi, in particolare impiantistica industriale, consulenza tecnica, costruzione e manutenzione di autostrade, infrastrutture urbane ed opere pubbliche, edilizia civile, costruzione e servizi di gestione d'infrastrutture. A partire dalla sua costituzione nel 1991, la società è stata più volte ricapitalizzata ed è stata infine posta in liquidazione nel febbraio del 1994. Contemporaneamente, nell'ambito della ristrutturazione del settore veniva costituita Fintecna, una nuova società che ha rilevato alcune attività di Iritecna in liquidazione ed a favore della quale l'IRI ha conferito nuovo capitale.

In seguito ad un primo esame del caso, la Commissione, sulla base delle informazioni disponibili, ha concluso che i conferimenti di capitale in oggetto potevano configurare un aiuto di Stato ai sensi dell'articolo 92, paragrafo 1 del trattato CE e dell'articolo 61, paragrafo 1 dell'accordo SEE. La Commissione ha inoltre ritenuto che le misure in questione non potessero essere considerate compatibili con il mercato comune né con il funzionamento dell'accordo SEE. Essa ha pertanto deciso di iniziare un documento a norma dell'articolo 93, paragrafo 2 del trattato CE ed ha invitato il governo italiano a presentarle le proprie osservazioni e informazioni relative al processo di ristrutturazione. La decisione della Commissione è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee insieme all'invito agli altri Stati membri ed ai terzi interessati a presentare osservazioni (1).

Dopo una prima riunione tenutasi il 23 settembre 1994 tra rappresentanti della Commissione e della società, il governo italiano, con lettera del 21 dicembre 1994, ha presentato ufficialmente le proprie osservazioni fornendo inoltre ulteriori informazioni in merito al piano di ristrutturazione di Iritecna, come richiesto dalla Commissione.

Successive riunioni, cui hanno partecipato rappresentanti dell'IRI e di Iritecna, si sono tenute il 15 marzo 1995 ed il 7 aprile 1995. Tali incontri hanno consentito alla Commissione di chiarire alcuni aspetti delle informazioni già inviate, nonché di chiedere chiarimenti ed informazioni supplementari.

Un'ulteriore lettera, contenente tutte le informazioni ancora mancanti, è stata inviata alla Commissione dal governo italiano il 5 maggio 1995.

Iritecna fa parte delle società il cui processo di riduzione del debito è sottoposto a monitoraggio fino al fine del 1996, conformemente all'accordo fra il governo italiano e la Commissione del luglio 1993 (2), relativo a talune imprese pubbliche italiane. L'accordo stabilisce tuttavia che, per quanto riguarda le operazioni suscettibili di costituire aiuti di Stato, resta impregiudicato il trattamento caso per caso di tali misure ai sensi delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato.

II

Nel corso del procedimento, alla Commissione non sono pervenute osservazioni da parte di terzi.

Il governo italiano ha ufficialmente risposto alla Commissione con le due lettere summenzionate. Altri chiarimenti sono inoltre stati forniti alla Commissione nel corso di tre riunioni con rappresentanti della società. Le risposte del governo italiano contenevano una serie di osservazioni volte a dimostrare la validità, da un punto di vista industriale, degli interventi dell'IRI volti a finanziare la ristrutturazione della sua controllata Iritecna ed a mantenere l'operatività.

È stato sottolineato che le diverse ricapitalizzazioni di Iritecna operate a partire dalla sua costituzione nel 1991 sono state effettuate con fondi interni dell'IRI (non si è avuto alcun finanziamento diretto da parte dello Stato) ed avevano lo scopo - in una prospettiva a lungo termine - di salvaguardare la presenza dell'IRI in un settore che si trova ad affrontare una situazione particolarmente difficile, sia a livello nazionale che internazionale. Ciò sarebbe dovuto avvenire attraverso una riorganizzazione ed un riposizionamento sul mercato della società, al fine di adeguarla alla mutata situazione concorrenziale.

In tale contesto, una decisione del governo italiano del 30 dicembre 1992 ha disposto che l'IRI elaborasse un piano di ristrutturazione per Iritecna finalizzato alla cessione ed alla liquidazione delle attività non aventi carattere strategico nonché alla costituzione di una nuova subholding che controllasse le attività principali. Quest'ultima avrebbe dovuto coordinare sottogruppi omogenei di società, con l'obiettivo di massimizzare il profitto e di cercare partner e/o acquirenti. Con tale operazione si intendeva far fronte, tra l'altro, alla necessità di ridurre al minimo gli oneri finanziari a carico dell'IRI. Una liquidazione improvvisa e completa dell'intero gruppo avrebbe causato una perdita molto più ingente per l'azionista, tenuto conto della generale svalutazione delle attività destinate alla chiusura, in particolare per quanto riguarda i contratti in corso.

Conformemente a tale disposizione, Iritecna è stata posta in liquidazione ed è stata costituita la nuova subholding finanziaria Fintecna, con capitale interamente conferito dall'IRI, alla quale è stato affidato il compito di gestire la ristrutturazione e la successiva privatizzazione delle attività fondamentalmente sane.

Tale processo, che è attualmente in fase di attuazione, comporta significative riduzioni di personale, nonché l'abbandono di diverse attività. I proventi realizzati da Fintecna con la cessione delle attività e delle società sono destinati a compensare parte dei costi della Iritecna a carico dell'IRI.

Secondo il governo italiano infine, dato che Iritecna è stata posta in liquidazione, i conferimenti dell'IRI sono destinati esclusivamente a coprire le perdite derivanti dalla liquidazione e non producono pertanto distorsioni di concorrenza.

Insieme alle lettere summenzionate, è stato presentato ufficialmente alla Commissione un piano di ristrutturazione dettagliato, che riassume gli interventi anteriori alla liquidazione di Iritecna, nel febbraio 1994, e che spiega gli investimenti e le operazioni da effettuare in relazione alla liquidazione di Iritecna, nonché al risanamento ed alla privatizzazione di Fintecna.

È stato comunicato anche l'importo complessivo dell'aiuto, modificando la somma che figurava nella decisione della Commissione di iniziare il procedimento. Tale decisione comprendeva 1 090 miliardi di LIT (590 milioni di ECU) quali conferimenti di capitale effettuati dall'IRI nel periodo 1991-1993, 602 miliardi di LIT (325 milioni di ECU) sotto forma di cancellazione di debiti nel 1993 e 3 400 miliardi di LIT (1 840 milioni di ECU) quale prevista copertura netta delle perdite di liquidazione. È stato invece chiarito che la cancellazione di debiti per 602 miliardi di LIT era già inclusa nelle previste perdite di liquidazione. Tale importo deve pertanto essere detratto dell'aiuto che ammonta quindi a 4 490 miliardi di LIT (2 430 milioni di ECU).

III

1. Ristrutturazione precedente la liquidazione

Nel periodo 1991-1993, sono stati effettuati diversi interventi finalizzati alla ristrutturazione ed alla riorganizzazione del gruppo, i quali hanno generato ingenti perdite, successivamente coperte attraverso conferimenti di capitale. In particolare, alcune controllate sono state cedute o chiuse e poste in liquidazione, per via dei loro risultati insoddisfacenti, il che ha comportato massicce riduzioni di manodopera. A livello di gruppo, tali riduzioni hanno interessato 2 712 dipendenti (- 11 %). Se si considerano solo i sottosettori in fase di ristrutturazione (escluso dunque il settore autostradale), le riduzioni sono ancora più massicce, avendo interessato 3 172 dipendenti (- 22 %). Ulteriori dettagli sull'evoluzione dei dati relativi al personale sono riportati nel prosieguo.

I conferimenti di capitale per 1 090 miliardi di LIT effettuati dall'IRI a favore di Iritecna nel periodo 1991-1993 sono stati impiegati per coprire le perdite derivanti principalmente da tali liquidazioni e chiusure di attività. Si è trattato in particolare delle seguenti società:

>SPAZIO PER TABELLA>

Iritecna ha inoltre sostenuto i costi degli incentivi per le riduzioni di personale nel periodo considerato, pari a 49 miliardi di LIT.

Nello stesso periodo sono state poste in liquidazione altre società, tra le quali Nuova Mecfond (presse industriali), Nuova Saip (lavorazioni siderurgiche), Forus (proprietà agricole), FMI (utensili), Ifagraria (impiantistica agricola).

2. Piano di ristrutturazione di Fintecna e piano di liquidazione di Iritecna

Conformemente al piano, la nuova società Fintecna ha rilevato da Iritecna in liquidazione le attività che verranno privatizzate e che sono state riorganizzate in quattro comparti di attività: autostrade, impiantistica industriale, costruzioni civili ed infrastrutture, ingegneria. Anche la partecipazione del 40 % detenuta dall'IRI nella società di servizi aeroportuali Aeroporti di Roma è stata trasferita a Fintecna in vista di una successiva privatizzazione.

Fintecna è stata inizialmente dotata dall'IRI di 1 500 miliardi di LIT, al fine di finanziare i costi amministrativi di avviamento (150 miliardi), nonché le acquisizione e la riorganizzazione delle partecipazioni in questione (1 350 miliardi).

Tutte queste partecipazioni sono state valutate da esperti indipendenti, quali banche d'affari o istituti finanziari italiani o internazionali, al fine di determinarne il prezzo di trasferimento. Il loro valore complessivo è stato infine stimato pari a 1 653 miliardi di LIT (895 milioni di ECU). Lo stesso importo è stato mantenuto quale previsione del prezzo finale di privatizzazione, che contribuirà parzialmente a compensare i costi sostenuti dall'IRI per la liquidazione di Iritecna.

Le attività economicamente sane del settore autostradale e la partecipazione in Aeroporti di Roma sono state semplicemente trasferite così com'erano da Iritecna a Fintecna, dato che non richiedevano alcuna ristrutturazione specifica. Per quanto concerne invece gli altri comparti di attività, il loro trasferimento ha comportato una riorganizzazione ed una ristrutturazione considerevoli, in particolare selezionando le attività sane e redditizie, mentre quelle in perdita sono state lasciate in Iritecna e poste in liquidazione. Data la particolare natura della sua attività, vale a dire servizi ed attività ad alta intensità di lavoro, Iritecna non possiede ingenti investimenti in attrezzature; i costi della ristrutturazione, pertanto, sono dovuti principalmente alla svalutazione delle attività immateriali, finanziarie e correnti, nonché alle riduzioni di personale. Il processo di liquidazione comporta la cessione di tutte le attività per le quali è possibile trovare un acquirente e l'azzeramento di quelle che non possono essere cedute, in vista di massimizzare i ricavi e rimborsare al massimo i debiti. Tutte le controllate restanti in Iritecna sono pertanto offerte sul mercato, per intero o in parte, e tutto quanto rimane invenduto viene infine liquidato. La liquidazione di Iritecna rappresenta la parte più consistente della ristrutturazione; a Fintecna restano pertanto da mettere in atto e finanziare solo alcune ristrutturazioni minori. In particolare è il settore dell'edilizia civile e delle infrastrutture che richiede ulteriori interventi, mentre gli altri comparti - vale a dire consulenza tecnica ed ingegneria e costruzione industriali - operano attualmente esclusivamente sotto il controllo di Fintecna, mentre le operazioni di chiusura e di liquidazione di cui trattasi sono curate dai liquidatori di Iritecna. L'evoluzione dei quattro comparti creati sulla base del piano di ristrutturazione è illustrata qui di seguito.

3. Autostrade

Come già accennato in precedenza, per tale settore non sono previste ristrutturazioni significative, né sono stati erogati o si prevede di erogare aiuti. Si tratta del maggior settore (circa il 43 % del fatturato) di Iritecna, costituito da una serie di società facenti capo ad Autostrade SpA. Tale società detiene una concessione pubblica per la costruzione, la manutenzione e la gestione di numerose autostrade italiane. Altre importanti società del settore sono Autostrade international, Autostrade finance e Pavimental.

Il settore è redditizio, e la sua attività è sostanzialmente indipendente da Iritecna. Il capitale sociale di Autostrade è in parte collocato sul mercato azionario e se ne prevede la completa privatizzazione. Si tratta di uno dei principali progetti di privatizzazione dell'IRI e del governo italiano, che verrà realizzato non appena presi alcuni provvedimenti legislativi ed amministrativi in merito alle seguenti questioni:

- proroga della concessione dal 2018 al 2033;

- definizione dei meccanismi delle tariffe autostradali;

- istituzione di un'Autorità per la regolamentazione dei servizi di pubblica utilità.

4. Impiantistica industriale

L'attività è incentrata sulla società Italimpianti, che in passato figurava tra le più importanti società italiane del settore. La sua situazione è peggiorata negli ultimi cinque anni a causa dell'apertura del mercato e della riduzione dei contratti che le venivano attribuiti regolarmente dall'amministrazione pubblica italiana, a seguito delle restrizioni di bilancio e delle inchieste sulla corruzione.

Italimpianti era stata incorporata in Iritecna nel 1991. Ora è stata costituita una « nuova » Italimpianti, che ha rilevato da Iritecna parte del personale e le attività di un certo valore, rappresentate da alcuni contratti ed offerte per gare ancora in corso e da partecipazioni in alcune società (Innse, Innse Engineering, Tagliaferri, Nitco, Italimpianti Deutschland, Italimpianti of America, Castalia).

La « nuova » Italimpianti concentrerà la propria attività in tre unità, vale a dire impiantistica metallurgica, gestione ambientale (bonifiche e discariche) e logistica (macchine movimentazione). In tali campi, la società può contare su un buon portafoglio ordini. D'altro canto, buona parte delle attività « passate » resterà in Iritecna in liquidazione, compresa l'unità infrastrutture e tutta una serie di attività secondarie quali produzione di macchine utensili e presse, lavorazioni siderurgiche e manutenzione industriale. Sono stati lasciati in Iritecna anche alcuni contratti già in fase avanzata di realizzazione e che comportano debiti in sospeso ad alto rischio da parte di clienti in difficoltà finanziarie, come Russia, Brasile ed Iran. Le società del gruppo interessate sono in corso di liquidazione [Mgs, Italimpianti, Sud CMF (3)].

Le riduzioni di personale dovute alla ristrutturazione di questo settore sono massicce, ed hanno interessato più del 50 % della manodopera dal 1991 ad oggi. Dal 1991 al 1993, sono stati soppressi circa 500 posti di lavoro (su 2 600), e nel 1994 altri 800 dipendenti non sono stati trasferiti a Fintecna e saranno inclusi nel processo di liquidazione. Il fatturato previsto è pari a circa 900 miliardi di LIT, con una riduzione di quasi il 45 % rispetto al 1992.

Italimpianti è stata posta in vendita nel giugno 1994; la procedura è attualmente in una fase avanzata e si prevede che possa essere conclusa entro il primo semestre del 1995.

5. Ingegneria

Tale settore è costituito da diverse società che si occupano della progettazione ingegneristica per contratti acquisiti da società esterne o da società appartenenti al gruppo e riguardanti in particolare costruzioni civili, stradali e di infrastrutture. Alcune società (Bonifica, Svei, Italeco, Sotecni) sono state lasciate in Iritecna seguendone il processo di liquidazione. Altre sono invece state razionalizzate, riunite in due società e trasferite infine a Fintecna. Si tratta di Servizi Tecnici (assistenza, su concessione pubblica, per programmi di edilizia pubblica) e Spea (consulenza tecnica per il settore autostradale). Data la particolare natura dell'attività di Servizi Tecnici, questa dovrà ridurre ulteriormente e quindi cessare la propria attività una volta adempiuti i contratti in corso di attuazione. La privatizzazione di Spea sarà collegata a quella di Autostrade, dato il legame esistente tra le loro attività.

Si prevede che nel 1995 il fatturato di queste due società ammonterà a 585 miliardi di LIT, con una diminuzione del 30 % rispetto al 1992 ed al 1993. Il personale viene portato a 700 dipendenti, con una riduzione del 25 %, che risulta tuttavia molto più elevata se si tiene conto anche delle società rimaste in Iritecna che vengono dismesse o liquidate. Complessivamente la presenza in questo settore verrà ridotta del 55 % in termini di fatturato e del 65 % in termini di personale.

6. Costruzioni

Si tratta in questo caso del settore di Iritecna meno omogeneo e, insieme all'impiantistica industriale, maggiormente in perdita. È costituito da una serie di società che operano in campi diversi e perseguono obiettivi diversi. Molte di esse operano in regime di concessione o beneficiano dell'attribuzione regolare di appalti pubblici.

Il piano prevede che un numero consistente di tali società (Garboli, Isa, Mantelli Estero, Cidomio, Panedile, Solius, Sebi, Mededil, Sotea, Infratecna, Idrotecna, Sistemi Urbani, Ponteggi Dalmine, Italinpa, Tono, Svei, Valim, Palacio Italia) rimanga in Iritecna e sia incluso nel processo di liquidazione.

Le società trasferite a Fintecna sono Metroroma, Italstrade e Condotte. Esse sono oggetto di una ristrutturazione di ampia portata volta a ripristinare l'efficienza economica e finanziaria e consentirne la privatizzazione, in particolare per quanto riguarda Italstrade e Condotte, che negli ultimi anni hanno beneficiato di ingenti aiuti. La loro attività sarà concentrata nel comparto delle infrastrutture civili [dighe, strade, ferrovie (Italstrade da parte del consorzio TAV, Treno Alta Velocità)], nel quale detengono un buon portafoglio di ordini, mentre le attività nell'ambito dell'edilizia civile verranno completamente abbandonate. Altrettanto dicasi per varie attività secondarie legate a questo settore, come la produzione di prefabbricati per l'edilizia e la gestione di proprietà agricole. Di conseguenza, nel periodo 1992-1995, il personale permanente è stato ridotto di 466 dipendenti (- 46 %) e nel 1995 si è registrata una diminuzione del fatturato (sceso a 1 500 miliardi di LIT) di circa il 40 %.

La procedura per la vendita delle società ristrutturate è già stata avviata e si cercano partner o acquirenti.

7. Altre società/Partecipazioni

7.1. Aeroporti di Roma

Fintecna detiene una partecipazione del 40 % in questa grossa società, in attivo, che fornisce servizi per l'aeroporto di Roma. La privatizzazione di tale società, che è prevista sia nel piano di ristrutturazione di Iritecna, sia nel piano generale di privatizzazione elaborato dal governo italiano, è subordinata all'adozione da parte del governo italiano di determinate disposizioni legislative ed amministrative (similmente al caso di Autostrade) relative:

- alla soppressione dell'obbligo per l'IRI di detenere la maggioranza delle azioni della società;

- alla soppressione del limite massimo alla distribuzione di dividendi, fissato attualmente all'8 % del capitale sociale;

- all'istituzione di una Autorità per la regolamentazione dei servizi di pubblica utilità.

7.2. Stretto di Messina

Questa società, cui sono state affidate con concessione pubblica la verifica della fattibilità e la progettazione del collegamento viario e ferroviario stabile fra la Sicilia e la Calabria, sta ora concludendo il suo lavoro ed attende l'approvazione del proprio progetto. La società è rimasta in Iritecna e verrà pertanto venduta o liquidata nell'ambito del processo di liquidazione.

7.3. Italsanità

Italsanità è stata costituita nel 1988 per operare nel settore della promozione, progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture sanitarie. Fino al 1990, essa ha svolto solo attività promozionale, finalizzata ad ottenere l'attribuzione di appalti pubblici. A seguito di alcune operazioni poco chiare e dall'esito infelice, condotte nel 1990 e riguardanti la locazione di immobili da ristrutturare ed adattare al fine di adibirli a residenze sanitarie, nel 1992 la società è stata posta in liquidazione e sono state intentate numerose azioni sia civili che penali, molte delle quali ancora pendenti, al fine di chiarire le responsabilità e di decidere in merito ad alcune richieste di risarcimento danni rimaste in sospeso. La società non ha mai, di fatto, operato sul mercato ed è esclusivamente impegnata nella gestione dell'ingente contenzioso. È di conseguenza possibile che a carico di Iritecna insorgano altri oneri consistenti, che potranno far aumentare il costo finale della liquidazione. Tali importi non sono stati inclusi nel piano di finanziamento collegato alla ristrutturazione e non fanno parte del costo complessivo della liquidazione valutato a 3 400 miliardi di LIT (cfr. punto 11).

8. Sintesi delle riduzioni di attività di Iritecna dovute alla ristrutturazione

Considerata la natura dell'attività di Iritecna, principalmente servizi ed attività ad uso intensivo di lavoro e senza immobilizzazioni materiali, è difficile quantificare con esattezza la « capacità produttiva » quale indice delle dimensioni della società. Nelle imprese manifatturiere la capacità dipende in buona parte dal rendimento tecnico degli impianti. Il potenziale produttivo di Iritecna dipende da altri fattori; che è pertanto possibile valutare l'eventuale effetto di distorsione del mercato provocato dagli aiuti e i potenziali concorrenti sulla base di tale parametro. Il livello della manodopera ha tuttavia una relazione diretta con la produzione della società e la sua quota di mercato. È dunque utile analizzare l'evoluzione del personale e della produzione al fine di poter valutare come sia cambiata la posizione competitiva della società sul mercato prima e dopo la ristrutturazione. A tale proposito è importante considerare anche il numero ingente di attività che sono state abbandonate attraverso la liquidazione di intere società.

È stato quindi chiesto alle autorità italiane di fornire dati particolareggiati riguardanti il personale ed il valore della produzione nel periodo della ristrutturazione.

9. Riduzioni di personale

Le autorità italiane hanno inviato un documento nel quale viene riassunta l'evoluzione relativa al personale del gruppo nel periodo 1990-1994. Si ricorda che Iritecna è nata nel 1991 in seguito alla fusione di due ex controllate dell'IRI, Italimpianti ed Italstat. Il processo di razionalizzazione e ristrutturazione, tuttavia, era già stato avviato in precedenza. Per l'anno 1990 sono quindi state prese in considerazione le cifre relative a questi due sottogruppi di imprese, che sono comparabili con Iritecna.

Nel periodo considerato, le riduzioni hanno interessato 5 426 dipendenti, vale a dire il 21 % del personale al 31 dicembre 1990 (25 298 dipendenti). Tuttavia, dato che gli aiuti e la ristrutturazione non hanno riguardato il settore autostradale, il maggiore del gruppo, e poiché tale settore va considerato piuttosto come a sé stante rispetto al resto del gruppo (così come Aeroporti di Roma), esso verrà escluso dal calcolo affinché le cifre siano maggiormente rappresentative della ristrutturazione effettuata ed ancora in corso. In realtà, dunque, le riduzioni sono state molto più massicce [- 33 % su una base di 15 214 dipendenti (4)].

Ulteriori 2 863 dipendenti (- 19 %) hanno lasciato il gruppo in seguito alla cessione di società o di attività a terzi. Nel complesso, il personale del gruppo (escluso il settore autostradale) ha subito riduzioni pari al 52 %, scendendo a 7 297 dipendenti al 31 dicembre 1994. Ulteriori 575 dipendenti sono in Cassa integrazione guadagni o usufruiscono di altre forme di sussidio, e sono dunque praticamente inattivi.

È stato anche rilevato che le riduzioni hanno interessato più il personale tecnico che il personale di staff. Se si prendono in considerazione le società del gruppo ancora operanti al 31 dicembre 1994, si può infatti osservare che, a tale data, i dipendenti del settore tecnico rappresentano il 71 % del totale contro il 77 % al 31 dicembre 1990.

Per quanto concerne le società rimaste in Iritecna in liquidazione, finora sono state operate riduzioni massicce ed il personale rimasto al 31 dicembre 1994 lascerà il gruppo nei prossimi anni, nel corso del processo di liquidazione. La tabella seguente riassume i dati delle società appartenenti al gruppo Iritecna in liquidazione ancora in attività:

>SPAZIO PER TABELLA>

Per quanto concerne le società trasferite a Fintecna (esclusivamente il settore industriale, escluso il settore autostradale), nel periodo 1990-1994 le riduzioni di personale nell'ambito della loro ristrutturazione hanno interessato 3 081 dipendenti (- 38 %), come risulta dalla tabella seguente:

>SPAZIO PER TABELLA>

Nel 1995 sono previste ulteriori riduzioni per le società Italstrade e Condotte, prima che esse vengano poste in vendita (circa 200 dipendenti sono già in Cassa integrazione guadagni). Anche Servizi Tecnici, a causa dell'esaurimento della propria attività, nel corso dei prossimi anni dovrebbe progressivamente ridurre il personale.

Al termine del processo di liquidazione/ristrutturazione, le dimensioni del settore industriale dell'intero gruppo in termini di personale si saranno ridotte di circa il 70 % e figureranno in organico solo 4 500 dipendenti.

Si sottolinea inoltre, a dimostrazione della ridotta presenza di Fintecna sui mercati di cui trattasi, che il numero dei cantieri in cui le società operano nel quadro di contratti attualmente in corso è diminuito del 25 % nel periodo considerato. Una riduzione simile (- 20 %, tutto posto in liquidazione) si è avuta anche in relazione al numero di consorzi cui partecipa Iritecna/Fintecna; il consorzio rappresenta tradizionalmente lo strumento per aggiudicarsi e realizzare appalti per lavori di ingegneria e di costruzione.

10. Riduzioni del valore della produzione

Nella documentazione presentata dal governo italiano viene analizzata, separatamente per le società appartenenti rispettivamente ad Iritecna in liquidazione ed a Fintecna, l'evoluzione della produzione nel periodo 1991-1994; essa è riportata nella tabella seguente:

Iritecna in liquidazione

>SPAZIO PER TABELLA>

Fintecna (solo settore industriale)

>SPAZIO PER TABELLA>

Complessivamente la produzione del gruppo (Iritecna + Fintecna, escluso il settore autostradale) si è ridotto del 47 % nel corso del periodo.

Si noti che la produzione nel 1994 delle società di Iritecna già poste in liquidazione (204 miliardi di LIT) si riferisce ad attività in esaurimento ed è destinato a ridursi ulteriormente nel corso della procedura di liquidazione.

Alla fine del processo di liquidazione e ristrutturazione, le dimensioni del comparto industriale dell'intero gruppo in termini di produzione risulteranno ridotte del 60 % circa, attestandosi intorno a soli 2 800 miliardi di LIT.

11. Perdite dovute al processo di liquidazione

Il piano prevede una perdita complessiva dovuta alla liquidazione di Iritecna di 3 400 miliardi di LIT, tenuto conto dei proventi della completa privatizzazione di Fintecna. Questo importo risulta dal calcolo riportato nella tabella che segue, che sintetizza i flussi finanziari connessi alla liquidazione.

>SPAZIO PER TABELLA>

Il prospetto di cui sopra è stato aggiornato sulla base delle migliori stime della situazione finanziaria di Iritecna al 31 dicembre 1994, integrate con previsioni degli oneri futuri dovuti alla liquidazione in corso. Non sono incluse le eventuali passività straordinarie dovute a cause pendenti contro la società Italsanità in quanto quest'ultima non ha mai iniziato ad operare.

Si noti che le stime dei proventi attesi dalla vendita delle attività di Iritecna sono prudenti, conformemente alle nuove regole contabili italiane per le società in liquidazione emanate dalla Consob (direttiva del 24 febbraio 1995).

I proventi della privatizzazione di Fintecna sono stati supposti pari al valore di trasferimento di Iritecna in liquidazione. Questo valore è stato determinato sulla base di stime di periti indipendenti (FIP, Credit Merchant, KPMG, Morgan Stanley, Salomon Brothers).

IV

1. Conferma dell'esistenza di aiuti

Per determinare se le misure di cui sopra comportino elementi di aiuto, la Commissione analizza i flussi di capitale tra lo Stato proprietario e le imprese pubbliche applicando il principio dell'investitore in un'economia di mercato, come descritto nella comunicazione della Commissione sulle imprese pubbliche del 28 luglio 1993 (5).

Secondo tale principio, ampiamente confermato dalla giurisprudenza della Corte e dalla prassi della Commissione, una transazione comporta un aiuto se non sarebbe stata effettuata da un investitore privato operante in normali condizioni di mercato.

Sulla base delle informazioni comunicate alla Commissione e come illustrato sopra, l'importo investito dallo Stato italiano nella ristrutturazione di Iritecna - attraverso la holding IRI - ammonta in conclusione a 4 490 miliardi di LIT.

Le iniezioni di capitale, in parte già effettuate, sono riepilogate qui sotto:

>SPAZIO PER TABELLA>

All'argomento avanzato dalle autorità italiane, secondo il quale sono stati utilizzati solo fondi interni dell'IRI senza alcuna iniezione diretta dello Stato si deve ribattere che l'IRI è una holding industriale controllata al 100 % dal ministero del Tesoro italiano. Di conseguenza qualsiasi decisione dell'IRI di investire nelle società da essa controllate e ogni conseguente carenza di redditività di tali investimenti produce un corrispondente effetto negativo sul ritorno che l'IRI dovrebbe produrre per il suo azionista. Anche se non è stata effettuato alcun apporto di capitale all'IRI finalizzato alla ristrutturazione di Iritecna, la ristrutturazione stessa è stata finanziata con proventi che altrimenti sarebbero andati a ridurre le perdite complessive del gruppo IRI o sarebbero affluiti all'azionista Stato in forma di dividendi o di accresciuto valore del capitale. Di fatto l'IRI non ha prodotto alcun reddito per l'azionista Stato nell'ultimo decennio; i fondi che l'IRI ha messo a disposizione delle sue controllate vanno quindi considerati come fondi dello Stato. L'IRI non avrebbe neppure potuto decidere di ricapitalizzare continuamente Iritecna, nonostante il perdurante deterioramento della sua redditività e dei suoi conti, senza l'approvazione tacita o espressa dell'azionista pubblico.

L'intero investimento dello Stato nella ristrutturazione di Iritecna non produrrà un rendimento adeguato in futuro. Le iniezioni effettuate nel periodo 1991-1993, prima che la società fosse messa in liquidazione, sono state evidentemente compiute allo scopo di mettere in atto le prime e più urgenti misure di ristrutturazione. Questi fondi sono stati utilizzati semplicemente per coprire le perdite dovute alla liquidazione e alla ristrutturazione di alcune società controllate da Iritecna senza alcuna prospettiva di trarne un utile. Visti i risultati economici negativi di Iritecna nel corso dell'intero periodo, essi devono essere considerati come parte del processo che ha portato alla decisione degli azionisti di liquidare Iritecna e di dismetterne completamente le attività. Nessun azionista privato avrebbe accettato risultati così negativi per un periodo così prolungato: avrebbe invece provveduto ben prima alla liquidazione o alla ristrutturazione dell'impresa. L'investimento in questione va quindi considerato come un aiuto.

Le perdite attribuite al processo di liquidazione costituiscono aiuti per loro stessa natura. Esse rappresentano passività garantite ed infine pagate, sulla base del disposto dell'articolo 2362 del Codice civile italiano, dall'azionista, in seguito alla messa in liquidazione volontaria della società. Tale garanzia esiste dal momento della costituzione di Iritecna, nel 1991, mentre durante questo periodo la società ha continuato a produrre pesanti perdite. In tali condizioni, un imprenditore privato avrebbe cercato di limitare le sue obbligazioni nei confronti della propria controllata, decidendo di porla in liquidazione fin dal momento in cui non poteva ragionevolmente aspettarsi un ristabilimento della sua redditività, ed in cui il rapporto fra attività e passività mostrava ancora un saldo positivo. Non avendo l'IRI mantenuto un tale comportamento razionale ed avendo deciso di liquidare volontariamente Iritecna solo molto più tardi, al fine di coprire perdite e debiti e con ciò aiutare il rilancio delle attività collocate in Fintecna, il costo di tale operazione deve essere considerato aiuto. Il costo finale della liquidazione, che ammonta a 3 400 miliardi di LIT, è ridotto dei proventi attesi dall'IRI dalla vendita di Fintecna.

Alla luce di quanto precede e viste le caratteristiche dell'impresa e del settore in cui opera, la Commissione conclude che l'apporto complessivo di 4 490 miliardi di LIT provoca una distorsione degli scambi intracomunitari e costituisce quindi un aiuto di Stato ai termini dell'articolo 92, paragrafo 1 del trattato e dell'articolo 61, paragrafo 1 dell'accordo SEE.

Parte dell'aiuto è stata investita da Iritecna nelle sue controllate CMF Sud (ora in liquidazione) e CMF. Questo aiuto, per un totale di circa 281 miliardi di LIT (compresi 182 miliardi - in parte stimati - a copertura delle passività di CMF Sud dopo la liquidazione), è stato autorizzato dalla Commissione a norma dell'articolo 93, paragrafo 3, lettera c) nel marzo 1995 (6).

Sulla base delle spiegazioni date in materia delle autorità italiane, la Commissione ritiene inoltre che le eventuali passività a carico dell'IRI risultanti dalle cause pendenti riguardanti la società Italsanità (cfr. sub III, punto 7.3) non costituiscono aiuto di Stato in quanto si riferiscono ad un'impresa che non ha mai operato sul mercato e non ha mai potuto falsare la concorrenza.

2. Compatibilità dell'aiuto con il mercato comune

Nei paragrafi 2 e 3 dell'articolo 92 del trattato sono elencati alcuni tipi di aiuti che sono o possono essere compatibili con il mercato comune.

Data la natura dell'operazione in esame, l'articolo 92, paragrafo 2 e l'articolo 92, paragrafo 3, lettera b) non si applicano agli aiuti di cui trattasi.

Data la dispersione delle attività e delle sedi del gruppo, e considerato che le misure non hanno finalità regionali, potrebbe essere presa in considerazione solo la deroga di cui all'articolo 92, paragrafo 3, lettera c), in quanto si tratterebbe di aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività economiche.

Come si è detto sopra, le misure sembrano costituire aiuti specificamente destinati a permettere ad Iritecna di proseguire l'attività e a finanziare un progetto di ristrutturazione volto a ripristinare la redditività della società. La Commissione deve quindi analizzare e valutare le misure secondo le regole specifiche in materia.

I criteri in base ai quali la Commissione valuta gli aiuti alla ristrutturazione di imprese in difficoltà sono illustrati negli « Orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà » da essa adottati il 27 luglio 1994 (7).

In tale testo la Commissione sottolinea che la compatibilità di questo tipo di aiuti va valutata con criteri rigorosi in quanto essi possono indebitamente scaricare problemi sociali o industriali di uno Stato membro su un altro, in particolare spostando ingiustamente l'onere dell'aggiustamento strutturale e le relative difficoltà sociali ed industriali su altri produttori che riescono ad operare senza aiuti.

Per questo motivo, perché la Commissione autorizzi un aiuto ad hoc ad un'impresa in difficoltà devono essere soddisfatte le seguenti condizioni generali: innanzitutto, l'aiuto deve ripristinare entro un lasso di tempo ragionevole la redditività a lungo termine dell'impresa; si devono poi evitare indebite distorsioni della concorrenza; infine, gli aiuti devono essere proporzionali ai costi e ai benefici della ristrutturazione. Solo se sussistono tali condizioni si può ritenere che gli aiuti non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse, com'è necessario perché possa applicarsi la deroga di cui all'articolo 92, paragrafo 3, lettera c) del trattato.

È su questa base che la Commissione ha esaminato la documentazione e il piano di ristrutturazione presentati dalle autorità italiane, con particolare riguardo a elementi quali il ripristino della redditività dell'impresa, l'evoluzione della sua posizione competitiva sul mercato, la proporzionalità dell'aiuto alla ristrutturazione e il contributo del beneficiario dell'aiuto al finanziamento della medesima nonché i piani di privatizzazione della società.

3. Ripristino della redditività e privatizzazione

In generale la condizione imprescindibile per tutti i piani di ristrutturazione è che questi devono ripristinare l'efficienza economico-finanziaria a lungo termine dell'impresa entro un lasso di tempo ragionevole e sulla base di ipotesi realistiche circa le condizioni operative future.

Come si è spiegato sopra, la ristrutturazione di Iritecna si fonda sulla scissione della società in due entità separate, ognuna delle quali ha una funzione specifica. La prima subholding, Iritecna in liquidazione, è a capo di un gruppo di società che sono da dismettere o liquidare nel prossimo futuro e, quindi, l'analisi della redditività risulta superflua.

La seconda subholding, Fintecna, è una società finanziaria con un personale ridotto, con il compito di consentire e gestire la privatizzazione finale delle società che ha acquisito da Iritecna. Questa subholding opera già su base pienamente ristrutturata.

La particolare natura dei settori interessati rende difficile elaborare una precisa pianificazione delle risorse e dei singoli interventi, poiché l'acquisizione di una singola commessa può cambiare completamente la posizione e le prospettive di un'impresa. Tuttavia il piano appare ragionevole ed ha buone probabilità di rimettere Fintecna sulla strada della redditività. Escluso il settore autostradale, che non necessita di ristrutturazione, i diversi comparti sono stati riorganizzati, liberati dalle attività in perdita e sottoposti ad una profonda razionalizzazione in termini di personale. In taluni casi la ristrutturazione è ancora in corso e dovrebbe essere portata a termine entro il 1995. Le società ristrutturate possono contare su un buon portafoglio ordini iniziale che garantirà un sufficiente livello di produzione e di entrate nel periodo di avvio della attività.

Sono state presentate alla Commissione stime per gli anni dal 1995 al 1997 per quanto riguarda i risultati finanziari dei sottosettori di Fintecna. Queste cifre mostrano che si attende un risultato effettivo positivo già per il 1995 e che un buon livello di redditività sarà conseguito entro il 1997. Questi risultati positivi derivano in massima parte da misure di razionalizzazione e di miglioramento interne, senza dipendere da futuri incrementi globali delle attività o delle vendite che non siano sotto il controllo di Fintecna.

Inoltre le autorità italiane si sono impegnate a privatizzare tutti i sottosettori nei prossimi anni. Per il momento le società controllate si trovano in fasi diverse del processo di privatizzazione:

- Italimpianti si trova in una fase avanzata della procedura; è previsto che la vendita venga conclusa entro la fine del 1995;

- la procedura di vendita di Italstrade e Condotte (settore costruzioni civili) è stata avviata con la consulenza della Banca di Roma; è in corso un sondaggio di mercato per la ricerca di potenziali acquirenti o partner;

- per Autostrade è prevista l'offerta delle azioni sul mercato, che potrà avvenire non appena saranno stati presi i necessari provvedimenti legislativi ed amministrativi (cfr. sub III, punto 3);

- per Aeroporti di Roma esistono vincoli di natura legislative ed amministrativa simili a quelli esistenti per Autostrade, che dovranno essere superati prima che possa iniziare il processo di privatizzazione (cfr. sub III, punto 7.1);

- le società di consulenza tecnica esauriranno il loro mandato nei prossimi anni (Servizi Tecnici) o saranno probabilmente associate per la vendita ad Autostrade (Spea).

L'impegno alla dismissione integrale e definitiva delle attività di Fintecna è in linea con il programma generale di privatizzazione adottato dal governo italiano. Esso è stato inoltre confermato nel quadro del piano di riduzione dell'indebitamento sottoposto dall'IRI alla Commissione conformemente alle disposizioni dell'accordo fra il governo italiano e la Commissione del luglio 1993. La messa in atto di detto piano viene seguita dalla Commissione sulla base di rapporti periodici e di incontri con rappresentanti dell'IRI e del governo italiano.

La privatizzazione farà si che in definitiva la società non potrà più contare su di un'assistenza pubblica privilegiata, dato che i suoi attuali legami diretti con lo Stato saranno definitivamente troncati. In questa situazione spetterà al nuovo proprietario assicurare l'efficienza economico-finanziaria definitiva della società senza ulteriore assistenza dello Stato.

4. Evoluzione della posizione competitiva della società sul mercato

Un'altra condizione perché siano autorizzati aiuti alla ristrutturazione è che vengano prese misure per limitare le possibili ripercussioni negative sui concorrenti. Gli aiuti sarebbero altrimenti « contrari al comune interesse » e non potrebbero usufruire della deroga di cui all'articolo 92, paragrafo 3, lettera c). Nei settori che presentano sovraccapacità produttive strutturali occorre procedere ad una riduzione irreversibile della capacità dell'impresa. Più in generale, la posizione competitiva dell'impresa sul mercato, a ristrutturazione avvenuta, non deve risultare indebitamente rafforzata, tenendo conto degli interessi dei concorrenti.

Come si è osservato sopra, la particolare natura dei settori di cui trattasi rende difficile compiere una simile analisi con l'ausilio di un parametro quale la capacità produttiva. Tuttavia è presente una larga concorrenza tra i produttori su scala sia comunitaria che mondiale e questa concorrenza può essere falsata in misura rilevante dalla concessione di aiuti di Stato. È quindi indispensabile analizzare la posizione competitiva di Fintecna dopo la ristrutturazione.

Il piano comporta un considerevole sforzo di riduzione dell'attività del gruppo in tutti i settori in perdita. Tutte le attività marginali sono in via di cessione o di liquidazione mentre quelle di base trasferite a Fintecna sono sostanzialmente ridotte e limitate a quelle che possano contare su una consolidata esperienza d'affari e su un ricco portafoglio di attività per gli anni a venire.

Globalmente, escluso il settore autostradale, le dimensioni del gruppo saranno più che dimezzate - in confronto a quelle iniziali - in termini di produzione (- 60 %) e ancor più in termini di personale (- 70 %). Anche considerando solamente le razionalizzazioni, le attività abbandonate e quelle liquidate, la riduzione (stimata al 35 %) è sostanziale ed ha un evidente effetto positivo sulla concorrenza.

In particolare, la riduzione del personale è estremamente importante nel settore di cui trattasi. La produzione delle imprese si fonda sulla loro base di risorse umane, che include fattori quali il numero e le capacità intellettuali e tecniche della forza lavoro. La significativa riduzione di tale fattore, insieme ad una corrispondente riduzione della produzione ed al considerevole numero di attività abbandonate - attraverso la liquidazione di intere società - mostra chiaramente che la quota di mercato delle società è strutturalmente ridotto.

Alla luce delle considerazioni che precedono, la Commissione può concludere che la ristrutturazione di Iritecna e la posizione competitiva finale di Fintecna sul mercato non incideranno sulla concorrenza contraria al comune interesse.

5. Proporzionalità degli aiuti alla ristrutturazione

Come si evince dalle informazioni comunicate dal governo italiano e da Iritecna, gli apporti effettuati dall'IRI nel periodo 1991-1993 sono stati utilizzati per coprire le perdite derivanti dalle chiusure e dalle liquidazioni di società e dalla svalutazione di elementi dell'attivo. Inoltre la copertura delle perdite dovute alla liquidazione di Iritecna, quali risultano dal piano finanziario connesso alla ristrutturazione, è per definizione direttamente collegata alle misure di chiusura e di ristrutturazione.

Si ritiene pertanto che l'aiuto concesso non apporti liquidità supplementari alla società, che potrebbero essere utilizzate per iniziative aggressive e perturbatrici del mercato, senza alcun rapporto con il processo di ristrutturazione, o che potrebbero finanziare nuovi investimenti non necessari ai fini della ristrutturazione stessa. Inoltre, considerando l'ammontare di debiti trasferiti a Fintecna, il livello futuro dei suoi oneri finanziari non verrà ridotto indebitamente.

Inoltre la Commissione osserva che Fintecna non beneficierà di alcun credito d'imposta derivante da perdite coperte da cancellazioni di debiti, finanziate dagli aiuti.

Si osserva che il beneficiario contribuirà in misura significativa al finanziamento del piano di ristrutturazione attraverso il reinvestimento dei proventi della privatizzazione di Fintecna, che sono stati valutati pari al valore di trasferimento pagato da Fintecna ad Iritecna in liquidazione. Questa stima appare ragionevole ed è altamente probabile che venga confermata, non solo perché l'importo è stato determinato attraverso perizie di consulenti indipendenti, ma anche perché oltre il 90 % di queste entrate saranno realizzate con la vendita della società Autostrade e della partecipazione del 40 % nella società Aeroporti di Roma. Si tratta nei due casi di società in attivo, anche grazie al carattere relativamente « protetto » della loro attività, dato che operano in regime di concessione per la prestazione di servizi al pubblico.

L'impegno delle autorità italiane a vendere Fintecna entro un termine temporale ragionevole è considerato una condizione per l'approvazione del piano di ristrutturazione. Senza tale cessione, e nel caso in cui l'IRI non destinasse i relativi proventi alla riduzione dei debiti di Iritecna in liquidazione, il contributo del beneficiario al finanziamento del piano sarebbe inesistente. Inoltre la vendita a privati rende più certo il ripristino dell'efficienza economico-finanziaria, ossia il conseguimento di risultati che comportino livelli normali di profitto.

Infine la Commissione prende atto che la stima del costo finale della liquidazione, che ammonta a 3 400 miliardi di LIT, è incerta e soggetta a variazioni nel corso del processo di liquidazione. Tuttavia, data la rilevanza della riduzione di quota di mercato di Iritecna/Fintecna, la Commissione considera che un incremento di tale costo fino al 15 % della somma di 3 400 miliardi non pregiudicherà la sua valutazione positiva del caso.

6. Monitoraggio e presentazione di rapporti

L'esecuzione del piano di ristrutturazione e di liquidazione dovrà essere oggetto di monitoraggio da parte della Commissione. A tal fine le autorità italiane dovranno presentare rapporti periodici che illustrino l'avanzamento del programma di ristrutturazione, liquidazione e privatizzazione.

La Commissione avrà inoltre occasione di seguire l'attuazione del piano nel corso delle periodiche riunioni con le autorità italiane nel contesto dell'azione di monitoraggio prevista dall'accordo fra il governo italiano e la Commissione del luglio 1993,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

1. L'aiuto in favore di Iritecna di cui alla presente decisione - cioè gli apporti di capitale effettuati negli anni 1991-1993, globalmente ammontanti a 1 090 miliardi di LIT e l'atteso costo finale della liquidazione di Iritecna di 3 400 miliardi di LIT - così come eventuali incrementi di quet'ultimo non eccedenti il 15 % del suo valore che dovessero sopravvenire durante l'attuazione del piano di ristrutturazione, corrispondono ai requisiti richiesti dagli « Orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà » del 27 luglio 1994. L'aiuto è pertanto esentato dal divieto imposto dagli articoli 92, paragrafo 1 del trattato CE e 61, paragrafo 1 dell'accordo SEE, in forza degli articoli 92, paragrafo 3, lettera c) del trattato e 61, paragrafo 3, lettera c) dell'accordo SEE, in quanto compatibile con il mercato comune, qualora sia rispettato il disposto dei paragrafi da 2 a 5 e dell'articolo 2.

2. L'impresa beneficiaria pone in essere tutte le misure previste nel programma per la liquidazione, rioganizzazione e privatizzazione del gruppo Iritecna/Fintecna presentato alla Commissione.

3. L'Italia rispetta il suo impegno a privatizzare Fintecna e/o le sue società partecipate secondo le scadenze presentate alla Commissione, secondo l'accordo con il piano finanziario per la riduzione del debito IRI presentato alla Commissione in base allo schema di monitoraggio previsto dall'accordo fra il governo italiano e la Commissione del luglio 1993. Tale privatizzazione viene effettuata in ogni caso entro un termine ragionevole.

4. I ricavi ottenuti dalla vendita delle società e delle attività dei gruppi Iritecna e Fintecna, anche se maggiori di quanto previsto nel piano presentato alla Commissione, sono interamente impiegati per ridurre l'indebitamento da coprire mediante l'aiuto approvato. Essi non sono investiti in modo da risultare quali ulteriori aiuti ad altre società in difficoltà del gruppo che non siano ancora state vendute.

5. Le privatizzazioni non sono finanziate con ulteriori aiuti di Stato. Esse sono incondizionate ed aperte a tutte le parti interessate.

Articolo 2

1. L'Italia assicura piena collaborazione al seguente sistema di controllo della presente decisione:

a) presentando alla Commissione rapporti semestrali, che includono in particolare:

- l'avanzamento della liquidazione e la situazione finanziaria aggiornata di Iritecna in liquidazione, ed inoltre informazioni specifiche sugli attivi e sulle società partecipate in fase di vendita o liquidazione;

- l'avanzamento della ristrutturazione e privatizzazione di Fintecna e/o delle partecipate;

b) comunicando tempestivamente alla Commissione i principali atti del processo di privatizzazione di Fintecna e delle sue partecipate.

2. Il primo rapporto contiene la situazione finanziaria di Iritecna in liquidazione al 31 dicembre 1994 e perviene alla Commissione entro il 30 luglio 1995. I rapporti successivi sono presentati ogni sei mesi a partire dal 31 dicembre 1995, e contengono dati finanziari aggiornati a sei mesi prima.

Articolo 3

La Repubblica italiana è destinataria della presente decisione.

Fatto a Bruxelles, il 7 giugno 1995.

Per la Commissione

Karel VAN MIERT

Membro della Commissione

(1) Comunicazione agli Stati membri ed alle parti interessate pubblicata nella GU n. C 328 del 25. 11. 1994, pag. 2.

(2) Allegato 3 della Comunicazione della Commissione relativa all'aiuto di Stato EFIM, pubblicata nella GU n. C 349 del 29. 12. 1993, pag. 2.

(3) Nell'ambito della liquidazione di Iritecna, le attività originariamente facenti capo a CFM relative al completamento del ponte sullo Storebaelt in Danimarca verranno rilevate da Coinfra, una società appositamente costituita e controllata da Fintecna. Le restanti attività di CMF verranno invece poste in liquidazione.

(4) Nel numero dei licenziamenti sono inclusi anche i dipendenti delle società poste in liquidazione.

(5) GU n. C 307 del 13. 11. 1993, pag. 3.

(6) Cfr. nota della tabella sub III, punto 1 e nota sub III, punto 4.

(7) GU n. C 368 del 23. 12. 1994, pag. 12.