Bruxelles, 24.5.2023

COM(2023) 600 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO, AL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI E ALLA BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI

Semestre europeo 2023 – Pacchetto di primavera

{SWD(2023) 628 final} - {SWD(2023) 629 final} - {SWD(2023) 630 final} - {SWD(2023) 631 final} - {SWD(2023) 632 final} - {SWD(2023) 633 final} - {SWD(2023) 634 final} - {SWD(2023) 635 final} - {SWD(2023) 636 final} - {SWD(2023) 637 final} - {SWD(2023) 638 final} - {SWD(2023) 639 final} - {SWD(2023) 640 final} - {SWD(2023) 641 final} - {SWD(2023) 642 final} - {SWD(2023) 643 final} - {SWD(2023) 644 final}


1. INTRODUZIONE

L'economia dell'UE ha continuato a mostrare una notevole resilienza in un contesto difficile caratterizzato dall'invasione non provocata della Russia nei confronti dell'Ucraina. L'UE è riuscita a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi, ha limitato gli impatti negativi sull'attività economica e ha iniziato il 2023 meglio del previsto. Dopo la stagnazione registrata alla fine del 2022, la crescita del PIL è destinata a rafforzarsi nel corso del 2023 grazie alla notevole diminuzione dei prezzi del gas all'ingrosso e alla protratta resilienza del mercato del lavoro. Tuttavia l'inflazione elevata continua a ripercuotersi sul potere d'acquisto delle famiglie, in particolare tra i gruppi vulnerabili, aumentando i rischi di povertà e mettendo a repentaglio la competitività europea, soprattutto perché i prezzi dell'energia rimangono significativamente più elevati rispetto al resto del mondo. Inoltre il contesto esterno caratterizzato da un crescente protezionismo e una maggiore concorrenza geostrategica sottolinea ulteriormente la necessità di salvaguardare la competitività e l'autonomia strategica aperta dell'economia dell'UE. La regolare attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza promuove importanti riforme e investimenti in un'ampia gamma di settori strategici. Le erogazioni a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza sostengono l'espansione economica e rafforzeranno la resilienza degli Stati membri.

Incentivare le riforme e gli investimenti sarà fondamentale per garantire la prosperità a lungo termine, la competitività, l'equità e la resilienza dell'UE. Il semestre europeo, sostenuto dal dispositivo per la ripresa e la resilienza e da altri fondi dell'UE, come la politica di coesione e il programma InvestEU, è al centro di una strategia economica e occupazionale dell'UE adeguata alle esigenze future, come indicato nel piano industriale del Green Deal dell'UE 1 e nella strategia di competitività a lungo termine 2 . In particolare, gli Stati membri dovrebbero continuare a compiere progressi nella decarbonizzazione delle loro economie, affrontare le carenze e gli squilibri di manodopera e di competenze, sostenere la creazione di posti di lavoro di qualità, promuovere le pari opportunità, incentivare la digitalizzazione, la ricerca e l'innovazione, ridurre gli oneri amministrativi e normativi, accelerare e semplificare le procedure amministrative e di autorizzazione, fornire condizioni quadro adeguate per gli investimenti a livello nazionale e subnazionale e modernizzare le amministrazioni pubbliche. A tal fine, il semestre europeo continua a offrire il quadro per il coordinamento delle politiche, guidando e monitorando l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei programmi della politica di coesione in modo complementare, nonché contribuendo all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e degli obiettivi principali dell'UE per il 2030 in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà. Le relazioni per paese del 2023 3 , pubblicate oggi dalla Commissione, fanno il punto sulle sfide esistenti in tutti gli Stati membri, comprese quelle relative alla duplice transizione, alla resilienza economica e sociale e alla competitività, e illustrano in che misura tali sfide sono affrontate nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza. Le revisioni attualmente in corso dei piani per la ripresa e la resilienza e l'inserimento di capitoli dedicati al piano REPowerEU 4 con finanziamenti supplementari sotto forma di sovvenzioni e prestiti offrono un'ulteriore opportunità per rispondere efficacemente a tali sfide, in particolare per quanto riguarda l'attuazione del piano industriale del Green Deal e del piano REPowerEU.

Sulla base dell'analisi delle relazioni per paese, le proposte di raccomandazioni specifiche per paese della Commissione per il 2023 5 forniscono orientamenti agli Stati membri perché possano far fronte alle principali sfide economiche e sociali che sono state affrontate solo parzialmente o non sono state affrontate nei piani per la ripresa e la resilienza. Le quattro dimensioni della sostenibilità competitiva dell'UE (sostenibilità ambientale, produttività, equità e stabilità macroeconomica) restano al centro di tali orientamenti 6 . Le raccomandazioni proposte sottolineano la necessità di garantire una politica di bilancio prudente nel periodo 2023-2024, in particolare mediante la graduale eliminazione delle misure di sostegno connesse all'energia meno mirate attualmente in vigore e la riduzione del debito a medio termine. Le raccomandazioni invitano inoltre gli Stati membri a proseguire, o in diversi casi ad accelerare, la regolare attuazione dei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza in vista della scadenza del 2026 e a procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione, in stretto coordinamento con i suddetti piani, anche garantendo capacità amministrative appropriate. Le proposte di raccomandazione delineano inoltre le riforme connesse all'energia e le sfide in materia di investimenti, tra cui la riqualificazione e il miglioramento delle competenze della forza lavoro, che gli Stati membri sono invitati ad affrontare nell'ambito di REPowerEU e dei loro piani nazionali per l'energia e il clima 7 . Le relazioni per paese e l'edizione 2022 della relazione di Eurostat sul monitoraggio degli obiettivi di sviluppo sostenibile prevedono anche una rendicontazione aggiornata e coerente dei progressi compiuti da tutti gli Stati membri verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. A livello dell'UE, negli ultimi anni si sono osservati progressi rispetto a vari obiettivi di sviluppo sostenibile, in modo particolare per quanto riguarda la garanzia di un lavoro dignitoso e la crescita economica (OSS 8) e la riduzione della povertà (OSS 1). Sono stati compiuti passi avanti significativi anche in materia di parità di genere (OSS 5). 8 Le relazioni per paese comprendono anche il quadro di valutazione della situazione sociale, che fornisce una panoramica completa in materia di occupazione, parità, competenze e sfide sociali connesse all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e l'attuazione delle strategie dell'Unione dell'uguaglianza.

Il dialogo costruttivo con gli Stati membri e il rafforzamento del dialogo interistituzionale a livello dell'UE proseguiranno durante l'intero processo del semestre europeo. L'intenso dialogo politico sui piani per la ripresa e la resilienza ha permesso alla Commissione e agli Stati membri di rafforzare e approfondire la cooperazione in materia di politiche economiche e sociali. Ciò garantisce un'ampia adesione e la cooperazione è destinata a proseguire durante l'attuale fase di attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza e le relative modifiche previste nel 2023, anche nel contesto di REPowerEU. I temi trattati nelle relazioni per paese e nelle raccomandazioni specifiche per paese offrono un'ulteriore opportunità per ampliare il dialogo. La Commissione proseguirà inoltre il suo stretto dialogo con il Parlamento europeo sui principali sviluppi sociali ed economici e continuerà a confrontarsi con esso in ogni fase chiave del ciclo annuale di coordinamento del semestre europeo.

Il successo dell'attuazione del semestre europeo e delle priorità del dispositivo per la ripresa e la resilienza richiedono un coinvolgimento permanente e strutturato delle parti sociali e degli altri portatori di interessi, nonché azioni di sensibilizzazione a livello sia dell'UE che nazionale. Attraverso il dialogo macroeconomico semestrale a livello politico e tecnico tra il Consiglio, la Commissione, la Banca centrale europea (BCE) e i rappresentanti delle parti sociali europee avvengono scambi continui sugli sviluppi sociali ed economici nell'UE. Inoltre il coinvolgimento attivo delle parti sociali e dei portatori di interessi a livello dell'UE, nazionale e subnazionale, se del caso, attraverso riunioni periodiche dedicate (ad esempio gli eventi annuali con i portatori di interessi del dispositivo per la ripresa e la resilienza) in tutte le fasi del semestre europeo e del processo di attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza contribuisce a individuare congiuntamente le sfide, a migliorare le soluzioni strategiche e a garantire una più ampia trasparenza e adesione all'agenda di politica economica e sociale 9 . La comunicazione e le attività di informazione contribuiscono inoltre a sensibilizzare l'opinione pubblica e ad aumentare la trasparenza riguardo al sostegno fornito dal dispositivo per la ripresa e la resilienza 10 .

Il 26 aprile 2023 la Commissione ha presentato proposte legislative per un quadro di governance economica riformato 11 . L'obiettivo principale delle proposte è rafforzare la sostenibilità del debito pubblico e promuovere una crescita sostenibile, inclusiva e resiliente in tutti gli Stati membri attraverso le riforme e gli investimenti. L'elemento portante delle proposte sarà costituito dai piani di bilancio strutturali e a medio termine che saranno elaborati e presentati dagli Stati membri. Secondo le proposte della Commissione, gli Stati membri definiranno nei loro piani gli obiettivi di spesa, le misure per sanare gli squilibri macroeconomici nonché le riforme e gli investimenti prioritari per un periodo di almeno quattro anni. Il nuovo processo di sorveglianza di bilancio verrebbe integrato nel semestre europeo, che continuerebbe pertanto a costituire il quadro centrale per il coordinamento delle politiche economiche e occupazionali, garantendo la complementarità tra i piani di bilancio strutturali e a medio termine e gli investimenti e le riforme previsti nei piani per la ripresa e la resilienza e nei programmi della politica di coesione. Il rapido accordo del Parlamento europeo e del Consiglio sulle proposte è una priorità urgente e la Commissione sostiene la decisione del Consiglio di concludere i lavori sul quadro di governance economica nel 2023.

2. PROSPETTIVE ECONOMICHE E OCCUPAZIONALI

I risultati migliori del previsto registrati dall'economia dell'UE all'inizio del 2023 e la diminuzione dei prezzi dell'energia comportano un miglioramento delle prospettive di crescita per l'anno corrente e per il prossimo. Inoltre gli sforzi comuni per diversificare l'approvvigionamento energetico, riempire gli impianti di stoccaggio del gas e ridurre la domanda di energia, insieme a condizioni meteorologiche miti, hanno attenuato l'impatto socioeconomico di tali tensioni. In prospettiva ci si attende che la diminuzione dei prezzi dell'energia, il ripristino delle catene di approvvigionamento e il persistente vigore del mercato del lavoro sosterranno l'economia dell'UE. Sebbene il rischio di carenze di gas si sia notevolmente ridotto, permangono incertezze sui prezzi del gas per il prossimo inverno e oltre. Nel complesso, si stima che l'attività economica crescerà a un ritmo leggermente più sostenuto di quanto previsto in precedenza. Il PIL dell'UE dovrebbe crescere dell'1,0 % nel 2023 e dell'1,7 % nel 2024.

Sebbene si preveda che l'inflazione continui a diminuire, le pressioni di fondo sui prezzi si stanno dimostrando più persistenti, ripercuotendosi sulle imprese ed erodendo il potere d'acquisto delle famiglie. L'inflazione complessiva nell'UE ha raggiunto il picco dell'11,5 % nell'ottobre 2022 e le divergenze tra i tassi di inflazione dei vari Stati membri dell'UE e della zona euro hanno raggiunto i massimi storici. Tuttavia le pressioni sui prezzi sono diventate progressivamente più forti man mano che gli operatori economici interni si sono adattati all'aumento dei prezzi dei fattori produttivi. Di conseguenza, l'inflazione di fondo, che esclude i prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari non trasformati, si è dimostrata più persistente, anche se si stima che abbia raggiunto il suo picco nel primo trimestre del 2023 e diminuirà poi gradualmente nei prossimi trimestri. Analogamente, i prezzi dei generi alimentari hanno subito un'accelerazione nel primo trimestre del 2023 ma dovrebbero raggiungere il picco nel 2023, in linea con la diminuzione dei prezzi delle materie prime agricole. In risposta all'inflazione elevata, le condizioni monetarie si sono inasprite e ci si attende che tale tendenza proseguirà. Di conseguenza, i costi di finanziamento per le banche sono aumentati e i criteri per la concessione dei prestiti si sono inaspriti, rallentando il flusso di credito all'economia. Sebbene si preveda che nel 2023 continuerà a scendere, l'inflazione rimarrà ben al di sopra dell'obiettivo e continuerà a ripercuotersi sul potere d'acquisto delle famiglie, in particolare tra i gruppi a reddito basso e medio-basso, e delle imprese.

Il mercato del lavoro rimane vigoroso e la crescita delle retribuzioni dovrebbe rafforzarsi. Il tasso di occupazione, che ha raggiunto il 74,8 % nell'ultimo trimestre del 2022, è prossimo al suo massimo storico. Il ristagno del mercato del lavoro 12 e la disoccupazione sono scesi ai minimi storici. Il tasso di posti vacanti nell'economia nel suo complesso è superiore alla media 2010-2019, nonostante un leggero calo nella seconda metà del 2022, e la carenza di manodopera frena la produzione di un numero crescente di imprese 13 . Per quanto riguarda i salari, nell'UE nel 2022 rispetto al 2021 la retribuzione nominale per dipendente è aumentata del 4,9 %, a un ritmo che tuttavia rimane ben al di sotto dell'inflazione, con differenze molto ampie tra i diversi settori e i vari Stati membri. Di conseguenza, i salari reali sono diminuiti di più del 4 % nell'UE nel 2022, portando a un deterioramento significativo del potere d'acquisto dei lavoratori. I recenti aumenti dei salari minimi legali in diversi Stati membri, accompagnati da una crescita dei salari negoziati, contribuiscono ad attenuare le perdite di potere d'acquisto registrate nel 2022. Nel 2024 ci si attende che il mercato del lavoro si mantenga forte e che la crescita delle retribuzioni aumenti, superando l'inflazione.

Il settore finanziario dell'UE si è dimostrato resiliente di fronte alle sfide emergenti. Una regolamentazione rigorosa, in particolare grazie all'applicazione delle norme internazionali a tutte le banche, una vigilanza efficace e un solido quadro di gestione delle crisi, introdotti in risposta alla crisi finanziaria globale, nonché i progressi nel completamento dell'Unione bancaria e nel rafforzamento dell'Unione dei mercati dei capitali hanno reso il sistema finanziario dell'UE più resiliente. L'impatto delle recenti turbolenze dei mercati negli Stati Uniti e in Svizzera registrate a partire dal marzo 2023 è stato contenuto nell'UE. Tuttavia tale episodio ha messo in evidenza l'interconnessione dei mercati finanziari globali e la fragilità della fiducia degli investitori. Sottolinea inoltre il ruolo fondamentale della regolamentazione, della vigilanza e della gestione del rischio del settore bancario in un contesto macrofinanziario difficile. Le incertezze geopolitiche persistenti, il protrarsi della pressione dell'inflazione e il graduale passaggio a una politica monetaria più restrittiva hanno esercitato pressioni sul sistema finanziario. Dato l'altissimo livello di indebitamento presente in alcune parti dell'economia e in tutto il mondo, i rischi rimangono elevati.

3. COSTRUIRE UN'ECONOMIA DELL'UE SOLIDA E ADEGUATA AL FUTURO – OBIETTIVI CHIAVE PER LE RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE PER PAESE DEL 2023

La politica economica dovrebbe continuare a gestire i rischi legati all'inflazione elevata, in particolare per le famiglie e le imprese vulnerabili, e ad affrontare le sfide a lungo termine. Nonostante la diminuzione dell'inflazione energetica, ci vorrà tempo per eliminare la pressione sui prezzi. La lotta contro l'inflazione rimane una priorità politica fondamentale nel prossimo periodo, che richiede politiche di bilancio e monetarie coerenti. In tale contesto, le misure di bilancio adottate per rispondere allo shock dei prezzi dell'energia dovrebbero essere gradualmente abolite nel 2023. Qualora i prezzi dell'energia aumentassero di nuovo e le misure di sostegno non potessero essere del tutto eliminate, sarà data priorità a politiche mirate a sostenere le famiglie e le imprese vulnerabili piuttosto che a politiche di sostegno generiche e meno efficaci. Fino ad ora, gli aumenti salariali moderati non hanno provocato un'ulteriore inflazione dei prezzi, mentre la redditività delle imprese è aumentata. Tuttavia si prevede che i salari nominali continueranno ad aumentare ed è opportuno che l'interazione con l'andamento dei prezzi sia attentamente monitorata. L'attuale inasprimento delle condizioni finanziarie ha inoltre messo in evidenza la necessità di monitorare i rischi macrofinanziari e di rafforzare ulteriormente l'Unione dei mercati dei capitali e completare l'Unione bancaria. Al di là delle priorità a breve termine, le politiche a livello degli Stati membri e dell'UE devono continuare ad affrontare le sfide a lungo termine, compresa la necessità di rafforzare la competitività, la produttività, le competenze e la resilienza dell'economia dell'UE, tenendo conto degli sviluppi demografici, e a compiere rapidi progressi nella transizione digitale e verde, in linea con il piano industriale del Green Deal.

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è essenziale per accelerare la duplice transizione verde e digitale e rafforzare la resilienza dell'UE per le sfide future, contribuendo nel contempo all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali; tale dispositivo dovrebbe continuare a essere utilizzato senza indugio. A due anni dalla sua attuazione, il dispositivo per la ripresa e la resilienza gode di un grado elevato di consenso da parte dei cittadini europei 14 , ha fornito un significativo sostegno finanziario e ha contribuito alla ripresa economica dell'UE in seguito alla pandemia di COVID-19 rendendola più resiliente. Tutti i piani per la ripresa e la resilienza sono in fase di attuazione dalla fine del 2022 e riflettono tutte o un sottoinsieme significativo delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. Diversi Stati membri sono stati aiutati nella preparazione e nell'attuazione dei loro piani attraverso lo strumento di sostegno tecnico. La Commissione ha finora esaminato 24 richieste di pagamento nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza e fino ad oggi ha erogato un totale di oltre 152 miliardi di EUR nell'ambito di tale dispositivo per l'efficace attuazione delle riforme e degli investimenti. Con l'inserimento dei capitoli REPowerEU, il dispositivo per la ripresa e la resilienza ha anche mostrato flessibilità nell'affrontare le nuove sfide emergenti legate in particolare alla sicurezza energetica dell'UE e alla transizione industriale verso un'economia a zero emissioni nette. Per cogliere appieno tali benefici, i piani per la ripresa e la resilienza devono essere attuati in modo rapido, anche prevenendo i rischi di ritardi in una serie di casi. Sebbene l'attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza sia risultata sostanzialmente a buon punto alla fine del 2022, alcuni Stati membri si trovano ad affrontare difficoltà nella gestione dei fondi, in parte a causa di una capacità amministrativa limitata o di strozzature negli investimenti. L'attuale processo di revisione dei piani per la ripresa e la resilienza rappresenta un'opportunità per affrontare tali questioni e aumentare la capacità di assorbimento dei fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Allo stesso tempo tuttavia si prevede che le revisioni dei piani incideranno anche sul calendario di erogazione dei fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza, nel 2023 e oltre. Per garantire una sufficiente prevedibilità delle operazioni di assunzione di prestiti dell'UE e, nel contempo, fornire all'autorità di bilancio, nell'ambito della procedura del progetto di bilancio 2024, un'adeguata visibilità in termini di necessità di finanziamento nei mesi a venire, è importante tenere adeguatamente conto dei ritardi previsti nella pianificazione dei futuri pagamenti. Al tempo stesso, una buona riuscita del processo di revisione dei piani consentirà agli Stati membri di tornare a tenere il passo nel 2024 e di recuperare il ritardo rispetto al calendario di erogazione. Parallelamente, in aggiunta agli oltre 186 miliardi di EUR erogati dai programmi della politica di coesione 2014-2020 dall'inizio della pandemia agli Stati membri, saranno stanziati circa 505 miliardi di EUR per gli Stati membri e le regioni dell'UE mediante i programmi della politica di coesione 2021-2027. Anche questi programmi devono essere attuati rapidamente, affrontando le questioni relative alla capacità di attuazione.

Le relazioni per paese di quest'anno individuano gli interventi necessari a livello degli Stati membri per affrontare positivamente le sfide economiche e sociali immediate, aumentando nel contempo la resilienza, la competitività e la produttività a lungo termine. Le relazioni per paese offrono un'analisi globale della resilienza 15 , degli sviluppi economici e sociali e delle sfide degli Stati membri, tenendo conto della dimensione regionale. Tali relazioni comprendono una valutazione dei progressi compiuti nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali attraverso il quadro di valutazione della situazione sociale nonché nel conseguimento degli obiettivi principali dell'UE e nazionali per il 2030 in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà e degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Prestano inoltre particolare attenzione alla competitività e alla produttività a lungo termine, fornendo nel contempo analisi aggiornate e più dettagliate sulla sicurezza energetica e l'accessibilità economica dell'energia, sulla transizione verso l'energia pulita e sulla sostenibilità ambientale. Le relazioni per paese individuano le sfide che sono state affrontate solo parzialmente o non sono state affrontate nei piani per la ripresa e la resilienza nonché le eventuali sfide emergenti. Esaminano inoltre in modo approfondito i progressi compiuti nell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, fornendo esempi di traguardi e obiettivi raggiunti, evidenziando nel contempo i casi in cui dovrebbero essere affrontati rischi e ritardi di attuazione.

In linea con l'analisi della relazione per paese, i suggerimenti della Commissione per le raccomandazioni specifiche per paese riflettono le sfide individuate e lo stato di attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza. Le raccomandazioni sono suddivise in quattro parti:

1.una raccomandazione sulla politica di bilancio, che comprende, se del caso, riforme di bilancio e strutturali;

2.una raccomandazione a proseguire o accelerare l'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, comprese le revisioni e l'integrazione dei capitoli REPowerEU, tenendo conto dei potenziali rischi di attuazione specifici per paese, nonché ad attuare rapidamente i programmi della politica di coesione adottati;

3.una raccomandazione aggiornata sulla transizione verso l'energia pulita in linea con gli obiettivi di REPowerEU;

4.se pertinente, un'ulteriore raccomandazione sulle sfide in essere e/o emergenti sul piano economico o occupazionale.

La raccomandazione aggiornata e più granulare sulle sfide in termini di riforme e investimenti legati all'energia contribuisce a finalizzare i capitoli REPowerEU e guida gli Stati membri nell'aggiornamento dei rispettivi piani nazionali per l'energia e il clima. I capitoli REPowerEU inclusi nei piani per la ripresa e la resilienza, con i finanziamenti supplementari che li accompagnano, dovrebbero affrontare in modo adeguato le sfide individuate dalle raccomandazioni specifiche per paese pertinenti nel quadro di REPowerEU 16 . Le raccomandazioni specifiche per paese forniranno agli Stati membri orientamenti per affrontare le sfide chiave che sono affrontate solo parzialmente o non sono affrontate dai piani per la ripresa e la resilienza iniziali e contribuiranno all'attuazione del piano industriale del Green Deal a livello nazionale e regionale.

4. AUMENTARE LA COMPETITIVITÀ E LA PRODUTTIVITÀ IN UN MODO SOCIALMENTE INCLUSIVO — PANORAMICA DELLE SFIDE COMUNI INDIVIDUATE

Oltre all'attuazione tempestiva delle riforme e degli investimenti previsti dai piani per la ripresa e la resilienza, gli Stati membri affrontano una serie di sfide comuni e specifiche per paese, in essere o emergenti.

4.1 Stabilità macroeconomica

L'impatto dell'inflazione elevata crea una nuova vulnerabilità in un contesto in cui è necessario che il debito pubblico diminuisca. L'azione politica coordinata a livello dell'UE e nazionale ha contribuito ad attenuare l'impatto della pandemia di COVID-19 nonché l'impennata dei prezzi dell'energia e le conseguenti ripercussioni economiche e sociali, in particolare sulle imprese e sulle famiglie vulnerabili. Tuttavia tali crisi hanno portato a un aumento del debito pubblico in diversi Stati membri. Più di recente, le misure di politica di bilancio adottate nel 2022 per affrontare la crisi energetica hanno comportato costi di bilancio considerevoli. Secondo le previsioni economiche di primavera della Commissione per il 2023, il costo netto di tali misure ammontava all'1,2 % del PIL annuo dell'UE nel 2022 e a un importo analogo nel 2023. La politica di bilancio dovrebbe essere prudente al fine di garantire la sostenibilità del debito, sostenendo in tal modo anche la politica monetaria. Parallelamente, le divergenze tra i tassi di inflazione e l'inasprimento delle condizioni finanziarie hanno aggravato le vulnerabilità macroeconomiche.

Un forte coordinamento delle politiche di bilancio dell'UE e della zona euro è determinante per garantire una combinazione coerente delle politiche di bilancio e monetarie e agevolerà il compito della politica monetaria. Nel 2023 e nel 2024 le politiche di bilancio dovrebbero essere prudenti al fine di incentrare l'attenzione sulla sostenibilità del debito a medio termine, aumentando al contempo la crescita potenziale e garantendo la transizione verde e digitale in modo sostenibile e resiliente. A seconda dei rispettivi problemi di debito, gli Stati membri dovrebbero mantenere il debito a livelli prudenti o garantire una riduzione plausibile e costante del debito a medio termine. L'aggiustamento di bilancio per il 2024 dovrebbe essere coerente con la normativa vigente nell'ambito del quadro del patto di stabilità e crescita e tutti gli Stati membri dovrebbero mantenere o portare il loro disavanzo al di sotto del valore di riferimento del 3 % del PIL stabilito dal trattato. Come indicato nella comunicazione della Commissione sugli orientamenti di politica di bilancio per il 2024, dell'8 marzo 2023 17 , la componente di bilancio delle raccomandazioni specifiche per paese proposte comprende gli elementi delle proposte legislative del 26 aprile 2023 che sono coerenti con la legislazione vigente.

Le misure di bilancio adottate per rispondere allo shock dei prezzi dell'energia dovrebbero essere gradualmente abolite. Il costante calo dei prezzi delle materie prime energetiche sta frenando l'inflazione complessiva rispetto al picco di ottobre 2022, sebbene l'inflazione di fondo rimanga elevata con una tendenza al rialzo. In tale contesto, il prolungato sostegno di bilancio non mirato alle famiglie e alle imprese rafforza le pressioni inflazionistiche. Ciò aumenta la probabilità che le banche centrali inaspriscano ulteriormente la politica monetaria, il che eserciterebbe pressioni sulla stabilità finanziaria. Qualora nuovi aumenti dei prezzi dell'energia dovessero richiedere misure di sostegno, queste dovrebbero mirare a tutelare le famiglie e le imprese vulnerabili, essere sostenibili in termini di bilancio e preservare gli incentivi al risparmio energetico. Inoltre gli Stati membri dovrebbero continuare a migliorare la qualità e la composizione delle finanze pubbliche, a tutelare gli investimenti finanziati a livello nazionale e a garantire l'uso efficace del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'UE, come il programma InvestEU, soprattutto in considerazione della transizione verde e digitale e della necessità di rafforzare la resilienza economica e sociale dell'UE. Alla luce delle devastanti alluvioni che hanno colpito l'Italia nel maggio 2023, i collegati costi del sostegno diretto per far fronte all'emergenza saranno inclusi nelle valutazioni di conformità successive e, in linea di principio, saranno contabilizzati come misure una tantum e temporanee.

Poiché attualmente l'incertezza sulle prospettive macroeconomiche rimane elevata, la Commissione ritiene che non sia opportuno decidere questa primavera di assoggettare gli Stati membri alla procedura per i disavanzi eccessivi, come già indicato nella comunicazione dell'8 marzo 2023 sugli orientamenti di politica di bilancio per il 2024. Al tempo stesso la Commissione proporrà al Consiglio di avviare, nella primavera del 2024, procedure per i disavanzi eccessivi basate sul disavanzo in base ai dati di consuntivo per il 2023, in linea con le disposizioni giuridiche vigenti. Gli Stati membri dovrebbero tenerne conto nell'esecuzione dei loro bilanci per il 2023 e nel preparare i documenti programmatici di bilancio per il 2024 il prossimo autunno.

Un mix fiscale equilibrato, strumenti efficaci per contrastare le strategie di pianificazione fiscale aggressiva e un migliore adempimento degli obblighi fiscali contribuiscono al trattamento equo dei contribuenti e al finanziamento efficiente dei servizi pubblici. Trasferire parte del carico fiscale dal lavoro ad altri tipi di imposte, compresa la tassazione ambientale e degli immobili, tenendo debitamente conto dell'effetto distributivo di tale trasferimento, sosterrebbe la transizione verde e favorirebbe la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. Le strategie di pianificazione fiscale aggressiva da parte di imprese o persone fisiche in uno Stato membro possono avere impatti negativi sul resto dell'UE. Ciò richiede pertanto un'azione decisa e coordinata. L'adozione della direttiva dell'UE sulla tassazione minima (secondo pilastro) relativa a un'aliquota effettiva minima d'imposta del 15 %, da attuare entro la fine del 2023, è stata una pietra miliare 18 . Analogamente, la continua modernizzazione e digitalizzazione delle amministrazioni fiscali dovrebbe ridurre ulteriormente i costi di conformità e aumentare il gettito fiscale.

L'inasprimento delle condizioni finanziarie ha provocato un aggravamento delle vulnerabilità e dei rischi in alcuni Stati membri, mentre dinamiche inflazionistiche divergenti nell'UE possono determinare pressioni concorrenziali. L'elevata crescita del PIL nominale trainata dall'inflazione contribuisce a ridurre il rapporto debito/PIL sia nel settore pubblico che nel settore privato nel breve periodo, mentre i tassi di interesse più elevati si ripercuotono sul costo del servizio del debito solo in maniera graduale. Tuttavia l'inasprimento delle condizioni di finanziamento aumenta i rischi associati agli elevati livelli del debito. I prezzi delle abitazioni sono fortemente aumentati in diversi Stati membri nel 2022, ma tali aumenti hanno iniziato a rallentare per via della pressione sui redditi e dell'incremento dei tassi di interesse. Parallelamente, la divergenza tra i tassi di inflazione, accompagnata da un aumento dei margini di profitto e dei costi del lavoro, può portare a perdite in termini di competitività di costo in alcuni settori e regioni. I disavanzi delle partite correnti sono aumentati in alcuni Stati membri, riflettendo i prezzi delle importazioni di energia molto più elevati, ma anche, in alcuni casi, la forte domanda interna.

I recenti aumenti dei tassi di interesse hanno sollevato preoccupazioni per le sacche di vulnerabilità nel settore finanziario, richiedendo un attento monitoraggio. I progressi compiuti dall'UE nel rafforzamento della vigilanza bancaria e nel completamento dell'Unione bancaria sono passi importanti per garantire la stabilità macrofinanziaria 19 . Inoltre i crediti deteriorati sono diminuiti e continuano a essere gestiti, mentre l'aumento dei tassi di interesse sta migliorando la redditività del settore bancario. Tuttavia l'aumento dei tassi ipotecari e il deterioramento della capacità di servizio del debito dovuto al calo del reddito reale delle famiglie stanno esercitando una pressione al ribasso sui prezzi delle abitazioni in alcuni paesi. Il settore immobiliare commerciale in alcuni paesi ha registrato cali analoghi per via dell'aumento dei costi di finanziamento e della diminuzione dei tassi di occupazione. In tale contesto, il monitoraggio della qualità delle attività, il coinvolgimento dei debitori in difficoltà in modo tempestivo e proattivo (in particolare quelli solvibili), l'ulteriore miglioramento dell'efficienza dei quadri in materia di insolvenza e l'ulteriore sviluppo dei mercati secondari per i crediti deteriorati rimangono importanti. Più in generale, permangono le sfide legate alla digitalizzazione che si sono persino intensificate in alcuni settori, come dimostrano gli incidenti informatici su larga scala che avvengono più di frequente. I rischi connessi all'intermediazione finanziaria non bancaria e quelli che potrebbero emergere con un maggiore ricorso alla finanza decentrata devono essere monitorati e affrontati adeguatamente. Per tutte queste questioni, la cooperazione tra autorità di vigilanza nazionali ed europee, nonché con la BCE e gli organismi di regolamentazione internazionali è di fondamentale importanza.

Nell'ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici, la Commissione ha individuato vulnerabilità legate a squilibri macroeconomici o a squilibri eccessivi in 11 Stati membri. Per sei Stati membri, le vulnerabilità le recenti sembrano essere attualmente limitate e temporanee. Il riquadro 2 riassume i risultati attuali relativi agli squilibri macroeconomici negli Stati membri; l'appendice 4 fornisce maggiori dettagli.

Riquadro 1: aggiornamento sulla sorveglianza nell'ambito del patto di stabilità e crescita

Nell'ambito del pacchetto del semestre europeo di primavera 2023, la Commissione ha adottato una relazione conformemente all'articolo 126, paragrafo 3, TFUE per 16 Stati membri. Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Estonia, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Per tutti questi Stati membri, a eccezione della Finlandia, la relazione valuta il rispetto del criterio del disavanzo. Nel caso della Bulgaria, della Germania, dell'Estonia, della Slovenia e della Slovacchia, la relazione è stata preparata perché nel 2023 era previsto un disavanzo superiore al valore di riferimento del 3 % del PIL stabilito dal trattato, mentre il disavanzo delle amministrazioni pubbliche degli altri Stati membri era superiore al 3 % del PIL nel 2022. Inoltre per Francia, Italia e Finlandia la relazione valuta la conformità al criterio del debito nel 2022 sulla base dei dati di consuntivo.

Come già indicato nella comunicazione dell'8 marzo 2023 sugli orientamenti di politica di bilancio per il 2024, la Commissione non propone di avviare nuove procedure per i disavanzi eccessivi nella primavera del 2023. La guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, insieme all'impatto macroeconomico e di bilancio residuo della pandemia di COVID-19, genera un clima di incertezza, anche per quanto riguarda la definizione di un percorso dettagliato per la politica di bilancio. Per quanto riguarda gli Stati membri con un rapporto debito/PIL superiore al valore di riferimento del 60 %, la Commissione considera, nella sua valutazione di tutti i fattori significativi, che il rispetto del parametro per la riduzione del debito implicherebbe uno sforzo di bilancio troppo impegnativo e incentrato sul periodo iniziale, il che rischierebbe a sua volta di compromettere la crescita. La Commissione ritiene pertanto che il rispetto del parametro per la riduzione del debito non sia giustificato alla luce delle condizioni economiche predominanti.

La Romania è l'unico Stato membro oggetto di una procedura per i disavanzi eccessivi basata sull'evoluzione della sua situazione precedente alla pandemia. Sulla base del disavanzo eccessivo previsto nel 2019, il 3 aprile 2020 il Consiglio ha stabilito che la Romania presentava un disavanzo eccessivo. Nella sua raccomandazione rivista del 17 giugno 2022, il Consiglio ha chiesto alla Romania di porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo entro il 2024. Il disavanzo delle amministrazioni pubbliche della Romania nel 2022 era in linea con la raccomandazione del Consiglio. Allo stesso tempo, l'aggiustamento del saldo strutturale è stato inferiore al livello raccomandato dal Consiglio, mentre il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta è stato superiore a quello raccomandato. La procedura è sospesa.

La Commissione continuerà a monitorare la situazione economica e di bilancio degli Stati membri. In autunno la Commissione adotterà pareri sui documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro per garantire che i bilanci 2024 siano coerenti con le raccomandazioni specifiche per paese che fanno parte anche del pacchetto del semestre europeo di primavera 2023 e saranno adottate dal Consiglio al più tardi nel 2023. Nella primavera 2024 la Commissione proporrà al Consiglio di avviare procedure per i disavanzi eccessivi basate sul disavanzo in base ai dati di consuntivo per il 2023, in linea con le disposizioni giuridiche vigenti.

Riquadro 2: squilibri macroeconomici negli Stati membri

La Commissione ha valutato l'esistenza di squilibri macroeconomici nei 17 Stati membri selezionati per un esame approfondito nella relazione sul meccanismo di allerta per il 2023. In 10 di tali Stati membri erano stati individuati squilibri o squilibri eccessivi nell'ultimo ciclo annuale di sorveglianza della procedura per gli squilibri macroeconomici. Si è ritenuto che gli altri sette mostrassero rischi di nuovi squilibri emergenti. Nell'ambito del ciclo di sorveglianza di quest'anno, e per contribuire all'individuazione di squilibri e squilibri eccessivi negli esami approfonditi di quest'anno, la Commissione ha esaminato l'impatto degli shock comuni sulle economie di alcuni Stati membri selezionati e ha pubblicato tre note tematiche riguardanti l'inflazione, i prezzi delle abitazioni e la sostenibilità esterna 20[1].

La valutazione delle vulnerabilità macroeconomiche è caratterizzata dall'incertezza dovuta all'inflazione elevata. Se dovessero persistere dinamiche inflazionistiche divergenti, negli Stati membri con un'inflazione elevata la competitività di costo potrebbe essere compromessa, il che potrebbe determinare un aggravamento delle vulnerabilità. Allo stesso tempo, l'inflazione elevata comporta il rischio di un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Anche l'inflazione ha conseguenze distributive negative. Un ritorno a tendenze inflazionistiche basse e convergenti in tutta l'UE ridurrebbe tali preoccupazioni. Allo stesso modo, il forte aumento dei prezzi delle abitazioni registrato dal 2020, unitamente al deciso incremento dei costi di finanziamento e alla pressione sui redditi reali delle famiglie, rafforza la prospettiva di correzioni dei prezzi, in particolare negli Stati membri con mercati immobiliari sopravvalutati.

Gli squilibri persistenti connessi al debito pubblico e privato hanno ripreso la loro tendenza al ribasso, favorita dalla crescita economica nominale, in particolare da un'inflazione elevata. I rapporti debito/PIL del settore privato e delle amministrazioni pubbliche sono in diminuzione, in quanto la crescita del PIL nominale ha determinato un forte effetto del denominatore. L'inasprimento delle condizioni di finanziamento aumenta i rischi, in particolare nei paesi e nei settori in cui prevalgono tassi di interesse variabili o in cui le esigenze di (ri)finanziamento sono più elevate; la volatilità del tasso di cambio potrebbe pesare sul servizio del debito quando i debiti sono in valute estere. Sul versante esterno, l'elevata crescita del PIL nominale riduce il valore delle posizioni esterne dei paesi in termini di PIL, mentre il brusco calo dei saldi della bilancia commerciale ha portato a una riduzione complessiva delle partite correnti, anche per i paesi creditori netti. Tuttavia, secondo le previsioni le ulteriori riduzioni dei prezzi dell'energia rispetto ai picchi della metà del 2022 rafforzeranno le partite correnti nel 2023, tanto i disavanzi quanto gli avanzi, con alcuni Stati membri che registrano ancora disavanzi e avanzi significativi delle partite correnti. Il settore bancario ha resistito bene alla pandemia e i crediti deteriorati hanno continuato a diminuire, in particolare nei paesi in cui erano più elevati.

La Commissione ha adottato una serie di decisioni nell'ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici. A Cipro le vulnerabilità si stanno attenuando portando a un miglioramento nella classificazione degli squilibri. Per contro, in Ungheria le vulnerabilità si sono aggravate in misura tale da portare a una nuova constatazione di squilibri. In questa fase, per alcuni Stati membri oggetto di un esame approfondito per la prima volta negli ultimi anni, non sono stati riscontrati squilibri. Gli sviluppi sono generalmente favorevoli negli altri Stati membri analizzati, ma permangono sfide significative. L'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese nell'ambito del semestre europeo e dell'agenda politica integrata nei piani per la ripresa e la resilienza dovrebbero contribuire a un'ulteriore riduzione delle vulnerabilità macroeconomiche.

- Cipro, che fino al 2022 presentava squilibri eccessivi, presenta squilibri, in quanto le vulnerabilità relative al debito privato, al debito pubblico e al debito estero sono complessivamente diminuite, pur continuando a destare preoccupazione.

- L'Ungheria presenta ora squilibri. Persiste il rischio di un ulteriore peggioramento e gli squilibri potrebbero diventare eccessivi in futuro se non si interviene con urgenza.

- Germania, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia presentano ancora squilibri.

- In Romania persiste il rischio di un ulteriore peggioramento e gli squilibri potrebbero diventare eccessivi in futuro se non si interviene con urgenza. D'altro canto, in Germania, Spagna, Francia e Portogallo le vulnerabilità si stanno attenuando al punto che la conferma di queste tendenze il prossimo anno potrebbe giustificare la decisione di classificare questi paesi tra quelli che non presentano squilibri.

- La Grecia e l'Italia continuano a presentare squilibri eccessivi, ma le loro vulnerabilità sembrano diminuire, anche grazie ai progressi compiuti nelle politiche.

- La Cechia, l'Estonia, la Lettonia, la Lituania, il Lussemburgo e la Slovacchia non presentano squilibri in quanto attualmente le vulnerabilità sembrano essere complessivamente contenute.

L'appendice 4 illustra gli aspetti specifici per paese dei 17 Stati membri interessati.    

4.2 Sostenibilità energetica e ambientale

Nonostante i risultati raggiunti in materia di sicurezza dell'approvvigionamento energetico negli ultimi mesi, la preparazione per il prossimo inverno non lascia spazio per l'autocompiacimento. Nel corso dell'ultimo anno l'UE ha compiuto notevoli progressi in materia di risparmio energetico, diversificando gli approvvigionamenti energetici e ottimizzando le infrastrutture esistenti. Il consumo di gas naturale dell'UE è diminuito del 17,7 % da agosto 2022 a marzo 2023 rispetto al consumo medio di gas negli stessi mesi tra il 2017 e il 2022 21 . La quota delle importazioni via gasdotto provenienti dalla Russia sul totale delle importazioni di gas nell'UE è scesa al 7 % nel gennaio 2023 rispetto a circa il 50 % storico. Tale dato deriva da una combinazione di misure adottate dall'UE e dai governi nazionali, da cambiamenti strutturali della domanda, ma anche dai prezzi elevati. Il gas naturale liquefatto (GNL) trasportato via mare ha svolto un ruolo fondamentale nella sostituzione dei volumi di gas russo, registrando un forte aumento e passando da 81 miliardi di metri cubi nel 2021 a circa 135 miliardi di metri cubi nel 2022. I nuovi progetti relativi al GNL dovrebbero aumentare ulteriormente la capacità di importazione di GNL dell'UE, evitando nel contempo inutili lock-in nel futuro. Tuttavia un possibile arresto completo dell'approvvigionamento di gas russo, i guasti infrastrutturali, la siccità e la manutenzione non programmata delle centrali elettriche potrebbero sollevare preoccupazioni per la sicurezza dell'approvvigionamento dell'UE, richiedendo una vigilanza continua. Lo sforzo di diversificazione attraverso il GNL sarà intensificato nel 2023 con i primi acquisti congiunti di gas e un maggiore coinvolgimento di fornitori di gas alternativi. Inoltre le misure contenute nei capitoli REPowerEU dei piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri, insieme ai programmi della politica di coesione, alle entrate provenienti dal sistema di scambio di quote di emissione dell'UE, al sostegno finanziario dei fondi per l'innovazione e la modernizzazione e al programma InvestEU, dovrebbero sia contribuire alla sicurezza energetica, promuovendo l'energia pulita e l'efficienza energetica e incentivando la riduzione della domanda di energia, che contrastare la povertà energetica e le strozzature interne e transfrontaliere nella trasmissione e nella distribuzione. Rimane inoltre fondamentale razionalizzare gli investimenti, semplificare le procedure di autorizzazione e superare gli ostacoli per consentire la diffusione delle energie rinnovabili e la loro integrazione nella rete. Occorre inoltre adoperarsi per sostenere lo stoccaggio di energia elettrica e la resilienza della rete per far fronte alla crescente variabilità dell'offerta e della domanda.

Con l'approvazione di gran parte del pacchetto "Pronti per il 55 %", l'attenzione dovrebbe ora essere rivolta all'attuazione di misure volte a conseguire gli obiettivi in materia di clima, energia e trasporti. Il pacchetto stabilisce un equilibrio tra prezzi, obiettivi, norme e misure di sostegno per conseguire l'obiettivo climatico 2030 fissato dalla normativa europea sul clima. Gli obiettivi più ambiziosi in materia di clima, energia e trasporti per il 2030 e la decisione dell'UE di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi implicano che la transizione verde debba continuare ad accelerare. La prossima sfida consiste nella costante attuazione delle misure previste e/o concordate. Allo stesso tempo, la definizione di nuove misure di politica climatica ed energetica è necessaria per raggiungere i traguardi più ambiziosi per il 2030. L'aggiornamento dei piani nazionali per l'energia e il clima degli Stati membri contribuirà al conseguimento di tale risultato. I piani, che dovrebbero tenere conto delle più recenti raccomandazioni specifiche per paese 22 , garantiscono la prevedibilità per gli investimenti a breve, medio e lungo termine e sono fondamentali per mobilitare gli ingenti investimenti necessari a conseguire gli obiettivi climatici 2030 e 2050 23 . Sono necessari ulteriori sforzi nella maggior parte dei settori, quali l'adattamento ai cambiamenti climatici, anche per quanto riguarda la gestione sostenibile delle risorse idriche, i sistemi alimentari, compresa la conservazione del suolo e l'arresto della perdita di biodiversità, e in altri settori di uso del suolo. Parallelamente, gli Stati membri devono conseguire gli altri obiettivi di politica ambientale concordati a livello dell'UE, tra cui la realizzazione della strategia di inquinamento zero per l'aria, l'acqua e il suolo. La carenza annuale di investimenti per conseguire gli obiettivi ambientali dell'UE, oltre a quelli per l'energia e il clima, è stata stimata in 110 miliardi di EUR 24 . La pianificazione di bilancio dovrebbe tenere conto delle passività potenziali legate ai rischi connessi al clima e dovrebbero essere ulteriormente sviluppate pratiche di bilancio verdi per orientare gli investimenti pubblici, i consumi e l'imposizione fiscale verso le priorità verdi.

Il rafforzamento della transizione verde delle nostre industrie ridurrà la dipendenza complessiva dell'UE dai combustibili fossili e rafforzerà la nostra resilienza agli shock dell'approvvigionamento energetico. Molte imprese, in particolare le piccole e medie imprese (PMI) e quelle ad alta intensità energetica, sono state gravemente colpite dagli aumenti dei prezzi dell'energia, anche tenendo conto del sostegno pubblico. Le politiche dovrebbero continuare a concentrarsi sulla promozione della transizione verde in settori quali l'efficienza energetica dei processi industriali e produttivi e degli edifici, la decarbonizzazione dell'industria e l'economia circolare 25 . Le sinergie con la transizione digitale dovrebbero essere rafforzate. Tramite i piani per la ripresa e la resilienza, gli Stati membri dovrebbero continuare a investire nelle applicazioni dell'idrogeno rinnovabile od ottenuto senza l'uso di combustibili fossili nell'industria e in alcuni settori dei trasporti, ad esempio i trasporti su strada, i trasporti marittimi e l'aviazione. Inoltre un'ulteriore riduzione delle sovvenzioni dannose per l'ambiente e l'integrazione del principio "chi inquina paga" contribuirebbero ad assorbire i costi del degrado ambientale e a incoraggiare l'efficienza delle risorse e la produttività. Per garantire che nessuna persona e nessuna regione siano lasciate indietro, gli impatti distributivi, territoriali e sociali dovrebbero essere presi in considerazione. Il Fondo per una transizione giusta dovrebbe essere utilizzato adeguatamente per contribuire a una transizione equa dei territori più colpiti, anche sostenendo misure di riqualificazione e miglioramento delle competenze.

L'azione degli Stati membri per abbreviare e semplificare le procedure di autorizzazione è fondamentale per accelerare la produzione e la diffusione di energie rinnovabili e altre soluzioni a zero emissioni nette. Le procedure di autorizzazione lunghe e complesse a livello nazionale rappresentano un grave ostacolo alla diffusione di fonti energetiche rinnovabili nella maggior parte degli Stati membri. Nel 2022, sulla base delle relazioni fornite dalle imprese, la task force per l'applicazione delle norme sul mercato unico 26 ha esaminato circa 170 ostacoli legati alle procedure di autorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili in tutti gli Stati membri e ha convenuto di rimuoverne più di 80. Tra gli esempi degni di nota figurano le lunghe procedure, la carenza di personale presso le autorità di autorizzazione, il processo decisionale frammentato e la mancanza di coordinamento, che portano a decisioni e tempistiche incoerenti tra le regioni.

La rapida espansione e il potenziamento dell'infrastruttura di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica, tra cui gli interconnettori transfrontalieri, è una condizione fondamentale per integrare una quota significativamente più elevata di fonti energetiche rinnovabili e per un'ulteriore elettrificazione della domanda. Gli Stati membri dovrebbero concentrarsi sui nuovi impianti di stoccaggio dell'energia a lungo e a breve termine per garantire flessibilità e sicurezza dell'approvvigionamento nei sistemi energetici con una quota elevata di energie rinnovabili variabili. L'ambizione degli Stati membri di diffondere le energie rinnovabili offshore (111 GW entro il 2030) sottolinea la necessità di sviluppare rapidamente le reti offshore d'importanza cruciale e di attuare il necessario potenziamento della rete onshore.

Una capacità produttiva forte e innovativa nelle catene del valore delle tecnologie pulite accelererà la transizione verde. Per rafforzare la resilienza e la competitività delle tecnologie a zero emissioni nette nell'UE e rendere il sistema energetico dell'UE più sicuro e sostenibile, la Commissione ha proposto la legge sull'industria a zero emissioni nette nel marzo 2023 27 . Allo stesso tempo, gli Stati membri devono migliorare la valorizzazione dei propri talenti, nonché delle risorse intellettuali e delle capacità industriali e continuare a incentivare gli investitori privati a partecipare alle start-up con sede nell'UE e a rendere fruibili su vasta scala le innovazioni 28 . Gli Stati membri dovrebbero inoltre concentrarsi sul superamento delle difficoltà legate alla carenza di lavoratori qualificati in vari segmenti delle tecnologie energetiche pulite. Rafforzare la competitività del settore dell'energia pulita è fondamentale per realizzare il piano REPowerEU e l'ambizione a più lungo termine dell'UE 29 .

La produzione di tecnologie pulite deve garantire l'accesso alle materie prime critiche, anche attraverso la diversificazione, il riciclaggio e la sostituzione. Il conseguimento degli obiettivi dell'UE per la transizione verde e digitale richiede l'accesso a fonti sicure, sostenibili e diversificate di materie prime critiche, riducendo la nostra dipendenza dai singoli fornitori e costruendo catene di approvvigionamento sicure e sostenibili per l'estrazione, la trasformazione e la raffinazione nonché per il riciclaggio. In tale contesto sarà fondamentale fare affidamento sulla cooperazione con i partner commerciali dell'UE e rafforzarla, anche avviando partenariati strategici reciprocamente vantaggiosi con i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo. Le soluzioni per l'economia circolare e i modelli imprenditoriali implicano inoltre opportunità significative per perseguire obiettivi di autonomia strategica, rispettando nel contempo l'ambiente. I progetti in materia di riciclabilità, riciclaggio ed evoluzione della transizione verso un'economia circolare sono le priorità della normativa sulle materie prime critiche 30 . A tali obiettivi dovrebbero contribuire anche gli Stati membri, ad esempio per quanto riguarda i magneti permanenti e il riutilizzo dei rifiuti di estrazione. Occorre sviluppare strategie coerenti, non solo volte a rimuovere gli ostacoli ma anche a promuovere l'esplorazione, l'estrazione, la trasformazione e il riciclaggio dei materiali in tutta l'Europa. Più in generale, la transizione delle industrie dell'UE verso la circolarità deve ancora concretizzarsi, poiché la produttività delle risorse è aumentata soltanto marginalmente tra il 2012 e il 2021.

4.3 Produttività

Un mercato unico ben funzionante riduce i divari di produttività e competitività tra gli Stati membri e le regioni dell'UE. Sin dalla sua creazione, avvenuta trent'anni fa, il mercato unico è alla base della prosperità dell'Europa. Le imprese dell'UE beneficiano di un "mercato interno" di oltre 450 milioni di consumatori per i loro prodotti, di un accesso più agevole a un ampio ventaglio di fornitori e di minori costi unitari, mentre i cittadini dell'UE beneficiano di maggiore innovazione, prezzi più bassi e standard più elevati di sicurezza e protezione dell'ambiente per via della concorrenza tra imprese 31 . Inoltre protegge l'UE da gravi shock della domanda o dell'offerta e può contribuire a contenere le pressioni sui prezzi in periodi di inflazione elevata. A medio e lungo termine, può contribuire ad affrontare le vulnerabilità della catena di approvvigionamento e sostenere lo sviluppo delle capacità per la duplice transizione, nonché la resilienza e la sicurezza dell'UE. Sebbene il mercato unico sia fondamentale per l'attrattiva dell'UE a livello mondiale, negli ultimi decenni la crescita media della produttività è rallentata ed è stata più debole rispetto ad altre grandi economie, ostacolando la competitività delle imprese dell'UE 32 . In diversi Stati membri e regioni dell'UE la produttività è in effetti in una fase di stagnazione, con conseguenti disparità crescenti, in particolare all'interno degli Stati membri dell'UE. Sussistono inoltre notevoli disparità regionali per quanto riguarda l'accesso all'istruzione, la ricerca e all'innovazione e la mobilità, più marcate nelle zone rurali e ultraperiferiche nonché nelle zone estremamente remote, come le regioni ultraperiferiche, in cui l'accesso ai servizi essenziali e di sostegno sociale rimane una sfida generale. L'attuazione dei programmi della politica di coesione e dei piani per la ripresa e la resilienza fino al 2026 contribuirà in modo sostanziale a migliorare la competitività dell'UE e a rafforzare la coesione dell'UE. Al di là delle misure di investimento, anche nell'ambito del programma InvestEU, i piani per la ripresa e la resilienza comprendono riforme volte a semplificare il contesto normativo a livello nazionale e regionale, accelerare l'accesso ai finanziamenti e migliorare la crescita e la resilienza delle PMI mediante la riqualificazione e il miglioramento delle competenze dei lavoratori o attraverso il rafforzamento delle loro capacità di ricerca e sviluppo.

Un vero e proprio mercato unico dei servizi porterebbe anche notevoli aumenti di produttività. I mercati dei servizi dell'UE affrontano diverse sfide, tra cui una bassa pressione concorrenziale, livelli di produttività e tassi di crescita inferiori rispetto al settore manifatturiero, nonché una scarsa integrazione dei servizi transfrontalieri e una mobilità professionale limitata. La riduzione delle restrizioni regolamentari a livello nazionale migliorerebbe la concorrenza, agevolerebbe la mobilità della forza lavoro e aumenterebbe l'offerta di servizi laddove maggiormente necessario. Ciò rafforzerebbe la competitività delle industrie manifatturiere che forniscono anche molti servizi professionali e, sempre più di frequente, offrono i loro prodotti in combinazione con tali servizi. Tuttavia i progressi nella riduzione degli ostacoli normativi sono stati lenti; inoltre in alcuni casi le riforme sono state revocate e le restrizioni restano numerose 33 . Ad esempio, gli ostacoli normativi interessano particolarmente i principali servizi alle imprese (legali, contabili, architetti) in molti Stati membri. Il settore delle costruzioni, fondamentale per la transizione verde, è spesso soggetto a requisiti relativi alle autorizzazioni e alle qualifiche che sono inutilmente gravosi. La frammentazione delle responsabilità e l'esistenza di attività riservate a una serie di professioni e specializzazioni (in particolare architetti e ingegneri civili) incidono ulteriormente sulla libera circolazione dei professionisti. Per quanto riguarda i servizi al dettaglio, il livello delle restrizioni è rimasto invariato o è addirittura aumentato per molti Stati membri nel 2022 rispetto al 2018 34 .

La rimozione degli ostacoli normativi, garantendo nel contempo il buon governo e il rispetto dello Stato di diritto, rafforza la resilienza istituzionale e migliora il contesto imprenditoriale. Il 60 % degli ostacoli riportati oggi dalle imprese dell'UE è dello stesso tipo di quelli segnalati 20 anni fa. La maggior parte di tali ostacoli riguarda regolamentazione e pratiche amministrative nazionali che possono essere affrontate direttamente dagli Stati membri. I vantaggi derivanti dall'eliminazione degli ostacoli al mercato unico dei beni e dei servizi a livello degli Stati membri potrebbero di per sé apportare ulteriori 713 miliardi di EUR all'intera economia entro la fine del 2029 35 . L'eliminazione degli ostacoli normativi e amministrativi è sostenuta da riforme nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza e la Commissione ha invitato gli Stati membri a rafforzare ulteriormente le riforme in questo settore nell'ambito delle revisioni che stanno effettuando. Ciò integra il lavoro della task force per l'applicazione delle norme sul mercato unico, come indicato in precedenza. Anche l'uso di SOLVIT 36 per affrontare i problemi connessi all'applicazione della normativa sul mercato unico è in aumento, in particolare tra i portatori di interessi delle imprese. Il buon governo e il rispetto dello Stato di diritto, in particolare l'indipendenza, la qualità e l'efficienza dei sistemi giudiziari 37 , il funzionamento e l'efficacia dei sistemi fiscali, nonché regimi di insolvenza efficaci e quadri solidi in materia di anticorruzione e antifrode sono ulteriori fattori determinanti di un'economia al servizio delle persone e aiutano a migliorare il contesto imprenditoriale. Inoltre la Commissione si adopererà per razionalizzare e semplificare gli obblighi di informativa per le imprese e le amministrazioni, con l'obiettivo di ridurre tali oneri del 25 %, senza compromettere gli obiettivi delle relative politiche.

Il buon funzionamento dei mercati dei capitali è fondamentale per finanziare la transizione verde e digitale e sostenere la resilienza macroeconomica dell'UE così come l'autonomia strategica aperta dell'UE. I finanziamenti pubblici, unitamente all'accelerazione dell'Unione dei mercati dei capitali, possono sbloccare gli ingenti quantitativi di finanziamenti privati necessari per la duplice transizione. Nonostante dall'avvio dell'iniziativa dell'Unione dei mercati dei capitali nel 2015 siano stati compiuti progressi, i mercati dei capitali dell'UE rimangono frammentati e sottosviluppati, il che evidenzia la necessità di ulteriori azioni concrete. In un contesto di tassi di interesse in aumento, molte imprese, in particolare le PMI, hanno difficoltà ad accedere ai finanziamenti. Aggravati dai prezzi elevati dell'energia, anche i ritardi nei pagamenti costituiscono un ostacolo alla resilienza delle imprese, in particolare delle PMI. Occorre pertanto intensificare gli sforzi collettivi per progredire, coinvolgendo i responsabili politici e i partecipanti al mercato in tutta l'UE 38 . Ulteriori vantaggi in termini di produttività e competitività dell'UE deriveranno da sistemi di pagamento più innovativi e sicuri e da un quadro in materia di finanza aperta che ci consentirà di cogliere i vantaggi della digitalizzazione.

La digitalizzazione svolge un ruolo importante nell'aumentare la competitività e richiede una forza lavoro dotata di competenze digitali più forti, anche per le PMI, e un'ulteriore digitalizzazione dei servizi pubblici. Una popolazione dotata di competenze digitali promuove il progresso tecnologico e incentiva la produttività. La digitalizzazione delle PMI è indispensabile per aumentare il loro potenziale di innovazione e la loro competitività. Tale processo può essere rafforzato da un'azione globale, come suggerito dalle due recenti proposte di raccomandazione del Consiglio sull'istruzione e le competenze digitali 39 , in cui sono state gettate le basi per un dialogo strutturato sull'istruzione e sulle competenze digitali. La trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni, che include l'ampliamento della gamma e dell'interoperabilità dei servizi pubblici disponibili online e la disponibilità di dati aperti, migliora l'efficienza delle imprese. Inoltre la transizione digitale rafforza la transizione verde, in quanto le tecnologie digitali come i servizi e lo spazio di dati svolgono un ruolo significativo nell'azione per il clima 40 . Il programma strategico per il decennio digitale offre una tabella di marcia per sfruttare appieno le potenzialità di trasformazione digitale dell'UE, aprendo la strada a un'Europa più competitiva. 

I mercati degli appalti pubblici necessitano della concorrenza aperta per garantire il rapporto qualità/prezzo più vantaggioso. Negli ultimi anni il numero di appalti pubblici con una sola offerta è aumentato. Nel 2022 ha raggiunto la quota più elevata a livello dell'UE (37 %) dall'adozione della direttiva sugli appalti pubblici del 2014 41 . È necessario che gli Stati membri si adoperino per ridurre tale quota, al fine di creare condizioni di parità. Gli appalti pubblici possono stimolare le catene di approvvigionamento diversificando la domanda. Se utilizzati strategicamente, senza porre l'attenzione soltanto sul prezzo, possono anche migliorare la qualità, la resilienza e la sostenibilità. Attraverso la legge sull'industria a zero emissioni nette, partecipare agli appalti dovrebbe diventare più semplice per le PMI innovative e sostenibili o per i consorzi comprendenti PMI 42 . Ove possibile, le gare d'appalto dovrebbero essere progettate in modo da consentire la partecipazione delle PMI.

L'innovazione è uno dei principali motori per una maggiore crescita della produttività, ma ci sono diverse strozzature da affrontare. La carenza di personale altamente qualificato nei settori della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (STEM) è diventata una sfida comune per la maggior parte degli Stati membri, compromettendo il potenziale di crescita delle imprese, anche nei settori ad alta innovazione e ad alta tecnologia. L'innovazione è fortemente concentrata in alcuni Stati membri e regioni dell'UE, in particolare nelle regioni delle capitali e in altre regioni metropolitane, e rimane molto più elevata nell'Europa settentrionale e occidentale. Il rafforzamento dei risultati in materia di innovazione è frenato da una serie di carenze quali investimenti pubblici in ricerca e sviluppo insufficienti e/o irregolari, legami deboli tra mondo accademico e imprese nella maggior parte degli Stati membri o un sostegno pubblico inefficace per l'innovazione delle imprese. Le innovazioni pionieristiche risentono, ad esempio, della mancanza di imprese in fase di espansione, delle difficoltà nell'accesso ai capitali e della presenza di oneri normativi e ostacoli nel mercato unico. Molte misure sono in corso di attuazione nell'ambito dei piani per la ripresa e la resilienza. Anche gli investimenti della politica di coesione e altre iniziative come le valli regionali dell'innovazione contribuiranno ad affrontare tali sfide. 

4.4 Equità

Sebbene il mercato del lavoro dell'UE si sia finora dimostrato resiliente, l'inflazione elevata e l'incertezza potrebbero incidere sulle prospettive del mercato del lavoro, mentre si stanno già ripercuotendo sulle famiglie. Il mercato del lavoro nell'UE ha raggiunto un tasso di occupazione record del [74,8 %] nel [quarto trimestre] del 2022, registrando progressi significativi verso l'obiettivo di un tasso di occupazione di almeno il 78 % nel 2030. La carenza di manodopera e di competenze rimane elevata e superiore ai livelli del 2019, ma ha iniziato a diminuire nella seconda metà del 2022 grazie alla conferma dei risultati generali positivi del mercato del lavoro. Tuttavia il rallentamento dell'attività economica dovrebbe tradursi in un andamento più contenuto del mercato del lavoro nel 2023 e nel 2024, mentre le disparità regionali nel mercato del lavoro rimangono elevate, con tassi di occupazione inferiori al 50 % in alcune regioni. Allo stesso tempo, persistono notevoli divari occupazionali per alcuni gruppi della popolazione, tra cui donne e giovani. I forti aumenti dei prezzi, in particolare per quanto riguarda i generi alimentari, l'energia e i trasporti, hanno inciso in particolare sul potere d'acquisto delle famiglie a reddito basso e medio-basso, nei cui panieri dei consumi tali voci rappresentano quote più elevate, il che impone misure di politica sociale ben mirate. In tale contesto, politiche salariali reattive e una contrattazione collettiva efficace sono fondamentali per promuovere un'adeguata evoluzione dei salari reali, in particolare per i lavoratori a basso reddito. A tale riguardo, gli aggiornamenti periodici dei salari minimi svolgono un ruolo importante. L'adozione della direttiva UE relativa ai salari minimi 43 ha impresso un impulso positivo a misure volte a garantire salari minimi adeguati.

Per attenuare la perdita di potere d'acquisto ed evitare un aumento dei rischi di povertà, è necessario salvaguardare e rafforzare i sistemi di protezione sociale, compresa la loro adeguatezza e sostenibilità. Sono necessari un monitoraggio continuo della situazione sociale e risposte politiche tempestive per evitare che le persone cadano in condizioni di povertà o di esclusione sociale, compresa la povertà energetica, esacerbando così le disuguaglianze esistenti. In un contesto di aumento del costo della vita, l'eliminazione dei divari nell'accesso a sistemi adeguati e sostenibili di protezione e inclusione sociale svolge un ruolo fondamentale per ridurre al minimo l'impatto dell'inflazione elevata sulle persone vulnerabili, unitamente all'evoluzione salariale che attenua la perdita di potere d'acquisto, in particolare per i lavoratori a basso reddito. Per garantire l'adeguatezza delle prestazioni sociali, sono importanti meccanismi strutturali o mirati per adeguarle in risposta all'inflazione elevata, pur assicurando la sostenibilità di bilancio dei costi corrispondenti. Allo stesso tempo, i sistemi di protezione sociale e i sistemi di inclusione devono mantenere gli incentivi al lavoro e promuovere attivamente la partecipazione al mercato del lavoro e l'integrazione, anche attraverso servizi integrati di qualità. L'invecchiamento della popolazione, l'incidenza delle malattie croniche, le nuove esigenze sanitarie e le nuove tecnologie richiederanno anche la creazione di un maggior numero di posti di lavoro, con competenze flessibili, nel settore sanitario e sociale. Occorre migliorare l'accesso a un'assistenza sanitaria a lungo termine a prezzi accessibili, di qualità e sostenibile. La sanità elettronica continua a trasformare il modo in cui le persone ricevono assistenza sanitaria e vi accedono, il che necessita di un livello crescente di competenze digitali e di una maggiore versatilità da parte della forza lavoro in ambito sanitario.

I sistemi di istruzione e formazione sono fondamentali per affrontare e prevenire la carenza di manodopera e di competenze. Le maggiori carenze di manodopera riguardano attualmente l'assistenza sanitaria e l'assistenza a lungo termine, l'ospitalità, l'edilizia, le TIC e le professioni correlate, nonché settori chiave per la transizione verde come le energie rinnovabili e l'efficienza energetica. Al di là degli sviluppi ciclici, la carenza di competenze riflette i cambiamenti strutturali nell'economia dell'UE, tra cui l'invecchiamento della popolazione e le trasformazioni verde e digitale in corso, il che porta a un cambiamento delle esigenze in materia di competenze. Allo stesso tempo, mette in evidenza le debolezze esistenti nei sistemi di istruzione e formazione. Pur registrando un miglioramento, in alcuni Stati membri la quota di giovani non occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione rimane elevata. Già nel 2018 un quindicenne su cinque non aveva le competenze di base e i giovani provenienti da contesti svantaggiati avevano una probabilità quasi sei volte più alta di ottenere risultati accademici scarsi. Negli ultimi anni, la pressione sui sistemi di istruzione e formazione è aumentata, in quanto vi è stata la necessità di far fronte all'impatto della pandemia, alla mancanza di infrastrutture digitali adeguate e alla crescente carenza di personale docente a tutti i livelli di istruzione, in particolare per le materie più pertinenti per la duplice transizione. Mentre il livello di istruzione terziaria è in aumento, la quota dei laureati STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) è inferiore alla domanda del mercato del lavoro nella maggior parte degli Stati membri. Il rafforzamento della qualità, dell'inclusività e della pertinenza al mercato del lavoro dei sistemi di istruzione e formazione a tutti i livelli all'interno dell'Unione rimane fondamentale per mercati del lavoro solidi e per una transizione equa. Analogamente, l'aumento della partecipazione al mercato del lavoro delle donne, dei giovani e dei gruppi sottorappresentati e vulnerabili, come le persone con disabilità, le persone provenienti da un contesto migratorio e i Rom, rimane una grande opportunità per la crescita inclusiva e l'uguaglianza.

In particolare, lo sviluppo e l'acquisizione di abilità e competenze pertinenti per la transizione verde stanno diventando sempre più urgenti. È sempre più importante garantire che tutti i lavoratori, in particolare quelli dei settori e delle regioni più interessati dalla transizione verde, possano beneficiare dei vantaggi occupazionali di un'economia a zero emissioni nette. I profili professionali e tecnici saranno particolarmente ricercati alla luce dell'accelerazione della transizione energetica e della trasformazione tecnologica nel contesto del piano industriale del Green Deal dell'UE. Gli Stati membri si trovano ad affrontare carenze significative e crescenti di manodopera, mentre la scarsa offerta di formazione nei settori chiave potrebbe creare strozzature nella transizione verso un'economia a zero emissioni nette. La sfida è ancora più determinante in alcune regioni periferiche o economicamente stagnanti. In tale contesto, è fondamentale che gli Stati membri sostengano l'anticipazione, l'acquisizione e la fornitura di competenze per l'economia verde, come evidenziato nelle raccomandazioni specifiche per paese a tutti gli Stati membri e in linea con la raccomandazione del Consiglio relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica, per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e offrire pari opportunità per tutti. Promuovere il miglioramento delle competenze e la riqualificazione dei lavoratori del settore pubblico a tutti i livelli (compresa l'amministrazione locale) accelererebbe anche gli investimenti e le riforme necessarie per la transizione verde. 44  

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza e i fondi della politica di coesione, in particolare il Fondo sociale europeo Plus, contribuiscono ad affrontare le sfide dei sistemi di istruzione e formazione a tutti i livelli. Tra le misure finanziate figurano il miglioramento dell'accesso all'educazione e alla cura della prima infanzia, le riforme dei programmi di studio, la modernizzazione dell'istruzione superiore, l'agevolazione della transizione dal sistema d'istruzione al mercato del lavoro, la creazione di opportunità per il miglioramento delle competenze e per la riqualificazione, in particolare per quanto riguarda le competenze pertinenti per la transizione verde, nonché la riforma e l'ammodernamento delle politiche attive del mercato del lavoro. Offrendo sostegno a una riqualificazione accelerata della forza lavoro verso le competenze pertinenti per la transizione verde, i capitoli REPowerEU da includere negli attuali piani per la ripresa e la resilienza garantiranno finanziamenti supplementari per le riforme e gli investimenti in questo settore. Insieme all'aumento di investimenti, anche nell'ambito del programma InvestEU, la politica ambiziosa e sostenibile in materia di migrazione legale proposta dalla Commissione nel pacchetto "Competenze e talenti" 45 può anche contribuire ad affrontare la carenza di manodopera e competenze e a sviluppare appieno le potenzialità della forza lavoro europea. L'Anno europeo delle competenze 2023 darà nuovo impulso al coinvolgimento dei portatori di interessi e mobiliterà finanziamenti pubblici e privati al fine di porre rimedio alla mancanza di competenze e alla carenza di manodopera a medio e lungo termine, in particolare per quanto riguarda le competenze digitali e verdi 46 .

Dall'inizio della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, nell'UE sono stati accolti quasi quattro milioni di sfollati ai sensi della direttiva sulla protezione temporanea. L'inclusione nel mercato del lavoro è di fondamentale importanza affinché le persone sfollate siano finanziariamente indipendenti, possano provvedere al sostentamento della propria famiglia e contribuiscano alla comunità di accoglienza 47 . Secondo le stime disponibili 48 , tra 600 000 e un milione di beneficiari di protezione temporanea hanno trovato lavoro in tutta l'UE, mentre più di 350 000 si sono registrati come persone in cerca di occupazione. Le barriere linguistiche costituiscono un grave ostacolo per l'inserimento delle persone sfollate nel mercato del lavoro, rendendo fondamentale l'offerta di formazione linguistica. Affinché le persone possano accedere a un lavoro che corrisponda alle loro competenze ed esperienze è importante garantire che la convalida delle competenze e il riconoscimento delle qualifiche avvengano rapidamente, in particolare in settori in cui vi è richiesta di lavoratori, come quello dell'assistenza sanitaria. Molti Stati membri hanno già adottato misure importanti per facilitare questo processo, in linea con gli orientamenti della Commissione 49 , utilizzando anche le flessibilità di finanziamento fornite dall'azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE). Poiché molti beneficiari di protezione temporanea sono donne con bambini, la disponibilità di servizi di educazione e cura della prima infanzia è un presupposto particolarmente importante per la loro partecipazione al mercato del lavoro.

L'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali continua a orientare verso l'alto la convergenza sociale nell'UE. Due anni dopo il vertice sociale di Porto e gli impegni assunti sugli obiettivi principali per il 2030 in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà, l'attuazione delle riforme e degli investimenti necessari per progredire verso gli obiettivi nazionali rimane una priorità per gli Stati membri. Ciò è fondamentale per sostenere la convergenza sociale verso l'alto e la coesione sociale nell'UE. Nell'ambito del pacchetto di primavera, la Commissione propone inoltre di ricondurre gli orientamenti in materia di occupazione al prossimo ciclo annuale. Tale proposta fa seguito a un'importate modifica introdotta nel 2022 al fine di riflettere meglio il contesto post-COVID e le iniziative politiche più recenti, nonché al crescente dibattito sull'importanza di garantire un benessere sostenibile e inclusivo.

5. Conclusioni

Di fronte all'attuale realtà geopolitica e alle complesse sfide economiche e sociali, l'UE si adopera per costruire un'economia solida e adeguata al futuro che garantisca competitività e prosperità a lungo termine per tutti. Ciò richiede un approccio integrato in tutti i settori di intervento volto ad aumentare la produttività, la resilienza, l'equità e la crescita sostenibile in tutta la base economica. Il semestre europeo offre a tal fine il giusto quadro di coordinamento delle politiche, integrando anche l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei programmi della politica di coesione. Sebbene in alcuni Stati membri l'attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza sia ben avviata, in altri si corre il rischio di registrare ritardi per quanto riguarda i calendari indicativi di attuazione concordati nelle decisioni di esecuzione del Consiglio. Mentre l'attuazione dei programmi della politica di coesione 2014-2020 si concluderà nel 2023, i programmi recentemente adottati per il periodo 2021-2027 offrono l'opportunità di stimolare gli investimenti in piena complementarità con il dispositivo per la ripresa e la resilienza. Al fine di garantire progressi duraturi, gli Stati membri dovrebbero continuare a concentrarsi sulla piena e tempestiva attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza fino al 2026 e procedere rapidamente all'attuazione dei programmi della politica di coesione concordati di recente. Le revisioni previste dei piani per la ripresa e la resilienza, compresa l'introduzione dei capitoli REPowerEU con finanziamenti supplementari insieme ai programmi della politica di coesione, rappresentano un'opportunità per rispondere alle sfide persistenti individuate nel contesto del semestre europeo, in particolare nel settore del clima e dell'energia.

Le relazioni per paese del 2023 forniscono un'istantanea degli sviluppi economici, sociali e del mercato del lavoro, nonché delle sfide che gli Stati membri stanno attualmente affrontando. L'analisi delle sfide è alla base delle raccomandazioni specifiche per paese per il 2023. Il semestre europeo di quest'anno presta particolare attenzione al tema della competitività e della produttività a lungo termine, fornendo nel contempo un'analisi aggiornata e più dettagliata sulla sicurezza energetica e sull'accessibilità economica dell'energia. La Commissione chiede un'azione ambiziosa da parte degli Stati membri al fine di affrontare le vulnerabilità che le recenti crisi hanno portato alla luce e che sono state individuate nelle relazioni per paese a livello nazionale e regionale, un'azione volta, tra l'altro, a rafforzare la resilienza e la produttività, agevolare l'accesso ai finanziamenti, disporre di energia a prezzi accessibili, ridurre le dipendenze strategiche, accelerare la transizione verso l'economia circolare, garantire competenze per il futuro, sostenere la creazione di posti di lavoro di qualità e la creazione di una base economica, scientifica, industriale e tecnologica adeguata alla transizione verde e digitale senza lasciare indietro nessuno.

La Commissione invita il Consiglio europeo ad avallare e il Consiglio ad adottare le proposte di raccomandazioni specifiche per paese della Commissione per il 2023. Invita inoltre tutti gli Stati membri dell'UE ad attuarle pienamente e tempestivamente nell'ambito di uno stretto dialogo con le parti sociali, le organizzazioni della società civile e gli altri portatori di interessi.

APPENDICE 1 – PANORAMICA DEI SETTORI TEMATICI AFFRONTATI NELLE RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE PER PAESE

Categoria generale

Transizione verde

Transizione digitale, produttività e
mercato unico

 Occupazione, politiche sociali ed equità

 Stabilità macroeconomica 

Resilienza istituzionale

Settori interessati

Energie rinnovabili e infrastrutture
energetiche

Efficienza energetica

Adattamento ai cambiamenti climatici

Ambiente e gestione delle risorse

Trasporti

Connettività digitale, infrastrutture e
funzionamento del mercato

Digitalizzazione delle imprese

Digitalizzazione della pubblica
amministrazione

Contesto imprenditoriale
(incl. politiche per le PMI)

Mercato unico, concorrenza e
aiuti di Stato

Imprese di proprietà dello Stato

Appalti pubblici e concessioni

Ricerca e innovazione

Mercato del lavoro

Politiche attive del mercato del lavoro

Pari opportunità

Salari e loro determinazione

Competenze, IFP continua e
apprendimento degli adulti

Educazione e cura della prima infanzia

Istruzione (generale, IFP iniziale e
istruzione superiore)

Sistemi pensionistici e
invecchiamento attivo

Povertà, inclusione sociale e
protezione sociale

Sviluppo regionale e servizi
pubblici locali

Sanità

Assistenza a lungo termine

Quadro di bilancio e governance
di bilancio

Politica fiscale

Amministrazione fiscale, evasione
ed elusione fiscale

Servizi finanziari e stabilità finanziaria

Accesso ai finanziamenti e
finanziamento della crescita

Lotta al riciclaggio di denaro

Abitazioni

Indebitamento del settore privato e
quadro in materia di insolvenza

Pubblica amministrazione

Corruzione

Qualità del processo legislativo

Sistema giudiziario

01 BE

02 BG

03 CZ

04 DK

05 DE

06 EE

07 IE

08 EL

09 ES

10 FR

11 HR

12 IT

13 CY

14 LV

15 LT

16 LU

17 HU

18 MT

19 NL

20 AT

21 PL

22 PT

23 RO

24 SI

25 SK

26 FI

27 SE

APPENDICE 2 - PROGRESSI NELL'ATTUAZIONE DELLE RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE PER PAESE

Il semestre europeo 2023 fa il punto sulle misure strategiche adottate dagli Stati membri per affrontare le sfide strutturali individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal 2019. A seguito dell'istituzione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, considerato uno strumento chiave per realizzare le priorità politiche dell'UE e nazionali, la valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese del 2023 tiene conto delle misure adottate finora 50 dagli Stati membri e degli impegni assunti nei piani per la ripresa e la resilienza, in funzione del loro grado di attuazione. La valutazione riflette pertanto le fasi attuali, ancora relativamente iniziali, di attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza, non il livello di progressi che potrebbe essere raggiunto ipotizzando una piena attuazione dei piani fino al 2026 51 .

Figura 1: livello corrente di attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese per il periodo 2019-2020

Figura 2: attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese per il periodo 2019-2022: valutazione annuale in ogni anno consecutivo rispetto allo stato di attuazione corrente

 

Nota: la valutazione pluriennale di cui alla figura 1 esamina l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese per il periodo 2019-2020 dalla prima adozione delle raccomandazioni fino alla pubblicazione della presente comunicazione. Nella figura 2 la valutazione annuale mostra i progressi registrati nel primo anno successivo all'adozione delle raccomandazioni specifiche per paese, mentre la valutazione pluriennale mostra la valutazione di quest'anno relativa alle precedenti raccomandazioni specifiche per paese. Si noti che le raccomandazioni specifiche per paese per il 2021 riguardano solo la politica di bilancio.

In una prospettiva pluriennale, sono stati registrati almeno alcuni progressi per quanto riguarda il 68 % delle raccomandazioni specifiche per paese per il periodo 2019-2020 (cfr. figura 1). Rispetto alla valutazione dello scorso anno, sono stati compiuti ulteriori progressi sia per quanto riguarda le raccomandazioni specifiche per paese per il 2019 di natura strutturale sia per quanto riguarda le raccomandazioni per il 2020 più orientate alla crisi. La percentuale delle raccomandazioni specifiche per paese nella cui attuazione sono stati conseguiti almeno alcuni progressi è pertanto aumentata costantemente rispetto al 59 % del 2021, passando al 63 % nel 2022 e raggiungendo ora il 68 %. Tale dato riflette chiaramente gli incentivi forniti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza a partire dal 2021, il cui approccio basato sui risultati dovrebbe continuare a rafforzare l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese negli anni a venire. Negli ultimi anni gli Stati membri hanno compiuto i maggiori progressi nell'accesso ai finanziamenti e ai servizi finanziari, seguiti dal funzionamento del mercato del lavoro, dall'antiriciclaggio e dal contesto imprenditoriale. I progressi sono tuttavia stati meno evidenti nei settori del mercato unico, della concorrenza e degli aiuti di Stato, degli alloggi, dell'assistenza a lungo termine e dei sistemi pensionistici.

Anche i progressi compiuti nell'attuazione delle raccomandazioni adottate nel 2022 sono stati significativi. Gli Stati membri hanno compiuto almeno "alcuni progressi" rispetto a circa il 52 % delle raccomandazioni rivolte loro nel luglio 2022 (Figura 2). Considerando i settori per i quali un numero significativo di Stati membri ha ricevuto una raccomandazione nel 2022, nel complesso la maggior parte dei progressi conseguiti ha riguardato il quadro di bilancio e la governance di bilancio, seguiti dai trasporti, dal contesto imprenditoriale e dall'efficienza energetica. Per contro, sono stati compiuti meno progressi nell'attuazione delle raccomandazioni in materia di politica fiscale.

I risultati della valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese per il 2023, insieme a quelli degli anni passati, saranno disponibili sul sito web della Commissione.



APPENDICE 3 - PROGRESSI A LIVELLO DI UE NELL'ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE (OSS)

 

 Nota: la figura precedente mostra il ritmo al quale l'UE ha progredito verso ciascuno dei 17 obiettivi nell'ultimo quinquennio, secondo gli indicatori selezionati. Il metodo di valutazione delle tendenze degli indicatori, la loro aggregazione a livello di obiettivi e un'analisi più dettagliata sono disponibili sul sito web di Eurostat: Indicatori di sviluppo sostenibile – Panoramica - Eurostat (europa.eu) .

Nell'ultimo quinquennio valutato, l'UE ha compiuto progressi significativi verso gli obiettivi di assicurare lavoro dignitoso e crescita economica (OSS 8) e di sconfiggere la povertà (OSS 1). Sono stati compiuti progressi significativi anche verso il conseguimento dell'obiettivo relativo alla parità di genere (OSS 5). Buoni risultati, anche se più moderati, si sono registrati anche per quanto riguarda gli obiettivi relativi alla riduzione delle disuguaglianze (OSS 10), alla garanzia di un'istruzione di qualità (OSS 4), alla promozione della pace e della sicurezza personale nel territorio dell'UE e al miglioramento dell'accesso alla giustizia e della fiducia nelle istituzioni (OSS 16), alla salute e al benessere (OSS 3), nonostante le battute d'arresto causate dalla pandemia di COVID-19, e per quanto riguarda l'innovazione e alle infrastrutture (OSS 9). I progressi compiuti verso i restanti obiettivi, ossia sconfiggere la fame (OSS 2), acqua pulita e servizi igienico-sanitari (OSS 6) ed energia pulita e accessibile (OSS 7), sono stati meno significativi.

Si prevedono progressi più marcati per tre obiettivi: azione per il clima (OSS 13), vita sulla terra (OSS 15) e partenariati globali (OSS 17), a misura che gli Stati membri dell'UE realizzano le maggiori ambizioni che hanno ispirato gli obiettivi ambientali fissati a livello dell'UE. Per quanto riguarda l'azione per il clima (OSS 13), l'UE ha fissato obiettivi climatici molto ambiziosi e senza precedenti per il 2030 che, rispetto alle tendenze passate, richiederanno ulteriori sforzi. L'UE ha già posto in atto le misure strategiche per concretizzare questi sforzi ulteriori, in particolare con il pacchetto "Pronti per il 55 %", con la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (ETS) e con il regolamento sulla condivisione degli sforzi che impone obiettivi annuali vincolanti per le emissioni di gas a effetto serra per gli Stati membri. Nel settore dell'energia l'UE ha inoltre fissato obiettivi più ambiziosi per il 2030. Si può pertanto prevedere nei prossimi anni un progresso più consistente nel settore dell'efficienza energetica e anche delle energie rinnovabili nell'UE 52  Per quanto riguarda l'obiettivo dedicato alla vita sulla terra (OSS 15), sebbene le aree protette terrestri siano aumentate rispetto al 2013, l'UE assiste ancora al continuo declino delle popolazioni di uccelli e farfalle comuni. Sono previsti sforzi ulteriori, necessari per rimediare al degrado degli ecosistemi, nella strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030, nella strategia dell'UE per le foreste per il 2030 adottata quest'anno e nella strategia dell'UE per il suolo, che fissa per il 2030 un obiettivo di ripristino dei terreni e suoli degradati e di lotta contro la desertificazione. Per quanto riguarda i partenariati per gli obiettivi (OSS 17), la tendenza riflette in parte gli effetti ciclici, in particolare l'aumento del debito pubblico, dovuti alla crisi della COVID-19. 



APPENDICE 4 - RISULTATI DEGLI ESAMI APPROFONDITI DEGLI SQUILIBRI MACROECONOMICI NEI PAESI DELL'UE

Sono stati individuati squilibri o squilibri eccessivi in 11 dei 17 Stati membri per i quali è stato effettuato un esame approfondito. L'analisi dell'esame approfondito indaga la gravità degli squilibri, la loro evoluzione recente e prospettica e le relative risposte politiche. Sono presi in considerazione anche i pertinenti effetti di ricaduta e le implicazioni sistemiche transfrontaliere degli squilibri. Gli esami approfonditi si basano sui risultati di tre note tematiche, concernenti i) la sostenibilità esterna, ii) i differenziali di inflazione e le conseguenze per la competitività e iii) le dinamiche del mercato degli alloggi, che si sono concentrate su una serie di Stati membri selezionati per un esame approfondito durante il ciclo attuale. 53

Il contesto in cui si iscrivono gli squilibri è caratterizzato dall'inflazione elevata. Il persistere di un'inflazione elevata può incidere negativamente sulla competitività, se non è accompagnato da aumenti di produttività, e può portare allo sviluppo o all'aggravamento degli squilibri macroeconomici in presenza di altre vulnerabilità. Tale quadro può determinarsi se l'inflazione si consolida, in particolare in presenza di spirali salari-prezzi, ed è eventualmente acuita da un aumento dei margini di profitto, che ricadono sui prezzi dei beni e dei servizi scambiabili. La probabilità che ciò avvenga aumenta all'aumentare del contenuto di valore aggiunto interno nelle esportazioni. Può quindi avere un impatto negativo sulla competitività, con la possibile conseguenza di un aumento dell'indebitamento esterno. L'inflazione comporta anche problemi per le famiglie i cui redditi non tengono attualmente il passo dei prezzi, comportando una perdita di potere d'acquisto e conseguenze distributive negative. Per le imprese che non sono in grado di trasferire i maggiori costi sui prezzi, il persistere dell'inflazione ostacola il servizio del debito, incidendo sul settore finanziario e rallentando la crescita economica attraverso il calo dei consumi e degli investimenti. Per ridurre l'inflazione occorrono sforzi di politica economica, anche contenendo la domanda, il che a sua volta potrebbe incidere sulla crescita del PIL a breve termine. Questa condizione è particolarmente preoccupante quando l'inflazione di fondo è ben superiore alla media dell'UE o della zona euro e rischia di rimanere tale; in questi casi, per ridurre l'inflazione non è possibile affidarsi unicamente alla politica monetaria.

La divergenza tra i tassi di inflazione dei vari Stati membri è a livelli storicamente elevati. Tale divergenza è in parte legata alla diversa incidenza dell'aumento dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari sui vari paesi, che rispecchia il diverso approvvigionamento energetico, le diverse strutture economiche e la relativa domanda di energia, nonché la quota di energia e prodotti alimentari nei consumi. Tuttavia in diversi paesi essa è accompagnata da altre fonti di pressioni inflazionistiche, tra cui l'aumento del costo del lavoro per unità di prodotto e l'aumento dei margini societari e dei profitti. Inoltre la spesa pubblica, comprese le misure di sostegno, ha contribuito in alcuni casi ai differenziali di inflazione tra i paesi dell'UE e della zona euro. Nei paesi in cui l'inflazione deriva in gran parte dal trasferimento dei prezzi dell'energia, la normalizzazione di tali prezzi dovrebbe essere sufficiente a ridurre i differenziali di inflazione, in assenza di altri effetti e nella misura in cui i prezzi si aggiustino al ribasso, ove necessario. Tuttavia quando l'inflazione deriva principalmente da pressioni interne sui prezzi, connesse all'evoluzione dei salari e dei profitti, potrebbe essere più difficile attenuare rapidamente il processo inflazionistico, in particolare quando le dinamiche dei prezzi sono più durature o riconducibili a fattori più permanenti e, di conseguenza, potrebbero essere necessarie misure strutturali per stimolare una maggiore concorrenza in determinati mercati.

All'interno di un'unione monetaria, i differenziali di inflazione rappresentano una preoccupazione ancora maggiore e richiedono pertanto un'attenzione particolare. In un'unione monetaria, effetti inflazionistici divergenti rendono particolarmente difficile il compito dell'autorità monetaria, in quanto la trasmissione uniforme delle variazioni dell'orientamento monetario a tutte le parti dell'unione potrebbe risultare compromessa. Poiché non è possibile riallineare i costi e i prezzi interni mediante variazioni del tasso di cambio nominale, differenziali di inflazione persistenti possono portare a perdite di competitività durature e a cambiamenti strutturali il cui superamento potrebbe essere difficile e costoso; essi potrebbero richiedere un ulteriore inasprimento della politica di bilancio al fine di frenare l'eventuale domanda in eccesso, ridurre l'accumulo di vulnerabilità ed evitare la necessità di correzioni più dannose in futuro.

Per i paesi non appartenenti alla zona euro, il tasso di cambio nominale può adeguarsi per contrastare eventuali pressioni concorrenziali, ma può anche comportare dei rischi. In particolare, la svalutazione e il deprezzamento possono innescare ulteriori pressioni inflazionistiche man mano che i beni e i servizi importati diventano più costosi. Allo stesso tempo, il costo del debito denominato in valuta estera aumenta e può comportare un incremento del premio di rischio per l'emissione di debito sovrano e per l'assunzione di prestiti dall'estero.

Gli elevati rapporti debito privato/PIL e debito pubblico/PIL hanno continuato a diminuire nel 2022, talvolta anche a un ritmo accelerato, ma le vulnerabilità permangono. Dopo la pausa dovuta alla crisi COVID-19 del processo di riduzione dell'indebitamento, il rapporto debito/PIL ha iniziato a ridursi grazie a un aumento della crescita del PIL nominale, segnando un ritorno alla tendenza consolidata di riduzione dell'indebitamento, che ha portato a notevoli riduzioni del rapporto debito/PIL per molti paesi nel corso degli anni. In alcuni casi di debito elevato, il rapporto debito/PIL è diminuito più nel 2022 che negli anni precedenti, a causa del forte effetto del denominatore. Tuttavia i rapporti debito/PIL rimangono elevati e, in particolare per quanto riguarda il debito pubblico, talvolta ancora nettamente al di sopra dei livelli precedenti la crisi COVID-19. In alcuni casi, la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL è stata limitata dalle misure di sostegno adottate per attenuare l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia.

Si prevede che il proseguimento della crescita del PIL nominale contribuirà a un'ulteriore riduzione dell'indebitamento, sebbene in un contesto di condizioni di finanziamento meno favorevoli. Il rafforzamento della crescita del PIL potenziale, in particolare attraverso l'efficace attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza, agevolerà ulteriormente la riduzione del rapporto debito/PIL. Sebbene al momento l'inflazione elevata determini una crescita del PIL nominale e una riduzione dell'indebitamento in percentuale del risultato economico, si prevede che l'inflazione scenderà mentre l'inasprimento delle condizioni di finanziamento potrebbe incidere sul servizio dei debiti elevati. Si tratta di una situazione che desta maggiore preoccupazione quando i tassi di interesse sono variabili o cambiano più rapidamente o quando il fabbisogno finanziario è più elevato; il debito e i prestiti in valuta estera possono aggravare tali preoccupazioni per alcuni paesi. In tali casi, non si possono escludere cambiamenti nella percezione o nella propensione al rischio dei mercati finanziari, il che richiede solide politiche economiche e di bilancio.

Le posizioni esterne sono state generalmente indebolite dallo shock dei prezzi delle importazioni di energia, cui si è aggiunto, in alcuni casi, il contributo di una vigorosa domanda interna. I saldi della bilancia commerciale sono notevolmente diminuiti in tutta l'UE a causa dell'aumento dei costi delle importazioni di energia. Tuttavia alcuni paesi sono stati più colpiti di altri a causa della loro dipendenza dall'energia proveniente da fonti fossili e dalla provenienza geografica di tale energia. In alcuni paesi il deterioramento delle partite correnti è stato amplificato dal calo dei saldi non energetici, nei casi in cui la crescita della domanda interna è stata molto sostenuta. Per contro, un'ulteriore ripresa del turismo transfrontaliero ha contribuito a contenere il deterioramento delle partite correnti di alcuni grandi paesi debitori netti con settori turistici importanti, anche se in alcuni casi ciò non è stato sufficiente per evitare disavanzi significativi delle partite correnti. Anche gli ampi avanzi delle partite correnti sono diminuiti, pur rimanendo significativi.

In prospettiva la diminuzione dei prezzi delle importazioni di energia dovrebbe comportare un aumento delle partite correnti di quasi tutti Stati membri nel 2023, sia in disavanzo che in avanzo. Le posizioni patrimoniali nette sull'estero (NIIP) fortemente negative hanno registrato un ulteriore miglioramento nel 2022, sostenute dalla crescita del PIL nominale e nonostante il peggioramento delle partite correnti; per l'anno in corso e per il prossimo è previsto un ulteriore miglioramento, seppur a un ritmo inferiore, che riflette il rallentamento della crescita del PIL nominale e, in alcuni casi, il persistere di un forte fabbisogno di finanziamento esterno. Nonostante l'aumento delle partite correnti che dovrebbe derivare dalla riduzione dei prezzi dell'energia, in alcuni casi i disavanzi delle partite correnti potrebbero continuare a essere inferiori rispetto agli ultimi anni e la loro evoluzione dovrebbe essere attentamente monitorata. Gli avanzi delle partite correnti, che nel 2022 sono diminuiti, dovrebbero aumentare nel 2023 con il venir meno degli effetti dei prezzi dell'energia, sebbene a livelli più moderati. Una stabilizzazione dei prezzi dell'energia a un livello più elevato o un'inflazione persistentemente più alta sono fattori di rischio che potrebbero portare a un deterioramento duraturo dei saldi con l'estero. In diversi casi l'afflusso di fondi erogati a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza sosterrà le posizioni esterne nei prossimi anni.

I prezzi delle abitazioni hanno continuato a essere caratterizzati da una forte crescita per gran parte del 2022, anche se negli ultimi mesi dell'anno è stato osservato un raffreddamento dei mercati degli alloggi. I prezzi nominali delle abitazioni hanno continuato ad accelerare nella maggior parte degli Stati membri nel corso del 2022, spingendo ulteriormente al rialzo i rapporti prezzi/reddito. La tendenza è cambiata nel corso dell'anno: la crescita dei prezzi delle abitazioni ha iniziato a rallentare e alcuni paesi hanno registrato cali dei prezzi nominali nella seconda metà del 2022. L'inasprimento delle condizioni di finanziamento e la diminuzione dei redditi reali delle famiglie hanno frenato la domanda e avviato una correzione dei prezzi delle abitazioni.

In prospettiva ci si attende che i prezzi delle abitazioni diminuiscano ulteriormente in presenza di condizioni finanziarie più restrittive e di redditi sotto pressione, mentre l'offerta di abitazioni è soggetta alle ripercussioni dell'aumento dei costi di costruzione. Nelle situazioni in cui i prezzi delle abitazioni appaiono maggiormente sopravvalutati e tali aumenti si sono verificati in concomitanza di un elevato e crescente indebitamento delle famiglie, queste ultime e gli istituti di credito potrebbero presentare una maggiore vulnerabilità alle correzioni al ribasso dei prezzi delle abitazioni. In particolare, i paesi in cui prevalgono tassi di interesse variabili possono risultare maggiormente colpiti dal rapido aumento degli obblighi di servizio del debito, in particolare quando i mutui sono lunghi e gli interessi costituiscono una parte considerevole della rata mensile, con possibili ripercussioni sui consumi e sul PIL. Allo stesso tempo, per alcuni Stati membri vi sono anche preoccupazioni per il settore immobiliare commerciale, che in alcuni casi è stato particolarmente colpito dall'aumento dei costi di finanziamento. Al di là dell'orizzonte immediato, secondo le previsioni le limitazioni dell'offerta, già presenti prima della pandemia, persisteranno nei prossimi anni, il che se da un lato potrebbe contenere il calo dei prezzi, dall'altro lato continua a costituire un ostacolo allo sviluppo del parco degli immobili residenziali; infatti l'attività nel settore dell'edilizia è recentemente diminuita in alcuni paesi. Se non gestite, le limitazioni dell'offerta potrebbero determinare nuove pressioni al rialzo sui prezzi e un peggioramento dell'accessibilità economica nel medio periodo.

Il settore bancario ha mostrato una maggiore solidità, grazie alle riforme passate, ma nell'attuale contesto macroeconomico le vulnerabilità potrebbero aggravarsi. Gli Stati membri con un elevato numero di crediti deteriorati hanno continuato a ridurli, a volte in modo sostanziale. Tuttavia, l'eventuale concretizzarsi di rischi di revisione al ribasso, quali un peggioramento delle prospettive economiche e una maggiore volatilità nei mercati finanziari, potrebbe causare problemi per i bilanci delle banche. L'aumento dei tassi d'interesse dovrebbe migliorare i margini di profitto delle banche, ma potrebbe anche creare difficoltà se le famiglie e le società non finanziarie faticano a onorare i propri debiti. Negli Stati membri con un forte legame tra banche e amministrazione pubblica, l'aumento dei costi di finanziamento per il debito sovrano può rappresentare un rischio anche per le banche. L'esposizione verso il settore immobiliare residenziale e, in particolare, quello degli immobili commerciali può diventare fonte di preoccupazione in alcuni paesi.

Tabella 1: CLASSIFICAZIONE DEGLI STATI MEMBRI NELL'AMBITO DELLA PROCEDURA PER GLI SQUILIBRI MACROECONOMICI

 

Esito degli esami approfonditi
per il 2022

Esito degli esami approfonditi
per il 2023

Nessuno squilibrio

HR, IE

CZ, EE, LV, LT, LU, SK

Squilibri

DE, ES, FR, NL, PT, RO, SE

CY, DE, ES, FR, HU, NL, PT, RO, SE

Squilibri eccessivi

CY, EL, IT

EL, IT

p.m.: nessun esame approfondito

AT, BE, BG, CZ, DK, EE, FI, HU, LV, LT, LU, MT, PL, SK, SI

AT, BE, BG, DK, HR, FI, IE, MT, PL, SI

Nota: gli Stati membri la cui classificazione è cambiata tra il 2022 e 2023 sono indicati in grassetto in entrambe le colonne.

Altri Stati membri che non presentano squilibri 

La Cechia non presenta squilibri. Le vulnerabilità riguardano la competitività dei prezzi e i prezzi delle abitazioni, ma sembrano limitate in proiezione futura perché il debito delle famiglie è contenuto e si prevede che l'inflazione rallenti assai più rapidamente rispetto alla media dell'UE. L'economia ha risentito fortemente dello shock dei prezzi dell'energia, con un'impennata dell'inflazione, alimentata anche da un orientamento accomodante della politica di bilancio dopo la pandemia. Sebbene le pressioni complessive sui prezzi restino elevate, si prevede una ripresa parziale della competitività di costo grazie al calo dei prezzi dell'energia, senza che vi siano sfide immediate in materia di sostenibilità esterna. Ci si attende che l'inflazione diminuisca molto più rapidamente rispetto alla media dell'UE. Tuttavia, se l'inflazione persiste, potrebbero sorgere alcuni rischi per la competitività della Cechia. Il recente deterioramento delle partite correnti impone di proseguire un attento monitoraggio. Negli ultimi anni la domanda di abitazioni è fortemente aumentata, trainata dai bassi tassi di interesse, dall'elevata crescita dei redditi e dall'allentamento delle misure macroprudenziali, ma l'offerta non ha tenuto il passo. Durante la pandemia i prezzi delle abitazioni sono cresciti in modo più marcato, ma a metà del 2022 hanno iniziato a diminuire, in presenza di tassi di interesse più elevati e di condizioni di prestito più rigorose. Tuttavia i rischi di una significativa correzione dei prezzi delle abitazioni sembrano essere minimi, il debito delle famiglie è contenuto e il settore bancario è solido; a medio termine, una risposta ancora limitata dal lato dell'offerta continuerebbe tuttavia a far salire i prezzi. Sono necessari sforzi costanti per contenere l'inflazione. Un rapido contenimento dell'inflazione necessita un forte rallentamento della crescita della domanda, che a sua volta può essere conseguito mediante una politica monetaria e di bilancio sufficientemente rigorosa.

L'Estonia non presenta squilibri. Di recente le vulnerabilità relative alla competitività e all'andamento dei prezzi delle abitazioni sono aumentate, ma al momento sembrano essere nel complesso contenute. I salari e specialmente i prezzi hanno conosciuto una marcata crescita nel 2022, ma le perdite di competitività sembrano limitate; le partite correnti hanno registrato soltanto un modesto disavanzo e si prevede un saldo vicino al pareggio sia quest'anno che il prossimo. Le pressioni inflazionistiche e salariali minacciano però di compromettere, se persisteranno, la competitività dell'Estonia, soprattutto dal momento che l'inflazione di fondo è ben superiore alla media della zona euro. I prezzi delle abitazioni hanno registrato sensibili aumenti dopo la pandemia, ma non mostrano segni di sopravvalutazione; probabilmente sono destinati a moderarsi, alla luce degli aumenti dei tassi d'interesse e della recente recessione economica. Il debito e l'indebitamento delle famiglie sono relativamente moderati e il settore finanziario è sano. Il contesto politico è nel complesso favorevole, anche se sforzi ulteriori potrebbero contribuire ad affrontare i rischi posti dalle vulnerabilità individuate. A questo proposito sarebbe importante adottare costanti politiche di bilancio anticicliche e macroprudenziali, rafforzandole in caso di bisogno. Promuovere la concorrenza nel mercato interno potrebbe essere utile per gestire le pressioni esercitate dai prezzi.

La Lettonia non presenta squilibri. Le vulnerabilità relative all'indebitamento estero e agli alloggi rimangono lievi; i rischi per la competitività sono pertinenti, ma nel complesso sembrano contenuti per il prossimo futuro. Pur avendo registrato recentemente un incremento significativo, secondo le previsioni quest'anno il disavanzo delle partite correnti dovrebbe ridursi drasticamente e continuare a farlo nel 2024. La posizione patrimoniale netta sull'estero della Lettonia, che è sensibilmente migliorata negli ultimi dieci anni, dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile. Tuttavia, se le pressioni inflazionistiche e salariali persisteranno, la competitività del paese potrebbe risultarne compromessa, soprattutto a causa di un'inflazione di fondo ben superiore alla media della zona euro. I prezzi delle abitazioni hanno subito un recente rialzo, ma non sembrano eccessivamente sopravvalutati. Inoltre, alla fine del 2022 gli aumenti sono rallentati, l'accensione di mutui ipotecari è stata modesta e il debito delle famiglie è ora limitato e in calo rispetto al loro reddito. La Lettonia si trova di fronte a importanti sfide economiche strutturali connesse a un calo dell'offerta di manodopera, che ha contribuito ad accelerare gli aumenti del costo del lavoro per unità di prodotto e rischia di compromettere la competitività a medio termine. Il contesto politico è nel complesso favorevole, anche se ulteriori sforzi potrebbero contribuire ad arginare i rischi derivanti dalle vulnerabilità individuate. A questo proposito sarebbe importante introdurre politiche che tutelino la competitività, tra cui misure volte a migliorare la qualità e la quantità dell'offerta di manodopera. Abbreviare l'iter di concessione delle licenze edilizie contribuirebbe a stimolare l'offerta di abitazioni e migliorerebbe la situazione del mercato degli alloggi.

La Lituania non presenta squilibri. Le vulnerabilità connesse alla competitività dei prezzi, ai saldi con l'estero e all'andamento dei prezzi delle abitazioni sono di recente aumentate ma attualmente sembrano complessivamente contenute. L'economia ha risentito fortemente dello shock dei prezzi dell'energia, con un'impennata dell'inflazione; tuttavia secondo le previsioni la competitività della Lituania aumenterà lentamente in parallelo al calo dei prezzi dell'energia. Le partite correnti sono notevolmente peggiorate nel 2022 a causa dell'aumento dei prezzi delle importazioni di energia, ma si prevede che quest'anno si avvicineranno al pareggio. In prospettiva, date le solide riserve del paese, un lieve disavanzo delle partite correnti non comprometterà la sostenibilità esterna. Le pressioni inflazionistiche e salariali, se persistenti, minacciano però di compromettere la competitività della Lituania, soprattutto dal momento che l'inflazione di fondo è ben superiore alla media della zona euro. Benché prezzi delle abitazioni siano notevolmente aumentati dall'inizio della pandemia, non vi sono elementi che dimostrino una sopravvalutazione e i prezzi sono attualmente in calo per via degli aumenti dei tassi di interesse e della recessione economica in corso. Inoltre il debito delle famiglie è basso, mentre il settore bancario è ben capitalizzato, altamente redditizio e con un basso livello di crediti deteriorati. Il contesto politico è nel complesso favorevole, anche se alcune misure potrebbero contribuire ad affrontare i rischi posti dalle vulnerabilità individuate. A questo proposito sarebbe importante adottare costanti politiche di bilancio anticicliche e macroprudenziali, rafforzandole in caso di bisogno. Al tempo stesso, una maggiore attenzione alla promozione della concorrenza nel mercato interno e politiche volte a incentivare la qualità e la quantità dell'offerta di manodopera potrebbero contribuire a gestire le pressioni sui prezzi e sul costo del lavoro per unità di prodotto.

Il Lussemburgo non presenta squilibri. Le vulnerabilità connesse ai prezzi elevati delle abitazioni e all'elevato indebitamento delle famiglie si sono recentemente aggravate, anche se fino ad oggi appaiono complessivamente contenute e nel medio termine dovrebbero attenuarsi. La forte crescita demografica e l'aumento del credito ipotecario, incentivati dal sostegno fiscale, hanno stimolato la domanda di abitazioni, mentre l'offerta è stata limitata dalla ristretta disponibilità di terreni edificabili e dall'accaparramento dei terreni. Il crescente divario tra la domanda e l'offerta di abitazioni ha determinato forti rincari dei prezzi delle abitazioni, con rischi crescenti di sopravvalutazione e la riduzione dell'accessibilità economica. I prezzi delle abitazioni hanno mostrato un'evidente diminuzione alla fine del 2022 e il numero di transazioni immobiliari si è ridotto drasticamente, in quanto l'aumento dei tassi di interesse ha determinato una svolta nel mercato. Non si prevede tuttavia una brusca correzione dei prezzi delle abitazioni, grazie alla buona tenuta dei redditi e alla persistente prevista carenza dal lato dell'offerta. Il debito delle famiglie è molto elevato in termini di reddito disponibile e inoltre è aumentato, mentre l'indebitamento è leggermente diminuito alla fine del 2022. Anche le attività finanziarie delle famiglie sono considerevoli, il livello di indebitamento aumenta tra le fasce di reddito più elevate e il settore bancario è solido, il che nel complesso attenua i rischi macrofinanziari. Ulteriori sforzi politici, anche intensificando e dando priorità all'adozione e all'attuazione di misure recenti, tra cui imposte ricorrenti volte ad aumentare l'offerta di terreni edificabili, unitamente alla riforma in corso della pianificazione territoriale, potrebbero contribuire a incrementare l'offerta del settore immobiliare, anche attraverso l'offerta di alloggi sociali e a prezzi accessibili destinati alle persone più vulnerabili. Anche l'efficienza del mercato degli affitti potrebbe essere migliorata. Inoltre la riduzione della detraibilità degli interessi ipotecari, che recentemente era fortemente aumentata, ridurrebbe gli incentivi fiscali in favore dell'assunzione di prestiti che contribuiscono all'aumento dei prezzi delle abitazioni.

La Slovacchia non presenta squilibri. Le vulnerabilità connesse a competitività, alloggi, debito delle famiglie ed equilibrio dei conti con l'estero sono aumentate, ma nel complesso sembrano contenute nel prossimo futuro e, stando alle previsioni, dovrebbero attenuarsi con la normalizzazione delle condizioni economiche. L'economia ha risentito fortemente dello shock dei prezzi dell'energia, con un'impennata dell'inflazione. L'inflazione di fondo e la crescita del costo del lavoro per unità di prodotto sono ben al di sopra della media della zona euro. Benché sia prevista una normalizzazione, esiste il rischio che la pressione sulla competitività di costo possa richiedere del tempo per attenuarsi e che la forte domanda interna continui ad esercitare pressioni sui conti con l'estero. Le partite correnti hanno evidenziato un netto peggioramento nel 2022, a causa dell'aumento dei prezzi delle importazioni di energia e del notevole calo delle esportazioni nette di prodotti non energetici. Secondo le previsioni il disavanzo delle partite correnti migliorerà leggermente, restando tuttavia elevato nel 2023 e nel 2024 malgrado il calo dei prezzi dell'energia. Ciononostante i rischi per la sostenibilità esterna dovrebbero essere limitati nel breve periodo. Si prevede che il disavanzo pubblico sarà significativo quest'anno e il successivo, con una correzione a partire dal 2024. Dopo diversi anni di notevole crescita i prezzi delle abitazioni sembrano leggermente sopravvalutati. A questo si aggiungono l'elevato indebitamento, ora in fase di attenuazione, e un forte aumento del debito delle famiglie, che nel complesso comportano qualche rischio per la stabilità finanziaria. Il settore bancario resta comunque ben capitalizzato, altamente redditizio e con un basso livello di crediti deteriorati. Sono necessari sforzi costanti per affrontare le vulnerabilità della Slovacchia. In particolare l'eccesso di domanda dovrebbe essere frenato per sostenere la correzione del disavanzo delle partite correnti e del differenziale dell'inflazione di fondo rispetto al resto della zona euro. Tale risultato è possibile garantendo un adeguato risanamento di bilancio e misure atte a ridurre il debito delle famiglie, preservando nel contempo l'accessibilità economica degli alloggi attraverso l'imposizione patrimoniale e misure a sostegno dell'offerta di alloggi.

Stati membri che presentano squilibri 

Cipro, che fino al 2022 era classificato tra i paesi con squilibri eccessivi, presenta squilibri. Le vulnerabilità relative al debito privato, pubblico ed estero si sono complessivamente ridotte ma continuano a destare preoccupazione. Nello specifico i debiti elevati, compresi i crediti deteriorati, sono nettamente diminuiti e si prevede che continueranno a farlo, mentre i disavanzi delle partite correnti costituiscono tuttora un problema. Il debito privato è in calo dal 2015 (con l'eccezione del 2020, nel pieno della crisi della COVID-19) e stando alle previsioni la tendenza al ribasso dovrebbe proseguire quest'anno e il prossimo, grazie alla crescita del PIL nominale. Nondimeno il rialzo dei tassi di interesse potrebbe mettere sotto pressione il servizio del debito, dato il prevalere dei prestiti a tasso variabile. La presenza di società veicolo a Cipro influenza gli stock del debito privato ed estero, aumentandone i livelli, ma comporta rischi limitati per l'economia. I crediti deteriorati detenuti dalle banche sono diminuiti in modo molto marcato negli ultimi anni, grazie a cessioni, cancellazioni, rimborsi, ristrutturazioni e conversioni di debito in attività. Il debito pubblico continua a diminuire a ritmi costanti: è tornato al di sotto dei livelli pre-pandemia e le previsioni indicano che si ridurrà ulteriormente nel 2023 e nel 2024. Malgrado la ripresa del turismo, l'ampio disavanzo delle partite correnti si è accentuato nel 2022, per effetto della forte domanda interna e dei prezzi elevati dell'energia, e dovrebbe restare elevato nonostante la leggera flessione prevista per quest'anno e il prossimo. Sul piano delle politiche la risposta è stata positiva. Si prevede che varie misure comprese nel piano per la ripresa e la resilienza contribuiranno alla diversificazione dell'economia, sosterranno la crescita delle esportazioni e ridurranno l'eccessiva dipendenza dalle importazioni di petrolio. Sempre nell'ambito del piano per la ripresa e la resilienza, a metà del 2022 è stato adottato un pacchetto di leggi di modifica relative alle società acquirenti di crediti e ai gestori di crediti, che migliora il contesto in cui operano e sostiene la riduzione dei crediti deteriorati. Dopo varie proroghe, la sospensione dei pignoramenti ha avuto termine lo scorso febbraio: un quadro efficace in materia di pignoramento è fondamentale per incoraggiare i mutuatari a partecipare alla ristrutturazione dei crediti, ridurre ulteriormente i crediti deteriorati nell'economia, contribuire alla riduzione dell'indebitamento privato e migliorare la disciplina dei pagamenti.

La Spagna continua a presentare squilibri. Nonostante si stiano attenuando, persistono vulnerabilità connesse all'elevato debito privato, pubblico ed estero con rilevanza transfrontaliera. Il debito estero e in particolare i rapporti debito privato/PIL sono diminuiti nel corso del decennio del 2010 per poi stabilizzarsi temporaneamente nel 2020; hanno poi ripreso a diminuire nel 2021 e tale tendenza discendente dovrebbe continuare, favorita dalla crescita economica. Tuttavia rimangono a livelli ancora elevati. La posizione esterna ha beneficiato di una bilancia delle partite correnti in avanzo da un decennio, anche se di recente si è ridotta per l'impatto della pandemia sulle esportazioni legate al turismo e dell'aumento dei prezzi dell'energia nel 2022. Il debito pubblico rimane elevato. Nel 2022 ha ripreso la traiettoria discendente che aveva prodotto miglioramenti prima della pandemia grazie a una forte crescita del PIL nominale, sebbene rimanga al di sopra dei livelli pre-pandemia. Anche se a un ritmo più moderato, si prevede che tale riduzione proseguirà nel 2023 e nel 2024, sostenuta dalle misure politiche del piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Il sistema finanziario ha dato prova di resilienza di fronte ai recenti shock provocati dalla pandemia e dalla crisi energetica. La disoccupazione è nuovamente in calo ma rimane elevata; permangono inoltre sacche di vulnerabilità, tra cui un elevato tasso di disoccupazione giovanile e di lunga durata. I potenziali rischi che incidono sull'ulteriore riduzione delle vulnerabilità riguardano principalmente l'impatto dell'inasprimento delle condizioni di finanziamento sulle posizioni finanziarie delle famiglie e delle imprese, nonché sulla sostenibilità a medio e lungo termine del debito pubblico alla luce delle attuali condizioni di mercato e dell'invecchiamento della popolazione. I progressi sul piano delle politiche sono stati positivi e il proseguimento dell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza dovrebbe apportare ulteriori miglioramenti.

La Francia continua a presentare squilibri. Malgrado segnali di miglioramento, si riscontrano ancora vulnerabilità connesse all'elevato debito pubblico, alla competitività e alla bassa crescita della produttività, che hanno rilevanza transfrontaliera. Il debito pubblico, che era aumentato durante la pandemia, è in calo da quando il PIL ha ripreso a crescere nel 2021. Nel 2022 varie misure di bilancio hanno notevolmente attenuato l'impatto della crisi energetica, rallentando tuttavia la riduzione del debito. Secondo le previsioni, il debito continuerà a diminuire nell'anno in corso e durante il prossimo anno, ma in seguito tenderà nuovamente ad aumentare in assenza di un'azione strategica, mantenendosi elevato e al di sopra dei livelli precedenti la pandemia, così come rimangono elevate le sfide in materia di sostenibilità di bilancio a medio termine. Le misure strategiche adottate negli ultimi anni per rafforzare la crescita potenziale potrebbero contribuire a correggere l'aumento del debito pubblico previsto nel medio periodo. Sono state adottate diverse riforme per migliorare la competitività di costo. Si può già rilevare un lieve effetto positivo sulla competitività, e si prevede che l'impatto di tali misure si manifesterà pienamente nei prossimi anni. Analogamente, secondo le previsioni l'effettiva attuazione degli investimenti e delle riforme pianificati apporterà benefici in termini di produttività del lavoro. L'economia francese ha dimostrato resilienza nell'ultimo anno, dato che gli aumenti dei prezzi dell'energia hanno influito sulla competitività di costo in misura minore rispetto a quanto avvenuto nel resto della zona euro. Le esportazioni stanno migliorando grazie all'ulteriore ripresa del turismo transfrontaliero e dell'industria aeronautica, che erano stati duramente colpiti dalla pandemia. Benché l'indebitamento del settore privato sia cresciuto durante la fase peggiore della pandemia, l'aumento dei prestiti contratti dalle imprese è andato di pari passo con aumenti di capitale e l'accumulo di riserve di liquidità. L'aumento dei tassi di interesse può rendere più difficile la riduzione dell'indebitamento pubblico e privato. La risposta delle politiche si sta dimostrando favorevole, ma permangono sfide relative soprattutto alla gestione delle finanze pubbliche. Un'attuazione efficace delle riforme recentemente adottate rimane fondamentale per ridurre ulteriormente le vulnerabilità, in particolare la riforma della gestione delle finanze pubbliche e il nuovo meccanismo di valutazione annuale della spesa pubblica. Entrambe le azioni sono fondamentali per continuare a ridurre la spesa e mantenere il debito pubblico su un percorso di costante ribasso. Il governo ha inoltre adottato una riforma del sistema pensionistico pubblico che, secondo le previsioni, contribuirà alla sostenibilità del debito pubblico.

La Germania continua a presentare squilibri. Il persistere di un ampio avanzo delle partite correnti, che riflette anche investimenti modesti rispetto al risparmio e ha rilevanza transfrontaliera, è stato gradualmente ridotto, più di recente nel contesto della crisi energetica, ma dovrebbe aumentare considerevolmente. L'avanzo delle partite correnti è diminuito lentamente fino al 2019, con un rapporto tra investimenti e PIL nazionale in lieve aumento e un saldo della bilancia commerciale in diminuzione, e da allora è stato caratterizzato da circostanze economiche inconsuete. Ha registrato una netta riduzione nel 2022, sulla scia dell'aumento dei prezzi dell'energia di importazione, contestualmente a una contrazione dell'avanzo commerciale non energetico e a una ripresa delle importazioni legate al turismo. Nel 2022 l'avanzo è rimasto al di sopra dei livelli suggeriti dai fondamentali del paese e dovrebbe registrare una netta ripresa nel 2023, rimanendo pressoché invariato nel 2024, nonché restare al di sotto della soglia fissata dalla procedura per gli squilibri macroeconomici. Si prevede un forte aumento dei salari, a sostegno della domanda interna, mentre i costi nominali del lavoro per unità di prodotto potrebbero crescere più velocemente che nel resto della zona euro. Tuttavia i consumi e gli investimenti sono temporaneamente frenati dall'elevata inflazione. Negli ultimi anni i prezzi delle abitazioni hanno registrato forti aumenti, anche se dalla metà del 2022 sono leggermente scesi. L'offerta di alloggi non riesce a soddisfare la domanda a fronte di scarsi investimenti residenziali, fattore che può accentuare il permanere di rischi di sopravvalutazione. Un'ulteriore riduzione delle vulnerabilità trarrebbe beneficio dall'attuazione tempestiva ed efficace delle iniziative di investimento pubblico e dall'eliminazione degli ostacoli agli investimenti.

L'Ungheria presenta squilibri. Le vulnerabilità legate alle forti pressioni sui prezzi e alle necessità di finanziamento pubblico ed estero si sono aggravate e sono significative. L'inflazione è cresciuta notevolmente e non ha ancora iniziato ad attenuarsi in modo evidente. Un'inflazione elevata protratta nel tempo comprometterebbe ulteriormente la competitività di costo e i costi di finanziamento potrebbero rimanere elevati. L'elevato disavanzo delle partite correnti ha subito un drastico aumento a causa dei rincari dell'energia nel 2022, e il debito estero a breve termine è aumentato. Il miglioramento delle partite correnti di quest'anno e del prossimo anno dipende dall'ulteriore riduzione attesa dei prezzi dell'energia, ma si prevede comunque un disavanzo delle partite correnti non trascurabile nel 2023 e nel 2024. L'elevata intensità energetica dell'economia rappresenta un aspetto importante nella dinamica delle partite correnti. Il disavanzo pubblico è stato elevato, solo in parte a causa delle risposte politiche alla pandemia e alla crisi energetica, e rappresenta gran parte dell'indebitamento esterno dell'economia. Il rapporto debito pubblico/PIL è diminuito grazie alla crescita robusta del PIL nominale, ma questa tendenza potrebbe essere ostacolata da un rallentamento dell'attività e dal persistere di disavanzi elevati. I costi del debito sovrano sono in aumento dal 2021 e il governo si trova ad affrontare un aumento degli oneri per interessi, mentre le scadenze del debito rimangono relativamente brevi. I prezzi delle abitazioni sono raddoppiati nell'arco di cinque anni, ma hanno smesso di aumentare alla fine del 2022. Tuttavia la probabilità di un sostanziale calo dei prezzi nominali appare limitata considerando il basso indebitamento delle famiglie e anche alla luce dell'attuale contesto di elevata inflazione. Le incoerenze tra le politiche hanno esacerbato le vulnerabilità individuate. Un coordinamento efficace e una chiara demarcazione delle politiche macroeconomiche, sulla base di un solido quadro politico istituzionale, sono fondamentali per salvaguardare la sostenibilità esterna e di bilancio e per ancorare le attese. L'attuazione tempestiva e completa delle riforme strutturali incluse nel piano per la ripresa e la resilienza dell'Ungheria dovrebbe contribuire a ridurre le vulnerabilità macroeconomiche e a sostenere la crescita e l'adeguamento a medio termine.

I Paesi Bassi continuano a presentare squilibri. Nonostante alcuni segnali di riduzione, persistono vulnerabilità relative ai livelli elevati di debito privato e ad un ampio avanzo delle partite correnti, che hanno rilevanza transfrontaliera. L'avanzo delle partite correnti, nonostante le recenti revisioni dei dati, e il debito privato sono elevati rispetto ai livelli internazionali e risultano al di sopra dei fondamentali economici. L'ampio avanzo delle partite correnti è diminuito nel 2022 per effetto di un peggioramento delle ragioni di scambio, con un aumento delle partite correnti a prezzi costanti, e per via di un più elevato disavanzo dei redditi primari. Con il miglioramento delle ragioni di scambio, l'avanzo dovrebbe essere in netto aumento nel 2023 e stabilizzarsi nel 2024. Sono stati realizzati progressi limitati a livello delle politiche, ma è necessario fare di più per ridurre gli ostacoli agli investimenti. Il debito delle società non finanziarie e delle famiglie resta elevato: il debito delle famiglie desta maggiori preoccupazioni in quanto rende le famiglie vulnerabili agli shock, in un contesto in cui tali rischi sono acuiti dalla forte e crescente sopravvalutazione dei prezzi delle abitazioni. In futuro il debito dovrebbe continuare a mantenere una traiettoria moderatamente discendente. Nonostante il moderato calo dei prezzi delle abitazioni, permangono pressioni sul mercato degli alloggi, in particolare perché la costruzione di nuove abitazioni rimane significativamente al di sotto degli obiettivi governativi. Nel contempo l'acquisto di abitazioni finanziato mediante debito continua ad essere sovvenzionato attraverso una tassazione favorevole, mentre le politiche riguardanti il mercato delle locazioni private rischiano di pregiudicarne lo sviluppo.

Il Portogallo continua a presentare squilibri. Le vulnerabilità connesse all'elevato debito privato, pubblico ed estero stanno diminuendo, ma rimangono presenti. Dopo un'interruzione temporanea dovuta all'insorgenza della pandemia, nel 2021 i rapporti debito/PIL del settore privato e pubblico hanno ripreso il loro percorso di graduale riduzione e dovrebbero continuare a diminuire, favoriti dalla crescita economica. Pur essendo ora al di sotto dei livelli precedenti la pandemia, rimangono ancora elevati. Anche la NIIP chiaramente negativa è migliorata, sia prima che dopo la pandemia, e si prevede che l'indebitamento estero diminuirà ulteriormente, sostenuto dalla continua crescita economica nonostante un certo rallentamento registrato nel 2023. Il modesto disavanzo delle partite correnti è peggiorato marginalmente nel 2022 a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia, ma tale deterioramento è stato attenuato dall'ulteriore sensibile ripresa delle esportazioni, in particolare del turismo. In prospettiva l'atteso ulteriore allentamento dei prezzi dell'energia e un ulteriore aumento delle esportazioni legate al turismo, nonché le politiche in corso a sostegno dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili, dovrebbero portare al pareggio delle partite correnti e sostenere ulteriormente l'aggiustamento della NIIP. I prezzi delle abitazioni sono in forte aumento da diversi anni, mentre i crediti deteriorati hanno continuato a diminuire rispetto a livelli già moderati. I principali rischi per l'ulteriore riduzione delle vulnerabilità sono connessi all'impatto dell'inasprimento delle condizioni finanziarie e a un contesto esterno incerto, nonché al loro potenziale impatto sulla crescita economica. I progressi in termini di politiche sono stati positivi, con particolare attenzione al piano per la ripresa e la resilienza, e il proseguimento dell'attuazione di tale piano dovrebbe apportare ulteriori miglioramenti.

La Romania continua a presentare squilibri. Le vulnerabilità riguardano i conti con l'estero, in relazione al cospicuo disavanzo pubblico, mentre sono aumentate le pressioni di surriscaldamento. L'ingente disavanzo delle partite correnti è notevolmente peggiorato dopo la recessione provocata dalla pandemia ed espone l'economia a shock legati ai finanziamenti esterni. Se il disavanzo delle partite correnti permane elevato, sussiste il rischio che la posizione patrimoniale netta sull'estero (NIIP) sia trascinata in un territorio ancor più negativo. I segni di surriscaldamento sono chiaramente visibili: l'inflazione di fondo è a un livello elevato che desta preoccupazione, la crescita delle retribuzioni si attesta stabilmente su valori a doppia cifra e il tasso di disoccupazione è relativamente basso. Si prevede che gli indicatori della competitività di costo si stabilizzino, ma persistono problemi strutturali. Il tasso di cambio sembra superiore al livello indicato dai fondamentali e rimane strettamente controllato. Il disavanzo pubblico è considerevole ormai da parecchi anni ed è in larga misura responsabile dell'eccesso della domanda nonché del conseguente disavanzo esterno; benché in miglioramento, si prevede che il disavanzo pubblico sia destinato a rimanere consistente sia quest'anno che il prossimo. La diminuzione del disavanzo pubblico nel 2022 è stata determinata principalmente dalla marcata crescita del PIL nominale, che a sua volta si basa notevolmente sul surriscaldamento della domanda interna. I premi per il rischio e i costi del prestito sovrano sono assai più alti rispetto agli anni precedenti la pandemia. Alla luce dell'attuale irrigidimento delle condizioni della liquidità globale, sarà importante invertire le tendenze in corso. In prospettiva l'aggiustamento di bilancio dovrebbe costituire il metodo preferibile per riportare la domanda in linea con l'offerta e contenere il disavanzo esterno e interno. La piena attuazione delle riforme fiscali e pensionistiche contenute nel piano per la ripresa e la resilienza, nonché il rispetto degli obiettivi di bilancio nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi conterrebbero sensibilmente le dinamiche attuali.

La Svezia continua a presentare squilibri. Persistono vulnerabilità relative al mercato immobiliare e all'elevato debito privato. I prezzi degli immobili sono alti e sono aumentati fino al recente passato. Gli aumenti dei prezzi delle abitazioni hanno registrato un aumento parallelo alla crescita del debito privato. Nel 2022, nel contesto di un marcato inasprimento delle condizioni monetarie e di finanziamento, i prezzi degli immobili hanno iniziato a diminuire visibilmente in quello che sembra l'inizio del graduale attenuarsi delle vulnerabilità accumulate. I prezzi rimangono sensibilmente sopravvalutati e si prevede che diminuiscano ancora. Negli ultimi tempi il fatturato del settore immobiliare è notevolmente diminuito; di conseguenza è diminuita anche la domanda degli alloggi di nuova costruzione. L'andamento negativo è rimasto finora limitato ai settori edilizio e immobiliare, che ora registrano un brusco declino dopo anni di elevata crescita. Nel complesso si prevede che l'economia svedese subisca una contrazione nel 2023, poiché il cambiamento delle condizioni monetarie incide sui bilanci delle famiglie e delle imprese commerciali del settore immobiliare, nonché sui loro margini di consumo e investimenti. L'impatto dei tassi d'interesse più elevati sui pagamenti dei mutui ipotecari è molto rilevante, a causa della prevalenza di tassi d'interesse variabili e di mutui ipotecari di lunghissima durata. L'impatto delle mutevoli condizioni sul settore finanziario è stato limitato; il settore è robusto e registra coefficienti patrimoniali ponderati per il rischio e margini di profitto elevati, che probabilmente fungono da baluardo contro la propagazione dei problemi del settore immobiliare al resto dell'economia attraverso il settore finanziario, benché quest'ultimo sia fortemente esposto nei confronti del settore immobiliare. I progressi nelle politiche sono stati limitati. In particolare il sistema fiscale continua a favorire la proprietà delle abitazioni mediante basse imposte ricorrenti sugli immobili e promuove l'acquisizione di alloggi finanziata mediante debito grazie a una notevole detraibilità fiscale dei pagamenti degli interessi sui mutui ipotecari. Inoltre nell'inefficiente mercato degli affitti le riforme sono state limitate.

Stati membri che presentano squilibri eccessivi 

La Grecia continua a presentare squilibri eccessivi. Benché le vulnerabilità connesse all'elevato debito pubblico e al cospicuo stock di crediti deteriorati in un contesto di elevata disoccupazione siano diminuite, la posizione esterna del paese si è deteriorata. Una delle principali preoccupazioni è che il disavanzo delle partite correnti si è notevolmente ampliato nel 2022, nonostante la ripresa delle entrate del turismo. Benché se ne preveda una leggera riduzione quest'anno e il prossimo, il disavanzo esterno rimarrà secondo le stime ben al di sopra del livello necessario per garantire un miglioramento duraturo della posizione patrimoniale netta sull'estero. Pur rimanendo il più elevato dell'UE, il rapporto debito pubblico/PIL è notevolmente migliorato nel 2022, in gran parte grazie alla forte crescita del PIL nominale, e si prevede che diminuirà ulteriormente nel 2023 e nel 2024. I crediti deteriorati hanno registrato una netta diminuzione lo scorso anno sulla base delle forti riduzioni degli anni precedenti; tuttavia rimangono elevati e continuano a incidere sulla redditività e sulla capacità di prestito delle banche, il che a sua volta si ripercuote sull'intensificazione del capitale e sulla crescita della produttività dell'economia. La risposta politica ha contribuito a correggere gli squilibri e l'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza rappresenta una grande opportunità per affrontare le restanti debolezze strutturali. Sono tuttavia necessari maggiori sforzi, in particolare per garantire che i saldi con l'estero siano indirizzati verso un percorso di netto miglioramento e che i crediti deteriorati diminuiscano ulteriormente, anche aumentando l'efficacia dell'esecuzione del debito e migliorando il mercato secondario dei crediti deteriorati.

L'Italia continua a presentare squilibri eccessivi. Pur registrando qualche miglioramento, in Italia persistono vulnerabilità connesse all'elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività, in un contesto caratterizzato da fragilità del mercato del lavoro e da alcune carenze dei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera. Sebbene si siano leggermente attenuate negli ultimi anni, le vulnerabilità di lunga data dell'Italia rimangono significative e non ci si attende che si riducano rapidamente. La crescita della produttività continua a essere esigua e rimane un fattore chiave della persistente debolezza della crescita economica nazionale, che rallenta la riduzione dell'indebitamento pubblico, riduce le opportunità di occupazione e incide sui bilanci delle banche. Nel 2022 il rapporto debito pubblico/PIL è ulteriormente diminuito unitamente alla ripresa economica. Rimane tuttavia elevato e costituisce una sfida sostanziale per la sostenibilità di bilancio. Stando alle previsioni, il rapporto debito pubblico/PIL diminuirà ulteriormente entro il 2024 ma, in assenza di misure di risanamento, a medio termine aumenterà. Nonostante il governo abbia attuato misure aggiuntive a sostegno della resilienza del settore finanziario e i crediti deteriorati siano notevolmente diminuiti, le banche sono ancora esposte considerevolmente al debito sovrano. Malgrado i progressi compiuti con l'adozione di politiche volte a correggere gli squilibri, sono necessari sforzi costanti e l'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza rimane la priorità politica fondamentale in quanto prevede riforme globali e investimenti significativi. Per portare l'elevato debito pubblico su una solida traiettoria discendente, in un contesto caratterizzato dall'aumento dei costi del servizio del debito e dei costi legati all'invecchiamento della popolazione, occorre adottare un approccio multidimensionale basato su politiche di bilancio prudenti con avanzi primari adeguati, investimenti e riforme a favore della crescita, un maggiore adempimento degli obblighi fiscali e un uso efficiente delle risorse nazionali ed europee. L'Italia è confrontata a sfide che, unitamente alla costante e solida attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, richiederebbero ulteriori iniziative politiche, in particolare nei settori della fiscalità, del quadro di bilancio e dei sistemi pensionistici, e nei settori della demografia, del mercato del lavoro e dell'energia.

 

(1)    COM(2023) 62 final.
(2)    COM(2023) 168 final.
(3)    SWD(2023) 601 - 627.
(4)    Regolamento (UE) 2023/435 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 febbraio 2023, che modifica il regolamento (UE) 2021/241 per quanto riguarda l'inserimento di capitoli dedicati al piano REPowerEU nei piani per la ripresa e la resilienza e che modifica i regolamenti (UE) n. 1303/2013, (UE) 2021/1060 e (UE) 2021/1755, e la direttiva 2003/87/CE (GU L 63 del 28.2.2023, pag. 1).
(5)    COM(2023) 601 - 627.
(6)    Cfr. l'analisi annuale della crescita sostenibile 2023 (COM(2022) 780 final).
(7)    Cfr. la comunicazione della Commissione: orientamenti agli Stati membri per l'aggiornamento dei piani nazionali per l'energia e il clima 2021-2030 (C/2022/9264 final) .
(8)    Cfr. appendice 3. Il 15 maggio la Commissione ha inoltre pubblicato il primo riesame volontario a livello dell'UE sull'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (COM(2023) 700 final), da presentare al Forum politico di alto livello delle Nazioni Unite del 2023 sullo sviluppo sostenibile. Il riesame ribadisce l'impegno dell'UE a favore dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nell'ambito di un approccio che coinvolga l'intera pubblica amministrazione, collegando le dimensioni interne ed esterne.
(9)    Il 25 gennaio 2023 la Commissione ha proposto una raccomandazione del Consiglio (COM(2023) 38 final), che stabilisce in che modo gli Stati membri dell'UE possono rafforzare ulteriormente il dialogo sociale a livello nazionale, nonché una comunicazione sul rafforzamento e la promozione del dialogo sociale a livello dell'UE. Inoltre la Commissione continuerà a utilizzare i consessi esistenti nell'ambito del semestre europeo per informare e coinvolgere le parti sociali anche sull'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza.
(10)    La Commissione europea ha pubblicato una mappa interattiva con esempi concreti del cambiamento positivo apportato dai progetti finanziati: Dispositivo per la ripresa e la resilienza (europa.eu).
(11)    COM(2023) 240 - 242 final.
(12)    Il ristagno del mercato del lavoro comprende i disoccupati, i lavoratori a tempo parziale che vogliono lavorare di più, le persone che possono lavorare ma non cercano lavoro e le persone in cerca di lavoro ma non immediatamente disponibili. Questa definizione più ampia riflette meglio le esigenze non soddisfatte in materia di occupazione.
(13)    Commissione europea (2022), "Indicatori del ciclo economico europeo – Uno sguardo più attento alle carenze di manodopera nell'UE", Documento tecnico sull'economia europea, 59.
(14)    Tre quarti degli intervistati dell'UE (74 %) ritengono che il principio di solidarietà alla base del dispositivo per la ripresa e la resilienza sia un ottimo approccio per consentire all'UE di uscire rafforzata dalla pandemia di COVID-19, mentre due terzi degli intervistati dell'UE ritengono che avrà un impatto positivo sulle generazioni future (cfr. indagine Flash Eurobarometro 515 sul "Piano dell'UE per la ripresa e la resilienza", del gennaio 2023).
(15)    I quadri operativi della resilienza messi a punto dalla Commissione mirano a fornire una valutazione complessiva della resilienza nell'UE e nei suoi Stati membri. Essi valutano la resilienza come capacità di compiere progressi verso gli obiettivi strategici in un contesto problematico.
(16)    Maggiori informazioni sui capitoli REPowerEU e sul loro collegamento alle raccomandazioni specifiche per paese sono disponibili negli "Orientamenti sui piani per la ripresa e la resilienza nel contesto di REPowerEU" (GU C 80 del 3.3.2023, pag. 1).
(17)    COM(2023) 141 final.
(18)    Direttiva (UE) 2022/2523 del Consiglio, del 14 dicembre 2022, intesa a garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale per i gruppi multinazionali di imprese e i gruppi nazionali su larga scala nell'Unione (GU L 328 del 22.12.2022, pag. 1). La Commissione sta inoltre lavorando a iniziative specifiche, tra cui BEFIT e FASTER, e ha proposto una serie di misure per modernizzare il regime dell'imposta sul valore aggiunto dell'UE (COM(2022) 701, COM(2022) 703 e COM(2022) 704) al fine di semplificare le norme fiscali, ridurre la burocrazia e limitare la pianificazione fiscale aggressiva nonché le pratiche di elusione fiscale. 
(19)    L'UE sta inoltre concludendo i negoziati sul pacchetto bancario e la Commissione ha recentemente adottato una proposta per migliorare l'applicabilità del quadro per la gestione delle crisi e l'assicurazione dei depositi per le banche di piccole e medie dimensioni (COM(2023) 225 final).
(20) [1] "Analisi della sostenibilità esterna", Economia europea - Documenti istituzionali 196; "Andamento del mercato degli alloggi", Economia europea - Documenti istituzionali 197; "Differenziali di inflazione in Europa e conseguenze per la competitività", Economia europea - Documenti istituzionali 198.
(21)    Eurostat, 19 aprile 2023.
(22)    Comunicazione della Commissione: orientamenti agli Stati membri per l'aggiornamento dei piani nazionali per l'energia e il clima 2021-2030 (C/2022/9264 final).
(23)    Cfr. anche COM(2022) 83 final e SWD(2022) 230.
(24)    COM(2022) 438 final.
(25)    Accelerare la transizione verso un'economia circolare può aumentare l'autonomia strategica aperta dell'UE e contribuire in modo significativo al risparmio di energia primaria.
(26)     Task force per l'applicazione delle norme sul mercato unico (2022), "Relazione 2021-2022" .
(27)    COM(2023) 62 final.
(28)    Cfr. anche COM(2022) 332 final.
(29)    COM(2022) 643 final.
(30)    COM(2023) 160 final.
(31)    COM(2023) 162 final.
(32)    COM(2023) 168 final.
(33)    COM(2021) 385 final.
(34)    Commissione europea, aggiornamento 2022 dell'indicatore di restrittività per il settore del commercio al dettaglio, di prossima pubblicazione.
(35)    COM(2023) 162 final del 16.3.2023.
(36)    SWD(2022) 325 final.
(37)    Oltre al semestre europeo, la relazione della Commissione sullo Stato di diritto riguarda anche, in uno dei suoi pilastri, il funzionamento dei sistemi giudiziari.
(38)    La Commissione europea pubblicherà un pacchetto di aiuti alle PMI nel giugno 2023 e ha recentemente presentato proposte per rendere i servizi di compensazione dell'UE più attraenti e resilienti, armonizzare alcune norme in materia di insolvenza delle imprese in tutta l'UE e alleviare gli oneri amministrativi per le imprese di tutte le dimensioni, in particolare le PMI, affinché possano accedere alla quotazione e rimanere quotate: COM(2022) 696 final.
(39)    COM(2023) 205 final; COM(2023) 206 final.
(40)    Cfr. ad esempio il piano d'azione dell'UE per digitalizzare il sistema energetico: COM(2022) 552.
(41)    Direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE (Testo rilevante ai fini del SEE) (GU L 94 del 28.3.2014, pag. 65).
(42)    Cfr. anche la nuova agenda europea per l'innovazione (COM(2022) 332 final).
(43)    Direttiva (UE) 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 ottobre 2022, relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea (GU L 275 del 25.10.2022, pag. 33).
(44)    Lo strumento di sostegno tecnico dell'UE agevolerà gli scambi tra funzionari delle amministrazioni nazionali e/o regionali attraverso l'iniziativa faro PACE (Scambio di cooperazione tra pubbliche amministrazioni), quale mezzo per rafforzare la capacità amministrativa e promuovere le migliori pratiche (regolamento (UE) 2021/240 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 febbraio 2021, che istituisce uno strumento di sostegno tecnico (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 1).
(45)     COM(2022) 657 final.
(46)    L'Anno europeo delle competenze 2023 intende ovviare alla mancanza di competenze e alle carenze di manodopera a medio e lungo termine attraverso la riqualificazione e il miglioramento delle competenze della forza lavoro europea e garantendo una migliore corrispondenza tra offerta e domanda nel mercato del lavoro.
(47)    COM(2023) 140 final.
(48)    È difficile stimare il numero effettivo di beneficiari di protezione temporanea che hanno trovato un'occupazione nell'UE a causa dell'indisponibilità dei dati di alcuni Stati membri e delle differenze nel tipo di fonti amministrative utilizzate. In particolare, alcuni paesi segnalano il numero totale di "comunicazioni di assunzione" (ossia le dichiarazioni presentate dai datori di lavoro al momento dell'assunzione di cittadini ucraini), che corrisponde al numero di nuovi posti di lavoro piuttosto che al numero di persone effettivamente occupate.
(49)     Comunicazione della Commissione sugli orientamenti in materia di accesso delle persone in fuga dalla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina al mercato del lavoro, all'istruzione e formazione professionale e all'apprendimento degli adulti (GU C 233 del 16.6.2022, pag. 1).
(50)    Comprese le misure strategiche comunicate nei programmi nazionali di riforma e nelle relazioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza (relazioni semestrali sui progressi compiuti nell'attuazione di traguardi e obiettivi e risultanti dalla valutazione delle richieste di pagamento).
(51)    Agli Stati membri è stato chiesto di dare effettivo seguito, nel piano per la ripresa e la resilienza, a tutte le raccomandazioni specifiche per paese pertinenti o a un insieme significativo di esse, in particolare quelle del 2019 e del 2020. La valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese qui presentata tiene conto del grado di attuazione delle misure incluse nei piani per la ripresa e la resilienza e di quelle realizzate al di fuori di tali piani al momento della valutazione. Con riferimento agli allegati delle decisioni di esecuzione del Consiglio adottate relative all'approvazione della valutazione dei piani per la ripresa e la resilienza, le misure ivi previste che non sono ancora state adottate o attuate, ma che si ritiene siano state annunciate in modo credibile, conformemente alla metodologia di valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese, giustificano la constatazione di "progressi limitati". Una volta attuate, tali misure possono essere considerate come "alcuni progressi/progressi significativi" oppure rientrare nella valutazione "piena attuazione", a seconda della loro pertinenza.
(52)    Inoltre i dati per il 2021 sono stati fortemente influenzati dalle gravi alluvioni in Germania, Lussemburgo e Belgio e nel 2021 le emissioni nette di gas a effetto serra, anche se ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici, sono tornate parzialmente a crescere rispetto ai bassi livelli toccati durante la pandemia.
(53)    Le note sono state pubblicate il 5 aprile 2023 come documenti istituzionali ECFIN .