COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 25.9.2024
COM(2024) 419 final
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Relazione sull'attuazione del piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025 e ai piani d'azione nazionali contro il razzismo e la discriminazione
1.Introduzione: realmente "uniti nella diversità"
Il primo piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025 (di seguito "piano d'azione"), adottato nel settembre 2020, ricorda che la discriminazione razziale continua a rappresentare una piaga per l'intera società. Nell'Unione europea (UE) la discriminazione fondata sulla razza o sull'origine etnica non solo è esplicitamente vietata dalla legislazione, ma costituisce una violazione dei nostri valori comuni, della nostra società aperta e democratica e dello Stato di diritto.
Il piano d'azione è un'iniziativa fondamentale della Commissione europea per intensificare la lotta contro il razzismo e la discriminazione razziale in tutta l'UE e nel resto del mondo. Delinea un quadro globale per promuovere la non discriminazione, l'uguaglianza, la diversità e il pluralismo negli Stati membri dell'UE e definisce una serie di misure intese a combattere il razzismo in vari settori, tra cui le attività di contrasto, l'istruzione, l'occupazione, l'alloggio e la sanità. Il piano d'azione sottolinea la necessità di rafforzare il quadro giuridico dell'UE in materia di uguaglianza, non discriminazione e lotta contro l'incitamento all'odio, compresi meccanismi di applicazione efficaci, e l'importanza di sensibilizzare e combattere gli stereotipi e l'intolleranza in cooperazione con i social media e i mezzi di comunicazione tradizionali.
La presente relazione delinea una panoramica dei progressi compiuti nell'attuazione del piano d'azione e offre agli Stati membri orientamenti sull'elaborazione e l'attuazione di piani d'azione nazionali efficaci contro il razzismo, seguendo la struttura del piano d'azione.
Gli attacchi terroristici perpetrati in Israele il 7 ottobre 2023, con la conseguente situazione umanitaria catastrofica dovuta alla guerra a Gaza, hanno esacerbato il razzismo e l'incitamento all'odio e provocato una forte crescita dell'antisemitismo e dell'odio anti-islamico in tutto il mondo, compresa l'UE. La polarizzazione, la disinformazione e gli stereotipi negativi che ne derivano rappresentano una sfida per la lotta contro il razzismo e l'odio. L'aumento dell'odio, dell'antisemitismo e dell'odio anti-islamico è stato tempestivamente affrontato dalla Commissione, in particolare con la comunicazione "Nessuno spazio per l'odio in un'Europa che, unita, lo ripudia".
"Being Black in the EU" ("Essere di colore nell'UE"): seconda indagine su minoranze e discriminazioni nell'Unione europea
Nel 2022 la FRA ha condotto la sua terza indagine "EU Survey" sugli immigrati e i loro discendenti e successivamente, nell'ottobre 2023, ha pubblicato la seconda edizione della relazione "Being Black in Europe".
I risultati dell'indagine del 2022 non mostrano alcun progresso. Rispetto al 2016, gli intervistati hanno segnalato livelli più elevati di discriminazione razziale in tutti gli ambiti della vita. Nel complesso, la prevalenza della discriminazione razziale nell'arco di 12 mesi è passata dal 24 % al 34 %, aumentando in ambiti quali la ricerca dell'alloggio, la ricerca di un lavoro, il mondo del lavoro e l'istruzione. Ad esempio, la prevalenza della discriminazione nell'arco di 12 mesi nel mercato degli alloggi è passata dal 6 % nel 2016 al 28 % nel 2022. Non si sono registrati progressi per quanto riguarda le molestie o le violenze razziste. Come nel 2016, il 30 % degli intervistati ha dichiarato di aver subito molestie razziste e il 4 % un attacco razzista nei cinque anni precedenti l'indagine.
2. Il razzismo individuale: lottare contro i danni causati alle persone e alla società
una persona Rom: 51 %
una persona di colore: 68 %
una persona asiatica: 70 %
Percentuale di europei che affermano che si sentirebbero a proprio agio se uno dei loro figli fosse legato/a sentimentalmente a
2.1 Lottare contro il razzismo e la discriminazione razziale attraverso la legislazione
Per combattere il razzismo è necessario un quadro giuridico solido ed efficace che promuova l'uguaglianza e i diritti individuali e protegga le persone dalla discriminazione. La Commissione continua a monitorare la piena attuazione della legislazione pertinente negli Stati membri e, se necessario, ad avviare procedure di infrazione.
La direttiva sull'uguaglianza razziale e gli organismi per la parità
L'attuazione della direttiva sull'uguaglianza razziale da parte degli Stati membri rappresenta una pietra angolare del piano d'azione ed è stata pertanto costantemente monitorata dalla Commissione. Sono in corso procedure formali di infrazione nei confronti di tre Stati membri e nel 2023 la Commissione ha deferito uno di questi casi aperti alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
La Commissione ha pubblicato nel marzo 2021 una relazione sull'applicazione della direttiva, nella quale ha indicato la necessità di un più attento controllo di tale attuazione da parte degli Stati membri, in particolare per quanto riguarda la protezione delle vittime e l'applicazione di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive. A sostegno di questo lavoro, alla fine del 2023 la Commissione ha avviato uno studio per analizzare il quadro giuridico in materia di sanzioni in tutti gli Stati membri dell'UE e per esaminarne l'attuazione pratica.
Inoltre, nel 2022 la Commissione ha pubblicato uno studio sulle possibili lacune giuridiche e non giuridiche nella protezione contro la discriminazione razziale o etnica, che ha raccolto dati sui settori in cui si verificano episodi di discriminazione, compresi quelli in cui sono coinvolte le autorità di contrasto. Lo studio indica le attività di fermo e perquisizione e l'uso della forza da parte della polizia tra i settori in cui è stata percepita la discriminazione, e auspica un'ulteriore raccolta di dati e la promozione di buone pratiche in questo ambito, che rientra nella sfera di competenza degli Stati membri. Di conseguenza nel 2024 la FRA ha pubblicato la relazione "Addressing racism in policing".
A dicembre 2022 la Commissione ha proposto misure volte a rafforzare il ruolo e l'indipendenza degli organismi nazionali per la parità. Le direttive proposte, adottate dai legislatori nella primavera del 2024, sono entrate in vigore nel giugno 2024. Le nuove norme vincolanti rafforzano l'indipendenza e le risorse degli organismi per la parità e impongono agli Stati membri di dotarli di maggiori poteri affinché assistano efficacemente le vittime di discriminazione e contribuiscano all'applicazione pratica delle norme antidiscriminazione. Le nuove norme mirano inoltre a sviluppare il ruolo degli organismi per la parità nel prevenire fin dall'inizio il verificarsi di episodi di discriminazione, tenendo conto delle specifiche situazioni di svantaggio derivanti dalla discriminazione intersezionale e concentrandosi sui gruppi che possono essere ostacolati nell'accesso alle informazioni.
La decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia e gli altri strumenti giuridici per combattere il razzismo
Il piano d'azione sottolinea l'importanza di un recepimento completo e corretto da parte degli Stati membri della decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia mediante il diritto penale. La decisione quadro intende garantire che gravi manifestazioni di odio razziale e xenofobo o di incitamento all'odio siano punite con sanzioni penali effettive, proporzionate e dissuasive in tutta l'UE. Dal 2020 la Commissione ha adottato misure per garantirne il recepimento corretto e completo e ha avviato 13 procedure di infrazione nei confronti di Stati membri le cui leggi nazionali non l'hanno recepita pienamente e correttamente. Tra questi, sei Stati membri hanno reso la loro legislazione pienamente conforme alla decisione quadro e i relativi casi sono stati chiusi. Altri quattro hanno compiuto progressi e stanno modificando la loro legislazione.
Nel dicembre 2021, al fine di ovviare al fatto che la decisione quadro contempla un numero limitato di motivi di odio e di garantire che tutte le vittime dell'odio siano parimenti tutelate, la Commissione ha adottato una comunicazione che sollecita una decisione del Consiglio per estendere l'elenco attuale dei "reati riconosciuti dall'UE" all'incitamento all'odio e ai reati generati dall'odio. Se tale decisione fosse adottata, la Commissione potrebbe proporre una legislazione che armonizza il diritto penale sostanziale nel settore dell'incitamento all'odio e dei reati generati dall'odio.
Combattere l'odio nella società
Per contrastare l'aumento dell'incitamento all'odio e dei reati generati dall'odio, nel dicembre 2023 la Commissione e l'alto rappresentante hanno adottato una comunicazione congiunta dal titolo "Nessuno spazio per l'odio in un'Europa che, unita, lo ripudia". Scopo della comunicazione è intensificare l'azione dell'UE per combattere l'odio in tutte le sue forme, rafforzando gli interventi in una serie di settori e adottando un approccio esteso a tutta la società. Come seguito diretto della comunicazione, la Commissione ha organizzato un panel europeo di cittadini sul tema della lotta contro l'odio nella società, in cui 150 cittadini di tutti gli Stati membri dell'UE hanno discusso su misure di lotta contro l'odio e l'intolleranza. Ne sono scaturite 21 raccomandazioni, alle quali la Commissione si è impegnata a dare seguito, che riguardano fra l'altro misure volte a contrastare il razzismo e la discriminazione attraverso l'istruzione, la sensibilizzazione e lo spazio digitale.
2.2 Al di là della legislazione dell'UE: fare di più per lottare contro il razzismo nella vita di tutti i giorni
·Il 61 % degli europei afferma che la discriminazione basata sul colore della pelle è diffusa nel proprio paese.
·Quasi la metà delle persone di origine africana è vittima di discriminazione razziale, con un aumento dal 39 % nel 2016 al 45 % nel 2022.
·La discriminazione rimane invisibile: solo il 9 % delle vittime segnala incidenti.
La lotta alle discriminazioni da parte delle autorità di contrasto
La fiducia nei funzionari pubblici, nelle autorità di contrasto, nella polizia e nelle forze di sicurezza è essenziale per una società funzionante ed è una condizione necessaria per la coesione sociale. La scarsità di denunce dei reati generati dall'odio, della discriminazione razziale ed etnica e di altri incidenti correlati è in parte legata alla mancanza di fiducia nelle autorità competenti. Questa sfiducia aumenta in caso di pregiudizi razziali o vessazioni da parte di agenti di polizia o altri funzionari pubblici. Per combattere il razzismo è quindi essenziale prendere atto della diversità e rispettare i diritti fondamentali nelle attività di contrasto.
La relazione della FRA del 2024 "Addressing racism in policing" è il primo studio a livello dell'UE che esamina in modo esaustivo i quadri giuridici, analizza le lacune nelle risposte politiche e nell'efficacia dei controlli e delinea le pratiche volte a combattere il razzismo nelle attività di polizia. La relazione fornisce dati sul razzismo nelle attività di polizia, documentando fra l'altro pratiche discriminatorie di profilazione, comunicazioni razziste inadeguate e un uso eccessivo della forza.
L'Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto (CEPOL) contribuisce alla lotta contro il razzismo e la discriminazione organizzando una formazione annuale sui reati generati dall'odio e sulle vittime di tali reati, e propone ogni anno diversi webinar, in cooperazione con la FRA, sui reati generati dall'odio, con particolare attenzione a diverse minoranze. Sono affrontati anche i problemi dei fermi e delle perquisizioni di polizia e della profilazione razziale. I reati generati dall'odio sono uno degli argomenti che gli operatori delle autorità di contrasto possono scegliere per gli scambi con colleghi di altri Stati membri nell'ambito del programma di scambio della CEPOL.
La CEPOL ha inoltre organizzato un seminario riguardante le conseguenze degli attacchi terroristici in Israele del 7 ottobre 2023, con la conseguente situazione umanitaria catastrofica a Gaza, sulla sicurezza dell'UE, con particolare attenzione alle comunità ebraiche e musulmane.
Nel corso della consultazione, in alcuni Stati membri le organizzazioni della società civile e gli organismi per la parità hanno segnalato un aumento di episodi di uso eccessivo della forza da parte delle autorità di contrasto, che hanno persino causato tragici decessi di individui provenienti da minoranze razziali ed etniche. Gli Stati membri sono pertanto incoraggiati a proseguire e intensificare gli sforzi per prevenire atteggiamenti discriminatori tra gli operatori delle autorità di contrasto. Sono inoltre incoraggiati ad applicare il quadro giuridico internazionale sull'uso della forza da parte delle autorità di contrasto, organizzando fra l'altro, con il contributo delle istituzioni nazionali per i diritti umani e degli organismi per la parità, formazioni mirate destinate alla polizia e agli operatori delle autorità di contrasto.
Sicurezza
La Commissione ha affrontato la minaccia rappresentata dall'estremismo violento derivante dalle ideologie razziste mediante i lavori del Forum dell'UE su Internet (EUIF) e della rete di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione (RAN). Il polo di conoscenze dell'UE sulla prevenzione della radicalizzazione, istituito di recente, si baserà sul lavoro svolto dalla RAN per aumentare il sostegno dell'UE alla lotta contro il razzismo e la xenofobia che conducono alla radicalizzazione e alla violenza.
Nel novembre 2021, con il sostegno degli Stati membri e di Europol, l'EUIF ha presentato un pacchetto di conoscenze su gruppi, simboli e manifesti dell'estremismo violento di destra vietati negli Stati membri dell'UE, aggiornato regolarmente e finalizzato ad agevolare gli sforzi volontari di moderazione dei contenuti da parte delle imprese tecnologiche. È stato inoltre avviato uno studio per esaminare in che misura gli algoritmi amplificano i contenuti terroristici ed estremisti violenti per gli utenti online. Lo studio esamina inoltre la misura in cui vengono amplificati i contenuti borderline, come alcune forme di incitamento all'odio, la disinformazione e altre forme di contenuti legali ma dannosi che potrebbero portare alla radicalizzazione e al reclutamento.
In tale contesto l'EUIF ha elaborato un manuale dei contenuti borderline che fornisce esempi e definizioni di contenuti di questo tipo affinché le piattaforme tecnologiche moderino i contenuti borderline razzisti, antisemiti e anti-islamici online per proteggere gli utenti.
Nel maggio 2024 la RAN ha esaminato l'impatto delle narrazioni estremiste violente di destra sul dibattito sociale. Per combattere le argomentazioni che si diffondono in vari ambiti, come lo sport, i media, la politica e le piattaforme online, è essenziale integrare il pensiero critico e l'alfabetizzazione mediatica nei programmi scolastici, poiché queste competenze riducono la suscettibilità alle ideologie razziste. Promuovere la comprensione dei diversi punti di vista e la responsabilità dei media può evitare la diffusione indiscriminata di contenuti estremisti.
Affrontare i rischi delle nuove tecnologie
L'uso dell'intelligenza artificiale (IA) può influire negativamente sui diritti fondamentali, come il diritto alla non discriminazione, in quanto gli algoritmi possono essere non obiettivi o diventarlo nel tempo, causando così discriminazioni nei settori dell'occupazione, dell'istruzione, della sicurezza sociale e delle attività di contrasto. Gli strumenti di IA nelle attività di contrasto potrebbero aumentare la profilazione razziale. Nel maggio 2024 la Commissione europea ha proposto il primo quadro normativo dell'UE per l'IA, che prevede un'analisi e una classificazione dei sistemi di IA in diverse applicazioni in funzione del rischio che comportano per gli utenti. Prima di immettere sul mercato sistemi di IA considerati ad alto rischio occorre controllare che rispettino una serie di condizioni, al fine di aumentare la trasparenza e ridurre al minimo i pericoli per la sicurezza e i diritti fondamentali. Occorre fra l'altro tenere conto dei potenziali pregiudizi e discriminazioni causati da sistemi di IA ad alto rischio come quelli utilizzati dalle autorità di contrasto e dai sistemi di assunzione, istruzione e assistenza sanitaria. La legge sull'IA vieta inoltre l'uso dell'IA da parte delle autorità di contrasto per prevedere il verificarsi di un reato sulla base della profilazione e i sistemi che utilizzano dati biometrici per classificare le persone in base a categorie specifiche quali la razza, la religione o l'orientamento sessuale.
Il regolamento sui servizi digitali affronta i contenuti illegali e la disinformazione online, compreso l'incitamento all'odio razziale, e previene i potenziali danni causati dalla diffusione di contenuti illegali. Dal 2016 la Commissione collabora con i fornitori di grandi piattaforme nell'ambito del codice di condotta per lottare contro le forme illegali di incitamento all'odio online. Uno dei principali impegni assunti dalle piattaforme partecipanti è valutare le segnalazioni di presunte forme illegali di incitamento all'odio entro 24 ore nella maggior parte dei casi e rimuovere rapidamente i contenuti, ove necessario. Da quando è stato introdotto, il codice ha ottenuto risultati importanti e ha attirato nuove piattaforme, tra cui TikTok, LinkedIn, Viber e Twitch. Dopo l'entrata in vigore del regolamento sui servizi digitali, i firmatari hanno presentato una versione riveduta del codice di condotta per rafforzare la sua capacità di impedire che l'incitamento all'odio diventi virale, attraverso meccanismi di allerta.
Occupazione, istruzione, sanità e alloggio
L'UE continua a ricorrere a misure politiche e programmi di finanziamento per combattere il razzismo e la discriminazione razziale nell'accesso ai settori generali dell'occupazione, dell'istruzione e formazione, dell'assistenza sanitaria, della protezione sociale e degli alloggi non segregati.
Durante il processo di consultazione, i portatori di interessi della società civile hanno sottolineato che negli ultimi due anni la qualità di vita delle persone appartenenti a minoranze razziali ed etniche non è migliorata in modo significativo: queste persone continuano ad avere difficoltà a ottenere alloggi adeguati a prezzi accessibili. Le gravi conseguenze economiche della pandemia di COVID-19 e della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina hanno colpito in misura sproporzionata le comunità emarginate, che hanno dovuto far fronte ad aumenti degli affitti, delle bollette energetiche e del costo della vita.
Poiché spetta in primo luogo alle autorità nazionali e locali prevenire e contrastare le disuguaglianze sociali e la segregazione residenziale e scolastica, è essenziale che gli Stati membri garantiscano che le persone appartenenti a minoranze razziali o etniche beneficino concretamente di politiche e programmi di inclusione sociale che favoriscano il loro accesso a servizi generali non segregati.
Occupazione
Le persone appartenenti a minoranze razziali o etniche sono spesso discriminate quando cercano di ottenere un posto di lavoro o una formazione.
Adottando all'unanimità la raccomandazione del Consiglio sull'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom nel marzo 2021, gli Stati membri si sono impegnati a elaborare misure per combattere ed eliminare la discriminazione, tra cui misure di sensibilizzazione sull'esigenza di evitare le discriminazioni nelle politiche in materia di occupazione e accesso all'occupazione e nelle misure di attivazione, e corsi di formazione per i datori di lavoro destinati a combattere la discriminazione e le sue cause profonde.
Il piano d'azione per l'integrazione e l'inclusione 2021-2027 mira a superare le difficoltà cui devono far fronte i migranti e i cittadini provenienti da un contesto migratorio. Questa strategia affronta i principali ostacoli all'integrazione che i cittadini di paesi terzi incontrano in settori chiave (alloggi, istruzione, occupazione e assistenza sanitaria).
Istruzione
La disparità di accesso a un'istruzione generale inclusiva e di qualità perpetua le differenze socioeconomiche tra le persone di origini razziali ed etniche diverse. Le persone di origine africana hanno maggiori probabilità di abbandonare precocemente la scuola e minori probabilità di seguire un'istruzione terziaria. Offrire le stesse opportunità di istruzione insieme a un sostegno mirato per eliminare gli ostacoli all'accesso specifici di ciascun gruppo può contribuire a creare condizioni di parità. L'istruzione può inoltre contrastare i pregiudizi e gli stereotipi alimentando il pensiero critico e promuovendo la diversità nei programmi scolastici e nei materiali didattici.
Migliorare la qualità, l'equità, l'inclusione e il successo per tutti è la prima priorità del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione verso lo spazio europeo dell'istruzione. I gruppi di lavoro del quadro strategico dello spazio europeo dell'istruzione (2021-2025) hanno consentito lo scambio di informazioni sulle pratiche per combattere nell'ambito dell'istruzione e della formazione e attraverso queste ultime le diverse forme di discriminazione e di pregiudizio, tra cui il razzismo, la discriminazione per motivi di origine etnica o razziale, le disuguaglianze sociali e territoriali e la discriminazione intersezionale.
Scopo della raccomandazione del Consiglio sui percorsi per il successo scolastico, adottata nel novembre 2022, è permettere a tutti i discenti di realizzare il loro pieno potenziale, riducendo i tassi di abbandono dell'istruzione e della formazione, migliorando il rendimento nelle competenze di base e promuovendo il benessere a scuola per tutti i discenti, a prescindere dal contesto socioeconomico, culturale o personale. La raccomandazione comprende misure di sostegno per i gruppi a rischio di esclusione e di scarso rendimento scolastico, come le minoranze razziali ed etniche e gli studenti provenienti da un contesto migratorio.
Sanità
La pandemia di COVID-19 ha aggravato le disuguaglianze sanitarie già esistenti, in particolare per le persone appartenenti a minoranze razziali o etniche.
Il razzismo può incidere sulla salute mentale di chi ne è vittima. La comunicazione su un approccio globale alla salute mentale sottolinea come la discriminazione fondata su diversi motivi, tra cui la razza o l'origine etnica, abbia un impatto sulla salute mentale. Il programma UE per la salute (EU4Health) sostiene azioni13 che aumentano la consapevolezza, la condivisione delle conoscenze e lo sviluppo di capacità nel settore della salute mentale, tenendo conto delle esigenze delle popolazioni di migranti vulnerabili e delle comunità Rom.
Alloggio
Le persone appartenenti a minoranze razziali o etniche rischiano maggiormente di subire cattive condizioni abitative e segregazione residenziale. I due gruppi che sperimentano di più la segregazione spaziale e sociale sono i Rom e i migranti. Tali difficoltà possono innescare una reazione a catena in termini di opportunità di istruzione o di occupazione e, nel caso di famiglie con figli, nuocere in maniera significativa allo sviluppo dei bambini. La disponibilità limitata e la scarsa qualità degli alloggi sociali limitano ulteriormente il sostegno ai gruppi in situazioni di vulnerabilità.
Con le conclusioni del Consiglio relative a misure volte a garantire ai Rom parità di accesso ad alloggi adeguati e desegregati e ad affrontare la questione degli insediamenti segregati, adottate nell'ottobre 2023, gli Stati membri si sono impegnati a utilizzare appieno i fondi dell'UE per agevolare la parità di accesso ad alloggi adeguati e non segregati.
Per far fronte all'impennata dei prezzi delle abitazioni e degli affitti, gli orientamenti politici della Commissione europea hanno annunciato l'elaborazione di un piano di alloggi a prezzi accessibili.
3. Il razzismo strutturale: affrontare il problema di fondo
Il piano d'azione affronta il razzismo strutturale, che perpetua gli ostacoli che le persone incontrano unicamente a causa della loro origine razziale o etnica. Il razzismo, la disuguaglianza e la discriminazione riducono le pari opportunità e fanno sì che alcune persone ottengano risultati peggiori in tutti gli ambiti della loro vita, sin dalla più tenera età. Sono manifestazioni di questo problema la segregazione nell'istruzione, la riduzione degli anni dedicati all'istruzione, le limitate opportunità di carriera e la discriminazione nel mercato degli alloggi e nell'accesso a beni e servizi. A causa degli effetti cumulativi del razzismo strutturale, una persona può essere costretta a vivere al di sotto della soglia di povertà e con una mobilità sociale ridotta.
Il razzismo può associarsi a forme di discriminazione fondate su altri motivi, tra cui la religione o le convinzioni personali, il genere, l'orientamento sessuale, l'età o la disabilità. L'UE ha quindi seguito un approccio intersezionale alla questione, prestando attenzione alla combinazione di diversi motivi di discriminazione per approfondire la comprensione del razzismo strutturale e garantire una risposta più efficace.
3.1 Politiche capaci di invertire la tendenza
Combattere gli stereotipi e diffondere la conoscenza della storia
Riesaminando eventi precedenti e basandosi sulla risoluzione del Parlamento europeo riguardante le proteste contro il razzismo a seguito della morte di George Floyd a Minneapolis (Stati Uniti) nel maggio 2020, la Commissione ha continuato a mettere pubblicamente in evidenza e a condannare il razzismo e la discriminazione razziale, ad esempio organizzando eventi politici ad alto livello e celebrando giornate di commemorazione.
Nel novembre 2023 la presidenza del Consiglio dell'Unione europea, in cooperazione con la Commissione europea e la FRA, ha organizzato una conferenza sul tema "Antirazzismo nell'Unione europea: persone di origine africana - riconoscimento, giustizia e sviluppo", in linea con il Decennio internazionale delle Nazioni Unite delle persone di origine africana 2015-2024 e con la dichiarazione e il programma d'azione di Durban del 2001.
Il 5 dicembre 2023 la Commissione e il Parlamento europeo hanno celebrato congiuntamente la Giornata europea per l'abolizione della schiavitù. L'evento si è concentrato sull'importanza del riconoscimento delle radici storiche del razzismo e dello sviluppo di iniziative per affrontare il retaggio del colonialismo e della schiavitù.
La Commissione ha inoltre sottolineato come la memoria sia importante per incoraggiare l'inclusione e la comprensione, combattere gli stereotipi e aumentare la consapevolezza. La Commissione sostiene progetti che esplorano il retaggio del colonialismo, sia nell'UE che nel resto del mondo, nell'ambito delle azioni dedicate alla memoria europea del programma "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori" (CERV).
Dati corretti per scelte politiche consapevoli
Alcuni Stati membri non consentono la raccolta di dati sull'origine etnica, mentre altri si sono adoperati per raccogliere tali dati, ad esempio con l'assistenza di organizzazioni locali. Gli insiemi nazionali di dati sulla parità, laddove esistono, sono difficili da confrontare.
Tuttavia i dati sono fondamentali per cogliere sia gli aspetti strutturali che le esperienze soggettive di razzismo e discriminazione. Con il piano d'azione 2020-2025, la Commissione ha incoraggiato gli Stati membri a orientarsi verso un approccio armonizzato riguardo alla raccolta di dati sulla parità, disaggregati in base all'origine razziale o etnica. Sulla base dei successivi lavori del sottogruppo sui dati sulla parità, la Commissione ha presentato la nota orientativa sulla raccolta e l'uso di dati sulla parità in base all'origine razziale o etnica.
Eurostat ha preso l'iniziativa di istituire una task force per le statistiche sulla parità e la non discriminazione per collaborare con gli Stati membri, i principali utenti e altri produttori di dati al fine di ottenere statistiche più complete e comparabili in materia di parità e non discriminazione. La task force dovrebbe elaborare orientamenti e raccomandazioni per migliorare la comparabilità delle statistiche sulla parità e la non discriminazione tra gli Stati membri; proporre metodologie e migliori pratiche per tenere conto di un maggior numero di gruppi a rischio di discriminazione; individuare le complementarità e sostenere il coordinamento con altri produttori di dati. La task force intende portare a termine i suoi lavori entro la fine del 2026.
3.2. Un quadro di riferimento efficace: avvalersi appieno degli strumenti dell'UE
Azioni a livello locale, regionale, nazionale e internazionale
La lotta al razzismo nell'UE è una responsabilità condivisa e richiede sforzi congiunti con gli Stati membri. Per questo motivo la Commissione ha incoraggiato tutti gli Stati membri ad adottare piani d'azione nazionali contro il razzismo e la discriminazione razziale e ha fornito orientamenti per sostenerli. L'impegno ad adottare piani d'azione nazionali specifici contro il razzismo è stato sottolineato nelle conclusioni del Consiglio sulla lotta contro il razzismo e l'antisemitismo del marzo 2022.
Piani d'azione nazionali
Secondo la consultazione su cui si basa presente relazione, gli specifici piani d'azione nazionali sono importanti nella lotta contro il razzismo e dovrebbero essere sviluppati e attuati in tutti gli Stati membri. Definiscono infatti una politica pubblica globale per la promozione dell'uguaglianza razziale e dimostrano che gli Stati membri hanno deciso di affrontare le loro specifiche sfide per eliminare la discriminazione razziale. Aiutano inoltre gli Stati membri a rispettare gli obblighi internazionali in materia di diritti umani.
Già 11 Stati membri (Belgio, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Lettonia, Malta, Portogallo, Finlandia e Svezia) hanno adottato piani d'azione nazionali specifici contro il razzismo, mentre Danimarca, Italia, Lussemburgo, Ungheria e Austria li stanno preparando. Attualmente Cechia, Danimarca, Estonia, Croazia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Austria, Romania e Slovacchia hanno integrato misure contro il razzismo in altri piani d'azione nazionali, ad esempio in materia di diritti umani o integrazione sociale.
Dalla consultazione con gli Stati membri sono emerse numerose difficoltà nella pianificazione e nell'attuazione delle politiche contro il razzismo. Nella maggior parte degli Stati membri non esiste una dotazione finanziaria specifica per l'attuazione dei piani d'azione nazionali. In alcuni Stati membri le attività del piano d'azione nazionale sono finanziate dai ministeri in base al loro portafoglio o attraverso il finanziamento di progetti e svolte da istituzioni non governative. Sebbene risulti che la maggior parte degli Stati membri ha coinvolto numerosi portatori di interessi diversi nei meccanismi di coordinamento, consultazione o consulenza, non è chiaro in che misura questi Stati abbiano garantito la partecipazione delle comunità interessate e dei loro rappresentanti.
Gli Stati membri non hanno effettuato mappature sistematiche delle fonti di dati sull'origine razziale o etnica e hanno usato dati sull'uguaglianza disaggregati in modo diseguale come base per l'elaborazione e la portata dei piani d'azione. Metodologie diverse di uso dei dati emergono anche dalle misure adottate per monitorare l'attuazione dei piani d'azione.
La comprensione e le interpretazioni del concetto di razzismo strutturale variano da uno Stato membro all'altro; di conseguenza, la maggior parte degli Stati membri ha adottato misure piuttosto frammentarie e alcuni di essi non hanno adottato alcuna disposizione contro il razzismo strutturale. Lo stesso vale per l'applicazione di un approccio intersezionale alla lotta contro il razzismo. L'intersezionalità, laddove è applicata, è per lo più limitata al genere. La Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri per definire approcci realizzabili nella lotta contro il razzismo strutturale e ha incaricato l'OCSE di elaborare possibili indicatori.
Durante il processo di consultazione i portatori di interessi, in particolare le organizzazioni della società civile, hanno sottolineato l'importanza del piano d'azione per i problemi cui devono far fronte i migranti e i rifugiati. Il razzismo e la xenofobia rappresentano ulteriori ostacoli all'inclusione dei migranti nella società e gli atteggiamenti anti-migranti devono essere affrontati nell'ambito di un piano d'azione nazionale contro il razzismo.
Per assistere gli Stati membri, la Commissione ha istituito un sottogruppo sull'attuazione nazionale del piano d'azione dell'UE contro il razzismo, composto da esperti degli Stati membri e osservatori nell'ambito del gruppo ad alto livello sulla lotta contro l'incitamento all'odio e i reati generati dall'odio e del gruppo ad alto livello sulla non discriminazione, l'uguaglianza e la diversità. Il sottogruppo sviluppa strumenti politici per contribuire a tutte le fasi di attuazione di un piano d'azione a livello nazionale, regionale o locale, organizza riunioni multilaterali per condividere le buone pratiche e avviare discussioni per migliorare la situazione delle persone appartenenti a minoranze razziali o etniche, e affronta problemi cruciali di attualità, tra cui l'aumento dell'odio anti-islamico.
In stretta collaborazione con la Commissione e la FRA, il sottogruppo ha pubblicato nel 2021 i principi guida comuni per i piani d'azione nazionali contro il razzismo e la discriminazione razziale. Nel 2022 il sottogruppo ha elaborato una lista di controllo per il monitoraggio relativo all'applicazione dei principi guida comuni e uno strumento per riferire in merito all'attuazione dei piani d'azione nazionali contro il razzismo. Entrambi gli strumenti sono stati approvati dagli Stati membri nei due gruppi ad alto livello summenzionati.
Inoltre la Commissione ha raccolto ed è in procinto di pubblicare le pratiche promettenti degli Stati membri relative ai processi e alle azioni dei piani d'azione nazionali per combattere il razzismo.
Mobilitare i livelli regionale e locale per ottenere un impatto significativo sul campo
La Commissione finanzia la Coalizione europea delle città contro il razzismo (ECCAR), una rete di città che condividono esperienze per migliorare le loro politiche di lotta contro il razzismo, la discriminazione e la xenofobia. Il lavoro dell'ECCAR sostiene l'attuazione del piano d'azione specificamente a livello locale.
L'iniziativa urbana europea, gestita dalla Commissione in regime di gestione indiretta, sostiene l'Agenda urbana per il partenariato dell'UE sulle città dell'uguaglianza. Avviato nel 2024, questo partenariato mira a sviluppare approcci globali e inclusivi per promuovere l'uguaglianza nelle aree urbane.
Anche le città e le regioni svolgono un ruolo importante nella creazione di ambienti inclusivi per i loro abitanti. Per mettere in evidenza le loro attività e il loro impegno, la Commissione ha istituito nel 2022 il premio annuale "Capitali europee dell'inclusione e della diversità", che prende in considerazione tutti i motivi di discriminazione: sesso, origine etnica o razziale, religione o convinzioni personali, disabilità, età, orientamento sessuale, nonché intersezionalità.
Collaborazione con il settore privato
Dal 2020 il mese europeo della diversità sensibilizza sull'importanza della diversità e dell'inclusione sul posto di lavoro e nella società in generale. Nel 2021, ad esempio, si è concentrato sulla diversità razziale ed etnica sul posto di lavoro e sui motivi per cui è importante per le imprese. Durante il mese europeo della diversità 2023, la Commissione europea ha lanciato uno strumento di autovalutazione della diversità dell'UE per i datori di lavoro e le organizzazioni dei settori pubblico e privato.
Nel novembre 2021 la piattaforma dell'UE delle Carte della diversità ha tenuto una tavola rotonda virtuale dal titolo "Let's talk about racism – the EU anti-racism action plan and its impact" per sensibilizzare in merito al contributo dell'UE alla lotta contro il razzismo e coinvolgere i datori di lavoro. A ciò ha fatto seguito, nel maggio 2023, un seminario dal titolo "How to build anti-racist and religiously inclusive organisations?".
Integrazione della parità nelle politiche
La Commissione ha integrato la lotta contro il razzismo in tutti i suoi settori d'intervento. Ha inoltre invitato gli Stati membri a valutare le loro iniziative sotto il profilo della lotta contro il razzismo e a integrare misure contro il razzismo in tutte le loro politiche, prendendo in considerazione i potenziali pregiudizi razziali (consapevoli o inconsapevoli) e i modelli di discriminazione nelle regole, nelle norme e nei processi che applicano, negli atteggiamenti e nei comportamenti.
Le strutture sono essenziali per garantire e sostenere l'istituzionalizzazione, la coerenza e la sostenibilità dell'attività politica della Commissione contro il razzismo.
La task force per l'uguaglianza della Commissione, composta da rappresentanti ("coordinatori per l'uguaglianza") di tutte le direzioni generali della Commissione e del servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), continua a svolgere un ruolo essenziale per garantire che gli obiettivi del piano d'azione siano rispecchiati in tutte le politiche dell'UE. La task force ha permesso di integrare in modo coerente i motivi di discriminazione, compresa l'origine razziale o etnica, nelle iniziative politiche e nelle azioni interne della Commissione. Il lavoro sui diversi motivi di discriminazione nell'ambito di un approccio congiunto ha inoltre aperto la strada all'attuazione dell'intersezionalità nella definizione delle politiche e nella legislazione.
Tra gli esempi di integrazione della lotta contro il razzismo nelle politiche dell'UE figurano i seguenti.
Diritti dei minori — La strategia dell'UE sui diritti dei minori, adottata il 24 marzo 2021, e la raccomandazione della Commissione sui sistemi integrati di protezione dei minori incoraggiano gli Stati membri a sviluppare e rafforzare ulteriormente i loro sistemi di protezione dei minori, rendendoli più integrati e inclusivi per affrontare la diversità delle esigenze dei minori in termini di protezione da qualsiasi forma di violenza. La raccomandazione sottolinea che la promozione dell'uguaglianza e dell'inclusione nelle nostre società è uno strumento importante per la prevenzione della violenza.
Trasporti - La Commissione ha istituito una rete di ambasciatori per la diversità nel settore dei trasporti, incaricata di sostenere il suo programma di promozione dell'uguaglianza e della diversità in questo settore secondo gli obiettivi della strategia per una mobilità sostenibile e intelligente. La rete fa conoscere e guida misure, iniziative e azioni volte a promuovere l'uguaglianza, la diversità e l'inclusività nei trasporti, per quanto riguarda sia gli operatori che gli utenti. La Commissione ha redatto un manuale per l'integrazione dell'uguaglianza nel settore della mobilità e dei trasporti per aiutare il personale ad applicare tale integrazione nel lavoro quotidiano, soddisfacendo così l'obbligo di promuovere l'uguaglianza e combattere la discriminazione.
Ricerca e innovazione - Il patto per la ricerca e l'innovazione in Europa del 2021, uno dei pilastri fondamentali del nuovo spazio europeo della ricerca, riconosce chiaramente le pari opportunità e l'inclusività come valori e principi fondamentali e indica come priorità per l'azione congiunta l'eliminazione delle disuguaglianze, comprese quelle legate all'origine razziale o etnica. Nel 2023, la raccomandazione del Consiglio su un quadro europeo per attrarre e trattenere i talenti della ricerca, dell'innovazione e dell'imprenditorialità in Europa ha introdotto la Carta europea dei ricercatori e ha affrontato il problema delle disuguaglianze riconoscendo tra i suoi principi fondamentali l'inclusione della diversità. Tale principio sottolinea l'importanza di individuare e combattere ogni forma di discriminazione, compresa quella basata sull'origine razziale o etnica, e la necessità di riconoscere e compensare i pregiudizi inconsci nei processi di assunzione, promozione e verifica.
Mobilitare i fondi dell'UE
Vari programmi dell'UE offrono opportunità di finanziamento per progetti che promuovono i valori della lotta contro il razzismo e la discriminazione. Sono disponibili finanziamenti specifici nell'ambito del programma dell'UE "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori" (CERV), il cui obiettivo è combattere e prevenire la discriminazione, il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza nei confronti dei migranti a tutti i livelli della società, anche sviluppando la fiducia tra le persone, le comunità e le autorità nazionali. Nel 2023 è stata introdotta con successo una nuova priorità in materia di migrazione, decolonizzazione e società europee multiculturali.
Per il periodo 2021-2027 gli Stati membri possono usufruire dei fondi della politica di coesione per sostenere le iniziative volte a promuovere l'inclusione sociale favorendo la parità di accesso ai servizi ordinari per i gruppi emarginati, come i Rom e le persone provenienti da un contesto migratorio.
Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) fornisce sostegno per lo sviluppo delle infrastrutture, le apparecchiature e l'accesso ai servizi generali nei settori dell'occupazione, della sanità, dell'assistenza sociale, degli alloggi non segregati e dell'istruzione. Tali investimenti dovrebbero andare a beneficio anche dei gruppi emarginati, compresi i Rom e le persone provenienti da un contesto migratorio, e dovrebbero essere programmate azioni specifiche per promuovere l'accesso di queste persone alle infrastrutture e ai servizi generali non segregati.
Nel 2021 la Commissione ha pubblicato il vademecum aggiornato sull'utilizzo dei fondi dell'UE per l'integrazione delle persone provenienti da un contesto migratorio per il periodo 2021-2027, che promuove un uso complementare dei fondi dell'UE, in particolare il FESR, il FSE+ e il Fondo Asilo, migrazione e integrazione.
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza sostiene riforme e investimenti volti a migliorare le pari opportunità e l'inclusione delle persone appartenenti a gruppi vulnerabili. Tale dispositivo aiuta ad esempio gli Stati membri ad affrontare l'intolleranza e la discriminazione investendo nello sviluppo personale dei giovani appartenenti a gruppi minoritari, quali i Rom in Bulgaria e Grecia, creando strutture di istruzione e servizi diurni nelle comunità con una popolazione Rom significativa e promuovendo l'accesso all'istruzione professionale e l'integrazione dei genitori nel mercato del lavoro (fra l'altro in Romania e in Slovacchia).
Anche Orizzonte Europa, il programma di finanziamento dell'UE per la ricerca e l'innovazione, finanzia iniziative volte a combattere il razzismo, la discriminazione e la xenofobia sostenendo la ricerca e progetti che promuovono l'inclusività, la tolleranza e i valori democratici o che contrastano il razzismo in quanto problema di sicurezza civile. I finanziamenti vengono erogati, ad esempio, nell'ambito del polo tematico "Cultura, creatività e società inclusiva" per rafforzare l'uguaglianza razziale, etnica e religiosa, nonché nell'ambito del polo tematico "Digitale, industria e spazio", che affronta specificamente i pregiudizi di genere e razza e altri pregiudizi nell'IA. Il polo tematico "Sicurezza civile per la società" finanzia fra l'altro la ricerca sulla lotta contro l'abuso della cultura del gioco online da parte di estremisti o la lotta contro l'incitamento all'odio.
Nel 2021 è stato introdotto il primo quadro di misure per l'inclusione nel programma Erasmus+ e nel Corpo europeo di solidarietà, nonché una strategia per l'inclusione e la diversità, allo scopo di favorire l'accesso delle persone con minori opportunità. Oltre ai progetti nei settori dell'istruzione e della gioventù, le azioni del programma Erasmus + nel settore sportivo promuovono l'inclusione sociale e l'uguaglianza nello sport e attraverso lo sport. Ciononostante, il razzismo e l'incitamento all'odio continuano a costituire un problema nello sport, da quello d'élite a quello svolto come attività ricreativa a livelli di base. Per questo motivo la Commissione europea cofinanzia con il Consiglio d'Europa un progetto sul tema "Lottare contro l'incitamento all'odio nello sport".
I progetti che affrontano la questione del razzismo e della discriminazione possono usufruire anche dei finanziamenti del programma "Europa creativa", nell'ambito della priorità "inclusione", che mira a rafforzare la società e a migliorare l'inclusione sociale nella cultura e attraverso la cultura per le persone appartenenti a minoranze e i gruppi socialmente emarginati.
Lo strumento di sostegno tecnico (TSI) combatte il razzismo e la discriminazione sostenendo i gruppi vulnerabili e rafforzando la capacità delle pubbliche amministrazioni di affrontare i problemi in materia di uguaglianza. Finanzia ad esempio progetti in Estonia, Portogallo e Malta incentrati sul sostegno alle vittime, le cui misure intendono proteggere meglio le vittime di reati, compresi i reati generati dall'odio di matrice razziale.
A partire dal 2024 il TSI sosterrà ulteriormente gli organismi per la parità in Belgio, Portogallo e Finlandia affinché sviluppino, controllino e diffondano soluzioni di intelligenza artificiale (IA) e valutino l'impatto dell'IA sulle questioni di uguaglianza, in linea con l'attuazione della legge dell'UE sull'IA.
Combattere il razzismo e la discriminazione nelle politiche esterne
Poiché il razzismo è un problema mondiale è importante che le azioni all'interno e all'esterno dell'UE volte a prevenire e combattere questo fenomeno siano coerenti e si rafforzino reciprocamente. Per garantire un approccio coerente contro il razzismo e solide alleanze internazionali, la Commissione agisce in stretta collaborazione con le organizzazioni internazionali competenti, quali l'OHCHR, l'ECRI e l'OCSE. La Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (ICERD) rimane la base delle iniziative dell'UE volte a prevenire, combattere e sradicare il razzismo a livello mondiale, regionale e nazionale. Nei consessi multilaterali e nei dialoghi politici e sui diritti umani con i paesi partner. L'UE continua a promuovere la ratifica universale dell'ICERD e la sua piena ed efficace attuazione.
La lotta contro tutte le forme di discriminazione, compreso il razzismo, è una priorità fondamentale della politica dell'UE in materia di diritti umani nell'azione esterna, come indicato nel piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia. Nel settembre 2022 il SEAE e i servizi della Commissione hanno organizzato un evento online con colleghi di delegazioni multilaterali per discutere delle principali sfide e opportunità relative a un approccio dell'UE più efficace e visibile alla lotta contro il razzismo, nonché per rafforzare la collaborazione con la Commissione in modo da affrontare efficacemente la lotta contro il razzismo nei consessi multilaterali.
Lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) sostiene attività volte a prevenire o combattere tutte le forme di razzismo attraverso programmi nei settori generali dei diritti umani, dell'uguaglianza e della non discriminazione, della governance e della giustizia. In molti paesi la prevenzione e la risposta al razzismo fanno parte dei dialoghi sui diritti umani e sono regolarmente oggetto di monitoraggio. Sono disponibili fondi NDICI a livello regionale e mondiale, anche per rafforzare la capacità della società civile di reagire al razzismo. Nel 2023 la Commissione ha stanziato fondi per progetti globali volti a combattere la discriminazione e varie forme di razzismo, tra cui 5,5 milioni di EUR a sostegno della libertà di religione o di credo in tutto il mondo.
3.3. Azione positiva dell'UE: ascoltare e agire
Democrazie inclusive
Le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani dovrebbero contribuire efficacemente ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche che richiedono le infrastrutture, le capacità e le risorse necessarie, nel rispetto dei principi di accessibilità, trasparenza e inclusività. Nella raccomandazione sull'impegno civico, adottata nel pacchetto per la difesa della democrazia, la Commissione ha incoraggiato gli Stati membri a promuovere la partecipazione effettiva della società civile in ogni fase, dalla concezione all'attuazione, per sviluppare, sostenere e realizzare una partecipazione concreta e significativa, anche stanziando finanziamenti specifici. La raccomandazione sull'impegno civico è di particolare importanza per la cooperazione con le organizzazioni della società civile attive nella lotta contro il razzismo.
Nuove strutture per imparare e ascoltare: un quadro di scambio permanente
Nel 2021 la Commissione ha nominato la sua prima coordinatrice per la lotta contro il razzismo, incaricata del monitoraggio e dell'attuazione generali del piano d'azione, per agevolare l'integrazione delle misure contro il razzismo e fungere da principale punto di contatto della politica della Commissione contro il razzismo. La coordinatrice lavora a stretto contatto con il coordinatore per la lotta contro l'odio anti-islamico, la coordinatrice per la lotta contro l'antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica e il gruppo che coordina l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom. La nomina della coordinatrice antirazzismo ha migliorato la cooperazione con le organizzazioni della società civile e le organizzazioni comunitarie di base.
Per dialogare con le persone che sperimentano il razzismo e la discriminazione e imparare dalla loro esperienza e per favorire la partecipazione delle organizzazioni della società civile che collaborano con le persone appartenenti a minoranze razziali o etniche e le rappresentano, la Commissione ha istituito nel giugno 2021 il forum permanente della società civile contro il razzismo. Il forum è stato consultato per definire i principi guida comuni per i piani d'azione nazionali contro il razzismo, nonché per la lista di controllo per il monitoraggio e lo strumento di comunicazione.
Come annunciato nel piano d'azione, nel 2021 la Commissione ha organizzato un vertice europeo contro il razzismo, con l'attiva partecipazione della società civile e degli organismi per la parità. Nel 2022 la Commissione europea ha organizzato, in collaborazione con l'intergruppo "Antirazzismo e diversità" del Parlamento europeo e con la commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa, il secondo vertice europeo contro il razzismo. Il vertice ha celebrato la Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione raziale e si è concentrato sulla preparazione e sull'adozione di piani d'azione nazionali contro il razzismo e la discriminazione razziale e sull'importanza del ruolo dei giovani, specialmente quelli appartenenti a minoranze razziali ed etniche, nella lotta contro il razzismo e la discriminazione.
Nella consultazione pubblica i portatori di interessi della società civile hanno accolto con favore la creazione del forum permanente, ritenendo però necessarie ulteriori azioni per rendere gli spazi civici sicuri e inclusivi per tutte le comunità e le minoranze.
La coordinatrice per la lotta contro il razzismo collabora strettamente con le organizzazioni della società civile e con gli Stati membri, sostenendo l'adozione dei piani d'azione nazionali contro il razzismo. Collabora inoltre con istituzioni e altri portatori di interessi, tra cui il Parlamento europeo, gli organismi per la parità, il mondo accademico e le organizzazioni internazionali, per migliorare le risposte politiche.
4. Le risorse umane dell'UE
Nel piano d'azione si sottolinea che la Commissione europea, in quanto datore di lavoro, deve dare l'esempio e garantire che la sua forza lavoro sia rappresentativa della diversità della popolazione europea. La Commissione è inoltre impegnata a favore di una cultura del lavoro inclusiva in cui tutti possano realizzarsi e sfruttare appieno il proprio potenziale, indipendentemente dal contesto di provenienza o dalle caratteristiche personali. Nel 2020 la Commissione ha istituito un Ufficio per la diversità e l'inclusione presso la direzione generale Risorse umane e sicurezza, incaricato di sorvegliare lo sviluppo e l'attuazione delle iniziative pertinenti. Questa attività è iniziata con un ampio sondaggio sulla diversità e l'inclusione nell'ambito del personale della Commissione, condotto nel marzo 2021, i cui risultati sono stati usati per elaborare la nuova strategia sulle risorse umane, adottata nel 2022, e come base di conoscenze per sviluppare un piano d'azione per la diversità e l'inclusione aggiornato per il periodo 2023-2024.
La Commissione è a buon punto nell'attuazione del piano d'azione, che si concentra su azioni trasversali a sostegno dei dirigenti, un programma strutturato di apprendimento e sviluppo, attività di sensibilizzazione, comunicazione e miglioramento della raccolta dei dati e dell'analisi comparativa. Il piano d'azione prevede inoltre azioni mirate a sostegno di gruppi specifici di personale. Ad esempio, l'Ufficio per la diversità e l'inclusione organizza eventi o attività di sensibilizzazione destinati al proprio personale per celebrare la Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale, concentrandosi sulle esperienze del personale in materia di razzismo sul luogo di lavoro. La Commissione si è inoltre impegnata a collaborare attivamente con Diversité Europe, un'associazione del personale dell'UE creata nel 2021, che rappresenta gli interessi e le preoccupazioni del personale appartenente a minoranze razziali o etniche.
La Commissione ha inoltre promosso la diversità nel suo programma di tirocini Blue Book: nel settembre 2022 ha pubblicato sul suo sito web una strategia per la diversità e l'inclusione nei tirocini, incentrata sia sulla sensibilizzazione, sia sulla revisione dei criteri di selezione per ampliare la gamma di destinatari del programma e renderlo più accessibile ai gruppi meno rappresentati.
Nel 2023 la Commissione ha inoltre rinnovato la sua politica di lotta contro le molestie e ha istituito una nuova funzione (consulente di fiducia principale) che sovrintende all'attuazione e all'ulteriore sviluppo di tale politica in seno alla Commissione. La nuova politica riconosce che la discriminazione può manifestarsi attraverso le molestie.
Per attirare un bacino di talenti più diversificato nelle funzioni pubbliche dell'UE, l'Ufficio europeo di selezione del personale (EPSO) ha indetto nel 2020 un invito alla cooperazione rivolto a tutte le organizzazioni dell'UE che si occupano di diversità, invitandole a entrare a far parte di una banca dati di organizzazioni partner, che tiene aggiornata. L'EPSO ha svolto due sondaggi in materia di uguaglianza e diversità per raccogliere dati sulla diversità del suo bacino di candidati e ha adottato nel maggio 2022 un piano d'azione sull'uguaglianza e la diversità per attrarre candidature più diversificate. Parallelamente ha dialogato con organizzazioni che rappresentano persone appartenenti a minoranze razziale o etniche, per individuare ed eliminare eventuali elementi che li dissuadano dal candidarsi tramite EU Careers.
5. Conclusioni
I portatori di interessi hanno accolto con grande favore l'adozione del primo piano d'azione dell'UE contro il razzismo, ritenendo che abbia promosso l'adozione di piani d'azione nazionali in materia e che abbia contribuito al dibattito sulla lotta al razzismo in tutte le sue forme, compresa la dimensione strutturale.
Il piano d'azione ha incoraggiato gli Stati membri ad attuare i rispettivi piani d'azione nazionali contro il razzismo. Una buona cooperazione con e tra gli Stati membri, con il sostegno della Commissione, ha favorito l'adozione di metodologie condivise attraverso strumenti politici comuni, lo scambio di pratiche promettenti e l'apprendimento reciproco.
Nell'adottare e attuare i piani d'azione nazionali, gli Stati membri intendono favorire una partecipazione significativa delle comunità interessate, riconoscere e affrontare il razzismo strutturale, tenere conto di una prospettiva intersettoriale e assegnare finanziamenti sufficienti alle iniziative antirazzismo a livello nazionale, regionale e locale.
Dopo l'adozione del piano d'azione, varie crisi hanno causato un aumento del razzismo, della xenofobia e dell'odio contro diversi gruppi. I dati disponibili, per quanto tuttora scarsi, mostrano come rimanga forte la presenza del razzismo individuale e strutturale. I portatori di interessi hanno confermato che la situazione delle persone che subiscono il razzismo non è migliorata. Per promuovere una società libera dal razzismo, dalla discriminazione e dalla disuguaglianza, la Commissione, in collaborazione con gli Stati membri e altri portatori di interessi, deve intensificare l'impegno contro tutte le forme di razzismo.
La raccolta di dati affidabili e comparabili sull'uguaglianza, compresi gli indicatori sull'origine razziale ed etnica, è fondamentale per far luce sui modelli e sulle strutture razziste e discriminatorie. È quindi importante che gli Stati membri migliorino ulteriormente la raccolta di dati sull'uguaglianza a tutti i livelli territoriali e sollecitino i portatori di interessi a cooperare nella raccolta di dati al fine di promuovere l'uguaglianza e la non discriminazione, sottolineando la presenza di misure di salvaguardia nella raccolta di dati sensibili e il fatto che tali dati sono raccolti esclusivamente allo scopo di migliorare la situazione delle persone che subiscono discriminazioni razziali o etniche.
La Commissione continuerà a dialogare con CEPOL, FRA e l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) per sviluppare e offrire ai funzionari delle autorità di contrasto corsi di formazione sui pregiudizi inconsapevoli e collaborerà strettamente con gli Stati membri per sostenere le iniziative nazionali volte a garantire che le attività di contrasto siano svolte in modo equo e non discriminatorio.
Sulla base dei progressi conseguiti, l'UE e gli Stati membri devono attuare completamente il piano d'azione. È fondamentale mantenere lo slancio e continuare a rafforzare le politiche, le pratiche e le iniziative che si sono dimostrate efficaci, soprattutto alla luce dell'aumento della discriminazione razziale.
La lotta contro il razzismo richiede determinazione e impegno a lungo termine. I progressi si ottengono integrando la lotta contro il razzismo nelle diverse politiche e creando strutture e meccanismi appositi per combattere il razzismo. Il piano d'azione ha sottolineato l'importanza di una stretta collaborazione tra la Commissione e tutti i portatori di interessi. Il dialogo regolare con la società civile si è dimostrato una forma di partenariato fondamentale. Grazie a questa proficua collaborazione, la Commissione ha ottenuto informazioni preziose dalle organizzazioni della società civile che operano in prima linea nella lotta contro il razzismo.
Come annunciato negli orientamenti politici per il nuovo mandato del periodo 2024-2029, la Commissione rimane determinata a promuovere una società libera dal razzismo, dalla discriminazione e dalla disuguaglianza, e a favorire le iniziative nazionali per realizzare un'Unione dell'uguaglianza in cui tutti abbiano pari opportunità, elaborando una strategia per la lotta al razzismo.