27.12.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 493/120


P9_TA(2022)0243

Minacce al diritto all'aborto nel mondo: possibile revoca del diritto all'aborto negli Stati Uniti da parte della Corte suprema

Risoluzione del Parlamento europeo del 9 giugno 2022 sulle minacce al diritto all'aborto nel mondo: la possibile revoca del diritto all'aborto negli Stati Uniti da parte della Corte suprema (2022/2665(RSP))

(2022/C 493/12)

Il Parlamento europeo,

visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966,

visto il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali del 1966,

vista la Convenzione del 1979 sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna,

vista la Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale del 1965,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti del 1984,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006,

visti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite concordati nel 2015 e, in particolare, gli obiettivi 1, 3 e 5, relativi, rispettivamente, all'eliminazione della povertà, alla salute e al benessere e alla parità di genere,

visti la piattaforma d'azione di Pechino del 1995 e gli esiti delle sue conferenze di revisione,

visti la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD) tenutasi al Cairo nel 1994 e il relativo programma d'azione, nonché gli esiti delle sue conferenze di revisione,

visti il vertice di Nairobi del 2019 sull'ICPD+25 — Accelerating the promise (Accelerare la promessa) e gli impegni delle parti interessate in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti,

vista la Serie informativa sulla salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) del 2020,

vista la Convenzione europea sui diritti dell'uomo del 1950,

visti gli orientamenti dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) del 2015, dal titolo «Safe abortion: technical and policy guidance for health systems» (Aborto sicuro: orientamenti tecnici e strategici per i sistemi sanitari),

visti gli orientamenti dell'OMS dell'8 marzo 2022, dal titolo «Abortion care guideline» (Orientamenti per l'assistenza all'aborto),

vista la dichiarazione dell'OHCHR del 14 settembre 2021, dal titolo «UN experts denounce further attacks against right to safe abortion and Supreme Court complicity» (Gli esperti delle Nazioni Unite denunciano nuovi attacchi contro il diritto all'aborto in condizioni di sicurezza e la complicità della Corte suprema),

vista la relazione del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), del marzo 2022, sulla situazione della popolazione mondiale, dal titolo «Seeing the Unseen: The case for action in the neglected crisis of unintended pregnancy» (Scorgere l'invisibile: la necessità di affrontare la crisi dimenticata delle gravidanze indesiderate),

vista la relazione del Pew Research Center del 6 maggio 2022 dal titolo «America's Abortion quandary» (Il dilemma dell'aborto in America),

vista la Costituzione degli Stati Uniti d'America,

vista la sentenza nella causa Roe v. Wade, 410 US 113 (1973),

visto il progetto iniziale di parere di maggioranza della Corte suprema degli Stati Uniti n. 19-1392 (1) redatto dal giudice Samuel Alito su Thomas E. Dobbs, responsabile della sanità statale del dipartimento della sanità del Mississippi, et al. v. Jackson Women's Health Organization et al., del febbraio 2022 e trapelato alla stampa nel maggio 2022,

visti il disegno di legge SB 8 e HB 1515, adottati nel settembre 2021 rispettivamente dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti del Texas, relativi all'aborto, compreso l'aborto in seguito al rilevamento del battito cardiaco fetale, che garantisce ai privati il diritto di agire in giudizio,

vista la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica del 2014,

visto l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea,

vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 2009 (la «Carta»),

vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2021 sulla legge federale relativa all'aborto in Texas, Stati Uniti (2),

vista la sua risoluzione del 24 giugno 2021 sulla situazione della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell'UE, nel quadro della salute delle donne (3),

vista la sua risoluzione dell'11 novembre 2021 sul primo anniversario del divieto di aborto de facto in Polonia (4),

vista la sua risoluzione del 13 febbraio 2019 sull'attuale regresso dei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere nell'UE (5),

visto il piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna 2021-2025 (GAP III),

vista la sua risoluzione dell'11 febbraio 2021 sulle sfide future in relazione ai diritti delle donne in Europa: oltre 25 anni dopo la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino (6),

vista la sua risoluzione del 5 maggio 2022 sull'impatto della guerra contro l'Ucraina sulle donne (7),

visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.

considerando che, secondo l'OMS, l'aborto è un elemento essenziale di un sistema sanitario completo e che circa il 45 % di tutti gli aborti è praticato in condizioni pericolose, il 97 % dei quali avviene nei paesi in via di sviluppo (8); che, secondo l'UNFPA (9), si stima che ogni anno si verifichino 121 milioni di gravidanze indesiderate e che oltre il 60 % di tali gravidanze termina con un aborto; che negli ultimi anni gli oppositori della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti e dell'autonomia delle donne esercitano un'influenza significativa sulla legislazione e sulle politiche nazionali, attraverso iniziative regressive adottate a livello globale, anche in diversi Stati membri; che l'ascesa dell'estrema destra contribuisce anche a questo regresso del diritto delle donne all'aborto, che si sta manifestando in tutto il mondo;

B.

considerando che il Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne ha osservato che configurare i servizi di aborto come reato non produce alcun effetto deterrente; che, come rilevato dal gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla discriminazione contro le donne e le ragazze, quando l'aborto è criminalizzato e soggetto a restrizioni legali, l'interruzione di gravidanza in condizioni di sicurezza non è possibile per tutte le donne, a causa della loro situazione socioeconomica, e diventa pertanto un privilegio per le donne avvantaggiate da tale punto di vista, mentre le donne con risorse limitate sono costrette a ricorrere a aborti non sicuri e clandestini che mettono a rischio la loro vita e la loro salute; che, secondo l'OMS, «la percentuale di aborti non sicuri è notevolmente più elevata nei paesi con leggi sull'aborto altamente restrittive che in paesi con leggi meno restrittive» (10);

C.

considerando che l'aborto praticato in condizioni pericolose è la principale causa, ancorché prevenibile, di decessi e morbilità materni; che la mancanza di accesso all'assistenza per un aborto sicuro e legale è una questione fondamentale per la salute pubblica e i diritti umani; che vietare l'aborto e costringere le donne a cercare aborti non sicuri e clandestini comporta un aumento della mortalità e della morbilità materna;

D.

considerando che la Corte suprema degli Stati Uniti ha stabilito un precedente nella causa storica Roe v. Wade (1973), confermato successivamente nelle sentenze Planned Parenthood v. Casey (1992) e Whole Woman' Health v. Hellerstedt (2016), garantendo il diritto costituzionale negli Stati Uniti all'aborto legale prima che il feto sia in grado di sopravvivere al di fuori dell'utero; che il recente trapelamento del progetto iniziale di parere di maggioranza della Corte suprema, redatto dal giudice Samuel Alito per la causa Thomas E. Dobbs, responsabile della sanità statale del dipartimento della sanità del Mississippi, v. Jackson Women's Health Organization annullerebbe la sentenza Roe v. Wade e limiterebbe i diritti costituzionali negli Stati Uniti; che la Corte suprema dovrebbe emettere una sentenza definitiva entro la fine di giugno 2022; che il progetto di parere trapelato è particolarmente dannoso per il diritto all'aborto in quanto, approvando tale decisione, la Corte suprema consentirebbe agli Stati di vietare l'aborto in qualsiasi momento della gravidanza e aprirebbe la strada a un divieto totale, il che a sua volta eliminerebbe, negli Stati Uniti, le tutele conferite dai diritti esistenti alle donne e alle ragazze;

E.

considerando che una decisione della Corte suprema, in caso di annullamento della sentenza Roe v. Wade, influenzerebbe la vita delle donne e delle ragazze in tutti gli Stati Uniti e graverebbe particolarmente sulle persone in situazioni di vulnerabilità; che anche la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti potrebbero subire ripercussioni negative in caso di annullamento della sentenza Roe v. Wade; che le limitazioni al diritto di aborto o un suo divieto negli Stati Uniti colpirebbero in modo sproporzionato le donne in condizioni di povertà, in particolare le donne che sono vittime di discriminazioni razziali, comprese le donne nere, le donne ispaniche e indigene, nonché le donne provenienti dalle zone rurali, le persone LGBTIQ, le donne con disabilità, le adolescenti, le donne migranti, comprese le migranti irregolari, e le famiglie monoparentali con un capofamiglia donna; che i servizi pubblici per l'interruzione di gravidanza possono fornire un accesso universale all'aborto sicuro e legale per tutte le donne, comprese quelle che si trovano in situazioni socioeconomiche vulnerabili;

F.

considerando che il progetto di parere trapelato della Corte fa seguito ai recenti e incessanti sforzi compiuti a livello statale per limitare e vietare il diritto all'aborto negli Stati Uniti e che dal 2011 gli Stati hanno approvato quasi 500 leggi che limitano l'accesso all'aborto; che le restrizioni all'accesso all'aborto costringeranno le donne, in particolare quelle prive di risorse o informazioni, a percorrere lunghe distanze, a portare a termine gravidanze contro la loro volontà o a ricorrere a aborti domestici autogestiti praticati in condizioni pericolose, esponendosi anche al rischio di indagini e azioni penali;

G.

considerando che il Senato del Texas ha recentemente approvato il cosiddetto progetto di legge SB 8, che vieta l'aborto dopo la comparsa del battito cardiaco fetale, ossia dopo circa sei settimane di gravidanza, senza eccezioni per stupro, incesto o stato di salute del feto incompatibile con la vita prolungata dopo il parto; che la Corte suprema degli Stati Uniti ha consentito alla legge di entrare in vigore e che il Texas è stato in grado di sottrarla a un controllo giurisdizionale di costituzionalità esonerando i funzionari governativi dall'applicazione della legge e creando un iter giuridico che consenta ai cittadini, con un incentivo pecuniario di 10 000 USD, di denunciare chiunque presti assistenza all'aborto o aiuti qualcuno a ottenerlo in violazione del divieto, in quanto, in assenza di un'unica entità responsabile della sua applicazione, la legge è più difficilmente contestabile; che la disposizione che consente ai cittadini di denunciare chiunque fornisca servizi di aborto apre la strada a vessazioni;

H.

considerando che almeno 12 Stati hanno promulgato, introdotto o notificato l'intenzione di introdurre normative sulla falsariga del disegno di legge SB 8 del Texas; che i legislatori di Idaho e Oklahoma hanno recentemente approvato leggi che vietano l'aborto con disegni di legge basati sul modello SB 8, anche dal momento della fecondazione nel caso dell'Oklahoma;

I.

che se la Corte suprema decidesse di annullare la sentenza Roe v. Wade, la decisione sulla legalità degli aborti spetterà nuovamente agli Stati; che 13 Stati hanno già adottato le cosiddette leggi «ad innesco» che mettono fuori legge l'aborto, intese a vietare o limitare immediatamente l'accesso all'aborto in caso di annullamento della sentenza Roe v. Wade; che 26 Stati, compresi i 13 summenzionati, limiteranno o vieteranno l'aborto, senza alcun dubbio o con ogni probabilità, in caso di revoca della tutela costituzionale, in quanto altri Stati potrebbero tentare di ripristinare le normative approvate prima del 1973, come Michigan, Wisconsin e Virginia occidentale, o di introdurre restrizioni all'aborto di recente approvazione che sono state bloccate dai tribunali, come Alabama, Georgia, Iowa, Ohio e Carolina meridionale;

J.

considerando che quasi tutti i decessi derivanti da aborti non sicuri si verificano in paesi in cui l'aborto è gravemente limitato; che, secondo le stime, il numero annuo di decessi materni negli Stati Uniti dovuti a aborti non sicuri aumenterebbe del 21 % (11) entro il secondo anno successivo all'entrata in vigore di un divieto; che tali decessi sono del tutto evitabili;

K.

considerando che tra le adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni, la gravidanza e le complicanze del parto sono la principale causa di morte a livello mondiale; che il Comitato sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza delle Nazioni Unite (12) ha esortato gli Stati a depenalizzare l'aborto e a garantire che le ragazze abbiano accesso a un aborto legale e in condizioni di sicurezza; che i possibili divieti di aborto potrebbero invertire il calo dei tassi di gravidanza in età adolescenziale negli Stati Uniti; che le madri adolescenti hanno maggiori probabilità di interrompere gli studi e di essere esposte alla disoccupazione, aggravando così il circolo vizioso della povertà;

L.

considerando che vi è una crescente preoccupazione per la protezione dei dati nel contesto della possibile revoca della decisione Roe v. Wade; che attraverso applicazioni di tracciamento del ciclo mestruale o strumenti di geolocalizzazione e motori di ricerca è possibile raccogliere dati sulle persone che si sono avvicinate a una clinica dove si pratica l'aborto, hanno acquistato una pillola abortiva o hanno cercato informazioni; che le persone possono essere potenzialmente segnalate per questo motivo e le informazioni raccolte usate contro di loro (13);

M.

considerando che le organizzazioni non governative (ONG) e i gruppi di riflessione conservatori vicini al diritto cristiano statunitense hanno finanziato il movimento antiabortista a livello globale; che tali finanziamenti sono stati considerevoli; che, qualora la decisione Roe v. Wade sia revocata, ciò potrebbe innescare un aumento del flusso di denaro con una rinnovata pressione da parte di gruppi antiabortisti in tutto il mondo;

N.

considerando che, qualora la Corte suprema revochi la decisione Roe v. Wade, ciò potrebbe spingere o incoraggiare i movimenti antiabortisti a esercitare pressioni sui governi e sugli organi giurisdizionali al di fuori degli Stati Uniti per abolire il diritto all'aborto, e mettere a repentaglio gli importanti progressi fatti negli ultimi decenni, nel corso dei quali oltre 60 paesi (14) hanno riformato le loro leggi e politiche in materia di aborto al fine di eliminarne le restrizioni e gli ostacoli;

O.

considerando che, nonostante i generali progressi nella tutela della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti in tutto il mondo, compresa l'Europa, la regressione riguardante il diritto di accesso all'aborto sicuro e legale è motivo di grave preoccupazione; che la revoca della decisione Roe v. Wade potrebbe incoraggiare il movimento antiabortista nell'Unione europea; che la Polonia è l'unico Stato membro dell'UE ad aver soppresso dalle sue leggi i motivi per l'aborto, in quanto il Tribunale costituzionale illegittimo ha deciso, il 22 ottobre 2020, di disconoscere i diritti consolidati delle donne polacche portando di fatto a un divieto di aborto; che l'aborto è vietato a Malta; che l'aborto medico nelle prime fasi della gravidanza non è legale in Slovacchia e non è praticato in Ungheria; che anche in Italia l'accesso all'aborto sta subendo erosioni (15); che l'accesso all'assistenza all'aborto è negato in altri Stati membri dell'UE, come avvenuto recentemente in Croazia (16); che è indispensabile che l'UE e i suoi Stati membri difendano la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti e mettano in rilievo il fatto che i diritti delle donne sono inalienabili e non possono essere aboliti o indeboliti; che è fondamentale che l'UE e i suoi Stati membri continuino a compiere progressi nel garantire l'accesso all'assistenza all'aborto sicura, legale e tempestiva, conformemente alle raccomandazioni e alle prove dell'OMS;

P.

considerando che i diritti sessuali e riproduttivi, compreso l'aborto sicuro e legale, costituiscono un diritto fondamentale; che la criminalizzazione, il ritardo e la negazione dell'accesso all'assistenza all'aborto sicura e legale costituisce una forma di violenza contro le donne e le ragazze; che diversi organismi di tutela dei diritti umani hanno affermato che la negazione dell'aborto sicuro e legale può rappresentare una tortura o un trattamento crudele, disumano e degradante; che gli aborti non sicuri che causano la morte in un contesto di divieto di aborto dovrebbero essere intesi come «uccisioni arbitrarie di genere, di cui sono vittime solo le donne in conseguenza di discriminazioni operate dalla legge» (17);

Q.

considerando che gli organismi internazionali a tutela dei diritti umani hanno ripetutamente e costantemente affermato che la criminalizzazione e le restrizioni all'aborto sono contrarie agli obblighi internazionali degli Stati in materia di diritti umani tutelati dal diritto internazionale ed europeo in materia di diritti umani, come il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali, la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo; che costringere le donne a cercare aborti clandestini, a recarsi in altri paesi per tale procedura o a portare a termine la gravidanza contro la loro volontà costituisce una violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze alla vita, all'integrità fisica e mentale, all'uguaglianza, alla non discriminazione e alla salute; che il principio del diritto internazionale di non regressione vieta agli Stati di adottare misure che compromettano, limitino o revochino i diritti esistenti in ambito di parità di genere e in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti;

R.

considerando che la dichiarazione degli esperti delle Nazioni Unite pubblicata a settembre 2021 (18) sottolinea che i diritti umani delle donne sono diritti fondamentali che non possono essere subordinati a considerazioni di matrice culturale, religiosa o politica, e che l'influenza delle interferenze di stampo ideologico e religioso nelle questioni di sanità pubblica è stata particolarmente dannosa per la salute e il benessere delle donne e delle ragazze;

S.

considerando che garantire l'accesso alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti globali, a un'educazione sessuale e relazionale completa e adeguata all'età, compresi la pianificazione familiare, i metodi contraccettivi e l'aborto sicuro, legale e gratuito, nonché il rispetto dell'autonomia e della capacità di ogni persona di prendere decisioni libere e informate sul proprio corpo e sulla propria vita, sono condizioni essenziali per conseguire l'uguaglianza di genere, sociale ed economica; che l'accesso equo all'assistenza all'aborto consente alle donne di esercitare un maggiore controllo sul proprio corpo e ne rafforza la capacità di migliorare il loro benessere economico;

T.

considerando che la parità di genere, l'eliminazione della povertà e dello sfruttamento generalizzati, così come la garanzia di una vita sana e del benessere per tutti sono obiettivi fondamentali stabiliti rispettivamente negli OSS 5, 1 e 3; che, più specificamente, la garanzia all'accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e l'eliminazione di tutte le forme di violenza e delle pratiche dannose contro le donne e le ragazze sono obiettivi degli OSS 3 e 5; che tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, compresi gli Stati Uniti e gli Stati membri dell'UE, hanno assunto doveri, impegni e obblighi per rispettare e promuovere tali OSS e i loro obiettivi;

1.

condanna fermamente la regressione in materia di diritti delle donne e di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti a livello mondiale, anche negli Stati Uniti e in alcuni Stati membri dell'UE; rammenta che la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti sono diritti umani fondamentali che dovrebbero essere tutelati e rafforzati, e non possono in alcun modo essere indeboliti o revocati; esprime in particolare profonda preoccupazione in merito alla misura in cui tali divieti contribuiranno al trauma delle vittime di stupri e incesti;

2.

esprime piena solidarietà e sostegno alle donne e alle ragazze negli Stati Uniti, nonché a coloro che sono coinvolti nella prestazione e nella promozione del diritto e dell'accesso all'assistenza legale e sicura all'aborto in circostanze così difficili;

3.

ricorda alla Corte suprema degli Stati Uniti l'importanza di sostenere la storica decisione Roe v. Wade (1973) e la protezione costituzionale del diritto all'aborto che ne è derivata negli Stati Uniti;

4.

condanna fermamente qualsiasi regressione in tema di diritti umani e diritti costituzionali; chiede che si intervenga per salvaguardare il diritto all'aborto sicuro e legale negli Stati Uniti e che gli Stati Uniti si astengano da qualsiasi passo indietro; invita le autorità statunitensi competenti a tutti i livelli, in linea con gli orientamenti dell'OMS in materia di assistenza all'aborto, a depenalizzare completamente l'accesso e la prestazione dei servizi di aborto, a garantire servizi di salute sessuale e riproduttiva sicuri, legali, gratuiti e di alta qualità nei loro territori e a renderli facilmente accessibili a tutte le donne e le ragazze;

5.

invita il governo dello Stato del Texas ad abrogare rapidamente la legge 8 del Senato; invita i governi degli Stati di Idaho e Oklahoma ad abrogare le loro leggi analoghe, tra cui la legge HB 4327 (Oklahoma); invita tutti i 26 Stati degli Stati Uniti che hanno approvato cosiddette leggi «ad innesco», codici e altre misure in materia di divieti e restrizioni all'aborto ad abrogarli e a garantire che la loro legislazione sia in linea con i diritti umani delle donne tutelati a livello internazionale e con le norme internazionali in materia di diritti umani;

6.

esprime profonda preoccupazione per il fatto che i divieti e le altre restrizioni all'aborto colpiscono in modo sproporzionato le donne in condizioni di povertà, in particolare le donne che sono vittime di discriminazioni razziali, comprese le donne nere, le donne ispaniche e indigene, nonché le donne provenienti dalle zone rurali, le persone LGBTIQ, le donne con disabilità, le adolescenti, le donne migranti, comprese le migranti irregolari, e le famiglie monoparentali con un capofamiglia donna; sottolinea che le donne che, a causa di ostacoli finanziari o logistici, non possono permettersi di recarsi in cliniche per la salute riproduttiva di Stati o paesi vicini, corrono maggiori rischi di subire procedure non sicure e potenzialmente letali, e di essere costrette a portare a termine la gravidanza contro la propria volontà, il che costituisce una violazione dei diritti umani e una forma di violenza di genere (19);

7.

accoglie con favore il fatto che la legge federale sulla salute e la protezione delle donne (WHPA), volta a tutelare il diritto all'assistenza all'aborto in tutti gli Stati Uniti, sia stata approvata dalla Camera dei rappresentanti, ma si rammarica profondamente del fatto che non sia stata approvata al Senato; invita il governo degli Stati Uniti e/o le altre autorità statunitensi competenti a rispettare, adempiere e proteggere i diritti umani delle donne e delle ragazze, compresi i loro diritti alla vita, alla riservatezza, alla salute e all'uguaglianza e alla non discriminazione, così come la loro libertà dalla discriminazione, dalla violenza e dalla tortura o da trattamenti crudeli, disumani e degradanti, istituendo e sostenendo tutele giuridiche federali per l'accesso a servizi per la salute sessuale e riproduttiva sicuri, legali e di alta qualità, compreso l'aborto, per tutte le donne e le ragazze;

8.

incoraggia il Presidente Joe Biden e la sua amministrazione a intensificare gli sforzi e a continuare a sostenere il diritto all'aborto, e lo esorta a garantire l'accesso all'aborto sicuro e legale; incoraggia il governo degli Stati Uniti a compiere ulteriori sforzi per garantire che l'aborto e la contraccezione siano integrati nella prestazione di informazioni, istruzione e servizi adeguati all'età e completi in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti e che siano accessibili a tutti; accoglie con favore il fatto che i finanziamenti degli Stati Uniti siano stati ripristinati all'UNFPA, l'agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva, e invita il governo degli Stati Uniti e/o le altre autorità statunitensi competenti a continuare a sostenere la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, e a farlo in seno alle Nazioni Unite e in altri fori multilaterali;

9.

esorta il governo degli Stati Uniti e/o le altre autorità statunitensi competenti a garantire adeguate tutele federali, costituzionali e statutarie per il diritto di porre fine a una gravidanza, ed esorta inoltre il governo statunitense a depenalizzare completamente l'aborto, il che richiede non solo di porre fine alla criminalizzazione delle donne, delle ragazze e di altre persone in stato di gravidanza, dei prestatori di assistenza sanitaria e di altre persone che prestano assistenza mediante servizi di aborto, ma anche di sopprimere l'aborto dalle leggi penali statali e di abrogare tutte le altre leggi, politiche e pratiche punitive;

10.

incoraggia fermamente il governo degli Stati Uniti e/o le altre autorità statunitensi competenti a rimuovere altresì tutti gli ostacoli ai servizi di aborto, compresi il consenso o la notifica di terzi, i periodi di attesa obbligatori e l'autorizzazione del giudice o di esperti sanitari, e a garantire un accesso tempestivo all'assistenza all'aborto in tutto il paese; invita il governo degli Stati Uniti a garantire che il servizio sia fornito senza discriminazioni, vessazioni, coercizioni, paure o intimidazioni, nel debito rispetto della vita privata delle donne e della riservatezza, e con la dovuta tutela e rispetto nei confronti dei prestatori di assistenza sanitaria;

11.

invita il governo degli Stati Uniti e/o le altre autorità statunitensi competenti a regolamentare il rifiuto dei prestatori di assistenza sanitaria di fornire servizi di aborto legittimi, anche sulla base dell'obiezione di coscienza, in modo da non negare alle donne l'accesso all'aborto;

12.

esprime preoccupazione per la raccolta e l'uso improprio dei dati sulle persone che cercano servizi di aborto; invita il governo degli Stati Uniti a garantire che le leggi e le politiche in materia di protezione dei dati siano in linea con le norme internazionali in materia di diritti umani e a garantire che il trattamento di informazioni personali sensibili, come i dati e le informazioni attinenti alla salute, rispetti i diritti delle persone fisiche e si basi sul loro consenso libero, specifico, informato ed esplicito alla raccolta e al trattamento dei dati personali; invita i servizi di distribuzione digitale a garantire che tutte le applicazioni rispettino le leggi in materia di utilizzo e protezione dei dati;

13.

riconosce il ruolo svolto dalle ONG quali fornitori di servizi e sostenitori della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti negli Stati Uniti e le incoraggia a proseguire il loro lavoro; sostiene che dette ONG necessitano di finanziamenti adeguati per poter operare; sottolinea che i servizi forniti da tali ONG rispondono alle esigenze e ai diritti umani delle donne e delle ragazze; evidenzia che il loro operato non può sostituire la responsabilità dello Stato di garantire l'accesso a servizi di aborto pubblici, legali e sicuri;

14.

invita il governo degli Stati Uniti ad adottare le misure necessarie per garantire il sostegno sociale, in particolare nei casi di famiglie costituite da madri sole e gravidanze in età adolescenziale, anche mediante servizi universali di assistenza all'infanzia e assistenza sanitaria;

15.

invita il governo degli Stati Uniti a firmare e ratificare tutte le convenzioni e i protocolli restanti (20) delle Nazioni Unite e regionali in materia di diritti umani, compresa la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna del 1979;

16.

esprime profonda preoccupazione per le potenziali conseguenze per i diritti delle donne in tutto il mondo qualora la Corte suprema degli Stati Uniti dovesse revocare la sentenza Roe v. Wade; esprime profonda apprensione per la possibilità di un effetto dissuasivo sulla priorità e il finanziamento dei servizi connessi alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, i quali sono già stati abbondantemente trascurati e sottofinanziati sia negli Stati Uniti che a livello mondiale; sottolinea con preoccupazione che nei paesi fortemente dipendenti dagli aiuti degli Stati Uniti per i programmi di sanità pubblica, la revoca di detta sentenza potrebbe incidere sull'impegno di tali governi a favore dei servizi di aborto e di altri diritti riproduttivi;

17.

accoglie con favore i recenti sviluppi positivi per quanto riguarda il diritto all'aborto in Argentina, Messico, Ecuador, Colombia e Cile, che segnano importanti passi avanti in Sud America in materia di diritti delle donne, come pure in altri paesi del mondo, come l'Angola, l'India, il Kenya, la Nuova Zelanda, l'Irlanda del Nord, la Corea del Sud e la Thailandia;

18.

pone in rilievo l'importanza di garantire la partecipazione delle donne e delle ragazze alla formulazione delle leggi e delle politiche che le riguardano e che interessano i loro diritti umani, compresa la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, in particolare l'assistenza all'aborto, nonché di offrire loro giustizia e mezzi di ricorso in caso di violazione dei loro diritti;

19.

pone l'accento sul mancato accesso alla contraccezione e sulle attuali esigenze insoddisfatte (21); sottolinea che sulle donne grava una responsabilità sproporzionata per quanto riguarda la contraccezione, che dovrebbe essere condivisa con gli uomini; evidenzia, a tale proposito, la necessità di sviluppare e promuovere la contraccezione maschile nell'ottica di ridurre il numero di gravidanze indesiderate; sottolinea che dovrebbe essere conferita priorità alla lotta contro la violenza sessuale e a un'educazione sessuale e relazionale che sia universale, completa, consona all'età e basata su dati concreti, a una gamma di metodi contraccettivi e relative forniture di alta qualità, accessibili, sicuri, a prezzi abbordabili e, ove opportuno, gratuiti, nonché alla consulenza in materia di pianificazione familiare e ai servizi sanitari;

20.

invita l'UE e i suoi Stati membri ad offrire tutto il sostegno possibile, anche di natura finanziaria, alle organizzazioni della società civile aventi sede negli Stati Uniti che proteggono, promuovono e forniscono servizi connessi alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti nel paese, come espressione del loro impegno incrollabile a favore di tali diritti; invita altresì gli Stati membri a offrire un rifugio sicuro a tutti i professionisti del settore medico che potrebbero essere a rischio di persecuzione giudiziaria o di altre forme di vessazione a causa del loro legittimo lavoro di assistenza all'aborto;

21.

chiede che il Servizio europeo per l'azione esterna, la Commissione e tutti gli Stati membri dell'UE si avvalgano di tutti gli strumenti a loro disposizione per rafforzare le azioni volte a contrastare il regresso dei diritti delle donne e dei loro diritti sessuali e riproduttivi, anche compensando qualsiasi eventuale riduzione dei finanziamenti degli Stati Uniti a favore della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti a livello mondiale, nonché assicurando un forte sostegno e conferendo priorità all'accesso universale all'aborto sicuro e legale e ad altri diritti sessuali e riproduttivi nelle loro relazioni esterne;

22.

invita l'UE e i suoi Stati membri a esortare il governo statunitense a istituire tutele giuridiche federali per il diritto all'aborto e a sollevare tali questioni relative ai diritti umani nelle loro relazioni con gli Stati Uniti a tutti i livelli e in tutti i consessi internazionali pertinenti, sottolineando che esse costituiscono una forma di violenza contro le donne e le ragazze; invita inoltre la delegazione dell'UE negli Stati Uniti a conferire priorità alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti nel suo impegno con le autorità statunitensi competenti e nell'attuazione locale del GAP III;

23.

chiede che l'UE e i suoi Stati membri sostengano fermamente la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti per tutti, anche promuovendo tutele giuridiche rafforzate all'interno dei confini dell'UE e l'eliminazione degli ostacoli all'esercizio di tali diritti;

24.

invita l'UE e i suoi Stati membri a inserire il diritto all'aborto nella Carta;

25.

chiede che il Servizio europeo per l'azione esterna, le delegazioni dell'UE e le ambasciate degli Stati membri in tutto il mondo raggiungano e proteggano in modo proattivo i difensori dei diritti umani che si occupano di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, in particolare nei paesi in cui sono imposte restrizioni al diritto e all'accesso all'aborto;

26.

invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani e la commissaria responsabile per l'uguaglianza di genere a valutare, in caso di revoca della sentenza Roe v. Wade, la possibilità di condannare e denunciare tale violazione dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne e del loro diritto all'assistenza sanitaria, nonché l'incertezza giuridica che ne deriverà, nei loro scambi con funzionari statunitensi;

27.

sottolinea che, in linea con la piattaforma d'azione di Pechino e il programma d'azione dell'ICPD, è necessario tutelare il diritto di ciascun individuo all'integrità e all'autonomia fisiche e garantire l'accesso ai servizi essenziali che danno attuazione a tale diritto; evidenzia che l'accesso all'assistenza sanitaria è un diritto umano fondamentale e che lo Stato ha l'obbligo di fornire e garantire a tutti l'assistenza sanitaria; chiede di integrare nelle strategie, nelle politiche e nei programmi nazionali relativi alla copertura sanitaria universale un ampio approccio globale all'interno del pacchetto essenziale per la salute sessuale e riproduttiva, comprese misure volte a prevenire ed evitare aborti non sicuri e clandestini, così come la fornitura di assistenza post-aborto; deplora il fatto che l'assistenza sanitaria non sia accessibile a tutti negli Stati Uniti; ricorda che la povertà è strettamente legata al proseguimento forzato e obbligato della gravidanza e alla mancanza di un aborto sicuro e legale;

28.

ribadisce che l'aborto deve sempre essere una decisione volontaria fondata sulla richiesta di una persona e sulla sua spontanea volontà, in linea con le norme mediche e la disponibilità, l'accessibilità (anche sul piano economico) e la sicurezza, sulla base degli orientamenti dell'OMS; invita gli Stati membri a garantire l'accesso universale all'aborto sicuro e legale e il rispetto del diritto alla libertà, alla riservatezza e alla migliore assistenza sanitaria possibile;

29.

esorta gli Stati membri a depenalizzare l'aborto e a eliminare e combattere gli ostacoli all'aborto sicuro e legale e all'accesso all'assistenza sanitaria e ai servizi sessuali e riproduttivi; invita gli Stati membri a garantire l'accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti, a servizi e forniture di assistenza sanitaria prenatale e materna, alla pianificazione familiare volontaria, alla contraccezione e a servizi adatti ai giovani, nonché alla prevenzione, al trattamento, all'assistenza e al sostegno nella lotta all'HIV, senza discriminazione alcuna;

30.

si rammarica del fatto che, in alcuni casi, la prassi comune negli Stati membri consenta al personale medico, e talvolta a interi istituti medici, di rifiutarsi di fornire servizi sanitari sulla base dell'obiezione di coscienza, il che porta alla negazione dell'assistenza all'aborto per motivi religiosi o di coscienza e mette a repentaglio la vita e i diritti delle donne; osserva che spesso si invoca l'obiezione di coscienza anche in situazioni in cui qualsiasi ritardo potrebbe mettere in pericolo la vita o la salute della paziente;

31.

esorta la Commissione ad avvalersi appieno delle sue competenze nel settore della politica sanitaria e a fornire sostegno agli Stati membri nel garantire un accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti nel quadro del programma «UE per la salute» per il periodo 2021-2027, nel promuovere l'informazione e l'istruzione in materia di salute, nel rafforzare i sistemi sanitari nazionali e la convergenza verso l'alto delle norme sanitarie al fine di ridurre le disuguaglianze sanitarie all'interno degli Stati membri e tra di essi, nonché nell'agevolare lo scambio di migliori pratiche tra gli Stati membri in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti; invita gli Stati membri a compiere progressi verso una copertura sanitaria universale, per la quale la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti sono essenziali;

32.

incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, al Presidente degli Stati Uniti d'America e alla sua amministrazione, al Congresso degli Stati Uniti e alla Corte suprema degli Stati Uniti.

(1)  https://www.politico.com/news/2022/05/02/supreme-court-abortion-draft-opinion-00029473

(2)  GU C 132 del 24.3.2022, pag. 189.

(3)  GU C 81 del 18.2.2022, pag. 43.

(4)  GU C 205 del 20.5.2022, pag. 44.

(5)  GU C 449 del 23.12.2020, pag. 102.

(6)  GU C 465 del 17.11.2021, pag. 160.

(7)  Testi approvati, P9_TA(2022)0206.

(8)  https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/abortion

(9)  Relazione UNFPA sullo stato della popolazione mondiale, Seeing the Unseen: The case for action in the neglected crisis of unintended pregnancy (Scorgere l'invisibile: la necessità di affrontare la crisi dimenticata delle gravidanze indesiderate), marzo 2022.

(10)  https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/abortion

(11)  https://ncpolicywatch.com/2022/05/05/study-shows-an-abortion-ban-may-lead-to-a-21-increase-in-pregnancy-related-deaths/

(12)  Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, osservazione generale n. 20 del 6 dicembre 2016 sull'attuazione dei diritti del bambino durante l'adolescenza, paragrafo 60.

(13)  https://www.vice.com/en/article/m7vzjb/location-data-abortion-clinics-safegraph-planned-parenthood

(14)  https://reproductiverights.org/maps/worlds-abortion-laws/

(15)  https://search.coe.int/cm/Pages/result_details.aspx?ObjectId=0900001680687bdc; http://www.refreg.ep.parl.union.eu/RegData/etudes/BRIE/2018/608853/IPOL_BRI(2018)608853_EN.pdf

(16)  https://www.roda.hr/en/news/support-for-accessible-safe-and-legal-termination-of-pregnancy-in-croatia.html

(17)  https://view.officeapps.live.com/op/view.aspx?src=https%3A%2F%2Fwww.ohchr.org%2Fsites%2Fdefault%2Ffiles%2FHRBodies%2FHRC%2FRegularSessions%2FSession35%2FDocuments%2FA_HRC_35_23_AUV.docx&wdOrigin=BROWSELINK

(18)  https://www.ohchr.org/en/statements/2021/09/united-states-un-experts-denounce-further-attacks-against-right-safe-abortion

(19)  https://www.ohchr.org/Documents/Issues/Women/WRGS/SexualHealth/ INFO_Abortion_WEB.pdf

(20)  Compresi, tra l'altro, il Protocollo opzionale alla Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (1999), la Convenzione americana sui diritti dell'uomo (1969), il Protocollo addizionale alla Convenzione americana sui diritti dell'uomo nel campo dei diritti economici, sociali e culturali (1988), il Protocollo alla Convenzione americana sui diritti dell'uomo sull'abolizione della pena di morte (1990), il primo e il secondo Protocollo opzionale al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (rispettivamente 1966 e 1989), il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali (1966), il Protocollo opzionale al Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali (2008), il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti (2002), la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (1989), il Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti del fanciullo relativo a una procedura di comunicazione (2011), la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (1990), la Convenzione relativa allo status dei rifugiati (1951), la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate (2006), la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (2006) e il Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (2006).

(21)  Relazione UNFPA sulla situazione della popolazione mondiale, «Seeing the Unseen: The case for action in the neglected crisis of unintended pregnancy» (Scorgere l'invisibile: la necessità di affrontare la crisi dimenticata delle gravidanze indesiderate), 30 marzo 2022.