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16.3.2023 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 100/68 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Transizione digitale nella regione euromediterranea»
(parere d’iniziativa)
(2023/C 100/10)
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Relatrice: |
Dolores SAMMUT BONNICI |
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Decisione dell’Assemblea plenaria |
20.1.2022 |
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Base giuridica |
Articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento interno |
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Parere d’iniziativa |
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Sezione competente |
Relazioni esterne |
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Adozione in sezione |
16.11.2022 |
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Adozione in sessione plenaria |
14.12.2022 |
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Sessione plenaria n. |
574 |
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Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
181/0/3 |
1. Conclusioni
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1.1. |
La transizione digitale sta rivoluzionando ogni aspetto della vita, creando vantaggi significativi in termini di efficienza e possibilità che consentono agli utenti di condurre una vita più appagante. Essa è considerata come un pilastro della resilienza nel periodo successivo alla crisi della COVID-19 e ha registrato un’accelerazione esponenziale dall’inizio della pandemia, in particolare con le azioni dell’UE nel settore digitale, che la strategia di mitigazione della COVID-19 ha dimostrato essere efficaci. |
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1.2. |
I benefici della digitalizzazione sono noti in determinati settori quali istruzione online, sanità elettronica, pubblica amministrazione elettronica, industria agricola, giustizia elettronica e automazione del sistema bancario. Molti governi nella regione mediterranea promuovono tali settori, ma gli sforzi profusi non sono omogenei in tutta la regione e potrebbero determinare un divario digitale ancora più profondo tra i vari paesi. Pertanto la fornitura di infrastrutture a sostegno di tali tecnologie è fondamentale. |
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1.3. |
Il divario digitale in termini di accesso e utilizzo esiste non solo tra i diversi paesi del Mediterraneo, ma anche all’interno dei paesi nella regione, a svantaggio delle zone rurali e remote, dei lavoratori informali, delle donne e degli anziani. Pertanto, per evitare di aggravare le disuguaglianze esistenti, è fondamentale profondere sforzi al fine di colmare il divario digitale, sia a livello regionale che nazionale. |
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1.4. |
La connettività digitale sta diventando un diritto per ogni essere umano. La tabella di marcia del segretario generale delle Nazioni Unite per la cooperazione digitale ha già introdotto una serie di obiettivi per il 2030. Per contro, il «diritto alla disconnessione» è una questione dibattuta e una realtà in diversi paesi europei. |
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1.5. |
Le competenze digitali sono indispensabili e dovrebbero quindi essere integrate nei programmi di formazione rivolti ai giovani nella regione, dati gli altissimi tassi di disoccupazione giovanile. Una politica del mercato del lavoro efficace nella regione punterà a fare dei giovani non solo utilizzatori, ma anche produttori di tecnologie. Sia l’occupazione che l’imprenditorialità in quest’ambito costituiscono percorsi professionali molto promettenti. |
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1.6. |
È indispensabile disporre di un solido quadro giuridico al fine di proteggere gli utenti dai rischi digitali quali gli attacchi informatici, e di garantire che i meccanismi di protezione dei dati rispettino i diritti umani relativi alla protezione della vita privata nell’ambiente digitale. L’indice di cibersicurezza fornito dall’Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) misura l’impegno dei paesi a favore della cibersicurezza a livello globale. L’indice mostra, in generale, livelli di sicurezza più elevati nella regione del Mediterraneo settentrionale, mentre l’Egitto ottiene i migliori risultati tra i paesi del Mediterraneo meridionale. |
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1.7. |
Tale quadro è inoltre necessario per garantire un mercato digitale equo e competitivo tenendo conto dei giganti digitali. Vi è un divario significativo nell’ambito del quadro giuridico digitale dei paesi nel Mediterraneo settentrionale e meridionale. Si può sottolineare l’assenza di un’autorità indipendente incaricata di promuovere la transizione digitale nella regione del Mediterraneo meridionale. |
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1.8. |
Il CESE sottolinea esplicitamente che le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e le convenzioni fondamentali dell’OIL devono essere attuate in modo ambizioso in tutti gli Stati della regione mediterranea, affinché la transizione digitale possa realmente contribuire a uno sviluppo ecologico, economico e sociale prospero. |
2. Introduzione
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2.1. |
La transizione digitale ha implicazioni per ogni aspetto della nostra vita, dal consumo al lavoro, fino a includere la produzione. In risposta alla pandemia globale di COVID-19, negli ultimi anni si è osservata un’accelerazione senza precedenti di tale transizione; poiché la digitalizzazione è considerata uno dei principali pilastri della ripresa su entrambe le sponde del Mediterraneo, le persone adottano strumenti digitali più rapidamente che mai. Il telelavoro e il lavoro a distanza stanno diventando una realtà e il commercio elettronico e l’economia delle piattaforme stanno crescendo a un ritmo senza precedenti, fattore che compensa le chiusure delle imprese dovute alla pandemia. Nel frattempo, questa rapida trasformazione può dare nuovamente adito all’aggravarsi delle disparità, poiché i gruppi della popolazione più vulnerabili confrontati con l’esclusione digitale sono coloro che sono stati colpiti più duramente dalla pandemia. |
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2.2. |
Le principali finalità del presente documento sono le seguenti:
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3. Contesto
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3.1. |
Attualmente stiamo vivendo un periodo di rapida digitalizzazione e possiamo constatare la presenza di strumenti digitali in ogni aspetto della nostra vita, compresi, tra l’altro, salute, lavoro, governance, istruzione e gestione di un’impresa. Nel nuovo mondo del lavoro le competenze digitali sono essenziali per garantire opportunità di occupazione, e sono ricompensate con redditi più elevati. L’economia digitale è costituita dai settori chiave delle tecnologie dell’informazione (IT) e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) quali produzione di hardware, consulenza software e informatica, servizi di informazione e telecomunicazione; dall’economia digitale di portata limitata che include i servizi digitali e l’economia delle piattaforme; e dall’economia digitalizzata di ampia portata che tiene conto delle imprese elettroniche, del commercio elettronico, dell’automazione industriale Industria 4.0, dell’agricoltura di precisione e dell’economia algoritmica, in un contesto in cui l’economia della partecipazione e l’economia dei lavori su richiesta sono in prima linea nell’economia digitale (1). |
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3.2. |
La digitalizzazione era in ascesa anche prima della pandemia di COVID-19, e le principali tendenze recenti nelle tecnologie digitali si sono delineate nei settori del blockchain, dell’analisi dei dati, dell’intelligenza artificiale (IA), della stampa tridimensionale (3D), dell’Internet delle cose, dell’automazione e della robotica, del cloud computing (2), nonché dei sistemi di tracciamento e monitoraggio remoto. |
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3.3. |
Questa tendenza verso la rapida adozione di strumenti e tecnologie digitali è stata definita «Quarta rivoluzione industriale», la quale presenta un potenziale straordinario per aumentare il reddito globale e migliorare la qualità di vita. |
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3.4. |
Inoltre, in uno scenario in cui oltre il 30 % della popolazione in tutto il mondo utilizza le piattaforme di social media, la digitalizzazione può essere considerata un’arma a doppio taglio, che può accrescere la coesione sociale e unire diverse realtà culturali, oppure può fungere da strumento di diffusione di idee e ideologie estremiste, e di notizie false. |
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3.5. |
Il numero di persone che utilizzano Internet ha registrato un incremento negli ultimi decenni nella regione in questione, raggiungendo fino al 93,2 % della popolazione in Spagna nel 2020, il 90,8 % a Cipro, il 90,1 % in Israele, l’86,9 % a Malta, l’86,6 % in Slovenia, l’84,1 % in Marocco, il 77,7 % in Turchia, il 77,6 % in Montenegro e il 71,9 % in Egitto. La percentuale più bassa nella regione è stata registrata in Algeria, in cui era coperto il 49 % della popolazione nel 2018 (ultimi dati disponibili: World Telecommunication/ICT Indicators database dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT). Tali cifre non fanno che mettere in rilievo la disparità in termini di accesso digitale all’interno della regione. Va osservato che, a livello nazionale, le zone rurali e remote hanno livelli di connettività molto inferiori. |
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3.6. |
Gli Stati membri dell’UE che si affacciano sul Mediterraneo hanno approvato la transizione digitale e hanno potenziato le loro politiche virtuali, compreso il mercato unico digitale (3) e il programma Europa digitale (4). La comunicazione sul decennio digitale europeo è stata pubblicata dalla Commissione europea nel marzo 2021; in tale documento si delineano gli obiettivi digitali per il 2030 e una visione per la trasformazione digitale dell’Europa (5). Uno strumento del decennio digitale è la piattaforma Digital for Development (D4D) Hub (6), lanciata nel dicembre 2020, con l’obiettivo di armonizzare e coordinare le iniziative digitali tra gli Stati membri (7). Inoltre, la digitalizzazione costituisce uno dei principali pilastri della nuova agenda per il Mediterraneo, proposta dalla Commissione europea nel febbraio 2021. In particolare, «la nuova agenda mira a una ripresa verde, digitale, resiliente e giusta, ispirata all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, all’accordo di Parigi e al Green Deal europeo» (8). |
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3.7. |
La pandemia di COVID-19 ha avuto implicazioni sul comportamento lavorativo, spingendo le persone verso il lavoro a distanza. Se da un lato il telelavoro presenta una serie di svantaggi, i suoi vantaggi vanno dal minor tempo per gli spostamenti alla riduzione delle emissioni, dagli effetti positivi sull’ambiente a un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata, in particolare per i genitori (9). La capacità di lavoro a distanza differisce tra le due sponde del Mediterraneo. Molti lavoratori provenienti dal sud hanno meno capacità di telelavoro, poiché non hanno la possibilità di accedere agli strumenti necessari, oppure semplicemente perché svolgono lavori che non possono portare a termine a distanza. Al Azzawi (2021) ha elaborato un indice per misurare l’abilità al telelavoro (teleworkability) nei paesi arabi; in tale contesto è stato riscontrato un divario significativo in termini di capacità di telelavoro nell’intera regione. L’autrice conferma che i lavoratori più vulnerabili non hanno la capacità di lavorare da remoto e, dunque, sono stati i più colpiti dalla pandemia (10). L’esperienza fatta dall’Europa per quanto riguarda l’adozione generalizzata del telelavoro mette in risalto l’importanza di disporre di un quadro giuridico per il «diritto alla disconnessione» al fine di rispettare i confini tra vita personale e professionale (11). |
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3.8. |
La digitalizzazione ha portato all’ascesa dell’economia delle piattaforme e del lavoro su richiesta. Sebbene vi siano molte opportunità nell’ambito dell’economia delle piattaforme, essa suscita anche crescenti preoccupazioni in merito alle condizioni di lavoro e, in particolare, alla limitata copertura della sicurezza sociale, alla frammentazione dell’orario di lavoro, ai bassi livelli di reddito e alla lotta per garantire i diritti collettivi (12). A tale riguardo, la dichiarazione del centenario dell'OIL per il futuro del lavoro (2019) chiede politiche e misure per rispondere alle sfide e alle opportunità della trasformazione digitale del lavoro, compreso il lavoro su piattaforma digitale. |
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3.9. |
La rapida evoluzione della transizione digitale, in particolare nella vita economica e lavorativa, ha naturalmente un forte impatto su tutte le strutture socioculturali. Pertanto, durante la primavera araba si è potuto osservare che gli strumenti di comunicazione digitale sono stati utilizzati principalmente per l’organizzazione efficace della resistenza civile e della cooperazione tra attivisti. Tuttavia, ulteriori sviluppi hanno mostrato che nei paesi in cui non sono state create strutture democratiche sostenibili si è nuovamente intensificata la soppressione delle libertà fondamentali, compreso il diritto alla libertà di espressione nei media digitali — nonché dei diritti dei lavoratori — compreso il diritto alla libertà di associazione, che sta diventando ancora più importante nell’economia delle piattaforme e del lavoro su richiesta. Ad esempio, le organizzazioni indipendenti della società civile, come i sindacati, le ONG per i diritti umani o le organizzazioni dei datori di lavoro e i loro attivisti, sono represse semplicemente perché esercitano libertà fondamentali o esprimono opinioni dissenzienti. Inoltre, i siti web di notizie nazionali e internazionali e le organizzazioni indipendenti della società civile vengono ripetutamente bloccati. In alcuni Stati della regione mediterranea le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e le convenzioni dell’OIL sono spesso attuate solo formalmente, ma non correttamente. |
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3.10. |
La digitalizzazione è un fattore determinante per lo sviluppo delle PMI (13). I vantaggi risultanti spaziano dalla riduzione di costi e tempo, al risparmio di risorse e a un aumento dell’efficienza, fino a includere una migliore integrazione della catena di approvvigionamento e una più efficiente differenziazione dei prodotti (14). Il rapporto dell’OCSE sulle previsioni per il 2019 sull’imprenditorialità e le PMI (15) offre un quadro più dettagliato di tali benefici. Un esempio è costituito dall’analisi dei big data che, in combinazione con sensori, app, cloud computing e stampa tridimensionale, consente di ottenere una maggiore personalizzazione. |
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3.11. |
Sebbene vi siano numerosi vantaggi per le PMI derivanti dalla digitalizzazione, tali imprese devono affrontare una serie di ostacoli, di cui uno dei più seri è la mancanza di accesso al finanziamento (16). Il secondo ostacolo principale è la mancanza di accesso alle competenze digitali, all’istruzione e alla formazione, mentre l’adozione di modelli aziendali e di tecnologie digitali richiede investimenti finanziari e competenze digitali all’interno dell’azienda. Un indice di misurazione della preparazione digitale per le PMI è stato elaborato dall’Associazione di economisti della regione euromediterranea (EMEA), sulla base di un sondaggio rivolto alle PMI del Mediterraneo meridionale. L’indice mostra che il livello di preparazione alla trasformazione digitale dipende dalla capacità di infrastruttura, dalle telecomunicazioni e dal progresso tecnologico raggiunto a livello di paese, ma è anche correlato alla capacità delle aziende a livello microeconomico: le imprese più grandi sono più preparate alla digitalizzazione, mentre le imprese più giovani hanno maggiori probabilità di perseguirla (17). |
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3.12. |
Il lato negativo della digitalizzazione è la perdita di posti di lavoro dovuta all’automazione in alcuni settori economici. La società civile può svolgere un ruolo importante nell’accompagnare i lavoratori nel miglioramento delle competenze, con l’obiettivo di rendere la transizione digitale una transizione giusta e in linea con il piano d’azione dell’UE «non lasciare indietro nessuno». |
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3.13. |
Al fine di promuovere la digitalizzazione e di concepire le politiche più efficaci, è di fondamentale importanza misurare e monitorare la transizione digitale utilizzando indicatori solidi e misurabili. Dal 2014 la Commissione europea ha elaborato l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) (18), che evidenzia i progressi nei settori della digitalizzazione nei vari Stati membri ma anche un persistente divario digitale (19). L’indice DESI può costituire la base per un quadro di monitoraggio di riferimento per i paesi mediterranei non appartenenti all’UE. |
4. Osservazioni generali
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4.1. |
Il profondo impatto della transizione digitale viene avvertito in tutte le società e in tutte le economie. Sebbene la regione del Mediterraneo meridionale si trovi ad affrontare sfide in termini di accessibilità universale e miglioramento delle competenze digitali dei cittadini, la regione non fa eccezione per quanto riguarda l’accelerazione verso la transizione digitale e i vantaggi che ne derivano in numerosi ambiti. |
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4.2. |
Il commercio elettronico ha evidenziato un forte incremento a causa delle misure di distanziamento sociale. Si fa un ampio ricorso agli acquisti online, in un contesto in cui il commercio elettronico è in ascesa sia nel settore business to consumer (B2C) che in quello business to business (B2B). L’amministratore delegato della più grande società di commercio digitale in Africa, Jumia, ha annunciato un incremento di quattro volte delle vendite di generi alimentari, soprattutto in Tunisia e in Marocco, dove i confinamenti hanno comportato un aumento del 100 % delle vendite (20). |
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4.3. |
L’istruzione online ha prosperato a un ritmo rapido, poiché la pandemia di COVID-19 ha comportato la chiusura delle scuole. I governi hanno anche introdotto alcune piattaforme di apprendimento elettronico, come la piattaforma «Darsak» resa operativa in Giordania. Alcuni paesi hanno introdotto un sistema ibrido, ad esempio l’Egitto (21). Le piattaforme online stanno diventando una vera tendenza, anche per progetti specifici finalizzati a creare collegamenti con le associazioni di professionisti locali, i comuni e i principali attori (22). Parte dei finanziamenti dell’UE dovrebbe essere appositamente destinata all’istruzione/alla formazione nell’ambito dello sviluppo delle competenze digitali e dovrebbe essere rivolta ai giovani per consentire loro di acquisire competenze digitali e di proseguire gli studi nel settore informatico e dell’intelligenza artificiale per ottenere un lavoro futuro sicuro. |
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4.4. |
Si ritiene che l’e-governance riduca la burocrazia e l’onere delle procedure amministrative, il che si traduce in un’erogazione efficiente e agevole dei servizi pubblici. Inoltre, può costituire uno strumento per la democratizzazione e per incrementare la partecipazione attiva dei cittadini. Il potenziamento dell’e-governance rappresenta una priorità degli Stati membri e costituisce uno dei pilastri dell’indice DESI. Anche la regione del Mediterraneo meridionale sta procedendo in questa direzione. Il Marocco ha compiuto progressi significativi con la sua iniziativa nazionale per l’e-government (23). Nel 2019 l’Egitto ha avviato, tra l’altro, un sistema di pagamenti elettronici per la riscossione delle imposte e il pagamento delle bollette. Nel gennaio 2020 il ministero giordano dell’Economia digitale ha effettuato una migrazione della propria infrastruttura delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) verso il cloud per ampliare i servizi ai cittadini (24). |
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4.5. |
La sanità elettronica costituisce un modo efficiente sotto il profilo dei costi per ottenere e fornire il supporto necessario. Le soluzioni dei servizi sanitari in rete hanno svolto un ruolo fondamentale nella lotta alla COVID-19; esse ricorrono alla telemedicina e ad applicazioni sanitarie mobili. Negli ultimi due anni, l’analisi dei big data per il controllo epidemiologico si è rivelata utile per contrastare la pandemia. In Tunisia, ad esempio, un gruppo di medici ha lanciato Tobba.tn, una piattaforma digitale per la consultazione online (25). |
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4.6. |
Il digital banking, ossia i servizi bancari digitali, costituisce uno strumento efficiente per realizzare l’inclusione finanziaria, tenendo conto che il mobile banking ha già dimostrato la sua efficacia in passato. Le soluzioni di tecnofinanza possono conferire slancio alla trasformazione digitale e possono potenziare l’inclusione finanziaria. Tali servizi stanno conquistando terreno e l’obiettivo è quello di eliminare completamente l’utilizzo di assegni e transazioni in contanti; ciò rischia di causare l’esclusione degli anziani che potrebbero non essere dotati delle necessarie competenze digitali. |
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4.7. |
La giustizia elettronica facilita l’accesso ai servizi giuridici e riduce i costi delle udienze, dei depositi ecc. e il tempo necessario per accedervi. |
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4.8. |
Tenuto conto dell’impatto attuale del riscaldamento globale, della diminuzione della filiera alimentare e dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, l’industria agricola può diventare più competitiva ed efficiente applicando l’agricoltura di precisione e utilizzando i big data e la tecnologia blockchain. Ciò può portare ad un’elevata efficienza nella gestione dell’acqua e dei nutrienti nel suolo e nel controllo delle malattie, con un monitoraggio avanzato della temperatura e una minore necessità di manodopera (26), e pertanto costituire uno strumento per attenuare i problemi legati ai cambiamenti climatici. |
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4.9. |
I modelli di utilizzo di Internet variano tra i paesi del Mediterraneo. Nei paesi del Mediterraneo meridionale, prevale l’uso di Internet attraverso i cellulari e i social media. A differenza dei paesi dei Mediterraneo settentrionale, tuttavia, gli acquisti online non sono molto diffusi. fattore che potrebbe essere spiegato, in una certa misura, dall’esclusione finanziaria e da una bassa percentuale di titolarità di un conto bancario nel sud (27). |
5. Gli ostacoli alla digitalizzazione
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5.1. |
Uno dei principali ostacoli che si frappongono alla digitalizzazione è costituito dal divario digitale, che non esiste solo tra i vari paesi, soprattutto tra i paesi che si affacciano sul Mediterraneo (emergono divari significativi nel quadro dell’edizione del 2021 dell’Indice di preparazione in rete (Network Readiness Index — NRI)] (28). A livello nazionale, diversi gruppi di popolazione non dispongono dello stesso livello di accesso agli strumenti tecnologici. Il divario è presente tra uomini e donne, tra zone rurali e urbane, tra giovani e anziani. Dal punto di vista delle imprese, esiste un divario digitale basato sulle dimensioni e sul settore di attività, in cui le imprese più piccole, a differenza di quelle più grandi, devono far fronte a costi esorbitanti non solo in termini di materiali, ma anche e soprattutto a causa della necessità di migliorare le competenze dei lavoratori. Altri fattori socioeconomici, come il reddito e i livelli di istruzione, possono costituire una fonte di esclusione digitale. |
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5.2. |
La maggior parte dei paesi del Mediterraneo meridionale presenta significativi divari in termini di copertura di Internet mobile. Tale problema emerge in particolare nei paesi geograficamente ampi quali l’Algeria e la Libia e, in misura minore, l’Egitto. Gli investimenti nelle infrastrutture digitali e nella costruzione di stabili connessioni Internet ad alta velocità sono fondamentali nelle zone rurali, dove la digitalizzazione può essere una leva potenziale per la crescita inclusiva (29). |
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5.3. |
L’analfabetismo digitale, più presente tra le persone con un livello di istruzione inferiore, viene spesso messo in evidenza come ulteriore barriera alla digitalizzazione. Ciò richiede riforme dei programmi di istruzione e di formazione professionale, affinché includano le competenze digitali vitali per il futuro mercato del lavoro. La digitalizzazione è anche considerata parte della necessità di migliorare il livello delle competenze dei dipendenti. |
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5.4. |
Il genere rappresenta un ulteriore fattore che incide sull’alfabetizzazione digitale, ove gli uomini hanno solitamente un accesso migliore agli strumenti digitali e, di conseguenza, una migliore padronanza delle competenze digitali. In Tunisia il 72,5 % degli uomini utilizza Internet, a fronte del 61,1 % delle donne. Alcuni paesi hanno già colmato il divario. In Slovenia, ad esempio, tale divario equivale a meno di 2 punti percentuali, in un contesto in cui l’87,2 % degli uomini e l’86 % delle donne usano Internet. Per contro, la Turchia presenta un divario di genere più profondo in termini di accesso a Internet, che corrisponde a 11,2 punti percentuale (World Telecommunication/ICT Indicators database dell’UIT). Gli Stati membri dell’UE si adoperano al fine di colmare il divario di genere nelle competenze digitali entro il 2030, elaborando politiche volte a incoraggiare le ragazze a studiare le materie legate alle TIC, e monitorando i progressi compiuti attraverso il Women in Digital (WiD) Scoreboard. |
6. Rischi connessi alla digitalizzazione
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6.1. |
La crescente preoccupazione per il fatto che i governi, le imprese e i cittadini perdono gradualmente il controllo sui loro dati pone l’accento sulla questione della «sovranità digitale», che incide anche sulla capacità di innovazione dei paesi e sulla capacità di definire la legislazione in un ambiente digitale (30). Si tratta di preoccupazioni fondate, in quanto l’Europa e il Mediterraneo sono in ritardo negli investimenti nell’IA, mentre la presenza di colossi stranieri dei social media sta acquisendo sempre maggiore influenza. |
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6.2. |
Alcuni paesi del Mediterraneo sono restii a intraprendere una rapida transizione digitale. La riluttanza politica è dovuta al timore di perdere il controllo sulla popolazione, il che porta al filtraggio delle notizie e alla censura. Nel frattempo, gli strumenti digitali possono consentire alle organizzazioni della società civile di essere ascoltate e di promuovere la democrazia. Il Quartetto del dialogo nazionale tunisino, vincitore del premio Nobel per la pace 2015, è un esempio dell’importante ruolo che possono svolgere le organizzazioni della società civile nella transizione pacifica di una società. |
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6.3. |
Poiché la digitalizzazione apre la strada allo sviluppo sociale ed economico, un’autorità indipendente dovrebbe istituire un quadro normativo digitale adeguato, promuovendo i principi dei diritti digitali, come la neutralità di Internet. |
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6.4. |
La digitalizzazione rapida accresce il rischio delle minacce informatiche. Il ruolo delle autorità è determinante per la creazione di un quadro legislativo ben concepito al fine di proteggere gli utenti. Attualmente il Marocco, la Tunisia, l’Algeria e l’Egitto hanno tutti emanato leggi in materia di sicurezza informatica, le quali sono tuttavia carenti di componenti incentrate sulla protezione dei dati (31). È fondamentale proteggere i dati personali sensibili delle persone, come i dati relativi alla salute ecc. |
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6.5. |
La protezione dei dati sta diventando uno dei settori più cruciali della transizione digitale. La questione relativa alla titolarità e alla salvaguardia di un’ingente quantità di dati è un tema prioritario dei decisori politici. Questa è una risposta all’incremento osservato nell’analisi dei big data, in un contesto in cui le piattaforme di social media acquistano un potere e un’influenza senza precedenti. Si sostiene che il quadro normativo nei paesi del vicinato meridionale sia ancora arretrato e che la legislazione riguardante le tecnologie emergenti non venga approvata abbastanza rapidamente (32). Alcuni paesi esprimono persino una mancanza di volontà politica di fare progressi in materia. La questione è ancora più scottante nel caso dei dati sensibili, ad esempio per quanto riguarda le applicazioni e le piattaforme sanitarie. In particolare, vi è scetticismo nei paesi meridionali in cui la legislazione relativa al regolamento generale sulla protezione dei dati e a un’analoga protezione della vita privata potrebbe non essere ancora in vigore. In Europa, la legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali sono intese a creare uno spazio digitale più sicuro per gli utenti, promuovendo nel contempo l’innovazione e la competitività. |
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6.6. |
La pirateria digitale rappresenta un’altra insidia della digitalizzazione. Le creazioni digitalizzate soggette ai diritti di proprietà intellettuale (DPI) sono estremamente facili ed economiche da copiare e distribuire su larga scala. Le aziende creative risentiranno maggiormente di tale fenomeno e, in assenza di una normativa efficace, i modelli aziendali di artisti e lavoratori creativi diventeranno insostenibili. |
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6.7. |
La digitalizzazione può comportare una soppressione della società civile. In alcuni paesi, i diritti digitali sono oggetto di attacchi da parte delle autorità, in quanto la digitalizzazione è considerata come un mezzo di sorveglianza. A causa della pandemia, ad esempio, sono state impiegate applicazioni di localizzazione per monitorare la diffusione del virus, il che ha destato preoccupazioni circa i diritti umani (33). La possibilità di monitorare ogni attività digitale rappresenta una grave minaccia per la democrazia e può essere utilizzata come mezzo di oppressione. La relazione Freedom of the NET del 2021 attribuisce alla Francia il punteggio più elevato con 78 punti su 100; l’Italia ottiene 76 punti, la Tunisia 63, il Marocco 53, il Libano 51, la Giordania 47, la Turchia 34 e l’Egitto 26 (34). |
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6.8. |
Il divario digitale persistente può potenzialmente determinare disparità più significative e una divergenza più accentuata nella regione mediterranea. Alcuni paesi sono privi di infrastrutture digitali, in termini di copertura o accesso alla banda larga fissa, oppure alcune zone rurali e remote potrebbero semplicemente essere lasciate senza copertura o senza reti 4G/5G. Un’altra causa del divario è la mancanza di competenze digitali tra la popolazione e l’analfabetismo digitale. In particolare, i bassi livelli di alfabetizzazione digitale sono più diffusi nei paesi del sud, soprattutto tra le donne e gli anziani (35). |
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6.9. |
La formazione di giganti della tecnologia costituisce un ostacolo a una concorrenza equa nei mercati digitali. L’evasione fiscale rende i mercati iniqui per le PMI locali emergenti, che difficilmente riusciranno a sopravvivere, e contribuisce anche a una fuga di cervelli digitale. Un altro rischio associato ai giganti della tecnologia è la loro capacità di assorbire gli attori emergenti, che crea monopoli e impedisce la creazione di poli digitali in Europa e nell’area del Mediterraneo. Ciò può essere attribuito alla carenza di un quadro normativo e persino a scappatoie fiscali a cui ricorrono le società multinazionali, che incidono negativamente sulla concorrenza leale. |
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6.10. |
La mancanza di una corretta attuazione delle convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e delle convenzioni dell’OIL in alcuni Stati della regione mediterranea costituisce un ostacolo alla creazione di organizzazioni indipendenti della società civile, comprese le ONG, i sindacati indipendenti e le associazioni dei datori di lavoro, mettendo così a repentaglio la transizione digitale sostenibile. Il CESE sottolinea pertanto esplicitamente che le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e le convenzioni fondamentali dell’OIL devono essere attuate in modo ambizioso in tutti gli Stati della regione mediterranea, affinché la transizione digitale possa realmente contribuire a uno sviluppo ecologico, economico e sociale prospero. |
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6.11. |
Inoltre, la guerra in Ucraina rappresenta una grave minaccia per i paesi in tutta la regione e potrebbe essere correlata a rischi più elevati di attacchi informatici. |
Bruxelles, 14 dicembre 2022
La presidente del Comitato economico e sociale europeo
Christa SCHWENG
(1) Bukht, R. & Heeks, R., Defining, conceptualising and measuring the digital economy [Definire, concettualizzare e misurare l’economia digitale], Development Informatics Working Paper, n. 68, 2017.
(2) Relazione sull'economia digitale 2019, Unctad.
(3) Il mercato unico digitale mira a migliorare l’accesso, la qualità e la sicurezza della connettività negli Stati membri. https://ec.europa.eu/eurostat/cache/infographs/ict/bloc-4.html.
(4) Il decennio digitale europeo si sviluppa intorno a quattro punti cardinali: competenze, infrastrutture, servizi pubblici e imprese: https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/find-funding/eu-funding-programmes/digital-europe-programme_it.
(5) https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/europe-fit-digital-age/europes-digital-decade-digital-targets-2030_it
(6) Digital for Development (D4D) Hub.
(7) Langendorf, M., Applying Europe’s Digital Agenda in Mediterranean Partner Countries: Opportunities and Pitfalls [Applicare l’agenda digitale dell’Europa nei paesi partner del Mediterraneo: opportunità e insidie], IEMed Mediterranean Yearbook [Pubblicazione annuale sul Mediterraneo dell’IEMed], 2021.
(8) Renewed partnership with the Southern Neighbourhood [Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale], Commissione europea, 2021.
(9) Working from home: From invisibility to decent work [Lavorare da casa: dall’invisibilità al lavoro dignitoso], OIL, 2021.
(10) Al Azzawi, S., Lives Versus Livelihoods: Who Can Work from Home in MENA? [Vita e sussistenza a confronto: chi può lavorare da casa nei paesi di Medio Oriente e Nordafrica?], ERF Working Paper [documento di lavoro del Forum per la ricerca economica (Economic Research Forum (ERF)], n. 1471, 2021.
(11) Nota informativa dell’EPRS sul diritto alla disconnessione, PE 642.847, luglio 2020.
(12) Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Migliori condizioni di lavoro per un'Europa sociale più forte: sfruttare appieno i vantaggi della digitalizzazione per il futuro del lavoro [COM(2021) 761 final] e sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali [COM(2021) 762 final] (GU C 290 del 29.7.2022, pag. 95).
(13) Relazione informativa del CESE sul tema Digitalizzazione e PMI nella regione euromediterranea.
(14) Kergroach, S., Giving momentum to SME digitalization [Conferire slancio alla digitalizzazione delle PMI], Journal of the International Council for Small Business, Vol. 1, n. 1, 2020, pagg. 28-31.
(15) Previsioni dell'OCSE per il 2019 sull'imprenditorialità e le PMI.
(16) Relazione informativa del CESE sul tema Accesso ai finanziamenti per le PMI e le società a media capitalizzazione nel periodo 2014-2020: opportunità e sfide.
(17) Ayadi, R. & Forouheshfar, Y., MSMEs digitalization in the Mediterranean: A new digital preparedness index [Digitalizzazione delle MPMI nel Mediterraneo: un nuovo indice di preparazione digitale], EMANES working paper [documento di lavoro della Rete euromediterranea e africana per gli studi economici (EU-Mediterranean and African Network for Economic Studies (EMANES)], 2022, di prossima pubblicazione.
(18) https://digital-strategy.ec.europa.eu/it/policies/desi
(19) https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_5481
(20) Sidło, K., Digital Transformation in the Southern Neighbourhood [Trasformazione digitale nel vicinato meridionale], EuroMeSCo Euromed Survey [Sondaggio Euromed della EuroMeSCo], 2021.
(21) El Kadi, T. H., Uneven Disruption: Covid-19 and the digital divide in the Euro-Mediterranean Region [Rivoluzione con disparità: la COVID-19 e il divario digitale nella regione euromediterranea], IEMed Mediterranean Yearbook [Pubblicazione annuale sul Mediterraneo dell’Istituto europeo del Mediterraneo (IEMed)], 2020.
(22) Nel quadro di questo progetto, ad esempio, è stato proposto che il titolare della piattaforma dovrebbe essere l’UE, i comuni, le università, le aziende o i ministri dell’Istruzione in Turchia, Marocco, Egitto e Algeria: P. Akpınar, N. van Heukelingen, O.N.Babüroğlu e F.R. Durukan, A new formula for collaboration: Turkey, the EU & North Africa [Una nuova formula di collaborazione: Turchia, l’UE e l’Africa settentrionale], 2022.
(23) Digital Government Review of Morocco [Riesame del governo digitale del Marocco], OCSE, 2018.
(24) El Kadi T. H., Uneven Disruption: Covid-19 and the digital divide in the Euro-Mediterranean Region [Rivoluzione con disparità: la COVID-19 e il divario digitale nella regione euromediterranea], IEMed Mediterranean Yearbook [Pubblicazione annuale sul Mediterraneo dell’Istituto europeo del Mediterraneo (IEMed)], 2020.
(25) El Kadi T. H., Uneven Disruption: Covid-19 and the digital divide in the Euro-Mediterranean Region [Rivoluzione con disparità: la COVID-19 e il divario digitale nella regione euromediterranea], IEMed Mediterranean Yearbook [Pubblicazione annuale sul Mediterraneo dell’Istituto europeo del Mediterraneo (IEMed)], 2020.
(26) Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «La transizione energetica e digitale delle zone rurali» (GU C 486 del 21.12.2022, pag. 59).
(27) El Kadi T. H., Uneven Disruption: Covid-19 and the digital divide in the Euro-Mediterranean Region [Rivoluzione con disparità: la COVID-19 e il divario digitale nella regione euromediterranea], IEMed Mediterranean Yearbook [Pubblicazione annuale sul Mediterraneo dell’Istituto europeo del Mediterraneo (IEMed)], 2020.
(28) https://networkreadinessindex.org/nri-2021-edition-press-release/
(29) Smart Cities and Inclusive Growth [Città intelligenti e crescita inclusiva], OCSE, 2020.
(30) Nota informativa dell’EPRS sulla sovranità digitale per l'Europa (PE 651.992, luglio 2020).
(31) Langendorf, M., Applying Europe’s Digital Agenda in Mediterranean Partner Countries: Opportunities and Pitfalls [Applicare l’agenda digitale dell’Europa nei paesi partner del Mediterraneo: opportunità e insidie], IEMed Mediterranean Yearbook [Pubblicazione annuale sul Mediterraneo dell’IEMed], 2021.
(32) Sidło, K., Digital Transformation in the Southern Neighbourhood [Trasformazione digitale nel vicinato meridionale], EuroMeSCo Euromed Survey [Sondaggio Euromed della EuroMeSCo], 2021.
(33) Langendorf, M., Applying Europe’s Digital Agenda in Mediterranean Partner Countries: Opportunities and Pitfalls [Applicare l’agenda digitale dell’Europa nei paesi partner del Mediterraneo: opportunità e insidie], IEMed Mediterranean Yearbook [Pubblicazione annuale sul Mediterraneo dell’IEMed], 2021.
(34) https://freedomhouse.org/policy-recommendations/internet-freedom
(35) Sidło, K., Digital Transformation in the Southern Neighbourhood [Trasformazione digitale nel vicinato meridionale], EuroMeSCo Euromed Survey [Sondaggio Euromed della EuroMeSCo], 2021.