92003E0793

INTERROGAZIONE SCRITTA E-0793/03 di Sérgio Marques (PPE-DE) alla Commissione. Anno europeo delle persone con disabilità — 2003.

Gazzetta ufficiale n. 222 E del 18/09/2003 pag. 0235 - 0236


INTERROGAZIONE SCRITTA E-0793/03

di Sérgio Marques (PPE-DE) alla Commissione

(14 marzo 2003)

Oggetto: Anno europeo delle persone con disabilità 2003

Attualmente nell'UE vi sono circa 37 milioni di persone con disabilità, tra lavoratori, consumatori, contribuenti, politici, studenti, eccetera, che, sebbene abbiano gli stessi diritti dei non disabili, non vengono sempre trattate come questi ultimi. Urge, pertanto, sensibilizzare i cittadini dell'UE sulla necessità di assicurare un'effettiva parità dei diritti, al fine di evitare ogni tipo di emarginazione sociale di questa fascia di popolazione.

E' in tale contesto che è stato istituito l'Anno europeo delle persone con disabilità 2003, il cui obiettivo è, da un lato, quello di sensibilizzare al fine di assicurare una vera parità di diritti e, dall'altro, quello di stimolare la riflessione, il dibattito e lo scambio di esperienze sulle misure efficaci da adottare.

Il bilancio proposto è di 12 milioni di euro per finanziare le seguenti attività: organizzazione di incontri ed eventi; campagne d'informazione e promozione; cooperazione con i mezzi di comunicazione sociale; realizzazione di inchieste e studi.

Le misure di portata comunitaria potranno essere sovvenzionate fino ad un massimo dell'80 %, mentre quelle a livello locale, regionale, nazionale o transnazionale potranno essere cofinanziate dal bilancio generale delle Comunità europee fino ad un massimo del 50 % del costo totale.

1. Poiché ogni Stato membro deve designare gli organi competenti per la partecipazione all'Anno europeo, ai quali i candidati dovranno inviare i progetti, e che, a loro volta, dovranno inviare alla Commissione europea le richieste di cofinanziamento delle azioni locali, regionali, nazionali e transnazionali, qual è il termine previsto per designare e rendere noti tali organi nazionali?

2. Quali sono i termini previsti per la pubblicazione degli annunci di apertura delle candidature e per le rispettive procedure? Quali sono i mezzi di divulgazione che saranno utilizzati?

3. Considerando la necessità, prevista dalla Commissione, di una strategia globale e coerente per garantire una vera politica di sviluppo e integrazione per le persone con particolari esigenze, quali sono le misure che la Commissione ha adottato e intende adottare in tal senso? La Commissione è a favore di una vera strategia trasversale che affronti questioni come l'occupazione, l'istruzione e formazione professionali, l'accesso a edifici e servizi pubblici, eccetera? Come verrà attuata nella realtà tale strategia?

Risposta data dalla sig.ra Diamantopoulou a nome della Commissione

(14 aprile 2003)

L'Onorevole Parlamentare è senza dubbio al corrente del fatto che, conformemente all'articolo 5 della decisione del Consiglio che istituisce l'Anno europeo delle persone con disabilità(1), tutti i paesi che partecipano all'Anno europeo devono designare un organo nazionale di coordinamento, incaricato di coordinare e gestire le attività di sostegno agli obiettivi dell'Anno europeo.

Tutti gli Stati membri, oltre che la Norvegia e l'Islanda, hanno designato tali organi, il cui elenco è regolarmente aggiornato sul sito web dell'Anno europeo (www.eypd2003.org). Sono questi organi, e non la Commissione, che devono pubblicare le disponibilità relative al cofinanziamento comunitario di progetti (nazionali, regionali, locali e transnazionali) durante l'Anno europeo.

Spetta anche agli organi nazionali di coordinamento definire le procedure esatte e il calendario per la presentazione delle offerte per ottenere un cofinanziamento, oltre che procedere alla selezione finale dei progetti eleggibili. Tutti i paesi partecipanti hanno terminato o sono sul punto di terminare questo esercizio.

Gli organi nazionali di coordinamento sono incaricati di far sì che i progetti possano beneficiare di un finanziamento, fino al 50 % del massimo totale, sul bilancio comunitario, allo scopo di coprire i costi eleggibili per ogni progetto. A partire dall'apertura nel 2003 della linea di bilancio dedicata all'Anno europeo, la Commissione ha dato inizio al processo che consiste nell'impegnare le sedi necessarie per concludere una convenzione con ogni paese partecipante. Attualmente sono in corso convenzioni per la quasi totalità degli Stati membri.

La Commissione considera la disabilità come una questione di diritto. L'orientamento è quindi radicalmente cambiato: la protezione e l'istituzionalizzazione sono state abbandonate e sostituire da un'integrazione sociale ed economica completa, per un modello che per convenzione è denominato modello sociale. Quindi la Commissione si concentra sull'eliminazione dei numerosi ostacoli nell'ambito dell'ambiente sociale a cui sono confrontate le persone con disabilità desiderose di avere una vita quotidiana normale e di partecipare a tutta una gamma di attività nella società. Questo metodo ha importanti implicazioni sia a livello nazionale che comunitario per quanto riguarda il modo in cui le politiche e la legislazione relative alle disabilità vengono elaborate e interpretate, oltre che per il loro contenuto.

Secondo noi, sostenere i cittadini con disabilità perché possano far parte integrante del movimento economico e sociale generale equivale a garantire la partecipazione a ogni persona a cui ciò possibile e in tutti i campi in cui ciò sia possibile, piuttosto che prendere disposizioni specifiche per i disabili, cosa che comporta una segregazione. Ciò si applica in modo particolare all'integrazione mainstream nelle politiche dell'occupazione e nei processi di inclusione sociale e ciò presenta vantaggi sia sociali che economici non solo per i disabili ma anche per la società in generale. Tale integrazione non si limita alla politica sociale della Comunità, ma riguarda allo stesso modo l'istruzione, i trasporti, la ricerca e le nuove tecnologie. Ecco perché la Commissione si interessa a tutti gli aspetti dell'integrazione, allo scopo di garantire non solo che i disabili e le questioni che interessano di disabili figurino in prima linea tra le preoccupazioni politiche, ma anche per garantire la necessità di una sinergia maggiore tra le questioni collegate nei diversi campi d'azione.

I miglioramenti apportati per i disabili comportano spesso condizioni più vantaggiose per la società nel suo insieme, in particolare quando la nozione di design per tutti viene applicata. Una migliore accessibilità degli edifici per esempio sarà a vantaggio di tutti, in special modo per le persone anziane o le persone a mobilità ridotta. L'accessibilità è quindi un campo in cui la Commissione è decisa a realizzare miglioramenti, specialmente per quanto riguarda le costruzioni. Il servizio competente della Commissione ha creato un gruppo di esperti indipendenti, incaricato di esaminare lo stato attuale della legislazione negli Stati membri e di analizzare il modo in cui le politiche comunitarie attuali influenzino, o possano influenzare, la progettazione generale delle zone edificate. Tale gruppo farà una relazione alla Commissione nel corso del secondo semestre del 2003.

(1) GU L 335 del 19.12.2001.