INTERROGAZIONE SCRITTA E-3823/97 di Roberto Mezzaroma (UPE) alla Commissione (28 novembre 1997)

Oggetto: Paradisi fiscali

Può dire la Commissione quali sono le aree o zone europee chiamate: paradiso fiscale?

Ne ha realizzate, fatte realizzare o le farà realizzare nel prossimo futuro, ovvero parteciperà al loro sviluppo?

Qual è il ruolo di quelle esistenti e quale dovrà essere nel futuro?

Risposta data dal Sig. Monti in nome della Commissione (2 febbraio 1998)

La nozione di «paradiso fiscale» non è definita nella legislazione europea. In mancanza di definizione è difficile identificare i paradisi fiscali esistenti, e di conseguenza non è possibile pronunciarsi sul ruolo che la Commissione potrebbe avere svolto nella loro creazione. Recentemente, tuttavia, la Commissione ha varato un'iniziativa importante per promuovere il coordinamento in materia fiscale in seno alla Comunità ed ha proposto un approccio nuovo ed esauriente dell'imposizione, sia diretta che indiretta, in seno alla Comunità. Nella sua comunicazione al Consiglio del 5 novembre 1997 ((COM (97) 564 )), la Commissione ha presentato un pacchetto di misure per contrastare la concorrenza fiscale dannosa, tra cui un progetto di codice di condotta inteso a definire e a combattere misure fiscali che sono dannose. Il Consiglio ed i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, hanno successivamente adottato, il 1o dicembre 1997, una risoluzione su un codice di condotta per l'imposizione delle imprese. Questo codice definisce le misure fiscali che sono potenzialmente nocive e istituisce un processo di riesame per determinare quali di esse siano effettivamente dannose. Occorre eliminare le misure di questo tipo ed evitare di introdurne di nuove. La risoluzione inoltre prevede che il Consiglio può decidere di pubblicare le relazioni elaborate nel contesto del processo in esame.