25.5.2023   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 184/1


Risoluzione del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Uniti per la democrazia»

(2023/C 184/01)

Relatori:

Stefano MALLIA (MT-I)

Oliver RÖPKE (AT-II)

Séamus BOLAND (IE-III)

Base giuridica

Articolo 50 del Regolamento interno

Adozione in sessione plenaria

23.3.2023

Sessione plenaria n.

577

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

181/0/5

La ripresa post-pandemia, i valori democratici, lo spazio civico, la libertà dei media, la diversità e la democrazia liberale sono tutti fattori sotto pressione da entrambi i lati dei confini dell’UE e si sono degradati dall’inizio della guerra sul suolo europeo: meno del 50 % della popolazione mondiale vive in un sistema democratico.

Mentre il mondo continua a essere testimone dell’atroce guerra in Ucraina e delle sue devastanti conseguenze umanitarie, sociali ed economiche, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) lancia un appello a rafforzare la democrazia e i valori democratici.

La straordinaria mobilitazione delle organizzazioni della società civile dell’UE, che offrono assistenza umanitaria, logistica e medica al popolo ucraino, ha inoltre messo in luce l’importanza di una società civile adeguatamente connessa, efficiente e dinamica. Oltre all’Ucraina, assistiamo al sorgere di movimenti di base che si battono per la democrazia in Iran, Bielorussia e Moldova. Rafforzarli significa rafforzare le democrazie.

Oggi è più importante che mai investire per rafforzare la resilienza delle democrazie e la loro capacità di salvaguardare i nostri diritti fondamentali, realizzare una pace e una stabilità durature e, in definitiva, garantire prosperità a tutti.

È indubbio che dovremmo avviare una riflessione comune sui nuovi approcci per rafforzare le strutture della democrazia partecipativa. Una società civile forte, indipendente e pluralistica è più importante che mai quale elemento chiave per garantire una cittadinanza attiva e una democrazia resiliente, capaci di salvaguardare lo Stato di diritto, i diritti fondamentali, la libertà di espressione e l’integrità del nostro stile di vita democratico. La democrazia nell’UE è intrinsecamente e irrevocabilmente legata ai concetti di uguaglianza, giustizia, rispetto dei diritti umani e non discriminazione, come sancito dall’articolo 2 del TUE.

In periodi di complessi cambiamenti e sfide altrettanto complesse, la democrazia deliberativa/partecipativa può far parte del quadro più ampio di un indispensabile cambiamento sistemico. Vi sono molti esempi che, se attuati in modo efficace, possono consentire ai responsabili politici di prendere decisioni difficili sulle questioni di politica pubblica più impegnative e possono anche consolidare la fiducia tra i cittadini e i governi. Il presupposto è garantire che si tenga conto della pluralità delle opinioni e del diritto dei cittadini di esprimersi liberamente. Tuttavia, la democrazia partecipativa non costituisce la panacea. Le società democratiche devono affrontare un ampio ventaglio di sfide diverse, per le quali occorrono metodi di partecipazione differenti. La governance democratica richiede pertanto il ricorso a meccanismi diversi per scopi diversi, allo scopo di trarre vantaggio sia dai loro punti di forza che dai loro punti deboli.

Dobbiamo cercare collettivamente di trovare un nuovo equilibrio tra democrazia rappresentativa, democrazia partecipativa e democrazia diretta.

Le conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa sulla democrazia europea del 9 maggio 2022, in particolare le proposte n. 36 e n. 39, hanno fissato gli obiettivi di accrescere la partecipazione dei cittadini e rafforzare le strutture per la democrazia partecipativa e azioni deliberative. Tenendo conto dei risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa e dell’importante ruolo che il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sta già svolgendo, il CESE intende delineare una serie di opzioni che potrebbero formulare un programma per le riforme istituzionali al fine di rispondere al meglio alle finalità del CESE stesso.

Date queste premesse, e sulla base dei risultati delle Giornate della società civile 2023, il Comitato economico e sociale europeo:

1.

invoca l’efficace attuazione dell’articolo 11 del TUE, compresi una strategia europea per la società civile e uno statuto europeo delle associazioni per collegare i diversi elementi costitutivi di uno spazio realmente responsabilizzante e inclusivo, al fine di rinnovare l’impegno e di attuare un dialogo civile strutturato in tutte le istituzioni dell’UE, anche invitando le organizzazioni della società civile (OSC), in particolare, ai vertici sociali e alle conferenze ad alto livello. Se vogliamo che il settore della società civile profonda un impegno più significativo e vasto, sono importanti anche le risorse di cui dispone. Servono migliori opportunità di finanziamento e quadri strategici equi e trasparenti per le organizzazioni della società civile, inclusa la protezione transfrontaliera, onde sviluppare capacità e resilienza per tutte le OSC, comprese le organizzazioni giovanili, il settore dell’economia sociale e quello del volontariato, così come l’accesso a risorse flessibili e sostenibili, siano esse private o pubbliche;

2.

sottolinea la necessità di rafforzare il ruolo chiave della società civile organizzata e delle parti sociali nel sostenere la democrazia deliberativa, a integrazione della democrazia rappresentativa, al fine di rafforzare ulteriormente il dialogo civile in tutti gli Stati membri e a livello dell’UE. La forza e il potere delle democrazie europee si basano su una cooperazione solida e su vasta scala tra l’UE e i suoi Stati membri, una cooperazione che deve contribuire a sviluppare le capacità delle organizzazioni della società civile, dal momento che OSC indipendenti sono «custodi del bene comune» e hanno un ruolo centrale nell’individuazione di soluzioni sostenibili, nella promozione delle innovazioni sociali e nella costruzione della fiducia reciproca all’interno delle società. Le OSC contribuiscono inoltre a individuare i processi, a offrire competenze specifiche per aumentare la diversità dei dibattiti e a facilitare la democrazia partecipativa, come sancito dai trattati;

3.

chiede un approccio olistico e cooperativo nel campo dell’istruzione e formazione per far fronte alle sfide attuali. Una politica europea in materia di competenze dovrebbe essere elaborata congiuntamente alle organizzazioni della società civile e alle parti sociali, che dispongono del capitale politico, di conoscenze concrete e di una comprensione delle esigenze e delle carenze attuali; in tale contesto, chiede che il 2025 sia proclamato Anno europeo dei volontari, dato che il settore del volontariato ha un ruolo fondamentale da svolgere nello sviluppo di competenze informali;

4.

sottolinea che le competenze trasversali sono l’autentica spina dorsale di una democrazia partecipativa e deliberativa: cooperazione, pensiero critico, risoluzione dei problemi, gestione democratica e collettiva, risoluzione dei conflitti, educazione civica e alfabetizzazione mediatica. Sono, queste, competenze di fondamentale importanza per combattere le tendenze antidemocratiche, promuovere i valori europei e colmare gli attuali divari socioeconomici e politici, conferendo nel contempo poteri e responsabilità alle organizzazioni della società civile e alle parti sociali per la progettazione congiunta delle politiche attraverso canali e strumenti consultivi o partecipativi al fine di realizzare l’assunzione di responsabilità, la trasparenza e la cittadinanza attiva;

5.

è impegnato a contribuire all’ulteriore sviluppo di strumenti per rafforzare la democrazia partecipativa e deliberativa — quali l’iniziativa dei cittadini europei e le consultazioni pubbliche online dell’UE —, che devono essere interamente accessibili e noti al grande pubblico;

6.

sottolinea l’importanza delle elezioni europee del 2024 e del ruolo cruciale delle OSC nell’incoraggiare la partecipazione degli elettori e un sentimento europeista, nonché nel contrastare l’astensione e la disinformazione. Il CESE invita le famiglie politiche europee a mettere l’accento, nei loro manifesti elettorali, sul ruolo delle organizzazioni della società civile nel rafforzare e migliorare la vita democratica;

7.

ribadisce la propria disponibilità, insieme alle maggiori organizzazioni della società civile e alle istituzioni dell’UE, a fare da Mediatore per dibattere del progetto europeo con i nostri concittadini, e non solo con quelli già convinti, attivandosi per raggiungerli nelle loro comunità, territori, città e piccoli centri. È quindi essenziale creare possibilità di partecipazione ai dibattiti pubblici e promuovere una cultura della partecipazione a tutti i livelli;

8.

la Commissione dovrebbe prevedere nella sua organizzazione dei posti di responsabili per i contatti con il dialogo civile e dovrebbe lavorare insieme agli Stati membri a rafforzare le strutture di tale dialogo civile, sostenendone la creazione laddove non esistano ancora, mobilitando fondi europei. L’iniziativa contribuirebbe a fare opera di sensibilizzazione e migliorerebbe la qualità del dialogo civile, aiutando così la Commissione e gli Stati membri a comprendere meglio i vantaggi di un dialogo civile ben funzionante per il processo decisionale. Inoltre, il dialogo civile verrebbe rafforzato da attività di ricerca e monitoraggio che portino all’individuazione e alla condivisione di buone pratiche;

9.

sottolinea, a tale proposito, che il coinvolgimento dei giovani e delle organizzazioni giovanili riveste particolare importanza per mobilitare coloro che votano per la prima volta, soprattutto i giovani elettori. Per ottenere la piena rappresentatività, è necessario favorire soluzioni che consentano un’ampia partecipazione e promuovano pari opportunità a tale riguardo. Occorre raggiungere le persone più lontane dai centri decisionali e avviare un dialogo con loro. Una maggiore partecipazione a livello locale sembra essere una necessità;

10.

invita inoltre il Parlamento europeo, il Consiglio europeo e gli Stati membri a modificare con urgenza l’Atto relativo all’elezione dei rappresentanti nell’assemblea a suffragio universale diretto, del 1976 (Atto elettorale), chiarendo i principi del suffragio universale e diretto e della segretezza delle elezioni. La modifica consentirebbe di attuare le norme in tutta l’UE, garantendo quindi il diritto di voto alle persone con disabilità.

Sulla base delle raccomandazioni di cui sopra e di quelle della Conferenza sul futuro dell’Europa, il CESE:

11.

considera il protocollo di cooperazione con la Commissione europea, firmato di recente (27 ottobre 2022), come un rinnovato impegno politico a contribuire all’agenda politica europea e alla finalità, agli obiettivi (1) e alle aspirazioni principali dell’Europa, vale a dire la realizzazione di un’Unione europea competitiva, economicamente prospera, socialmente inclusiva e sostenibile sotto il profilo ambientale, garantendo nel contempo una transizione verso la neutralità climatica, un processo di digitalizzazione e un cambiamento demografico socialmente equi e giusti, e facendo in modo che il Green Deal europeo e il decennio digitale 2030 siano iniziative di successo per tutti gli europei. L’azione dell’Unione europea deve inoltre essere guidata dal pilastro europeo dei diritti sociali e da un’agenda per la competitività, le tabelle di marcia politiche volte a garantire che nessuno sia lasciato indietro;

12.

è pronto a — e, oggi più che mai, dispone della legittimità per — avere una funzione di snodo chiave (o hub) per la partecipazione dei cittadini e della società civile organizzata, compresi i futuri panel di cittadini. Il ruolo di questo hub consisterebbe nel moltiplicare l’impatto delle consultazioni dei cittadini in corso organizzate dalla Commissione europea e da altre istituzioni, nonché nel raccogliere sistematicamente i riscontri della società civile organizzata europea su tutte le principali priorità e politiche dell’agenda politica europea. Ciò contribuirà a rafforzare la fiducia dei cittadini nel progetto europeo e nelle istituzioni dell’UE conferendo loro un ruolo effettivo nel processo decisionale pubblico. Il CESE fungerebbe da «padrone di casa» con il compito di guidare, supervisionare, progettare, organizzare, gestire e facilitare i processi deliberativi con l’aiuto di esperti esterni e di rappresentanti delle organizzazioni della società civile. Questa proposta è basata, in particolare, sulla relazione finale della Conferenza sul futuro dell’Europa del 9 maggio 2022, in cui si chiede espressamente di «rafforzare il ruolo istituzionale del CESE, conferendogli il ruolo di facilitatore e garante di attività di democrazia partecipativa, come il dialogo strutturato con le organizzazioni della società civile e i panel di cittadini». In tale contesto, le raccomandazioni formulate nei pareri d’iniziativa del CESE e nei pareri esplorativi richiesti dalla Commissione dovrebbero essere rivedute, ove opportuno e pertinente, mediante valutazioni delle politiche dell’UE;

13.

ritiene che le consultazioni dei panel di cittadini e delle OSC potrebbero concentrarsi sulla definizione dell’agenda, ad esempio sulla preparazione del programma di lavoro della Commissione, oppure essere legati al ciclo di vita delle principali priorità legislative. Il contributo dei cittadini potrebbe risultare maggiormente utile nella fase prelegislativa, per deliberare e formulare raccomandazioni prima della presentazione di determinate proposte (legislative) fondamentali. A tal fine, le consultazioni dei panel di cittadini e delle OSC potrebbero essere effettuate sulla base di una tabella di marcia e di un calendario annuali, stabiliti dal CESE in collaborazione con le istituzioni europee. Tra queste consultazioni potrebbero figurare richieste specifiche della Commissione europea, del Parlamento europeo o del Consiglio dell’Unione europea, o del CESE stesso, di propria iniziativa o su iniziativa del suo organismo partner, ossia il Comitato europeo delle regioni;

14.

ribadisce che il ciclo di attività potrebbe avere inizio con il discorso sullo stato dell’Unione e la dichiarazione d’intenti, in vista del programma di lavoro annuale della Commissione europea per l’anno successivo. Le consultazioni si svolgerebbero nel primo semestre dell’anno successivo;

15.

continuerà a proporre alle altre istituzioni dell’UE il lancio — a integrazione degli strumenti per rafforzare lo Stato di diritto — di un Forum annuale dell’UE sui diritti fondamentali, i diritti umani e lo Stato di diritto. Un tale consesso migliorerà il monitoraggio consentendo ai responsabili politici dell’UE di ricevere dalla società civile organizzata e dalle organizzazioni di base di tutti gli Stati membri dell’UE un allarme precoce sull’applicazione piena e trasparente dell’articolo 2 del TUE. Inoltre, il CESE invita la Commissione europea a inserire un capitolo sulla società civile nella prossima revisione del piano d’azione per la democrazia europea. Il CESE svolgerà poi un ruolo importante nel monitoraggio dei processi di adesione dei paesi candidati e faciliterà l’avvio di un dibattito denso di contenuti con le parti interessate al fine di garantire il rispetto dei valori europei, anche per quel che riguarda le minoranze nazionali ed etniche;

16.

lancerà l’iniziativa di una Settimana della società civile europea per consolidare il suo ruolo di «casa della società civile europea» e ampliare la portata delle sue iniziative faro, quali le Giornate della società civile, la Giornata dell’ICE (Iniziativa dei cittadini europei), «La vostra Europa, la vostra opinione!» (Your Europe, Your Say, YEYS) e il Premio per la società civile. L’iniziativa riunirà i principali attori delle organizzazioni della società civile europee e nazionali e costituirà un forum di dialogo su questioni di interesse per i soggetti della società civile a livello europeo. Il CESE cercherà di rafforzare le attività dalla base al fine di raggiungere il più possibile coloro che hanno scarse possibilità di prendere parte a dibattiti su temi europei e di garantire che la loro voce trovi spazio e ascolto nei processi decisionali.

Bruxelles, 23 marzo 2023

La presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  Articoli 2 e 3 del trattato sull’Unione europea.