Bruxelles, 20.6.2023

JOIN(2023) 20 final

COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

SULLA "STRATEGIA EUROPEA PER LA SICUREZZA ECONOMICA"


1. Una strategia per rafforzare la sicurezza economica europea

La pandemia mondiale, la guerra illegale e non provocata della Russia in Ucraina, le azioni economiche ostili, gli attacchi informatici e infrastrutturali, le ingerenze straniere, la disinformazione e l'aumento a livello globale delle tensioni geopolitiche hanno messo in luce, nelle nostre società, economie e imprese, rischi e vulnerabilità che non esistevano anche solo pochi anni fa.

Negli ultimi anni l'UE è riuscita tanto a compiere passi avanti in relazione alle nostre priorità quanto ad affrontare le vulnerabilità, che si tratti di sicurezza energetica, preparazione alle pandemie o resilienza delle nostre economie, catene di approvvigionamento e tecnologie chiave più in generale.

Questa esperienza ha anche rivelato, tuttavia, che in alcuni casi l'Europa non era sufficientemente preparata per i rischi nuovi ed emergenti sorti nel contesto geopolitico più impegnativo in cui ci troviamo. La pandemia di COVID‑19 ha messo in luce i rischi che catene di approvvigionamento altamente concentrate possono comportare per il funzionamento dell'economia europea. La guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina ha dimostrato come un'eccessiva dipendenza da un unico paese, in particolare un paese con valori, modelli e interessi sistematicamente divergenti, riduca le opzioni strategiche dell'Europa e metta a rischio le nostre economie e i nostri cittadini. Gli Stati membri e le imprese hanno anche dovuto farsi carico dei costi della coercizione economica, compresi i divieti sulle esportazioni europee e il boicottaggio dei marchi europei, messa in atto per costringerli a rispettare e conformarsi alle priorità politiche di un altro paese. Tutte queste tendenze rappresentano un rischio diretto per il funzionamento delle nostre società, delle nostre economie e del commercio mondiale, nonché una sfida diretta per gli interessi strategici e la capacità di agire dell'UE.

Con l'aumento delle tensioni geopolitiche e un'integrazione economica globale più profonda che mai, alcuni flussi e attività economici possono rappresentare un rischio per la nostra sicurezza. Più che mai, la nostra sicurezza è profondamente interconnessa con la nostra capacità di diventare più resilienti e di ridurre i rischi derivanti da legami economici che negli ultimi decenni abbiamo considerato innocui. I profondi cambiamenti tecnologici aumentano l'intensità di questa concorrenza e rendono più complesse le sfide economiche e in materia di sicurezza.

Le nuove realtà geopolitiche e tecnologiche ci impongono di adattare il nostro approccio, preservando la stragrande maggioranza dei preziosi legami economici dell'Europa con il mondo e garantendo nel contempo che i nuovi rischi che ci troviamo ad affrontare, circoscritti ma critici, siano affrontati in modo efficace.

L'UE non è sola in questo processo: i paesi di tutto il mondo hanno iniziato ad affrontare le sfide per la loro sicurezza economica. Alcune economie avanzate hanno già adottato strategie specifiche e le stanno attuando. Anche le economie in via di sviluppo stanno intervenendo, diversificando i loro legami economici per ridurre le dipendenze dannose e aumentare la produzione locale. Questa tendenza riflette il fatto che solo completando gli approcci tradizionali alla sicurezza nazionale con nuove misure per salvaguardare la nostra sicurezza economica possiamo garantire la nostra prosperità, sovranità e sicurezza nell'era attuale. La collaborazione con i nostri alleati, i nostri partner e le imprese per definire ed attuare una visione in materia di sicurezza economica fungerà da moltiplicatore di forze.

Pur avendo fatto molto per rispondere a sfide specifiche negli ultimi anni, l'Unione europea ha ora bisogno di un approccio strategico globale alla sicurezza economica, alla riduzione dei rischi e alla promozione del suo vantaggio tecnologico nei settori critici. L'obiettivo è creare un quadro per una solida valutazione e gestione dei rischi per la sicurezza economica a livello dell'UE, nazionale e delle imprese, preservando e rafforzando nel contempo il nostro dinamismo economico. È ancora più importante attuare tutto ciò in un momento in cui tali rischi sono in rapida evoluzione e si fondono con le preoccupazioni in materia di sicurezza nazionale. Un esempio emblematico di questo fenomeno è la velocità con cui stanno emergendo nuove tecnologie critiche che rendono meno netti i confini tra il settore civile e quello militare.

Il punto di partenza di questa strategia è un chiaro esame dei rischi e il riconoscimento delle tensioni intrinseche che esistono tra l'intento di rafforzare la nostra sicurezza economica e quello di garantire che l'Unione europea continui a beneficiare di un'economia aperta.

L'UE è una delle destinazioni più attraenti per le imprese del mondo e per gli investimenti. Le nostre economie prosperano grazie a commercio e investimenti aperti e regolamentati, a una connettività transfrontaliera sicura e alla collaborazione in materia di ricerca e innovazione. Questi elementi rimarranno motori critici della competitività e della resilienza dell'Europa nell'accelerazione della duplice transizione verde e digitale. Dobbiamo fare affidamento sul commercio e sul mercato unico per stimolare la concorrenza e garantire l'accesso alle materie prime, alle tecnologie e ad altri fattori di produzione che sono fondamentali per rafforzare la nostra competitività e resilienza e per sostenere nel tempo l'occupazione e la crescita attuali e future. Analogamente, vogliamo che i nostri partner in tutto il mondo continuino a beneficiare dell'accesso ai mercati, ai capitali e alle tecnologie europei per la loro transizione verso un'economia pulita e resiliente.

Raggiungere questo giusto equilibrio è essenziale e può garantire che i nostri interessi economici e in materia di sicurezza si rafforzino a vicenda. Il conseguimento di questo equilibrio dipenderà dalle tre seguenti priorità: (1) promozione della nostra competitività; (2) protezione dai rischi per la sicurezza economica; (3) partenariati con la più ampia gamma possibile di paesi che condividono le nostre preoccupazioni o interessi in materia di sicurezza economica.

Le priorità di una strategia di sicurezza economica dell'UE

-Promozione della nostra competitività, rendendo la nostra economia e le nostre catene di approvvigionamento più resilienti e rafforzando l'innovazione e la capacità industriale, preservando nel contempo la nostra economia sociale di mercato. Tale obiettivo può essere conseguito approfondendo il mercato unico, investendo nell'economia del futuro attraverso solide politiche macroeconomiche e di coesione, mediante NextGenerationEU e investendo nel capitale umano, anche migliorando le competenze della forza lavoro europea. Ciò richiederà la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e dei mercati di esportazione o la promozione della ricerca e della base industriale in settori strategici quali semiconduttori avanzati, calcolo quantistico, biotecnologia, industrie a zero emissioni nette, energia pulita o materie prime critiche.

-Protezione dai rischi per la sicurezza economica individuati congiuntamente, utilizzando meglio gli strumenti che già abbiamo, quali la difesa commerciale, le sovvenzioni estere, la sicurezza 5G/6G, il controllo degli investimenti esteri diretti e i controlli delle esportazioni, nonché il nuovo strumento per contrastare la coercizione economica. Parallelamente, dobbiamo valutare l'efficacia del pacchetto di strumenti dell'UE e ampliarlo ove necessario per affrontare alcuni dei nuovi rischi che incontriamo, ad esempio legati alle esportazioni o agli investimenti in uscita in una serie ristretta di tecnologie abilitanti fondamentali con applicazioni militari (ad esempio nei settori delle tecnologie quantistiche, dei semiconduttori avanzati e dell'intelligenza artificiale).

-Partenariati con i paesi che condividono le nostre preoccupazioni in materia di sicurezza economica e con quelli che hanno interessi comuni e sono disposti a cooperare con noi per realizzare la transizione verso un'economia più resiliente e sicura. In pratica ciò significa collaborare con la più ampia gamma possibile di partner per rafforzare la sicurezza economica, promuovere catene del valore resilienti e sostenibili e rafforzare l'ordine economico internazionale basato su regole e le istituzioni multilaterali. Ciò significa anche collaborare con paesi che intraprendono percorsi analoghi di riduzione dei rischi, promuovere e concludere accordi di libero scambio e investire nello sviluppo sostenibile e in collegamenti sicuri in tutto il mondo attraverso il Global Gateway.

I principi fondamentali per qualsiasi misura di sicurezza economica derivante da questa strategia saranno i seguenti: proporzionalità per garantire che i nostri strumenti siano in linea con il livello di rischio e limitare eventuali effetti negativi indesiderati di ricaduta sull'economia europea e mondiale, nonché precisione per definire esattamente quali beni, settori o industrie principali sono interessati e garantire che le misure rispondano ai rischi stessi.

La presente strategia si basa sui lavori già avviati a livello europeo, esaminando in modo critico la resilienza e le vulnerabilità dell'Unione al fine di rendere l'economia e l'industria europee più competitive e resilienti e rafforzare la nostra autonomia strategica aperta. I lavori già avviati spaziano da maggiori investimenti nelle transizioni verde e digitale attraverso NextGenerationEU e la mobilitazione di maggiori investimenti privati ai pilastri della politica industriale dell'UE, come le normative sui chip, sulle materie prime critiche e sull'industria a zero emissioni nette. Ciò è stato ribadito dalla dichiarazione di Versailles, in cui i leader hanno convenuto sulla necessità di rafforzare la resilienza e la sovranità europee in settori quali l'energia, la salute e i prodotti farmaceutici, la sicurezza alimentare e le capacità di difesa. La strategia risponde inoltre alle preoccupazioni dei cittadini espresse nel contesto della Conferenza sul futuro dell'Europa.

L'attuazione di questa strategia richiederà un'azione congiunta trasversale in tutte le politiche interne ed esterne. Richiederà inoltre un'adesione a livello europeo e nazionale, non solo dei responsabili politici. Il settore privato sarà un partner essenziale ed è già in fase avanzata nel suo lavoro sulla riduzione dei rischi. I gestori di patrimoni a livello mondiale hanno modificato radicalmente le loro allocazioni di capitale per rispondere ai rischi crescenti e sempre più complessi esistenti nell'economia globale. La ricerca di catene di approvvigionamento resilienti e diversificate che rafforzino la sicurezza economica sarà un elemento centrale di una strategia commerciale a lungo termine che tuteli non solo gli interessi degli azionisti, ma anche l'interesse generale. L'individuazione dei principali rischi e l'elaborazione di risposte politiche dovrebbero attingere alla conoscenza delle imprese europee che stanno già lavorando per attenuare molte di queste minacce.

La presente comunicazione, che getta le basi per una discussione sulla sicurezza economica con gli Stati membri e il Parlamento europeo al fine di creare un quadro comune per ridurre i rischi e proteggere la sicurezza economica dell'Unione, contribuirà a definire la strategia che dovrebbe guidare la valutazione comune dei rischi, l'uso degli strumenti esistenti e l'individuazione di eventuali lacune nell'arsenale di sicurezza economica dell'UE per le quali svilupperemo una risposta comune.

2. Individuare i rischi per la sicurezza economica europea

L'obiettivo di questa strategia è proteggere la sicurezza economica dell'UE e rafforzare la resilienza della nostra economia, adoperandosi nel contempo per garantire il mantenimento e la crescita del nostro vantaggio tecnologico. Ciò significa investire nella competitività dell'UE, diversificare le catene di approvvigionamento e rispondere a pratiche quali la coercizione economica. Mira a prevenire la fuga di tecnologie emergenti sensibili, nonché di altri prodotti a duplice uso, verso destinazioni preoccupanti che attuano strategie di fusione militare-civile.

Per raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno di una visione chiara dei rischi e della loro evoluzione nel tempo. Per questo motivo la Commissione e gli Stati membri approfondiranno l'analisi delle catene di approvvigionamento critiche, le sottoporranno a prove di stress e stabiliranno il livello di rischio.

La Commissione e l'Alto rappresentante hanno individuato le seguenti categorie generali e non esaustive di rischi per la sicurezza economica, in particolare i rischi connessi ai seguenti aspetti: (1) resilienza delle catene di approvvigionamento; (2) sicurezza fisica e informatica delle infrastrutture critiche; (3) sicurezza tecnologica e fuga di tecnologie; e (4) strumentalizzazione delle dipendenze economiche a fini bellici o coercizione economica. Tali rischi possono verificarsi lungo tutta la catena del valore, dalla creazione di conoscenze e dalla ricerca di base fino alla commercializzazione e alla fabbricazione su larga scala.

I tipi di rischi cui devono far fronte le economie europee

Rischi per la resilienza delle catene di approvvigionamento, compresa la sicurezza energetica: rischi di impennate dei prezzi, indisponibilità o scarsità di prodotti critici o fattori produttivi nell'UE, compresi, ma non solo, quelli legati alla transizione verde, quelli necessari per un approvvigionamento energetico stabile e diversificato e per i medicinali. 

Rischi per la sicurezza fisica e informatica delle infrastrutture critiche: rischi di perturbazioni o sabotaggio di infrastrutture critiche, quali condotte, cavi sottomarini, generatori di energia, trasporti, reti di comunicazione elettronica, che compromettono la fornitura sicura e affidabile di beni e servizi o la sicurezza dei dati nell'UE. 

Rischi connessi alla sicurezza tecnologica e alla fuga di tecnologie: rischi per i progressi tecnologici dell'UE, la competitività tecnologica e l'accesso a tecnologie all'avanguardia, anche attraverso pratiche dolose nella sfera digitale quali lo spionaggio o la fuga illecita di conoscenze. In alcuni casi, la fuga delle tecnologie rischia di rafforzare le capacità militari/di intelligence di coloro che potrebbero utilizzarle per minare la pace e la sicurezza, in particolare per le tecnologie a duplice uso come quelle quantistiche, i semiconduttori avanzati o l'intelligenza artificiale, e richiede pertanto misure specifiche di attenuazione dei rischi.

 
Rischi di strumentalizzazione delle dipendenze economiche a fini bellici o di coercizione economica: il rischio che paesi terzi puntino all'UE, ai suoi Stati membri e alle sue imprese attraverso misure che incidono sugli scambi o sugli investimenti al fine di provocare una modifica delle politiche che rientrano nel legittimo spazio di elaborazione delle politiche.

Infine, è importante tenere presente che alcuni rischi sopra elencati potrebbero anche spingersi fino a minacciare la sicurezza nazionale in determinate circostanze. Ciò potrebbe verificarsi, in particolare, nelle seguenti circostanze: la fuga di tecnologie a duplice uso e gli investimenti esteri diretti che minacciano la sicurezza e l'ordine pubblico; le esportazioni a duplice uso o gli investimenti in uscita in una serie ristretta di tecnologie avanzate che potrebbero rafforzare le capacità militari e di intelligence di attori che potrebbero utilizzarle per minacciare la pace e la sicurezza internazionali; il trattamento sicuro delle informazioni sensibili.

Su tale base, la Commissione propone di individuare e valutare, collettivamente con gli Stati membri dell'UE e con i contributi dei portatori di interessi privati, i rischi per la sicurezza economica dell'UE che minacciano i suoi interessi fondamentali, entro parametri chiaramente definiti, tenendo conto dell'evoluzione del contesto geopolitico e, se del caso, delle opinioni delle parti interessate. Dovrebbe trattarsi di un processo dinamico e continuo.

A tal fine la Commissione propone il seguente processo da svolgere con gli Stati membri e, se del caso, in coordinamento con l'Alto rappresentante:

·rischi per la resilienza delle catene di approvvigionamento: la Commissione dovrà valutarli approfondendo l'analisi delle dipendenze strategiche dell'UE, con particolare attenzione alle dipendenze che hanno maggiori probabilità di essere strumentalizzate a fini geopolitici;

·rischi per la sicurezza fisica e informatica delle infrastrutture critiche: da continuare a valutare in linea con la raccomandazione del Consiglio dell'8 dicembre 2022;

·rischi connessi alla sicurezza tecnologica e alla fuga di tecnologie: da valutare sulla base di un elenco di tecnologie strategiche critiche per la sicurezza economica. Per quanto riguarda i rischi più sensibili, la Commissione proporrà un elenco di tecnologie a duplice uso per la valutazione dei rischi che il Consiglio potrebbe adottare entro settembre 2023. L'elenco si baserà su criteri rigorosamente definiti e lungimiranti, quali la natura abilitante e trasformativa di una tecnologia, il rischio di fusione militare-civile e il rischio di un uso improprio per violazioni dei diritti umani. Le tecnologie prioritarie dovrebbero essere valutate congiuntamente con gli Stati membri entro la fine del 2023, al fine di individuare le pertinenti misure di protezione e promozione;

·rischi di strumentalizzazione delle dipendenze economiche a fini bellici o di coercizione economica: da valutare anche nel contesto dello strumento anticoercizione dell'UE recentemente concordato.

Al fine di mantenere un approccio coerente, mirato e aggiornato alla sicurezza economica, il Consiglio dovrebbe riesaminare ogni sei mesi, sulla base dei contributi della Commissione e, se del caso, dell'Alto rappresentante, i progressi generali della valutazione dei rischi in questi quattro settori e riferire annualmente al Consiglio europeo.

Inoltre l'Alto rappresentante, insieme agli Stati membri, rafforzerà la capacità unica di analisi dell'intelligence (SIAC) al fine di aumentare la sua capacità di individuare minacce alla sicurezza economica dell'UE. 

3. Attuare la strategia in materia di sicurezza economica

Per attenuare tali rischi, la strategia di sicurezza economica dell'UE si basa sui seguenti aspetti:

1)promozione della competitività e della crescita dell'UE, rafforzamento del mercato unico, sostegno a un'economia forte e resiliente e promozione della base industriale, tecnologica e della ricerca dell'UE;

2)protezione della sicurezza economica attraverso una serie di politiche e strumenti, compresi nuovi strumenti mirati ove necessario;

3)partenariati e ulteriore rafforzamento della cooperazione con i paesi di tutto il mondo.

3.1 Promozione della base economica, della competitività e della crescita dell'UE

Il mercato unico è la migliore risorsa dell'UE per mantenere la sua economia prospera, innovativa e resiliente. Nella maggior parte dei casi è associato a economie di scala per la cooperazione transfrontaliera all'interno dell'UE e a parità di condizioni. Allo stesso tempo, attraverso il commercio, il pacchetto di investimenti Global Gateway e altre politiche, l'UE fa leva sul mercato unico per mantenere aperte le catene di approvvigionamento globali e definire le norme, il che contribuisce ulteriormente a rafforzare la competitività e la sicurezza dell'approvvigionamento dell'UE. L'attuazione di NextGenerationEU e del Fondo di coesione sta innescando riforme e investimenti importanti in un'ampia gamma di settori, comprese le infrastrutture critiche, e sta già contribuendo alla crescita economica, alla competitività e alla resilienza dell'UE.

Negli ultimi anni la Commissione ha adottato diverse proposte concrete per aumentare la resilienza e rafforzare le catene di approvvigionamento. La strategia industriale dell'UE ha individuato diverse misure per rafforzare la resilienza del mercato unico: alleanze industriali per accelerare l'attività nel campo delle tecnologie pulite, delle materie prime, dei processori e dei semiconduttori, dei dati, dell'edge e del cloud; importanti progetti di comune interesse europeo al fine di unire le risorse per innovazioni pionieristiche; promuovere l'economia circolare; rafforzare le competenze verdi e digitali; una nuova strategia per garantire la leadership dell'UE nella definizione delle norme a livello mondiale. Analogamente, la transizione energetica in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e di RePowerEU è fondamentale per rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'UE. Sono già stati compiuti progressi significativi in questo settore, ma nella prossima relazione sullo stato dell'Unione dell'energia saranno individuati gli ulteriori sforzi necessari.

La normativa sulle materie prime critiche oggetto di proposta mira ad agevolare l'estrazione, il trattamento e il riciclaggio delle materie prime critiche nell'UE, riducendo le dipendenze e aumentando la preparazione. La normativa europea sui chip garantirà un approvvigionamento sicuro di semiconduttori, mentre la normativa sull'industria a zero emissioni nette oggetto di proposta contribuirà ad aumentare la produzione di tecnologie a zero emissioni nette nell'UE. Le iniziative comprendono meccanismi di governance efficaci che consentono una cooperazione e uno scambio di informazioni tempestivi tra la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri.

Tali iniziative hanno anche un impatto diretto sull'ulteriore sicurezza delle catene di approvvigionamento e sull'accesso alle risorse (sempre più messo in discussione dai concorrenti strategici, come evidenziato dalla bussola strategica per la sicurezza e la difesa), che è essenziale per una base industriale e tecnologica di difesa europea innovativa, competitiva e resiliente. La loro adozione tempestiva è pertanto di vitale importanza per la sicurezza economica dell'Europa.

Lo strumento per le emergenze nel mercato unico mira a garantire la disponibilità e la libera circolazione di prodotti critici in caso di emergenze future. Lo strumento per le emergenze nel mercato unico consentirà in futuro di monitorare i prodotti e i servizi strategici, comprese le perturbazioni delle catene di approvvigionamento e le relative carenze, e di reagire rapidamente e collettivamente se necessario.

Occorrono con urgenza maggiori investimenti per garantire la leadership e la competitività dell'UE nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie strategiche emergenti. Al fine di attirare investimenti privati, la Commissione continua a sviluppare l'Unione dei mercati dei capitali. La Commissione propone inoltre un nuovo regolamento per istituire la piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa ("STEP"). La piattaforma sosterrà lo sviluppo, la fabbricazione o il rafforzamento delle rispettive catene del valore nell'Unione relative alle tecnologie profonde e digitali, alle tecnologie pulite e alle biotecnologie per conseguire gli obiettivi delle transizioni verde e digitale. Ciò consentirà all'Unione di ridurre o prevenire le dipendenze strategiche.

Entro la fine del 2023 la Commissione riferirà inoltre sulle opzioni per garantire un sostegno adeguato e strategicamente mirato allo sviluppo di tecnologie a duplice uso, dopo aver riesaminato l'ambito di applicazione degli strumenti esistenti.

3.2 Protezione dai rischi per la sicurezza economica

L'UE ha già messo in atto strumenti specifici di riduzione dei rischi e misure di protezione dai i rischi per la sicurezza economica. Poiché i rischi continuano a evolversi, dobbiamo valutare l'efficacia di questi strumenti nell'affrontarli e prendere in considerazione aggiornamenti o nuovi strumenti che potrebbero essere necessari.

Affrontare la questione della strumentalizzazione delle dipendenze economiche a fini bellici e della coercizione economica

Le dipendenze strategiche, che possono comportare rischi per la sicurezza economica, possono essere esacerbate da politiche e pratiche non di mercato messe in atto da paesi terzi che alterano le condizioni di concorrenza. La Commissione farà un uso rigoroso degli strumenti di difesa commerciale per affrontare tali politiche e pratiche sleali ed è pronta ad applicare il regolamento sulle sovvenzioni estere per garantire parità di condizioni di concorrenza con il mercato unico.

In risposta al fatto che l'UE e i suoi Stati membri sono stati oggetto di una pressione economica deliberata negli ultimi anni, l'UE ha adottato lo strumento anticoercizione dell'UE. L'obiettivo dello strumento è innanzitutto quello di dissuadere i paesi dal limitare o minacciare di limitare gli scambi o gli investimenti per indurre a modificare una politica legittima nell'UE, ma prevede anche la possibilità per l'UE di adottare contromisure in ultima istanza. L'UE coopererà inoltre con i paesi partner per monitorare i casi di coercizione e valutare e individuare le possibilità di risposte coordinate.

Investimenti in entrata che incidono sulla sicurezza e sull'ordine pubblico

Il regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti (IED) ha creato un meccanismo di cooperazione che consente agli Stati membri e alla Commissione di scambiare informazioni, sollevare preoccupazioni in materia di sicurezza e individuare soluzioni relative a specifici IED al fine di garantire la protezione della sicurezza e dell'ordine pubblico. Dall'ottobre 2020 la Commissione e gli Stati membri hanno riesaminato più di 1 000 operazioni di IED. La Commissione sta inoltre valutando il quadro attuale e ne proporrà la revisione entro la fine del 2023. Gli Stati membri che non hanno ancora attuato meccanismi nazionali di controllo degli IED dovrebbero farlo senza ulteriori indugi.

Sicurezza tecnologica e fuga di tecnologie

Essere in grado di sviluppare e tenere il passo con le nuove tecnologie è fondamentale per la sicurezza economica dell'UE, in quanto riduce le dipendenze strategiche e ci consente di creare o proteggere un vantaggio tecnologico.

L'apertura e la cooperazione internazionale sono al centro della ricerca e dell'innovazione europee (R&I). Al fine di contribuire a prevenire la fuga delle tecnologie finanziate dall'UE, la Commissione può, ad esempio, in casi debitamente giustificati, escludere determinati soggetti di paesi terzi o soggetti dell'UE controllati da taluni paesi terzi dalla partecipazione a progetti di ricerca e innovazione e di diffusione di capacità digitali per proteggere le risorse strategiche, gli interessi, l'autonomia o la sicurezza dell'Unione. Può inoltre valutare l'impatto del trasferimento dei risultati di Orizzonte Europa (compresa la proprietà intellettuale) generati dalla ricerca finanziata dall'UE verso paesi terzi non associati e opporsi a tali trasferimenti.

La Commissione ha inoltre elaborato un kit di strumenti per contrastare le ingerenze straniere in ambito di R&I, che contribuisce a sensibilizzare e a corroborare la resilienza nel settore della R&I in tutta Europa a livello nazionale e settoriale per rafforzare la sicurezza della ricerca in senso più ampio.

Per le tecnologie ritenute essenziali per la sicurezza economica (individuate nella sezione 2), la Commissione proporrà, dopo una valutazione, misure volte a migliorare la sicurezza della ricerca, garantendo un'applicazione sistematica e rigorosa degli strumenti summenzionati e individuando e colmando eventuali lacune rimanenti. Lo farà preservando nel contempo l'apertura del nostro sistema, che è il fondamento delle nostre economie innovative.

La normazione è una parte importante della capacità del "potere di persuasione" di incidere sulla direzione degli sviluppi tecnologici e ha pertanto un impatto indiretto sulla sicurezza economica dell'UE (anche perché le consente di limitare le possibilità di utilizzo abusivo di tecnologie che potrebbero minacciare la sua sicurezza economica). Come indicato nella strategia di normazione dell'UE, l'UE deve essere in grado di definire norme internazionali in linea con i suoi valori e interessi e con il suo acquis giuridico. Per quanto riguarda i futuri atti in materia di intelligenza artificiale, dati o ciberresilienza, l'UE lavorerà a norme europee e, con i partner, per l'elaborazione di norme internazionali coerenti. Analogamente, l'effettiva applicazione dei diritti di proprietà intellettuale, in particolare dei brevetti, contribuirà anche a prevenire la fuga di tecnologie.

Nell'ambito della sua strategia in materia di cibersicurezza del 2020, l'UE sta adottando misure per contrastare le pratiche dolose nella sfera digitale al fine di proteggere dalle influenze illegittime, dallo spionaggio industriale e dalla fuga illecita di conoscenze. La normativa sulla ciberresilienza oggetto di proposta migliorerà la cibersicurezza, per il settore pubblico e privato, degli hardware e dei software venduti nell'Unione. L'UE continuerà ad affrontare la questione dei furti di proprietà intellettuale perpetrati utilizzando canali informatici, anche avvalendosi dei suoi pacchetti di strumenti di diplomazia ibrida e informatica dell'UE per rispondere a tali attività dolose.

Proteggere la sicurezza economica proteggendo le infrastrutture

L'UE ha adottato la direttiva sulla resilienza dei soggetti critici e la direttiva riveduta sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (direttiva NIS 2), le quali dispongono un quadro giuridico aggiornato e completo per rafforzare la resilienza fisica e digitale delle infrastrutture critiche (tra cui energia, trasporti, sanità, infrastrutture digitali, acqua e alimenti). A seguito della raccomandazione del Consiglio del dicembre 2022, sono già in corso azioni mirate per garantire una risposta comune dell'UE agli incidenti.

Al fine di aumentare la sicurezza e la resilienza delle reti 5G, il pacchetto di strumenti per la sicurezza del 5G stabilisce una serie di misure che devono essere applicate da tutti gli Stati membri, comprese misure volte a limitare o escludere i fornitori ad alto rischio. Il 15 giugno 2023 la Commissione ha esortato gli Stati membri che non hanno ancora pienamente applicato tali misure ai fornitori ad alto rischio a farlo senza indugio.

La normativa sulla ciberresilienza proposta svolgerà inoltre un ruolo importante nel garantire la catena di approvvigionamento delle infrastrutture critiche dell'UE. Anche le valutazioni e gli scenari dei rischi informatici sono in fase di sviluppo specificamente per i settori delle infrastrutture di comunicazione elettronica e dell'energia e serviranno a orientare le azioni sostenute nell'ambito della normativa sulla cibersolidarietà proposta, in particolare le prove coordinate presso soggetti critici.

Migliore coordinamento dell'UE in materia di controlli sulle esportazioni di prodotti a duplice uso

Alcune tecnologie strategiche sono a duplice uso e richiedono un'attenzione particolare. Secondo quanto indicato nella sezione 2, l'UE individuerà un elenco di tecnologie essenziali per la sicurezza economica e ne valuterà collettivamente i rischi. Pur essendo soggette a un quadro multilaterale e dell'UE, le decisioni relative all'attuazione e all'applicazione dei controlli sulle esportazioni di prodotti a duplice uso sono principalmente di competenza degli Stati membri.

Negli ultimi decenni l'architettura consolidata di controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso, che segue i regimi multilaterali di controllo delle esportazioni, ha risposto agli obiettivi della politica di sicurezza dell'Unione, favorendo nel contempo l'apertura e un clima favorevole alla ricerca e all'innovazione e alla non proliferazione in generale. L'UE rafforzerà il sostegno ai lavori nel quadro dei regimi multilaterali, sebbene l'efficacia del suo intervento sia ostacolata dal fatto di essere membro soltanto di uno dei regimi multilaterali di controllo esistenti e di avere il ruolo di osservatore in un secondo.

Tuttavia, alla luce delle nuove sfide connesse all'aumento del potenziale militare di una serie di tecnologie strategiche, della guerra di aggressione illegale della Russia nei confronti dell'Ucraina, dell'acuirsi delle tensioni geopolitiche e dei rischi per la sicurezza nazionale, alcuni Stati membri dell'UE e paesi terzi hanno intensificato i controlli nazionali per limitare le esportazioni di tecnologie critiche, come le attrezzature di produzione di chip a semiconduttori avanzati o le attrezzature connesse al calcolo quantistico, al di fuori dei processi stabiliti nei regimi multilaterali di controllo delle esportazioni o, in alcuni casi, sulla base di tali processi. I recenti sviluppi hanno inoltre evidenziato la necessità di una maggiore flessibilità del regime per rispondere a eventi in corso e in rapida evoluzione.

Il regolamento dell'UE sui controlli delle esportazioni di prodotti a duplice uso è stato riveduto nel 2021 per affrontare meglio i rischi associati alla rapida evoluzione della sicurezza, della tecnologia e del contesto commerciale, con particolare attenzione alle esportazioni di tecnologie sensibili ed emergenti. Esso comprende disposizioni che consentono a uno Stato membro di introdurre controlli delle esportazioni basati sulla legislazione di un altro Stato membro, il che equivale a conferire ai controlli delle esportazioni, la cui attuazione è una prerogativa nazionale, un effetto coordinato e transfrontaliero tra gli Stati membri dell'UE, con il sostegno della Commissione. Tali disposizioni sono attualmente in fase di sperimentazione.

La necessità di un'azione più rapida e coordinata a livello dell'UE nel settore dei controlli delle esportazioni è diventata urgente in quanto una proliferazione non coordinata dei controlli nazionali da parte degli Stati membri creerebbe scappatoie e comprometterebbe l'efficacia dei controlli e l'integrità del mercato unico. Con lo sviluppo di un maggior numero di tecnologie essenziali per la sicurezza nazionale e soggette a controlli nazionali, eventuali divergenze tra gli Stati membri indebolirebbero la sicurezza economica dell'UE nel suo complesso. Per evitare che ciò accada, l'attuale regolamento dovrebbe essere pienamente attuato. Dovrebbe iniziare allo stesso tempo una riflessione sulla base del quadro esistente per sviluppare un approccio europeo più coordinato che vada oltre l'attuale obbligo di garantire la trasparenza tra gli Stati membri.

Pertanto, la Commissione presenterà una proposta al più tardi entro la fine di quest'anno per migliorare l'efficacia e l'efficienza del quadro attuale. Dovrebbe renderlo idoneo allo scopo nel contesto tecnologico e di sicurezza in rapida evoluzione, rafforzando la capacità dell'UE di svolgere pienamente il suo ruolo a livello mondiale in un contesto in cui i regimi multilaterali di controllo delle esportazioni sono sotto pressione, nel pieno rispetto delle rispettive competenze dell'UE e degli Stati membri.    

Investimenti in uscita

L'UE e gli Stati membri hanno inoltre un interesse comune a evitare che il ristretto insieme di progressi tecnologici ritenuti fondamentali per rafforzare le capacità militari e di intelligence di attori che possono utilizzarli per minare la pace e la sicurezza internazionali sia alimentato dal capitale, dalle competenze e dalle conoscenze delle nostre imprese.

I controlli del commercio e degli investimenti strategici richiedono un approccio olistico che ci consenta di proteggere i nostri interessi essenziali in materia di sicurezza. Ciò solleva la questione della necessità di sottoporre non solo i beni esportati, ma anche determinati investimenti in uscita a controlli volti a contrastare il rischio di fuga di tecnologie e know-how nell'ambito di tali investimenti.

È inoltre necessaria una maggiore cooperazione per prevenire la fuga di tecnologie emergenti sensibili, nonché di altri prodotti a duplice uso, verso destinazioni preoccupanti che attuano strategie di fusione militare-civile ed evitare che altri soggetti occupino lo spazio rimasto vuoto a causa di esportazioni e investimenti controllati.

La Commissione esaminerà, in collaborazione con gli Stati membri, i rischi per la sicurezza che possono derivare dagli investimenti in uscita. Istituirà un nuovo gruppo dedicato di esperti degli Stati membri per assistere in tali compiti, creando un nuovo meccanismo di cooperazione strutturato e riservato. Con il contributo di questo nuovo gruppo di esperti la Commissione condurrà inoltre attività di sensibilizzazione e di consultazione con le imprese e altri portatori di interessi e i paesi partner, a seconda dei casi.

Su tale base la Commissione esaminerà eventuali misure per affrontare i rischi per la sicurezza connessi agli investimenti in uscita, al fine di proporre un'iniziativa entro la fine dell'anno.

In sintesi abbiamo bisogno di unità a livello dell'UE per un uso più coraggioso e rapido degli strumenti dell'UE esistenti quando sono necessari e per un approccio più assertivo all'applicazione della normativa. L'UE e i suoi Stati membri dovrebbero garantire che sia sfruttato appieno il loro potenziale per rafforzare la resilienza economica e proteggere gli interessi essenziali in materia di sicurezza, tenendo conto anche delle ripercussioni al di fuori dell'UE. Le imprese dell'UE dovrebbero inoltre essere incoraggiate a integrare i rischi per la sicurezza economica nei loro processi di dovuta diligenza e gestione dei rischi. Inoltre, in alcuni settori, la presente comunicazione individua la necessità di rafforzare o sviluppare nuovi strumenti per far fronte ai rischi attuali.

3.3 Partenariati in materia di sicurezza economica

L'UE non può conseguire da sola la sicurezza economica. Né la sua risposta politica può essere unilaterale. L'economia globale rimarrà integrata e interconnessa e un'azione efficace dell'UE dipenderà dalla cooperazione e dal coordinamento con gli altri. La trasparenza e la cooperazione sono essenziali per garantire che le politiche di sicurezza economica non abbiano conseguenze indesiderate sui paesi terzi, in particolare su quelli più vulnerabili. La riduzione dei rischi delle catene di approvvigionamento e la mitigazione delle perturbazioni comportano una diversificazione dell'approvvigionamento e l'accesso a una serie diversificata di mercati di importazione ed esportazione. Inoltre, le vulnerabilità dell'UE legate alle dipendenze critiche nei settori strategici sono molto simili a quelle di molti altri attori globali, compresi i suoi partner più vicini, mentre tutti i paesi sono potenzialmente vulnerabili a varie forme di coercizione economica.

Ciò costituisce un valido motivo per cooperare con la più ampia gamma possibile di partner, compresi i partner di lunga data che condividono gli stessi principi, come i membri del G7, nonché altri con i quali condividiamo interessi comuni e che sono disposti a cooperare con noi.

Tale cooperazione sarà flessibile e varierà per forma, portata e tipi di partecipanti in funzione degli interessi condivisi e delle dipendenze comuni e in funzione dello specifico settore politico o dei rischi individuati.

Cooperazione bilaterale e plurilaterale

L'UE sta ampliando notevolmente i suoi strumenti di cooperazione bilaterale e plurilaterale per avere un ruolo più incisivo laddove ciò sia necessario per una maggiore sicurezza economica. Si tratta di un elemento centrale della risposta politica dell'Unione, che attua il concetto di sicurezza attraverso la diversificazione dei partner. È già in corso un'intensa cooperazione in materia di sicurezza economica con vari partner, tra cui gli Stati Uniti e l'India, nell'ambito dei rispettivi Consigli per il commercio e la tecnologia (TTC). Il dialogo economico ad alto livello UE-Giappone comprenderà un filone di lavoro dedicato alle questioni di sicurezza economica.

Il G7 rappresenta un consesso importante per la cooperazione in materia di sicurezza economica. La dichiarazione del vertice di Hiroshima del maggio 2023 sulla resilienza economica e la sicurezza economica conferma l'impegno dei leader del G7 a collaborare tra loro e con partner non del G7 per rafforzare la resilienza economica e la sicurezza economica a livello mondiale, creando catene di approvvigionamento e infrastrutture critiche resilienti, rispondendo a pratiche dannose quali le politiche non di mercato e la coercizione economica, e prevenendo la fuga di tecnologie critiche ed emergenti.

Disporre di un pacchetto di strumenti geoeconomico quanto più ampio possibile — dagli accordi di libero scambio ai partenariati digitali, alle alleanze e partenariati verdi, ai partenariati per le materie prime, al Club per le materie prime e al rafforzamento della cooperazione con i paesi del vicinato dell'UE — ci consente di rispondere a un'ampia gamma di sfide connesse alla sicurezza economica con lo strumento appropriato per ottenere il massimo effetto e il miglior coordinamento possibili. Continueremo ad avvalerci di questi strumenti e li adatteremo per contribuire meglio alla resilienza della catena di approvvigionamento e alla sicurezza economica dell'UE.

Continueremo a sfruttare al meglio la vasta rete di accordi di libero scambio dell'UE dando loro piena attuazione, lavorando nel contempo anche per ampliare la rete stessa. Tali accordi facilitano la riduzione dei rischi per le imprese, la diversificazione e la riduzione delle dipendenze aprendo nuovi mercati, contribuiscono a costruire legami economici reciprocamente vantaggiosi soprattutto nelle regioni in cui l'UE lascerebbe altrimenti un vuoto che i paesi terzi colmerebbero, nonché a sostenere la sostenibilità sociale e ambientale.

Una dimensione fondamentale della sicurezza economica è la disponibilità dell'UE a rafforzare i suoi partenariati con i paesi in via di sviluppo che potrebbero svolgere un ruolo più incisivo nelle catene globali del valore. Il sostegno finanziario e tecnico dell'UE ai paesi a basso e medio reddito per l'industrializzazione, la transizione verde e il superamento del divario digitale non solo è prezioso di per sé e produce effetti positivi per le comunità locali, ma contribuisce anche alla nostra resilienza economica promuovendo un'economia globale più diversificata.

A tale riguardo, il Global Gateway e il partenariato per gli investimenti nelle infrastrutture a livello globale saranno fondamentali per contribuire alla sicurezza economica dei beneficiari e rafforzare i legami economici e l'integrazione con le economie globali. Tali iniziative aiuteranno l'UE e i suoi partner ad affrontare insieme le principali sfide, tra cui la lotta ai cambiamenti climatici, la diffusione di infrastrutture digitali sicure, il miglioramento dei sistemi sanitari e il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, offrendo nel contempo ai partner alternative sostenibili alle pratiche di investimento che li renderebbero più vulnerabili alla coercizione economica da parte dei creditori. Le iniziative contribuiscono inoltre alla sicurezza economica dell'UE, in particolare contribuendo a diversificare le catene di approvvigionamento e a integrare le catene del valore con i partner in settori chiave.

L'UE continuerà a sviluppare altre forme di cooperazione con vari partner su questioni di interesse, ad esempio sulle materie prime critiche all'interno di un Club delle materie prime critiche.

Cooperazione multilaterale

A livello mondiale, la cooperazione multilaterale e un quadro basato su regole gettano le basi per la sicurezza economica dell'UE e di tutti i membri della comunità internazionale. Anche in un contesto di rivalità strategica e di concorrenza economica, vi è spazio per la cooperazione internazionale sulle sfide comuni e la necessità di norme chiare che garantiscano un commercio equo e aperto, in modo da arginare la tendenza alla "legge del più forte", alla frammentazione economica o al protezionismo.

L'interesse dell'UE è pertanto quello di rafforzare la cooperazione multilaterale attraverso consessi e organizzazioni internazionali quali il G20, le Nazioni Unite o le banche multilaterali di sviluppo. In ambito commerciale l'UE continuerà ad adoperarsi per riformare l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e ripristinare la sua funzione di risoluzione delle controversie, dato il ruolo fondamentale che un'OMC efficace svolge nel ridurre al minimo il rischio di comportamenti arbitrari e nel limitare la portata di eventuali restrizioni commerciali.

Prossime tappe

La Commissione e l'Alto rappresentante, nell'ambito delle rispettive competenze:

Øsvilupperanno con gli Stati membri un quadro per la valutazione dei rischi che incidono sulla sicurezza economica dell'UE; ciò comprende la definizione di un elenco di tecnologie essenziali per la sicurezza economica e la valutazione dei relativi rischi al fine di elaborare adeguate misure di attenuazione;

Øavvieranno un dialogo strutturato con il settore privato per sviluppare un'interpretazione collettiva del concetto di sicurezza economica e incoraggiarlo a esercitare la dovuta diligenza e la gestione dei rischi alla luce delle preoccupazioni in materia di sicurezza economica;

Øsosterranno ulteriormente la sovranità tecnologica dell'UE e la resilienza delle catene del valore dell'UE, anche sviluppando tecnologie critiche attraverso STEP;

Ørivedranno il regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti;

Øesploreranno opzioni per garantire un adeguato sostegno mirato alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie a duplice uso;

Øattueranno pienamente il regolamento dell'UE sul controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso e presenteranno una proposta per garantirne l'efficacia e l'efficienza;

Øproporranno un'iniziativa per affrontare i rischi per la sicurezza connessi agli investimenti in uscita;

Øproporranno misure per migliorare la sicurezza della ricerca, garantendo un'applicazione sistematica e rigorosa degli strumenti esistenti e individuando eventuali lacune ancora esistenti; 

Øvaluteranno l'uso mirato degli strumenti PESC per rafforzare la sicurezza economica dell'UE, compresi gli strumenti della diplomazia ibrida e della diplomazia informatica e gli strumenti della manipolazione delle informazioni e ingerenze da parte di attori stranieri (FIMI);

Øincaricheranno la capacità unica di analisi dell'intelligence dell'UE (SIAC) di lavorare specificamente all'individuazione di possibili minacce alla sicurezza economica dell'UE;

Øgarantiranno che la protezione e la promozione della sicurezza economica dell'UE siano pienamente integrate nell'azione esterna dell'Unione europea e intensificheranno la cooperazione con i paesi terzi sulle questioni relative alla sicurezza economica.

Conclusioni

In un mondo interconnesso nessun paese può agire da solo per garantire la propria sicurezza economica. Nel mondo di oggi gli interessi relativi alla sicurezza economica e alla sicurezza nazionale, le vulnerabilità e le risposte degli Stati membri raramente possono essere analizzati o circoscritti indipendentemente da quelli di altri Stati membri o dell'Unione nel suo complesso. Gli interessi dei singoli Stati membri sono indissolubilmente legati al corretto funzionamento del mercato interno, all'integrità della politica commerciale dell'UE e agli interessi in materia di sicurezza dell'UE nel suo complesso.

In assenza di un approccio dell'UE alla sicurezza economica, i nostri partner sceglieranno con chi stringere alleanze, mentre i soggetti meno benintenzionati cercheranno di dividere e conquistare. Pertanto un'azione comune e coordinata dell'UE in tutte le politiche, attraverso la cooperazione tra l'UE e gli Stati membri, è essenziale per la sicurezza economica dell'Unione. La chiave del successo sarà agire in modo unitario.