Conclusioni del Consiglio, del 22 giugno 1984, in merito ad un programma di azione sociale comunitaria a medio termine
Gazzetta ufficiale n. C 175 del 04/07/1984 pag. 0001 - 0003
edizione speciale spagnola: capitolo 05 tomo 4 pag. 0118
edizione speciale portoghese: capitolo 05 tomo 4 pag. 0118
CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO del 22 giugno 1984 in merito ad un programma di azione sociale comunitaria a medio termine (84/C 175/01) La Comunità non potrà rafforzare la sua coesione economica di fronte alla concorrenza internazionale se al tempo stesso non rafforzerà la sua coesione sociale. La politica sociale deve quindi essere sviluppata, a livello comunitario, allo stesso titolo della politica economica, monetaria e industriale. Sono spesso invocate le differenze istituzionali che risultano dalle tradizioni proprie a ciascun paese ed a cui essi sono legati. Queste differenze sono importanti, ma le istituzioni sociali e le relazioni intercorse tra le parti sociali negli ultimi decenni presentano anche numerose analogie. In tutti i paesi esse hanno rappresentato un elemento importante della crescita economica, dell'evoluzione del livello di vita e della realizzazione della piena occupazione. Queste differenze tra le istituzioni e tra le politiche sociali non escludono l'attuazione di azioni comuni che consentano di promuovere progressivamente uno spazio sociale europeo. La Comunità deve perseguire in campo sociale gli obiettivi che essa si è fissata all'origine : cercare di realizzare la piena e la migliore occupazione, migliorare le condizioni di vita e di lavoro ed attuare pienamente la libera circolazione dei lavoratori. Ciò implica il rafforzamento della solidarietà sociale e l'ottenimento del consenso tra le parti della vita sociale. Questi obiettivi sono inscindibili dalla ricerca di una maggiore crescita economica basata su imprese più competitive, nonché su un approfondimento del mercato interno ed una politica economica diretta a contenere il più possibile il tasso di inflazione. La Comunità deve contribuire ad intensificare i legami tra le politiche economiche e sociali in modo da aumentare la sua competitività e la sua solidarietà nei confronti del mondo esterno. La riuscita di una buona politica economica costituisce una condizione essenziale per l'attuazione di un'adeguata politica sociale. Una politica sociale efficace costituisce un supporto necessario della politica economica. I cambiamenti resi necessari dal mutamento tecnologico dovrebbero essere sostenuti da una politica di educazione e di formazione professionale, una politica di mercato del lavoro e una politica sociale per permettere e favorire un adeguamento rapido ed efficace. Nell'adeguarle alle attuali circostanze, occorre quindi proseguire e rafforzare le azioni già avviate, in particolare nel settore della libera circolazione dei lavoratori, dell'occupazione, delle nuove tecnologie, dell'orientamento e della formazione professionale, dell'istruzione, della parità di trattamento tra uomini e donne, dell'azione a favore dei gruppi svantaggiati, della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro, ma anche esplorare le possibilità di nuove iniziative nel settore della protezione sociale, della demografia, nonché della politica familiare. Si deve infine rafforzare il dialogo sociale europeo e si deve rivederne le modalità, in modo da associare maggiormente le parti sociali alle decisioni economiche e sociali della Comunità. Nell'ambito dei propri poteri e visti i mezzi finanziari limitati, la Comunità, senza volersi sostituire all'azione degli Stati membri e delle parti sociali, afferma la propria volontà politica di progredire nella costruzione di uno spazio sociale europeo. In questo contesto occorre dare impulso a talune iniziative necessarie per creare una nuova dinamica, proseguire sulla via della crescita e del progresso sociale e consolidare la democrazia in Europa. È in questa prospettiva che il Consiglio, indipendentemente dal proseguimento e dall'approfondimento delle azioni avviate negli ultimi anni e che hanno formato oggetto di risoluzioni del Consiglio, ritiene che una serie di azioni e di iniziative potrebbe essere presa in considerazione nei prossimi anni nei seguenti settori: 1. Occupazione, aspetti sociali delle nuove tecnologie e formazione La disoccupazione costituisce il problema economico e sociale più difficile nella Comunità. Il rafforzamento delle azioni che contribuiscono alla soluzione di questo problema avrà nei prossimi anni carattere prioritario. Tali azioni dovranno essere attuate nell'intento costante di adeguare l'apparato produttivo all'evoluzione delle tecnologie, onde promuovere un alto livello di competitività di fronte alla concorrenza internazionale. 1.1. I giovani, uomini e donne, conoscono nella Comunità un tasso di disoccupazione sensibilmente più elevato di quello constatato nelle altre categorie di età. Questa situazione è molto preoccupante per il loro futuro sociale e professionale e l'equilibrio sociale dei paesi. Essa, per quanto riflette l'insufficiente offerta di posti di lavoro, è spesso connessa ad un basso livello di formazione o all'inadeguatezza delle qualifiche acquisite. Il miglioramento dell'occupazione dei giovani, e in primo luogo dei giovani disoccupati, costituisce un obiettivo prioritario. Le azioni intraprese dalla Comunità dovranno essere intensificate a tal fine, soprattutto per quanto riguarda la formazione, la riconversione a nuove tecnologie e l'inserimento sociale, in particolare per quanto riguarda i giovani e le donne. La Commissione è stata invitata a redigere un bilancio periodico dei mezzi messi in atto e dei risultati raggiunti nei vari paesi della Comunità. 1.2. Conformemente alle conclusioni del Consiglio sul cambiamento tecnologico e sui mutamenti sociali, la Commissione è invitata a promuovere le iniziative atte a favorire uno sviluppo della gestione previsionale dell'impiego, la formazione iniziale e permanente e la riqualificazione delle persone il cui posto di lavoro sia minacciato dai mutamenti, nonché l'informazione, la consultazione e la negoziazione al livello adeguato. 1.3. Poiché il mutamento tecnologico comporta conseguenze sull'occupazione, sull'organizzazione del lavoro e sulla produzione, l'esame degli aspetti economici volti ad aumentare la competitività non dovrebbe essere disgiunto da quello degli aspetti sociali riguardanti le condizioni di utilizzazione della manodopera. Le parti sociali dovrebbero essere incoraggiate ad avviare un dialogo sulle condizioni di utilizzazione delle apparecchiature, la ristrutturazione dell'organizzazione del lavoro e degli orari, i problemi dell'occupazione e la durata del lavoro. 1.4. Si deve prestare particolare attenzione alle condizioni di lavoro ed in particolare agli aspetti relativi alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, poiché si tratta di elementi importanti della produttività del lavoro. L'intensificazione delle azioni comunitarie intraprese in questo settore è prioritaria. Sarà in particolare opportuno ricercare le modalità per prendere in considerazione sistematicamente le implicazioni ergonomiche delle innovazioni tecnologiche sin dalla fase di studio e di progettazione delle attrezzature. La Commissione è invitata a presentare al Consiglio proposte in particolare nell'ambito del secondo programma d'azione delle Comunità europee in materia di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro. 2. Protezione sociale ed evoluzione demografica I sistemi di protezione sociale costituiscono un importante elemento di coesione sociale dei paesi della Comunità. Inoltre la sicurezza che essi offrono rappresenta la contropartita della necessaria mobilità dei posti di lavoro di fronte alle evoluzioni tecnologiche ed alla concorrenza. Senza che ciò implichi un obiettivo di armonizzazione, si dovrebbero tuttavia prospettare taluni adeguamenti per consolidare le realizzazioni ed aumentare l'efficacia dei sistemi nazionali. Essi contribuirebbero anche ad aumentare la competitività delle economie europee di fronte alla concorrenza internazionale. La Commissione continuerà a fare in modo che tali modifiche non diventino un mezzo della concorrenza tra economie europee. 2.1. Pur tenendo conto delle differenze istituzionali, la Commissione è invitata a cercare di meglio contenere l'incidenza degli oneri sociali sulla competitività delle imprese, sull'occupazione e sul livello di vita dei nuclei familiari nel contesto economico globale. Al termine di questo lavoro essa presenterà una relazione al Consiglio. 2.2. I ministri competenti sono invitati a procedere a un esame dei mezzi messi in atto per controllare l'evoluzione delle spese sanitarie in base ad una relazione periodica della Commissione. Quest'ultima esaminerà con gli Stati membri le possibilità di una cooperazione nel settore della sanità. 2.3. Il Consiglio procederà ad uno scambio di informazioni periodico sull'evoluzione delle politiche familiari e sugli effetti delle tendenze demografiche, nonché sulla conseguenza dell'invecchiamento. La Commissione è invitata a procedere a tal fine agli opportuni studi. 2.4. Nell'attuale contesto socioeconomico non si può ignorare l'importanza dei problemi connessi alla migrazione. Il Consiglio prende atto che la Commissione gli presenterà proposte che consentano: - di potenziare le politiche comunitarie che favoriscano l'inserimento culturale e sociale dei lavoratori migranti, - di sviluppare la cooperazione degli Stati membri in materia di controllo dei flussi migratori provenienti dai paesi terzi, - di confrontare le politiche di riconversione dei lavoratori migranti che ritornano volontariamente nei paesi terzi di origine e esaminare le connessioni tra tali politiche e la politica comunitaria di cooperazione con i suddetti paesi. 3. Dialogo sociale europeo Il Consiglio ritiene infine che la realizzazione di una politica sociale e di strategie industriali comunitarie comporti la prosecuzione e lo sviluppo del dialogo tra le parti sociali a livello comunitario. La Commissione è invitata ad esaminare le condizioni che consentano, nel quadro dei meccanismi esistenti, di migliorare il dialogo con le parti sociali, per associarle maggiormente alle decisioni economiche e sociali della Comunità. Essa è inoltre invitata a ideare metodi adeguati che, rispettando rigorosamente l'autonomia e le responsabilità proprie delle parti sociali, consentano di favorire lo sviluppo delle relazioni paritetiche a livello comunitario.