3.4.2004   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 84/473


(2004/C 84 E/0547)

INTERROGAZIONE SCRITTA E-1671/03

di Bartho Pronk (PPE-DE) alla Commissione

(19 maggio 2003)

Oggetto:   Interrogazione complementare all'interrogazione E-3529/02 sulla normativa giuridica sul congedo annuale retribuito

Nella risposta all'interrogazione scritta E-3529/02 (1), la Commissione afferma che la normativa belga pospone l'esercizio effettivo del diritto al congedo annuale all'anno successivo. Secondo la Commissione ciò è conforme all'articolo 7 della direttiva 93/104/CE (2). Tuttavia, tale articolo sancisce esplicitamente che tutti (!) i lavoratori hanno diritto ad un congedo annuale (!) di almeno 4 settimane, continuando a percepire la retribuzione. Nel documento COM(2000) 787, la stessa Commissione afferma che i lavoratori durante il primo anno di servizio retribuito non possono andare in congedo continuando a percepire la retribuzione. Pertanto non si può concludere altro che in Belgio non tutti i lavoratori hanno diritto al congedo annuale retribuito, come richiesto letteralmente nella direttiva 93/104/CE. L'articolo 7, paragrafo 2, della direttiva fissa espressamente che il periodo minimo di congedo annuale retribuito non può essere sostituito da un indennizzo finanziario. Ciò implica che non si può aggirare il paragrafo 1.

1.

La Commissione condivide la tesi secondo cui in Belgio non tutti i lavoratori hanno diritto ad un congedo annuale retribuito, come stabilito anche dal documento COM(2000) 787, ossia che ne sono esclusi i lavoratori che si trovano nel primo anno di lavoro retribuito? Come è possibile conciliare tutto ciò con la direttiva in cui si sancisce che tutti i lavoratori godono di tale diritto? La Commissione viene espressamente invitata a fare riferimento nella risposta alla comunicazione COM(2000) 787.

2.

Nella sua risposta, la Commissione non ha affrontato la questione relativa alla misura in cui la normativa belga costituisce un ostacolo alla libera circolazione dei lavoratori e quindi è in contrasto con l'articolo 39 del Trattato. Alla Commissione viene esplicitamente chiesto di rispondere.

Risposta della sig.ra Diamantopoulou a nome della Commissione

(20 giugno 2003)

1.

La Commissione invita a consultare la risposta all'interrogazione scritta E-3529/02 del sig. Pronk (3). D'altro canto, la Commissione tiene a sottolineare che tutti i lavoratori hanno diritto, in Belgio, a un congedo annuale retribuito di almeno 4 settimane. A norma dell'articolo 2 delle leggi coordinate relative alle ferie annuali, del 27 giugno 1971, i lavoratori (…) hanno diritto a ferie annuali in proporzione alle prestazioni lavorative (…). Le ferie sono un diritto acquisito dei lavoratori, malgrado qualsiasi convenzione contraria. Ai lavoratori non è concesso rinunciare alle ferie annuali a cui hanno diritto. L'articolo 3 delle stesse leggi precisa che la durata delle ferie è determinata per ogni esercizio di ferie, in funzione della durata dei servizi prestati durante questo esercizio (…). La durata delle ferie deve essere di almeno ventiquattro giorni per dodici mesi di lavoro (…). Per calcolare questa durata, per esercizio si intende l'anno civile che precede l'anno nel corso del quale devono essere accordate le ferie (…).

La normativa belga non va quindi confusa con normative come quella oggetto della causa Bectu (4) poiché la normativa belga non condiziona l'apertura del diritto al congedo annuale retribuito ad un periodo minimo di lavoro, bensì ne differisce l'esercizio effettivo all'anno civile successivo. Secondo il parere della Commissione ciò è conforme all'articolo 7, paragrafo 1 (si veda l'argomentazione nella risposta all'interrogazione E-3529/02).

2.

La Commissione ritiene che la normativa belga non discrimini i lavoratori migranti rispetto ai lavoratori belgi e che essa non costituisca pertanto una violazione del diritto alla libera circolazione dei lavoratori (articolo 39 del trattato CE).


(1)  GU C 137 E del 12.6.2003, pag. 222.

(2)  GU L 307 del 13.12.1993, pag. 18.

(3)  GU C 137 E del 12.6.2003, pag. 222.

(4)  Cfr. la sentenza della Corte di giustizia del 26 giugno 2001 nella causa C-173/99.