8.1.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 5/2


Sentenza della Corte (Quinta Sezione) del 9 novembre 2017 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dallo Juzgado de lo Social no33 de Barcelona — Spagna) — María Begoña Espadas Recio / Servicio Público de Empleo Estatal (SPEE)

(Causa C-98/15) (1)

((Rinvio pregiudiziale - Direttiva 97/81/CE - Accordo quadro UNICE, CEEP e CES sul lavoro a tempo parziale - Clausola 4 - Lavoratori di sesso maschile e lavoratori di sesso femminile - Parità di trattamento in materia di previdenza sociale - Direttiva 79/7/CEE - Articolo 4 - Lavoratore a tempo parziale di tipo verticale - Prestazioni di disoccupazione - Normativa nazionale che esclude i periodi di contribuzione dei giorni non lavorati ai fini della determinazione della durata della prestazione))

(2018/C 005/02)

Lingua processuale: lo spagnolo

Giudice del rinvio

Juzgado de lo Social no33 de Barcelona

Parti

Ricorrente: María Begoña Espadas Recio

Convenuto: Servicio Público de Empleo Estatal (SPEE)

Dispositivo

1)

La clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo parziale, concluso il 6 giugno 1997, contenuta nell’allegato della direttiva 97/81/CE del Consiglio, del 15 dicembre 1997, relativa all’accordo quadro sul lavoro a tempo parziale concluso dall’UNICE, dal CEEP e dalla CES, non è applicabile a una prestazione contributiva di disoccupazione come quella oggetto del procedimento principale.

2)

L’articolo 4, paragrafo 1, della direttiva 79/7/CEE del Consiglio, del 19 dicembre 1978, relativa alla graduale attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne in materia di sicurezza sociale, dev’essere interpretato nel senso che osta ad una normativa di uno Stato membro che, nel caso di lavoro a tempo parziale verticale, escluda i giorni non lavorati dal calcolo dei giorni di contribuzione, con conseguente riduzione del periodo di erogazione della prestazione di disoccupazione, quando la maggior parte dei lavoratori a tempo parziale verticale sia costituita da donne che subiscano le conseguenze negative di tale normativa.


(1)  GU C 171 del 26.5.2015.