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6.9.2022 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 342/276 |
P9_TA(2022)0048
Priorità dell'UE per la 66a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile
Risoluzione del Parlamento europeo del 17 febbraio 2022 sulle priorità dell'UE in vista della 66a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile (2022/2536(RSP))
(2022/C 342/19)
Il Parlamento europeo,
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visti la 66a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile e il suo tema prioritario «conseguire l'uguaglianza di genere e l'emancipazione di tutte le donne e le ragazze nel contesto delle politiche e dei programmi in materia di cambiamenti climatici, ambiente e riduzione del rischio di catastrofi», come anche il relativo progetto di conclusioni, |
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visti la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino, del 15 settembre 1995, e gli esiti delle relative conferenze di revisione, |
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vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 1979 sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, |
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visti gli articoli 21 e 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, |
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vista l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, il principio del «non lasciare indietro nessuno», in particolare l'obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) 1, che mira a porre fine alla povertà, l'OSS 3, che mira a garantire alle persone la salute e il benessere, l'OSS 5, che mira a raggiungere l'uguaglianza di genere e a migliorare le condizioni di vita delle donne, l'OSS 8, che mira a realizzare una crescita economica sostenibile, e l'OSS 13, che mira ad adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e il loro impatto, |
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visto l'accordo adottato in occasione della 21a conferenza delle parti (COP21) della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) svoltasi il 12 dicembre 2015 a Parigi (accordo di Parigi), |
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vista la sua risoluzione del 24 giugno 2021 sul 25o anniversario della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD25) (vertice di Nairobi) (1), |
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vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2018 sulle donne, le pari opportunità e la giustizia climatica (2), |
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vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2020 sull'uguaglianza di genere nella politica estera e di sicurezza dell'UE (3), |
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visto il piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna 2021-2025 (GAP III), |
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vista la strategia dell'UE per la parità di genere 2020-2025, del 5 marzo 2020, |
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vista la sua risoluzione del 24 giugno 2021 sulla situazione della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell'UE, nel quadro della salute delle donne (4), |
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viste le conclusioni sul genere e i cambiamenti climatici adottate in occasione della 26a conferenza delle parti (COP26) dell'UNFCCC che si è tenuta a Glasgow dal 31 ottobre al 6 novembre 2021, |
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visto l'articolo 157, paragrafo 4, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, |
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visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento, |
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A. |
considerando che la parità tra uomini e donne è un principio fondamentale dell'UE sancito dal trattato sull'Unione europea e dalla Carta dei diritti fondamentali; che il gender mainstreaming costituisce pertanto uno strumento importante nell'integrazione di questo principio in tutte le politiche, le misure e le azioni dell'UE, ivi compresa l'azione esterna; |
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B. |
considerando che 189 governi di tutto il mondo, tra cui l'Unione europea e i suoi Stati membri, si sono impegnati ad adoperarsi a favore della parità di genere e dell'emancipazione di tutte le donne e le ragazze in occasione della quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne tenutasi a Pechino nel 1995; |
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C. |
considerando che la piattaforma d'azione di Pechino del 1995 ha definito chiaramente il nesso tra il genere, l'ambiente e lo sviluppo sostenibile, e ha sostenuto che le donne devono svolgere un ruolo strategico nello sviluppo di modelli di consumo e di produzione sostenibili e rispettosi dell'ambiente, e che esse devono partecipare su base paritaria al processo decisionale in materia di ambiente a tutti i livelli; |
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D. |
considerando che gli OSS riconoscono il nesso tra il conseguimento della parità di genere e tutti gli OSS, compreso l'OSS 13 in materia di cambiamenti climatici, prevedendo la possibilità di affrontare alla radice le cause del divario di genere e di rafforzare così la resilienza delle donne ai cambiamenti climatici; |
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E. |
considerando che la disparità di genere, associata alle crisi e alle catastrofi climatiche e ambientali, è una delle più importanti sfide del nostro tempo, con una dimensione transfrontaliera che interessa l'intero pianeta e ha un impatto sproporzionato sulle donne in tutta la loro diversità, in particolare quelle che subiscono discriminazioni intersezionali e che si trovano in situazioni di emarginazione e in contesti di conflitto; |
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F. |
considerando che le donne, in tutta la loro diversità, si trovano in una situazione più vulnerabile e affrontano rischi e oneri maggiori derivanti dagli effetti dei cambiamenti climatici e delle catastrofi ambientali e naturali per motivi vari, che vanno dalla disparità di accesso alle risorse, all'istruzione, alle opportunità di lavoro e ai diritti fondiari, fino alle norme sociali e culturali prevalenti e alle loro diverse esperienze di discriminazione intersezionale; |
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G. |
considerando che la crisi senza precedenti causata dalla pandemia di COVID-19 e i suoi molteplici effetti sulla società, tra cui l'approfondimento di disuguaglianze sociali e di genere preesistenti, possono incidere negativamente sulla messa in atto di un'azione per il clima efficace e attenta alle problematiche di genere; |
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H. |
considerando che i cambiamenti climatici si verificano a livello globale, ma hanno un impatto maggiormente distruttivo sui paesi e sulle comunità meno responsabili del riscaldamento globale; che coloro che dispongono di minori risorse finanziarie per adattarsi saranno colpiti più duramente e risentiranno maggiormente degli impatti dei cambiamenti climatici; |
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I. |
considerando che i cambiamenti climatici determinano un aumento degli sfollamenti, dal momento che le persone sono obbligate a lasciare le loro case in via temporanea o permanente quando l'ambiente diventa invivibile; che, in media, dal 2010 a questa parte, 21,5 milioni di persone sono sfollati ogni anno a causa di catastrofi legate al clima; che, secondo dati delle Nazioni Unite, le donne e le ragazze rappresentano l'80 % delle persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici, nonché le più colpite dalle temperature estreme e dalle calamità naturali; |
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J. |
considerando che gli effetti avversi dei cambiamenti climatici e relative ripercussioni negative sulla situazione socioeconomica possono portare a gravi violazioni dei diritti fondamentali delle donne e delle ragazze — in particolare per gli sfollati interni, i migranti e i richiedenti asilo — come l'aumento dei rischi di violenza sessuale e di genere, lo sfruttamento e la tratta di esseri umani, i matrimoni forzati, il prelievo di organi e le conseguenze che risultano dal fatto di avere un accesso limitato all'assistenza sanitaria, compresi i servizi per la salute riproduttiva e mentale; |
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K. |
considerando che la parità di genere e i diritti delle donne sono diritti umani nonché un prerequisito per lo sviluppo sostenibile, la gestione efficiente delle sfide climatiche, la pace e la stabilità ambientali, e il conseguimento di una transizione equa e giusta che non lasci indietro nessuno; che tutte le azioni per il clima devono includere prospettive di genere e intersezionali, e garantire la partecipazione paritaria delle donne, in tutta la loro diversità, negli organi decisionali a ogni livello; |
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L. |
considerando che la disparità di partecipazione delle donne ai processi decisionali e ai mercati del lavoro aggrava le disuguaglianze e spesso impedisce loro di contribuire e di partecipare pienamente all'elaborazione, alla pianificazione e all'attuazione delle politiche relative ai cambiamenti climatici e ai rischi ambientali e di catastrofi; |
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M. |
considerando che una transizione giusta attenta alla dimensione di genere ha il potenziale di creare posti di lavoro dignitosi per le donne; che le donne devono ancora affrontare ostacoli strutturali e culturali alla partecipazione a tutti gli aspetti della realizzazione della transizione energetica e climatica; che, in termini di occupazione, il settore energetico rimane uno dei settori dell'economia a livello globale con maggiori squilibri di genere; |
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N. |
considerando che le donne, in particolare quelle che sono genitore unico, quelle che subiscono discriminazioni intersezionali e quelle che hanno superato l'età pensionabile, sono colpite in modo sproporzionato sia dai cambiamenti climatici che dalla povertà; che le donne, in tutta la loro diversità, hanno anche maggiori probabilità di trovarsi in condizioni di povertà energetica in un determinato momento della loro vita; che la transizione ecologica dovrebbe tenere conto anche della dimensione sociale e di genere; |
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O. |
considerando che molte aziende agricole di piccole dimensioni appartengono a donne che saranno colpite in modo sproporzionato dai cambiamenti climatici e da eventi meteorologici più estremi, che porteranno a carenze di cibo e di acqua rendendole più esposte alla malnutrizione; |
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P. |
considerando che l'accordo di Parigi stabilisce che le parti, al momento di intraprendere azioni volte ad affrontare i cambiamenti climatici ai fini dell'attuazione dell'accordo, dovrebbero considerare i loro rispettivi obblighi in termini, tra l'altro, di diritti umani e parità di genere; |
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Q. |
considerando che le donne devono svolgere ruoli più preminenti nel settore dei cambiamenti climatici in quanto leader, rappresentanti elette, professioniste e operatrici tecniche del cambiamento; che le donne sono ancora sottorappresentate negli organi decisionali in materia di cambiamenti climatici a livello nazionale negli Stati membri dell'UE e a livello di Unione europea, compreso il Parlamento europeo, e costituiscono solo il 32 % della forza lavoro nel settore delle energie rinnovabili a livello mondiale (5); |
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R. |
considerando che la dimensione di genere dei cambiamenti climatici è riconosciuta nella strategia dell'UE per la parità di genere 2020-2025; che il GAP III comprende per la prima volta un settore prioritario in materia di cambiamenti climatici e ambiente; che la politica climatica dell'UE può avere un notevole impatto sulla tutela dei diritti umani e la promozione a livello globale di politiche climatiche sensibili al genere; |
Conseguire l'uguaglianza di genere e l'emancipazione di tutte le donne e le ragazze nel contesto delle politiche e dei programmi in materia di cambiamenti climatici, ambiente e riduzione del rischio di catastrofi
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1. |
rivolge al Consiglio le seguenti raccomandazioni:
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2. |
incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani. |
(1) Testi approvati, P9_TA(2021)0315.
(2) GU C 458 del 19.12.2018, pag. 34.
(3) GU C 404 del 6.10.2021, pag. 202.
(4) Testi approvati, P9_TA(2021)0314.
(5) Briefing dell'EPRS, La piattaforma d'azione di Pechino: riesame dei 25 anni e priorità future, 27 febbraio 2020, disponibile all'indirizzo: https://www.europarl.europa.eu/thinktank/it/document.html?reference=EPRS_BRI(2020)646194