INTERROGAZIONE SCRITTA E-3322/01 di Stavros Xarchakos (PPE-DE) alla Commissione. Vendita di tesori archeologici inestimabili in Turchia.
Gazzetta ufficiale n. 229 E del 26/09/2002 pag. 0013 - 0014
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3322/01 di Stavros Xarchakos (PPE-DE) alla Commissione (30 novembre 2001) Oggetto: Vendita di tesori archeologici inestimabili in Turchia Secondo informazioni pubblicate sul giornale turco Milliet il Kusav (una delle più importanti fondazioni culturali turche) avrebbe deciso di procedere alla vendita pubblica di tesori archeologici di eccezionale valore in suo possesso risalenti all'antichità e alle epoche ellenistica e bizantina. Questo organismo ha diffuso un annuncio su Internet per invitare gli interessati all'acquisto di antichità a prendere contatto. Vengono quindi posti in vendita tesori provenienti dalla regione di Magnesia e di Pergamo, in Asia minore, e taluni rappresentanti del Kusav hanno dichiarato che varie persone in paesi come gli Stati Uniti, la Svizzera, l'Arabia Saudita, il Kuwait ecc. si sono già dichiarate particolarmente interessate. Lo stesso giornale indica che un'altra vendita importante è stata organizzata nella galleria Suav di Istanbul, dove sono state esposti tesori di valore inestimabile risalenti all'epoca degli Ittiti nonché alle epoche ellenistica, bizantina e ottomana. Un altro giornale turco, il Kouriet, nel suo numero dell'11 novembre 2001 ha rivelato che nell'ambiente dei trafficanti di beni culturali incaricati di smerciare all'estero tesori provenienti dai territori occupati di Cipro si riscontra una fervente attività. Questo giornale rivela altresì che un gran numero di oggetti provenienti dalla parte occupata di Cipro è attualmente esposto a New York. Si tratta essenzialmente di antichità e di icone di grande valore che sono state rubate nelle chiese situate nella parte settentrionale dell'Isola, occupate dall'esercito turco. Qual è il parere della Commissione in merito a tali accuse, formulate da due giornali turchi di vasta diffusione? Ha sollevato con ufficiali turchi la questione delle vendite pubbliche di tesori archeologici da parte di fondazioni turche ufficialmente incaricate di garantirne la protezione? Quali sanzioni potranno essere inflitte agli Stati (a maggior ragione se candidati all'adesione) che procedono in modo provocatorio all'asta pubblica di beni culturali ereditati da altre civiltà che si trovano sul loro territorio, o che coprono le attività di reti di trafficanti, come attualmente avviene nella parte occupata di Cipro, dove le forze di occupazione autorizzano da ormai 27 anni il saccheggio sistematico del patrimonio culturale di questo Stato? Risposta data dal signor Verheugen a nome della Commissione (15 gennaio 2002) La Commissione segue attentamente il processo di allineamento all'acquis della legislazione turca. Nelle sue Relazioni periodiche, pubblicate annualmente, la Commissione passa in rassegna i progressi fatti dalla Turchia in vari campi, compreso quello della cultura. Nell'ultima relazione, pubblicata il 13 novembre 2001(1), la Commissione ha indicato che i progressi fatti in questo campo erano stati limitati. Alla luce delle circostanze cui fa riferimento l'onorevole parlamentare, la Commissione attirerà l'attenzione delle autorità turche sull'esigenza di adottare e attuare il regolamento (CEE) n. 3911/92 del Consiglio, del 9 dicembre 1992, relativo all'esportazione di beni culturali(2) e la direttiva (CEE) n. 93/7 del Consiglio, del 15 marzo 1993, relativa alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro(3). (1) SEC(2001) 1756. (2) GU L 395 del 31.12.1992. (3) GU L 74 del 27.3.1993.