6.2.2004 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
CE 33/65 |
(2004/C 33 E/061)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0658/03
di Charles Tannock (PPE-DE) alla Commissione
(6 marzo 2003)
Oggetto: Risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'uso della forza in Iraq
Le conclusioni del Consiglio europeo del 17 febbraio 2003 stabiliscono, tra l'altro, che Baghdad «deve disarmare e cooperare immediatamente e pienamente», e che l'obiettivo dell'Unione nei confronti dell'Iraq «rimane il pieno ed effettivo disarmo in applicazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare della risoluzione 1441», e che il Consiglio si impegna a fornire «pieno appoggio al Consiglio (di sicurezza delle Nazioni Unite) nell'esercitare le sue responsabilità».
La risoluzione 1441 fa riferimento ad una serie di altre risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite pertinenti all'Iraq, fra le quali la n. 678 (1990) e la n. 687 (1991). Sebbene riguardassero principalmente la liberazione del Kuwait, il paragrafo 2 della risoluzione n. 678 recita come segue:
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Autorizza gli Stati membri che cooperano col governo del Kuwait ad usare tutti i mezzi necessari, se l'Iraq non adempirà totalmente alle risoluzioni di cui sopra entro il 15 gennaio 1991 o prima, come stabilito dal precedente paragrafo 1, per sostenere e attuare la risoluzione 660 (1990) e tutte le risoluzioni pertinenti ad essa successive e per ripristinare la pace e la sicurezza internazionale nell'area. |
Il paragrafo 3 della stessa risoluzione prosegue:
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Chiede a tutti gli Stati di fornire adeguato sostegno alle azioni intraprese in applicazione del paragrafo 2 della presente risoluzione. |
La risoluzione n. 687 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nel riaffermare che «l'Iraq deve dimostrare le sue intenzioni pacifiche», richiede all'Iraq di accettare incondizionatamente che tutte le armi biologiche e chimiche come pure gli impianti di ricerca e produzione vengano distrutti o eliminati, e di accettare ispezioni immediate in loco da parte della Commissione speciale delle Nazioni Unite (UNSCOM) dei potenziali chimici, biologici e missilistici.
Non ritiene la Commissione che la persistente mancanza di cooperazione da parte dell'Iraq con le Nazioni Unite per quanto riguarda le armi di distruzione di massa in suo possesso e l'incessante minaccia alla sicurezza della regione abbiano impedito il ripristino della pace e della sicurezza internazionale nell'area? In caso affermativo, non riconosce la Commissione che le risoluzioni n. 678, 687 e 1441 forniscono una idonea base giuridica per un intervento armato nell'ipotesi che l'Iraq continui a rifiutare di cooperare con le Nazioni Unite riguardo ai suoi arsenali di armi chimiche e biologiche?
Risposta data dal sig. Patten in nome della Commissione
(25 marzo 2003)
Come già espresso in precedenti dichiarazioni del Consiglio nonché nelle conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo del 17 febbraio 2003 la Commissione concorda sul fatto che l'Iraq ha omesso di ottemperare a varie risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite a partire dal 1991.
La Commissione ritiene che rientri nella competenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite decidere se la risoluzione n. 1441 delle Nazioni unite fornisca o meno un'appropriata base giuridica per un intervento armato. La Commissione riconosce l'autorità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite quale organo competente a fornire l'interpretazione conforme di tali risoluzioni ed a rispondere all'interrogazione sollevata dall'onorevole Parlamentare.