15.5.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

L 144/70


Versione pubblica della (1)

DECISIONE DELL'AUTORITÀ DI VIGILANZA EFTA

N. 244/12/COL

del 27 giugno 2012

sull'aiuto alla ristrutturazione concesso a Íslandsbanki (Islanda)

L'Autorità di vigilanza EFTA («l'Autorità»),

VISTO l'accordo sullo Spazio economico europeo («l'accordo SEE»), in particolare l'articolo 61, paragrafo 3, lettera b), e il protocollo 26,

VISTO l'accordo tra gli Stati EFTA sull'istituzione di un'Autorità di vigilanza e di una Corte di giustizia («l'accordo sull'Autorità di vigilanza e sulla Corte»), in particolare l'articolo 24,

VISTO il protocollo 3 dell'accordo sull'Autorità di vigilanza e sulla Corte («il protocollo 3»), in particolare l'articolo 1, paragrafo 3, della parte I, l'articolo 7, paragrafo 3, della parte II e l'articolo 13 della parte II,

considerando quanto segue:

I.   ANTEFATTI

1.   PROCEDIMENTO

(1)

Dopo uno scambio informale di lettere nell'ottobre 2008 e l'adozione da parte del parlamento islandese (l'Althing), il 6 ottobre dello stesso anno, della legge n. 125/2008 sull'Autorità per gli esborsi del Tesoro dovuti a circostanze insolite del mercato finanziario ecc. («la legge di emergenza»), che ha conferito allo Stato islandese ampi poteri di intervento nel settore bancario, il 10 ottobre 2008 il presidente dell'EFTA ha scritto alle autorità islandesi chiedendo di notificare all'Autorità di vigilanza le misure di aiuto di Stato adottate ai sensi della legge di emergenza. Sono periodicamente seguiti ulteriori contatti e scambi di corrispondenza, tra cui in particolare una lettera inviata dall'EFTA il 18 giugno 2009, nella quale si ricordava alle autorità islandesi la necessità di notificare eventuali misure di aiuto di Stato nonché la clausola sospensiva di cui all'articolo 3 del protocollo 3. Dopo un ulteriore scambio di corrispondenza, un aiuto di Stato concernente il ripristino di determinate operazioni di Glitnir Bank e l'istituzione e la capitalizzazione della New Glitnir Bank (nel frattempo denominata «Íslandsbanki») è stato alla fine notificato a posteriori dalle autorità islandesi in data 15 settembre 2010 (2).

(2)

Con lettera del 15 dicembre 2010 (3) l'Autorità di vigilanza EFTA («l'Autorità») ha comunicato alle autorità islandesi la propria decisione di avviare il procedimento di cui all'articolo 1, paragrafo 2, della parte I del protocollo 3 in relazione alle misure adottate dallo Stato islandese per ripristinare determinate operazioni della (ex) Glitnir Bank hf. e istituire e capitalizzare la New Glitnir Bank hf., attualmente denominata Íslandsbanki («la decisione di avviare il procedimento») (4). L'Autorità ha inoltre chiesto di presentare un piano di ristrutturazione dettagliato per Íslandsbanki entro sei mesi.

(3)

Con messaggio di posta elettronica del 24 marzo 2011 (5), l'Autorità ha ricevuto un'osservazione dagli interessati, che è stata trasmessa alle autorità islandesi il 25 maggio 2011. Le autorità islandesi non hanno risposto a tale osservazione.

(4)

Con lettera del 31 marzo 2011 le autorità islandesi hanno presentato un piano di ristrutturazione per Íslandsbanki. In seguito all'acquisizione di Byr nel novembre 2011, le autorità islandesi hanno presentato un nuovo piano di ristrutturazione per Íslandsbanki il 22 febbraio 2012 (6).

(5)

L'Autorità ha chiesto informazioni in merito al piano di ristrutturazione l'11 luglio 2011 e il 13 febbraio 2012. Le autorità islandesi hanno risposto alle richieste di informazioni il 17 ottobre 2011 e il 13 marzo 2012. Le versioni finali degli impegni sono state presentate il 16 maggio 2012 e il 6 giugno 2012 (7).

(6)

Inoltre, l'EFTA ha incontrato le autorità islandesi il 7 giugno 2011 e il 27-28 febbraio 2012.

2.   CONTESTO

(7)

In questa sezione l'Autorità descriverà gli eventi, i fatti e gli sviluppi economici, politici e normativi relativi al crollo e alla ricostruzione del sistema finanziario islandese dall'ottobre 2008 ad oggi, che sembra opportuno ricordare per definire il contesto in cui viene effettuata la valutazione delle misure di aiuto di Stato oggetto della presente decisione. Prima di farlo, l'Autorità riporterà inoltre la cronologia del fallimento di Glitnir.

2.1.   Il crollo di Glitnir Bank

(8)

Nel settembre 2008 alcune importanti istituzioni finanziarie globali avevano cominciato a versare in gravi difficoltà. Durante la turbolenza dei mercati finanziari globali e successivamente al crollo di Lehman Brothers nel settembre 2008, le tre maggiori banche commerciali islandesi, che avevano conosciuto una crescita straordinaria negli anni precedenti, avevano avuto difficoltà a rifinanziare il loro debito a breve termine registrando altresì una corsa al recupero dei depositi. Il 15 settembre Lehman Brothers aveva chiesto la tutela fallimentare e lo stesso giorno era stata annunciata l'acquisizione di Merrill Lynch da parte di Bank of America.

(9)

Altrove, Lloyds TSB aveva dovuto rilevare una delle banche principali del Regno Unito, HBOS. Nel frattempo Glitnir incontrava grandi difficoltà a finanziare le proprie attività. Un'emissione di obbligazioni aveva dovuto essere cancellata a causa della mancanza di interesse, una vendita di attività non era stata completata e una banca tedesca aveva negato la concessione di due prestiti del valore di 150 milioni di EUR. Dopo il crollo di Lehman Brothers anche le condizioni di mercato erano peggiorate drasticamente.

(10)

Il 25 settembre 2008 il presidente del consiglio di amministrazione di Glitnir aveva contattato la Banca centrale d'Islanda (CBI) per informarla che, in seguito al rimborso dei prestiti che doveva essere effettuato nel mese di ottobre, la banca aveva registrato un ammanco immediato di 600 milioni di EUR. Il 29 settembre era stato annunciato che il governo islandese avrebbe conferito a Glitnir 600 milioni di EUR in cambio del 75 % del suo capitale proprio. Tuttavia, il fatto che 600 milioni di EUR equivalessero a quasi un quarto delle riserve valutarie estere islandesi e che Glitnir avesse da tempo problemi di rifinanziamento nonché un debito stimato a 1,4 miliardi di EUR da ripagare nei sei mesi successivi, stando alle informazioni rese pubbliche, tradiva la mancanza di credibilità della proposta (8). Come sarebbe emerso in seguito, il valore delle azioni emesse da Glitnir era crollato da oltre 200 miliardi di ISK a 26 miliardi di ISK in un giorno.

(11)

La banche islandesi avevano registrato ritiri massicci di depositi, non solo all'estero ma anche all'interno del paese. I prelievi nazionali erano diventati talmente ingenti che a un certo punto le banche islandesi e la Banca centrale d'Islanda erano rimaste quasi senza liquidità. Il 30 settembre 2008 l'agenzia di valutazione del credito Moody's aveva abbassato la valutazione del credito di Glitnir, generando obblighi di rimborso di altri prestiti. Erano inoltre seguite richieste di margini di garanzia per oltre un miliardo di EUR. Il 7 ottobre 2008 Glitnir era stata obbligata a chiedere all'Autorità islandese di vigilanza finanziaria (FME) di essere posta sotto il suo controllo (9).

2.2.   La crisi finanziaria e le cause principali del fallimento delle banche islandesi

(12)

Nella loro notifica dell'aiuto concesso alla New Glitnir Bank (successivamente denominata Íslandsbanki), le autorità islandesi hanno spiegato che le ragioni del crollo del settore bancario islandese e la loro necessità di intervenire erano illustrate molto dettagliatamente in una relazione preparata da una commissione speciale d'indagine (Special Investigation Commission, SIC) istituita dal parlamento islandese (10), incaricata di indagare e analizzare i processi che avevano determinato il crollo delle tre banche principali. L'Autorità riassume di seguito le conclusioni raggiunte dalla commissione in merito alle cause principali del fallimento di Glitnir Bank. Le informazioni sono tratte dai capitoli 2 (Sintesi) e 21 (Cause del crollo delle banche islandesi: responsabilità, errori e negligenza) della relazione SIC.

(13)

La riduzione globale della liquidità dei mercati finanziari, iniziata nel 2007, è in ultima analisi all'origine del crollo delle tre principali banche islandesi, le cui operazioni commerciali erano diventate sempre più dipendenti dal reperimento di fondi sui mercati internazionali. Le ragioni del fallimento delle banche islandesi sono tuttavia complesse e numerose. La SIC ha analizzato le ragioni che hanno portato al crollo delle banche principali ed è interessante constatare che la maggioranza delle conclusioni si applica a tutte e tre le banche e che molte sono interconnesse. Le cause del fallimento connesse alle attività delle banche sono brevemente riassunte di seguito.

Espansione eccessiva e non sostenibile

(14)

La SIC ha concluso che, negli anni precedenti al crollo, l'espansione dei bilanci e dei portafogli di prestiti da parte delle banche era stata superiore alle loro capacità operative e di gestione. Le attività complessive delle tre banche erano aumentate esponenzialmente, passando da 1,4 trilioni di ISK (11) nel 2003 a 14,4 trilioni di ISK alla fine del secondo trimestre del 2008. È indicativo che buona parte della crescita registrata dalle tre banche fosse dovuta ai prestiti erogati a soggetti stranieri, che erano aumentati considerevolmente nel corso del 2007 (12), in particolare dopo l'inizio della crisi di liquidità internazionale. Tale constatazione ha indotto la SIC a concludere che l'incremento delle attività creditizie fosse in ampia misura imputabile ai prestiti erogati a imprese che si erano viste negare la concessione di crediti altrove. La relazione ha inoltre concluso che i servizi bancari di investimento intrinsecamente più rischiosi erano diventati una caratteristica sempre più prominente delle attività delle banche e che la crescita aveva contribuito ai problemi.

La riduzione delle risorse finanziarie disponibili sui mercati internazionali

(15)

La crescita delle banche è stata in buona parte favorita dall'accesso ai mercati finanziari internazionali, agevolata dalla buona classificazione creditizia e dall'accesso ai mercati europei tramite l'accordo SEE. Nel 2005 le banche islandesi avevano preso in prestito 14 miliardi di EUR sui mercati dei titoli del debito estero a condizioni relativamente favorevoli. Quando l'accesso ai mercati dei titoli del debito europeo era diventato più limitato, le banche avevano finanziato le loro attività sui mercati statunitensi, impacchettando i titoli del debito islandese in obbligazioni garantite da crediti. Nel periodo precedente al crollo le banche erano diventate sempre più dipendenti dall'assunzione di prestiti a breve termine, situazione che esponeva a gravi e, a parere della SIC, prevedibili rischi di rifinanziamento.

Il rapporto di indebitamento dei proprietari delle banche

(16)

Nel caso di ciascuna grande banca islandese, i proprietari principali erano alcuni dei maggiori debitori (13). I prestiti di Glitnir ai principali azionisti del gruppo Baugur e di società collegate, in particolare del gruppo FL, erano considerevoli. Nella primavera del 2007 era stato nominato un nuovo consiglio di amministrazione di Glitnir, dopo il considerevole aumento del numero di azioni della banca detenute dai gruppi Baugur ed FL. Nell'ultima parte del 2007 e all'inizio del 2008 i prestiti erogati a Baugur e alle società ad esso collegate erano pressoché raddoppiati e il livello massimo del credito concesso a questo gruppo ammontava all'80 % del capitale proprio della banca (14). Questo aumento dei prestiti a favore dei principali azionisti era avvenuto benché Glitnir stesse iniziando ad avere problemi di liquidità e di rifinanziamento. A parere della SIC, alcuni azionisti, in qualità di proprietari, potevano accedere con insolita facilità al credito delle banche. La SIC ha altresì concluso che si evinceva chiaramente che Baugur e il gruppo FL avevano cercato di esercitare un'influenza indebita sulla gestione della banca e che i confini tra gli interessi dei principali azionisti e l'interesse della banca non erano netti. Gli azionisti principali erano pertanto stati privilegiati a scapito di altri azionisti e creditori. Quando la banca è crollata, i prestiti in essere a favore del gruppo Baugur e delle società affiliate ammontavano approssimativamente a 2 miliardi di EUR, pari a circa il 70 % del suo capitale proprio. La SIC ha inoltre messo in discussione il funzionamento dei fondi del mercato monetario gestiti da filiali delle banche, che avevano effettuato investimenti considerevoli in titoli connessi ai proprietari delle banche. Glitnir Funds, una filiale di Glitnir, aveva prestato circa 300 milioni di EUR a Baugur e al gruppo FL investendo il 20 % del suo capitale complessivo nei loro titoli.

Concentrazione del rischio

(17)

Alla questione dell'anomala esposizione ai principali azionisti era connessa la conclusione della SIC secondo cui i portafogli di attività delle banche erano insufficientemente diversificati. A parere della SIC, le norme europee sulle grandi esposizioni erano state interpretate restrittivamente, in particolare nel caso degli azionisti, e le banche avevano cercato di eluderle.

Dotazione insufficiente di capitale proprio

(18)

Benché il coefficiente di capitale di Glitnir e delle altre due principali banche islandesi sia sempre risultato leggermente superiore al minimo statutario, la SIC ha concluso che i coefficienti di capitale non riflettevano accuratamente la forza finanziaria delle banche. Tale situazione era imputabile all'esposizione al rischio delle azioni delle banche tramite garanzie primarie e contratti a termine sulle azioni. Il capitale azionario finanziato dalle società stesse, definito dalla SIC come una «dotazione insufficiente di capitale proprio» (15), rappresentava oltre il 25 % delle basi di capitale delle banche (o oltre il 50 % se valutato in relazione alla componente essenziale del capitale, ossia il capitale proprio degli azionisti meno le attività immateriali). A ciò si aggiungevano i problemi causati dal rischio al quale le banche erano esposte detenendo l'una le azioni dell'altra. A metà del 2008, il finanziamento diretto delle azioni proprie da parte delle banche e i finanziamenti incrociati delle azioni delle altre due banche ammontavano approssimativamente a 400 miliardi di ISK, pari al 70 % circa della componente essenziale del capitale. A parere della SIC il finanziamento del capitale proprio degli azionisti tramite l'assunzione di prestiti dal sistema aveva raggiunto un livello tale da minacciare la stabilità del sistema stesso. Le banche detenevano un numero considerevole di azioni proprie a garanzia dei prestiti erogati e, di conseguenza, con il calo dei prezzi delle azioni la qualità dei loro portafogli di prestiti era diminuita. Questo sviluppo aveva inciso negativamente sui risultati delle banche ed esercitato un'ulteriore pressione al ribasso sui prezzi delle loro azioni, situazione in risposta alla quale (come ha dedotto la SIC sulla base delle informazioni in suo possesso) le banche avevano cercato di creare artificiosamente una domanda anomala di azioni proprie.

Le dimensioni delle banche

(19)

Nel 2001 i bilanci delle tre banche principali ammontavano (complessivamente) a poco più di un anno di prodotto interno lordo (PIL) dell'Islanda. Alla fine del 2007 le banche erano diventate internazionali e vantavano attività pari a nove volte il PIL islandese. La relazione della SIC evidenzia che, alla fine del 2006, gli osservatori rilevavano che il sistema bancario aveva superato la capacità della Banca centrale d'Islanda ed esprimevano dubbi sul fatto che fosse in grado di adempiere al ruolo di prestatore di ultima istanza. Alla fine del 2007 i debiti a breve termine dell'Islanda (contratti principalmente a seguito del finanziamento delle banche) erano 15 volte superiori alle riserve in valuta estera e i depositi esteri delle tre banche erano a loro volta 8 volte superiori alle riserve in valuta estera. Il Fondo di garanzia per depositanti e investitori deteneva risorse minime rispetto ai depositi bancari che avrebbe dovuto garantire. Tali fattori, conclude la SIC, rendevano l'Islanda suscettibile a una corsa al recupero dei depositi presso le sue banche.

La crescita improvvisa delle banche rispetto all'infrastruttura normativa e finanziaria

(20)

La SIC ha concluso che i competenti organi di vigilanza islandesi erano privi della credibilità che era necessaria in assenza di un prestatore di ultima istanza dotato di risorse sufficienti. La relazione conclude che l'Autorità islandese di vigilanza finanziaria e la Banca centrale d'Islanda non avevano le competenze e l'esperienza per disciplinare le banche in tempi economici difficili, ma che sarebbero potute intervenire per ridurre il livello di rischio al quale erano esposte le banche. L'FME, per esempio, non era cresciuta nella stessa misura delle banche e le pratiche dell'autorità di vigilanza non si erano adeguate ai rapidi sviluppi delle operazioni bancarie. La relazione critica anche il governo e conclude che le autorità sarebbero dovute intervenire per diminuire il potenziale impatto delle banche sull'economia riducendo le loro dimensioni o chiedendo a una o più banche di spostare la propria sede all'estero (16).

Squilibri e sovraespansione dell'economia islandese nel suo complesso

(21)

La relazione della SIC fa riferimento a eventi riguardanti l'economia in generale che hanno a loro volta inciso sulla rapida crescita delle banche e determinato squilibri in termini di dimensioni e influenza tra il settore dei servizi finanziari e il resto dell'economia. La relazione ha concluso che le politiche del governo (in particolare, la politica fiscale) hanno con tutta probabilità contribuito alla sovraespansione e agli squilibri e che la politica monetaria della Banca centrale d'Islanda non era stata sufficientemente restrittiva. La relazione definisce inoltre l'ammorbidimento delle norme sui prestiti del Fondo islandese per il finanziamento degli alloggi come «uno dei più grandi errori commessi nella gestione monetaria e fiscale nel periodo precedente al crollo delle banche» (17). La relazione critica anche la facilità con cui le banche potevano ottenere prestiti dalla Banca centrale d'Islanda, la cui consistenza dei prestiti garantiti a breve termine era passata da 30 miliardi di ISK nell'autunno del 2005 a 500 miliardi di ISK all'inizio di ottobre 2008.

La corona islandese, gli squilibri esterni e il differenziale sui CDS

(22)

La relazione rileva che nel 2006 il valore della corona islandese era insostenibilmente alto, il disavanzo delle partite correnti islandesi superava il 16 % del PIL e le passività in valuta estera meno le attività si avvicinavano al PIL annuo complessivo. Esistevano dunque i presupposti per una crisi finanziaria. Alla fine del 2007 la corona islandese si stava svalutando e i differenziali sul CDS (credit default swap, trasferimento del rischio di credito) sull'Islanda e le banche erano aumentati in maniera esponenziale.

2.3.   Misure adottate per ricostruire il settore bancario

(23)

In seguito al crollo delle tre principali banche commerciali (tra cui Glitnir) nell'ottobre 2008, le autorità islandesi si erano trovate ad affrontare la sfida senza precedenti di tutelare il proseguimento delle operazioni bancarie in Islanda (18). La politica seguita dal governo islandese è essenzialmente formulata nella legge di emergenza (19), adottata dal parlamento islandese il 6 ottobre 2008. La legge conferisce all'FME poteri straordinari che le permettono di assumere il controllo delle imprese finanziarie e di liquidarne attività e passività come richiesto. Il ministro delle Finanze era autorizzato, a nome del Tesoro, a erogare fondi per l'istituzione di nuove imprese finanziarie. Inoltre, nelle procedure fallimentari delle società finanziarie, sarebbe stata data priorità ai depositi rispetto ad altri crediti. Il governo aveva dichiarato che i depositi presso le banche commerciali e le casse di risparmio nazionali e le loro filiali in Islanda sarebbero stati pienamente tutelati.

(24)

Inizialmente le priorità politiche erano garantire il funzionamento di base del sistema bancario e dei sistemi di pagamento e regolamento nazionali. Nelle prime settimane dopo il fallimento, il governo islandese aveva preparato anche un programma economico in collaborazione con il Fondo monetario internazionale (FMI), che il 20 novembre 2008 aveva portato all'approvazione della richiesta dell'Islanda di un accordo di stand-by di due anni con il Fondo, comprendente un prestito di 2,1 miliardi di USD dall'FMI volto a rafforzare le riserve valutarie islandesi. Erano stati garantiti prestiti aggiuntivi fino a 3 miliardi di USD da altri paesi nordici nonché da taluni altri partner commerciali. Del prestito erogato dall'FMI erano stati resi immediatamente disponibili 827 milioni di USD, mentre l'importo restante era stato versato in otto rate di pari importo, subordinatamente a riesami trimestrali del programma.

(25)

Il programma dell'FMI era un vasto programma di stabilizzazione incentrato su tre obiettivi principali. Innanzitutto, stabilizzare e ripristinare la fiducia nella corona in modo da contenere l'impatto negativo della crisi sull'economia. Le misure prevedevano l'introduzione di controlli sui movimenti di capitale volti ad arginare la fuga di capitali. In secondo luogo, il programma comprendeva una strategia di ristrutturazione globale delle banche, finalizzata in ultima analisi a ricostruire un sistema finanziario valido in Islanda nonché a salvaguardare le relazioni finanziarie internazionali del paese. Tra gli obiettivi secondari figuravano la necessità di garantire un'equa valutazione delle attività delle banche, ottimizzare il recupero degli attivi e rafforzare le pratiche di vigilanza. In terzo luogo, il programma mirava ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche limitando la socializzazione delle perdite nelle banche fallite e attuando un programma di consolidamento fiscale a medio termine.

(26)

Le autorità islandesi hanno sottolineato che, a causa delle circostanze eccezionali connesse alle grandi dimensioni del sistema bancario rispetto alla capacità finanziaria del Tesoro, il numero di opzioni politiche a loro disposizione era limitato. Le soluzioni alle quali avevano fatto ricorso erano pertanto sotto molti aspetti diverse dalle misure adottate dai governi di altri paesi alle prese con minacce alla stabilità finanziaria.

(27)

Sulla base della legge di emergenza, le tre grandi banche commerciali, Glitnir Bank, Landsbanki Íslands e Kaupthing Bank, erano state suddivise in banche «vecchie» e «nuove». Il ministro delle Finanze aveva fondato tre società a responsabilità limitata destinate a rilevare le operazioni interne delle vecchie banche e aveva nominato i consigli di amministrazione. L'FME aveva assunto il controllo delle vecchie banche e aveva fondamentalmente assegnato le loro attività e passività (depositi) interne alle nuove banche, che avevano proseguito le attività bancarie in Islanda, mentre le vecchie banche erano state sottoposte al controllo dei rispettivi comitati di risoluzione (20). Le attività e le passività estere erano state nel complesso affidate alle vecchie banche, che in seguito erano state soggette a procedure di liquidazione e alla chiusura definitiva di tutte le operazioni estere (21).

(28)

Secondo le stime dei bilanci di apertura provvisori delle tre nuove banche del 14 novembre 2008, il bilancio congiunto delle banche sarebbe ammontato a 2 886 miliardi di ISK, con un capitale proprio di 385 miliardi di ISK che avrebbe fornito lo Stato. L'importo complessivo delle obbligazioni che le nuove banche avrebbero dovuto emettere a favore delle vecchie banche a titolo di pagamento per il valore delle attività trasferite superiori alle passività era stato stimato a 1 153 miliardi di ISK. L'FME aveva affidato a Deloitte LLP l'incarico di valutare il valore delle attività e passività trasferite. Nell'ambito di tale processo era risultato che dalla valutazione indipendente non sarebbero scaturiti valori fissi delle attività nette trasferite, ma valutazioni all'interno di determinati intervalli di valori. Era altresì emerso che i creditori delle banche avevano manifestato disaccordo in merito al processo di valutazione, che avevano giudicato non imparziale, e si erano rammaricati di non poter tutelare i loro interessi. Tali complicazioni avevano determinato un cambiamento della politica per la liquidazione dei conti tra le vecchie e le nuove banche e, di conseguenza, anziché affidarsi a valutazioni effettuate da un esperto indipendente, le parti avrebbero cercato di raggiungere accordi sul valore delle attività nette trasferite per via negoziale.

(29)

Era evidente che per le parti sarebbe stato difficile raggiungere accordi sulle valutazioni poiché queste ultime erano evidentemente soggette a numerose ipotesi su cui le parti si sarebbero probabilmente trovate in disaccordo. L'obiettivo dello Stato era raggiungere accordi su valutazioni di riferimento al fine di fondare su una base solida la capitalizzazione iniziale delle nuove banche. L'andamento dei prezzi delle attività di valore superiore alla valutazione di riferimento avrebbe potuto essere attribuito ai creditori sotto forma di obbligazioni contingenti o di aumenti del valore del capitale azionario delle banche; nel corso dei negoziati era infatti emerso che i comitati di risoluzione di Glitnir e Kaupthing e una maggioranza dei loro creditori avrebbero potuto essere interessati all'assunzione di partecipazioni nelle nuove banche, circostanza che avrebbe permesso loro di beneficiare di potenziali aumenti del valore delle attività trasferite.

(30)

La totale capitalizzazione delle tre nuove banche e la base degli accordi con i creditori delle vecchie banche erano state annunciate il 20 luglio 2009. Il governo, in qualità di unico proprietario delle tre nuove banche, aveva raggiunto accordi di intesa con i comitati di risoluzione delle vecchie banche in merito alle modalità di ottenimento e pagamento dell'indennizzo per il trasferimento delle attività nette presso le nuove banche. Per quanto riguarda due delle nuove banche, Íslandsbanki e New Kaupthing (successivamente denominata Arion Bank), tale intesa prevedeva accordi condizionali in base ai quali le vecchie banche si impegnavano ad acquisire una partecipazione maggioritaria al capitale proprio delle nuove banche.

(31)

Sulla base di questi accordi di massima, i comitati di risoluzione delle vecchie banche avevano deciso nell'ottobre 2009 (Glitnir) e nel dicembre 2009 (Kaupthing Bank e Landsbanki Íslands) di esercitare le opzioni negoziate e di impegnarsi ad acquisire una partecipazione azionaria nelle nuove banche. Il 18 dicembre 2009 il governo aveva annunciato che la ricostruzione del sistema bancario era terminata e che erano stati raggiunti accordi tra le autorità islandesi e le nuove banche, da un lato, e i comitati di risoluzione di Glitnir Bank, Landsbanki Íslands e Kaupthing Bank a nome dei loro creditori, dall'altro, in merito a transazioni concernenti i capitali che erano stati trasferiti dalle vecchie alle nuove banche e che le nuove banche erano ormai completamente finanziate.

(32)

Come è emerso in seguito, il contributo del Tesoro al capitale proprio delle nuove banche era stato considerevolmente ridotto, passando dai 385 miliardi di ISK previsti inizialmente a 135 miliardi di ISK sotto forma di capitale azionario e, nel caso di due delle tre banche, Íslandsbanki e Arion Bank, a circa 55 miliardi di ISK di capitale di classe 2 sotto forma di prestiti subordinati o di un importo complessivo di 190 miliardi di ISK. Il Tesoro aveva inoltre fornito a Íslandsbanki e Arion Bank taluni strumenti di liquidità. Il capitale azionario totale fornito dalle vecchie alle nuove banche era pari a circa 156 miliardi di ISK. La capitalizzazione complessiva delle nuove banche ammontava pertanto a circa 346 miliardi di ISK. Di conseguenza, anziché il mantenimento della piena proprietà delle tre banche, gli accordi prevedevano una diminuzione delle partecipazioni dello Stato di circa il 5 % nel caso di Íslandsbanki, il 13 % nel caso di Arion Bank e l'81 % nel caso di Landsbankinn.

(33)

Sebbene l'acquisizione di due delle tre banche da parte dei creditori delle vecchie banche avesse risolto gravi questioni nella ricostruzione del settore finanziario e istituito una base di capitale più solida per le nuove banche, permanevano numerose debolezze che dovevano essere affrontate. Dall'autunno del 2009 le banche hanno concentrato i loro sforzi principalmente su questioni interne, definendo la strategia generale per le loro operazioni e in particolare ristrutturando i loro portafogli di prestiti, che rappresentano il principale fattore di rischio per le loro attività e la loro redditività a lungo termine. Il processo di ristrutturazione è stato complesso a causa di vari fattori di complicazione, tra cui le sentenze della Corte suprema sull'illegalità dei prestiti concessi in corone islandesi ma indicizzati in valuta estera. Per quanto riguarda Íslandsbanki, nella misura in cui siano rilevanti ai fini della sua ristrutturazione, tali questioni vengono approfondite di seguito.

Ambiente macroeconomico

(34)

Al collasso del sistema bancario nell'ottobre 2008 era seguita una grave turbolenza economica. Le difficoltà del sistema finanziario islandese erano state accompagnate da un crollo della fiducia nella moneta nazionale. La corona si era fortemente svalutata nel primo trimestre del 2008 e si era nuovamente deprezzata in autunno, prima e dopo il fallimento delle tre banche commerciali. Nonostante i controlli sui movimenti di capitale imposti nell'autunno del 2008, nel corso del 2009 la volatilità della valuta era stata predominante (22). Tale disordine aveva causato una grave recessione dell'economia islandese, con una contrazione del PIL del 6,8 % nel 2009 e del 4 % nel 2010.

(35)

Alcune delle conseguenze della crisi economica erano state l'improvviso aumento della disoccupazione, passata dall'1,6 % nel 2008 all'8 % nel 2009, l'innalzamento dell'inflazione e la diminuzione dei salari reali. Si era inoltre registrato un forte aumento sia del debito delle imprese e delle famiglie che della quota dei prestiti in sofferenza nei portafogli dei prestiti delle banche nonché un'acquisizione su larga scala di imprese in difficoltà finanziaria da parte delle nuove banche. Al contempo, l'alto costo fiscale della ristrutturazione del sistema bancario aveva determinato un forte incremento del disavanzo pubblico e un notevole aumento del debito del settore pubblico.

(36)

Dopo il periodo di profonda recessione, i dati provvisori forniti da Statistics Iceland, l'istituto nazionale di statistica islandese, indicano un'inversione nel secondo semestre del 2011 e per l'intero anno una crescita del PIL del 3,1 % rispetto all'anno precedente.

(37)

La crescita economica registrata nel 2011 era principalmente ascrivibile a un aumento della domanda interna, in particolare un aumento del 4 % dei consumi delle famiglie. Tale incremento era stato promosso da un aumento sia dei salari che delle prestazioni sociali nonché da talune iniziative politiche intraprese per alleggerire l'onere del pagamento del debito delle famiglie, tra cui abbuoni d'interesse temporanei, il congelamento dei pagamenti sui prestiti e il rimborso anticipato dei contributi previdenziali integrativi. I dati provvisori per il 2011 indicano anche un lieve aumento degli investimenti, sia pur da un livello particolarmente basso (23). I consumi pubblici sono rimasti modesti negli ultimi tre anni.

(38)

I dati macroeconomici generali celano differenze settoriali più significative. Oltre al crollo del settore finanziario, si è registrata una grave contrazione nell'edilizia e in molti altri comparti nazionali di produzione e di servizi. Si è invece assistito alla crescita di taluni settori di esportazione. Grazie ai bassi tassi di cambio della corona e a prezzi in valuta estera relativamente stabili dei prodotti sia marini che di alluminio, i proventi delle esportazioni sono aumentati dall'inizio della crisi economica, anche per quanto riguarda il turismo e altre esportazioni di servizi. Al contempo, le importazioni sono fortemente diminuite, facendo temporaneamente registrare alla bilancia commerciale (24) un'eccedenza pari a circa il 10 % del PIL nel 2010. Tuttavia, in seguito all'aumento della domanda interna registrato nel 2011, le importazioni sono nuovamente cresciute, determinando un'eccedenza commerciale totale più contenuta, pari all'8,2 % del PIL.

(39)

Le previsioni di Statistics Iceland per il 2012-2017 presuppongono che la graduale ripresa economica continuerà con una crescita del 2,6 % nel 2012. Un tasso di crescita analogo è previsto lungo l'intero periodo di riferimento. Tali previsioni sono tuttavia soggette ad alcune incertezze. I previsti investimenti industriali su vasta scala potrebbero subire ulteriori ritardi. Le ragioni di scambio dell'Islanda verrebbero negativamente influenzate da una recessione prolungata nei principali paesi partner commerciali, che comporterebbe un ridotto tasso di crescita in Islanda. Progressi più lenti del previsto nel far fronte all'onere del debito di famiglie e imprese limiterebbero ulteriormente la domanda interna e le prospettive di crescita dell'economia. La crescita potrebbe essere minacciata anche dal protrarsi dell'instabilità dei prezzi connessa alla volatilità della valuta nel contesto dell'abolizione dei controlli sui movimenti di capitale.

2.4.   Vigilanza finanziaria e miglioramenti del quadro normativo

(40)

In seguito al lavoro svolto inizialmente riguardo all'istituzione delle nuove banche e alla valutazione del valore delle attività nette trasferite dalle vecchie banche, nella primavera del 2009 l'FME aveva effettuato un audit delle nuove banche e dei loro piani commerciali, controllandone altresì la forza finanziaria e i requisiti patrimoniali in un cosiddetto progetto di convalida. Tale accertamento era stato eseguito con l'aiuto della società di consulenza manageriale internazionale Oliver Wyman.

(41)

A conclusione del suddetto processo, l'FME aveva rilasciato alle banche licenze di esercizio subordinate a una serie di condizioni. Alla luce della qualità dei portafogli di attività e della prevista incertezza economica, era stato ritenuto necessario imporre alle tre banche requisiti patrimoniali superiori a quelli minimi richiesti. L'FME aveva pertanto fissato il coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (minimum capacity adequacy, CAD) per le tre banche al 16 %, di cui un minimo del 12 % per il coefficiente di capitale di classe 1. I requisiti erano applicabili per almeno tre anni salvo riesame dell'FME. Erano state precisate anche le condizioni di liquidità, stabilendo che i fondi liquidi disponibili ammontassero in qualsiasi momento a un minimo del 20 % dei depositi e che le disponibilità liquide o i mezzi equivalenti ammontassero almeno al 5 % dei depositi. Erano inoltre stati imposti requisiti riguardo ad altre questioni quali la ristrutturazione dei portafogli di prestiti, la valutazione del rischio, il governo societario e l'assetto proprietario. L'FME aveva introdotto requisiti patrimoniali simili per altre imprese finanziarie.

(42)

Il programma di stabilizzazione economica istituito in accordo con l'FMI prevedeva una revisione dell'intero quadro di regolamentazione e vigilanza dei servizi finanziari per difendersi meglio da future crisi finanziarie. Il governo aveva invitato l'ex direttore generale dell'Autorità di vigilanza finanziaria finlandese, Kaarlo Jännäri, a effettuare una valutazione del quadro normativo e delle pratiche di vigilanza in vigore. Fra i miglioramenti proposti da Jännäri figurava la creazione di un registro nazionale dei crediti presso l'FME al fine di ridurre il rischio di credito nel sistema. La sua relazione suggeriva altresì di stabilire norme più severe e una prassi più rigorosa sulle grandi esposizioni e sulle operazioni di prestito connesse nonché di effettuare un maggior numero di ispezioni in loco al fine di verificare la vigilanza e le relazioni esterne, in particolare sui rischi di credito, di liquidità e di cambio. Era stato inoltre raccomandato di rivedere e migliorare il sistema di garanzia dei depositi, seguendo da vicino gli sviluppi all'interno dell'UE.

(43)

Il governo aveva successivamente presentato all'Althing un disegno di legge basato tra l'altro sulle proposte formulate da Kaarlo Jännäri e sulle modifiche apportate alla normativa SEE sulle attività finanziarie dal 2009 in poi, che era stato adottato ed era entrato in vigore il 1o luglio 2010 come legge n. 75/2010. Con la nuova legge erano state apportate ampie modifiche alla legge sulle imprese finanziarie. Successivamente erano state introdotte alcune altre modifiche alla legge sulle imprese finanziare nonché al quadro di regolamentazione e vigilanza dei servizi finanziari. Queste modifiche normative sono esaminate in maniera più approfondita nell'allegato.

2.5.   Le principali sfide future( (25))

(44)

Nonostante gli importanti risultati raggiunti nella ricostruzione del settore finanziario, l'Islanda è ancora alle prese con le ripercussioni della crisi finanziaria e monetaria dell'autunno 2008. La crisi finanziaria ha rivelato vari difetti e lacune del sistema finanziario, cui è necessario ovviare per recuperare la fiducia dei cittadini. Sembra evidente che l'Islanda, come molti altri paesi gravemente colpiti dalla crisi finanziaria, deve affrontare numerose sfide nell'adattare l'ambiente giuridico e operativo dei servizi finanziari al fine di sostenere un sistema finanziario valido ed efficiente in futuro e ridurre il più possibile il rischio che si ripetano altri shock sistemici.

(45)

Le sfide più immediate cui devono attualmente far fronte le imprese finanziarie islandesi sono collegate al fatto che le banche operano in un ambiente protetto caratterizzato da controlli sui movimenti di capitale e da una garanzia globale sui depositi. Ora le banche dovranno prepararsi a operare in un ambiente più esposto, quando saranno aboliti i controlli sui movimenti di capitale e saranno ripristinate le garanzie sui depositi di cui all'accordo enunciato nelle pertinenti direttive dell'UE/del SEE (26). Le autorità islandesi hanno sottolineato la necessità di procedere con la massima cautela nell'introduzione di nuove norme a questo riguardo.

(46)

Un'altra grande sfida è la necessità di adattare ulteriormente il quadro giuridico e normativo al fine di sostenere un sistema finanziario solido ed efficiente, che sia anche coerente con gli sviluppi del SEE e del diritto internazionale (27).

2.6.   La situazione della concorrenza nel settore finanziario islandese

(47)

Stando alle recenti informazioni fornite dalle autorità islandesi (28), la concorrenza sul mercato finanziario è cambiata radicalmente dal crollo del sistema bancario. Il numero di società finanziarie è diminuito, poiché molte casse di risparmio, banche commerciali e prestatori specializzati sono in via di liquidazione o sono stati fusi con altre imprese (29). Il numero di imprese finanziarie sta continuando a diminuire, più di recente con le fusioni di Landsbankinn e SpKef nel marzo 2011, di Íslandsbanki e Byr nel dicembre 2011 nonché con la fusione di Landsbankinn e Svarfdaelir Savings Bank, approvata dall'Autorità il 20 giugno 2012 nella decisione n. 226/12/COL. Con le riduzioni del numero di imprese finanziarie e l'acquisizione dei depositi delle banche che avevano cessato le loro attività da parte delle banche più grandi, la concentrazione sul mercato nazionale è aumentata. La presenza complessiva delle nuove banche sui mercati finanziari del SEE è del resto molto inferiore rispetto a quella delle vecchie, in quanto le operazioni bancarie internazionali sono cessate.

(48)

Inoltre, il mercato nazionale si è notevolmente contratto poiché alcuni sottomercati sono scomparsi o sono nettamente in calo. La quasi totale scomparsa del mercato azionario e l'introduzione di controlli sui movimenti di capitale hanno ridotto le operazioni sia sul mercato azionario che su quello monetario, limitando le opzioni di investimento. Con un livello di investimenti nell'economia al minimo storico e famiglie e imprese generalmente molto indebitate, la domanda di credito è bassa. Dal crollo del sistema, le banche hanno concentrato gli sforzi su questioni interne e sulla ristrutturazione dei loro portafogli di prestiti nonché sulla ristrutturazione di alcuni dei loro principali clienti aziendali.

(49)

Prima della crisi finanziaria, le casse di risparmio detenevano collettivamente circa il 20-25 % del mercato dei depositi, quota che ora è crollata a circa il 2-4 %. Le quote di mercato perse dalle casse di risparmio e dalle banche commerciali uscenti dal mercato sono state acquisite dalle tre principali banche commerciali, Arion Bank, Íslandsbanki e Landsbanki. Ora le tre grandi banche rappresentano insieme circa il 90-95 % del mercato anziché il precedente 60-75 %, di cui la quota di mercato detenuta da Landsbankinn è marginalmente maggiore. Oltre alle 10 casse di risparmio regionali, che attualmente rappresentano circa il 2-4 % del mercato, l'unico altro operatore del mercato è la ristrutturata MP Bank (30), con una quota di mercato pari all'1-5 % circa.

(50)

Il mercato finanziario islandese è pertanto chiaramente oligopolista e, collettivamente, le tre imprese principali potrebbero raggiungere una posizione dominante sul mercato. Secondo l'Autorità islandese di concorrenza (ICA), consultata dall'EFTA per conoscerne il parere sulla situazione della concorrenza in Islanda e sulle soluzioni possibili, esistono ostacoli considerevoli all'ingresso sul mercato bancario islandese, situazione che si ripercuote negativamente sulla concorrenza. Esistono anche taluni impedimenti per i consumatori che intendono cambiare banca. Le autorità islandesi hanno inoltre riconosciuto che i rischi di tasso di cambio associati alla valuta nazionale, la corona islandese, di esiguo valore e non scambiata, hanno ulteriormente limitato la concorrenza e dissuaso banche e imprese straniere dall'entrare sul mercato islandese.

(51)

Recentemente l'Autorità islandese di concorrenza si è concentrata su una questione specifica inerente l'infrastruttura informatica per le operazioni delle banche e la loro cooperazione a tale proposito, che riguarda la società di servizi nel settore delle tecnologie dell'informazione detenuta congiuntamente dalle istituzioni finanziarie, Reiknistofa bankanna (il centro elaborazione dati delle banche islandesi; RB). Si tratta di una questione rilevante per la valutazione del caso in oggetto ed è stato uno degli argomenti discussi dall'EFTA con le autorità islandesi e le banche.

(52)

RB è detenuta congiuntamente dalle tre principali banche islandesi, due casse di risparmio, l'Associazione delle casse di risparmio islandesi e dai tre principali gestori delle carte di pagamento in Islanda. Landsbankinn detiene il 36,84 % delle azioni di RB, Íslandsbanki ne detiene il 29,48 % e Arion Bank il 18,7 %. Collettivamente, quindi, le tre banche commerciali detengono l'85,02 % delle azioni di RB. I clienti di RB sono i suoi proprietari, la Banca centrale d'Islanda e altre istituzioni finanziarie nonché il governo ed enti pubblici. In questo settore si registra un'ampia cooperazione delle banche, in quanto RB, oltre ad avere sviluppato il sistema di compensazione e regolamento in Islanda, fornisce anche una serie di soluzioni bancarie essenziali, che sono soluzioni multi-tenant, utilizzate dalla maggioranza delle banche islandesi. RB gestisce inoltre un sistema di fatturazione e pagamento elettronici per aziende e consumatori.

(53)

Secondo l'ICA, il crack del 2008 ha reso particolarmente vulnerabili le banche e le casse di risparmio più piccole. Per le imprese finanziarie più piccole, i servizi informatici richiesti rivestivano un'importanza fondamentale; possono infatti essere considerati come uno degli ostacoli all'ingresso sul mercato da parte dei nuovi partecipanti. La piattaforma per i servizi delle tecnologie dell'informazione è stata fornita in ampia misura da RB per quanto riguarda le imprese finanziarie più grandi e, per le casse di risparmio e gli operatori di mercato più piccoli, da Teris. Negli ultimi anni, successivamente alla chiusura di molte delle imprese finanziarie più piccole, Teris ha perso una parte consistente del proprio reddito, situazione a seguito della quale nel gennaio 2012 ha venduto alcune delle proprie soluzioni informatiche a RB. Secondo RB e Teris, questa transazione aveva tra l'altro l'obiettivo di garantire la costante fornitura di servizi informatici alle imprese finanziarie più piccole.

(54)

L'ICA ha svolto indagini su due casi riguardanti RB, al fine, in primo luogo, di verificare se la proprietà congiunta e la cooperazione delle banche e di altre imprese finanziarie in seno a RB debba essere considerata una violazione del divieto delle intese sancito dall'articolo 10 della legge islandese sulla concorrenza e, in secondo luogo, di valutare la compatibilità dell'acquisto delle attività principali di Teris da parte di RB con le disposizioni sulle fusioni di cui alla medesima legge. Nel maggio 2012, tuttavia, questi due casi si sono conclusi con un accordo tra RB e i suoi proprietari, da una parte, e l'ICA, dall'altra (31).

(55)

Oltre alle suddette preoccupazioni, che riguardano direttamente il mercato finanziario islandese, l'ICA ha in particolare rilevato la necessità di completare senza indebito ritardo la vendita e la ristrutturazione delle società operative (32). Molte società operative sono state rilevate dalle banche (in qualità di creditrici di tali imprese) a causa del sovraindebitamento derivato dal crollo economico del 2008. Secondo l'ICA può sorgere un conflitto di interessi quando le banche forniscono servizi finanziari a imprese di cui sono proprietarie. L'ICA reputa che la proprietà diretta e indiretta delle banche (33) sia il problema di concorrenza più diffuso e pericoloso dopo la crisi finanziaria, poiché ne risentono quasi tutte le imprese e le industrie islandesi. L'ICA ritiene che una più rapida ristrutturazione delle imprese migliorerebbe la concorrenza sul mercato finanziario. Quando la partecipazione delle banche alla ristrutturazione dei loro clienti aziendali è stata assoggettata agli obblighi di notifica previsti dalla legislazione nazionale in materia di controllo delle fusioni, l'ICA ha spesso fissato condizioni riguardo alla proprietà delle banche a tale proposito. Sembra tuttavia difficile riuscire a trovare una soluzione globale al problema, che riguarda essenzialmente l'elevato indebitamento del settore imprenditoriale islandese.

(56)

Nella documentazione presentata all'Autorità, le tre banche commerciali, Arion Bank, Íslandsbanki e Landsbankinn, hanno tutte espresso il parere secondo cui dall'autunno del 2008 nelle condizioni della concorrenza del mercato finanziario islandese non sono avvenuti cambiamenti di rilievo tali da suscitare preoccupazioni. Sul mercato esisteva una concorrenza effettiva, senza prove di un comportamento collusivo da parte dei tre operatori principali. Nell'esaminare le condizioni di concorrenza sul mercato, l'ICA aveva trascurato alcuni elementi fondamentali, come il fatto che le banche straniere concorrevano da tempo con le banche islandesi, e si adoperano attivamente in tal senso tuttora, per la fornitura di servizi finanziari ai clienti maggiori, quali imprese dedite ad attività di esportazione (settore della pesca, industria ad uso intensivo di energia, eccetera) nonché ad attività municipali.

(57)

Questo parere è tuttavia in contrasto sia con quello espresso nella documentazione delle autorità islandesi, esposto dal ministro degli Affari economici all'Althing nella sopracitata relazione, sia con quello dell'ICA. Inoltre, come verrà illustrato di seguito, Íslandsbanki ha deciso, nonostante talune riserve riguardo all'analisi delle condizioni di concorrenza, di assumere determinati impegni al fine di limitare la distorsione della concorrenza connessa alle misure di aiuto in questione. Tali impegni figurano nell'allegato.

3.   DESCRIZIONE DELLE MISURE

3.1.   Il beneficiario

(58)

Come già indicato, Glitnir è fallita nel 2008, analogamente alle altre due grandi banche commerciali islandesi. Al fine di garantire il proseguimento delle attività del settore bancario nazionale, le autorità islandesi avevano adottato determinate misure per il ripristino di talune operazioni della (ex) Glitnir Bank hf., tra cui l'istituzione e la capitalizzazione della New Glitnir Bank hf. (attualmente denominata Íslandsbanki).

3.1.1.   Glitnir Bank

(59)

Prima della crisi finanziaria del 2008 Glitnir Bank era la terza banca più grande dell'Islanda. Alla fine del giugno 2008, poco prima del fallimento, il suo bilancio era pari a 3 862 miliardi di ISK. I mercati principali della banca erano in Islanda e in Norvegia, dove Glitnir Bank offriva una serie di servizi finanziari tra cui servizi bancari alle imprese, servizi bancari d'investimento, mercati dei capitali, gestione di investimenti e servizi bancari al dettaglio. Glitnir operava anche in Finlandia, Svezia, Danimarca, Regno Unito, Lussemburgo, Stati Uniti, Canada, Cina e Russia. Deteneva alcune società controllate, le più importanti delle quali erano: Glitnir AB (Svezia), Glitnir Bank Oyi (Finlandia), Glitnir Bank ASA (Norvegia), Glitnir Bank Luxembourg SA e Gltinir Asset Management Luxembourg. L'espansione internazionale della banca si basava su due settori industriali specializzati: prodotti alimentari provenienti dal mare ed energia sostenibile (34). Le azioni della banca erano quotate sul listino OMX islandese.

3.1.2.   Íslandsbanki

(60)

Íslandsbanki, subentrata a Glitnir, è una banca universale che offre una serie completa di servizi finanziari a privati, famiglie, imprese e investitori professionali in Islanda ed è specializzata in due settori industriali: prodotti alimentari provenienti dal mare ed energia geotermica. In seguito alla fusione con Byr, le attività della banca si aggirano ora intorno agli 800 miliardi di ISK. Íslandsbanki ha circa 1 100 dipendenti ed è la terza banca più grande dell'Islanda in termini di attivi complessivi. I prodotti e servizi bancari offerti rientrano in quattro segmenti: servizi bancari al dettaglio, servizi bancari alle imprese, mercati e gestione patrimoniale. Íslandsbanki afferma di detenere una quota di mercato compresa tra il [20] e il [40] % in tutti questi settori di attività.

3.1.2.1.   Servizi bancari al dettaglio — Islanda

(61)

Il settore dei servizi bancari al dettaglio fornisce servizi a privati, famiglie e piccole e medie imprese (PMI). Questo segmento comprende la rete di filiali di Íslandsbanki, il comparto dei finanziamenti garantiti da attività della banca e una società controllata gestita autonomamente, Kreditkort, una delle principali emittenti di carte di credito in Islanda.

(62)

Dagli ultimi dati disponibili emerge che Íslandsbanki detiene una quota di mercato del [> 30] % nel settore dei servizi bancari al dettaglio.

3.1.2.2.   Servizi bancari alle imprese — Islanda

(63)

Il settore dei servizi bancari alle imprese fornisce servizi di prestito e altri servizi di credito a imprese di medie e grandi dimensioni in Islanda, solitamente denominate «le 300 principali». Inoltre, Corporate Solutions (soluzioni aziendali), un comparto del settore dei servizi bancari alle imprese, gestisce e guida la ristrutturazione dei portafogli in sofferenza delle grandi imprese.

(64)

Dagli ultimi dati disponibili emerge che Íslandsbanki detiene una quota del [> 30] % del mercato dei servizi bancari alle imprese.

3.1.2.3.   Mercati

(65)

Questo settore offre una gamma completa di servizi a livello di finanza d'impresa, titoli, prodotti in valuta estera e prodotti del mercato monetario in Islanda nonché consulenza in materia di finanza aziendale nei settori dell'energia geotermica e dei prodotti alimentari provenienti dal mare negli Stati Uniti.

(66)

Dagli ultimi dati disponibili emerge che Íslandsbanki detiene una quota del [> 5] % del mercato azionario (35), del [> 20] % del mercato obbligazionario, del [> 30] % del mercato valutario e del [35-45] % circa del mercato della finanza d'impresa (36).

3.1.2.4.   Gestione patrimoniale — VÍB

(67)

Il settore della gestione patrimoniale si rivolge a clienti di tutte le dimensioni e, oltre a fornire servizi a clienti istituzionali, servizi bancari a privati (facoltosi) e servizi di investimento a privati (al dettaglio) nonché fondi di terzi, si occupa della gestione e amministrazione di fondi attraverso la sua società controllata Íslandssjóðir hf., gestita e organizzata autonomamente.

(68)

Dagli ultimi dati disponibili emerge che Íslandsbanki detiene una quota di mercato del [> 30] % nel settore dei clienti aziendali e istituzionali, del [> 30] % nel settore dei servizi di investimento al dettaglio, del [> 25] % del mercato dei servizi bancari per privati, del [> 35] % del mercato della gestione dei fondi comuni e del [> 15] % del mercato dei servizi relativi ai regimi pensionistici privati (37).

3.2.   Confronto tra la vecchia e la nuova banca

3.2.1.   Un confronto tra Glitnir e Íslandsbanki (2008)

(69)

Esistono notevoli differenze tra la nuova e la vecchia banca in termini sia di operazioni che di portata. Íslandsbanki è prevalentemente una banca nazionale senza operazioni bancarie autorizzate all'estero, mentre Glitnir era una banca internazionale che operava in 11 paesi. Íslandsbanki ha quattro settori di attività: servizi bancari a carattere commerciale/servizi bancari al dettaglio, gestione di attivi, servizi bancari per le imprese e di investimento, buoni del Tesoro e mercati dei capitali, i quali si concentrano tutti sul mercato nazionale. In particolare, l'entità delle operazioni di Íslandsbanki è sostanzialmente inferiore a quella di Glitnir: il bilancio della nuova banca, pari a 631 miliardi di ISK, rappresenta una riduzione dell'84 % rispetto a quello di 3 862 miliardi di ISK della vecchia banca. La tabella 1 contiene un confronto tra il bilancio della vecchia banca al giugno 2008 e il bilancio di apertura della nuova banca.

(70)

Glitnir disponeva di forme diversificate di finanziamento ed era una grande emittente di obbligazioni vendute in tutto il mondo. La tipologia principale di finanziamento di Íslandsbanki, invece, si basa sui depositi. Questo fattore, unitamente alla probabile incapacità della banca di accedere a fonti di finanziamento analoghe a quelle di cui disponeva Glitnir (almeno nel breve periodo), limita la possibilità di crescita della banca. Il confronto tra gli indicatori chiave delle due banche riportato nel grafico 1 mostra differenze considerevoli (38):

Grafico 1

Confronto tra Íslandsbanki al momento della sua istituzione e Glitnir nel 2008 (T2), dati selezionati

Image

(71)

La nuova banca ha anche un numero decisamente inferiore di dipendenti. Il numero medio di equivalenti a tempo pieno impiegati da Glitnir durante il primo semestre del 2008 era pari a 2 174 unità rispetto alle 1 110 di Íslandsbanki (comprese le società controllate) nel primo semestre del 2009, una differenza del 49 %. I dati relativi agli stessi periodi per le operazioni nazionali mostrano solo che la nuova banca aveva 242 dipendenti in meno rispetto a Glitnir.

3.3.   Base giuridica nazionale per la misura di aiuto

Legge n. 125/2008 sull'Autorità per gli esborsi del Tesoro dovuti a circostanze insolite del mercato finanziario ecc., comunemente denominata legge di emergenza

(72)

La legge di emergenza autorizzava l'FME a intervenire «in circostanza estreme» e ad assumere il controllo delle assemblee degli azionisti e delle riunioni del consiglio di amministrazione delle istituzioni finanziarie nonché a decidere in merito alla liquidazione delle loro attività e passività. All'FME era stato inoltre conferito il potere di nominare i comitati di risoluzione delle imprese finanziarie che aveva rilevato, che detenevano la competenza dell'assemblea degli azionisti. Nelle procedure di liquidazione delle istituzioni, la legge conferisce priorità ai crediti vantati dai titolari di depositi e ai sistemi di garanzia dei depositi. La legge autorizzava inoltre il ministero islandese delle Finanze a istituire nuove banche. La legge di emergenza comprende modifiche della legge n. 161/2002 sulle imprese finanziarie, della legge n. 87/1998 sulla vigilanza ufficiale delle attività finanziarie, della legge n. 98/1999 sulle garanzie dei depositi e i sistemi di indennizzo degli investitori e della legge n. 44/1998 in materia di alloggi.

Legge sul bilancio supplementare dello Stato per il 2008 (articolo 4)

Legge sul bilancio dello Stato per il 2009 (articolo 6)

3.4.   Le misure di aiuto

(73)

Gli interventi attuati dalle autorità islandesi in seguito al fallimento di Glitnir Bank sono stati descritti in precedenza e illustrati più dettagliatamente nella decisione di avvio. La sostanza degli interventi può essere riassunta nella seguente maniera: l'FME aveva assunto il controllo di Glitnir il 7 ottobre 2008 e le passività e (la maggior parte del)le attività in moneta nazionale erano state trasferite a New Glitnir. La vecchia banca/i suoi creditori dovevano essere risarciti per tale trasferimento ricevendo un importo pari alla differenza tra attività e passività. Poiché il calcolo di tale differenza si era rivelato complesso e dispendioso in termini di tempo, lo Stato aveva fornito un capitale iniziale e si era impegnato a conferire ulteriori capitali in caso di necessità. Successivamente aveva capitalizzato la banca, prima che a ottobre fosse finalmente raggiunto un accordo tra lo Stato e i creditori della vecchia banca, che aveva ridotto la partecipazione dello Stato nella banca dal 100 % al 5 %. L'Autorità ritiene che questa data (il 15 ottobre 2009) segni l'inizio del periodo di ristrutturazione quinquennale che, di conseguenza, durerà fino al 15 ottobre 2014.

(74)

La sezione successiva si limita a descrivere gli aspetti dell'intervento dello Stato che costituiscono misure di aiuto pertinenti per la valutazione ai sensi dell'articolo 61 dell'accordo SEE.

3.4.1.   Capitale di classe 1

(75)

Lo Stato ha fornito capitale di classe 1 in due occasioni: la prima quando ha istituito New Glitnir e la seconda quando ha interamente (e retroattivamente) capitalizzato la banca; in seguito è stato raggiunto un accordo con i creditori della vecchia banca in base al quale lo Stato avrebbe mantenuto una partecipazione del 5 % nella banca.

3.4.1.1.   Capitale iniziale

(76)

Dopo l'istituzione della nuova banca, Íslandsbanki, lo Stato aveva fornito 775 milioni di ISK in contanti a titolo di capitale iniziale alla nuova banca e inoltre si era impegnato a erogare fino a un massimo di 110 miliardi di ISK alla nuova banca in cambio di tutto il capitale proprio. La prima cifra corrisponde al capitale minimo richiesto per la fondazione di una banca ai sensi della normativa islandese. La seconda cifra era stata calcolata come il 10 % di una valutazione iniziale della probabile entità delle attività ponderate per il rischio della banca ed era stata inclusa nel bilancio dello Stato per il 2009 come stanziamento di fondi governativi finalizzato a far fronte alle circostanze straordinarie sui mercati finanziari. Questo capitale era stato stanziato per fornire una garanzia adeguata dell'operatività della banca fino all'avvenuta soluzione delle questioni riguardanti la sua definitiva ricapitalizzazione, tra cui l'entità del suo bilancio di apertura sulla base di una valutazione dell'indennizzo dovuto alla vecchia banca per le attività trasferite.

3.4.1.2.   Iniezione di capitale e mantenimento di una partecipazione del 5 % nell'ambito dell'accordo con i creditori della vecchia banca

(77)

Il 20 luglio 2009 il governo islandese e il comitato di risoluzione di Glitnir avevano concluso un accordo sulla capitalizzazione iniziale di Íslandsbanki e sulla base dell'indennizzo dovuto ai creditori di Glitnir in cambio del trasferimento di attività e depositi prevalentemente in moneta nazionale da Glitnir (39). Sulla base di tale accordo, il 14 agosto 2009 lo Stato si era impegnato a fornire a Íslandsbanki altri 64,2 miliardi di ISK di capitale proprio, portando il capitale proprio complessivo della banca a 65 miliardi di ISK, importo necessario a permetterle di soddisfare il requisito previsto dall'FME di avere un coefficiente di capitale di classe 1 del 12 %. L'accordo prevedeva due opzioni possibili per il pagamento delle attività nette trasferite e delle partecipazioni al capitale proprio: Glitnir avrebbe potuto impegnarsi ad acquisire una partecipazione maggioritaria in Íslandsbanki ed essere pagata per le attività trasferite con azioni della banca o, in caso di mancato completamento dell'acquisizione, la capitalizzazione del governo sarebbe proseguita e Íslandsbanki avrebbe continuato a essere di proprietà del governo. A Glitnir era stato dato tempo fino al 30 settembre 2009 per decidere quale opzione scegliere, termine che era stato poi prorogato fino al 15 ottobre 2009. Il 15 ottobre 2009 era stato annunciato che il comitato di risoluzione di Glitnir aveva deciso, a nome dei suoi creditori, di acquisire il 95 % del capitale azionario di Íslandsbanki a titolo di indennizzo per le attività che erano state trasferite dalla vecchia alla nuova banca. Lo Stato aveva mantenuto il restante 5 %.

(78)

Nell'ambito dell'accordo era stato convenuto che il comitato di risoluzione (creditori) avrebbe versato allo Stato la somma di 8,3 miliardi di ISK per gli interessi totali maturati sul suo investimento nel periodo in cui la banca era di proprietà del governo. Tale importo equivaleva a una resa del 12,8 %, che era stata annualizzata al 13,9 %, e concludeva l'accordo riguardante le attività trasferite da Glitnir a Íslandsbanki in seguito al fallimento delle banche dell'ottobre 2008.

3.4.2.   Contributo del capitale di classe 2

(79)

Il 15 ottobre 2009 il governo aveva inoltre fornito alla banca un prestito subordinato per rafforzarne la situazione patrimoniale e la situazione di liquidità al fine di ottemperare ai requisiti patrimoniali fissati dall'FME. Il prestito subordinato è disponibile in euro e ammonta a 25 miliardi di ISK del capitale di classe 2 sotto forma di uno strumento che permette a Íslandsbanki di emettere titoli subordinati non garantiti della durata di dieci anni a decorrere dal 30 dicembre 2009. Lo strumento è dotato di incentivi di uscita costituiti da un tasso di interesse crescente («step-up» dell'interesse) dopo cinque anni. Ai sensi dell'accordo, il tasso di interesse annuo per i primi cinque anni è di 400 punti base sopra l'EURIBOR (40) e nel periodo da cinque a dieci anni dopo il completamento dell'accordo il tasso di interesse annuo è di 500 punti base sopra l'EURIBOR.

(80)

Unitamente alle misure del capitale di classe 1 descritte in precedenza, il contributo del capitale di classe 2 ha permesso a Íslandsbanki di rispettare il requisito del coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD) del 16 % fissato dall'FME il 15 ottobre 2009.

3.4.3.   Garanzia dei depositi

(81)

Per ottemperare alla direttiva 97/9/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 marzo 1997 relativa ai sistemi di indennizzo degli investitori (41) e alla direttiva 94/19/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 1994 relativa ai sistemi di garanzia dei depositi (42), l'Islanda ha adottato la legge n. 98/1999 sulle garanzie dei depositi e i sistemi di indennizzo degli investitori istituendo in tal modo il cosiddetto «Fondo di garanzia per depositanti e investitori (TIF)», che è stato finanziato con contributi annuali delle banche, calcolati in relazione ai depositi totali di una determinata banca.

(82)

Secondo le autorità islandesi, e anche per rassicurare e tranquillizzare ulteriormente i cittadini sulla sicurezza dei loro depositi quando è scoppiata la crisi, le misure di salvataggio della banca attuate dal governo islandese nell'autunno del 2008 prevedevano inoltre un ulteriore sostegno dello Stato a favore dei depositi presso le banche commerciali e le casse di risparmio nazionali, che esulava dall'ambito di applicazione della legge n. 98/1999 di attuazione della direttiva 94/19/CE relativa ai sistemi di garanzia dei depositi e della direttiva 97/9/CE relativa ai sistemi di indennizzo degli investitori.

(83)

In una dichiarazione formulata il 6 ottobre 2008, l'Ufficio del primo ministro aveva affermato: «Il governo islandese sottolinea che i depositi presso le banche commerciali e le casse di risparmio nazionali e le loro filiali in Islanda saranno pienamente coperti.»  (43) Da allora tale dichiarazione è stata ripetuta dall'Ufficio dell'attuale primo ministro nel febbraio e nel dicembre 2009 (44). Vi è inoltre stato fatto riferimento in una lettera di intenti inviata dal governo islandese al Fondo monetario internazionale (e pubblicata sul sito web del ministero degli Affari economici e dell'FMI) il 7 aprile 2010 (la dichiarazione è stata inoltre ribadita in un'ulteriore lettera di intenti datata 13 settembre 2010). La lettera (che era stata firmata dal primo ministro, dal ministro delle Finanze, dal ministro degli Affari economici e dal governatore della Banca centrale d'Islanda) dichiara: «Al momento continuiamo a impegnarci a proteggere appieno i depositanti, ma, quando la stabilità finanziaria sarà garantita, pianificheremo la graduale soppressione di questa garanzia globale.» (45) Inoltre, nella sezione del disegno di legge di bilancio 2011 riguardante le garanzie statali, in una nota a piè di pagina viene fatto riferimento alla dichiarazione del governo islandese secondo cui i depositi presso le banche islandesi godono di una garanzia statale (46).

(84)

Una recente dichiarazione formulata dall'attuale ministro degli Affari economici ed ex ministro delle Finanze (2009-2011), Steingrímur Sigfússon, in un dibattito svoltosi in seno al parlamento islandese in merito ai costi sostenuti dal governo per l'acquisizione di SpKef da parte di Landsbankinn, chiarisce ulteriormente le precedenti considerazioni: secondo il ministro, riguardo a questo punto è opportuno ricordare la dichiarazione formulata dallo Stato nell'autunno del 2008, nella quale si era affermato che tutti i depositi presso le casse di risparmio e le banche commerciali sarebbero stati sicuri e tutelati. «Questa (ossia la dichiarazione) è stata la base su cui da allora si è sempre fondato il lavoro svolto ed è purtroppo vero che questa (ovvero i costi accollati per l'acquisizione di SpKef) sarà una delle maggiori spese sostenute direttamente dallo Stato per tutelare i depositi di tutti gli abitanti del Suðurnes […] e di tutti i clienti di SpKef nei Fiordi occidentali e nelle Terre dell'ovest e del sudovest […] Non credo che qualcuno abbia pensato che ai titolari di depositi di quelle regioni sarebbe stato riservato un trattamento diverso rispetto a quello accordato ad altri abitanti e, di conseguenza, lo Stato non ha avuto molta scelta in proposito» (47).

(85)

Secondo il governo islandese, la garanzia aggiuntiva sui depositi sarà soppressa prima della completa abolizione dei controlli sui movimenti di capitale che, stando alle autorità islandesi, è attualmente prevista per la fine del 2013.

3.4.4.   Strumento di liquidità speciale

(86)

Inoltre, quale condizione per l'assunzione di partecipazioni al capitale della nuova banca da parte dei creditori, l'11 settembre 2009 il governo islandese ha concluso un altro accordo con Íslandsbanki, che entrerà in vigore se il comitato di risoluzione di Glitnir deciderà di esercitare l'opzione di diventare il proprietario di maggioranza della banca (48). Nell'ambito dell'accordo il ministero delle Finanze si impegna a prestare obbligazioni governative in pronti contro termine in cambio di attività specificamente definite secondo le modalità e alle condizioni indicate nell'accordo fino a un valore massimo di 25 miliardi di ISK.

(87)

Le condizioni principali indicate nell'accordo per la fornitura di liquidità sono le seguenti:

importo massimo del prestito:

25 miliardi di ISK

scadenza:

fino a settembre 2012

remunerazione:

3,0 % sui primi 8 miliardi di ISK; 3,5 % sui successivi 8 miliardi di ISK; 4,0 % per importi superiori ai 16 miliardi di ISK

tassa:

Íslandsbanki deve pagare lo 0,5 % dell'importo del prestito ogni volta che vengono emessi nuovi titoli

controgaranzia:

Íslandsbanki deve fornire una controgaranzia per il prestito dei titoli del Tesoro, che può consistere in varie tipologie di attività finanziarie.

(88)

Secondo le autorità islandesi questo strumento di liquidità è necessario perché la decisione dei creditori di assumere la proprietà di Íslandsbanki ha ridotto considerevolmente la detenzione di attività con patto di riacquisto della banca minacciandone la capacità di rispettare i requisiti di vigilanza riguardo alle riserve di liquidità (49). Secondo le autorità lo strumento è concepito quale misura aggiuntiva da utilizzare solo qualora le altre fonti di liquidità siano insufficienti. Il prezzo e le condizioni dello strumento contengono incentivi volti a scoraggiarne l'utilizzo qualora siano disponibili altre opzioni. Finora lo strumento non è mai stato usato.

3.4.5.   Accordo di prestito di titoli Straumur

(89)

Il 9 marzo 2009, agendo sotto l'autorità conferitale dalla legge di emergenza, l'FME aveva assunto la competenza dell'assemblea degli azionisti di Straumur-Burdaras Investment Bank hf. («Straumur») e aveva nominato un comitato di risoluzione incaricato di sostituirne il consiglio di amministrazione (50). Dopo avere consultato il comitato di risoluzione, i creditori, la Banca centrale d'Islanda e il ministero delle Finanze, il 17 marzo 2009 l'FME aveva trasferito le passività per i depositi di Straumur a Íslandsbanki (51). A sua volta Straumur aveva emesso un'obbligazione garantita dalle sue attività quale rimborso per essersi fatta carico del pagamento dei depositi. L'obbligazione era stata emessa il 3 aprile 2009 per l'importo di 43 679 014 232 ISK con una scadenza massima al 31 marzo 2013. All'obbligazione è applicato un tasso di interesse calcolato sulla quotazione del REIBOR (52) con una maggiorazione di 190 punti base nei primi 12 mesi, che in seguito si ridurrà con l'indicizzazione al REIBOR con una maggiorazione di 100 punti base fino alla scadenza. Contemporaneamente, Íslandsbanki e il ministero delle Finanze avevano concluso un accordo di prestito di titoli ai cui sensi il governo offre effettivamente titoli di Stato «pronti contro termine» a garanzia del credito di Straumur e, in cambio, Íslandsbanki può ricevere liquidità dalla Banca centrale d'Islanda nella misura in cui tale liquidità risulti necessaria a seguito dell'assunzione delle passività dei depositi di Straumur da parte di Íslandsbanki.

(90)

Nell'accordo Íslandsbanki si impegna a restituire allo Stato l'importo delle obbligazioni governative pari ai pagamenti ricevuti dalla banca nell'ambito dell'obbligazione emessa da Straumur. Le parti hanno altresì convenuto che, qualora Íslandsbanki non ottenga il pagamento integrale nell'ambito dell'obbligazione e nel caso in cui lo Stato non abbia pagato il debito rimanente, Íslandsbanki manterrà le obbligazioni governative in essere. In sostanza, quindi, Íslandsbanki ha assunto le passività dei depositi di Straumur in cambio di un importo equivalente di obbligazioni statali garantite.

(91)

Come precedentemente indicato, la data di scadenza dell'obbligazione Straumur era il 31 marzo 2013. Tuttavia, nel frattempo l'obbligazione è stata pagata integralmente, senza necessità di intervento da parte dello Stato islandese.

3.4.6.   La capitalizzazione e l'acquisizione di Byr e i prestiti subordinati concessi a Byr

(92)

Come descritto nel dettaglio nella decisione n. 126/11/COL del 13 aprile 2011 («la decisione Byr»), il governo islandese aveva concesso aiuti di Stato sotto forma di apporti di capitale e di prestiti subordinati per l'istituzione di Byr, che aveva proseguito le attività della banca alla quale era subentrata, Byr savings bank («ex Byr»). Nell'ambito di questo processo i creditori dell'ex Byr erano diventati gli azionisti della (nuova) Byr insieme allo Stato islandese, che aveva fornito capitale per l'istituzione della nuova società.

(93)

Quando era stata adottata la decisione Byr, il 13 aprile 2011, i conti annuali per il 2010 non erano ancora disponibili. Ciononostante, in quel momento la dirigenza di Byr era fiduciosa che le misure di salvataggio che erano state temporaneamente approvate nella decisione Byr dall'Autorità sarebbero state sufficienti ad assicurare la continuità delle operazioni della banca almeno fino a quando non fosse stato possibile presentare all'EFTA un piano di ristrutturazione volto a garantirne la redditività a lungo termine. Nel corso della revisione dei conti della banca per il primo semestre del 2011 era emersa la necessità di svalutare ulteriormente le attività di Byr, che avevano a loro volta ridotto il coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD) della banca.

(94)

Come descritto nel dettaglio nella decisione n. 325/11/COL del 19 ottobre 2011 («la seconda decisione Byr»), non era stato possibile rimediare alla penuria di capitali che ne era derivata e Byr era stata messa in vendita. La successiva acquisizione, in particolare il potenziale utilizzo di aiuti di Stato a tal fine da parte di Íslandsbanki, era stata approvata dall'Autorità nella seconda decisione Byr, fatto salvo il procedimento di indagine formale avviato dall'EFTA per verificare se gli aiuti concessi a Íslandsbanki fossero compatibili con l'accordo SEE, questione che viene esaminata nella presente decisione.

(95)

Inoltre, l'Autorità aveva ritenuto che la continua disponibilità dei prestiti subordinati nel periodo di transizione fino all'effettiva fusione formale tra Byr e Íslandsbanki, per esempio finché Byr avesse costituito un'entità giuridica distinta ai sensi della normativa nazionale, fosse compatibile con il funzionamento dell'accordo SEE. Secondo le autorità islandesi, né Byr né Íslandsbanki hanno mai attinto ai prestiti subordinati.

(96)

L'Autorità aveva indicato che l'esito della valutazione finale di queste misure dipendeva dalle informazioni contenute nel piano di ristrutturazione per l'entità risultante dalla fusione di Íslandsbanki e Byr che il governo islandese si era impegnato a presentare al più tardi entro 3 mesi dall'esecuzione della transazione prevista. Di fatto, come precedentemente descritto, un piano di ristrutturazione per l'entità risultante dalla fusione era stato presentato entro i termini previsti e l'Autorità lo esaminerà di seguito.

Il piano di ristrutturazione

(97)

Le autorità islandesi avevano presentato un piano di ristrutturazione per Íslandsbanki il 31 marzo 2011. In seguito all'acquisizione di Byr, il piano era stato modificato, aggiornato e ripresentato dalle autorità islandesi il 22 febbraio 2012 (in prosieguo il «piano di ristrutturazione»). Il piano di ristrutturazione era stato integrato da un piano aziendale di durata quinquennale, datato 14 gennaio 2012 (53), e da una relazione sul processo di valutazione interna dell'adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP), presentata all'FME il 1o aprile 2012.

(98)

Il piano di ristrutturazione, unitamente al piano aziendale di durata quinquennale, affronta le questioni fondamentali della redditività, della condivisione degli oneri e della limitazione delle distorsioni della concorrenza. Secondo il piano di ristrutturazione, Íslandsbanki si concentrerà sulla sua attività principale e sulla ristrutturazione dei portafogli di prestiti a famiglie e imprese.

(99)

Inoltre, le autorità islandesi hanno presentato una relazione ICAAP per il 2012 volta a dimostrare la capacità di Íslandsbanki di fronteggiare le tensioni.

(100)

Come precedentemente indicato, l'Autorità considera che il periodo di ristrutturazione durerà fino al 15 ottobre 2014.

3.4.7.   Descrizione del piano di ristrutturazione

(101)

Le autorità islandesi e la banca ritengono che la ristrutturazione permetterà a Íslandsbanki di tornare a essere una banca affidabile, adeguatamente finanziata e dotata di coefficienti di capitale solidi, consentendole in tal modo di mantenere il proprio ruolo di fornitore di credito all'economia reale. Sostengono che tali risultati verranno raggiunti attraverso le seguenti tappe:

i)

ridurre la leva finanziaria nel bilancio liquidando la vecchia banca e istituendone una nuova;

ii)

creare e mantenere una situazione patrimoniale forte;

iii)

raggiungere una redditività soddisfacente;

iv)

creare e mantenere una situazione di liquidità forte;

v)

ristrutturare il portafoglio dei prestiti, sia alle famiglie che alle imprese;

vi)

migliorare la strategia di finanziamento;

vii)

conseguire l'efficienza in termini di costi;

viii)

migliorare il governo societario.

(102)

Prima di descrivere più dettagliatamente ognuno dei punti precedenti, di seguito viene brevemente illustrato il parere della banca sul modo in cui le debolezze che hanno contribuito al fallimento di Glitnir vengono affrontate nel piano di ristrutturazione per Íslandsbanki. Si sottolinea che, pur basandosi sulle operazioni nazionali di Glitnir, Íslandsbanki è una banca differente. Si afferma inoltre che sono state apportate modifiche concrete per far fronte alle debolezze che si ritiene abbiano contribuito al crollo della banca precedente. Tra i cambiamenti più rilevanti figurano modifiche alle regole sui prestiti a parti correlate, l'abolizione dei prestiti garantiti da azioni e dei prestiti in valuta estera (54) a clienti non aventi un reddito in valuta estera e una disciplina per altri versi più rigorosa in materia di approvazione di prestiti. Benché Íslandsbanki, al pari di Glitnir, intenda fornire un'ampia gamma di servizi finanziari sul mercato islandese, la differenza tra il sistema bancario precedente e quello successivo alla crisi di Íslandsbanki risulta più visibile da «come» la banca conduce le proprie attività (processi, procedure, documentazione, norme e regolamentazione) che da «quale» gamma di servizi e prodotti offre. Il parere di Íslandsbanki sulla questione è peraltro riassunto nel grafico 2 riportato di seguito:

Grafico 2

Debolezze passate e modifiche apportate per farvi fronte

Image

(103)

Sia il piano di ristrutturazione che il piano aziendale quinquennale si basano su una serie di ipotesi generali ed economiche (55). Tali ipotesi conferiscono una valenza economica allo scenario di base, come indicato di seguito.

(104)

Le ipotesi generali prevedono che:

entro la fine dell'anno sarà completata la ristrutturazione […] sia dei servizi bancari alle imprese che […] dei servizi bancari al dettaglio; sempre entro la fine dell'anno sarà ultimata la rideterminazione dell'interesse sui mutui ipotecari […]. L'ammortamento dello sconto sul portafoglio acquisito da Glitnir, descritto più dettagliatamente di seguito, sarà distribuito di conseguenza;

la banca avrà un guadagno supplementare di […] miliardi di ISK su […];

i controlli sui movimenti di capitale saranno aboliti gradualmente;

non esisteranno restrizioni ai finanziamenti basati su prestiti in ISK. Non si presume che nel 2012 i finanziamenti basati su prestiti in valuta estera saranno superiori ai rimborsi dei prestiti denominati in valuta estera attualmente in essere; si presume che diventerà più facile accedere ai finanziamenti in valuta estera a partire dal 2012 e in seguito.

(105)

Inoltre, il consiglio di amministrazione di Íslandsbanki ha presentato una serie di obiettivi finanziari:

redditività del capitale proprio (ROE): tasso privo di rischio + […] %. Il tasso privo di rischio viene considerato il tasso di conto corrente della Banca centrale (3,75 % al dicembre 2011). L'obiettivo presume un coefficiente di capitale di classe 1 del […] %

coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD): […] % […]

coefficiente di capitale di classe 1: […] % […]

(106)

Le ipotesi macroeconomiche prevedono che:

la crescita economica continuerà nel 2012 e oltre, anche se a un ritmo inferiore rispetto a quello stimato in precedenza. Le famiglie si troveranno in una situazione economica migliore poiché il potere di acquisto aumenterà con il diminuire della disoccupazione;

l'inflazione rimarrà di poco superiore all'obiettivo fissato dalla Banca centrale d'Islanda, attestandosi appena al di sotto del 3 % dal 2013 in avanti. Tali previsioni si basano su un tasso di cambio stabile della corona islandese (con un modesto rafforzamento all'inizio del periodo) e su un mercato del lavoro equilibrato caratterizzato da aumenti salariali contenuti e da aumenti graduali dei prezzi degli alloggi.

Variazioni (%) medie nel corso degli anni

2012

2013

2014

2015

2016

Crescita del PIL

2,2

2,1

3,4

2,3

3,0

Disoccupazione

6,6

6,0

5,4

5,0

4,4

Inflazione

4,4

2,9

2,8

2,7

2,6

Salari

6,7

4,7

4,8

5,0

4,8

I tassi di interesse a breve termine resteranno invariati attestandosi intorno al 5 % (56) nel 2012 per poi aumentare gradualmente con la ripresa dell'economia;

anche se le condizioni del mercato del lavoro miglioreranno, il tasso di disoccupazione continuerà a essere leggermente superiore a quello registrato nel periodo precedente alla crisi finanziaria. Con la diminuzione del tasso di disoccupazione si assisterà a una ripresa della crescita dei salari;

infine, si presume che l'ISK continuerà a essere la moneta dell'Islanda per tutto il periodo di ristrutturazione. I controlli valutari saranno aboliti gradualmente a partire dal 2012 e in seguito. Alcune restrizioni sui flussi di capitali saranno mantenute per l'intero decennio.

i)   Ridurre la leva finanziaria nel bilancio liquidando la vecchia banca e istituendone una nuova;

(107)

Come precedentemente indicato, la maggioranza delle attività e delle passività nazionali di Glitnir era stata trasferita a Íslandsbanki nel corso dell'ottobre 2008. A seguito di tale processo, la maggior parte del debito all'ingrosso aveva continuato a gravare sul patrimonio di Glitnir e, di conseguenza, Íslandsbanki non è stata mai sottoposta alla stessa leva finanziaria che era stata applicata a Glitnir. Secondo il piano di ristrutturazione, questo significa che la questione della riduzione della leva finanziaria nel bilancio della banca era stata sostanzialmente risolta già nell'ottobre 2008.

ii)   Creare e mantenere una situazione patrimoniale forte

(108)

A seguito delle misure di capitalizzazione descritte in precedenza e degli sviluppi intercorsi dall'istituzione della banca, in particolare la rivalutazione delle attività (questione che verrà approfondita in prosieguo), i coefficienti di capitale di Íslandsbanki sono risultati decisamente superiori ai requisiti patrimoniali fissati dall'FME, come indicato di seguito nella tabella 2:

Tabella 2

Coefficienti di capitale nel periodo 2008-2011, importi in milioni di ISK

 

31.12.2008

31.12.2009

31.12.2010

31.12.2011 (57)

Capitale di classe 1

68 030

91 996

120 993

120 530

Capitale di classe 2

24 843

21 251

21 937

Capitale totale

68 030

116 839

142 244

142 234

Attività ponderate per il rischio

656 713

589 819

534 431

629 419

Coefficiente di capitale di classe 1

10,4 %

15,6 %

22,6 %

19,1 %

Coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD)

10,4 %

19,8 %

26,6 %

22,6

(109)

Inoltre, secondo la relazione ICAAP presentata con il piano di ristrutturazione, Íslandsbanki prevede i seguenti coefficienti di capitale per il periodo 2012-2016 come indicato alla tabella 3:

Tabella 3

Attività ponderate per il rischio e coefficienti di capitale previsti per il periodo 2012-2016, importi in miliardi di ISK

 

2012

2013

2014

2015

2016

Attività ponderate per il rischio

[…]

[…]

[…]

[…]

[…]

Coefficiente di capitale di classe 1

[20-25]%

[15-20]%

[10-20]%

[10-15]%

[10-15]%

Coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD)

[20-30]%

[15-25]%

[15-20]%

[10-20]%

[10-15]%

(110)

Secondo questi dati, Íslandsbanki prevede di superare nettamente i requisiti patrimoniali fissati dall'FME durante il periodo di ristrutturazione e oltre. […]

iii)   Raggiungere una redditività soddisfacente

(111)

Secondo il piano di ristrutturazione, e come illustrato di seguito nella tabella 4, la redditività del capitale proprio (ROE) di Íslandsbanki è solida dall'istituzione della banca nel 2008 (ad eccezione del 2011) (58).

Tabella 4

Redditività del capitale proprio (ROE) negli anni passati

(%)

 

2008

2009

2010

2011

ROE

17,2

30,0

28,5

1,5

Inoltre, il piano di ristrutturazione prevede la seguente redditività del capitale proprio nel corso della ristrutturazione e oltre (tabella 5).

Tabella 5

Redditività del capitale proprio (ROE) prevista

(%)

 

2012

2013

2014

2015

2016

ROE

[5-15]

[10-20]

[5-15]

[5-15]

[5-15]

(112)

Tale previsione è il risultato di una programmazione finanziaria più dettagliata nel piano di ristrutturazione, i cui aspetti più rilevanti sono i seguenti:

si prevede che l'utile proveniente dai principali settori di attività […]; questa situazione è dovuta principalmente a un aumento del costo dei finanziamenti e all'assenza di «ricavi su sconti» dal 2014 in avanti;

si prevede un aumento nel settore di attività dei mercati da […] a […] ISK fino al 2016, dovuto prevalentemente a un aumento delle entrate da commissioni e dividendi;

si prevede che nel 2014 il margine di interesse netto […] e che, in seguito, si manterrà stabile;

si prevede una riduzione del numero di dipendenti del […];

si prevede una riduzione del rapporto costi/ricavi dal 75 % nel 2011 al […] % nel 2014.

(113)

Secondo le autorità islandesi, gli ottimi risultati registrati da Íslandsbanki dal momento della sua istituzione sono in certa misura dovuti al fatto che il portafoglio di prestiti è stato acquisito dalla banca da Glitnir con un forte sconto (59). Lo sconto è stato e rimarrà una parte importante delle entrate della banca durante la ristrutturazione del portafoglio di prestiti. Tuttavia, secondo le previsioni, al termine della ristrutturazione lo sconto sarà stato pienamente ammortizzato.

(114)

A sostegno di tale tesi, le autorità islandesi hanno presentato un calcolo (tabella 6) che indica quali sarebbero stati i risultati annuali senza lo sconto e altre «voci irregolari», quali l'ammortamento dell'avviamento derivante dalla transazione Byr.

Tabella 6

Utili al netto di voci irregolari

ISK m

 

Utili per l'anno

«Voci irregolari»

Utili al netto di «voci irregolari»

2008

2 366

– 1 543

14 909

2009

23 982

801

23 181

2010

29 369

14 507

14 862

2011

9 613

– 11 074

20 687

2012

[…]

[…]

[…]

2013

[…]

[…]

[…]

2014

[…]

[…]

2015

[…]

[…]

2016

[…]

[…]

(115)

Secondo questi dati, la banca avrebbe continuato e continuerà a realizzare utili durante il periodo di ristrutturazione anche in assenza dello sconto (60). Non è tuttavia chiaro se questi dati riflettano entrambi gli aspetti del «forte sconto» precedentemente citato.

iv)   Creare e mantenere una situazione di liquidità forte

(116)

Per quanto riguarda la liquidità, una delle condizioni fissate dall'FME prevede che le disponibilità liquide o i mezzi equivalenti ammontino al 5 % dei depositi su richiesta e che le banche siano in grado di far fronte a un'improvvisa fuga di depositi con una disponibilità di liquidità pari al 20 %. Inoltre, la Banca centrale d'Islanda stabilisce norme sulla liquidità degli enti creditizi (61), secondo le quali le attività e le passività liquide degli enti creditizi sono classificate in base alla tipologia e alla scadenza e vengono assegnati loro coefficienti di ponderazione commisurati al rischio. Gli enti creditizi devono disporre di attività liquide superiori alle passività nei tre mesi successivi. Le norme prevedono anche una determinata prova di stress nell'ambito della quale si applica uno sconto a varie voci di patrimonio netto, partendo tuttavia dal presupposto che, da un lato, tutti i pagamenti siano effettuati alla scadenza e, dall'altro, che una quota degli altri pagamenti, ad esempio i depositi, sia versata con breve o nessun preavviso.

(117)

Come mostrano le figure A e B, nel 2009, 2010 e 2011 Íslandsbanki ha mantenuto le riserve di liquidità entro i requisiti di vigilanza.

Figure A e B

Rispetto dei requisiti di vigilanza in materia di liquidità da parte di Íslandsbanki

Image

(118)

Come mostra la figura C, Íslandsbanki ha registrato un miglioramento dei coefficienti di liquidità per le passività in scadenza nei 3 e 6 mesi successivi sia nel 2010 che nel 2011, mentre l'indicatore a 12 mesi è più stagnante.

[…]

[Grafico indicante i coefficienti di liquidità di Íslandsbanki

Valori omessi per motivi di segreto d'ufficio]

Figura C

Coefficienti storici di liquidità:

il coefficiente di liquidità A mostra la copertura delle passività in scadenza nei 3 mesi successivi

il coefficiente di liquidità B mostra la copertura delle passività in scadenza nei 6 mesi successivi

il coefficiente di liquidità C mostra la copertura delle passività in scadenza nei 12 mesi successivi

(119)

Il previsto sviluppo della situazione di liquidità di Íslandsbanki, in particolare nel caso di una situazione di tensione, viene discusso più dettagliatamente nel prosieguo.

v)   Completare la ristrutturazione del portafoglio dei prestiti, sia alle famiglie che alle imprese

(120)

Prima delle crisi finanziarie del 2008, i clienti sia privati che commerciali della banca avevano raggiunto un elevato livello di debito. Quando l'economia e, in particolare, i prezzi degli immobili erano crollati a seguito della crisi, i clienti, improvvisamente sovraindebitati, spesso non erano più in grado di servire il loro debito e avevano un capitale proprio negativo. Oltre alla minaccia generale al benessere economico dell'Islanda, l'improvviso deterioramento del portafoglio prestiti della banca poneva un rischio considerevole per la futura redditività delle banche. Per questo motivo la ristrutturazione del portafoglio di prestiti privati e commerciali (riduzione della leva finanziaria), come risulta dal piano di ristrutturazione, è diventata una priorità per Íslandsbanki.

(121)

Secondo le autorità islandesi, Íslandsbanki ha sviluppato specifici programmi di alleggerimento del debito e ha collaborato con lo Stato e altre banche alla formulazione di misure generali di alleggerimento del debito (per esempio, l'adeguamento dell'ipoteca del 110 %) (62).

(122)

Íslandsbanki ha fornito all'Autorità una breve descrizione dei metodi di ristrutturazione utilizzati, sulla base delle informazioni redatte nel novembre 2010. I metodi distinguono tra ristrutturazione del debito delle imprese e ristrutturazione del debito di famiglie e privati. Per le grandi imprese vengono concepite soluzioni su misura, mentre alle PMI viene offerto un adeguamento del valore nominale e/o un adeguamento del debito/interesse residuo al valore delle attività dell'impresa o al flusso di cassa disponibile.

(123)

A famiglie e privati viene offerta una serie di opzioni di ristrutturazione, quali periodi di sospensione dei pagamenti, proroga dei termini e sistemi di pagamento flessibili.

(124)

Al fine di controllare e garantire la realizzazione di progressi nel processo di ristrutturazione, Íslandsbanki ha inoltre sviluppato un cosiddetto «quadro di ristrutturazione», che è stato presentato all'Autorità.

(125)

Secondo le autorità islandesi, e nonostante alcuni eventi imprevisti come la recente sentenza della Corte suprema islandese sui prestiti in valuta estera, Íslandsbanki completerà la ristrutturazione del suo portafoglio di prestiti alle imprese entro la fine del 2012 e quella del settore dei servizi bancari al dettaglio nel 2013. Si prevede che la rideterminazione dell'interesse sui mutui ipotecari sarà stata completata alla fine del 2014.

vi)   Migliorare la strategia di finanziamento

(126)

La base di depositi di Íslandsbanki è rimasta piuttosto stabile, attestandosi intorno ai 400 miliardi di ISK dalla sua istituzione, per poi arrivare a 535 miliardi di ISK alla fine del 2011 grazie alla fusione di Íslandsbanki con Byr. Attualmente i depositi ammontano a quasi l'80 % delle passività totali.

(127)

Il rapporto depositi/prestiti della banca si è attestato intorno all'80 % e oltre durante il 2010 e il 2011. Íslandsbanki presume che i bassi tassi di deposito attuali incoraggeranno gli investitori a spostare parte dei loro fondi su investimenti più redditizi con la graduale ripresa dell'economia e il conseguente aumento della propensione al rischio. La banca prevede pertanto che il rapporto depositi/prestiti possa scendere intorno al […] % entro il 2016. Si prevede inoltre che i depositi in valuta straniera […]. Íslandsbanki intende diversificare gradualmente le proprie forme di finanziamento.

(128)

[…] (63).

(129)

Per quanto riguarda il fabbisogno di finanziamento in ISK, […]. Del resto, Íslandsbanki era stata la prima banca islandese a emettere un'obbligazione garantita. La prima emissione era stata effettuata nel dicembre 2011, un'emissione di 4 miliardi di ISK indicizzata all'IPC (64). L'emissione era stata accolta favorevolmente dagli investitori istituzionali ed era stata sovrasottoscritta. Íslandsbanki auspica di poter emettere titoli a breve termine nel 2012 nonché di ampliare l'attuale emissione di obbligazioni garantite con una quota di 10 miliardi di ISK all'anno. […].

(130)

Secondo il piano di ristrutturazione, la diversificazione delle forme di finanziamento innalzerà il costo del finanziamento nel periodo previsto. Si presume che il costo dei prestiti sarà pari a circa […] punti base sopra il tasso di base per il mix di obbligazioni indicizzate all'IPC della banca e pari a […] punti base per le obbligazioni non indicizzate, mentre il costo dei depositi si aggirerà intorno a […] punti base sopra il tasso base.

vii)   Efficienza dei costi

(131)

Secondo il piano di ristrutturazione, Íslandsbanki continua a concentrarsi su operazioni efficienti e semplificate al fine di contrastare l'aumento dei costi infrastrutturali derivato da controlli normativi più rigorosi e da una maggiore tassazione. La banca afferma che nel 2011 era stato portato a termine un ingente lavoro volto a incrementare l'efficienza dei costi, ma sottolinea che si tratta di un progetto a lungo termine che richiede modifiche dei processi e un'analisi costante. Secondo il piano di ristrutturazione, nel 2012 l'attenzione continuerà a essere incentrata sulla consapevolezza dei costi nonché sulla riduzione dei costi e sull'analisi dei costi, nel cui ambito le procedure interne della banca saranno riviste e, se necessario, migliorate. Come già indicato, si prevede che tali misure, unitamente alla diminuzione del personale, determineranno una riduzione del rapporto costi/ricavi dal 75 % nel 2011 al […] % nel 2014.

viii)   Migliorare il governo societario e la gestione del rischio

(132)

Íslandsbanki ha informato l'Autorità che una delle sue priorità è allineare le strutture e i processi di governo societario della banca alle migliori pratiche nazionali e internazionali. A tale proposito Íslandsbanki ha istituito una divisione Gestione dei rischi e controllo del credito incaricata di supervisionare le questioni riguardanti la gestione dei rischi e il controllo del credito, lavoro connesso ai processi quotidiani di tutte le divisioni della banca. Nel 2011 Íslandsbanki ha pubblicato per la prima volta uno schedario generale dei rischi (65) assieme alla relazione annuale. Lo schedario dei rischi, che sarà pubblicato annualmente, fornisce informazioni aggiuntive riguardo al quadro di gestione dei rischi, alla struttura e all'adeguatezza patrimoniali, all'effettiva esposizione al rischio e ai processi di valutazione del rischio della banca.

3.4.8.   Capacità di conseguire la redditività in uno scenario di base e in uno scenario di tensione

(133)

Nel piano di ristrutturazione, con riferimento alla relazione ICAAP, le autorità islandesi hanno presentato uno scenario di tensione per Íslandsbanki volto a dimostrare la capacità della banca di conseguire una redditività a lungo termine.

3.4.8.1.   Lo scenario di base

(134)

Il piano di ristrutturazione descritto precedentemente e le ipotesi su cui si basa costituiscono il caso di base.

3.4.8.2.   Lo scenario di tensione

(135)

Nel capitolo 5.9.3 del piano di ristrutturazione, Íslandsbanki ha fatto riferimento a uno scenario di tensione illustrato nella relazione ICAAP, presentata all'Autorità islandese di concorrenza il 1o aprile 2012.

(136)

Le conclusioni principali della relazione ICAAP 2012 sono che la capitalizzazione di Íslandsbanki va ben oltre i requisiti minimi interni ed esterni e travalica quello che può essere considerato un obiettivo a lungo termine di una banca che opera in «normali» condizioni di mercato. Secondo la relazione, i requisiti patrimoniali minimi interni e i risultati delle prove di stress svolte nell'ambito dell'attuale processo di valutazione ICAAP indicano che i pagamenti dei dividendi previsti nel piano aziendale quinquennale sembrano ragionevoli.

(137)

Secondo la relazione ICAAP, le decisioni sul pagamento annuale dei dividendi dovrebbero basarsi su un'analisi aggiornata dell'adeguatezza patrimoniale nonché tenere conto della situazione di liquidità della banca.

(138)

Secondo la relazione ICAAP, il coefficiente patrimoniale minimo della banca si colloca nell'intervallo compreso tra […] % e […] % delle attività ponderate per il rischio. Si stima che alla fine del 2012 l'importo minimo del capitale necessario sarà pari a […] miliardi di ISK, di cui […] miliardi di ISK sono necessari a titolo del pilastro 2a, a causa di fattori di rischio che non sono contemplati o sono sottostimati nell'ambito del primo pilastro. In realtà, tuttavia, alla fine del 2011 il coefficiente patrimoniale della banca era pari al 22,6 %. I risultati delle prove di stress indicano che, in parte, il capitale in eccesso è necessario a far fronte a eventuali eventi avversi alle operazioni della banca, ma che un pagamento graduale del capitale in eccesso sotto forma di dividendi è ragionevole. Il capitale stimato necessario a far fronte a eventi di stress è pari a […] miliardi di ISK all'inizio del 2012 e il capitale in eccesso alla fine del 2012 ammonta a […] miliardi di ISK, come illustrato nella tabella 7:

Tabella 7

Sintesi della relazione ICAAP

Miliardi di ISK

 

Pilastro 1 (66)

Pilastro 2a (67)

Pilastro 2b

Coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD) richiesto

 

Requisito minimo

Maggiorazione

Prove di stress

Tutti i livelli combinati

Rischio di credito

[…]

[…]

 

[…]

Rischio di mercato

[…]

[…]

 

[…]

Rischio operativo

[…]

 

 

[…]

Rischio di concentrazione

 

[…]

 

[…]

Capitale minimo richiesto a titolo del pilastro (1 e 2a)

[…]

[…]

 

[…]

Prove di stress

 

 

[…]

[…]

Coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD) richiesto

[…]

[…]

[…]

[…]

CAD alla (fine del 2012)

 

 

 

[…]

Eccedenza di capitale

 

 

 

[…]

(139)

Nella relazione ICAAP Íslandsbanki ha valutato le possibili perdite aggregate dovute al rischio di credito, al rischio di mercato (nel portafoglio di negoziazione e nel portafoglio bancario), al rischio operativo, al rischio commerciale (impatto dei maggiori costi di finanziamento e della minore riduzione del costo operativo e impatto di una diminuzione del […] % della crescita delle entrate di mercato) nonché al rischio giuridico e politico (per esempio l'impatto della recente sentenza della Corte suprema sui prestiti in valuta estera, l'assenza di un'ulteriore ripresa del portafoglio aziendale del settore dei prodotti alimentari provenienti dal mare e altri fattori di rischio giuridici e politici).

(140)

Inoltre, Íslandsbanki ha sottoposto a prove di stress il coefficiente di liquidità della banca. In questo caso Íslandsbanki ha ipotizzato uno scenario di tensione di base (68) e uno scenario di tensione più acuta, in cui le differenti fonti dei flussi finanziari in entrata e dei flussi finanziari in uscita sono sottoposte a prove di stress di vario livello. Il risultato indica che la banca è in condizione di far fronte a interruzioni di liquidità impreviste.

3.4.9.   Strategia di uscita/rimborso dello Stato

(141)

Come già indicato, il contributo del capitale di classe 2 ha una durata di dieci anni a decorrere dal dicembre 2009. Per quanto riguarda la remunerazione, questo strumento è dotato di una clausola di step-up dopo cinque anni (ossia nel 2014), da 400 punti base a 500 punti base sopra l'EURIBOR. Secondo le autorità islandesi, tale clausola dovrebbe incentivare la banca a restituire il capitale in questione a partire da quel momento.

(142)

Per quanto riguarda la partecipazione azionaria del 5 % detenuta dallo Stato in Íslandsbanki, le partecipazioni del governo in imprese finanziarie sono gestite dall'Icelandic State Financial Investments (l'ISFI) (69). Secondo il bilancio dello Stato per il 2012, il governo è stato autorizzato a vendere le partecipazioni nelle casse di risparmio di cui è attualmente titolare, ma non è ancora stata presa alcuna decisione sulla vendita delle partecipazioni dello Stato nelle tre banche commerciali principali. I ministri competenti hanno tuttavia istituito un gruppo di lavoro incaricato di esaminare le possibili modalità di liquidazione delle partecipazioni nelle banche commerciali. Il governo ha indicato che, pur non avendo intenzione di ridurre le proprie partecipazioni in Landsbankinn al di sotto dei due terzi del capitale azionario della banca, le partecipazioni in Íslandsbanki e Arion Bank potrebbero essere messe presto in vendita o alienate integralmente con le banche nel caso in cui i proprietari di maggioranza decidano di vendere, fatti salvi taluni presupposti (70).

(143)

Lo strumento di liquidità speciale è disponibile solo fino a settembre 2012 e non è mai stato utilizzato. Le autorità islandesi prevedono di sopprimere la dichiarazione del governo sulla garanzia globale sui depositi nel prossimo futuro, prima dell'abolizione dei controlli sui movimenti di capitale.

(144)

Per quanto riguarda l'accordo Straumur, sebbene l'obbligazione scadesse alla fine di marzo 2013, di fatto è stata pagata integralmente da Straumur all'inizio del 2012. Da allora, l'assunzione dei rischi da parte dello Stato per la copertura delle attività sottostanti è terminata.

4.   MOTIVI CHE HANNO INDOTTO ALL'AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI INDAGINE FORMALE E MISURE APPROVATE PROVVISORIAMENTE NELLE DECISIONI BYR

(145)

Nella decisione di avvio, l'Autorità aveva concluso in via preliminare che le misure adottate dallo Stato islandese per capitalizzare Íslandsbanki, analogamente allo strumento di liquidità, costituiscono aiuti di Stato ai sensi dell'articolo 61 dell'accordo SEE. Inoltre non aveva potuto escludere che nella garanzia sui depositi e nell'accordo Straumur fossero presenti aiuti di Stato. La decisione di avvio non aveva preso in considerazione le misure di aiuto connesse all'acquisizione di Byr, che erano state approvate provvisoriamente dall'Autorità nelle decisioni Byr. L'Autorità esprimerà un parere definitivo su tali misure, che continuano a influire sulla valutazione in esame, nella presente decisione.

(146)

Per quanto riguarda la compatibilità delle misure valutate nella decisione di avvio, l'Autorità ha ritenuto che potesse essere espresso un parere definitivo solo sulla base di un piano di ristrutturazione, che non era stato presentato quando l'Autorità aveva avviato il procedimento di indagine formale il 15 dicembre 2010. Era stato in particolare a causa della mancanza di un piano di ristrutturazione a oltre un anno di distanza dall'istituzione di Íslandsbanki che l'Autorità aveva espresso dubbi in merito alla compatibilità degli aiuti.

4.1.   Osservazioni delle parte interessate

(147)

L'Autorità ha ricevuto una dichiarazione a nome dei creditori della vecchia banca, nella quale essi sottolineavano la necessità di essere considerati parti interessate e indicavano che avrebbero potuto trasmettere ulteriori osservazioni in seguito.

4.2.   Osservazioni delle autorità islandesi

(148)

Le autorità islandesi ammettono che le misure adottate nell'istituzione della New Glitnir Bank, attualmente Íslandsbanki, costituiscono aiuti di Stato. A parere delle autorità islandesi, le misure sono tuttavia compatibili con il funzionamento dell'accordo SEE sulla base dell'articolo 61, paragrafo 3, lettera b), dell'accordo, poiché sono necessarie, adeguate e proporzionate per porre rimedio a un grave turbamento dell'economia islandese. Le autorità islandesi ritengono che le misure adottate siano sotto tutti gli aspetti in linea con i principi enunciati negli orientamenti dell'Autorità in materia di aiuti di Stato e affermano che l'aiuto è necessario e limitato al minimo indispensabile.

(149)

Le autorità islandesi, inoltre, sottolineano che gli ex azionisti di Glitnir Bank hanno perso tutte le loro azioni, senza ricevere alcun indennizzo dallo Stato, e che gli aiuti sono concepiti in modo da ridurre al minimo gli effetti di ricaduta negativa sui concorrenti e che le condizioni contrattuali dei prestiti (il capitale di classe 2) sono paragonabili ai tassi di mercato.

(150)

A parere delle autorità islandesi la garanzia sui depositi non costituisce aiuto di Stato.

4.3.   Impegni delle autorità islandesi

(151)

Le autorità islandesi hanno assunto una serie di impegni, la maggior parte dei quali riguardava le distorsioni della concorrenza causate dalle misure di aiuto in esame, e che sono illustrati nell'allegato.

II.   VALUTAZIONE

1.   LA PRESENZA DI AIUTI DI STATO

(152)

L'articolo 61, paragrafo 1, dell'accordo SEE recita:

«Salvo deroghe contemplate dal presente accordo, sono incompatibili con il funzionamento del medesimo, nella misura in cui incidano sugli scambi fra parti contraenti, gli aiuti concessi da Stati membri della Comunità, da Stati AELS (EFTA) o mediante risorse statali sotto qualsiasi forma, che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza.».

(153)

L'Autorità valuterà le misure (71) indicate di seguito:

il capitale operativo iniziale fornito dallo Stato islandese alla nuova banca;

la totale capitalizzazione (temporanea) della nuova banca da parte dello Stato;

il mantenimento da parte dello Stato del 5 % del capitale azionario rimanente dopo che il 95 % del capitale azionario della nuova banca era stato trasferito ai creditori di Glitnir; e

il conferimento di capitale di classe 2 alla nuova banca da parte dello Stato tramite un debito subordinato.

Le misure sopracitate saranno complessivamente indicate nel prosieguo come «le misure di capitalizzazione». L'Autorità valuterà inoltre:

l'accordo sullo strumento di liquidità speciale;

la dichiarazione del governo islandese volta ad assicurare la piena copertura dei depositi nazionali presso tutte le banche islandesi; e

l'accordo Straumur.

(154)

L'Autorità ricorda altresì che nella seconda decisione Byr aveva ritenuto Íslandsbanki una potenziale beneficiaria dell'aiuto concesso a Byr, in particolare dei prestiti subordinati di cui era stata mantenuta la disponibilità fino all'effettiva fusione di Byr con Íslandsbanki. L'Autorità ribadisce inoltre che le misure di salvataggio temporaneamente approvate per Byr, che ora è stata fusa con Íslandsbanki, costituiscono aiuti di Stato, la cui compatibilità finale dipende dal piano di ristrutturazione per l'entità risultante dalla fusione.

1.1.   Presenza di risorse statali

(155)

Come l'Autorità ha già concluso in via preliminare nella decisione di avvio, è evidente che le misure di capitalizzazione sono finanziate mediante risorse statali fornite dal Tesoro islandese. Le risorse statali sono inoltre chiaramente presenti anche nello strumento di liquidità a disposizione di Íslandsbanki. Per quanto riguarda l'accordo Straumur, lo Stato ha assunto il rischio che le attività di Straumur risultino essere insufficienti a coprire le passività trasferite (i depositi) di Straumur. In sostanza ha garantito la compensazione dell'ammanco, che comporta un (potenziale) trasferimento di risorse statali.

(156)

Per quanto riguarda la garanzia sui depositi, l'Autorità sottolinea subito che la sua valutazione si limita alla garanzia aggiuntiva sui depositi descritta in precedenza, costituita essenzialmente dalle dichiarazioni in cui il governo islandese aveva affermato che i depositi presso le banche commerciali e le casse di risparmio nazionali e le loro filiali in Islanda sarebbero stati pienamente coperti.

(157)

La presente valutazione non pregiudica il parere dell'Autorità sulla compatibilità sia della legge n. 98/1999 che delle azioni del governo islandese e del Fondo di garanzia per depositanti e investitori durante la crisi finanziaria con la normativa SEE, in particolare con la direttiva 94/19/CE. Per quanto riguarda l'attuazione delle direttive 97/9/CE e 94/19/CE, l'Autorità ritiene che, sempreché tali misure costituiscano aiuti di Stato, in linea generale l'utilizzo di risorse statali per ottemperare agli obblighi previsti dalla normativa SEE non desta, di norma, preoccupazioni ai sensi dell'articolo 61 dell'accordo SEE. La presente decisione, pertanto, non riguarda tali misure.

(158)

Nella decisione di avvio l'Autorità aveva dichiarato che avrebbe condotto un'analisi più approfondita per stabilire se le dichiarazioni dello Stato islandese illustrate in precedenza fossero sufficientemente precise, ferme, incondizionate e giuridicamente vincolanti da comportare un impegno di risorse statali (72). Nel valutare il rispetto di tali criteri, l'Autorità osserva che le dichiarazioni comportavano un impegno irrevocabile di risorse pubbliche, come dimostra il fatto che lo Stato islandese ha fatto tutto il possibile per tutelare i depositanti: non solo ha modificato il diritto di prelazione dei titolari di depositi nelle procedure fallimentari (che non comporterebbe l'utilizzo di risorse statali), ma ha anche chiarito che non avrebbe permesso ai depositanti di subire perdite. La garanzia globale del governo su tutti i depositi presso le banche commerciali e le casse di risparmio nazionali è inoltre diversa da qualsiasi sistema di garanzia dei depositi basato su atti SEE in quanto conferisce una tutela illimitata in termini di importo e non prevede alcun contributo finanziario da parte delle banche che beneficiano della misura.

(159)

L'interpretazione data dal governo islandese alla propria dichiarazione è illustrata dagli interventi statali che sono stati effettuati nel settore finanziario dall'ottobre 2008 e che sono stati motivati dall'intenzione di tenere fede alla dichiarazione. Tali interventi comprendevano misure volte a coprire i depositi delle imprese finanziarie, quali la fondazione delle tre banche commerciali, il trasferimento dei depositi SPRON ad Arion Bank, il trasferimento dei depositi Straumur a Íslandsbanki, l'acquisizione da parte della Banca centrale d'Islanda dei depositi di 5 casse di risparmio presso Sparisjódabanki Íslands, il trasferimento dei depositi presso Byr Savings Bank a Byr hf., il trasferimento dei depositi da Keflavík Savings Bank a SpKef e l'assunzione di responsabilità da parte dello Stato dei depositi presso SpKef in seguito alla fusione forzata con Landsbankinn.

(160)

Di fatto, in taluni casi di aiuti di Stato che l'EFTA sta attualmente esaminando, alcuni dei quali sono stati citati in precedenza, le autorità islandesi hanno sostenuto che la rispettiva misura scelta costituiva l'opzione finanziariamente meno onerosa tramite cui lo Stato poteva mantenere l'impegno di proteggere appieno i depositanti.

(161)

Alla luce delle precedenti considerazioni, l'Autorità ritiene che la misura sia giuridicamente vincolante, precisa, incondizionata e ferma. Su tale base l'Autorità conclude pertanto che le dichiarazioni dello Stato islandese secondo cui i depositi sono pienamente tutelati presuppongono un impegno di risorse statali ai sensi dell'articolo 61 dell'accordo SEE.

1.2.   Vantaggio per talune imprese o talune produzioni

1.2.1.   Vantaggio

(162)

In primo luogo, le misure di aiuto devono conferire alla nuova banca vantaggi che la dispensino dagli oneri che gravano solitamente sul suo bilancio. In linea con la conclusione preliminare cui era pervenuta nella decisione di avvio, l'Autorità resta del parere che ciascuna delle misure di capitalizzazione conferisca un vantaggio alla nuova banca; senza l'intervento dello Stato, infatti, la banca non avrebbe avuto a disposizione il capitale fornito.

(163)

Per stabilire se un investimento in un'impresa, per esempio tramite un'iniezione di capitale, costituisca un vantaggio, l'Autorità applica il principio dell'investitore operante in un'economia di mercato e valuta se un investitore privato di dimensioni paragonabili a quelle dell'ente pubblico operante in normali condizioni di mercato avrebbe effettuato tale investimento (73). Per quanto riguarda le misure di capitalizzazione a favore delle banche in difficoltà, in generale l'approccio adottato sia dalla Commissione europea (in vari casi dallo scoppio della crisi finanziaria (74)] che dall'Autorità (75) dall'inizio della crisi finanziaria è stato che le ricapitalizzazioni delle banche costituiscono aiuti di Stato alla luce del disordine e dell'incertezza che hanno caratterizzato i mercati dall'autunno del 2008. Questa considerazione di carattere generale si applica in particolare ai mercati finanziari islandesi nel 2008 e 2009, quando l'intero sistema era crollato. L'Autorità ritiene pertanto che le misure di capitalizzazione conferiscano un vantaggio a Íslandsbanki nonostante il trasferimento finale del 95 % del capitale della nuova banca ai creditori (in gran parte del settore privato). La partecipazione del settore privato alla capitalizzazione di Íslandsbanki è costituita interamente da creditori della vecchia banca che cercano soltanto di ridurre al minimo le loro perdite (76).

(164)

Una considerazione analoga si applica allo strumento di liquidità speciale, che era stato negoziato nell'ambito di un pacchetto di misure di aiuti di Stato volte a reintegrare le operazioni di una banca fallita in una banca di recente costituzione e a incoraggiare la partecipazione al capitale proprio della nuova banca da parte dei creditori della banca fallita. È evidente che lo Stato era intervenuto poiché non era chiaro se Íslandsbanki fosse in grado di ottenere una liquidità sufficiente sul mercato. Di conseguenza, anziché comportarsi come un investitore privato, lo Stato si era sostituito ai partecipanti del mercato privato, che esitavano a concedere prestiti alle imprese finanziarie. L'Autorità conferma pertanto la conclusione preliminare cui era pervenuta nella decisione di avvio e ritiene che lo strumento di liquidità speciale conferisca un vantaggio a Íslandsbanki.

(165)

Per quanto riguarda il trasferimento delle attività e delle passività di Straumur Bank (l'accordo Straumur), l'Autorità osserva con favore che, nel complesso, la transazione è volta a fornire a Íslandsbanki un indennizzo pari esclusivamente all'importo delle passività trasferite. Tuttavia, l'intero rischio che il valore delle attività di Straumur sia inferiore a quello dei depositi trasferiti e l'obbligo di compensare un eventuale ammanco sono assunti dallo Stato. Sembra quindi che Íslandsbanki, oltre a ricevere alcune entrate (tramite il pagamento degli interessi sull'obbligazione) sia in grado di acquisire un avviamento e quote di mercato supplementari, senza assumere alcun rischio. L'Autorità conclude che ciò costituisce un vantaggio.

(166)

Infine, l'Autorità deve anche valutare se la garanzia aggiuntiva sui depositi conferisce un vantaggio a Íslandsbanki e alle banche islandesi in generale. A tale proposito l'Autorità osserva che, quando le autorità islandesi avevano dichiarato per la prima volta che i depositi sarebbero stati garantiti, non era del tutto chiaro quale sarebbe stato il funzionamento pratico della garanzia, in particolare quale effetto avrebbe avuto tale intervento sulla banca, che non era più in grado di rispettare gli obblighi assunti nei confronti dei depositanti. Nel frattempo, sembra che una banca in tale situazione avrebbe potuto fallire, ma lo Stato islandese avrebbe garantito — per esempio trasferendo i depositi a un'altra banca e compensando l'insufficienza di attivi — che i depositi potessero essere pagati integralmente e che i depositanti avessero sempre avuto accesso all'importo totale dei loro depositi.

(167)

L'Autorità ritiene che le esatte modalità secondo cui lo Stato agirebbe nel rispetto della garanzia illimitata sui depositi nazionali rivestano un'importanza secondaria. Ciò che conta è che ha assunto l'obbligo di intervenire, in misura illimitata, in caso di mancato pagamento dei depositi da parte di una banca.

(168)

A parere dell'Autorità, questa garanzia illimitata ha favorito Íslandsbanki, in primo luogo poiché fornisce un notevole vantaggio competitivo (una garanzia statale illimitata e, di conseguenza, una solida rete di sicurezza) rispetto a opzioni di investimento e fornitori alternativi. Lo si evince per esempio da una recente relazione del ministro degli Affari economici in cui si afferma che: «attualmente le imprese finanziarie islandesi operano in un ambiente protetto, caratterizzato da controlli sui movimenti di capitale e da una garanzia globale sui depositi. In tali condizioni, i depositi bancari sono praticamente l'unica opzione sicura per i risparmiatori islandesi» (77).

(169)

In secondo luogo, sembra evidente che, senza la garanzia, Íslandsbanki avrebbe avuto maggiori probabilità di subire una corsa al recupero dei depositi al pari della banca alla quale era subentrata (78). Di conseguenza, se non fosse stato per la garanzia aggiuntiva illimitata sui depositi assunta dallo Stato islandese, la banca avrebbe probabilmente dovuto pagare tassi di interesse più alti (a compensazione del rischio) per attrarre o anche solo per mantenere lo stesso livello dei depositi. L'Autorità conclude pertanto che la garanzia sui depositi conferisce un vantaggio alla banca.

1.2.2.   Selettività

(170)

In secondo luogo, la misura di aiuto deve essere selettiva, ossia deve favorire «talune imprese o talune produzioni». Le misure di capitalizzazione, lo strumento di liquidità e l'accordo Straumur sono aiuti selettivi poiché l'unico beneficiario è Íslandsbanki.

(171)

Inoltre, poiché il sostegno dello Stato può essere selettivo anche in situazioni in cui uno o più settori dell'economia ne beneficiano e altri no, l'Autorità ritiene che anche la garanzia statale sui depositi di cui beneficia il settore bancario islandese sia selettiva nel suo complesso. Questa conclusione scaturisce altresì dalle considerazioni precedentemente enunciate, secondo cui le banche sono favorite rispetto ad altre imprese che offrono possibilità di risparmiare e investire denaro.

1.3.   Distorsione della concorrenza e incidenza sugli scambi fra le parti contraenti

(172)

Le misure rafforzano la posizione di Íslandsbanki rispetto ai concorrenti (o potenziali concorrenti) in Islanda e negli altri Stati del SEE. Íslandsbanki è un'impresa che, come precedentemente descritto, opera sui mercati finanziari, che sono aperti alla concorrenza internazionale nel SEE. Benché attualmente i mercati finanziari islandesi siano piuttosto isolati, in particolare a causa dei controlli sui movimenti di capitale, esiste tuttora uno scambio (o un potenziale di scambio) transfrontaliero, che aumenterà non appena i controlli sui movimenti di capitale saranno aboliti. Si deve pertanto ritenere che tutte le misure oggetto della presente valutazione falsino la concorrenza e incidano sugli scambi fra le parti contraenti dell'accordo SEE (79).

1.4.   Conclusione

(173)

L'Autorità giunge dunque alla conclusione che le misure adottate dallo Stato islandese per capitalizzare la nuova banca, nonché lo strumento di liquidità, la garanzia sui depositi e l'accordo Straumur costituiscono aiuti di Stato ai sensi dell'articolo 61, paragrafo 1, dell'accordo SEE. L'Autorità ricorda che era giunta alla stessa conclusione riguardo alle misure di capitalizzazione concesse a Byr nelle decisioni Byr.

2.   OBBLIGHI PROCEDURALI

(174)

Ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 3, della parte I del protocollo 3 all'accordo sull'Autorità di vigilanza e sulla Corte, «all'Autorità di vigilanza sono comunicati, in tempo utile perché presenti le sue osservazioni, i progetti diretti a istituire o modificare aiuti […]. Lo Stato interessato non può dare esecuzione alle misure progettate prima che tale procedura abbia condotto a una decisione finale».

(175)

Le autorità islandesi non hanno notificato all'Autorità le misure di aiuto oggetto della decisione di avvio prima della loro esecuzione. L'Autorità conclude pertanto che le autorità islandesi non hanno rispettato i loro obblighi ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 3, della parte I del protocollo 3. Tali aiuti sono dunque stati concessi illegalmente.

3.   COMPATIBILITÀ DELL'AIUTO

(176)

In via preliminare l'Autorità osserva che, pur essendo una nuova entità giuridica istituita nel 2008, Íslandsbanki è — per quanto riguarda le operazioni nazionali — evidentemente il successore economico di Glitnir, nel senso che tra queste due entità esiste una continuità economica. Poiché le operazioni economiche che erano state svolte da Íslandsbanki dall'autunno del 2008 in poi non sarebbero potute continuare senza l'aiuto, l'Autorità considera la banca un'impresa in difficoltà.

(177)

Inoltre, le misure oggetto della presente valutazione sono al tempo stesso misure di salvataggio e di ristrutturazione. Come affermato nella decisione di avvio, se fossero state notificate prima della loro esecuzione, l'Autorità avrebbe probabilmente approvato in via temporanea le misure come aiuti per il salvataggio compatibili, per poi formulare un parere definitivo su di esse sulla base di un piano di ristrutturazione. Tuttavia, in mancanza di una comunicazione tempestiva, l'Autorità aveva avviato il procedimento di indagine formale e chiesto la presentazione di un piano di ristrutturazione. Come precedentemente indicato, la compatibilità definitiva di tali misure dipende dal rispetto dei criteri degli orientamenti dell'Autorità applicabili in materia di aiuti di Stato per le imprese in difficoltà da parte del piano di ristrutturazione.

3.1.   Base giuridica per la valutazione della compatibilità: articolo 61, paragrafo 3, dell'accordo SEE e degli orientamenti dell'Autorità in materia di ristrutturazione

(178)

Benché gli aiuti di Stato alle imprese in difficoltà come Íslandsbanki siano di norma valutati ai sensi dell'articolo 61, paragrafo 3, lettera c), dell'accordo SEE, l'Autorità può, a norma dell'articolo 61, paragrafo 3, lettera b), dell'accordo, concedere aiuti di Stato per «porre rimedio ad un grave turbamento dell'economia di uno Stato membro della Comunità o di uno Stato AELS (EFTA)». Come affermato nel paragrafo 8 degli orientamenti sul settore bancario (80), l'Autorità ribadisce che, in linea con la giurisprudenza e con la prassi decisionale della Commissione europea, è necessaria un'interpretazione restrittiva dell'articolo 61, paragrafo 3, lettera b), dell'accordo SEE per determinare che cosa possa essere considerato un grave turbamento dell'economia di uno Stato EFTA.

(179)

Le autorità islandesi hanno spiegato, come è stato approfonditamente illustrato in precedenza, che nell'ottobre del 2008 il sistema finanziario nazionale era entrato in uno stato di crisi sistemica che aveva determinato il fallimento delle sue banche e casse di risparmio principali nell'arco di pochi giorni. La quota di mercato detenuta congiuntamente dalle istituzioni finanziarie fallite era superiore al 90 % nella maggior parte dei segmenti del mercato finanziario islandese. Le difficoltà erano state accompagnate da un crollo della fiducia nella moneta nazionale. L'economia reale dell'Islanda è stata duramente colpita dalla crisi finanziaria. Sebbene siano trascorsi più di tre anni dall'inizio della crisi, il sistema finanziario islandese attraversa ancora una fase turbolenta. Benché la situazione si sia decisamente calmata dal 2008, è evidente che, all'epoca della loro adozione, le misure erano tese a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia islandese.

(180)

Di conseguenza, nel caso di specie deve ritenersi applicabile l'articolo 61, paragrafo 3, lettera b), dell'accordo SEE.

Applicazione della comunicazione sulla ristrutturazione

(181)

Gli orientamenti dell'Autorità in materia di aiuti di Stato sul ripristino della redditività e la valutazione delle misure di ristrutturazione del settore finanziario nel contesto dell'attuale crisi in conformità alle norme sugli aiuti di Stato (81) («gli orientamenti sulla ristrutturazione») stabiliscono le regole in materia di aiuti di Stato applicabili alla ristrutturazione degli istituti finanziari nel contesto della crisi attuale. Secondo gli orientamenti sulla ristrutturazione, per essere compatibile con l'articolo 61, paragrafo 3, lettera b), dell'accordo SEE, la ristrutturazione di un'istituzione finanziaria nel contesto dell'attuale crisi finanziaria deve:

i)

condurre al ripristino della redditività della banca;

ii)

prevedere un contributo proprio sufficiente del beneficiario (condivisione degli oneri);

iii)

comprendere misure sufficienti a limitare la distorsione della concorrenza.

(182)

Di seguito l'Autorità valuterà pertanto, sulla base del piano di ristrutturazione presentato per Íslandsbanki, che riflette anche l'acquisizione di Byr, se tali criteri sono stati soddisfatti e di conseguenza se le misure di aiuto precedentemente descritte, nonché quelle individuate dall'Autorità nella decisione Byr, costituiscono un aiuto alla ristrutturazione compatibile.

3.2.   Ripristino della redditività

(183)

Il ripristino della redditività a lungo termine del beneficiario di un aiuto alla ristrutturazione è l'obiettivo principale di tale aiuto e, per determinare la compatibilità della misura, è importante valutare se l'aiuto alla ristrutturazione conseguirà tale obiettivo.

(184)

Come precedentemente indicato, le turbolenze che hanno colpito l'economia islandese dopo l'autunno del 2008, la presenza di misure straordinarie quali i controlli sui movimenti di capitale, un ambiente normativo in evoluzione e prospettive macroeconomiche che, sebbene di recente si siano in certa misura stabilizzate, restano piuttosto incerte, in particolare alla luce dei continui problemi economici che affliggono l'area dell'euro, rendono difficile gestire proficuamente una banca nonché garantirne la redditività a lungo termine. L'Autorità sottolinea fin d'ora la necessità di tenere presente tale considerazione nella valutazione sottostante.

(185)

La sezione 2 degli orientamenti sulla ristrutturazione stabilisce che lo Stato SEE deve presentare un piano di ristrutturazione completo e dettagliato che, oltre a contenere informazioni esaurienti sul modello aziendale, ripristini la redditività a lungo termine della banca. Il punto 10 degli orientamenti sulla ristrutturazione prevede che il piano di ristrutturazione individui le cause delle difficoltà e le debolezze della banca stessa e illustri il modo in cui le misure di ristrutturazione proposte pongono rimedio ai problemi sottesi della banca.

(186)

Come precedentemente descritto, le cause delle difficoltà di Íslandsbanki sono illustrate sia nel piano di ristrutturazione che nella relazione della SIC. Tra le cause principali individuate a livello della banca dalla relazione della SIC figuravano un'espansione eccessiva e non sostenibile, il rapporto di indebitamento dei proprietari delle banche, la concentrazione del rischio, una dotazione insufficiente di capitale proprio e le dimensioni delle banche rispetto all'economia islandese. Inoltre, Glitnir aveva ampliato le sue attività tramite rilevazioni con capitale di prestito (LBO) (82) ad alto indebitamento e investimenti nei mercati immobiliari commerciali al di fuori dell'Islanda. Aveva altresì fatto prevalentemente ricorso al finanziamento all'ingrosso a breve termine nonché assunto un rischio considerevole concedendo prestiti ai suoi proprietari; inoltre, il grado di rischio delle singole esposizioni della banca era elevato.

Misure regolamentari in materia di redditività

(187)

Sebbene il piano di ristrutturazione di Íslandsbanki affronti molte delle debolezze della banca indicate precedentemente, l'Autorità ritiene che il fallimento di Glitnir e il crollo dell'industria finanziaria islandese siano stati causati anche da una serie di elementi specifici caratteristici dell'Islanda, riguardanti le sue piccole dimensioni e le carenze di regolamentazione e di vigilanza individuate dalla SIC. La redditività a lungo termine di Íslandsbanki, come quella di qualunque altra banca islandese, non dipende dunque esclusivamente dalle misure adottate a livello della banca, ma anche dal fatto che a tali carenze di regolamentazione e di vigilanza sia stato posto rimedio o meno.

(188)

Al riguardo l'EFTA osserva con favore le modifiche apportate dalle autorità islandesi al quadro di regolamentazione e vigilanza, illustrate nell'allegato.

(189)

Innanzitutto, le competenze e i poteri dell'FME sono stati rafforzati, tra l'altro conferendo all'Autorità islandese di vigilanza finanziaria nuove responsabilità in merito alle singole esposizioni che presentano un elevato grado di rischio e ai rischi connessi, che a parere dell'EFTA riguardano uno dei fattori che hanno determinato il crollo finanziario.

(190)

In secondo luogo, gli obblighi relativi a un coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD) temporaneamente elevato e una serie di disposizioni riguardanti la prestazione di garanzie, in particolare il divieto di concedere crediti a fronte di azioni proprie poste a garanzia, sono finalizzati ad assicurare che le banche islandesi non possano nuovamente trovarsi ad avere una dotazione insufficiente di capitale proprio. L'Autorità ritiene che tali misure contribuiranno alla resilienza delle banche islandesi.

(191)

In terzo luogo, è stata attuata una serie di misure riguardanti l'eleggibilità degli amministratori e dei membri del consiglio di amministrazione nonché la loro remunerazione. Inoltre, i prestiti a parti correlate (come i proprietari) sono stati sottoposti a norme più rigorose e ora, laddove lo ritenga opportuno, l'FME può vietare a una banca di svolgere determinate attività. Sono state modificate anche le norme contabili interne ed esterne; per esempio, è stato abbreviato l'arco di tempo in cui un contabile esterno può lavorare per la stessa banca. L'Autorità osserva con favore che queste misure sono volte a evitare il ripetersi di eventi riguardanti i proprietari e gli alti dirigenti. Le misure prevedono anche un maggiore monitoraggio dei rischi esterni, che riduce le minacce alla redditività delle banche.

(192)

In quarto luogo, secondo le autorità islandesi, la sopracitata possibilità dell'FME di limitare le attività di una banca è stata dettata anche dalla raccolta di depositi su vasta scala attuata dalle banche commerciali islandesi prima della crisi, che sembra averne quanto meno accelerato il crollo. Inoltre, anche le nuove norme in materia di liquidità e bilancia valutaria (83) sembrano, secondo l'interpretazione dell'Autorità, comportare talune restrizioni riguardo alla possibilità delle banche di attrarre quantitativi sproporzionatamente elevati di depositi esteri qualora ciò renda l'attività della banca più fragile e vulnerabile ai rischi di cambio e di liquidità. L'EFTA è lieta che le autorità islandesi abbiano fatto fronte a questa lacuna normativa.

Il piano di ristrutturazione di Íslandsbanki

(193)

Per quanto riguarda il piano di ristrutturazione e le misure adottate a livello della banca, Íslandsbanki è sostanzialmente tornata a un modello bancario più tradizionale, concentrandosi sui suoi principali punti di forza (settore bancario nazionale nonché industrie dei prodotti alimentari provenienti dal mare e dell'energia geotermica), che saranno finanziati prevalentemente tramite i depositi dei clienti.

(194)

Il rapporto depositi/prestiti scenderà ulteriormente, passando dall'80 % al […] % alla fine del periodo di ristrutturazione […].

(195)

Inoltre, come precedentemente indicato, dal momento della sua istituzione Íslandsbanki era stata sottoposta a una leva finanziaria decisamente inferiore rispetto a Glitnir e, poiché la maggior parte del debito all'ingrosso aveva continuato a gravare sul patrimonio di Glitnir, secondo il piano di ristrutturazione Íslandsbanki dovrà fare assegnamento sul rifinanziamento sui mercati internazionali per i debiti non garantiti solo in misura molto limitata.

(196)

Di fatto, il ricorso al rifinanziamento sui mercati all'ingrosso era stato uno dei motivi principali del crollo di Glitnir. Finora il finanziamento di Íslandsbanki si è basato prevalentemente su depositi e risorse proprie, ma il piano di ristrutturazione prevede una lieve riduzione dell'entità dei depositi, che passeranno dall'80 % al […] % delle passività totali, […]. Íslandsbanki intende farvi fronte emettendo obbligazioni garantite sul mercato nazionale. È già riuscita a emettere obbligazioni garantite per un valore di 4 miliardi di ISK nel dicembre 2011, e […].

(197)

[…]. Íslandsbanki ritiene che l'attualmente scarso interesse degli investitori per i titoli islandesi non garantiti potrebbe aumentare dopo la soppressione della garanzia aggiuntiva illimitata sui depositi. L'EFTA è del parere che, sulla base dei fatti presentati dalle autorità islandesi, la situazione dei finanziamenti della banca sembra essere solida fino al termine del periodo di ristrutturazione. Alla luce delle incertezze riguardanti la garanzia sui depositi e i controlli sui movimenti di capitale, nonché gli ambigui sviluppi futuri dei mercati del debito (sovrano), l'Autorità non può stabilire se nel lungo periodo la strategia di finanziamento di Íslandsbanki si concretizzerà come previsto. Tuttavia, considerando il forte ricorso ai depositi e alle obbligazioni garantite nel periodo di ristrutturazione nonché l'ampia prevalenza di tali tipologie di debito nel bilancio, l'Autorità riconosce che lievi variazioni della strategia di finanziamento che potrebbero risultare necessarie in itinere non minaccerebbero la redditività della banca.

(198)

Per quanto riguarda le rubriche dell'attivo del bilancio, anche le attività internazionali più rischiose (come i titoli immobiliari commerciali all'estero) erano state mantenute nel patrimonio di Glitnir. Di conseguenza, il bilancio si era contratto dell'85 %. È stato dunque posto rimedio a una delle principali debolezze del modello aziendale di Glitnir, il ricorso ad attività internazionali rischiose senza un'adeguata valutazione dei rischi e con una limitata conoscenza del mercato. L'Autorità osserva con favore che, conformemente al piano di ristrutturazione, in futuro la banca non intraprenderà attività simili, ma si concentrerà sul suo tradizionale settore di attività principale.

(199)

È evidente che dalla sua istituzione la banca è cresciuta, in particolare tramite l'acquisizione di Byr. Ciononostante, secondo il piano di ristrutturazione, tale crescita non incide in maniera significativa sul modello aziendale di Íslandsbanki, in quanto Byr aveva principalmente liquidato attività nazionali dalle caratteristiche simili a quelle delle attività contenute nel portafoglio di Íslandsbanki. In ogni caso, l'Autorità ritiene che le dismissioni che Íslandsbanki si è impegnata a effettuare, discusse più approfonditamente di seguito, contribuiranno a permettere alla banca di concentrarsi sul suo settore di attività principale.

(200)

Una sfida considerevole per quanto riguarda il portafoglio di attività della banca resta la ristrutturazione dei prestiti che erano stati trasferiti da Glitnir. A questo proposito l'Autorità osserva con favore che tale processo di ristrutturazione costituisce una priorità per la banca, come si evince dalle numerose proposte, sia generiche che personalizzate, che la banca ha rivolto ai suoi clienti sovraindebitati. Benché il processo sia progredito meno rapidamente rispetto alle previsioni iniziali, sono già stati ottenuti molti risultati. L'8 febbraio 2012, per esempio, 2 680 imprese erano state sottoposte a una qualche forma di ristrutturazione e, secondo le autorità islandesi, la vasta maggioranza di esse era stata in grado di servire il debito dopo la ristrutturazione.

(201)

L'Autorità ritiene che si tratti di un indicatore della solidità dei metodi di ristrutturazione di Íslandsbanki. Inoltre, sulla base dei dati contenuti nel quadro di ristrutturazione della banca, sembra realistico che la banca possa realizzare l'obiettivo di completare la ristrutturazione del suo debito aziendale entro la fine del 2012 e del debito al dettaglio entro il 2013. Complessivamente, salvo sviluppi imprevisti nell'ambiente macroeconomico nazionale o estero, ciò significherebbe che, al più tardi alla fine del periodo di ristrutturazione, Íslandsbanki avrà, a parere dell'Autorità, un bilancio relativamente solido nonché portafogli di prestiti efficienti.

(202)

Come precedentemente indicato, la debole capitalizzazione di Glitnir era stata uno dei fattori che ne avevano determinato il crollo. Il piano di ristrutturazione di Íslandsbanki prevede che durante l'intero periodo di ristrutturazione la banca supererà nettamente il requisito del coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD) del 16 % fissato dall'FME. Tale coefficiente è decisamente superiore al futuro requisito minimo del 10,5 % previsto da Basilea 3. Anche nell'ambito dello scenario di tensione, che Íslandsbanki ha presentato congiuntamente alla relazione ICAAP di quest'anno allegata al piano di ristrutturazione, il coefficiente CAD non scenderebbe al di sotto di questo parametro elevato. Di fatto, secondo il piano di ristrutturazione, Íslandsbanki ridurrà gradualmente il suo coefficiente patrimoniale al fine di aumentare la redditività iniziando a pagare i dividendi (84). L'Autorità ritiene prudente e confortante che anche nello scenario di tensione presentato da Íslandsbanki, il quale sembra essere basato su parametri sensibili, rimanga un'eccedenza di capitale di oltre […] miliardi di ISK, importo che, nel contesto operativo descritto in precedenza, fornisce a Íslandsbanki una notevole capacità di far fronte ad avversità impreviste.

(203)

Per quanto riguarda la situazione di liquidità della banca, l'Autorità osserva che, secondo il piano di ristrutturazione, la situazione attuale sembra sufficientemente robusta, e che nulla indica che la situazione potrebbe deteriorarsi considerevolmente nel periodo di ristrutturazione. Inoltre, l'Autorità ritiene che le prove di stress alle quali è stato sottoposto il coefficiente di liquidità della banca nell'ambito della relazione ICAAP, secondo cui Íslandsbanki è in condizione di far fronte a circostanze avverse, indicano che la posizione di liquidità della banca è solida.

(204)

L'Autorità accoglie inoltre con favore le modifiche al governo societario e alla gestione del rischio di Íslandsbanki, descritte in precedenza, che pongono rimedio a una debolezza del modello aziendale di Glitnir e che contribuiranno a una valutazione del rischio più obiettiva e professionale nella gestione della banca.

(205)

Per quanto riguarda la redditività, gli orientamenti sulla ristrutturazione stabiliscono altresì che il piano di ristrutturazione dovrebbe dimostrare in che modo la banca ripristinerà non appena possibile la sua redditività a lungo termine senza aiuti di Stato. In particolare, la banca dovrebbe essere in grado di generare un adeguato rendimento del capitale, coprendo al contempo tutti i costi connessi al suo normale funzionamento, in conformità a quanto richiesto dalle relative norme. In particolare, il punto 13 degli orientamenti sulla ristrutturazione indica che la redditività a lungo termine viene raggiunta quando una banca è in grado di coprire tutti i suoi costi, compresi ammortamento e oneri finanziari, e di fornire un adeguato rendimento del capitale, tenendo conto del profilo di rischio della banca.

(206)

A questo punto l'Autorità ricorda quanto aveva già affermato in precedenza, ossia che qualunque banca avrebbe difficoltà a svolgere le proprie attività nel contesto economico in cui opera Íslandsbanki. Tenendo presente questa considerazione, l'Autorità è soddisfatta della redditività prevista nel piano di ristrutturazione, che, nonostante l'elevato coefficiente patrimoniale, sarà adeguata e perlopiù superiore agli obiettivi di redditività di Íslandsbanki nella maggior parte del periodo di ristrutturazione e oltre. Tra il 2009 e il 2014 la redditività del capitale proprio (ROE) fluttua tra il […] % e il […] %. Tuttavia, come precedentemente indicato, […] la fluttuazione è principalmente dovuta a situazioni ed eventi irregolari, quali gli utili da valutazione derivanti dalle attività trasferite da Glitnir, da un lato, e le svalutazioni causate dalla recente sentenza della Corte suprema sui presti in valuta estera e l'acquisizione di Byr, dall'altro. Il piano di ristrutturazione non prevede che si verifichino eventi irregolari di questo tipo dopo il 2013 e tra il 2014 e il 2016 si attende un aumento del ROE dal […] % al […] %. Il calcolo presentato dalle autorità islandesi, in cui dal conto profitti e perdite sono state espunte tali voci irregolari, indica che i profitti della banca sono stati e continueranno a essere relativamente stabili tra il 2008 e il 2016. La relazione dell'ISFI (Icelandic State Financial Investments), precedentemente citata, sembrerebbe suffragare tale conclusione. Benché non sia chiaro se questi calcoli riflettano appieno gli utili derivanti dal forte sconto, l'Autorità osserva che, dopo il 2013, quando si prevede che lo sconto sarà stato pienamente assorbito, la banca realizzerà un rendimento compreso tra […] e […] miliardi di ISK l'anno, secondo il piano di ristrutturazione.

(207)

È già stato fatto riferimento ad alcuni degli aspetti più rilevanti e dettagliati della programmazione finanziaria su cui si basa il piano di ristrutturazione, come il calo del reddito registrato dai principali settori di attività della banca, i servizi bancari alle imprese e i servizi bancari al dettaglio, nel periodo di ristrutturazione. A parere dell'Autorità, questo è principalmente il risultato dell'assorbimento dello sconto e riflette l'aumento dei costi di finanziamento (derivante da una maggiore diversificazione sul fronte delle passività, con una più ampia quota del debito avente scadenze più lunghe) nonché la riduzione del margine di interesse netto dall'attuale 4,4 % al […] %. L'Autorità ritiene che sia prudente non fare assegnamento sull'aumento dei ricavi in questi settori di attività. Sembra anzi probabile che i costi di finanziamento aumenteranno leggermente (secondo il piano di ristrutturazione, fino a […] punti base). Per quanto riguarda il margine sul tasso di interesse, l'Autorità rileva che, anche dopo la prevista diminuzione al […] %, rimarrà piuttosto alto rispetto ai livelli internazionali (85). Secondo le autorità islandesi, negli ultimi decenni il margine si è attestato intorno a quel livello o è stato superiore, a causa, tra l'altro, di un ambiente caratterizzato da tassi di interesse elevati in Islanda, da una quota minore di mutui ipotecari nel portafoglio dei prestiti e dalle dimensioni più contenute delle banche. L'Autorità reputa ragionevoli tali spiegazioni e, di conseguenza, ritiene che questo aspetto della programmazione finanziaria sia sufficientemente plausibile.

(208)

Secondo il piano di ristrutturazione, un altro fattore importante per la redditività futura è l'aumento delle entrate da commissioni e dividendi, di cui si prevede un incremento del […] nel periodo di programmazione […]. Tale aumento genererà quindi utili pari a […] di ISK nel 2016. Le autorità islandesi affermano che queste proiezioni sono plausibili, poiché le attività che generano commissioni, quali le transazioni di borsa e gli scambi in valuta estera, si sono praticamente arrestate dopo il crollo e in seguito ai controlli sui movimenti di capitale. Tuttavia, poiché secondo le autorità islandesi è realistico prevedere un sostanziale aumento delle attività dei mercati finanziari, e i controlli sui movimenti di capitale dovrebbero essere aboliti alla fine del 2013, l'Autorità non contesta la plausibilità dei dati in questione.

(209)

Al di là delle previsioni riguardanti la voce «entrate» del conto profitti e perdite, la banca ha intrapreso una serie di iniziative, descritte in precedenza, volte ad aumentare l'efficienza e a ridurre i costi, tra cui una diminuzione del personale di quasi il 10 %, che nel complesso dovrebbe ridurre il rapporto costi/ricavi dal 75 % al […] % nel 2014. L'Autorità accoglie con favore tali sforzi, poiché il rapporto attuale sembra piuttosto elevato rispetto ai livelli internazionali. L'Autorità ritiene inoltre plausibile, sulla base del piano di ristrutturazione, che questo obiettivo possa essere raggiunto, poiché di fatto il completamento della ristrutturazione del portafoglio ereditato da Glitnir e la prevista diminuzione dell'attività di vigilanza dovrebbero consentire di ridurre l'organico della banca, e nella gestione della banca sembra ancora possibile ottenere incrementi di efficienza.

(210)

È evidente che, oltre a quanto precedentemente indicato, il piano di ristrutturazione si basa su molte altre ipotesi. L'Autorità si è adoperata per esaminare quelle che sembrano essere più pertinenti e incidere maggiormente sulla futura redditività di Íslandsbanki. Quanto alle ipotesi macroeconomiche, sembrano ampiamente in linea con le previsioni dell'FMI e di Statistics Iceland, per esempio riguardo alla crescita del PIL e alla disoccupazione. Nel complesso, le ipotesi su cui si basa il piano di ristrutturazione, unitamente alle considerazioni formulate in precedenza dall'Autorità, sembrano essere sufficientemente prudenti da permettere di concludere che le misure di ristrutturazione adottate dalla banca sono atte a garantirne la redditività a lungo termine, salvo il verificarsi di eventi avversi imprevisti di proporzioni e conseguenze inaspettate.

(211)

Alla luce delle precedenti considerazioni, l'Autorità ritiene che il piano di ristrutturazione contenga elementi sufficienti a contribuire al ripristino della redditività a lungo termine della banca atti a permetterle di concludere che le disposizioni di cui alla sezione 2 degli orientamenti sulla ristrutturazione sono state rispettate.

3.3.   Contributo proprio/condivisione degli oneri

(212)

Il punto 22 degli orientamenti sulla ristrutturazione recita: «Onde limitare le distorsioni della concorrenza ed ovviare al cosiddetto rischio morale, gli aiuti dovrebbero essere limitati al minimo necessario ed il beneficiario degli aiuti dovrebbe fornire un adeguato contributo proprio ai costi di ristrutturazione. La banca ed i detentori del suo capitale dovrebbero contribuire alla ristrutturazione il più possibile mediante le proprie risorse. Questo è necessario per garantire che le banche oggetto di salvataggio abbiano una responsabilità adeguata rispetto alle conseguenze del comportamento adottato in passato e per creare incentivi appropriati per il loro comportamento futuro.».

(213)

A tale proposito l'Autorità ricorda un aspetto decisivo del caso in esame. Quando Íslandsbanki era stata istituita sulla base delle operazioni nazionali di Glitnir, gli azionisti di Glitnir Bank erano stati interamente liquidati; in tal modo hanno contribuito nella massima misura possibile alla ristrutturazione di Íslandsbanki. Inoltre, i creditori di Glitnir avevano dovuto assumere perdite considerevoli (86), o quanto meno avevano dovuto assumere il rischio che i loro investimenti dipendessero dalla redditività di Íslandsbanki. Pertanto, per quanto riguarda i proprietari e i creditori di Glitnir, il criterio della condivisione degli oneri è stato ottimamente soddisfatto ed è stato ovviato al cosiddetto rischio morale.

(214)

Oltre agli elementi precedenti, l'Autorità deve valutare se gli aiuti di Stato ricevuti da Íslandsbanki siano stati limitati al minimo necessario.

(215)

Per quanto riguarda le misure di capitalizzazione, prima che l'accordo con i creditori di Glitnir riducesse la partecipazione dello Stato al 5 %, la capitalizzazione iniziale di Íslandsbanki era appena sufficiente a soddisfare i requisiti patrimoniali fissati dall'FME. Nel 2009, dopo che era stato raggiunto l'accordo sull'acquisizione di Íslandsbanki da parte di Glitnir e che a Íslandsbanki era stato fornito il capitale di classe 2, il coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD) aveva raggiunto circa il 19 %, 3 punti percentuali in più rispetto al coefficiente minimo fissato dall'FME. A tale proposito l'Autorità osserva che il coefficiente di capitale dipendeva principalmente dall'accurata valutazione delle attività che erano state trasferite da Glitnir a Íslandsbanki. È inoltre opportuno ricordare che, all'epoca, le prospettive economiche per l'Islanda erano state formulate in un contesto di incertezza. Alla luce delle precedenti considerazioni, l'Autorità ritiene che l'ammontare del capitale fornito dallo Stato islandese a Íslandsbanki fosse limitato al minimo necessario, in quanto era costituito esclusivamente dall'importo minimo stabilito dal regolamento più una riserva ragionevole.

(216)

Tale conclusione non è inficiata dal fatto che in seguito il coefficiente di capitale di Íslandsbanki era cresciuto a tal punto da permetterle di assorbire una banca gravemente sottocapitalizzata (Byr) nel 2011. L'aumento del coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD) era dovuto quasi esclusivamente alla rivalutazione del valore contabile delle attività che erano state trasferite da Glitnir a Íslandsbanki. Non sarebbe stato possibile prevedere con certezza questo sviluppo e il fatto che in seguito il coefficiente minimo di adeguatezza patrimoniale (CAD) abbia registrato un aumento tanto consistente non costituisce, a parere dell'Autorità, un motivo per ritenere che all'inizio Íslandsbanki fosse stata sovracapitalizzata dallo Stato (87).

(217)

Il punto 26 degli orientamenti sulla ristrutturazione stabilisce che le banche che beneficiano di aiuti alla ristrutturazione «dovrebbero poter remunerare il capitale, anche sotto forma di dividendi e di cedole sul debito subordinato in essere, mediante gli utili generati dai loro settori di operatività».

(218)

In tale contesto, vale la pena ricordare che già nell'autunno del 2009 lo Stato aveva realizzato un rendimento su base annua di quasi il 14 % sul capitale che era stato rimborsato. Alla luce dei risultati complessivamente positivi ottenuti da Íslandsbanki dal momento della sua istituzione, sembra promettente anche la prospettiva di ottenere un rendimento soddisfacente dalla partecipazione del 5 % mantenuta dallo Stato nella banca.

(219)

Tuttavia, è altresì opportuno sottolineare che la remunerazione del capitale di classe 2 si discosta dagli orientamenti sulla ricapitalizzazione dell'Autorità (88). Come hanno correttamente affermato le autorità islandesi, la remunerazione richiesta ai sensi degli orientamenti sulla ricapitalizzazione è pari a circa il 15,7 % (ovvero è costituita dall'8 % dei costi di finanziamento del governo, dal 5,7 % del differenziale sul CDS di Glitnir prima della crisi e da una commissione supplementare del 2 %). La remunerazione pagata da Íslandsbanki, l'EURIBOR più una maggiorazione del 4 %, è decisamente inferiore a questo parametro. A norma del punto 25 degli orientamenti sulla ristrutturazione, tale deroga da un'adeguata condivisione degli oneri ex ante (ossia una remunerazione adeguata) può essere tra l'altro giustificata da una ristrutturazione più profonda, ivi comprese misure per limitare le distorsioni della concorrenza. Come verrà dimostrato di seguito, l'Autorità ritiene che la ristrutturazione di Íslandsbanki sia sufficientemente profonda da soddisfare tale condizione.

(220)

Benché l'accordo Straumur, descritto in precedenza, contenga elementi di aiuto di Stato, l'Autorità ritiene che sia formulato in maniera tale da limitare, se non escludere, un vantaggio finanziario diretto per Íslandsbanki. L'accordo costituisce essenzialmente una compensazione negoziata in cambio dell'assunzione delle passività dei depositi di Straumur da parte di Íslandsbanki ed è probabile che Íslandsbanki ottenga un importo equivalente di attività per le passività trasferite. A parere dell'Autorità, questo aiuto non riveste una grande importanza per la sua valutazione della condivisione degli oneri.

(221)

Infine, per quanto riguarda la garanzia sui depositi, l'Autorità ha già indicato nella decisione di avvio che, alla luce delle circostanze straordinarie che caratterizzavano i mercati finanziari all'epoca, potrebbe costituire una misura proporzionata per salvaguardare la stabilità finanziaria in Islanda. Ciononostante, è evidente che tale aiuto non può essere approvato a oltranza.

(222)

Di conseguenza, l'Autorità ritiene che, per essere considerato limitato al minimo necessario, questo aiuto debba cessare il più presto possibile. L'EFTA accoglie pertanto con favore l'intenzione delle autorità islandesi di sopprimere la garanzia sui depositi prima dell'abolizione dei controlli sui movimenti di capitale, che, secondo la programmazione attuale, avverrà al più tardi alla fine del 2013.

(223)

Per far fronte a ritardi nell'abolizione dei controlli sui movimenti di capitale, e per riflettere il parere dell'Autorità secondo cui una banca redditizia deve essere in grado di competere sul mercato senza la protezione di tale garanzia globale sui depositi, la garanzia sui depositi sarà pertanto autorizzata fino alla fine del 2014 (89). Dopo di allora, la protezione dei depositi dovrà essere disciplinata solo dalla legislazione SEE applicabile in materia di garanzie sui depositi.

(224)

Sulla base dei suddetti elementi, l'Autorità conclude che il piano di ristrutturazione di Íslandsbanki garantisce la limitazione dell'aiuto al minimo necessario nonché la significativa partecipazione alla condivisione degli oneri da parte del beneficiario, degli azionisti e dei detentori di titoli di debito della banca alla quale Íslandsbanki era subentrata. L'aiuto alla ristrutturazione è pertanto conforme alla sezione 3 degli orientamenti sulla ristrutturazione.

3.4.   Limitare le distorsioni della concorrenza

(225)

La sezione 4, punti 29-32, degli orientamenti sulla ristrutturazione recita:

«La stabilità finanziaria rimane l'obiettivo primario degli aiuti al settore finanziario in una crisi sistemica, ma la salvaguardia della stabilità sistemica a breve termine non dovrebbe determinare danni a più lunga scadenza per la parità di condizioni e la competitività dei mercati. In questo contesto, le misure volte a limitare le distorsioni della concorrenza causate da aiuti di Stato svolgono un ruolo importante. […] Le misure volte a limitare la distorsione della concorrenza dovrebbero essere formulate ad hoc per affrontare le distorsioni individuate sui mercati in cui opera la banca beneficiaria dopo il ripristino della redditività a seguito della ristrutturazione, conformandosi, nel contempo, ad una politica e a principi comuni. Per valutare la necessità di misure di questo tipo l'Autorità prende come punto di partenza le dimensioni, l'entità e la portata dei settori di operatività che avrebbe la banca in questione con l'esecuzione di un piano di ristrutturazione credibile come previsto nella sezione 2 del presente capitolo. […] La natura e la forma di tali misure dipenderanno da due criteri: in primo luogo, l'importo degli aiuti e le condizioni e circostanze in cui sono stati concessi e, in secondo luogo, dalle caratteristiche del mercato o dei mercati sui quali opererà la banca beneficiaria.

Per quanto riguarda il primo criterio, le misure che limitano le distorsioni varieranno significativamente a seconda dell'importo di aiuto nonché del grado di condivisione degli oneri e del livello dei prezzi. […] In linea generale, più è grande la condivisione degli oneri ed elevato contributo proprio, minori sono le conseguenze negative derivanti dal rischio morale.

Per quanto riguarda il secondo criterio, l'Autorità analizzerà gli effetti probabili degli aiuti sui mercati in cui opera la banca beneficiaria dopo la ristrutturazione. In primo luogo, verranno valutate le dimensioni e l'importanza relativa della banca sul suo mercato o sui suoi mercati, una volta raggiunta la redditività. […] Le misure saranno adeguate alle caratteristiche di mercato per garantire il mantenimento di una concorrenza effettiva. […] Le misure che limitano le distorsioni della concorrenza non dovrebbero compromettere le prospettive di ripristino della redditività della banca.».

(226)

Ne consegue che l'entità dell'aiuto, in particolare in termini relativi, e le caratteristiche di mercato sono decisive nella valutazione dell'Autorità dell'adeguatezza delle misure volte a limitare le distorsioni della concorrenza. Al tempo stesso, è evidente che tali misure non devono compromettere la redditività del beneficiario dell'aiuto alla ristrutturazione e che occorre rispondere alle preoccupazioni in materia di concorrenza tenendo presente l'obiettivo primario della stabilità finanziaria nel contesto dell'attuale crisi.

(227)

Alla luce del quadro giuridico precedentemente illustrato, l'Autorità formulerà di seguito le considerazioni che reputa essenziali per la sua valutazione delle misure che limitano le distorsioni della concorrenza.

(228)

Innanzitutto, l'Autorità ritiene che, considerate la particolare situazione dei mercati finanziari islandesi e le condizioni economiche descritte nei capitoli precedenti, sia necessario valutare attentamente le condizioni di mercato e il contesto concorrenziale. Le misure che limitano la distorsione della concorrenza dovrebbero riflettere le circostanze attualmente difficili, garantendo al contempo che le distorsioni della concorrenza siano limitate al minimo, sia nel breve che nel lungo periodo.

(229)

In secondo luogo, com'è stato precedentemente illustrato nella sezione relativa alla condivisione degli oneri, è stato preso in considerazione il massimo contributo possibile fornito dagli ex proprietari di Glitnir e, in certa misura, dai creditori di Glitnir. Di conseguenza, la necessità di ulteriori misure di concorrenza è stata limitata.

(230)

In terzo luogo, per quanto riguarda le caratteristiche del mercato rilevante e come descritto in precedenza, il crollo del sistema finanziario in Islanda, seguito dagli interventi delle autorità islandesi, tra cui l'istituzione di Íslandsbanki sulla base delle operazioni nazionali di Glitnir, hanno determinato una maggiore concentrazione dei servizi finanziari sul mercato islandese, aumentando sostanzialmente la quota di mercato detenuta dalle tre banche principali (Íslandsbanki, Arion Bank e Landsbankinn). Oltre a tali banche, restano solo pochi operatori di mercato di piccole dimensioni e la prospettiva immediata di un nuovo ingresso è estremamente esile, non solo in ragione dei già citati ostacoli all'ingresso e delle ridotte dimensioni del mercato, ma in particolare anche a causa dei controlli sui movimenti di capitale. Íslandsbanki occupa una posizione molto significativa su questo mercato concentrato, di cui detiene una quota di oltre il […] % nei segmenti più rilevanti ed economicamente importanti.

(231)

In quarto luogo, la crisi ha causato una serie di problemi molto specifici, quali il livello estremamente alto di proprietà diretta e indiretta dell'economia reale da parte delle grandi banche, nonché l'esistenza di un monopolio di fatto per i servizi informatici bancari nel caso di RB, società detenuta a maggioranza dalle tre banche principali.

(232)

In quinto luogo, l'entità relativa dell'aiuto ricevuto da Íslandsbanki è considerevole. Al riguardo l'Autorità rileva che all'inizio l'intero capitale della banca era stato fornito dallo Stato. La banca aveva inoltre beneficiato di una serie di misure di aiuto: l'accordo Straumur, lo strumento di liquidità speciale e la garanzia sui depositi. Al tempo stesso, Íslandsbanki rimane una banca di piccole dimensioni, almeno secondo gli standard internazionali.

(233)

In sesto luogo, l'acquisizione di Byr da parte della banca richiede ulteriori misure in materia di concorrenza. Nella seconda decisione Byr, l'Autorità aveva chiesto che l'imminente piano di ristrutturazione comprendesse misure in grado di garantire che in futuro il mercato finanziario islandese beneficiasse di una concorrenza effettiva, in modo tale che fosse possibile far fronte alle preoccupazioni sollevate dall'EFTA riguardo alla situazione della concorrenza nel mercato finanziario islandese.

(234)

In tale contesto, l'Autorità osserva che è stata o sarà adottata una serie di misure che limitano le distorsioni della concorrenza derivanti dagli aiuti di Stato concessi a Íslandsbanki.

i)   Misure e sviluppi normativi intrapresi o impegni assunti dalle autorità islandesi

(235)

Il governo islandese ha specificamente assunto due impegni (cfr. l'allegato) che a parere dell'Autorità possono contribuire a creare un contesto normativo favorevole alla concorrenza sui mercati finanziari.

(236)

Innanzitutto, ha nominato un gruppo di lavoro che rivedrà la legge n. 36/1978 sull'imposta di registro ed esaminerà in particolare se abolire le imposte di registro per le obbligazioni emesse da privati che vengono trasferite fra creditori (ossia quando i privati trasferiscono i loro prestiti da un istituto di credito a un altro). L'Autorità ritiene che la legge in vigore, che tra l'altro obbliga i clienti a pagare l'imposta di registro sull'importo della rispettiva obbligazione (90) nel passaggio da un prestatore all'altro, possa costituire un ostacolo alla concorrenza, in quanto può vincolare i clienti ai contratti esistenti sui prestiti a lungo termine. L'Autorità accoglie quindi con favore l'impegno a rivedere tale legge.

(237)

In secondo luogo, l'Autorità prende atto che, conformemente a una risoluzione approvata dal parlamento islandese il 21 marzo 2012, il governo nominerà un comitato incaricato di riesaminare la tutela dei consumatori nel mercato finanziario. Nell'ambito di detto incarico, il comitato avrà il compito specifico di rivedere le misure volte ad agevolare le operazioni di passaggio e a ridurre i costi di passaggio nonché di operare in stretta collaborazione con l'ICA riguardo a tale questione. Il comitato presenterà la sua relazione al più tardi il 15 gennaio 2013. L'Autorità ritiene che una valutazione più approfondita potrebbe favorire la concorrenza nel lungo periodo. Nel frattempo, lo specifico impegno assunto da Íslandsbanki, descritto di seguito, dovrebbe contribuire a facilitare le operazioni di passaggio, accrescendo in tal modo la concorrenza.

(238)

Quanto alle preoccupazioni in materia di concorrenza individuate dall'Autorità riguardo a RB, l'EFTA accoglie con favore l'accordo che l'ICA e i proprietari di RB, comprese le tre banche principali, hanno raggiunto sulla questione. Si tratta di uno sforzo volto a garantire l'accesso a una struttura informatica essenziale su una base non discriminatoria e a un costo ragionevole per piccoli concorrenti e potenziali nuovi operatori di mercato. Per l'Autorità tale accordo ha risposto in maniera soddisfacente alle sue preoccupazioni, espresse tra l'altro nella decisione Byr, e non sussiste la necessità di approfondire ulteriormente la questione nella decisione attuale.

(239)

Infine, l'Autorità prende atto delle modifiche normative, discusse nell'allegato, che sono state apportate dal 2008. Per quanto riguarda le preoccupazioni in materia di concorrenza, l'introduzione dell'articolo 22 nella legge n. 161/2002 sulle imprese finanziarie riveste una particolare importanza a tale proposito. Comprende disposizioni che limitano la partecipazione delle imprese finanziarie ad attività che esulano dal campo di applicazione delle loro licenze di esercizio. Ai sensi di questa nuova norma, tali attività possono essere esercitate solo in via temporanea e allo scopo di concludere transazioni o di riorganizzare le attività dei clienti. Deve essere inviata una notifica motivata a tal fine all'FME e sono stati introdotti limiti temporali entro i quali le imprese finanziarie devono completare la riorganizzazione dei loro clienti e liquidare le attività soggette ad appropriazione.

(240)

L'Autorità considera questa modifica una risposta normativa adeguata al problema del livello sproporzionatamente alto di proprietà dell'economia reale da parte delle istituzioni finanziarie. Tale disposizione sembra almeno evitare che questa situazione, che è un risultato diretto della capitalizzazione dei debiti (e di transazioni analoghe) da cui sono state interessate le imprese sovraindebitate a seguito della crisi, diventi permanente. Poiché affronta una delle questioni più urgenti in materia di concorrenza, connessa agli aiuti di Stato alle tre banche, l'Autorità ne tiene debitamente conto nella sua valutazione.

ii)   Misure specifiche concernenti Íslandsbanki

(241)

L'Autorità sottolinea che le dimensioni e la presenza sul mercato di Íslandsbanki sono solo una minima parte rispetto a quelle di Glitnir, poiché le attività totali sono state ridotte dell'84 %, come descritto in precedenza; inoltre, diversamente da Glitnir, Íslandsbanki è attiva solo sul mercato islandese. Benché la maggior parte di questa riduzione sia evidentemente il risultato della liquidazione delle operazioni internazionali di Glitnir, l'Autorità ritiene che tale processo rivesta una particolare importanza per quanto riguarda le distorsioni della concorrenza; era infatti stata in particolare la rischiosa strategia estera di Glitnir a determinarne il fallimento e a causare distorsioni sui mercati finanziari del SEE in passato (91).

(242)

Inoltre, l'Autorità accoglie con favore gli impegni assunti da Íslandsbanki (cfr. l'allegato) al fine di ridurre ulteriormente la propria presenza sul mercato nazionale con […] dismissioni riguardanti […]. Sulla base del piano di ristrutturazione definitivo, e ricordando che, secondo gli standard del SEE, Íslandsbanki è una banca di piccole dimensioni, l'Autorità conviene con Íslandsbanki che ulteriori misure strutturali potrebbero compromettere le prospettive di ripristino della redditività a lungo termine della banca (92).

(243)

L'Autorità prende atto dell'impegno secondo cui Íslandsbanki non acquisirà istituzioni finanziarie fino al 15 ottobre 2014, a meno che non ottenga prima il consenso dell'Autorità. Questo significa che, fuorché si rendano necessarie altre fusioni in seguito a considerazioni in materia di stabilità finanziaria, è possibile evitare l'ulteriore concentrazione del mercato finanziario islandese attraverso acquisizioni da parte di Íslandsbanki. Tale impegno garantisce altresì che l'aiuto che è stato concesso a Íslandsbanki sia utilizzato per ripristinarne la redditività anziché per consolidare ed espandere ulteriormente la sua presenza sul mercato islandese. Lo stesso vale sia per l'impegno secondo cui, fino al 15 ottobre 2014, Íslandsbanki non applicherà le clausole contrattuali e non ne introdurrà di nuove che subordinano le condizioni speciali sui tassi di interesse al mantenimento di un numero minimo di attività con la banca, sia per l'impegno a non invocare la partecipazione dello Stato come fonte di vantaggio competitivo nella commercializzazione dei suoi servizi.

(244)

Come illustrato in precedenza, al momento il mercato finanziario islandese è caratterizzato da un contesto operativo difficile per qualunque banca, come dimostra anche la quasi totale assenza di interesse degli operatori stranieri a entrare attualmente in questo mercato. L'Autorità accoglie pertanto con favore gli impegni assunti da Íslandsbanki riguardo all'agevolazione del passaggio da una banca all'altra nonché alla fornitura di servizi di base di trattamento dei pagamenti e di distribuzione di contanti. L'Autorità ritiene che tali misure, insieme al già citato accordo fra le tre banche principali e l'ICA su RB, garantiscano agli operatori di mercato più piccoli la possibilità di accedere a prezzi ragionevoli alle infrastrutture e ai servizi più essenziali, senza che gli operatori più grandi possano bloccarne l'accesso. L'Autorità reputa che tali misure ridurranno gli ostacoli all'ingresso sul mercato da parte di futuri (potenziali) partecipanti e potrebbero permettere agli operatori più piccoli di ampliare le loro quote di mercato qualora siano in grado di offrire servizi migliori rispetto ai concorrenti più grandi. Inoltre, le misure volte ad agevolare il passaggio da una banca all'altra daranno luogo a una concorrenza più intensa tra i grandi operatori esistenti e potrebbero contribuire a prevenire o a dissolvere una potenziale posizione dominante collettiva.

(245)

Infine, Íslandsbanki si impegna a vendere, il più presto possibile, le partecipazioni nelle imprese operative, che sono state rilevate a causa della ristrutturazione, in linea con l'articolo 22 della legge n. 161/2002 sulle imprese finanziarie; inoltre si impegna a seguire la procedura e a rispettare i termini, che sono fissati in tale disposizione, e sul proprio sito web o su quello di una società controllata fornirà informazioni aggiornate sulle società controllate e sulle partecipazioni possedute per la vendita. L'Autorità accoglie con favore l'impegno di Íslandsbanki a dismettere quanto prima tutte le imprese e le partecipazioni che non sono correlate alla sua attività principale, non da ultimo a causa di preoccupazioni in materia di redditività. Benché a suo parere sia evidente che la banca deve rispettare gli obblighi giuridici nazionali quali l'articolo 22 della legge n. 161/2002 sulle imprese finanziarie, l'EFTA prende atto di questo impegno e richiama l'attenzione dei beneficiari e delle autorità islandesi sul fatto che a tale proposito una violazione della normativa nazionale potrebbe altresì comportare un utilizzo abusivo dell'aiuto. Inoltre, poiché sul suo sito web la banca dovrà fornire informazioni sulle dismissioni e sulle vendite previste, l'Autorità ritiene che in tal modo verrà introdotta una maggiore trasparenza in merito all'attuale situazione della proprietà nell'economia islandese. Tale misura pone rimedio, almeno in parte, alla particolare preoccupazione in materia di concorrenza che attualmente caratterizza i mercati islandesi.

(246)

Alla luce di tutte le precedenti considerazioni, in particolare tenendo presente la specifica situazione dell'Islanda e il fatto che l'Autorità ritiene che le suddette misure diano risposta ai principali problemi in materia di concorrenza da essa individuati in collaborazione con l'ICA, e tenendo conto dell'obiettivo primario della stabilità finanziaria, l'Autorità conclude che gli impegni limitino le distorsioni della concorrenza in maniera soddisfacente. L'aiuto alla ristrutturazione è pertanto conforme alla sezione 4 degli orientamenti sulla ristrutturazione.

4.   CONCLUSIONE

(247)

Sulla base della valutazione che precede e alla luce del piano di ristrutturazione presentato dalle autorità islandesi per Íslandsbanki, i dubbi espressi dall'Autorità nella decisione di avvio riguardo alla natura e alla compatibilità delle misure di aiuto per Íslandsbanki sono dissipati. L'Autorità approva pertanto le misure di aiuto come aiuti alla ristrutturazione compatibili con il funzionamento dell'accordo SEE ai sensi dell'articolo 61, paragrafo 3, lettera b), dell'accordo SEE, a patto che l'Islanda e Íslandsbanki tengano fede agli impegni enunciati nell'allegato,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

Il capitale operativo iniziale, la totale capitalizzazione (temporanea) da parte dello Stato, il mantenimento da parte dello Stato del 5 % del capitale azionario e il capitale di classe 2 concesso a Íslandsbanki nonché lo strumento speciale di liquidità, la garanzia illimitata sui depositi e l'accordo Straumur costituiscono aiuti di Stato ai sensi dell'articolo 61, paragrafo 1, dell'accordo SEE.

Articolo 2

Le misure enumerate all'articolo 1 costituiscono aiuti di Stato illegali dalle date in cui sono state attuate fino alla data della presente decisione, in considerazione della mancata osservanza da parte delle autorità islandesi dell'obbligo di notifica all'Autorità prima di dare esecuzione all'aiuto conformemente all'articolo 1, paragrafo 3, della parte I del protocollo 3.

Articolo 3

Le misure enumerate all'articolo 1, analogamente alle misure per Byr descritte nella decisione n. 126/11/COL, sono compatibili con il funzionamento dell'accordo SEE ai sensi dell'articolo 61, paragrafo 3, lettera b), dell'accordo SEE a patto che l'Islanda e Íslandsbanki tengano fede agli impegni enunciati nell'allegato. L'autorizzazione per la garanzia illimitata sui depositi scade alla fine del 2014.

Articolo 4

La Repubblica d'Islanda è destinataria della presente decisione.

Articolo 5

Il testo in lingua inglese è il solo facente fede.

Fatto a Bruxelles, il 27 giugno 2012

Per l'Autorità di vigilanza EFTA

Oda Helen SLETNES

Presidente

Sabine MONAUNI-TÖMÖRDY

Membro del Collegio


(1)  Il presente documento è reso noto unicamente a fini informativi. Per non divulgare informazioni riservate, nella versione pubblica della presente decisione sono state omesse alcune informazioni; tali parti sono state sostituite dal simbolo […] o da un intervallo di valori tra parentesi quadre che danno un'approssimazione non confidenziale della cifra corrispondente.

(2)  Per una descrizione più dettagliata del procedimento, cfr. la decisione di avvio di cui alla nota a piè di pagina 3.

(3)  Cfr. la decisione dell'Autorità di vigilanza EFTA n. 494/10/COL di avviare il procedimento di indagine formale sull'aiuto di Stato concesso per il ripristino di determinate operazioni della (ex) Glitnir Bank hf. e l'istituzione e la capitalizzazione della New Glitnir Bank hf. (attualmente denominata Íslandsbanki), pubblicata nella GU C 41 del 10.2.2011, pag. 51, e nel supplemento SEE della Gazzetta ufficiale n. 7 del 10.2.2011, pag. 50.

(4)  Ulteriori informazioni sul procedimento da cui è scaturita la decisione dell'Autorità n. 494/10/COL sono reperibili nella sezione della decisione relativa al procedimento.

(5)  Rettificato dagli interessati il 25 maggio 2012.

(6)  Cfr. la decisione dell'Autorità di vigilanza EFTA n. 325/11/COL sull'acquisizione di Byr hf. da parte di Íslandsbanki e sulla proroga dell'approvazione temporanea dei prestiti subordinati concessi a Byr hf., pubblicata nella GU C 16 del 19.1.2012, pag. 10, e nel supplemento SEE della Gazzetta ufficiale n. 3 del 19.1.2012, pag. 1.

(7)  Per quanto riguarda la situazione concorrenziale nel settore bancario islandese e le possibili misure per ovviare alle distorsioni di concorrenza, l'EFTA ha collaborato con l'Autorità islandese di concorrenza (Icelandic Competition Authority, ICA).

(8)  Cfr. la relazione della commissione speciale d'indagine al parlamento islandese, capitolo 2: Sintesi delle conclusioni principali della relazione, pagina 13, disponibile all'indirizzo http://sic.althingi.is/pdf/RNAvef-Kafli2Enska.pdf.

(9)  Lo stesso giorno è stata posta in amministrazione controllata anche Landsbanki, un regime questo applicato due giorni dopo, il 9.10.2008, anche a Kaupthing Bank.

(10)  I membri della commissione speciale d'indagine erano Páll Hreinsson, giudice della Corte suprema, Tryggvi Gunnarsson, difensore civico parlamentare islandese, e Sigríður Benediktsdóttir, dottoressa di ricerca, docente e professore associato presso la Yale University (USA). Il testo integrale della relazione è disponibile in islandese all'indirizzo http://rna.althingi.is/; alcune parti tradotte in inglese (tra cui la sintesi e il capitolo sulle cause del crollo delle banche) sono disponibili all'indirizzo http://sic.althingi.is/.

(11)  Corona islandese.

(12)  I prestiti erogati a soggetti stranieri avevano registrato un aumento di 11,4 miliardi di EUR, passando da 9,3 miliardi di EUR a 20,7 miliardi di EUR in sei mesi.

(13)  Capitolo 21.2.1.2 (pagina 6) della relazione.

(14)  La situazione era stata ulteriormente esacerbata dai creditori esteri delle principali società di investimento islandesi, che avevano formulato richieste di margini in seguito alla riduzione dei valori delle garanzie, inducendo le tre banche principali a rilevare il finanziamento affinché le banche estere potessero essere rimborsate.

(15)  Capitolo 21.2.1.4 della relazione.

(16)  Di fatto era stata la politica dichiarata dell'allora coalizione di governo a incoraggiare una maggiore crescita e a incentivare le banche a mantenere la loro sede in Islanda.

(17)  Capitolo 2, pagina 5, della relazione.

(18)  Per ulteriori informazioni di carattere generale sulle misure adottate dalle autorità islandesi, cfr. la relazione del ministro delle Finanze al parlamento sulla rinascita delle banche commerciali del maggio 2011 (Skýrsla fjármálaráðherra um endurreisn viðskiptabankanna), disponibile all'indirizzo http://www.althingi.is/altext/-139/s/pdf/1213.pdf.

(19)  Legge n. 125/2008 sull'Autorità per gli esborsi del Tesoro dovuti a circostanze insolite del mercato finanziario ecc.

(20)  Cfr. anche la relazione annuale 2009 (luglio 2008-giugno 2009) dell'Autorità islandese di vigilanza finanziaria, disponibile all'indirizzo http://en.fme.is/media/utgefid-efni/FME-Annual-Report-2009.pdf.

(21)  Sarebbero seguite altre acquisizioni di imprese finanziarie. Nel marzo 2009 l'FME aveva assunto il controllo delle operazioni di tre società finanziarie, Straumur-Burdaras, Reykjavik Savings Bank (SPRON) e Sparisjodabanki Íslands (Icebank), e aveva deciso in merito alla liquidazione delle attività e delle passività di tali imprese. Mentre con i creditori di Straumur era stato successivamente approvato un concordato, SPRON e Sparisjodabanki erano state sottoposte alla procedura di liquidazione. Anche altre imprese finanziarie erano state gravemente colpite dal crollo delle tre banche commerciali principali e dalle incertezze sui mercati finanziari e nel 2010 altre società finanziarie erano state poste sotto il controllo dell'amministrazione pubblica. Di conseguenza, nel marzo 2010 l'FME aveva istituito un consiglio di amministrazione provvisorio per VBS Investment Bank e nell'aprile 2010 aveva assunto il controllo di Keflavík Savings Bank e di Byr Savings Bank, stabilendo che le loro operazioni sarebbero state rilevate da nuove imprese finanziarie, SpKef Savings Bank e Byr hf. rispettivamente. Poiché la situazione finanziaria di queste nuove imprese si era rivelata peggiore rispetto alle previsioni iniziali, SpKef era stata successivamente fusa con Landsbankinn, con decisione dell'FME, mentre Byr hf. era stata fusa con Íslandsbanki, in seguito all'offerta per l'acquisto delle azioni di Byr. Le autorità islandesi erano state inoltre chiamate ad affrontare, nel 2009, le difficoltà finanziarie di Saga Capital Investment Bank e, nel 2011, del Fondo islandese per il finanziamento degli alloggi.

(22)  A dimostrazione dell'entità di questo forte deprezzamento, il tasso di cambio medio mensile dell'euro nei confronti della corona islandese era passato da 90,71 ISK nel dicembre 2007 a 184,64 ISK nel novembre 2009.

(23)  Negli anni 2009-2011 la quota degli investimenti sul PIL è stata pari solo al 13-14 %.

(24)  La bilancia commerciale rappresenta la differenza di valore tra le esportazioni e le importazioni di beni e servizi. Non comprende la bilancia dei redditi primari dall'estero, che è stata negativa negli anni scorsi, in particolare dal 2008. Ne consegue che, nonostante l'eccedenza della bilancia commerciale, nel complesso le partite correnti dell'Islanda sono state negative negli ultimi anni, pur essendosi ridotte drasticamente dal 2009.

(25)  Su tale argomento cfr. per esempio la relazione del ministro degli Affari economici all'Althing del marzo 2012, La futura struttura del sistema finanziario islandese. Il ministero considera tale relazione come il catalizzatore di una discussione informata su questo argomento importante poiché non presenta proposte complete, ma illustra le questioni e le prospettive principali in riferimento agli sviluppi internazionali. La relazione è disponibile all'indirizzo http://eng.efnahagsraduneyti.is/media/Acrobat/Future-Structure.pdf.

(26)  Il ripristino delle normali condizioni di garanzia sui depositi non comporterà solo l'abolizione dell'appoggio fornito dallo Stato a tali garanzie, ma anche la revisione delle disposizioni della legge di emergenza secondo cui i depositi che godono di garanzie per legge hanno la priorità nella liquidazione di un'impresa finanziaria. Ciò costituisce una notevole garanzia per i depositanti, non da ultimo se si considera che il crollo bancario del 2008 è ancora vivo nella mente dei cittadini. D'altro canto è probabile che questa disposizione rappresenterà un ostacolo per la diversificazione delle modalità di finanziamento da parte delle banche.

(27)  Cfr. il capitolo 9 della relazione del ministro degli Affari economici di cui alla nota a piè di pagina 25. Nel presentare tale relazione, il ministro degli Affari economici aveva inoltre nominato un gruppo di esperti del settore bancario, con la partecipazione di esperti stranieri, incaricato di elaborare proposte su un quadro giuridico e normativo completo per il mercato finanziario islandese nel suo complesso. Secondo la stessa relazione, le autorità islandesi prevedono anche di studiare altre opzioni future, tra cui l'eventuale separazione delle attività bancarie commerciali e di investimento, l'adozione di una normativa sulla stabilità finanziaria e la possibile modifica della ripartizione delle responsabilità degli organi di regolamentazione dei servizi finanziari. Dalle dichiarazioni delle autorità islandesi risulta inoltre evidente che una revisione del quadro di politica monetaria resta all'ordine del giorno, indipendentemente dalla possibilità che l'Islanda diventi membro dell'Unione europea, così come altri possibili modi per migliorare la gestione economica e garantire che i legislatori non perdano di vista l'essenziale e applichino effettivamente gli strumenti macroprudenziali più appropriati.

(28)  Cfr. il capitolo 6 della relazione del ministro degli Affari economici all'Althing, La futura struttura del sistema finanziario islandese, disponibile all'indirizzo http://eng.efnahagsraduneyti.is/publications/news/nr/3559.

(29)  Dall'autunno 2008 alcune imprese finanziarie sono scomparse dal mercato (oltre alle «vecchie» grandi banche commerciali, Glitnir, Kaupthing e Landsbanki): Sparisjóðabanki Íslands (ex Icebank), Reykjavik Savings Bank (SPRON), Sparisjóður Mýrarsýslu (Myrarsysla Savings Bank, SPM), VBS Investment Bank e Askar Capital Investment Bank. Anche le operazioni di Straumur-Burdaras Investment Bank e Saga Capital Investment Bank sono diminuite considerevolmente.

(30)  L'11 aprile 2011 era stato approvato un contratto per la vendita delle operazioni della (ex) MP Bank in Islanda e Lituania in occasione della riunione degli azionisti della banca, durante la quale oltre 40 nuovi azionisti avevano investito 5,5 miliardi di ISK in nuove azioni della banca. Altre operazioni dell'ex banca avevano continuato a essere gestite dai precedenti proprietari ed erano state trasferite a un nuovo organismo giuridico, EA fjárfestingarfélag hf. Per maggiori informazioni, cfr. i comunicati stampa di MP Bank dell'11 aprile 2011, disponibili agli indirizzi https://www.mp.is/um-mp-banka/utgefid-efni/frettir/nr/1511 e https://www.mp.is/um-mp-banka/utgefid-efni/frettir/nr/1510.

(31)  In base all'accordo, RB e i suoi proprietari hanno accettato una serie di impegni volti a evitare distorsioni della concorrenza derivanti dalle attività di RB e dalla cooperazione dei suoi proprietari. Gli impegni prevedono tra l'altro che RB sia gestita sulla base di condizioni commerciali generali indipendenti dai suoi proprietari e che la maggioranza del consiglio di amministrazione di RB sia composta da esperti indipendenti dai proprietari, che l'accesso ai sistemi e ai servizi forniti da RB sia consentito senza alcuna discriminazione e che le condizioni di erogazione dei servizi forniti da RB siano le stesse, indipendentemente dal fatto che il cliente sia o meno un azionista di RB. Gli attuali proprietari di RB si sono impegnati a mettere periodicamente in vendita mediante offerta parte delle loro partecipazioni in RB al fine di favorire l'acquisizione della proprietà di RB da parte di imprese non finanziarie. Tali inviti saranno presentati come minimo ogni due anni fino a quando almeno un terzo di tutte le partecipazioni in RB sarà stato venduto a terzi diversi dagli attuali azionisti o messo in vendita nell'ambito di un'offerta di azioni.

(32)  L'ICA utilizza l'espressione «società operative» per le partecipazioni delle banche in imprese normalmente non finanziarie che le banche hanno acquisito in relazione alla ristrutturazione dei loro portafogli di prestiti attraverso la capitalizzazione dei debiti o tramite altre modalità. Analogamente, l'Autorità utilizza l'espressione «società operative» per imprese dell'economia reale che non appartengono alle attività principali della banca sui mercati finanziari.

(33)  Nel presente contesto l'Autorità ritiene che l'espressione «proprietà indiretta» si riferisca all'influenza e al controllo che le banche potrebbero esercitare sulle imprese in virtù dell'elevato indebitamento di queste ultime nei confronti delle banche.

(34)  Relazione annuale di Glitnir per il 2007, pag. 40. La relazione è disponibile al seguente indirizzo: http://tools.euroland.com/arinhtml/is-isb/2007/ar_eng_2007/; il bilancio consolidato 2007 di Glitnir è disponibile al seguente indirizzo: http://en.sff.is/media/auglysingar/Glitnir_-Annual_Report_2007.pdf.

(35)  Secondo il fatturato del 2011, Íslandsbanki detiene la seconda quota di mercato più alta sul mercato del reddito fisso di NASDAQ OMX e ICE.

(36)  Tuttavia, poiché la maggior parte delle transazioni che determinano la quota di mercato della banca in questo settore d'attività non viene resa pubblica, queste sono solo le stime più attendibili presentate dalle autorità islandesi.

(37)  Tuttavia, poiché la maggior parte delle transazioni che determinano la quota di mercato della banca in questo settore d'attività non viene resa pubblica, queste sono solo le stime più attendibili presentate dalle autorità islandesi.

(38)  I grafici si basano sui dati relativi a Glitnir nel primo semestre del 2008 e a Íslandsbanki nel primo semestre del 2009.

(39)  All'accordo erano state apportate modifiche di lieve entità il 31 luglio 2009, il 14 agosto 2009 e il 4 settembre 2009, mentre il 13 settembre 2009 era stato firmato un accordo definitivo.

(40)  euro Interbank Offered Rate (tasso interbancario di offerta in euro).

(41)  GU L 84, del 26.3.1997, pag. 22.

(42)  GU L 135, del 31.5.1994, pag. 5.

(43)  La traduzione inglese della dichiarazione è disponibile all'indirizzo http://eng.forsaetisraduneyti.is/news-and-articles/nr/3033.

(44)  http://www.efnahagsraduneyti.is/frettir/frettatilkynningar/nr/2842

http://www.efnahagsraduneyti.is/frettir/frettatilkynningar/nr/3001. Anche il ministro degli Affari economici vi ha fatto riferimento di recente, in un'intervista rilasciata al giornale Viðskiptablaðið il 2.12.2010, a pagina 8: «[The declaration] will be withdrawn in due course. We do not intend to maintain unlimited guarantee of deposits indefinitely. The question when it will be withdrawn depends, however, on when an alternative and effective deposit system will come into force and a financial system which will have fully resolved its issues» (traduzione dell'Autorità) ([La dichiarazione] sarà ritirata a tempo debito. Non intendiamo mantenere una garanzia illimitata dei depositi a tempo indefinito. Il ritiro dipende tuttavia dall'entrata in vigore di un sistema di deposito alternativo ed efficace e dall'esistenza di un sistema finanziario che abbia pienamente risolto i propri problemi).

(45)  Il pertinente paragrafo è reperibile alla sezione 16 (pagina 6) della lettera: http://www.efnahagsraduneyti.is/media/Acrobat/Letter_of_Intent_2nd_review_-_o.pdf.

(46)  http://hamar.stjr.is/Fjarlagavefur-Hluti-II/GreinargerdirogRaedur/Fjarlagafrumvarp/2011/Seinni_hluti/Kafli_8.htm [Mbl 10.6.2012].

(47)  Traduzione in italiano della traduzione inglese non ufficiale dell'Autorità di una dichiarazione riportata su Morgunblaðið (www.mbl.is) il 10 giugno 2012.

(48)  Il 13.1.2010 era inoltre stato firmato un addendum e il 19.7.2010 era stato concluso un nuovo accordo in risposta a talune osservazioni presentate dall'FME.

(49)  Come precedentemente indicato, una delle condizioni fissate dall'FME prevedeva che le disponibilità liquide o i mezzi equivalenti ammontassero al 5 % dei depositi su richiesta e che le banche fossero in grado di far fronte a un'improvvisa fuga di depositi con una disponibilità di liquidità pari al 20 %.

(50)  La decisione è disponibile in inglese all'indirizzo http://fme.is/lisalib/getfile.aspx?itemid=6055.

(51)  La decisione è disponibile in inglese all'indirizzo http://fme.is/lisalib/getfile.aspx?itemid=6077.

(52)  Il REIBOR (Reykjavik Interbank Offered Rate) rappresenta il tasso del mercato interbancario per i prestiti a breve termine presso le banche commerciali e le casse di risparmio islandesi. L'approccio è analogo alla modalità secondo cui molti paesi utilizzano il LIBOR come tasso di base per i prestiti a tasso variabile, ma le banche islandesi utilizzano il REIBOR (maggiorato di un premio) come base per l'erogazione di prestiti a tassi variabili nella valuta islandese, la corona.

(53)  A sua volta, il piano aziendale quinquennale è stato integrato da una presentazione delle principali sfide nel piano aziendale quinquennale, preparata per la riunione del consiglio di amministrazione del 27 marzo 2012 e contenuta nella relazione ICAAP.

(54)  Prestiti in valuta estera (FX-lending). Prestiti coperti in valuta estera, di norma riguardanti prestiti denominati in una valuta diversa da quella del paese d'origine del debitore.

(55)  Le ipotesi economiche su cui si basano le proiezioni sono elaborate dal dipartimento di ricerca della banca. Le ipotesi generali sono state redatte dai pertinenti dirigenti e capi di dipartimento e approvate dal consiglio di amministrazione esecutivo della banca.

(56)  Dal 16.5.2012 il tasso per prestiti garantiti a sette giorni della Banca centrale d'Islanda è pari al 5,5 %.

(57)  Al momento della presentazione del piano di ristrutturazione, l'informativa finanziaria per il 2011 non era stata completata e nel piano di ristrutturazione definitivo erano stati utilizzati i dati a partire dal 30.9.2011. Dopo la pubblicazione della dichiarazione finanziaria di Íslandsbanki per il 2011, l'Autorità ha aggiornato i dati.

(58)  I motivi cui è stato attribuito il calo della redditività del capitale proprio nel 2011 sono la sentenza della Corte suprema del 15.2.2012 sui prestiti in valuta estera e l'ammortamento dell'avviamento derivante dalla fusione con Byr.

(59)  Il «forte sconto» era duplice, secondo le autorità islandesi, e consisteva in una svalutazione e in uno sconto. La svalutazione riflette la differenza tra il valore di riscatto e il recupero stimato delle attività date in prestito. Il portafoglio di prestiti acquisito, inoltre, non era stato valutato al valore di mercato e lo sconto riflette la differenza tra tassi di interesse contrattuali e tassi di mercato.

(60)  La relazione dell'Icelandic State Financial Investments (ISFI) per il 2011 (sulle operazioni delle banche nel 2010) giunge a una conclusione analoga; secondo questa relazione, la «redditività di base» è addirittura maggiore. Cfr. http://www.bankasysla.is/files/SkyrslaBR_2011_net_74617143.pdf.

(61)  Cfr. il regolamento della Banca centrale d'Islanda sui coefficienti di liquidità n. 317 del 25 aprile 2006, disponibile all'indirizzo http://www.sedlabanki.is/lisalib/getfile.aspx?itemid=4713.

(62)  Le principali banche islandesi hanno convenuto di offrire a tutti i clienti sovraindebitati un adeguamento dell'ipoteca del 110 %; in altre parole, il valore nominale delle ipoteche è fissato al 110 % del valore immobiliare registrato.

(63)  Íslandsbanki ha sottolineato che la priorità accordata ai depositi in Islanda limita la capacità di emettere debiti non garantiti […]

(64)  Indice dei prezzi al consumo.

(65)  Lo schedario dei rischi è disponibile sul sito web della banca www.Íslandsbanki.is/riskbook.

(66)  La valutazione dei requisiti patrimoniali si basa innanzitutto sulla metodologia di calcolo definita dal primo pilastro.

(67)  Secondo la relazione ICAAP, i requisiti patrimoniali aggiuntivi a titolo del secondo pilastro (pilastro 2a e 2b) sono stimati come descritto di seguito:

a.

altri tipi di rischio e rischi non interamente coperti dal primo pilastro: oltre al capitale minimo richiesto a titolo del primo pilastro, potrebbe essere necessario ulteriore capitale a titolo del pilastro 2a a causa di altri fattori di rischio o di una sottostima dei fattori di rischio del primo pilastro. I requisiti patrimoniali a titolo del pilastro 1 e del pilastro 2a costituiscono il requisito patrimoniale di base della banca.

b.

riduzione del capitale disponibile in seguito a prove di stress e a fini strategici: il requisito patrimoniale di base è stimato sulla base di «normali condizioni di mercato». La banca deve tuttavia accertarsi che il capitale di cui è dotata sia sufficiente a sostenere sia la propria attività in condizioni di stress dei mercati sia la propria strategia commerciale negli anni a venire. La banca potrebbe pertanto avere bisogno di disporre di una riserva di capitale per essere in grado di far fronte a condizioni di stress del mercato e di sostenere la crescita prevista. Al fine di stimare l'importo della riserva di capitale necessaria, il piano aziendale della banca è sottoposto a prove di stress sulla base di varie ipotesi pertinenti per il profilo di rischio e la strategia commerciale della banca.

(68)  Il coefficiente di liquidità interna della banca testimonia una situazione di tensione anziché una situazione di normali condizioni di mercato.

(69)  L'ISFI, un ente statale con un consiglio di amministrazione indipendente facente capo al ministro delle Finanze, era stato istituito dalla legge n. 88/2009 ed era entrato in vigore nell'agosto 2009. L'ISFI esaurirà le proprie funzioni al più tardi entro 5 anni dalla sua fondazione. L'ISFI gestisce le partecipazioni in conformità con la legge, le pratiche commerciali e di buon governo e la politica dello Stato in materia di proprietà. La sua finalità è ripristinare e ricostruire un mercato finanziario nazionale dinamico, promuovendo al contempo un'effettiva concorrenza sul mercato e garantendo la trasparenza in tutte le decisioni riguardanti la partecipazione dello Stato alle attività finanziarie.

(70)  Tali presupposti riguardano in particolare le incertezze derivanti dalle recenti sentenze della Corte suprema sui prestiti denominati in valuta estera e la soddisfacente liquidazione delle attività del fallimento delle vecchie banche. Cfr. il capitolo 9.7 della relazione La futura struttura del sistema finanziario islandese, disponibile all'indirizzo http://eng.efnahagsraduneyti.is/media/Acrobat/Future-Structure.pdf.

(71)  Descritte nel dettaglio al capitolo 3 della presente decisione.

(72)  Cfr. al riguardo la sentenza del Tribunale nelle cause riunite T-425/04, T-444/04, T-450/04 e T-456/04, Francia e altri/Commissione, Racc. pag. II-02099, punto 283 (sull'impugnazione).

(73)  Cfr., per esempio, la sentenza del Tribunale di primo grado nelle cause riunite T-228/99 e T-233/99, Westdeutsche Landesbank Girozentrale e Land Nordrhein-Westfalen/Commissione, (Raccolta 2003, pag. II-435).

(74)  Cfr., per esempio, la decisione della Commissione del 10 ottobre 2008 nel caso NN 51/2008, Regime di garanzia per le banche in Danimarca, al punto 32, e la decisione della Commissione del 21 ottobre 2008 nel caso C 10/2008, Aiuti alla ristrutturazione a favore di IKB, al punto 74.

(75)  Cfr. la decisione dell'Autorità dell'8 maggio 2009 relativa al regime di ricapitalizzazione temporanea di banche fondamentalmente sane per promuovere la stabilità finanziaria e favorire la concessione di prestiti all'economia reale (Norvegia) (205/09/COL), disponibile all'indirizzo http://www.eftasurv.int/?1=1&showLinkID=16694&1=1.

(76)  Cfr., in tale contesto, l'analogo ragionamento seguito dalla Commissione europea riguardo agli investimenti effettuati dai fornitori di un'impresa in difficoltà nella decisione della Commissione C 4/10 (ex NN 64/09) — Presunto aiuto a favore dell'impresa Trèves (Francia).

(77)  Relazione del ministro degli Affari economici all'Althing (marzo 2012), La futura struttura del sistema finanziario islandese, capitolo 9.6, disponibile all'indirizzo http://eng.atvinnuvegaraduneyti.is/media/Acrobat/Future-Structure.pdf.

(78)  A tale proposito l'Autorità rileva le osservazioni del governatore della Banca centrale d'Islanda, che, nella premessa alla relazione sulla stabilità finanziaria della banca per il secondo semestre del 2010, afferma che «la capitalizzazione delle istituzioni finanziarie è attualmente tutelata dai controlli sui movimenti di capitale e dalla dichiarazione del governo sulla garanzia sui depositi». Cfr. http://www.sedlabanki.is/lisalib/getfile.aspx?itemid=8260, pag. 5. Cfr. anche la decisione della Commissione nel caso NN 48/2008, Regime di garanzia per le banche in Irlanda, punti 46 e 47 (http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/comp-2008/nn048-08.pdf), e la decisione della Commissione nel caso NN 51/2008, Regime di garanzia per le banche in Danimarca (http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/comp-2008/nn051-08.pdf).

(79)  Cfr. al riguardo la sentenza della Corte nella causa 730/79 Phillip Morris Holland BV/Commissione, (Raccolta 1980, pag. 2671).

(80)  Cfr. la parte VIII degli orientamenti dell'Autorità in materia di aiuti di Stato: regole temporanee per la crisi finanziaria. L'applicazione delle regole in materia di aiuti di Stato alle misure adottate per le istituzioni finanziarie nel contesto dell'attuale crisi finanziaria mondiale, disponibile all'indirizzo http://www.eftasurv.int/?1=1&showLinkID=16604&1=1.

(81)  Ripristino della redditività e valutazione delle misure di ristrutturazione del settore finanziario nel contesto dell'attuale crisi in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, adottati dall'Autorità il 25 novembre 2009 nell'ambito del capitolo VII: regole temporanee per la crisi finanziaria, estesi dagli orientamenti sulla crisi finanziaria 2012. Il documento è disponibile sul sito web dell'Autorità all'indirizzo http://www.eftasurv.int/media/state-aid-guidelines/Part-VIII---Return-to-viability-and-the-assessment-of-restructuring-measures-in-the-financial-sector.pdf.

(82)  Leveraged Buyouts (rilevazioni con capitale di prestito).

(83)  Il nuovo regolamento sulla bilancia valutaria adottato dalla Banca centrale d'Islanda è entrato in vigore il 1o gennaio 2011. L'obiettivo del regolamento è limitare il rischio di cambio impedendo che le bilance con l'estero superino i limiti definiti. Una delle modifiche più importanti rispetto alle precedenti versioni del regolamento è che la posizione aperta ammissibile nelle singole valute è stata diminuita dal 20 % al 15 % del capitale proprio, mentre la bilancia valutaria complessiva ammissibile è stata ridotta dal 30 % al 15 %. Anche la rendicontazione sulla bilancia valutaria è più dettagliata rispetto a prima, in quanto le attività e le passività denominate in valuta estera sono classificate per tipologia: prestiti, obbligazioni, titoli azionari, partecipazioni in fondi comuni, depositi, contratti fruttiferi di interessi, debiti nei confronti della Banca centrale, e così via. Qualora la bilancia valutaria si discosti dai limiti fissati nel regolamento, l'impresa finanziaria interessata dovrà intervenire per eliminare la differenza al più tardi entro tre giorni lavorativi. Laddove le misure adottate da un'impresa finanziaria non riuscissero a ottenere tale risultato, la BCI potrà prevedere sanzioni periodiche. La Banca centrale d'Islanda ha intrapreso anche altre iniziative per limitare gli squilibri della bilancia valutaria, per esempio concludendo un contratto di scambio delle valute con una delle banche commerciali nonché acquistando valuta estera. Secondo la BCI, tali misure promuovono una maggiore stabilità finanziaria e sostengono le riserve proprie in valuta estera della Banca centrale d'Islanda.

(84)  Tuttavia, nella relazione ICAAP Íslandsbanki sottolinea che le decisioni sul pagamento annuale dei dividendi si baseranno su un'analisi aggiornata dell'adeguatezza patrimoniale e terranno altresì conto della situazione di liquidità della banca.

(85)  Cfr., per esempio, la relazione sulla stabilità finanziaria della BCI per il secondo semestre del 2011, stando alla quale in Islanda il margine sul tasso di interesse è circa 2-3 volte più alto che negli altri paesi nordici.

(86)  Secondo le stime attuali, le perdite potrebbero ammontare al 70-75 % dei prestiti che avevano concesso a Glitnir; cfr., per esempio, http://glitnirbank.com/press-room/tilkynningar-a-islensku/448-athugasemdfraslidastjorn.html.

(87)  Di fatto, la capitalizzazione di Íslandsbanki da parte dello Stato si era basata direttamente sulla differenza tra la valutazione iniziale delle attività e delle passività trasferite e il requisito patrimoniale fissato dall'FME.

(88)  La ricapitalizzazione degli istituti finanziari nel contesto dell'attuale crisi finanziaria: limitazione degli aiuti al minimo necessario e misure di salvaguardia contro indebite distorsioni della concorrenza (orientamenti sulla ricapitalizzazione), GU L 17 del 20.1.2011 e supplemento SEE n. 3. Gli orientamenti sono disponibili anche sul sito Internet dell'autorità: http://www.eftasurv.int/state-aid/legal-framework/state-aid-guidelines.

(89)  Alla fine del 2014, i periodi di ristrutturazione di tutte le banche islandesi nei cui confronti è stata avviata un'indagine formale saranno terminati.

(90)  L'imposta di registro varia in base al tipo di documento giuridico interessato, ma di norma è pari a 15 ISK per migliaio di ISK (ovvero all'1,5 % circa) sull'importo delle obbligazioni fruttifere garantite da un'ipoteca o da un altro pegno.

(91)  Cfr., per esempio, la decisione della Commissione nel caso SA.28264, relativo ad aiuti alla ristrutturazione a favore di Hypo Real Estate, in cui la Commissione ha accettato la separazione di un'ampia parte delle attività estere di Hypo Real Estate quale misura volta a limitare le distorsioni della concorrenza per la banca subentrante, PBB.

(92)  Per gli stessi motivi l'Autorità accetta che le dismissioni siano soggette alla condizione che […].


ALLEGATO

IMPEGNI E PERTINENTI MODIFICHE DEL QUADRO NORMATIVO DELL'ATTIVITÀ BANCARIA

1.   IMPEGNI ASSUNTI DALLE AUTORITÀ ISLANDESI

Le autorità islandesi hanno assunto due impegni che sono enumerati di seguito.

Modifica dell'imposta di registro al fine di impedire gli aiuti di Stato e ridurre i costi di passaggio

Il ministero delle Finanze nominerà un gruppo di lavoro incaricato di rivedere la legge n. 36/1978 sull'imposta di registro. Il gruppo di lavoro dovrà presentare al ministro delle Finanze una relazione e un progetto di legge entro ottobre 2012. In particolare, il gruppo di lavoro avrà il compito di esaminare l'abolizione delle imposte di registro per le obbligazioni emesse da privati che vengono trasferite fra creditori (ossia quando i privati trasferiscono i loro prestiti da un istituto di credito a un altro). Il gruppo esaminerà inoltre come modificare la disposizione sull'imposta di registro al fine di semplificare le procedure e promuovere la concorrenza.

Misure volte ad agevolare le operazioni di passaggio e a ridurre i costi di passaggio

Conformemente a una risoluzione approvata dal parlamento islandese il 21 marzo 2012, il governo nominerà un comitato incaricato di riesaminare la tutela dei consumatori nel mercato finanziario e di presentare proposte sul modo di rafforzare la posizione di privati e famiglie nei confronti degli istituti di credito. Nell'ambito di detto incarico, il comitato avrà il compito specifico di rivedere le misure volte ad agevolare le operazioni di passaggio e a ridurre i costi di passaggio nonché di operare in stretta collaborazione con l'ICA riguardo a tale questione. Il comitato presenterà la sua relazione al più tardi il 15 gennaio 2013.

Inoltre, le autorità islandesi hanno approvato e attueranno i seguenti impegni assunti da Íslandsbanki:

Limitazione delle acquisizioni

Íslandsbanki si impegna a non acquisire istituzioni finanziarie fino al 15 ottobre 2014.

Malgrado tale impegno, Íslandsbanki potrà, dopo aver ottenuto l'approvazione dell'Autorità, acquisire imprese, in particolare se ciò risulterà necessario al fine di salvaguardare la stabilità finanziaria.

Dismissione di […]

Íslandsbanki si impegna a dismettere la propria partecipazione in […] entro il [data] e si impegna a mettere in vendita al pubblico le partecipazioni indicate di seguito […].

[…] e […]

[…].

Dismissione di azioni in imprese in corso di ristrutturazione

Íslandsbanki si impegna a vendere, il più presto possibile, le partecipazioni nelle imprese operative che sono state rilevate a causa della ristrutturazione, in linea con l'articolo 22 della legge n. 161/2002 sulle imprese finanziarie. Inoltre, la banca si impegna a seguire la procedura e a rispettare i termini, che sono fissati nella summenzionata disposizione giuridica. Infine, sul proprio sito web (o su quello di una società controllata competente, per esempio Midengi ehf.) la banca fornirà informazioni aggiornate sulle partecipazioni possedute per la vendita.

Misure a favore di nuovi e piccoli concorrenti

Íslandsbanki si impegna ad adottare le seguenti misure a favore di nuovi e piccoli concorrenti:

a)

fino al 15 ottobre 2014, Íslandsbanki non applicherà le clausole contrattuali e non ne introdurrà di nuove che subordinano le condizioni speciali sui tassi di interesse al mantenimento di un numero minimo di attività con la banca;

b)

Íslandsbanki fornirà informazioni facilmente accessibili, sul sito web della banca, sul processo di trasferimento dei servizi bancari a un'altra istituzione finanziaria. Inoltre, il sito web renderà facilmente accessibili i documenti necessari per il passaggio da un'istituzione finanziaria all'altra. Infine, le stesse informazioni e i moduli per il trasferimento dei servizi bancari saranno disponibili presso le filiali della banca;

c)

Íslandsbanki darà rapidamente esecuzione a tutte le richieste di trasferimento dei servizi bancari;

d)

Íslandsbanki non invocherà la partecipazione dello Stato come fonte di vantaggio competitivo nella commercializzazione dei suoi servizi;

e)

purché non siano disponibili offerte di servizi competitivi, Íslandsbanki è disposta a offrire i seguenti servizi a un prezzo che sarà basato sui costi più un margine ragionevole:

f)

servizi di trattamento dei pagamenti in ISK

i)

servizi di trattamento dei pagamenti per i prestiti in valuta estera

ii)

distribuzione di banconote e monete

I.

vendita e consegna di banconote e monete presso la sede del destinatario del servizio

II.

manutenzione di una serie di speciali cassette portabanconote che sono collocate all'interno dei dispositivi ATM. Tuttavia, un'impresa di sicurezza con cui il nuovo/piccolo operatore avrà concluso un contratto rifornirà di banconote i cassetti del dispositivo ATM.

2.   PERTINENTI ADEGUAMENTI E MODIFICHE DEL QUADRO DI REGOLAMENTAZIONE E VIGILANZA DEI MERCATI FINANZIARI IN ISLANDA ADOTTATO DOPO LA CRISI

Le autorità islandesi hanno presentato la seguente sintesi delle modifiche apportate alla legislazione che era in vigore nell'autunno del 2008:

all'FME (l'Autorità islandese di vigilanza finanziaria) è stata riconosciuta una maggiore facoltà di intervento (rilevare la competenza dell'assemblea degli azionisti e liquidare le attività, cfr. la legge di emergenza); all'FME sono state conferite autorizzazioni di vigilanza di portata più ampia; sono state adottate disposizioni supplementari che permettono all'FME di valutare le operazioni o il comportamento di singoli soggetti sottoposti a vigilanza. Tra queste figurano sia autorizzazioni a livello di processo decisionale, per esempio in merito alla chiusura di filiali o alla cessazione di attività specifiche senza l'effettiva revoca delle licenze di esercizio, nonché una definizione più precisa di concetti la cui interpretazione è stata messa in discussione dall'FME e dai soggetti sottoposti a vigilanza o dagli organi d'appello;

le norme sulle singole esposizioni che presentano un elevato grado di rischio sono state chiarite e rese più specifiche; sono stati potenziati sia il ruolo che la responsabilità della gestione del rischio e l'FME è stata autorizzata ad accordare alla gestione del rischio uno status più elevato nell'organizzazione delle imprese finanziare; le disposizioni sull'applicazione delle prove di stress sono state rese più rigorose;

le disposizioni riguardanti l'istituzione di un registro speciale dei mutuatari di maggiori dimensioni sono state legalizzate al fine di fornire a due o più imprese finanziarie un quadro migliore delle singole esposizioni che presentano un elevato grado di rischio. Il registro è importante per collegare le esposizioni fra loro e valutarne l'impatto sistemico qualora dovessero sorgere difficoltà nelle operazioni dei mutuatari. I soggetti che non sono sottoposti alla vigilanza dell'FME ma che figurano nei registri delle imprese finanziarie devono fornire all'FME informazioni riguardo a tutti i loro pagamenti. L'FME può vietare la fornitura di servizi a tali soggetti, qualora si rifiutino di fornire le informazioni richieste;

le regole di sana gestione aziendale sono state rafforzate e l'esistenza del comitato per i reclami in materia di transazioni con le imprese finanziarie è stata sancita dalla legge; devono essere divulgate informazioni dettagliate su tutti i principali proprietari di imprese finanziarie;

i termini entro cui le imprese finanziarie possono liquidare le attività soggette ad appropriazione sono stati abbreviati;

le disposizioni sulle azioni proprie detenute dalle imprese finanziarie sono state inasprite e definite più dettagliatamente Le partecipazioni delle società controllate sono ora considerate azioni proprie, analogamente ai contratti fuori bilancio riguardanti azioni proprie;

alle imprese finanziarie è stato vietato di concedere crediti a fronte di azioni proprie poste a garanzia o di certificati del capitale di garanzia;

ora l'FME dovrà definire regole sulle modalità di calcolo dei prestiti garantiti da un'ipoteca sulle azioni di altre imprese finanziarie sulla base del rischio e sulla base del capitale;

sia la responsabilità che il ruolo della sezione di revisione contabile interna sono stati potenziati. Esistono norme dettagliate riguardanti l'equilibrio tra l'entità e la diversità delle attività dell'impresa finanziaria interessata e il campo di applicazione della sua sezione di revisione contabile interna;

il periodo entro cui una società di revisione contabile può sottoporre a revisione la medesima impresa finanziaria è stato fissato a cinque anni; la capacità di un'impresa finanziaria di licenziare una società di revisione contabile «difficile» è stata ridotta;

tutte le disposizioni relative al calcolo del capitale proprio e vari altri aspetti tecnici sono stati rivisti;

le norme sull'esercizio delle partecipazioni qualificate, ossia che rappresentano una percentuale pari o superiore al 10 % dei diritti di voto, sono state riviste. L'FME è autorizzata a invertire l'onere della prova nel valutare i soggetti intenzionati ad acquisire una partecipazione qualificata o ad aumentarla, ossia quando non si conosce/conoscono con certezza il/i proprietari effettivi di una società di partecipazione finanziaria con una partecipazione qualificata;

sono stati introdotti ulteriori requisiti di eleggibilità per gli amministratori, è stata aumentata la loro responsabilità riguardo alla vigilanza e alle operazioni ed è stata vietata la nomina di presidenti esecutivi dei consigli di amministrazione; all'FME è stato assegnato un maggiore ruolo di vigilanza dei consigli di amministrazione; devono essere divulgate informazioni personalmente identificabili sulla remunerazione degli alti dirigenti;

sono state fissate regole riguardanti le operazioni di credito fra le imprese finanziarie e i direttori, gli amministratori delegati, i dirigenti in posizione chiave e i titolari di partecipazioni qualificate nell'impresa finanziaria interessata. Regole analoghe si applicano ai soggetti strettamente connessi alle figure sopracitate. L'FME ha adottato norme riguardo a quella che è considerata una garanzia soddisfacente per tali operazioni;

sono state adottate norme riguardanti gli accordi sia sui regimi e i premi di incentivazione per dirigenti e dipendenti che sui contratti di risoluzione;

le disposizioni in materia di riorganizzazione e liquidazione delle imprese finanziarie sono state inasprite;

è stata effettuata una revisione globale delle norme speciali sulle casse di risparmio. Sono stati chiariti lo status e i diritti dei proprietari del capitale di garanzia delle casse di risparmio, sono state fissate restrizioni sui dividendi, sono state adottate norme chiare riguardo alle operazioni sul capitale di garanzia, sono state fissate norme sulle svalutazioni del capitale di garanzia e sono state chiarite le norme sulle autorizzazioni alla cooperazione formale delle casse di risparmio. Alle casse di risparmio è stato imposto il divieto di modificare la propria forma giuridica.

Le autorità islandesi ritengono che, sotto alcuni aspetti, le norme nazionali vadano oltre il quadro paneuropeo. Le principali deviazioni dalle norme adottate dall'UE che sono state integrate nell'accordo SEE sono le seguenti:

se lo ritiene opportuno, l'FME è autorizzata a limitare le attività delle singole filiali degli istituti finanziari. Inoltre, è autorizzata a fissare requisiti specifici volti a permettere alle singole filiali degli istituti finanziari di proseguire le loro attività. Se lo ritiene opportuno, l'FME ha anche la facoltà di limitare in via provvisoria le attività che un'impresa finanziaria può svolgere, in toto o in parte, subordinatamente al possesso di una licenza di esercizio o meno. Naturalmente tale prerogativa dipende non da ultimo dalle attività delle filiali e dai conti di deposito da esse costituiti in altri Stati europei fino al 2008 (Icesave, Edge e Save-and-Save);

riguardo al ruolo della revisione contabile interna sono state fissate disposizioni considerevolmente più dettagliate nella normativa islandese che nelle direttive dell'UE;

riguardo alle modalità di svolgimento delle prove di stress sono state fissate disposizioni considerevolmente più dettagliate nella normativa islandese che nelle direttive dell'UE;

le imprese finanziarie devono tenere un registro speciale (un registro dei crediti) di tutti i soggetti ai quali concedono crediti nonché presentare un elenco aggiornato all'FME alla fine di ogni mese. Sarà inoltre inviato un elenco analogo in cui, qualora non siano già presenti in quello sopracitato, figureranno i soggetti strettamente connessi alle imprese finanziarie, i loro consigli di amministrazione e dirigenti e i gruppi di clienti collegati. Tale elenco permetterà di controllare meglio le interconnessioni tra le imprese finanziarie e i loro amministratori e dirigenti;

qualora ritenga che l'assunzione di prestiti da parte di un singolo soggetto figurante nel registro dei crediti, le cui attività finanziarie non sono sottoposte a vigilanza ufficiale, possa avere un impatto sistemico, l'FME potrà chiedere alla parte interessata informazioni sui suoi pagamenti;

qualora un soggetto figurante nel registro dei crediti, le cui attività finanziarie non sono sottoposte a vigilanza ufficiale, si rifiutasse di fornirle le informazioni richieste, l'FME potrà intimare ai soggetti sottoposti a vigilanza di astenersi dal fornire ulteriori servizi alla parte in questione. Lo stesso vale nel caso in cui la divulgazione di informazioni da parte del soggetto interessato sia insoddisfacente. Le disposizioni relative al registro dei crediti e gli ampi poteri di intervento conferiti alle autorità di vigilanza riguardo a soggetti che non sono sottoposti a vigilanza ufficiale non figurano nelle norme dell'UE/del SEE;

nella normativa islandese figurano norme considerevolmente più dettagliate e restrittive in materia di prestiti a parti correlate e garanzie che nelle norme dell'UE/del SEE;

l'FME deve negare al titolare di una partecipazione qualificata il diritto di esercitare la propria partecipazione qualora sussistano dubbi in merito all'identità del suo proprietario effettivo attuale o futuro;

il periodo massimo per cui i revisori esterni possono lavorare per la stessa impresa finanziaria è più breve rispetto a quello previsto dalle norme dell'UE/del SEE;

riguardo all'eleggibilità degli amministratori dell'impresa finanziaria esistono disposizioni considerevolmente più dettagliate nella normativa islandese che nelle direttive dell'UE;

sono state adottate disposizioni riguardanti accordi su regimi di premi e contratti di risoluzione;

recentemente sono state fissate regole formali sulle politiche di remunerazione nelle direttive dell'UE, ma in questa sede non sono ancora state adottate norme sui contratti di risoluzione.

Il 23 marzo il ministro degli Affari economici ha presentato una relazione sulla struttura futura del sistema finanziario islandese e sulla sua regolamentazione e vigilanza. Il ministro ha inoltre nominato un gruppo di esperti incaricato di riesaminare il quadro giuridico e normativo per tutte le attività finanziarie in Islanda.