92001E1424

INTERROGAZIONE SCRITTA E-1424/01 di Cristiana Muscardini (UEN) alla Commissione. Libertà d'esercizio di professioni sportive.

Gazzetta ufficiale n. 350 E del 11/12/2001 pag. 0152 - 0153


INTERROGAZIONE SCRITTA E-1424/01

di Cristiana Muscardini (UEN) alla Commissione

(17 maggio 2001)

Oggetto: Libertà d'esercizio di professioni sportive

Come è noto alla Commissione, i diplomati italiani tecnici sportivi, non possono esercitare la loro professione se non risultano iscritti al CONI, poiché la loro professione non è regolamentata. Non avendo l'Italia recepito la direttiva 92/51/CEE(1) del 18 giugno 1992, relativa ad un secondo sistema di riconoscimento delle formazioni professionali, la Commissione ha avviato una procedura d'infrazione. Data l'esistenza del monopolio CONI e in attesa che la situazione venga chiarita nei suoi aspetti giuridici e sociali, decine di migliaia di tecnici sportivi esercitano contraddittoriamente la loro attività in modo sommerso, cioè illegale, ma alla luce del sole. Al di fuori del CONI, infatti, non c'è riconoscimento legale di professionalità sportive.

E' compatibile questa situazione con il buon funzionamento del mercato interno nel settore sportivo? Si può cioè giustificare l'esistenza in tale mercato di zone no men's land per l'esercizio di certe professioni? Anche se la competenza del riconoscimento spetta allo Stato nazionale, l'impossibilità di esercizio non rappresenta una turbativa al funzionamento del mercato?

Se un tecnico sportivo extracomunitario può essere autorizzato a esercitare la sua professione in Italia, come si può giustificare l'impossibilità per un cittadino italiano di fare la stessa cosa?

L'attività sportiva, soprattutto in certi settori come quello del calcio, è ormai un grande investimento economico. Se questa attività è legalmente riconosciuta ad un solo ente, non si configura una posizione monopolistica?

In caso affermativo, è concepibile l'esistenza nell'Unione di monopoli, sia pure nel solo settore sportivo, che tra l'altro muove migliaia di miliardi all'anno?

(1) GU L 209 del 24.7.1992, pag. 25.

Risposta del signor Bolkestein a nome della Commissione

(5 luglio 2001)

Come la Commissione ha indicato nella sua risposta all'interrogazione scritta E-3976/00(1), in virtù dell'articolo 149 (ex articolo 126) del trattato CE, gli Stati membri sono responsabili del contenuto dell'insegnamento e dell'organizzazione del loro sistema d'istruzione. Ogni Stato membro è pertanto libero di regolamentare o meno una professione sul proprio territorio e di fissarne le modalità, nonché di stabilire il livello e il tipo di diploma necessario per esercitarla. La Commissione non può intervenire in questo settore che è di competenza esclusiva degli Stati membri. Di conseguenza il fatto che una professione come quella di tecnico sportivo non sia regolamentata in Italia e il fatto di mettere sotto l'egida del CONI la pratica dello sport a livello professionale non sono di per sé incompatibili con il mercato interno.

Per quanto riguarda la situazione dei tecnici sportivi provenienti da paesi terzi e di quelli italiani, l'onorevole parlamentare è pregata di fare riferimento alla risposta data alla sua interrogazione scritta E-3976/00.

(1) GU C 174 E del 19.6.2001, pag. 205.