91997E2372

INTERROGAZIONE SCRITTA n. 2372/97 dell'on. Patricia McKENNA alla Commissione. Proposta di un divieto UE sulle carni trattate con ormoni

Gazzetta ufficiale n. C 082 del 17/03/1998 pag. 0065


INTERROGAZIONE SCRITTA E-2372/97 di Patricia McKenna (V) alla Commissione (10 luglio 1997)

Oggetto: Proposta di un divieto UE sulle carni trattate con ormoni

Il Coordinamento degli agricoltori europei (EFC) ha chiesto all'Unione europea di vietare le carni trattate con ormoni e di condurre una campagna a favore di un divieto a livello internazionale. L'Organizzazione mondiale del commercio si occupa attualmente di tale questione e si è provveduto a istituire una commissione arbitrale internazionale per risolvere divergenze di opinioni tra l'Unione europea e gli USA.

Secondo l'EFC, «né gli agricoltori, né i consumatori hanno bisogno di ormoni e deve prevalere il principio di tutela sanitaria a lungo termine».

Considerando che la Commissione ha recentemente formulato dichiarazioni politiche secondo cui anch'essa sostiene il precitato principio, può comunicare se adotterà iniziative volte a vietare le carni trattate con ormoni sia nell'Unione europea che a livello internazionale?

Risposta data dal sig. Fischler in nome della Commissione (4 settembre 1997)

La Commissione non ignora che il Coordinamento degli agricoltori europei è favorevole a mantenere il divieto relativo alle carni trattate con ormoni, sia nella Comunità che per le importazioni provenienti da paesi terzi.

Nell'ambito del comitato sugli ormoni in seno all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) di Ginevra, la Commissione ha invocato il principio della precauzione a sostegno delle proprie rivendicazioni e ha ribadito che il diritto della Comunità di stabilire il livello di tutela sanitaria da essa ritenuto appropriato per i propri cittadini dovrebbe essere pienamente riconosciuto dall'Accordo sanitario e fitosanitario.

La Commissione non mancherà di ricorrere a tutti i mezzi legali a sua disposizione nelle procedure di ricorso presso l'OMC per difendere la normativa comunitaria vigente.