Bruxelles, 9.10.2024

COM(2024) 404 final/2

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RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Stato dell'Unione dell'energia 2024





























(in applicazione del regolamento (UE) 2018/1999 sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima)


1.INTRODUZIONE

La politica energetica è fondamentale per la competitività, la sicurezza e la decarbonizzazione europee nell'ottica della neutralità climatica entro il 2050, così come per il conseguimento degli obiettivi in materia di inquinamento zero, protezione della biodiversità ed economia circolare. Nel contesto del Green Deal europeo, l'UE ha posto in essere un quadro solido e ambizioso di politica energetica, tenuto conto del fatto che l'energia è responsabile di circa il 75 % delle emissioni di gas a effetto serra.

Nel 2023 e nel 2024 la Commissione ha consolidato tale quadro strategico, necessario affinché l'Unione rispetti gli impegni internazionali e centri i suoi obiettivi in materia di energia e clima. Raggiungendo accordi politici su tutti i fascicoli legislativi chiave del pacchetto "Pronti per il 55 %" (Fit for 55) 1 , l'Unione europea ha tracciato un percorso chiaro verso i suoi obiettivi per il 2030.

La guerra di aggressione della Russia nei confronti l'Ucraina e la strumentalizzazione dell'energia hanno messo a repentaglio la sicurezza energetica dell'Europa e di conseguenza la sua sicurezza economica. In risposta, l'UE ha varato il piano REPowerEU al fine di affrancarsi gradualmente dai combustibili fossili russi e ha adottato le azioni di emergenza necessarie per conseguire la sicurezza energetica e stabilizzare i mercati.

Negli ultimi anni il ritmo di installazione di capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili ha raggiunto livelli record, l'UE ha ridotto la propria dipendenza dal gas fossile russo e il risparmio energetico ha limitato i consumi. Tuttavia per la sicurezza energetica dell'UE permangono sfide che spaziano dalla dipendenza dalle importazioni ai rischi di sicurezza, fino alle crescenti minacce poste dai cambiamenti climatici e dal degrado ambientale. La competitività dell'industria europea è messa a dura prova dalla concorrenza sempre più agguerrita della Cina, dai differenziali elevati dei prezzi dell'energia rispetto ad altri concorrenti industriali quali gli Stati Uniti, nonché delle potenziali dipendenze strategiche da tecnologie energetiche pulite. I cittadini dal canto loro devono far fronte a bollette energetiche elevate che, andandosi ad aggiungere all'aumento del costo della vita, riducono ulteriormente il loro potere d'acquisto.

È necessario aumentare ulteriormente il ritmo di avanzamento verso gli obiettivi dell'UE in materia di efficienza energetica e di energie rinnovabili al fine di garantirne il conseguimento.

La transizione all'energia pulita è fondamentale per garantire a imprese e cittadini un'energia sicura, sostenibile, competitiva e a prezzi accessibili, così che le industrie (in particolare i comparti industriali e dei trasporti le cui emissioni sono difficili da abbattere e i settori delle tecnologie pulite) restino nell'UE – insieme a posti di lavoro di qualità – e l'Europa preservi la propria sicurezza economica. Il contesto geoeconomico generale impone alla Commissione e all'UE di conseguire risultati concreti.

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l'UE ha fissato per il 2030 un traguardo intermedio di riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55 % rispetto al 1990 2 , con un quadro completo per l'energia e il clima nell'ambito di "Pronti per il 55 %"; la Commissione europea ha raccomandato un traguardo climatico intermedio per il 2040 del 90 % 3 . Nel quadro del nostro impegno a fare dell'Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050, l'Unione europea e gli Stati membri si stanno adoperando per conseguire gli obiettivi in materia di clima ed energia per il 2030, con risultati positivi tangibili per i cittadini e le imprese.

La relazione annuale sullo stato dell'Unione dell'energia misura i progressi compiuti dall'UE verso il conseguimento degli obiettivi dell'Unione dell'energia, del piano REPowerEU e della transizione verso l'energia pulita, in linea con gli obiettivi in materia di energia e clima.

Se la relazione dello scorso anno sullo stato dell'Unione dell'energia 4 passava in rassegna le sfide e i successi del periodo 2020-2023, quella odierna si concentra su come l'UE ha reagito agli sviluppi e alle prove senza precedenti che hanno caratterizzato l'ultimo anno di mandato della Commissione. La presente relazione si articola in due parti: la prima illustra come le grandi ambizioni del Green Deal europeo e del piano REPowerEU in materia di energia e clima sono diventate le fondamenta su cui poggia la strategia dell'UE di risposta alle crisi e delinea misure volte a rafforzare la competitività dell'industria europea, mentre la seconda analizza lo stato di attuazione dell'Unione dell'energia in tutte e cinque le sue dimensioni, vale a dire decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell'energia e ricerca, innovazione e competitività.

Stato dell'Unione dell'energia – principali risultati conseguiti

-L'UE ha adottato tutti i principali atti in materia di energia e clima nel contesto del pacchetto "Pronti per il 55 %", comprese le modifiche rese necessarie dal piano REPowerEU per eliminare gradualmente ma rapidamente le dipendenze dell'Unione e la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (EU ETS), che ora si applica alle emissioni del trasporto marittimo, modifica le norme sull'assegnazione gratuita per incentivare la decarbonizzazione industriale e impone agli Stati membri di spendere tutte le entrate per finalità legate al clima e all'energia.

-Le emissioni di gas serra dell'Unione sono già diminuite del 32,5 % 5 rispetto al 1990, mentre nello stesso periodo l'economia UE è cresciuta di oltre il 67 %, dissociando la crescita dalle emissioni.

-Per le emissioni soggette all'ETS, dai dati comunicati dagli Stati membri dell'UE entro il 2 aprile 2024 emerge una diminuzione del 15,5 % nel 2023 rispetto ai livelli del 2022. Con questa variazione le emissioni ETS risultano ora inferiori di circa il 47 % rispetto ai livelli del 2005, sulla buona per raggiungere l'obiettivo 2030 del -62 %.

-Le misure a livello nazionale e dell'UE hanno dato i loro frutti e i prezzi dell'energia elettrica e del gas sono diminuiti drasticamente rispetto ai picchi del 2022, tanto sui mercati all'ingrosso quanto su quelli al dettaglio, pur restando comunque elevati.

-Tra l'agosto 2022 e il maggio 2024 l'UE ha registrato una riduzione del 18 % della domanda di gas, che si è tradotta in un risparmio di circa 138 miliardi di m3 di gas. Anche grazie alle sanzioni UE che vietano le importazioni via mare di petrolio greggio e prodotti petroliferi raffinati russi nonché di carbone russo, la quota di gas proveniente dalla Russia (via gasdotto e sotto forma di GNL) sul totale delle importazioni di gas dell'UE è passata dal 45 % nel 2021 ad appena il 18 % ad agosto 2024.

-Al fine di sostituire rapidamente le forniture di gas russo e garantire la sicurezza energetica dell'Europa a breve e medio termine, l'UE si è rivolta ad altri fornitori internazionali. La Norvegia e gli Stati Uniti sono diventati i principali fornitori di gas dell'UE per il gas da gasdotto e il GNL rispettivamente, con una quota del 34 % e del 18 % delle importazioni di gas dell'Unione nel primo semestre del 2024.

-Tra il 2022 e il 2024 è stato commissionato un numero record di dodici terminali GNL nuovi e sei progetti di espansione di terminali esistenti. Nel complesso si prevede che tali terminali aumenteranno la capacità di importazione di GNL dell'UE di 70 miliardi di m3, portandola a 284 miliardi di m3 entro la fine del 2024.

-La piattaforma dell'UE per l'energia ha contribuito agli obiettivi UE di diversificazione. Tra il 2023 e il 2024 ha attirato offerte di acquisto da oltre 180 imprese e ha incrociato la domanda degli acquirenti europei e l'offerta dei fornitori esterni per oltre 75 miliardi di m3 di gas naturale.

-Il 1º aprile 2024 i livelli di stoccaggio del gas nell'UE si attestavano al 59 % della capacità, facendo segnare un nuovo massimo storico alla fine della stagione invernale; il 19 agosto 2024, con oltre due mesi di anticipo rispetto al termine del 1º novembre, l'UE ha conseguito l'obiettivo del 90 % di riempimento degli impianti di stoccaggio di gas.

-Il primo elenco dell'Unione di progetti di interesse comune e di progetti di interesse reciproco 6 è stato adottato dalla Commissione nel novembre 2023, nell'intento di contribuire alla realizzazione di una rete infrastrutturale in Europa all'altezza dei nostri ambiziosi obiettivi di diversificazione e decarbonizzazione.

-È stato presentato il piano d'azione per le infrastrutture di rete, che affronterà le principali sfide legate all'espansione, alla digitalizzazione e a un migliore utilizzo delle reti di trasmissione e distribuzione di energia elettrica dell'UE.

-Il regolamento sull'industria a zero emissioni nette e quello sulle materie prime critiche, entrati in vigore nel 2024, aiuteranno a rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento attraverso un approvvigionamento diversificato e a costruire una solida base manifatturiera interna per le tecnologie a zero emissioni nette. Anche le nuove norme armonizzate dell'UE in materia di progettazione ecocompatibile contribuiranno a ridurre i costi energetici per le imprese e i cittadini europei.

-L'eolico ha superato il gas ed è diventato la seconda fonte di produzione di energia elettrica dell'UE dopo il nucleare. Con 56 GW di nuova capacità solare installata nel 2023, l'UE ha stabilito un nuovo record dopo i 40 GW supplementari installati nel 2022. L'eolico onshore e offshore nell'UE ha raggiunto una capacità totale cumulativa installata di 221 GW (201 GW onshore e 19 GW offshore), con 16 GW installati nel 2023 7 .

-È stata istituita la Banca europea dell'idrogeno, finanziata dal Fondo per l'innovazione dell'EU ETS, e si è svolta una prima tornata di aste dell'UE che ha assegnato quasi 720 milioni di EUR a sette progetti incentrati sull'idrogeno rinnovabile in Europa.

-All'inizio di febbraio la Commissione ha varato l'alleanza industriale europea sui piccoli reattori modulari (Small Modular Reactors – SMR), che accelererà lo sviluppo, la dimostrazione e la messa in servizio dei primi progetti di SMR nell'UE entro l'inizio del prossimo decennio.

-Nell'ottobre 2023 la Commissione ha pubblicato una comunicazione sulla revisione del piano strategico per le tecnologie energetiche (SET), il principale strumento di attuazione del pilastro "ricerca, innovazione e competitività" dell'Unione dell'energia.

-Per quanto concerne l'attuazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR), a metà giugno del 2024 l'UE aveva erogato oltre 240 miliardi di EUR agli Stati membri per l'attuazione delle misure contenute nei loro piani. Dall'avvio del dispositivo per la ripresa e la resilienza gli Stati membri hanno stanziato oltre 184 miliardi di EUR a sostegno di riforme e investimenti connessi all'energia.

-I programmi della politica di coesione per il periodo 2021-2027 continuano a fornire un sostegno fondamentale agli investimenti nel settore dell'energia, con un totale di 83 miliardi di EUR (compreso il cofinanziamento nazionale) destinati a priorità dell'Unione dell'energia. I fondi di coesione possono sostenere ancora di più le tecnologie pulite tramite la piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa.

-Le misure di sostegno introdotte al fine di aiutare famiglie e imprese a far fronte ai prezzi elevati dell'energia hanno contribuito ad attenuare gli impatti della crisi energetica sul costo della vita.

-La valutazione delle proposte di aggiornamento dei piani nazionali per l'energia e il clima (PNEC) nel dicembre 2023 ha preso atto della determinazione degli Stati membri a intensificare l'azione a livello nazionale e regionale per conseguire gli obiettivi del pacchetto "Pronti per il 55 %" e del piano REPowerEU, ma si rilevano comunque carenze di ambizione, strozzature e collegamenti mancanti nell'integrazione infrastrutturale che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi dell'Unione per il 2030 e il rafforzamento della resilienza agli impatti climatici. La Commissione ha formulato raccomandazioni e lavora a stretto contatto con gli Stati membri al fine di sostenere il conseguimento tempestivo degli obiettivi dell'Unione per il 2030 mediante i PNEC aggiornati definitivi.

-Il sostegno all'Ucraina e al suo settore dell'energia continua a essere una priorità assoluta per la Commissione e per tutti i 27 Stati membri. Il meccanismo di protezione civile dell'Unione europea ha fornito all'Ucraina un importo stimato di 900 milioni di EUR. Il Fondo di sostegno all'energia per l'Ucraina si è imposto come strumento fondamentale per sostenere l'acquisto di apparecchiature energetiche, con la fornitura ad esempio di migliaia di generatori e trasformatori di potenza, e ad agosto 2024 aveva mobilitato oltre 500 milioni di EUR. Sulla base del piano per l'Ucraina, lo strumento UE per l'Ucraina, del valore di 50 miliardi di EUR, fornirà finanziamenti che sosterranno in modo continuativo la ripresa del paese e daranno impulso alla sua crescita economica sostenibile fino al 2027. A questo si aggiunge un finanziamento separato da 96 milioni di EUR a favore del fondo di sostegno all'energia per l'Ucraina, con fondi supplementari per l'inverno 2024, teso a sostenere il sistema energetico ucraino.

-L'UE ha proseguito gli sforzi internazionali di diplomazia energetica e climatica volti a diversificare le importazioni di energia, a rafforzare le relazioni con i partner internazionali e a sostenere i partner nella transizione energetica e nell'accesso all'energia. In occasione della COP 28 l'UE ha annunciato l'impegno globale a triplicare la capacità di energia rinnovabile e a raddoppiare il tasso di miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030, iniziativa che ha raccolto il consenso di 132 paesi; la decisione sul primo bilancio globale ha preso atto di questi obiettivi. Sempre in occasione della COP 28 l'UE si è impegnata a eliminare gradualmente le sovvenzioni inefficienti ai combustibili fossili e ha annunciato l'impegno di Team Europa a stanziare oltre 20 miliardi di EUR a favore dell'iniziativa Africa-UE per l'energia verde (AEGEI) 8 nell'ambito del pacchetto di investimenti Global Gateway Africa-Europa. Contestualmente 25 paesi, tra cui 12 Stati membri, si sono impegnati a triplicare la capacità di energia nucleare entro il 2050.

-L'UE guida gli sforzi globali volti a ridurre le emissioni di metano generate dal settore dell'energia attraverso l'impegno globale sul metano (Global Methane Pledge). La COP 29 ha visto il lancio del suo spin-off, l'iniziativa "LOW-Methane" (Lowering Organic Methane), che affronta la questione delle emissioni di metano generate dal settore dei rifiuti. Inoltre l'UE continua a ricoprire un ruolo chiave nel contesto di Mission Innovation, il suo principale forum globale per stimolare l'azione e gli investimenti a favore delle iniziative di ricerca, sviluppo e dimostrazione che puntano a rendere l'energia pulita più economica, attraente e accessibile per tutti.

-L'UE ha svolto un ruolo altrettanto fondamentale nell'adozione del quadro globale di Kunming-Montreal per la biodiversità, con cui ci si prefigge di arginare la perdita di biodiversità, essenziale per mitigare i cambiamenti climatici e adattarvisi.

2.GARANTIRE UNA TRANSIZIONE ENERGETICA E CLIMATICA SICURA E COMPETITIVA ATTRAVERSO IL GREEN DEAL EUROPEO E IL PIANO REPOWEREU

Nel maggio 2022 la Commissione, in risposta alla richiesta del Consiglio europeo di affrancare quanto prima l'Europa dalle importazioni di energia russa, ha adottato il piano REPowerEU . L'obiettivo era ridurre rapidamente la dipendenza dell'UE dai combustibili fossili russi non soltanto risparmiando energia e diversificando l'approvvigionamento, ma anche e soprattutto spendendosi per l'obiettivo a lungo termine di accelerare la transizione verso l'energia pulita con una diffusione più rapida delle energie rinnovabili e delle misure di efficienza energetica, unendo le forze per giungere a un sistema energetico più resiliente e a una vera Unione dell'energia. La stessa richiesta era stata formulata dai cittadini nel quadro della conferenza sul futuro dell'Europa 9 .

Parallelamente l'UE ha adottato la maggior parte degli atti previsti da "Pronti per il 55 %" e REPowerEU in materia di clima ed energia, cosa che renderà possibile conseguire gli obiettivi corrispondenti per il 2030, rafforzati da REPowerEU. Ciò è fondamentale per mantenere l'Europa sulla buona strada verso la neutralità climatica, compiere progressi nell'adattamento ai cambiamenti climatici in linea con la normativa europea sul clima e migliorare la resilienza, la competitività e l'autonomia strategica dell'economia dell'UE nella corsa globale alle tecnologie pulite. Inoltre, attraverso lo strumento di sostegno tecnico, la Commissione ha assistito 10 17 Stati membri nell'attuazione di REPowerEU individuando riforme e investimenti volti a eliminare gradualmente le importazioni di combustibili fossili dalla Russia.

Grazie alle azioni già intraprese, nonché alla coesione e alla determinazione dimostrate nella gestione della crisi, a oggi l'UE ha ottenuto collettivamente risultati superiori alle aspettative in relazione alla maggior parte degli obiettivi a breve termine di REPowerEU, ad esempio una drastica riduzione delle importazioni russe, e ha adottato misure tempestive che costituiranno una solida base per il conseguimento degli obiettivi a medio e lungo termine del Green Deal europeo. Nonostante l'innalzamento dell'ambizione sono tuttavia necessari ulteriori sforzi: è quanto emerge dalla valutazione della Commissione delle proposte di aggiornamento dei PNEC presentate nel 2023, che ha rilevato un divario in termini di ambizione nel conseguimento degli obiettivi per il 2030 in materia di clima, rinnovabili ed efficienza energetica 11 . Inoltre finora solo 10 Stati membri hanno presentato il proprio piano definitivo, circostanza questa che desta notevole preoccupazione.

2.1. Risparmiare energia e ridurre le importazioni di combustibili fossili russi

Nell'immediato le azioni si sono concentrate sul risparmio energetico e sul miglioramento dell'efficienza energetica quali soluzioni più pulite ed economiche per affrontare la crisi energetica. Le azioni intraprese nel contesto di REPowerEU hanno portato a una delle riduzioni della domanda di gas più marcate di sempre.

Anche grazie alle sanzioni UE che vietano le importazioni via mare di petrolio greggio e prodotti petroliferi raffinati russi 12 nonché di carbone russo, la quota di gas proveniente dalla Russia (via gasdotto e sotto forma di GNL) sul totale delle importazioni di gas dell'UE è passata dal 45 % nel 2021 ad appena il 18 % nel primo semestre del 2024 (da 150,2 a 25,4 miliardi di m3) e il quantitativo annuo importato nel 2023 è diminuito del 72 % rispetto al 2021. Si tratta di risultati significativi, che mettono l'UE sulla buona strada per abbandonare le importazioni di combustibili fossili russi il prima possibile e che hanno avuto ripercussioni notevoli anche sulla Russia, le cui entrate derivanti dalla vendita di gas da gasdotto e GNL all'UE sono diminuite di oltre il 70 % rispetto al culmine della crisi nel 2022. Di recente sono state adottate misure che si concentrano più specificamente sugli introiti che la Russia ottiene dal GNL. A seguito del quattordicesimo pacchetto di sanzioni adottato il 24 giugno 2024, l'UE vieterà i servizi di ricarica (reloading) di GNL russo nel territorio dell'UE ai fini delle operazioni di trasbordo verso paesi terzi. Inoltre vieterà nuovi investimenti e la fornitura di beni, tecnologie e servizi per il completamento di progetti russi in costruzione relativi al GNL, come Arctic LNG 2 e Murmansk LNG.

L'UE ha raggiunto e superato l'obiettivo volontario di ridurre la domanda di gas del 15 %, come stabilito dal regolamento di emergenza sulle misure coordinate dell'UE di riduzione della domanda di gas 13 . Complessivamente l'UE ha ridotto la propria domanda di gas del 18 % dall'agosto 2022 al maggio 2024, con un risparmio di 138 miliardi di m3 di gas 14 . Tale risparmio è il risultato combinato degli sforzi compiuti dagli Stati membri, dalle imprese e dai cittadini, che hanno contribuito a evitare carenze e a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento. Gli sforzi di riduzione della domanda di gas sono stati prorogati mediante una raccomandazione del Consiglio 15 .

Figura 1. Riduzione della domanda di gas naturale 16

Fonte: Commissione europea sulla base di dati Eurostat.

L'UE ha adottato rapidamente obiettivi obbligatori di riempimento degli impianti di stoccaggio di gas in modo da prepararsi alle stagioni invernali 2023 e 2024, fornendo una forte rassicurazione sia per la sicurezza dell'approvvigionamento che per il mercato. Il regolamento sullo stoccaggio del gas 17 prevedeva che gli impianti di stoccaggio sotterraneo di gas degli Stati membri fossero riempiti almeno all'80 % della loro capacità entro il 1º novembre 2022 e al 90 % a partire dal 2023. Al 1º aprile 2024 i livelli di stoccaggio del gas erano pari al 59 % della capacità, un dato record per la fine della stagione invernale, e il 19 agosto l'UE ha conseguito l'obiettivo del 90 % di riempimento, con oltre due mesi di anticipo rispetto alla scadenza del 1º novembre.

Nel corso degli anni la Commissione e gli Stati membri hanno anche instaurato forme di collaborazione e stretto coordinamento, in particolare attraverso i gruppi di coordinamento per il gas e per l'energia elettrica, al fine di garantire la preparazione dell'UE all'inverno in uno spirito di unità e solidarietà.

Le due misure, insieme al pacchetto "Pronti per il 55 %" e alle iniziative legislative di emergenza 18 , hanno contribuito a stabilizzare i prezzi dell'energia. Sebbene ancora al di sopra dei livelli antecedenti la crisi, i prezzi al dettaglio del gas e dell'energia elettrica sono diminuiti notevolmente rispetto ai picchi del 2022.

Le misure di emergenza sono state accompagnate da progressi significativi in relazione agli obiettivi a lungo termine dell'UE, con l'allineamento della normativa chiave di "Pronti per il 55 %" alla maggiore ambizione del piano REPowerEU.

Dopo la rifusione della direttiva sull'efficienza energetica nel settembre 2023, la Commissione ha adottato una serie di raccomandazioni volte a garantirne l'attuazione e aiutare gli Stati membri nel processo di recepimento. La Commissione si sta già adoperando anche per l'attuazione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, adottata nell'aprile 2024, che in breve tempo renderà possibile decarbonizzare il nostro parco immobiliare – ancora responsabile del 40 % circa del consumo energetico totale dell'UE – e, in ultima analisi, aumentare la nostra sicurezza energetica e ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. La missione europea sulle città intelligenti e a impatto climatico zero ha continuato a contribuire in modo significativo agli obiettivi di risparmio energetico del piano REPowerEU. A 33 città è stato attribuito il marchio della missione, che riconosce le misure e i piani di investimento a beneficio del clima finalizzati alla neutralità climatica entro il 2030.

2.2. Accelerare la transizione verso l'energia pulita

Nel corso del 2023 e del 2024 l'UE ha compiuto progressi notevoli nella promozione della transizione verso l'energia pulita con l'adozione, da parte dei colegislatori, di atti fondamentali del pacchetto "Pronti per il 55 %" 19 e la definizione di tappe importanti verso il conseguimento degli obiettivi di REPowerEU.

In particolare l'aumento della produzione di energia rinnovabile è centrale per l'obiettivo del piano REPowerEU di costruire un sistema energetico sicuro e decarbonizzato nell'UE. I dati più recenti evidenziano risultati eccellenti, con l'aumento del 36 % della capacità eolica e solare installata tra il 2021 e il 2023 20 e un risparmio di circa 35 miliardi di m3 di gas nell'arco di due anni. Con 56 GW di nuova capacità solare installata nel 2023 21 , l'UE ha stabilito un nuovo record dopo i 40 GW supplementari installati nel 2022. Queste cifre indicano passi importanti nella giusta direzione, ma serve un'ulteriore accelerazione per conseguire gli obiettivi di REPowerEU di cui alla strategia dell'UE per l'energia solare 22 e raggiungere una capacità totale di almeno 700 GW entro il 2030, a fronte di stime che parlano di 263 GW installati alla fine del 2023. Negli ultimi anni l'UE ha adottato diverse iniziative volte a rafforzare il sostegno all'industria manifatturiera del fotovoltaico in Europa per mezzo dell'alleanza dell'UE per l'industria solare fotovoltaica 23 , di una Carta per l'energia solare e dell'istituzione di un partenariato pubblico-privato coprogrammato che sostiene gli sforzi coordinati di ricerca e innovazione dell'alleanza. Per quanto riguarda l'energia eolica, nel 2023 nell'UE sono stati installati 16 GW di nuova capacità, che portano il totale a 221 GW 24 . Sebbene ciò dimostri buoni progressi, il settore deve aumentare il ritmo di installazione al fine di conseguire gli ambiziosi obiettivi dell'UE in materia di rinnovabili, una sfida alla quale la Commissione ha risposto con l'adozione del pacchetto per l'energia eolica 25 , puntando comunque a una diffusione equilibrata in collaborazione con i cittadini locali, onde evitare che la transizione energetica sia minata da preoccupazioni riguardo al paesaggio, alla biodiversità, al patrimonio culturale e agli stili di vita, in particolare nelle zone rurali.

Figura 2. Capacità eolica e solare installata

Fonte: Commissione europea sulla base di dati Eurostat, WindEurope, Solar Power Europe.

Sulla base delle ambizioni e delle proiezioni contenute nelle proposte di aggiornamento dei piani nazionali per l'energia e il clima degli Stati membri presentate nel 2023/2024, la produzione di biogas e biometano potrebbe attestarsi in un intervallo compreso tra 30 e 32 miliardi di m3 entro il 2030.
Per quanto la tendenza sia positiva, sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere l'obiettivo di REPowerEU di produrre 35 miliardi di m3 l'anno entro il 2030. Stando ai dati settoriali disponibili per il 2022, in quell'anno la produzione combinata di biogas e biometano era pari a 21 miliardi di m3, di cui circa 4,2 miliardi di m3 di biometano, diventati 5,2 miliardi di m3 nel 2024 26 .

Nell'ultimo decennio il mercato delle pompe di calore è cresciuto, con un'accelerazione nel 2021 e nel 2022 connessa ai prezzi del gas e alla guerra in Ucraina: le vendite sono aumentate da circa 700 000 unità nel 2015 a 1,5 milioni nel 2020, facendo registrare un'impennata a 2,75 milioni nel 2022 27 . Nel 2023 si sono mantenute su valori analoghi (2,77 milioni di unità) 28 , colpite dal calo dei prezzi del gas e dalla depressione del settore edilizio. Nonostante questa crescita costante, le caldaie a combustibili fossili continuano a dominare il mercato delle apparecchiature di riscaldamento.

Per quanto riguarda l'idrogeno – fondamentale per i settori dell'industria e dei trasporti le cui emissioni sono difficili da abbattere – l'Europa vanta il maggior numero al mondo di progetti annunciati, una riserva aggiornata di recente nel contesto dell'alleanza europea per l'idrogeno pulito. Entro la fine del 2024 l'UE potrebbe arrivare a 0,8 GW di nuova capacità di elettrolizzazione. Inoltre da settembre 2023 i consumatori industriali europei hanno avviato gare d'appalto per circa un milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio 29 . Nonostante il recente aumento del numero di progetti ultimati e di decisioni finali di investimento adottate, sono ancora troppo pochi i progetti che superano la fase della decisione finale di investimento sul lato dell'offerta, in particolare a causa di una domanda di idrogeno verde inferiore al previsto. L'approvazione di quattro tornate di importanti progetti di comune interesse europeo (ossia Hy2Tech, Hy2Use, Hy2Infra e Hy2Move), corrispondenti a un investimento pubblico di 18,9 miliardi di EUR, sosterrà la realizzazione di progetti su larga scala. Con l'obiettivo di stimolare tanto la domanda quanto l'offerta, la Banca europea dell'idrogeno ha condotto la prima asta per l'idrogeno rinnovabile a livello di UE attraverso il Fondo per l'innovazione, finanziato dalle entrate generate dall'EU ETS, con una dotazione di 800 milioni di EUR. L'asta ha attirato 132 offerte di acquisto per un totale di 8,8 milioni di tonnellate di capacità di produzione di idrogeno rinnovabile. Si prevede che gli acquirenti diventino operativi al più tardi entro il 2029. I sette progetti vincitori dovrebbero produrre 1,6 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nei primi 10 anni di attività. La Commissione prevede di organizzare una seconda asta entro la fine dell'anno con un bilancio maggiorato pari a 1,2 miliardi di EUR al fine di sostenere l'ecosistema industriale europeo dell'idrogeno. La capacità europea di fabbricazione di elettrolizzatori è passata da 4,2 GW nel 2022 a 6,8 GW nel 2023 e, secondo le previsioni, dovrebbe raggiungere i 12,4 GW entro la fine del 2024 30 . La Commissione sta inoltre lavorando a un meccanismo pilota volto a sostenere lo sviluppo del mercato europeo dell'idrogeno e assicurarne la trasparenza. Tale meccanismo sarà operativo per cinque anni e farà parte della Banca europea dell'idrogeno. Le priorità e azioni strategiche in fase di attuazione per far sì che, entro il 2030, nell'UE siano in costruzione o operativi almeno 50 distretti dell'idrogeno 31 completano il quadro degli sforzi dell'UE tesi a creare un mercato dell'idrogeno 32 . Sebbene i progressi compiuti in tal senso siano stati riconosciuti dalla Corte dei conti europea, una recente relazione individua criticità lungo l'intera catena del valore, quali la necessità di integrare il quadro normativo con l'adozione dell'atto delegato sull'idrogeno a basse emissioni di carbonio 33 .

Oltre a queste azioni settoriali, nel dicembre 2023 il Consiglio ha convenuto di prorogare alcune misure di emergenza in materia di autorizzazioni, volte ad abbreviare e accelerare le procedure autorizzative per i progetti di energia rinnovabile. Nel maggio 2024 è stato adottato un nuovo "pacchetto", comprendente tre misure mirate per accelerare ulteriormente la diffusione delle energie rinnovabili nell'UE: una raccomandazione e orientamenti della Commissione sulla progettazione delle aste per le energie rinnovabili; una raccomandazione e orientamenti aggiornati sull'accelerazione delle procedure autorizzative per i progetti di energia rinnovabile; e orientamenti sulla designazione di zone di accelerazione per le energie rinnovabili. Alla fine del 2023 la Commissione ha avviato un'iniziativa volta a sostenere il recepimento tempestivo della direttiva riveduta sulle energie rinnovabili (Accele‑RES) 34 , che prevede riunioni bilaterali con gli Stati membri per discutere i progressi compiuti in tal senso e per individuare i settori più impegnativi in relazione ai quali la Commissione può offrire sostegno. Nel quadro della task force per l'applicazione delle norme sul mercato unico, la Commissione e gli Stati membri hanno affrontato circa il 60 % degli ostacoli individuati nelle procedure autorizzative nazionali, ma queste misure non risolvono tutte le difficoltà: l'insufficienza di personale o capacità nelle amministrazioni pubbliche che rilasciano le autorizzazioni rimane un problema grave. La Commissione invita sempre gli Stati membri a rafforzare tali capacità.

Al fine di migliorare la visibilità e la prevedibilità lungo l'intera catena del valore, il pacchetto prevedeva la creazione di una piattaforma sulle aste per le rinnovabili a livello di UE, il cui obiettivo è consolidare le informazioni sulle aste programmate in tutti i paesi dell'UE.

Inoltre, per affrontare le principali sfide legate all'espansione, alla digitalizzazione e a un migliore utilizzo delle reti di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica dell'UE, comprese le interconnessioni transfrontaliere – condizione indispensabile per il completamento dell'Unione dell'energia – a novembre la Commissione ha pubblicato un piano d'azione per le infrastrutture di rete 35 . Nelle sue conclusioni del maggio 2024 il Consiglio ha invitato gli Stati membri ad attuarlo rapidamente.

Tale piano individua azioni concrete e ad hoc per migliorare l'accesso ai finanziamenti per i progetti relativi alle reti, aumentando la visibilità dei programmi di finanziamento dell'UE. I gestori di rete, a livello tanto di trasmissione quanto di distribuzione, devono far fronte a un aumento senza precedenti del fabbisogno di investimenti, necessari anche per conseguire l'obiettivo di interconnessione del 15 % entro il 2030, e di conseguenza a un aumento del volume di spese in conto capitale. Per l'energia elettrica questo fabbisogno ammonta a 584 miliardi di EUR di investimenti complessivi entro il 2030, di cui 375‑425 miliardi di investimenti nelle reti di distribuzione. Si prevede un marcato aumento degli investimenti nelle infrastrutture di rete, che potrebbe mettere a dura prova l'attuale modello di rifinanziamento attraverso le tariffe al consumo.

La direttiva riveduta sul sistema per lo scambio di quote di emissioni (ETS) ha rafforzato il sostegno finanziario a favore degli Stati membri a reddito più basso allo scopo di modernizzare i loro sistemi energetici e migliorare l'efficienza energetica attraverso il Fondo per la modernizzazione. Il Fondo è stato portato a 750 milioni di quote, vale a dire un aumento di 110 milioni di quote (del valore di circa 60 miliardi di EUR), e altri tre Stati membri possono ora beneficiare del suo sostegno, per un totale di 13 beneficiari. Gli esborsi complessivi a titolo del Fondo per la modernizzazione dalla sua costituzione ammontano a circa 12,7 miliardi di EUR.

2.3.Diversificare il nostro approvvigionamento energetico attraverso partenariati rafforzati

L'UE ha diversificato le proprie importazioni di energia sostituendo il gas russo con importazioni da altri fornitori internazionali, con l'ausilio di diverse unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione di recente costruzione e di reti transeuropee del gas potenziate.

Tra il 2022 e il 2024 è stato commissionato un numero record di dodici terminali GNL nuovi e sei progetti di espansione. Nel complesso si prevede che aumenteranno la capacità di importazione di GNL dell'UE di 70 miliardi di m3 entro il 2024. La Norvegia e gli Stati Uniti sono diventati i principali fornitori di gas dell'UE per il gas da gasdotto e il GNL rispettivamente, con una quota del 34 % e del 18 % delle importazioni di gas dell'Unione fino a giugno 2024 36 .

Nel 2024 sono proseguiti l'aggregazione della domanda e l'acquisto in comune di gas naturale per mezzo di AggregateEU. Nel complesso il meccanismo ha ottenuto buoni risultati, attirando oltre 180 imprese e facendo incontrare la domanda degli acquirenti europei e l'offerta dei fornitori esterni per oltre 75 miliardi di m3 di gas naturale tra il 2023 e il 2024. Sulla scia di questo successo, l'aggregazione della domanda e l'acquisto in comune sono stati inseriti come strumento volontario permanente nel pacchetto sul mercato dell'idrogeno e del gas decarbonizzato. Nel giugno 2024 la Commissione ha avviato la gara di appalto per la fornitura di servizi informatici per una piattaforma europea multiprodotto permanente per l'acquisto in comune di materie prime strategiche, che comprenderà il futuro meccanismo volontario per il gas naturale, il progetto pilota separato per l'idrogeno e un nuovo meccanismo per le materie prime strategiche.

La Commissione si è adoperata per rafforzare le relazioni con i partner internazionali al fine di sopperire alle esigenze derivanti dalla diminuzione delle importazioni di gas russo. L'UE ha firmato 14 protocolli d'intesa con paesi del diretto vicinato (Marocco, Egitto, Norvegia, Ucraina) e oltre (Azerbaigian, Kazakhstan, Namibia, Giappone, Argentina e Uruguay). È stato inoltre istituito un partenariato strategico con l'Ucraina sui gas rinnovabili e il 2 febbraio 2023 è stato firmato il protocollo d'intesa del partenariato strategico UE-Ucraina sul biometano, sull'idrogeno e su altri gas sintetici.

La Commissione e l'Agenzia di approvvigionamento dell'Euratom (ESA) continuano a perseguire la diversificazione dell'approvvigionamento di combustibile nucleare, dei relativi servizi per il ciclo del combustibile nucleare e dei pezzi di ricambio. Nel 2023 e nel 2024 nell'UE sono entrati in funzione due nuovi reattori nucleari EPR, che saranno in grado di generare energia elettrica senza emissioni di carbonio sufficiente a coprire il consumo di 6 milioni di abitazioni. Nel febbraio di quest'anno la Commissione ha varato anche l'alleanza industriale europea sui piccoli reattori modulari (Small Modular Reactors – SMR), che riunisce circa 300 membri con l'obiettivo di agevolare la messa in servizio dei primi progetti di SMR in Europa entro i primi anni del prossimo decennio. Inoltre il programma Euratom di ricerca e formazione sostiene due progetti che contribuiscono allo sviluppo e alla diffusione rapidi e sicuri di una soluzione europea per il combustibile del cosiddetto reattore energetico acqua-acqua (VVER) al fine di agevolare la diversificazione rispetto ai combustibili russi e promuovere la sicurezza dell'approvvigionamento di combustibile nucleare.

Sin dall'inizio dell'invasione su vasta scala della Russia, il sostegno all'Ucraina è una priorità assoluta per l'Unione europea e la Commissione continua a sostenere fermamente il settore ucraino dell'energia al fine di garantirne il funzionamento nonostante i continui attacchi alle infrastrutture. Al 31 luglio 2024 oltre il 40 % di tutte le donazioni degli Stati membri era destinato al settore dell'energia. Sono stati inviati oltre 8 189 generatori di energia e 3 348 trasformatori, oltre a milioni di apparecchiature energetiche, e il contributo totale del meccanismo di protezione civile dell'Unione europea è stimato in oltre 900 milioni di EUR.

Il Fondo di sostegno per l'energia per l'Ucraina, istituito sotto l'egida della Commissione e gestito dal segretariato della Comunità dell'energia, si è imposto come strumento fondamentale per sostenere l'acquisto di apparecchiature energetiche e ad agosto 2024 aveva mobilitato oltre 500 milioni di EUR. Sulla base del piano per l'Ucraina, lo strumento UE per l'Ucraina, del valore di 50 miliardi di EUR, fornirà finanziamenti che sosterranno in modo continuativo la ripresa del paese e daranno impulso alla sua crescita economica sostenibile fino al 2027. Nel 2022 la sincronizzazione delle reti ucraina e moldova con la rete continentale europea ha stabilizzato il sistema elettrico ucraino nei primi mesi di guerra. Oggi questo facilita una stretta collaborazione con ENTSO-E allo scopo di garantire e aumentare la capacità per gli scambi di energia elettrica, attualmente fissata a 1,7 GW per gli scambi commerciali. Ha inoltre consentito all'Ucraina di ricorrere a importazioni di emergenza, in particolare a seguito dei recenti attacchi alle sue infrastrutture energetiche. Vi è uno stretto coordinamento con i partner (in particolare gli Stati Uniti) per quanto riguarda le esportazioni di energia elettrica e le operazioni di ripristino della capacità al fine di assicurare una produzione sufficiente per il prossimo inverno. Grazie a una sovvenzione dell'UE da 96 milioni di EUR e ai contributi degli Stati membri e di donatori privati attraverso il meccanismo di protezione civile dell'Unione europea, si prevede che saranno ripristinati 2,7 GW di capacità. Il piano nazionale ucraino per l'energia e il clima costituirà un documento strategico essenziale per trasformare i settori dell'energia e dell'economia ucraini, allineare il paese alle norme UE e sostenere il processo di adesione all'Unione.

Nel 2023 l'UE ha fornito ai Balcani occidentali un pacchetto di sostegno per l'energia da 1 miliardo di EUR per aiutare la regione ad affrontare la crisi energetica.

2.4.Competitività e settore dell'energia pulita

La transizione verso l'energia pulita è fondamentale per garantire a imprese e cittadini un'energia sicura, sostenibile, competitiva e a prezzi accessibili, così che le industrie – e con loro i posti di lavoro di qualità – restino in Europa e questa preservi la propria sicurezza economica. Sebbene l'azione politica abbia notevolmente ridotto i prezzi dell'energia rispetto ai picchi del 2022, nell'UE l'energia elettrica al dettaglio per uso industriale costa ancora da 2 a 3 volte in più che negli Stati Uniti (2021-2023), mentre storicamente la differenza era dell'ordine di 1,5-2 volte. I prezzi del gas sono da 3 a 6 volte superiori a quelli degli Stati Uniti, mentre storicamente lo erano di 2-3 volte.

Il differenziale elevato dei prezzi dell'energia elettrica per uso industriale dell'UE rispetto a paesi quali Stati Uniti e Cina mette a repentaglio la competitività europea, in particolare per le industrie ad alta intensità energetica, e rischia di aumentare le dipendenze critiche. Per fornire ai nostri cittadini e alle nostre imprese energia a prezzi accessibili è fondamentale accelerare la diffusione di energie pulite concorrenziali. L'UE ha agito per abbassare strutturalmente i prezzi dell'energia, anche attraverso una migliore integrazione del mercato, investimenti nelle interconnessioni transfrontaliere e la recente riforma dell'assetto del mercato dell'energia elettrica, che rappresenta un passo fondamentale per accelerare la diffusione e l'integrazione di un quantitativo maggiore di energie rinnovabili nel sistema energetico e per promuovere la stabilità, la prevedibilità e l'accessibilità dei prezzi dell'energia, contribuendo in tal modo alla competitività dell'industria UE.

La competitività continuerà ad essere un obiettivo chiave negli anni a venire e il Consiglio europeo ha auspicato un nuovo patto per la competitività europea. Nei suoi orientamenti politici, la presidente della Commissione von der Leyen ha parlato di un nuovo patto per l'industria pulita che combini decarbonizzazione e competitività. Tale patto si concentrerà appieno sul sostegno alle imprese e sulla creazione delle giuste condizioni affinché queste possano prosperare in Europa, anche semplificando l'assetto normativo, riducendo i costi energetici, investendo in tecnologie pulite e garantendo l'accesso a forniture energetiche e materie prime a basso costo, sostenibili e sicure. La relazione di Mario Draghi sulla competitività e la relazione di Enrico Letta intitolata "Empowering the Single Market to deliver a sustainable future and prosperity for all EU Citizens" hanno sottolineato, tra l'altro, la necessità di rafforzare la dimensione dell'energia del mercato unico e l'importanza di investire nelle reti infrastrutturali europee, potenziando le interconnessioni transfrontaliere e le reti di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica e ampliando le opzioni di approvvigionamento energetico per l'industria.

Previo esame degli obblighi di pianificazione, comunicazione e monitoraggio in materia di energia e clima ai sensi del diritto dell'UE, la Commissione ha individuato nei piani di razionalizzazione diverse azioni chiave per definire nuove misure volte a ridurre gli oneri di comunicazione, tra le quali l'abrogazione degli obblighi di comunicazione sulle scorte petrolifere 37 e il riesame della normativa sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas 38 e della legislazione terziaria nell'ambito della normativa sul mercato interno del gas e dell'energia elettrica nonché del regolamento concernente l'integrità e la trasparenza del mercato dell'energia all'ingrosso 39 . A ciò si aggiungono diverse misure di sostegno intese ad agevolare la conformità. Nei piani di razionalizzazione è stata inoltre segnalata la possibile revisione del regolamento sulla governance quale mezzo per migliorare ulteriormente l'efficienza.

L'attuale contesto geopolitico ha reso ancor più importanti la resilienza e la sicurezza nel settore dell'industria a zero emissioni nette, la cui rilevanza a livello economico sta anch'essa crescendo notevolmente: il mercato mondiale delle tecnologie chiave a zero emissioni nette prodotte in massa è infatti destinato a triplicare entro il 2030, fino a raggiungere un valore annuo di circa 600 miliardi di EUR. Su questi mercati mondiali in crescita i fabbricanti europei si devono misurare con una concorrenza agguerrita. Quello delle tecnologie energetiche è uno dei dieci settori tecnologici critici per la sicurezza economica dell'UE 40 .

Con il regolamento sull'industria a zero emissioni nette e il regolamento sulle materie prime critiche, l'UE si è mossa per rafforzare la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento dei suoi fabbricanti di tecnologie energetiche pulite. La resilienza dei futuri sistemi energetici dipenderà dalla garanzia di un accesso sicuro alle tecnologie che alimenteranno tali sistemi, quali turbine eoliche, elettrolizzatori, batterie, pannelli solari fotovoltaici, pompe di calore, tecnologie di rete, ecc. Il regolamento sull'industria a zero emissioni nette aiuterà l'UE a diversificare le sue fonti di approvvigionamento per le tecnologie pulite e a sviluppare una solida capacità manufatturiera interna di tali tecnologie, rafforzando la competitività sullo sfondo degli sforzi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Dal 2022 il Fondo per l'innovazione sostiene la crescita della fabbricazione di tecnologie pulite con una dotazione di bilancio specifica nei bandi annuali. Le tecnologie energetiche pulite già sostenute dal Fondo per l'innovazione dovrebbero garantire un aumento sostanziale della capacità manifatturiera nei comparti del solare, delle batterie e degli elettrolizzatori. La piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa (Strategic Technologies for Europe Platform – STEP) contribuisce allo sviluppo e alla fabbricazione di tecnologie pulite avanzate nell'UE, riducendo le dipendenze strategiche e rafforzando l'innovazione europea in questo campo.

Man mano che avanziamo verso un futuro a zero emissioni nette sarà importante affrontare le dipendenze emergenti da materiali critici e combustibili nucleari al fine di consentire la transizione energetica e garantire la sicurezza economica dell'UE.

I partenariati strategici sulle catene del valore delle materie prime sostenibili che l'UE sta concludendo con vari paesi terzi costituiscono parte integrante della dimensione esterna del regolamento sulle materie prime critiche. Servono a garantire e diversificare l'approvvigionamento dell'UE di queste materie prime e apportano nel contempo un valore aggiunto locale nei paesi partner. Ad oggi ne sono stati firmati 14 41 . Nell'ultimo anno sono stati compiuti passi avanti nella diversificazione delle catene di approvvigionamento globali per le materie prime critiche grazie alla recente istituzione di sette partenariati reciprocamente vantaggiosi, anche con paesi essenziali per il settore dell'energia quali la Norvegia, l'Australia e la Serbia 42 . Il gruppo di esperti delle Nazioni Unite sui minerali critici per la transizione energetica, creato nell'aprile 2024 e copresieduto dai servizi della Commissione, riunirà governi e altri portatori di interessi delle industrie estrattive per affrontare questioni relative ai diritti umani, all'equità, alla trasparenza, agli investimenti e alla sostenibilità nelle catene di approvvigionamento dei minerali critici, affinché la crescente domanda di questi minerali non aggravi le tensioni geopolitiche ma promuova piuttosto una transizione energetica giusta ed equilibrata.

Nella transizione verso un'economia più verde, le competenze sono importanti ai fini della competitività e dell'innovazione europee, dato che la transizione verso tecnologie energetiche pulite richiede una forza lavoro con competenze aggiuntive rispetto a quelle necessarie nei settori delle energie tradizionali. Conformemente al regolamento sull'industria a zero emissioni nette, per affrontare la questione sono già state avviate o sono in fase di creazione diverse accademie europee dell'industria a zero emissioni nette 43 , che svilupperanno negli Stati membri contenuti di apprendimento relativi a settori quali l'energia solare, l'idrogeno e le batterie; altre accademie sulle materie prime e l'energia eolica seguiranno in futuro. Le accademie fanno tesoro di iniziative quali i piani per la cooperazione settoriale sulle competenze 44 e il patto europeo per le competenze 45 , con i suoi tre partenariati su vasta scala per le competenze nell'ecosistema delle energie rinnovabili. Far sì che i lavoratori acquisiscano le competenze necessarie consentirebbe di sfruttare appieno il potenziale occupazionale degli obiettivi di REPowerEU, che secondo le stime creeranno oltre 3,5 milioni di posti di lavoro entro il 2030 46 .

3.BILANCIO DEI PROGRESSI VERSO IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI E DELLE AMBIZIONI DELLE POLITICHE IN MATERIA DI ENERGIA E CLIMA PER IL 2030

3.1.Decarbonizzazione

Nel 2022 47 le emissioni nette interne di gas a effetto serra, incluse le emissioni generate dall'uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura (LULUCF) ma escluse quelle dei trasporti internazionali, sono diminuite del 2,5 % rispetto al 2021 48 . Ciò si traduce in una riduzione del 32,5 % rispetto all'anno di riferimento 1990. Nello stesso periodo si è registrata una lieve diminuzione degli assorbimenti netti di gas serra comunicati nel settore LULUCF (-4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente rispetto al 2021).

Per le emissioni soggette all'ETS, dai dati comunicati dagli Stati membri dell'UE entro il 2 aprile 2024 emerge una diminuzione del 15,5 % nel 2023 rispetto ai livelli del 2022. Con questa variazione le emissioni ETS risultano ora inferiori di circa il 47 % rispetto ai livelli del 2005, sulla buona per raggiungere l'obiettivo 2030 del -62 %.

Tuttavia le proiezioni delle emissioni di gas serra dell'economia nel suo complesso, presentate di recente dagli Stati membri, dovrebbero evidenziare un certo divario rispetto all'ambizione dell'UE in materia di clima. Per rimanere sulla giusta rotta verso il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030 e neutralità climatica entro il 2050, l'UE deve accelerare il ritmo dei cambiamenti, concentrarsi maggiormente sui settori in cui servono riduzioni significative delle emissioni (ad esempio edifici e trasporti) e invertire la tendenza al ribasso degli assorbimenti netti LULUCF. Il regolamento sul ripristino della natura e la sua attuazione sono fondamentali al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi LULUCF, d'importanza essenziale per assorbire le emissioni inevitabili dei settori le cui emissioni sono difficili da abbattere e migliorare l'adattamento.

Dalla valutazione delle proposte di aggiornamento dei PNEC nel dicembre 2023 emerge che gli sforzi degli Stati membri vanno nella giusta direzione, ma non sono ancora sufficienti per ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55 % entro il 2030. Le proposte di aggiornamento dei PNEC determinerebbero infatti una riduzione delle emissioni di gas serra pari al 51 %, di 4 punti percentuali inferiore all'obiettivo. Il divario interessa anche gli obiettivi 2030 per i settori di condivisione degli sforzi e per il settore dell'uso del suolo, del cambiamento di uso del suolo e della silvicoltura, che dimostra la necessità di misure più solide nei PNEC definitivi e di un'attuazione più decisa per rimanere sulla buona strada. Inoltre solo alcuni Stati membri hanno incluso nelle proposte di aggiornamento piani dettagliati che prendono in considerazione l'adattamento ai cambiamenti climatici nel contesto della resilienza dei sistemi energetici.

Nel 2022 49 l'UE ha raggiunto una quota del 23,0 % di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia, registrando un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2021 (21,9 %) 50 . All'orizzonte del 2030, la quota del 2022 risulta leggermente al di sopra della traiettoria verso il traguardo intermedio vincolante del 22,2 % per l'anno in questione, calcolato sulla base del precedente obiettivo del 32 % entro il 2030 51 .

In media, la quota complessiva di energie rinnovabili è aumentata di 0,7 punti percentuali l'anno negli ultimi dieci anni. I progressi sono stati marcati nel settore dell'energia elettrica, in cui la quota di energie rinnovabili è salita dal 25,1 % nel 2012 al 41,2 % nel 2022. I progressi nei settori del riscaldamento e del raffrescamento (dal 18,6 % al 24,9 %) e dei trasporti (dal 5,8 % al 9,6 %) risultano più modesti. Il nuovo obiettivo dell'UE del 42,5 % entro il 2030 (e ancor più l'obiettivo indicativo del 45 %) richiederà una crescita molto più rapida nei prossimi anni. La valutazione della Commissione delle proposte di aggiornamento dei PNEC ha rilevato una carenza di ambiziosità per quanto concerne il consumo di energie rinnovabili entro il 2030, con contributi inferiori di 3-4 punti percentuali rispetto all'obiettivo vincolante riveduto dell'UE del 42,5 % 52 .

Le quote di rinnovabili nel 2022 variavano ancora notevolmente da uno Stato membro all'altro, rispecchiando differenze nelle circostanze di partenza, negli obiettivi nazionali fissati dalla direttiva originaria sulle energie rinnovabili e nei contributi nazionali stabiliti nei PNEC. Nel 2022 il primato è andato alla Svezia, con una quota di energie rinnovabili del 66 %, seguita da Finlandia (47,9 %), Lettonia (43,3 %) e Danimarca (41,6 %). Belgio, Irlanda, Lussemburgo e Malta si attestavano agli ultimi posti, con quote inferiori al 14 %.

Considerando tanto il consumo nazionale quanto i trasferimenti statistici comunicati finora, in tre Stati membri la quota di rinnovabili nel 2022 era ancora inferiore all'obiettivo vincolante per il 2020 ai sensi della direttiva sulle energie rinnovabili originaria: Francia (-2,7 punti percentuali rispetto all'obiettivo per il 2020), Irlanda (-2 punti percentuali) e Austria (-0,2 punti percentuali). Di conseguenza questi Stati membri avranno un anno di tempo per adottare misure supplementari atte a colmare il divario entro l'anno successivo 53 . Inoltre diversi Stati membri non hanno raggiunto il loro punto di riferimento per il 2022 54 e dovrebbero spiegare, nella prossima relazione intermedia integrata, come intendono colmare la distanza.

La Commissione sta organizzando il secondo invito a presentare proposte nel contesto del meccanismo di finanziamento dell'UE per le energie rinnovabili. Il Lussemburgo parteciperà nuovamente in veste di paese contributore reinvestendo nel meccanismo 12,5 milioni di EUR non erogati del suo impegno precedente, cui aggiungerà altri 40 milioni di EUR. I paesi ospitanti sono la Finlandia e l'Estonia, che ospiteranno rispettivamente progetti di solare fotovoltaico di eolico onshore.

Dal 2021 la componente Energia del meccanismo per collegare l'Europa dispone di uno sportello dedicato per i progetti transfrontalieri di energie rinnovabili (CB-RES). Nel 2023 la Commissione ha organizzato due inviti a presentare proposte per aggiornare l'elenco di questi progetti e cofinanziare lavori e studi. La valutazione degli inviti è ancora in corso, ma il numero crescente di domande denota una maggiore adesione al programma.

Nel settore dei trasporti, alla fine del 2023 sono stati adottati i regolamenti ReFuelEU Aviation e FuelEU Maritime, che si prefiggono di sostituire i combustibili fossili con combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio e di decarbonizzare due comparti – i trasporti aerei e marittimi – le cui emissioni sono difficili da abbattere. Nel 2022 la Commissione ha inoltre avviato l'alleanza industriale per la catena del valore dei combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, una nuova iniziativa che si propone di far progredire la produzione e l'approvvigionamento di tali combustibili, i cui mercati sono ancora acerbi e richiedono investimenti sostanziali per conseguire gli obiettivi a partire dal 2030.

La revisione concordata della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane sancisce per il settore l'obiettivo giuridicamente vincolante della neutralità energetica 55 entro il 2045, con traguardi intermedi.

Nel maggio 2024 è stato adottato il nuovo regolamento sul metano, che introduce prescrizioni nuove in materia di misurazione, comunicazione e verifica delle emissioni di metano nel settore dell'energia.

Efficienza energetica

L'UE ha conseguito gli obiettivi di efficienza energetica fissati per il 2020, in termini di consumo di energia tanto primaria quanto finale. Dopo un'impennata dei consumi di energia nel 2021, con l'uscita dell'economia europea dal confinamento, nel 2022 l'UE è riuscita a registrare una diminuzione sistemica coerente con la tendenza al ribasso degli ultimi 15 anni, rispecchiando altresì lo sforzo collettivo dell'Unione volto a ridurre la domanda di energia a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina.

Nel 2022 il consumo di energia primaria nell'UE ha raggiunto 1 257 Mtep (megatonnellate di equivalente petrolio), in calo del 4,1 % rispetto al 2021, avvicinandosi al nuovo obiettivo di 992,5 Mtep per il 2030, con un divario che si è ridotto al 26,7 %.

Nel 2022 il consumo di energia finale ha raggiunto 940 Mtep, registrando una flessione del 2,8 % rispetto al 2021. La distanza rispetto al nuovo obiettivo di consumo di energia finale per il 2030 (763 Mtep) era del 23,3 %. Gli sforzi in materia di efficienza energetica dovranno essere intensificati ancora al fine di conseguire l'obiettivo di riduzione del consumo di energia finale dell'11,7 % entro il 2030, dato che la valutazione a livello di UE delle proposte di aggiornamento dei PNEC, effettuata dalla Commissione nel 2023, ha riscontrato una riduzione di appena il 5,8 % rispetto alle proiezioni per il 2030 56 . Rispetto al 2021, il consumo di energia finale nel 2022 è sceso di 19,6 Mtep (-7,5 %) nel settore dell'edilizia residenziale dell'UE e di 8,7 Mtep (-6,7 %) in quello dei servizi, ma la diminuzione è dovuta in larga misura a un inverno più mite e a una riduzione dei consumi piuttosto che a un miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. Vi sono dunque margini di miglioramento nell'attuazione delle strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine. Nella pratica, i tassi di ristrutturazione e l'elettrificazione degli impianti di riscaldamento rimangono troppo bassi a tutti i livelli e le misure nazionali non sono sufficienti a decarbonizzare il parco immobiliare entro il 2050, motivo per cui sarà imprescindibile attuare rapidamente la direttiva riveduta sulla prestazione energetica nell'edilizia.

Per quanto concerne i risparmi energetici conseguiti nel 2021 mediante l'attuazione di regimi obbligatori di efficienza energetica, di misure politiche alternative o di entrambe le cose, svariati Stati membri hanno riferito risparmi inferiori al 60 % di quelli necessari, che dovranno essere compensati di qui al 2030.

Anche la progettazione ecocompatibile e l'etichettatura energetica sono strumenti politici fondamentali per promuovere l'efficienza energetica nell'UE. Secondo le stime, i circa 50 regolamenti che disciplinano 30 gruppi di prodotti dovrebbero consentire risparmi annui pari a 1,418 TWh di energia primaria e 139 Mt CO2eq nel 2030, oltre a un risparmio di 157 miliardi di EUR per i clienti 57 . Si tratta di cifre che corrispondono approssimativamente al consumo energetico della Spagna nel 2022. Il nuovo regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili (regolamento (UE) 2024/1781) estende il possibile ambito di applicazione oltre i prodotti connessi all'energia e consente di introdurre nuove prescrizioni sull'efficienza delle risorse, sulla circolarità e sulla sostenibilità.

Sono tuttavia sorte preoccupazioni in merito alla conformità dei prodotti connessi all'energia. Per concretizzare i benefici energetici, ambientali e finanziari della politica, assicurare parità di condizioni tra gli operatori economici e tutelare i consumatori, sarà fondamentale proseguire e intensificare gli sforzi per una migliore conformità, tanto dei prodotti connessi all'energia fabbricati nell'UE quanto di quelli importati, in collaborazione con gli Stati membri e in linea con l'invito contenuto nella relazione Letta a rafforzare l'applicazione delle norme al fine di sostenere l'integrità del mercato unico 58 .

La revisione concordata della direttiva UE sulle emissioni industriali offre maggior sostegno affinché gli impianti industriali dell'Unione possano, tra le altre cose, diventare più efficienti sotto il profilo energetico, contribuendo in tal modo ad affrontare la triplice crisi planetaria.

Sicurezza energetica

Dopo due anni molto impegnativi (2022 e 2023), il 2024 è stato finora un anno di stabilizzazione per il sistema energetico dell'UE. La sicurezza dell'approvvigionamento nel settore del gas è aumentata notevolmente e i fondamentali del mercato sono ora molto più stabili. Ciò si deve in particolare alla riduzione della domanda e al proseguimento dell'attuazione del piano REPowerEU, che hanno consentito all'Unione di ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi. Nell'ultimo inverno non si sono verificate gravi interruzioni dell'approvvigionamento nell'UE, nonostante l'indisponibilità del connettore baltico tra Finlandia ed Estonia e i disordini geopolitici in Medio Oriente.

Il miglioramento della sicurezza dell'approvvigionamento di gas nell'UE ha spinto anche diversi Stati membri (Estonia, Finlandia, Svezia e Danimarca) ad abbassare il livello di crisi. Attualmente vi sono ancora otto Stati membri in stato di preallarme e uno in stato di allarme 59 . Forte degli insegnamenti tratti e di un quadro rafforzato per la sicurezza dell'approvvigionamento, l'UE è ben preparata in vista del prossimo inverno e della scadenza dell'accordo di transito del gas tra Russia e Ucraina.

La Commissione lavora a stretto contatto con i partner strategici, in particolare i membri dell'AIE, per garantire la sicurezza internazionale dell'approvvigionamento di gas. Nell'autunno 2023 è stato avviato un progetto pilota volto a migliorare la comunicazione fra i membri del gruppo in merito a questioni relative alla sicurezza dell'approvvigionamento di gas, con l'obiettivo di giungere a una prospettiva condivisa sui problemi e sui loro effetti sui partner. La Commissione monitora attivamente e discute i comportamenti di mercato di vari soggetti sui mercati del GNL, nell'UE e nel mondo.

La comunicazione della Commissione del marzo 2024 sulla gestione dei rischi climatici evidenzia l'aumento dei rischi per la sicurezza energetica, in particolare i rischi di interruzione dell'energia elettrica a causa del caldo, degli incendi boschivi, della siccità e delle alluvioni che agiscono sui picchi della domanda e hanno un impatto sulla produzione, lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione 60 . Occorre rafforzare la pianificazione dei rischi climatici nel settore dell'energia.

A eccezione di alcuni eventi locali dovuti a condizioni meteorologiche estreme (ad esempio tempeste invernali) o a guasti di elementi infrastrutturali che hanno causato interruzioni dell'approvvigionamento in alcune regioni, nell'ultimo anno non sono stati osservati gravi incidenti elettrici o problemi di adeguatezza che mettono a repentaglio la sicurezza dell'approvvigionamento di energia elettrica a livello di UE. Grazie alla buona cooperazione e al buon coordinamento tra tutti i portatori di interessi nell'UE, questi eventi locali non hanno avuto ripercussioni più estese. L'aumento delle capacità in termini di energia rinnovabile contribuisce a garantire la produzione locale di energia elettrica e la sicurezza dell'approvvigionamento riducendo le importazioni di combustibili fossili nell'UE. La disponibilità di produzione nucleare finora è stata buona e lo stesso vale per l'energia idroelettrica. È attualmente in corso la valutazione dei rischi per il periodo invernale.

Nel settore dell'energia, il volume degli incidenti di cibersicurezza è rimasto stabile nel corso dell'ultimo anno e non sono stati segnalati eventi degni di nota o incidenti con un impatto significativo. Per quanto riguarda le infrastrutture, l'elettrodotto Estlink 2 tra Finlandia ed Estonia è stato scollegato dalla rete il 26 gennaio a causa di un malfunzionamento; si prevede che il cavo sarà riparato entro metà settembre. La direttiva NIS 2 e la direttiva sulla resilienza dei soggetti critici, adottate di recente, contribuiranno ad aumentare la resilienza delle infrastrutture energetiche. Inoltre la Commissione ha analizzato le relazioni sulle prove di stress nel settore dell'energia effettuate dagli Stati membri e ha proposto azioni di follow-up agli Stati membri, i quali decideranno come procedere.

Al fine di rafforzare la resilienza e la protezione delle infrastrutture marittime critiche (compresi, tra l'altro, i gasdotti sottomarini) dalle minacce ibride e informatiche, nell'ottobre 2023 la Commissione ha riveduto la strategia per la sicurezza marittima dell'UE e il relativo piano d'azione.

Data l'importanza sociale ed economica della sicurezza energetica, l'energia è una priorità esplicita anche nel contesto della strategia europea congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante per la sicurezza economica, che da giugno 2023 riconosce come prioritarie tanto la resilienza delle catene di approvvigionamento quanto la sicurezza fisica e informatica delle infrastrutture critiche.

3.4. Mercati dell'energia e povertà energetica

Negli ultimi anni la Commissione ha operato una riorganizzazione profonda e di vasta portata del mercato europeo dell'energia con la recente riforma dell'assetto del mercato dell'energia elettrica, il pacchetto sulla decarbonizzazione dei mercati dell'idrogeno e del gas e la riforma del regolamento sull'integrità e sulla trasparenza del mercato dell'energia all'ingrosso (REMIT). Tutti i recenti pacchetti legislativi richiederanno ampie revisioni della legislazione terziaria per dare impulso ai cambiamenti necessari sul campo. Per quanto concerne il gas, sono interessati i settori dell'assegnazione della capacità, della gestione della congestione e della tariffazione. Per quanto riguarda l'energia elettrica, è in fase di elaborazione una nuova legislazione terziaria sulla gestione della domanda nei mercati all'ingrosso dell'energia elettrica e sull'uso di soluzioni di flessibilità da parte dei gestori di rete. Al fine di potenziare ulteriormente lo sviluppo della flessibilità nel sistema e nei mercati dell'energia elettrica, la Commissione lavora a stretto contatto con gli Stati membri per seguire l'attuazione della direttiva sull'energia elettrica, in particolare delle disposizioni relative alla flessibilità sul lato della domanda.

Sono state messe in atto diverse politiche chiave con l'obiettivo di individuare e accelerare lo sviluppo di infrastrutture transfrontaliere e nazionali. È stata creata la rete europea dei gestori di rete per l'idrogeno, incaricata di elaborare piani decennali, imparziali e mirati, di sviluppo della rete UE per l'idrogeno. Mediante i regolamenti di emergenza, la direttiva riveduta sulle energie rinnovabili e le prescrizioni per la rete transeuropea dell'energia (TEN-E), sono stati adottati il piano d'azione dell'UE per le infrastrutture di rete e il primo elenco di progetti di interesse comune e reciproco e sono state introdotte disposizioni in materia di rilascio accelerato di autorizzazioni.

Per quanto concerne la povertà energetica, nel 2023 il 10,6 % della popolazione dell'UE ha dichiarato di non essere in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Tale dato è aumentato di 1,3 punti percentuali rispetto al 2022 61 , in un contesto di crisi energetica e inflazione. Tra gli Stati membri che promuovono misure a tutela delle famiglie, la situazione varia dall'uno all'altro 62 . La nuova legislazione sul mercato dell'energia proteggerà meglio le famiglie vulnerabili e le persone in condizioni di povertà energetica dalle interruzioni della fornitura. In caso di crisi dei prezzi del gas naturale, misure di emergenza a livello di UE possono contribuire a proteggere i consumatori attraverso massimali per i prezzi al dettaglio. Gli Stati membri possono inoltre agire per garantire l'accesso ai servizi essenziali e proteggere i consumatori vulnerabili da costi eccessivi, affrontando direttamente la povertà energetica.

Il Fondo sociale per il clima, la cui applicazione è iniziata nel 2024, mobiliterà almeno 86,7 miliardi di EUR di entrate dell'EU ETS per il periodo 2026-2032, compreso un cofinanziamento del 25 % da parte degli Stati membri, al fine di contribuire a una transizione verso la neutralità climatica che sia equa sul piano sociale. Il Fondo finanzierà le misure e gli investimenti che gli Stati membri indicheranno nel rispettivo piano sociale per il clima entro giugno 2025 e dovrebbe contribuire a compensare il previsto aumento delle bollette energetiche dovuto all'introduzione della fissazione del prezzo del carbonio nei settori del riscaldamento e dei trasporti. La Commissione ha istituito un gruppo di esperti in seno al quale condivide buone pratiche e scambia opinioni con gli Stati membri sulla preparazione del Fondo. Dal giugno 2024 la Commissione coadiuva 10 Stati membri nella preparazione dei piani sociali per il clima attraverso lo strumento di sostegno tecnico.

Ricerca, innovazione e competitività

I fabbricanti dell'UE devono far fronte a una concorrenza crescente nel settore delle tecnologie a zero emissioni nette sui mercati mondiali e nazionali. Rispetto al 2022, la produzione che più è aumentata di valore nell'UE nel 2023 è stata quella di batterie agli ioni di litio e pompe di calore (circa il 30 %), seguite da celle a combustibile (18 %), tecnologie per l'energia oceanica, biocarburanti (etanolo) e cattura, stoccaggio e utilizzo del carbonio (quasi 10 %) 63 . Se da un lato le batterie agli ioni di litio vantavano il maggior valore di produzione dell'UE nel 2023 (21 miliardi di EUR), dall'altro proprio in relazione a questa tecnologia l'Unione ha registrato il deficit commerciale più elevato (quasi 19 miliardi di EUR). Il solare fotovoltaico ha fatto segnare un deficit analogo, ma con un valore di produzione nell'UE decisamente inferiore (2,1 miliardi di EUR). Nel caso delle batterie il deficit commerciale è aumentato del 21 % rispetto al 2022, mentre per il solare fotovoltaico è diminuito del 13 %. Tra le tecnologie a zero emissioni nette che nel 2023 hanno registrato un'eccedenza commerciale, la prima è l'eolico (1,7 miliardi di EUR), le cui importazioni sono diminuite del 65 % in concomitanza con un aumento delle esportazioni del 50 % rispetto all'anno precedente. Seguono le reti di riscaldamento e raffrescamento (1,3 miliardi di EUR) e l'energia idroelettrica (0,2 miliardi di EUR). Nel periodo 2021-2023 le esportazioni UE di rotori eolici rappresentavano la quota maggiore delle esportazioni mondiali di tecnologia (67 %), seguite dalle tecnologie solari termiche e idroelettriche con il 40 % circa.

Nel 2023 la Commissione ha riveduto il piano strategico europeo per le tecnologie energetiche (piano SET) e lo ha incluso nel regolamento sull'industria a zero emissioni nette, rafforzandone il ruolo nell'attuazione del pilastro "ricerca, innovazione e competitività" dell'Unione dell'energia e riconoscendo il suo contributo alla capacità di fabbricazione di tecnologie strategiche a zero emissioni nette nell'UE.

La ricerca e l'innovazione rimangono fondamentali al fine di garantire la competitività futura delle imprese dell'UE nel settore delle tecnologie industriali a zero emissioni nette all'avanguardia. In tale contesto, il proseguimento dell'attuazione del piano d'azione dell'UE del 2022 sulla digitalizzazione del sistema energetico 64 ha contribuito a promuovere l'innovazione digitale nell'Unione, ad esempio sviluppando un gemello digitale della rete elettrica dell'UE e definendo indicatori per le reti intelligenti al fine di promuovere una più rapida adozione di tecnologie di rete intelligenti e innovative.

Nell'intento di colmare il divario tra la fase di ricerca e innovazione (R&I) e la diffusione sul mercato delle tecnologie pulite nuove o ai primi stadi, la Commissione continuerà a sostenere le attività di R&I in stretta collaborazione con gli Stati membri attraverso il piano SET e i gruppi di lavoro per la sua attuazione, allo scopo di definire agende comuni di ricerca e innovazione in settori strategici, come quella di recente pubblicazione sulle tecnologie solari 65 . È inoltre fondamentale promuovere partenariati con i settori dell'industria e dei trasporti per velocizzare lo sviluppo di tecnologie a zero emissioni nette, accelerare la diffusione sul mercato dei risultati delle attività di R&I e rafforzare la base manifatturiera dell'UE, ad esempio instaurando forti legami tra le piattaforme europee per la tecnologia e l'innovazione e le alleanze industriali (alleanza europea delle batterie, alleanza europea per l'idrogeno pulito e alleanza per l'industria solare fotovoltaica), ma anche promuovere lo sviluppo di progetti di investimento economicamente sostenibili e la capacità di fabbricazione di tecnologie energetiche pulite nell'UE e affrontare gli ostacoli di mercato, normativi, infrastrutturali e tecnologici alla loro diffusione su larga scala. Il Fondo per l'innovazione, con un bilancio stimato di circa 40 miliardi di EUR fino al 2030 risultante dalla vendita delle quote EU ETS, svolge un ruolo cruciale in tal senso. I dialoghi sulla transizione verso l'energia pulita2 con l'industria e le parti sociali hanno contribuito a rafforzare e sostenere l'attuazione del Green Deal europeo, agevolando un approccio rafforzato sul piano industriale.

Concomitanza di benefici della transizione energetica

Oltre alla decarbonizzazione, l'aumento dell'efficienza energetica e l'uso di fonti rinnovabili diverse dai combustibili contribuiscono a ridurre l'inquinamento in linea con gli obiettivi del piano d'azione per l'inquinamento zero 66 , ad esempio contrastando l'inquinamento atmosferico e riducendo i decessi prematuri e gli impatti sugli ecosistemi associati a questo fenomeno. Misure ambiziose aiuteranno pertanto gli Stati membri a conseguire gli obiettivi legati all'aria pulita, comprese le norme più rigorose in materia di qualità dell'aria previste dalla direttiva riveduta sulla qualità dell'aria ambiente. Le valutazioni (in corso) del regolamento sulla governance e della direttiva (UE) 2016/2284 sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni rappresentano un'opportunità di razionalizzare ulteriormente i collegamenti tra le politiche in materia di energia e clima e di aria pulita 67 .

4.CONCLUSIONI

Negli ultimi anni l'UE ha dimostrato di tenere fede agli impegni presi, agendo risolutamente per garantire la propria sicurezza, l'avanzamento della transizione all'energia pulita e una ferma solidarietà nei confronti dell'Ucraina. Si è mossa in modo compatto per conseguire gli obiettivi del piano REPowerEU, nell'intento di costruire un sistema energetico più sicuro e decarbonizzato per tutti gli europei.

Tale obiettivo è lungi dall'essere facilmente raggiungibile, soprattutto in considerazione della rapida evoluzione del contesto geopolitico e delle crisi senza precedenti che l'UE deve affrontare. Tuttavia, come dimostrato dai dati esposti nella presente relazione, l'azione tempestiva e concertata a livello di Stati membri, UE e cittadini ha evitato gli effetti peggiori della crisi energetica risparmiando energia, diversificando le nostre fonti di approvvigionamento e adottando misure per affrontare i fattori all'origine delle debolezze strutturali dell'UE, con il rafforzamento delle misure a favore della neutralità climatica e un'autentica Unione dell'energia, incentrata sulla crescita dell'energia pulita.

In un mondo sempre più diviso a livello geopolitico, è emersa l'importanza della sicurezza dell'approvvigionamento, della sicurezza energetica, della sostenibilità e della resilienza, unitamente ai crescenti impatti dei cambiamenti climatici sulla preparazione nel settore dell'energia, quali le sfide in termini di competitività dell'industria e dei trasporti dell'UE e di approvvigionamento di materie prime critiche. In tale contesto l'Unione è intervenuta rapidamente rafforzando i partenariati internazionali e adottando il regolamento sull'industria a zero emissioni nette e il regolamento sulle materie prime critiche, ma anche invitando riflessioni strategiche da parte di Mario Draghi ed Enrico Letta.

Grazie a solide fondamenta, forgiate attraverso una cooperazione e una solidarietà incessanti, l'UE è meglio preparata a gestire i profondi cambiamenti e le sfide che l'attendono.

Tuttavia le sfide nuove ed emergenti – quali il divario di ambizione negli obiettivi in materia di rinnovabili ed efficienza energetica, l'aumento della povertà energetica, il differenziale dei prezzi dell'energia rispetto ad altri concorrenti mondiali e il rischio di nuove dipendenze critiche strategiche – esigeranno nei prossimi anni una risposta politica decisa e un salto di qualità negli sforzi a livello tanto di UE quanto di Stati membri, per mezzo di un maggiore coordinamento, dell'integrazione del mercato e dell'azione comune.

La presentazione da parte degli Stati membri della versione aggiornata definitiva dei piani nazionali per l'energia e il clima (PNEC) è una tappa fondamentale, in quanto tali piani dovranno essere all'altezza degli ambiziosi obiettivi UE per il 2030 e imprimere un'ulteriore accelerazione al loro perseguimento. Costituiscono pertanto il fulcro della strategia dell'UE e degli Stati membri finalizzata a realizzare gli obiettivi dell'Unione dell'energia. Vista la crescente attenzione rivolta all'attuazione della normativa UE in materia di clima ed energia, tutti gli Stati membri devono intensificare gli sforzi per garantire un livello sufficiente di ambizione e assicurarsi che l'Unione europea rispetti la tabella di marcia verso i suoi obiettivi energetici e climatici collettivi per il 2030. La Commissione esorta gli Stati membri che ancora non l'hanno fatto a presentare senza indugio il proprio piano al fine di consentire al più presto una valutazione esaustiva a livello di UE. Sarà anche un buon punto di partenza per affrontare le strozzature, discutere le migliori pratiche, migliorare il coordinamento regionale e rendere possibile il conseguimento rapido e agevole dei nostri obiettivi per il 2030.

(1)

     La revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia è attualmente in discussione in seno al Consiglio.

(2)

     Regolamento (UE) 2021/1119, articolo 4.

(3)

     COM(2024) 63 final.

(4)

     COM(2023) 650 final.

(5)

     Escluse le emissioni dei trasporti aerei e marittimi internazionali.

(6)

      https://energy.ec.europa.eu/topics/infrastructure/projects-common-interest-and-projects-mutual-interest/key-cross-border-infrastructure-projects_it .

(7)

   Dalle prime indicazioni (Ember) emerge che nel primo semestre del 2024 circa il 50 % della produzione di energia elettrica proveniva da fonti rinnovabili. Inoltre le fonti eoliche e solari hanno prodotto più energia elettrica di tutti i combustibili fossili combinati.

(8)

   AEGEI è un'iniziativa di Team Europa guidata dalla Commissione europea, che ha impegnato 3,4 miliardi di EUR in sovvenzioni tra il 2021 e il 2027, e sostenuta da 12 Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia) nonché dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Punta a sostenere l'installazione di almeno 50 GW di capacità elettrica rinnovabile in Africa e a garantire ad almeno 100 milioni di persone l'accesso all'energia elettrica entro il 2030.

(9)

   In particolare la proposta 18: "Ridurre la dipendenza dell'UE dagli attori esteri nel settore dell'energia".

(10)

      Sostenere REPowerEU: energia a prezzi accessibili, sicura e sostenibile per l'Europa – Commissione europea (europa.eu) .

(11)

     La valutazione potrebbe cambiare in seguito alla presentazione dei PNEC aggiornati definitivi da parte degli Stati membri, attesi entro il 30 giugno 2024.

(12)

     Soltanto il 3 % di tutte le importazioni di greggio nell'UE nel febbraio 2024 proveniva dalla Federazione russa, rispetto al 27,2 % nel secondo trimestre del 2022. Le prospettive per la sicurezza dell'approvvigionamento e per i prezzi del petrolio sono stabili, in quanto la rigidità del mercato è stata in parte compensata dall'aumento della produzione dei paesi non OPEC+, principalmente degli Stati Uniti. Tuttavia le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e in Ucraina mettono in luce la vulnerabilità dei mercati petroliferi mondiali. Di recente l'UE ha adottato il quattordicesimo pacchetto di sanzioni, con cui vuole colpire le petroliere che fanno parte della "flotta fantasma" russa.

(13)

     COM(2022) 361 final – regolamento (UE) 2022/1369 del Consiglio.

(14)

     Fonte: Eurostat.

(15)

     C/2024/2476.

(16)

     Il periodo di riferimento è definito come la media dei cinque anni precedenti per il periodo da agosto 2022 a maggio 2023 (come stabilito nel regolamento sulla riduzione della domanda). Di conseguenza per agosto-dicembre il periodo di riferimento è il quinquennio 2017-2021, mentre per gennaio-maggio è il quinquennio 2018-2022.

(17)

     COM(2022) 135 final – regolamento (UE) 2017/1938 del Parlamento europeo e del Consiglio.

(18)

     COM(2022) 473 final – regolamento (UE) 2022/1854 del Consiglio; COM(2022) 549 final – regolamento (UE) 2022/2576 del Consiglio; COM(2022) 668 final – regolamento (UE) 2022/2758 del Consiglio.

(19)

      Direttiva (UE) 2024/1275 del Parlamento europeo e del Consiglio sulla prestazione energetica nell'edilizia (rifusione); direttiva (UE) 2024/1788 del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a norme comuni per i mercati interni del gas rinnovabile, del gas naturale e dell'idrogeno, che modifica la direttiva (UE) 2023/1791 e che abroga la direttiva 2009/73/CE (rifusione); regolamento (UE) 2024/1789 del Parlamento europeo e del Consiglio sui mercati interni del gas rinnovabile, del gas naturale e dell'idrogeno, che modifica i regolamenti (UE) n. 1227/2011, (UE) 2017/1938, (UE) 2019/942 e (UE) 2022/869 e la decisione (UE) 2017/684 e che abroga il regolamento (CE) n. 715/2009 (rifusione); regolamento (UE) 2023/2405 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 ottobre 2023, sulla garanzia di condizioni di parità per un trasporto aereo sostenibile (ReFuelEU Aviation); regolamento (UE) 2023/1805 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 settembre 2023, sull'uso di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio nel trasporto marittimo, e che modifica la direttiva 2009/16/CE.

(20)

     Stime del settore.

(21)

     Solar Power Europe.

(22)

      EUR-Lex – 52022DC0221 – IT – EUR-Lex (europa.eu) .

(23)

      Home – Alleanza dell'UE per l'industria solare fotovoltaica (solaralliance.eu)

(24)

     WindEurope.

(25)

     Piano d'azione europeo per l'energia eolica (COM(2023) 669 final) e comunicazione "Realizzare le ambizioni dell'UE in materia di energie rinnovabili offshore" (COM(2023) 668 final).

(26)

     Ultima mappa del biometano pubblicata dalla European Biogas Association (www.europeanbiogas.eu/european-biomethane-map-2024/).

(27)

     Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, "Progressi compiuti nella competitività delle tecnologie per l'energia pulita" (COM(2023) 652 final).

(28)

     European Heat Pump Association (EHPA), Market Report 2024; si limita ai dati di AT, BE, CZ, DE, DK, EE, ES, FI, FR, HU, IE, IT, LT, NL, PL, PT, SE, SK. La cifra include principalmente pompe di calore per il riscaldamento degli ambienti e per l'acqua calda per usi igienici.

(29)

     Agenzia internazionale per l'energia (AIE) (2024), Global Hydrogen Review.

(30)

     Dati tratti dalla relazione di BloombergNEF Electrolyser Manufacturing 2024 al 26 marzo 2024.

(31)

     I distretti dell'idrogeno sono ecosistemi dell'idrogeno che si estendono in una determinata area geografica di dimensione locale o regionale (polo industriale, porti, aeroporti, ecc.).

(32)

      Documento di lavoro dei servizi della Commissione, "Towards a roadmap for accelerating the deployment of Hydrogen Valleys across Europe: challenges and opportunities" .

(33)

      https://www.eca.europa.eu/it/publications/SR-2024-11 .

(34)

     Piano d'azione europeo per l'energia eolica (COM(2023) 669 final).

(35)

     Piano d'azione dell'UE per le infrastrutture di rete (COM(2023) 757 final).

(36)

     "Un futuro sicuro. Il traguardo climatico europeo per il 2040 e il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050 all'insegna di una società giusta, prospera e sostenibile" (COM(2024) 63 final).

(37)

     A norma dell'articolo 6, paragrafo 2, e dell'articolo 9, paragrafo 4, della direttiva 2009/119/CE del Consiglio ( direttiva 2009/119/CE – IT – EUR-Lex (europa.eu) ) e dell'articolo 26, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (UE) 2018/1999 ( regolamento (UE) 2018/1999 – IT – EUR-Lex (europa.eu) ).

(38)

     Regolamento (UE) 2017/1938 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2017, concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010 ( regolamento (UE) 2017/1938 – IT – EUR-Lex (europa.eu) ).

(39)

     Regolamento (UE) n. 1227/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, concernente l'integrità e la trasparenza del mercato dell'energia all'ingrosso ( http://data.europa.eu/eli/reg/2011/1227/oj ).

(40)

     Come indicato nell'allegato della raccomandazione della Commissione, del 3 ottobre 2023, relativa ai settori tecnologici critici per la sicurezza economica dell'UE.

(41)

     Con Canada, Ucraina, Namibia, Kazakhstan, Argentina, Cile, Repubblica democratica del Congo, Zambia, Groenlandia, Ruanda, Norvegia, Uzbekistan, Australia e Serbia.

(42)

     Nel 2024 la diversificazione delle catene di approvvigionamento globali di materie prime critiche ha ulteriori registrato progressi, in linea con la strategia esterna dell'UE per l'energia, grazie a cinque partenariati di recente istituzione e reciprocamente vantaggiosi con paesi quali Australia, Norvegia e Serbia. Tali partenariati sono strategicamente importanti anche per porre gradualmente fine ad altre dipendenze energetiche dell'UE.

(43)

     Regolamento sull'industria a zero emissioni nette.

(44)

     Piano per la cooperazione settoriale sulle competenze – Occupazione, affari sociali e inclusione – Commissione europea (europa.eu).

(45)

     Patto per le competenze – Occupazione, affari sociali e inclusione – Commissione europea (europa.eu).

(46)

     Per ulteriori informazioni: Patto per le competenze, Avvio di un partenariato su vasta scala per le competenze nel settore delle energie rinnovabili (europa.eu) .

(47)

     I dati provvisori per il 2023 saranno presentati nella relazione 2024 sui progressi dell'azione per il clima.

(48)

     Le emissioni e gli assorbimenti di gas serra per il periodo 1990-2022 si basano sull'inventario dei gas serra 2024, che gli Stati membri dell'UE dovevano presentare alla Commissione entro il 15 marzo 2024. Nel 2024 tuttavia questo termine è stato eccezionalmente prorogato fino alla seconda metà dell'anno in ragione del varo dello strumento di rendicontazione del quadro rafforzato di trasparenza (Enhanced Transparency Framework – ETF) della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Gli Stati membri hanno tempo fino al 15 settembre per trasmettere all'Agenzia europea dell'ambiente un inventario definitivo aggiornato dei gas serra. I dati potrebbero pertanto cambiare se gli inventari vengono ripresentati in seguito a riesami successivi. Insieme ai dati aggregati sulle emissioni a livello di UE, entro il 15 dicembre 2024 sarà presentato all'UNFCCC l'inventario dei gas a effetto serra a norma del regolamento (UE) n. 525/2013.

(49)

     Gli ultimi dati disponibili di Eurostat risalgono al 2022.

(50)

     Come comunicato dagli Stati membri in linea con la banca dati SHARES di Eurostat.

(51)

     Punto di riferimento fissato all'articolo 4 del regolamento sulla governance sulla base del precedente obiettivo a livello di UE, prima dell'entrata in vigore della direttiva riveduta sulle energie rinnovabili.

(52)

     La valutazione potrebbe cambiare in seguito alla presentazione dei PNEC aggiornati definitivi da parte degli Stati membri, attesi entro il 30 giugno 2024.

(53)

     Conformemente all'articolo 32, paragrafo 4, del regolamento sulla governance.

(54)

     Irlanda (che registra un risultato di 6,2 punti percentuali inferiore al punto di riferimento), Francia (4,5 punti percentuali), Austria (2,4 punti percentuali), Spagna (1,8 punti percentuali), Paesi Bassi (1,4 punti percentuali), Romania (1,1 punti percentuali), Slovenia (0,4 punti percentuali), Italia (0,2 punti percentuali) e Belgio (0,1 punti percentuali). Punto di riferimento fissato all'articolo 4 del regolamento sulla governance sulla base del precedente obiettivo a livello di UE, prima dell'entrata in vigore della direttiva riveduta sulle energie rinnovabili.

(55)

     La quantità di energia generata da fonti rinnovabili corrisponde alla quantità di energia utilizzata negli impianti di trattamento delle acque reflue urbane.

(56)

     La valutazione potrebbe cambiare in seguito alla presentazione dei PNEC aggiornati definitivi da parte degli Stati membri, attesi entro il 30 giugno 2024.

(57)

     Ecodesign Impact Accounting Overview Report 2023,  https://europa.eu/!3cfvJd .

(58)

      Enrico Letta, "Much more than a market" (aprile 2024) (europa.eu) , in particolare pagg. 128-129.

(59)

     Il regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas consente agli Stati membri di attivare tre livelli diversi di crisi: "preallarme" (è probabile che si verifichi un evento), "allarme" (si è verificata un'interruzione ma il mercato è in grado di farvi fronte) ed "emergenza" (l'approvvigionamento di gas è insufficiente e sono necessarie misure non di mercato).

(60)

     COM(2024) 91 final.

(61)

     Fonte: indagine EU-SILC (statistiche dell'Unione europea sul reddito e sulle condizioni di vita).

(62)

     Le percentuali più elevate di persone che non sono in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione si rilevano in Spagna (20,8 %), Portogallo (20,8 %), Bulgaria (20,7 %) e Lituania (20,0 %). Per contro, Lussemburgo (2,1 %), Finlandia (2,6 %), Slovenia (3,6 %) e Austria (3,9 %) fanno segnare i dati più bassi.

(63)

     Calcoli per le imminenti relazioni del 2024 dell'Osservatorio delle tecnologie dell'energia pulita (CETO). Per ulteriori informazioni: Clean Energy Technology Observatory.

(64)

     COM(2022) 552 final.

(65)

     Documento di lavoro dei servizi della Commissione, "Solar energy joint research and innovation agenda with Member States in the context of the European Research Area (ERA)". 

(66)

     COM(2021) 400 final.

(67)

     Ulteriori risultanze saranno pubblicate nella prossima relazione sul monitoraggio e le prospettive sull'inquinamento zero, prevista per la fine del 2024.