SENTENZA DELLA CORTE (Terza Sezione)

24 ottobre 2013 ( *1 )

«Cittadinanza dell’Unione — Articoli 20 TFUE e 21 TFUE — Diritto di libera circolazione e di soggiorno — Cittadino di uno Stato membro — Studi svolti in un altro Stato membro — Concessione di un aiuto alla formazione — Presupposto del domicilio permanente — Ubicazione del luogo di formazione nello Stato del domicilio del richiedente o in uno Stato limitrofo — Eccezione limitata — Circostanze particolari del richiedente»

Nella causa C‑220/12,

avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal Verwaltungsgericht Hannover (Germania), con decisione del 20 aprile 2012, pervenuta in cancelleria l’11 maggio 2012, nel procedimento

Andreas Ingemar Thiele Meneses

contro

Region Hannover,

LA CORTE (Terza Sezione),

composta da M. Ilešič, presidente di sezione, C.G. Fernlund, A. Ó Caoimh (relatore), C. Toader e E. Jarašiūnas, giudici,

avvocato generale: E. Sharpston

cancelliere: C. Strömholm, amministratore

vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 21 marzo 2013,

considerate le osservazioni presentate:

per M. Thiele Meneses, da R. Braun, Rechtsanwalt;

per il governo tedesco, da T. Henze e J. Möller, in qualità di agenti;

per il governo danese, da C. Thorning, in qualità di agente;

per il governo ellenico, da G. Papagianni, in qualità di agente;

per la Commissione europea, da V. Kreuschitz e D. Roussanov, in qualità di agenti,

vista la decisione, adottata dopo aver sentito l’avvocato generale, di giudicare la causa senza conclusioni,

ha pronunciato la seguente

Sentenza

1

La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione degli articoli 20 TFUE e 21 TFUE.

2

Tale domanda è stata presentata nell’ambito di una controversia tra il sig. Thiele Meneses, cittadino tedesco residente ad Istanbul (Turchia), e la Region Hannover (Regione di Hannover), Servizio per gli aiuti alla formazione, in merito al diniego di un aiuto alla formazione per studi proseguiti nei Paesi Bassi.

Contesto normativo

3

Sotto la rubrica «Formazione all’interno del paese», l’articolo 4 della legge federale relativa all’incentivazione individuale della formazione [Bundesgesetz über individuelle Förderung der Ausbildung (Bundesausbildungsförderungsgesetz)], nella versione pubblicata il 7 dicembre 2010 (BGBl. I, pag. 1952; in prosieguo: il «BAföG»), enuncia quanto segue:

«Fatti salvi gli articoli 5 e 6, gli aiuti alla formazione sono concessi per formazioni all’interno del paese».

4

L’articolo 5 del BAföG, intitolato «Formazione all’estero», recita come segue:

«1.   Il domicilio permanente ai sensi della presente legge è stabilito nel luogo ove si trova, non solo temporaneamente, il centro delle relazioni dell’interessato, senza che si richieda la volontà di stabilirvisi in via permanente; una persona che soggiorna in un luogo unicamente a fini di formazione non vi ha stabilito il suo domicilio permanente.

2   Gli studenti stabilmente domiciliati sul territorio tedesco, i quali seguono studi in un istituto di insegnamento con sede all’estero, fruiscono dell’aiuto alla formazione a condizione che

(...)

3)

lo studente (...) intraprenda o prosegua gli studi in un istituto di insegnamento situato in uno Stato membro dell’Unione europea o in Svizzera.

(...)».

5

L’articolo 6 del BAföG, intitolato «Aiuto alla formazione dei cittadini tedeschi all’estero», prevede quanto segue:

«I Tedeschi ai sensi della legge fondamentale, i quali hanno il loro domicilio permanente in uno Stato estero e frequentano in tale Stato o, a partire dal medesimo, in uno Stato limitrofo un istituto di insegnamento, possono ottenere un aiuto alla formazione, qualora le particolari circostanze del caso concreto lo giustifichino. La natura e la durata delle prestazioni nonché la presa in considerazione del reddito e del patrimonio sono determinate in funzione della situazione particolare dello Stato del soggiorno».

6

L’articolo 16 del BAföG, intitolato «Durata dell’aiuto versato per l’estero», recita come segue:

«1.   Per una formazione all’estero ai sensi dell’articolo 5, paragrafo 2, punto 1, o paragrafo 5, l’aiuto alla formazione è versato per la durata massima di un anno (…).

(...)

3.   Nei casi di cui all’articolo 5, paragrafo 2, punti 2 e 3, il beneficio dell’aiuto alla formazione non è soggetto alla limitazione temporale prevista ai paragrafi 1 e 2; tuttavia, quanto ai casi di cui all’articolo 5, paragrafo 2, punto 3, l’aiuto è versato oltre la durata di un anno soltanto se, quando lo studente ha iniziato il suo soggiorno all’estero, successivamente al 31 dicembre 2007, il suo domicilio permanente era situato da almeno tre anni sul territorio tedesco».

7

L’articolo 6 del BAföG è completato da disposizioni amministrative relative al BAföG (Allgemeine Verwaltungsvorschrift zum Bundesausbildungsförderungsgesetz; in prosieguo: le «BAföGVwV»), a norma delle quali:

«6.0.1   (...) Come regola generale e diversamente dagli studi in Germania, non è concesso alcun aiuto alla formazione per gli studi all’estero.

6.0.2   Lo studente deve chiedere prioritariamente gli aiuti alla formazione del suo paese di residenza,

6.0.10   (…)

(…) Occorre indirizzare gli studenti, il cui domicilio permanente si trova in un altro Stato, prioritariamente verso studi sul territorio tedesco.

(…)

6.0.12   Nel caso degli studenti le cui necessità sono stabilite a norma dell’articolo 13, l’impossibilità di effettuare studi in Germania può risultare

a)

dalla persona dello studente: ad esempio, se lo studente è malato o handicappato e necessita l’assistenza dei genitori o di parenti prossimi o ancora occorre che sia alloggiato presso una famiglia all’estero;

b)

dalla sua più intima cerchia personale o familiare: ad esempio, i genitori dello studente o altri parenti prossimi sono malati, handicappati o fragili ed hanno quindi bisogno della sua presenza al fine di prenderne cura;

c)

da motivi connessi agli studi: ad esempio, lo studente frequenta nello Stato di soggiorno un istituto tedesco di insegnamento che, in forza delle sue condizioni di accesso, della natura e del contenuto dell’insegnamento da esso dispensato nonché del diploma di fine studi, è equivalente alle categorie di pertinenti istituti tedeschi di insegnamento (…);

d)

da motivi economici: ad esempio, i genitori dello studente o della studentessa versano essi stessi, durante il periodo di insegnamento, in una situazione economica difficile ed imprevedibile, e hanno i requisiti per chiedere il beneficio di un assegno di sussistenza sul fondamento dell’articolo 119 della legge federale sull’aiuto sociale [Bundessozialhilfegesetz] (...), mentre l’interruzione della formazione nel paese estero o il suo proseguimento sul territorio tedesco costituirebbe un caso di difficoltà grave;

e)

dal rapporto familiare con uno dei gruppi di persone citate al punto 6.0.5 se tali persone sono trasferite in un altro Stato su istruzione o per iniziativa del datore di lavoro».

Controversia principale e questione pregiudiziale

8

Risulta dalla decisione di rinvio che il sig. Thiele Meneses, cittadino tedesco nato in Brasile nel 1989, ha il domicilio permanente ad Istanbul, dove vivono i genitori.

9

Egli ha frequentato scuole tedesche ad Istanbul dal 2001 al 2004, a Barcellona tra il 2004 e il 2007, e di nuovo ad Istanbul dal 2007 al 2009. Nel giugno 2009 il ricorrente nel procedimento principale ha ottenuto la maturità («Abitur»). Il ricorrente ha soggiornato dal giugno 2009 all’aprile 2010 in America del Sud, dove ha, tra l’altro, effettuato un tirocinio di tre mesi a Santiago (Cile). Durante il semestre estivo del 2010, egli ha intrapreso studi di giurisprudenza all’Università di Würzburg (Germania).

10

In occasione del semestre invernale 2010/2011, il sig. Thiele Meneses ha cambiato università ed ha intrapreso studi di giurisprudenza all’Università di Maastricht (Paesi Bassi), dove ha stabilito un ulteriore domicilio.

11

L’11 agosto 2010 il ricorrente nel procedimento principale ha chiesto alla Region Hannover l’aiuto alla formazione per i suoi studi all’Università di Maastricht.

12

Con decisione del 12 ottobre 2010 la Region Hannover ha respinto tale domanda per il motivo che aiuti alla formazione per i cittadini tedeschi residenti all’estero possono essere concessi solo, conformemente all’articolo 6 del BAföG, in circostanze particolari. Siffatte circostanze non sussistevano, secondo la Region Hannover, nel caso del ricorrente nel procedimento principale.

13

Il 15 novembre 2010 il sig. Thiele Meneses ha proposto un ricorso avverso tale decisione dinanzi al Verwaltungsgericht Hannover, facendo valere che il rifiuto di accordargli un aiuto alla formazione viola il diritto di libera circolazione che gli conferiscono gli articoli 20 TFUE e 21 TFUE in quanto, poiché il suo luogo di domicilio è situato in Turchia, e le disposizioni del BAföG gli accordano un aiuto alla formazione solo se prosegue i suoi studi in Germania, le suddette disposizioni gli impediscono di far uso delle libertà fondamentali previste dal Trattato FUE.

14

Il giudice del rinvio solleva questioni in ordine alla compatibilità di disposizioni nazionali come gli articoli 5 e 6 del BAföG con gli articoli 20 TFUE e 21 TFUE. A suo avviso, tali disposizioni, limitando il diritto agli aiuti alla formazione all’estero ai soli cittadini tedeschi residenti in Germania, svantaggiano un gruppo determinato di cittadini dell’Unione i quali, prima di intraprendere i loro studi, hanno il loro domicilio permanente in uno Stato membro diverso dalla Repubblica federale di Germania. L’articolo 5, paragrafo 2, prima frase, punto 3), del BAföG potrebbe dissuadere un cittadino tedesco il quale ha il domicilio permanente al di fuori della Germania, ma non necessariamente nell’Unione europea, dal rendersi in uno Stato membro diverso dalla Repubblica federale di Germania per iniziare o proseguire colà i propri studi.

15

Secondo il giudice del rinvio, tale svantaggio è compensato solo parzialmente dalla disposizione complementare di cui all’articolo 6 del BAföG, poiché quest’ultima non è applicabile a tutti i corsi di studio in ogni Stato membro, ma al contrario si limita allo Stato del domicilio del richiedente l’aiuto ed a quelli limitrofi. Inoltre l’articolo 6 del BAföG non farebbe sorgere alcun diritto ad un aiuto, dato che quest’ultimo è concesso solo in circostanze particolari ed a giudizio della Region Hannover. Anche l’articolo 6 del BAföG potrebbe quindi dissuadere un cittadino dell’Unione avente il suo domicilio permanente all’estero dal rendersi negli Stati membri di sua scelta per intraprendere o proseguire studi.

16

Alla luce delle precedenti considerazioni, il Verwaltungsgericht Hannover ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte la seguente questione pregiudiziale:

«Se il diritto di circolare e di soggiornare liberamente, attribuito ad un cittadino dell’Unione dagli articoli 20 TFUE e 21 TFUE, osti ad una normativa di diritto nazionale in base alla quale un cittadino tedesco, avente il domicilio permanente fuori dalla [Germania], possa ottenere un aiuto alla formazione per la frequentazione di un istituto di insegnamento solo se quest’ultimo si trova nello Stato del domicilio o in uno Stato ad esso limitrofo e se, inoltre, le particolari circostanze del caso di specie giustifichino l’aiuto».

Sulla questione pregiudiziale

17

Con la sua questione il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se gli articoli 20 TFUE e 21 TFUE debbano essere interpretati nel senso che ostano ad una normativa nazionale, come quella di cui al procedimento principale, che subordini, in linea di principio, la concessione di un aiuto alla formazione per studi proseguiti in un altro Stato membro alla sola condizione di avere stabilito un domicilio permanente, ai sensi della suddetta normativa, sul territorio nazionale e che, qualora il richiedente sia un cittadino nazionale il quale non avrebbe il domicilio permanente sul suddetto territorio, preveda un aiuto alla formazione all’estero solo nello Stato del domicilio del richiedente o in uno Stato limitrofo a quest’ultimo ed unicamente quando circostanze particolari lo giustifichino.

18

Si deve in limine ricordare che, in quanto cittadino tedesco, il sig. Thiele Meneses gode, ai sensi dell’articolo 20, paragrafo 1, TFUE, dello status di cittadino dell’Unione e può quindi avvalersi dei diritti inerenti a tale status, eventualmente anche nei confronti del proprio Stato membro di origine (v. sentenze del 26 ottobre 2006, Tas‑Hagen e Tas, C-192/05, Racc. pag. I-10451, punto 19; del 23 ottobre 2007, Morgan e Bucher, C-11/06 e C-12/06, Racc. Pag. I-9161, punto 22, nonché del 18 luglio 2013, Prinz e Seeberger, C‑523/11 e C‑585/11, punto 23 e giurisprudenza citata).

19

Come la Corte ha avuto modo più volte di affermare, lo status di cittadino dell’Unione è destinato ad essere lo status fondamentale dei cittadini degli Stati membri che consente a chi tra di loro si trovi nella medesima situazione di ottenere, nell’ambito di applicazione ratione materiae del Trattato FUE, indipendentemente dalla loro cittadinanza e fatte salve le eccezioni espressamente previste a tal riguardo, il medesimo trattamento giuridico (sentenze dell’11 luglio 2002, D’Hoop, C-224/98, Racc. pag. I-6191, punto 28; del 21 febbraio 2013, N., C‑46/12, punto 27, nonché Prinz e Seeberger, cit., punto 24 e giurisprudenza citata).

20

Tra le situazioni che rientrano nel campo di applicazione del diritto dell’Unione figurano quelle rientranti nell’esercizio delle libertà fondamentali garantite dal Trattato, in particolare della libertà di circolare e di soggiornare sul territorio degli Stati membri quale conferita dall’articolo 21 TFUE (v. citate sentenze Morgan e Bucher, punto 23, nonché Prinz e Seeberger, punto 25 e giurisprudenza citata).

21

A tal riguardo si deve ricordare che gli Stati membri, se è pur vero che sono competenti, ai sensi dell’articolo 165, paragrafo 1, TFUE, a stabilire i contenuti dell’insegnamento e l’organizzazione dei rispettivi sistemi educativi, devono esercitare tale competenza nel rispetto del diritto dell’Unione e, segnatamente, delle disposizioni del Trattato relative alla libertà di circolare e di soggiornare sul territorio degli Stati membri, quale riconosciuta dall’articolo 21, paragrafo 1, TFUE (v. citate sentenze Morgan e Bucher, punto 24, nonché Prinz e Seeberger, punto 26 e giurisprudenza citata).

22

Si deve poi rilevare che una normativa nazionale che svantaggia taluni cittadini di uno Stato per il solo fatto di aver esercitato la propria libertà di circolare e di soggiornare in un altro Stato membro rappresenta una restrizione delle libertà riconosciute dall’articolo 21, paragrafo 1, TFUE a tutti i cittadini dell’Unione (sentenze del 18 luglio 2006, De Cuyper, C-406/04, Racc. pag. I-6947, punto 39; Morgan e Bucher, cit., punto 25, nonché Prinz e Seeberger, cit., punto 27).

23

Infatti le facilitazioni previste dal Trattato in materia di circolazione dei cittadini dell’Unione non potrebbero dispiegare pienamente i loro effetti se un cittadino di uno Stato membro potesse essere dissuaso dall’avvalersene dagli ostacoli posti al suo soggiorno in un altro Stato membro a causa di una normativa del suo Stato di origine che lo penalizzi per il solo fatto che egli ne abbia usufruito (sentenze D’Hoop, cit., punto 31; del 29 aprile 2004, Pusa, C-224/02, Racc. pag. I-5763, punto 19; Morgan e Bucher, cit., punto 26, nonché Prinz e Seeberger, cit., punto 28).

24

Tale considerazione è particolarmente importante nel settore dell’istruzione, tenuto conto degli obiettivi perseguiti dagli articoli 6, lettera e), TFUE e 165, paragrafo 2, secondo trattino, TFUE, vale a dire, in particolare, favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti (v. sentenze D’Hoop, cit., punto 32; del 7 luglio 2005, Commissione/Austria, C-147/03, Racc. pag. I-5969, punto 44; Morgan e Bucher, cit., punto 27, nonché Prinz e Seeberger, cit., punto 29).

25

Si deve ricordare in proposito che il diritto dell’Unione non impone alcun obbligo agli Stati membri di prevedere un sistema di aiuto alla formazione per effettuare studi in un altro Stato membro. Tuttavia, esso deve far sì che le modalità di concessione di tali aiuti non creino una limitazione ingiustificata al diritto di circolare e soggiornare nel territorio degli altri Sati membri (citate sentenze Morgan e Bucher, punto 28, nonché Prinz e Seeberger, punto 30).

26

Nel caso di specie è certo che il ricorrente nel procedimento principale, il quale ha sempre mantenuto il suo domicilio permanente, ai sensi del BAföG, in Turchia, ha iniziato i suoi studi di giurisprudenza in Germania poi, dopo un semestre, ha cambiato università al fine di proseguire i suoi studi nei Paesi Bassi. Risulta del pari dal fascicolo che il suddetto ricorrente non voleva studiare né in Turchia né in uno Stato limitrofo e che, secondo la valutazione della Region Hannover, nessuna circostanza personale giustificava la concessione di un aiuto alla formazione all’estero.

27

Orbene, è giocoforza constatare che un requisito di domicilio permanente, come quello di cui all’articolo 5, paragrafo 2, del BAföG, sebbene si applichi indistintamente ai cittadini tedeschi ed agli altri cittadini dell’Unione, costituisce una restrizione al diritto di libera circolazione e di soggiorno di cui godono tutti i cittadini dell’Unione in forza dell’articolo 21 TFUE (v., in tal senso, citata sentenza Prinz e Seeberger, punto 31). Sull’esistenza di una restrizione siffatta non incide il fatto che la normativa in questione nel procedimento principale preveda, all’articolo 6 del BAföG, la possibilità per i cittadini nazionali di derogare a tale requisito in circostanze particolari nettamente circoscritte, senza garantire ai cittadini stessi il pieno godimento del loro diritto di libera circolazione e di soggiorno.

28

Una normativa di tal genere è quindi tale da dissuadere i cittadini dell’Unione dall’esercizio della loro libertà di circolare e di soggiornare in un altro Stato membro, tenuto conto dell’incidenza che l’esercizio di tale libertà può avere sul diritto all’aiuto alla formazione (v. citata sentenza Prinz e Seeberger, punto 32).

29

La restrizione derivante dalla normativa in parola nel procedimento principale può essere giustificata, con riferimento al diritto dell’Unione, solo se sia fondata su considerazioni soggettive di interesse generale, indipendenti dalla cittadinanza delle persone interessate, e sia commisurata allo scopo legittimamente perseguito dal diritto nazionale (v. citate sentenze De Cuyper, punto 40; Morgan e Bucher, punto 33, nonché Prinz e Seeberger, punto 33). Dalla giurisprudenza della Corte emerge che una misura è proporzionata quando è idonea a realizzare l’obiettivo perseguito, ma al contempo non va oltre quanto necessario per il suo raggiungimento (v. citate sentenze De Cuyper, punto 42; Morgan e Bucher, punto 33, nonché Prinz e Seeberger, punto 33).

30

Proprio alla luce dei criteri della giurisprudenza ricordata al punto precedente, occorre esaminare gli argomenti presentati alla Corte, diretti a giustificare la restrizione menzionata al punto 27 della presente sentenza.

31

Secondo il governo tedesco, nei limiti in cui sussiste una restrizione alle libertà di circolare e di soggiornare, le disposizioni del BAföG si giustificano grazie a considerazioni oggettive di interesse generale. A tal riguardo, un cittadino tedesco, indipendentemente dal fatto che abiti in Germania o all’estero, dovrebbe orientarsi anzitutto, quanto agli aiuti alla formazione in forza del BAföG, verso studi sul territorio nazionale. Così, secondo tale governo, la normativa nazionale permette di finanziare studi al di fuori della Repubblica federale di Germania solo eccezionalmente nel caso in cui non si potrebbe ragionevolmente contemplare di proseguire gli studi in tale Stato membro ed unicamente nello Stato del domicilio del richiedente o in uno Stato a quest’ultimo limitrofo. L’eccezione prevista all’articolo 6 del BAföG avrebbe quindi una portata ristretta e non sarebbe finalizzata all’istituzione di una disciplina generale per finanziare gli studi dei cittadini tedeschi i quali hanno il loro domicilio permanente all’estero. Il governo tedesco ricorda peraltro che il criterio di collegamento al territorio nazionale rimane sempre una condizione preliminare per la concessione di un aiuto in forza del BAföG.

32

Così il governo tedesco fa valere che la normativa nazionale può essere giustificata in rapporto a tre obiettivi: un obiettivo diretto a garantire un livello minimo di integrazione tra il richiedente l’aiuto e lo Stato erogante, un obiettivo economico diretto a prevenire un onere eccessivo ed a mantenere il contesto nazionale degli aiuti alla formazione esportabili, nonché un obiettivo diretto a promuovere la mobilità transfrontaliera degli studenti.

33

In primo luogo, il governo sostiene che il contesto normativo del BAföG è diretto a garantire un livello minimo di integrazione tra il richiedente l’aiuto e lo Stato erogante.

34

Occorre constatare a tale proposito che tanto la promozione della mobilità e dell’integrazione degli studenti, quanto la volontà di garantire l’esistenza di un certo criterio di collegamento tra la società dello Stato membro interessato ed il beneficiario di una prestazione quale quella oggetto della causa principale sono certamente idonee a costituire considerazioni oggettive di interesse generale tali da giustificare il fatto che i requisiti di concessione di una simile prestazione possano incidere sulla libera circolazione dei cittadini dell’Unione (v., per analogia, sentenze D’Hoop, cit., punto 38; Tas-Hagen e Tas, cit., punto 35; del 22 maggio 2008, Nerkowska, C-499/06, Racc. pag. I-3993, punto 37, nonché del 1o ottobre 2009, Gottwald, C-103/08, Racc. pag. I-9117, punto 32).

35

La Corte ha riconosciuto che, al fine di evitare che la concessione di aiuti diretti a coprire spese di mantenimento di studenti provenienti da altri Stati membri divenga un onere irragionevole che potrebbe avere conseguenze sul livello globale degli aiuti che possono essere concessi da tale Stato, può essere legittimo per uno Stato membro concedere detti aiuti solo agli studenti che abbiano dimostrato un certo grado di integrazione nella società dello Stato medesimo e che, laddove sussiste il rischio per lo Stato membro di dover far fronte a oneri irragionevoli, considerazioni analoghe possono applicarsi, in linea di principio, per quanto riguarda la concessione, da parte di uno Stato membro, di aiuti alla formazione agli studenti che intendano seguire studi in altri Stati membri (sentenze del 15 marzo 2005, Bidar, C-209/03, Racc. pag. I-2119, punti 56 e 57; Morgan e Bucher, cit., punti 43 e 44, nonché Prinz e Seeberger, cit., punto 36).

36

Tuttavia, secondo una giurisprudenza consolidata, la prova richiesta da uno Stato membro per poter far valere l’esistenza di un grado reale di collegamento non deve avere carattere troppo esclusivo, privilegiando indebitamente un elemento non necessariamente rappresentativo del grado reale ed effettivo di collegamento tra il richiedente e lo Stato membro medesimo, restando escluso qualsiasi altro elemento rappresentativo (v. sentenze D’Hoop, cit., punto 39; del 21 luglio 2011, Stewart, C-503/09, Racc. pag. I-6497, punto 95; del 4 ottobre 2012, Commissione/Austria, C‑75/11, punto 62; del 20 giugno 2013, Giersch e a., C‑20/12, punto 76, nonché Prinz e Seeberger, cit., punto 37).

37

Riguardo al grado di collegamento del beneficiario di una prestazione con la società dello Stato membro interessato, la Corte ha già avuto modo di statuire, in merito a prestazioni non disciplinate dal diritto dell’Unione come quella oggetto della causa principale, che gli Stati membri dispongono di un ampio margine discrezionale per quanto riguarda la fissazione dei criteri di valutazione di tale collegamento (v., in tal senso, citate sentenze Tas-Hagen e Tas, punto 36, nonché Gottwald, punto 34).

38

In proposito la Corte ha tuttavia già dichiarato che un requisito unico di domicilio permanente, come quello oggetto del procedimento principale, rischia di escludere dal beneficio dell’aiuto in questione studenti i quali, pur non avendo risieduto in Germania per un periodo ininterrotto di tre anni immediatamente prima dell’avvio degli studi all’estero, possiedono nondimeno sufficienti collegamenti con la società tedesca. Ciò può verificarsi nel caso in cui lo studente possieda la cittadinanza dello Stato membro di cui trattasi ed abbia ivi seguito gli studi scolastici per un periodo significativo, ovvero in considerazione di altri fattori, quali, segnatamente, la sua famiglia, la sua occupazione, le sue conoscenze linguistiche o l’esistenza di altri collegamenti di ordine sociale o economico (v., in tal senso, Prinz e Seeberger, cit., punto 38).

39

Nella fattispecie l’articolo 6 del BAföG permette di derogare al requisito del domicilio ininterrotto di tre anni in Germania per quanto concerne i cittadini tedeschi che hanno il loro domicilio permanente all’estero. Tuttavia, il governo tedesco ha indicato, nelle sue osservazioni presentate alla Corte ed in udienza, che la deroga prevista al suddetto articolo 6 del BAföG è interpretata in maniera restrittiva e riveste natura eccezionale. Esso indica al riguardo che il suddetto articolo 6, completato dalle BAföGVwV, è applicabile soltanto alle situazioni in cui i richiedenti l’aiuto alla formazione si trovano nell’impossibilità di effettuare i loro studi in Germania. Le BAföGVwV riguarderebbero, segnatamente, la malattia o l’handicap del richiedente oppure la malattia o l’handicap dei genitori del richiedente bisognosi di cure, nonché altri motivi connessi all’equivalenza degli studi o alla situazione economica dei genitori del richiedente.

40

Appare quindi che l’applicazione di tali deroghe non dipende affatto dall’esistenza di criteri di collegamento tra il richiedente l’aiuto e la società tedesca. Pertanto esse non possono permettere di realizzare l’obiettivo di integrazione sostenuto dal governo tedesco. In una situazione siffatta il requisito del domicilio permanente controverso nel procedimento principale permane al contempo troppo esclusivo e troppo aleatorio, privilegiando indebitamente un elemento che non è necessariamente rappresentativo del grado di integrazione nella società dello Stato membro al momento della domanda dell’aiuto. Di conseguenza la normativa nazionale in questione nel procedimento principale non può considerarsi proporzionata al suddetto obiettivo di integrazione.

41

Spetta pertanto al giudice del rinvio, unico competente a valutare i fatti, esaminare gli eventuali criteri di collegamento tra il ricorrente nel procedimento principale e la Repubblica federale di Germania, dato che il sig. Thiele Meneses, cittadino tedesco nato in Brasile, non ha mai risieduto in Germania, ma ha compiuto la sua formazione scolastica in scuole tedesche in Spagna ed in Turchia.

42

In secondo luogo, il governo tedesco fa valere che le disposizioni del BAföG in questione hanno per obiettivo di evitare che lo Stato erogante subisca un onere irragionevole, il che è garantito dal mantenimento della disciplina nazionale di aiuti alla formazione esportabili. A suo avviso, la prevenzione di un onere irragionevole ed il mantenimento del criterio nazionale degli aiuti alla formazione esportabili sono obiettivi di interesse generale, che possono giustificare una restrizione alle libertà fondamentali conferite dagli articoli 20 TFUE e 21 TFUE.

43

Occorre ricordare in proposito che considerazioni di bilancio, sebbene possano costituire il fondamento delle scelte di politica sociale di uno Stato membro e possano influenzare la natura ovvero la portata dei provvedimenti di tutela sociale che esso intende adottare, non costituiscono tuttavia, di per sé, un obiettivo perseguito da tale politica (v., in tal senso, sentenze del 20 marzo 2003, Kutz‑Bauer, C-187/00, Racc. pag. I-2741, punto 59, e del 10 marzo 2005, Nikoloudi, C-196/02, Racc. pag. I-1789, punto 53). Motivi di natura economica non possono costituire motivi imperativi di interesse generale idonei a giustificare una limitazione di una libertà fondamentale garantita dal Trattato (v., per analogia, sentenze del 17 marzo 2005, Kranemann, C-109/04, Racc. pag. I-2421, punto 34 e giurisprudenza citata, nonché dell’11 marzo 2010, Attanasio Group, C-384/08, Racc. pag. I-2055, punto 55).

44

Ne risulta che l’obiettivo meramente economico dedotto dal governo tedesco non può considerarsi come un motivo imperativo di interesse generale idoneo a giustificare oggettivamente la normativa in parola.

45

Inoltre il governo tedesco ha del pari sostenuto, in udienza, che siffatto obiettivo economico sostiene un’ulteriore finalità di integrazione e mira quindi a garantire che soltanto i richiedenti l’aiuto i quali provino un collegamento sufficiente con lo Stato erogante fruiscano della concessione di un aiuto alla formazione. Tale obiettivo perseguirebbe dunque un’ulteriore finalità di natura non economica che potrebbe giustificare una restrizione alle libertà fondamentali.

46

La Corte ha già constatato, al punto 40 della presente sentenza, che in ogni caso il requisito del domicilio permanente, nonostante limitate deroghe al medesimo, è al contempo troppo generale e troppo esclusivo. Tale restrizione al diritto di libertà di circolazione e di soggiorno non può dunque considerarsi proporzionato all’obiettivo economico perseguito, quale lo sostiene il governo tedesco.

47

In terzo luogo, secondo quest’ultimo, la normativa nazionale ha per oggetto di promuovere la mobilità nel settore della formazione. Così la normativa in questione nel procedimento principale sarebbe tale da incitare studenti, inclini a studiare solo in Germania, a recarsi a studiare all’estero ed il mercato nazionale del lavoro trarrebbe vantaggio dalla suddetta mobilità poiché, dato il domicilio permanente in Germania, il ritorno nello Stato erogante costituirebbe la norma. Al contrario, un richiedente l’aiuto il quale risiede all’estero e vuole studiare in un’altra lingua in un altro Stato membro non sarebbe incoraggiato ad integrare il mercato del lavoro tedesco. Le misure previste dal BAföG permetterebbero dunque la realizzazione di tale obiettivo e non andrebbero oltre quanto necessario per raggiungerlo.

48

In proposito la Corte ha già dichiarato che l’obiettivo di favorire la mobilità degli studenti rientra nella sfera dell’interesse generale e fa parte delle azioni che l’articolo 165 TFUE assegna all’Unione nel contesto della sua politica dell’educazione, della formazione professionale, della gioventù e dello sport e che la mobilità in tema di istruzione e formazione è parte integrante della libera circolazione delle persone e uno dei principi obiettivi dell’azione dell’Unione (v. sentenza del 14 giugno 2012, Commissione/Paesi Bassi, C‑542/09, punto 71).

49

In tale contesto una giustificazione relativa alla promozione della mobilità degli studenti potrebbe costituire un motivo imperativo di interesse generale idoneo a giustificare una restrizione come quella del caso di specie. Tuttavia, com’è stato indicato al punto 29 della presente sentenza, una normativa atta a limitare una libertà fondamentale garantita dal Trattato, quale la libera circolazione delle persone, può essere validamente giustificata soltanto se è idonea a garantire le realizzazione dell’obiettivo legittimo perseguito e non eccede quanto necessario per raggiungerlo (v. citata sentenza Commissione/Paesi Bassi, punto 73).

50

Orbene, la Corte ha in ogni caso già constatato, al punto 40 della presente sentenza, che una normativa come quella in parola nel procedimento principale ha un carattere al contempo troppo generale e troppo esclusivo e non può considerarsi proporzionata, dal momento che privilegia un elemento che non è necessariamente l’unico rappresentativo del grado reale di collegamento tra l’interessato e la società tedesca (v., in tal senso, citata sentenza Commissione/Paesi Bassi, punto 86).

51

Alla luce di quanto precede, occorre rispondere alla questione sollevata dichiarando che gli articoli 20 TFUE e 21 TFUE devono essere interpretati nel senso che ostano ad una normativa di uno Stato membro, come quella di cui al procedimento principale, che subordini, in linea di principio, la concessione di un aiuto alla formazione in ragione di studi svolti in un altro Stato membro all’unico requisito di avere stabilito un domicilio permanente, ai sensi della stessa normativa, sul territorio nazionale e che, qualora il richiedente sia un cittadino nazionale il quale non abbia il domicilio permanente sul suddetto territorio nazionale, preveda un aiuto alla formazione all’estero solo nello Stato del domicilio del richiedente o in uno Stato a quest’ultimo limitrofo ed unicamente quando circostanze particolari lo giustifichino.

Sulle spese

52

Nei confronti delle parti nel procedimento principale la presente causa costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione.

 

Per questi motivi, la Corte (Terza Sezione) dichiara:

 

Gli articoli 20 TFUE e 21 TFUE devono essere interpretati nel senso che ostano ad una normativa di uno Stato membro, come quella di cui al procedimento principale, che subordina, in linea di principio, la concessione di un aiuto alla formazione in ragione di studi svolti in un altro Stato membro all’unico requisito di avere stabilito un domicilio permanente, ai sensi della stessa normativa, sul territorio nazionale e che, qualora il richiedente sia un cittadino nazionale il quale non abbia il domicilio permanente sul suddetto territorio nazionale, prevede un aiuto alla formazione all’estero solo nello Stato del domicilio del richiedente o in uno Stato a quest’ultimo limitrofo ed unicamente quando circostanze particolari lo giustifichino.

 

Firme


( *1 ) Lingua processuale: il tedesco.