9.1.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 6/50


Ricorso proposto il 2 novembre 2016 — Korwin-Mikke/Parlamento

(Causa T-770/16)

(2017/C 006/62)

Lingua processuale: il francese

Parti

Ricorrente: Janusz Korwin Mikke (Jozefow, Polonia) (rappresentante: M. Cherchi, avvocato)

Convenuto: Parlamento europeo

Conclusioni

Il ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

dichiarare il presente ricorso ricevibile e fondato;

di conseguenza,

annullare la decisione dell’Ufficio di Presidenza del Parlamento europeo del 1o agosto 2016;

annullare la decisione anteriore del Presidente del Parlamento del 5 luglio 2016 che infligge le stesse sanzioni;

ordinare il risarcimento del danno finanziario e morale cagionato dalle decisioni impugnate, ovvero assegnare al ricorrente la somma di EUR 13 306;

ad ogni modo, condannare il Parlamento europeo all’integralità delle spese.

Motivi e principali argomenti

A sostegno del ricorso, il ricorrente deduce quattro motivi.

1.

Primo motivo, vertente sulla violazione dell’articolo 166 del regolamento del Parlamento europeo, sulla violazione della libertà di parola e di espressione dei cittadini dell’Unione europea, con la particolare circostanza che le dichiarazioni di cui trattasi nella decisione sono state fatte da un parlamentare europeo nell’esercizio delle sue funzioni e all’interno delle istituzioni dell’Unione europea, nonché sulla violazione del principio di motivazione degli atti delle istituzioni dell’Unione europea.

2.

Secondo motivo, vertente sulla violazione del principio di motivazione degli atti delle istituzioni dell’Unione europea e dell’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e/o sulla violazione del principio generale di imparzialità.

3.

Terzo motivo, vertente sulla violazione dell’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dei diritti della difesa, dell’articolo 166, primo comma, del regolamento del Parlamento europeo.

4.

Quarto motivo, vertente sulla violazione del principio di motivazione degli atti delle istituzioni dell’Unione europea e sulla violazione dei principi di proporzionalità e del ne bis in idem.