92002E1731

INTERROGAZIONE SCRITTA E-1731/02 di Anna Karamanou (PSE) alla Commissione. Carcerazione di obiettori di coscienza in Israele.

Gazzetta ufficiale n. 092 E del 17/04/2003 pag. 0085 - 0085


INTERROGAZIONE SCRITTA E-1731/02

di Anna Karamanou (PSE) alla Commissione

(17 giugno 2002)

Oggetto: Carcerazione di obiettori di coscienza in Israele

Secondo Amnesty International, Israele non riconosce il diritto al servizio militare alternativo per gli obiettori di coscienza renitenti alla leva, diritto che è riconosciuto dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, di cui anche Israele è parte. In conseguenza di ciò, dall'inizio dell'Intifada sono stati incarcerati almeno 114 obiettori di coscienza, di cui circa 20 si trovano tuttora in prigione per essersi rifiutati di prestare servizio militare nei Territori occupati.

Quali iniziative intende prendere la Commissione per esercitare pressioni sul governo israeliano affinché si adegui ai patti internazionali che ha ratificato e che nei fatti viola apertamente?

Risposta del sig. Patten a nome della Commissione

(19 luglio 2002)

La Commissione segue con attenzione il destino dei riservisti israeliani che si rifiutano di prestare servizio nei Territori occupati i quali, non opponendosi al servizio militare in quanto tale, non possono essere definiti obiettori di coscienza.

Secondo le informazioni di cui dispone la Commissione, i riservisti detenuti per questo motivo sarebbero meno di 10.

Questa azione di rifiuto da parte di alcuni militari è stata accompagnata da un movimento più ampio (petizioni, manifestazioni, ) che si propone di riconoscere il diritto per i coscritti israeliani di non prestare servizio nei Territori occupati. I riservisti e il movimento che li sostiene hanno espresso il desiderio, all'inizio della loro azione, di non avere contatti con la stampa o con i diplomatici stranieri per evitare di essere accusati di essere manipolati o sostenuti da attori esterni.

Pur evitando di interferire senza motivo nella legislazione interna israeliana, la Commissione intende, come ha fatto per ogni altro caso legato ai diritti dell'uomo, seguire gli sviluppi di questa questione e se necessario discuterne con gli Stati membri all'interno delle istanze appropriate.