COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 7.9.2022
COM(2022) 442 final
2022/0263(NLE)
Proposta di
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
relativa alla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia
COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 7.9.2022
COM(2022) 442 final
2022/0263(NLE)
Proposta di
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
relativa alla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia
RELAZIONE
1.CONTESTO DELLA PROPOSTA
•Motivi e obiettivi della proposta
Nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 2021, la presidente Von Der Leyen ha annunciato una strategia europea per l'assistenza affinché ciascun uomo e ciascuna donna possano beneficiare della migliore assistenza possibile nelle diverse fasi della vita e trovare il miglior equilibrio tra attività professionale e vita familiare. L'iniziativa consiste in una comunicazione della Commissione relativa a una strategia europea per l'assistenza 1 , accompagnata da due proposte di raccomandazione del Consiglio: una relativa alla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia (ECEC) e l'altra concernente l'assistenza a lungo termine 2 .
La disponibilità di servizi ECEC costituisce un fattore trainante fondamentale per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La correlazione tra il tasso di partecipazione delle madri al mercato del lavoro e quello delle iscrizioni ai servizi ECEC è particolarmente marcata per le madri il cui figlio più piccolo ha meno di 3 anni. In considerazione di ciò, nel 2002 il Consiglio 3 ha fissato gli obiettivi di Barcellona in materia di assistenza all'infanzia allo scopo di aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro migliorando l'offerta di servizi ECEC. Il Consiglio europeo ha stabilito un duplice obiettivo, ossia il raggiungimento di un tasso di partecipazione del 90 % per i bambini di età compresa fra i 3 anni e l'età dell'obbligo scolastico, e del 33 % per i bambini di età inferiore ai 3 anni 4 . Sebbene nell'UE gli obiettivi di Barcellona siano stati in media conseguiti, alcuni Stati membri hanno accumulato un notevole ritardo e persistono differenze in relazione soprattutto ai bambini provenienti da famiglie a basso reddito.
Lo scopo della presente raccomandazione è incoraggiare gli Stati membri ad aumentare il ricorso ai servizi ECEC al fine di facilitare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e migliorare lo sviluppo sociale e cognitivo dei bambini, in particolare per quelli che versano in situazioni di vulnerabilità o provengono da contesti svantaggiati. Nello specifico la Commissione propone di rivedere gli obiettivi di Barcellona al fine di imprimere un nuovo slancio alla promozione di una maggiore convergenza verso l'alto tra gli Stati membri per quanto riguarda la partecipazione dei bambini all'ECEC 5 e contribuire così ad aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e colmare il divario di genere nei livelli di occupazione 6 . Affronta anche altre dimensioni pertinenti ai fini del conseguimento degli obiettivi di Barcellona, segnatamente la sostenibilità dei costi, l'accessibilità e la qualità dell'ECEC, elementi che sono fondamentali nel rispondere alle esigenze di genitori e figli e che incidono quindi sulla fruizione effettiva di tali servizi. Invita inoltre gli Stati membri a tenere conto dell'intensità della partecipazione dei bambini all'ECEC, che dovrebbe essere sufficiente da consentire ai genitori di svolgere in modo significativo un'occupazione retribuita, così come della percentuale di bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale che partecipano all'ECEC.
Dal 2002 l'occupazione femminile è aumentata costantemente fino a raggiungere il 67,7 % nel 2021 rispetto al 60,7 % del 2010 7 , sebbene sia diminuita nel 2020 (66,1 %) a causa della crisi COVID-19. Questa tendenza al rialzo è accompagnata da un andamento in crescita del livello di istruzione delle donne, sempre più numerose a completare studi di istruzione superiore e conseguire lauree avanzate 8 .
Nonostante tali miglioramenti, il divario di genere nei livelli di occupazione è rimasto significativo e si è attestato sul ragguardevole valore di 10,8 punti percentuali nel 2021 9 . Eurofound ha stimato a 320 miliardi di EUR nel 2018 la perdita derivante dal divario occupazionale di genere. Questo importo è costituito in ampia misura dalle retribuzioni e dai contributi assistenziali mai versati all'economia a causa della mancata partecipazione delle donne al mondo del lavoro 10 . Il divario di genere nei livelli di occupazione è strettamente correlato alle responsabilità di assistenza. Le donne continuano ad essere le principali prestatrici di assistenza a bambini e adulti bisognosi di cure e a loro incombe la responsabilità fondamentale delle faccende domestiche. Tale squilibrio limita la loro possibilità di ottenere un lavoro retribuito e dedicarvi tempo.
Nel 2021 l'indagine sulle forze di lavoro (IFL) condotta per l'UE-27 ha rivelato che il 27,9 % delle donne di età compresa tra i 25 e i 49 anni non appartenenti alla popolazione attiva dichiarava che il principale motivo per cui non cercava lavoro era la necessità di accudire bambini o adulti bisognosi di assistenza, rispetto all'8 % soltanto di uomini 11 . Nel 2019, prima della pandemia, tali cifre erano pari rispettivamente al 32,6 % e al 7,6 % 12 . Secondo l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), le responsabilità di assistenza escludono dal mercato del lavoro 7,7 milioni di donne in Europa e costringono molte di loro a lavorare part‑time: il 29 % delle donne che lavora a tempo parziale ha menzionato doveri di assistenza come motivo principale della loro scelta, rispetto al 6 % soltanto degli uomini 13 .
Il divario di genere nell'assistenza, ossia la differenza di tempo dedicato da uomini e donne al lavoro di assistenza non retribuito, è legato a stereotipi di genere e li consolida ulteriormente, tanto in relazione alle professioni quanto ai ruoli femminili o maschili. Dalle donne ci si aspetta ancora che siano loro, e non gli uomini, a fornire assistenza non retribuita, e questo anche all'interno delle famiglie a doppio reddito. Prima della crisi COVID-19, nell'UE, le donne occupate che vivevano in coppia e avevano figli di età inferiore ai 7 anni dedicavano in media 39 ore settimanali a tale attività non retribuita rispetto alle 19 ore settimanali 14 degli uomini occupati nella medesima situazione. Il divario di genere nell'assistenza era più elevato per le donne con un'occupazione precaria.
A causa delle chiusure e delle restrizioni imposte ai servizi di assistenza durante la pandemia, le donne sono state ancora più sollecitate a prestare lavoro di assistenza. La crisi COVID-19 ha aggravato le disparità di genere nell'assistenza non retribuita 15 , rafforzato i ruoli di genere tradizionali e compromesso i modesti progressi compiuti fino a quel momento in relazione alla parità di genere 16 . Secondo un'indagine online di Eurofound su vita, lavoro e COVID‑19 17 , durante la pandemia le donne con figli fino a 12 anni di età hanno dedicato in media 62 ore settimanali all'assistenza all'infanzia, rispetto alle 36 ore dedicate dagli uomini nella stessa situazione, e 23 ore alle faccende domestiche, rispetto alle 15 ore dedicate dagli uomini. Quasi un terzo di tali donne (il 29 %) ha riferito di aver avuto difficoltà a concentrarsi sul proprio lavoro a causa delle responsabilità di assistenza, rispetto all'11 % degli uomini.
Nel pilastro europeo dei diritti sociali si afferma che la parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini deve essere garantita e rafforzata in tutti i settori, anche per quanto concerne la partecipazione al mercato del lavoro, i termini e le condizioni di lavoro e l'avanzamento di carriera. Si riconoscono inoltre il diritto dei bambini a servizi ECEC a costi sostenibili e di buona qualità, i diritti dei bambini alla protezione dalla povertà e il diritto dei bambini provenienti da contesti svantaggiati a misure specifiche tese a promuovere le pari opportunità.
Nel piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali è stato stabilito un obiettivo principale, ossia aumentare il tasso di occupazione complessivo per portarlo ad almeno il 78 % della popolazione (età 20-64) entro il 2030, che è stato accolto con favore dai leader dell'UE al vertice di Porto nel maggio del 2021 e dal Consiglio europeo nel giugno del 2021. Ai fini del conseguimento di tale obiettivo generale, l'Europa deve sforzarsi quanto meno di dimezzare il divario di genere nei livelli di occupazione rispetto al 2019 e aumentare l'offerta di servizi ECEC, contribuendo così a una migliore conciliazione tra vita professionale e privata e sostenendo una partecipazione più marcata delle donne al mercato del lavoro.
La direttiva del 2019 sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare 18 ha instaurato disposizioni minime in materia di congedo familiare, introducendo: i) il diritto al congedo retribuito di paternità e al congedo retribuito per i prestatori di assistenza (oltre a rafforzare il congedo parentale non trasferibile e retribuito), e ii) il diritto di richiedere modalità flessibili di gestione dell'orario lavorativo per i lavoratori con responsabilità di assistenza, al fine di incoraggiare un'equa ripartizione di tali responsabilità tra uomini e donne.
Il sostegno pubblico a favore del settore dell'ECEC è un investimento sociale che apporta molteplici benefici per i singoli, la società e l'economia nel suo complesso. Promuove la partecipazione femminile al mercato del lavoro, incita le donne a dedicarsi a posti di lavoro a tempo pieno, migliora lo sviluppo dei bambini, rafforza l'inclusione sociale e l'equità e contribuisce a spezzare il ciclo intergenerazionale della povertà. Nel contesto delle carenze di manodopera e dei persistenti divari occupazionali, aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, anche migliorando l'accesso all'ECEC, rappresenta un'importante opportunità per una crescita inclusiva e sostenibile 19 . Gli investimenti nell'ECEC possono inoltre creare un numero significativo di posti di lavoro. Da recenti ricerche dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) emerge che, investendo ogni anno l'1,1 % del PIL nell'ECEC e l'1,8 % del PIL nell'assistenza a lungo termine, si creerebbero 26,7 milioni di posti di lavoro supplementari in Europa entro il 2035 20 .
Tali investimenti possono generare entrate fiscali e previdenziali aggiuntive. Complessivamente si registrerebbe un incremento delle entrate fiscali e previdenziali derivanti dall'aumento delle retribuzioni e dell'occupazione, riducendo il fabbisogno totale di finanziamento per le misure strategiche in materia di assistenza dal 3 % del PIL (al lordo delle imposte) a un 2 % netto del PIL (al netto delle imposte) 21 . Secondo le stime dell'ILO, il tasso al quale gli Stati membri possono recuperare gli investimenti nel settore dell'assistenza è in media di circa il 55 %, in funzione soprattutto dell'ammontare degli investimenti necessari, della domanda di manodopera nello Stato membro interessato e del carico fiscale. Gli Stati membri possono migliorare la sostenibilità finanziaria degli investimenti nell'ECEC valutando l'incidenza sulle finanze pubbliche e garantendo l'efficacia in termini di costi, anche mediante una progettazione efficiente di meccanismi di finanziamento che siano coerenti con la sostenibilità complessiva delle finanze pubbliche.
Oltre a investire nell'ECEC, numerosi Stati membri hanno introdotto un diritto legale ad usufruire di servizi ECEC, mentre altri hanno reso obbligatoria la partecipazione all'educazione prescolare, in particolare durante l'ultimo anno prima della scuola primaria. Le autorità pubbliche che hanno introdotto tale diritto legale devono garantire un posto a ciascun bambino i cui genitori lo richiedano (nella fascia di età interessata); nei paesi in cui l'ECEC è obbligatoria, le autorità pubbliche devono invece garantire un numero sufficiente di posti nell'educazione prescolare per tutti i bambini nella fascia di età oggetto di tale obbligo legale. Nella maggior parte degli Stati membri il suddetto diritto legale esiste già, mentre varia in modo significativo l'età a partire dalla quale esso si applica. In Europa si registrano notevoli discrepanze per quanto riguarda l'età alla quale i bambini dispongono di un posto garantito nell'ECEC. Solo sette Stati membri 22 hanno introdotto un diritto legale a un posto nell'ECEC per i bambini sin dalla più tenera età (6-18 mesi). Spesso tale diritto è immediatamente successivo alla fine del congedo per la cura dei figli poiché, idealmente, non dovrebbe esserci soluzione di continuità tra la fine del congedo familiare adeguatamente retribuito e il diritto legale a disporre di un posto nell'ECEC. Per i bambini di età pari o superiore ai 3 anni, il diritto legale vige in 13 Stati membri 23 mentre alcuni altri si sono impegnati a introdurlo nell'ambito dei rispettivi piani nazionali di ripresa e resilienza 24 .
Dai dati emerge che l'offerta di ECEC di qualità svolge un ruolo cruciale nel migliorare lo sviluppo cognitivo, sociale ed educativo dei bambini sin dall'infanzia 25 . Tali miglioramenti si traducono spesso in risultati di apprendimento e prospettive di lavoro migliori nelle fasi successive della vita 26 . La partecipazione ad attività di educazione e cura di alta qualità per la prima infanzia è utile per tutti i bambini e in special modo per quelli che provengono da contesti svantaggiati. Si tratta di uno strumento fondamentale per contrastare le disuguaglianze, affrontare eventuali situazioni di svantaggio sociale dei bambini 27 e promuovere pari opportunità. Questi aspetti sono menzionati specificamente nella raccomandazione del Consiglio del 2019 relativa ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia 28 e nella garanzia europea per l'infanzia 29 . I benefici vanno al di là dei bambini direttamente interessati. A livello individuale, la partecipazione all'ECEC è associata al conseguimento di un livello di istruzione più elevato, a retribuzioni maggiori, a un'integrazione sociale e una salute migliori. Anche a livello sociale esistono numerosi benefici, che spaziano dalla riduzione della spesa previdenziale e assistenziale e dei tassi di criminalità all'aumento del gettito fiscale e al miglioramento della coesione sociale 30 .
Infine la presente proposta di raccomandazione tratta le condizioni di lavoro nell'ambito dell'ECEC. I lavoratori del settore, molti dei quali sono donne, affrontano spesso condizioni di lavoro difficili e prospettive di carriera limitate. Il miglioramento delle condizioni di lavoro presuppone un dialogo sociale rafforzato, retribuzioni adeguate e opportunità di miglioramento del livello delle competenze e di riqualificazione. La promozione di condizioni eque di lavoro per il personale dell'ECEC dovrebbe contribuire ad attrarre e trattenere i lavoratori (sia uomini che donne) nel settore e potrebbe anche concorrere ad affrontare la segregazione di genere nel settore e porre rimedio alle carenze di personale registrate in numerosi paesi 31 . Si tratta altresì di un aspetto importante per garantire la qualità dell'assistenza. L'UE sostiene gli investimenti e le riforme degli Stati membri in materia di ECEC tramite i suoi diversi strumenti di finanziamento, in particolare il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo Plus e il dispositivo per la ripresa e la resilienza. Tale sostegno è particolarmente importante per affrontare le disuguaglianze territoriali tra gli Stati membri e all'interno di ciascuno di loro. L'UE fornisce altresì un sostegno tecnico diretto alle riforme nell'ambito dello strumento di sostegno tecnico. La Commissione monitora l'attuazione delle politiche in materia di ECEC e valuta i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi di Barcellona nel quadro del semestre europeo, e continuerà a svolgere tali attività.
•Coerenza con le disposizioni vigenti nel settore normativo interessato
La revisione degli obiettivi di Barcellona per l'educazione e cura della prima infanzia è stata annunciata nella strategia per la parità di genere 2020-2025 32 . È una delle iniziative presentate nella strategia, intesa a promuovere l'emancipazione economica delle donne e l'equa ripartizione tra donne e uomini delle responsabilità di assistenza. La revisione è inoltre annunciata nella strategia dell'UE sui diritti dei minori 33 e nel piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali 34 come una componente dell'impegno volto a conseguire, entro il 2030, l'obiettivo principale relativo al tasso di occupazione complessivo del 78 % e l'obiettivo complementare di riuscire quanto meno a dimezzare il divario di genere nei livelli di occupazione rispetto al 2019.
Nella sua comunicazione "Un'iniziativa per sostenere l'equilibrio tra attività professionale e vita familiare di genitori e prestatori di assistenza che lavorano" 35 , la Commissione ha sottolineato tra l'altro l'importanza delle misure di sostegno affinché gli Stati membri migliorino l'accesso a servizi ECEC di qualità e a costi sostenibili per ottenere un migliore equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i lavoratori con responsabilità di assistenza.
La direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare è intesa a incoraggiare una migliore condivisione delle responsabilità di assistenza tra donne e uomini mediante il rafforzamento dei diritti legali al congedo familiare e il diritto di richiedere modalità flessibili di gestione dell'orario lavorativo. Rientra in tale contesto in particolare un congedo parentale di 2 mesi non trasferibile e adeguatamente retribuito per ciascun genitore. Mediante la concessione di diritti non trasferibili al congedo familiare, la direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare mira a incoraggiare i padri ad esercitare i loro diritti, facilitando così il ritorno delle madri al mercato del lavoro.
Obiettivo della raccomandazione del 2019 relativa ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia ("raccomandazione ECEC") è sostenere gli Stati membri nell'impegno di migliorare la qualità dei rispettivi sistemi ECEC e l'accesso agli stessi. La raccomandazione ECEC contiene un quadro di riferimento per la qualità finalizzato a guidare gli Stati membri nel migliorare l'accesso ai servizi ECEC e la qualità di questi ultimi. Offre un'interpretazione comune del significato di qualità nel contesto dell'ECEC. La presente proposta si fonda sulla raccomandazione ECEC e sul quadro di riferimento per la qualità ponendo l'accento sugli elementi particolarmente utili per facilitare la partecipazione femminile al mercato del lavoro e promuovere la fiducia dei genitori nell'ECEC, quali il rapporto tra numero di addetti e numero di bambini, le qualifiche del personale e la formazione professionale continua nonché la governance del sistema ECEC.
La comunicazione del 2020 sulla realizzazione dello spazio europeo dell'istruzione entro il 2025 36 individua l'inclusione e la parità di genere come una delle sei dimensioni da consolidare. Sulla base di tale comunicazione, il 19 febbraio 2021 il Consiglio ha adottato una risoluzione su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione verso uno spazio europeo dell'istruzione e oltre (2021-2030) 37 che contempla un traguardo a livello di UE in base al quale almeno il 96 % dei bambini di età compresa tra i 3 anni e l'età di inizio dell'istruzione primaria obbligatoria dovrebbe partecipare all'ECEC. La risoluzione sottolinea inoltre l'importanza di migliorare la qualità, l'equità, l'inclusione e il successo per tutti nell'istruzione e nella formazione. Ai fini della coerenza, la presente proposta utilizza l'obiettivo dello Spazio economico europeo (obiettivo SEE) come obiettivo di Barcellona riveduto per la fascia di età dai 3 anni all'inizio dell'istruzione primaria obbligatoria.
La strategia dell'UE sui diritti dei minori 38 , adottata dalla Commissione nel marzo 2021, riunisce tutte le iniziative e le azioni esistenti e future in materia di diritti dei minori, compresa la revisione degli obiettivi di Barcellona, in un quadro strategico coerente. La strategia consiste nell'offrire ai minori nell'Unione europea e in tutto il mondo la migliore vita possibile rafforzando la loro partecipazione alla società e soddisfacendo i loro diritti in linea con la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Detta strategia si concentra, tra l'altro, sull'inclusione socioeconomica, sulla salute e sull'istruzione dei bambini e tratta l'ECEC come un tassello nella costruzione di un'istruzione inclusiva e di qualità per tutti i bambini. Nelle sue conclusioni del 9 giugno 2022 relative alla strategia dell'UE sui diritti dei minori, il Consiglio dell'Unione europea ha sottolineato che tutti i minori hanno diritto a un accesso non discriminatorio a servizi fondamentali quali l'educazione e cura della prima infanzia, la salute, l'alimentazione e l'alloggio, che sono importanti per il loro sviluppo e il loro benessere 39 .
La raccomandazione del Consiglio che istituisce una garanzia europea per l'infanzia, adottata il 14 giugno 2021, mira a prevenire e combattere l'esclusione sociale nonché a sostenere l'impegno degli Stati membri teso a garantire l'accesso a servizi fondamentali di alta qualità per i minori bisognosi, incluso un accesso gratuito ed effettivo all'ECEC. Nel 2019, nell'UE, circa il 27 % dei bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale di età compresa tra 0 e 2 anni ha partecipato all'ECEC. Sebbene ciò rappresenti un aumento di circa 11 punti percentuali rispetto al 2010, si tratta di un dato sostanzialmente inferiore al tasso di partecipazione della popolazione complessiva di bambini (35 %) 40 .
•Coerenza con le altre normative dell'Unione
La proposta è complementare e coerente con varie altre iniziative dell'UE.
È pienamente coerente con il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 dell'UE, che offre opportunità di finanziamento dell'UE nel contesto di strumenti quali il Fondo di sviluppo regionale europeo, il Fondo sociale europeo Plus, inclusa la sua componente Occupazione e innovazione sociale, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, il Fondo per una transizione giusta, i programmi Orizzonte Europa ed Europa digitale: tutti svolgono un ruolo importante nel sostenere gli investimenti degli Stati membri in infrastrutture e servizi ECEC accessibili, a costi sostenibili e di qualità. Anche lo strumento di sostegno tecnico può fornire sostenere riforme e investimenti. La proposta è inoltre pienamente coerente con il regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza per quanto concerne riforme e investimenti ammissibili destinati a mitigare l'impatto economico e sociale della pandemia di coronavirus e a rendere le economie e le società europee più sostenibili, resilienti e meglio preparate alle sfide e alle opportunità delle transizioni verde e digitale nel contesto dell'obiettivo del dispositivo.
La proposta è coerente altresì con le strategie e i piani d'azione della Commissione volti alla realizzazione di un'Unione dell'uguaglianza. Il piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025 41 è finalizzato alla lotta contro il razzismo attraverso programmi politici e di finanziamento nei settori dell'occupazione, dell'alloggio e dell'accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione. Mira tra l'altro a garantire parità di accesso all'istruzione per i bambini appartenenti a minoranze razziali o etniche e promuove la formazione degli insegnanti affinché siano in grado di lavorare con tutti i bambini. Il piano d'azione prevedeva una relazione della Commissione, pubblicata nel 2021, sull'attuazione della direttiva dell'UE sull'uguaglianza razziale, che vieta le discriminazioni basate sulla razza o sull'origine etnica, compresa la discriminazione dei minori Rom, in diversi settori quali l'istruzione e la protezione sociale 42 .
Il quadro strategico dell'UE per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom 43 , unitamente alla raccomandazione del Consiglio sull'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom adottata il 12 marzo 2021 44 , invita gli Stati membri a combattere la discriminazione multipla e strutturale nei confronti dei Rom, in particolare dei bambini Rom, e ad adottare misure più incisive a sostegno dei bambini Rom e delle loro famiglie nei settori interconnessi del lavoro, dei servizi sociali, dell'istruzione generale inclusiva di qualità e dell'educazione e cura della prima infanzia, della salute, degli alloggi e dell'accesso ai servizi essenziali, all'alimentazione e alle attività di svago. Tale quadro fissa l'obiettivo di ridurre almeno della metà il divario nella partecipazione all'ECEC dei bambini Rom entro il 2030.
Il piano d'azione della Commissione per l'integrazione e l'inclusione 2021-2027 45 si concentra sui fattori abilitanti essenziali per assicurare il successo dell'integrazione e dell'inclusione di migranti e cittadini dell'UE provenienti da un contesto migratorio, compresi i bambini, a diversi livelli quali l'istruzione e la formazione, l'occupazione e le competenze, la salute e gli alloggi.
Infine la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 mira a migliorare la vita delle persone con disabilità 46 nel prossimo decennio, nell'UE e nel resto del mondo, e a promuoverne la partecipazione piena e paritaria a tutti gli ambiti della vita. La strategia tratta la partecipazione a tutti i livelli e tutte le forme di istruzione, compresa l'ECEC, su un piano di parità con gli altri, nonché la promozione di servizi di prossimità e a favore di una vita autonoma. Ciò è in linea con la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, di cui l'UE e tutti gli Stati membri sono parti contraenti e che impone alle sue parti di adottare ogni misura necessaria a garantire il pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte dei minori con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri minori. Conformemente alla strategia, la presente raccomandazione tiene pienamente conto delle esigenze di bambini e genitori con disabilità, in particolare nelle disposizioni riguardanti l'accessibilità.
La proposta risponde inoltre alla raccomandazione della Conferenza sul futuro dell'Europa in materia di transizione demografica (proposta n. 15) e di lotta alla discriminazione, uguaglianza e qualità della vita (proposta n. 29). La proposta n. 15 invita a garantire assistenza all'infanzia di qualità, a costi sostenibili ed accessibile in tutta l'UE, affinché madri e padri possano conciliare con fiducia vita professionale e familiare, e a garantire l'accesso dei bambini bisognosi a servizi quali l'educazione e l'assistenza. La proposta n. 29 invita a garantire la creazione e facilitazione di asili a costi sostenibili […] e l'offerta di assistenza all'infanzia gratuita per le persone bisognose 47 .
La presente raccomandazione contribuisce infine al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) adottati nel 2015 nell'ambito dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, che evidenzia l'importanza della parità di genere (OSS 5.4 e OSS 8.5) e la pertinenza dell'ECEC (OSS 4.2), sottolineando così la necessità di un intervento in tali settori.
2.BASE GIURIDICA, SUSSIDIARIETÀ E PROPORZIONALITÀ
•Base giuridica
La proposta si basa sull'articolo 292 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), a norma del quale il Consiglio adotta raccomandazioni su proposta della Commissione, in combinato disposto con l'articolo 153, paragrafo 1, lettera i), TFUE.
A norma dell'articolo 153, paragrafo 1, lettera i), TFUE, l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri nel settore della parità tra uomini e donne per quanto riguarda le opportunità sul mercato del lavoro ed il trattamento sul lavoro al fine di conseguire gli obiettivi previsti all'articolo 151 TFUE. A norma dell'articolo 151 TFUE, tra gli obiettivi dell'Unione e degli Stati membri vi sono il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, una protezione sociale adeguata e lo sviluppo delle risorse umane atto a consentire un livello occupazionale elevato e duraturo e la lotta contro l'emarginazione. Garantire pari opportunità per tutti i minori che vivono nell'UE contribuisce alla realizzazione di tali obiettivi.
La proposta contribuirà al conseguimento degli obiettivi del trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare la lotta contro l'esclusione sociale e le discriminazioni, la promozione della parità tra donne e uomini e la tutela dei diritti del minore (articolo 3 TUE).
La proposta contribuirà inoltre all'attuazione della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, in particolare dell'articolo 14, che riconosce il diritto di ogni individuo all'istruzione; dell'articolo 23, che riconosce la parità tra donne e uomini; dell'articolo 24, che riconosce che i bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere; dell'articolo 33 che dispone la protezione della famiglia sul piano giuridico, economico e sociale.
La presente proposta non va oltre il potere di regolamentazione dell'UE né impone impegni vincolanti agli Stati membri. Gli Stati membri, sulla base delle circostanze nazionali, decideranno come attuare la presente raccomandazione del Consiglio.
•Sussidiarietà (per la competenza non esclusiva)
Sebbene le politiche in materia di ECEC e partecipazione delle donne al mercato del lavoro siano di competenza degli Stati membri, l'UE è competente per sostenere e integrare le azioni degli Stati membri.
La proposta garantisce che l'azione a livello dell'UE ha un valore aggiunto. Soddisfa l'impegno politico affinché si compiano progressi nel campo delle pari opportunità per le donne e gli uomini e in particolare della partecipazione femminile al mercato del lavoro, e si promuovano i diritti, le pari opportunità e il benessere di tutti i bambini.
•Proporzionalità
La proposta integra l'impegno degli Stati membri volto ad affrontare le disuguaglianze tra donne e uomini e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, nonché a promuovere i diritti, le pari opportunità e il benessere di tutti i bambini, rispettando le prassi degli Stati membri e la diversità dei sistemi nazionali. Nella proposta si riconosce che la diversità delle situazioni a livello nazionale, regionale o locale potrebbe determinare differenze nelle modalità di attuazione della raccomandazione. Ciò consentirà agli Stati membri di avvalersi della raccomandazione in funzione del loro contesto specifico.
Le considerazioni in materia di proporzionalità sono state determinanti anche nella scelta dell'atto giuridico.
•Scelta dell'atto giuridico
L'atto giuridico è una proposta di raccomandazione del Consiglio, che rispetta i principi di sussidiarietà e di proporzionalità. Tale proposta si basa sul diritto e sulla politica dell'Unione europea vigenti ed è in linea con il tipo di strumenti utilizzabili per le azioni dell'Unione europea nel settore della politica sociale. In quanto strumento giuridico, la proposta mette in evidenza l'impegno degli Stati membri in relazione agli obiettivi e alle misure stabiliti nella presente raccomandazione e fornisce una base solida per la cooperazione a livello europeo in questo settore, nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri.
3.RISULTATI DELLE VALUTAZIONI EX POST, DELLE CONSULTAZIONI DEI PORTATORI DI INTERESSI E DELLE VALUTAZIONI D'IMPATTO
•Consultazioni dei portatori di interessi
La Commissione ha svolto ampie consultazioni presso numerosi portatori di interessi in merito alla presente iniziativa. Tutte queste attività sono state riassunte nella relazione riepilogativa, pubblicata unitamente alla presente proposta di raccomandazione 48 . Le attività di consultazione hanno fornito maggiori approfondimenti, senza evidenziare divergenze sostanziali rispetto all'obiettivo generale e all'inquadratura dell'iniziativa. Sono state prese in considerazione nel lavoro preparatorio e hanno arricchito la proposta con ulteriori prospettive. Il processo di consultazione si è fondato su diverse consultazioni pubbliche condotte di recente, ossia quelle per il piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali 49 , il libro verde sull'invecchiamento demografico 50 e la strategia per la parità di genere 51 . Tali consultazioni hanno sottolineato l'importanza di un'ECEC di alta qualità, accessibile e a costi sostenibili, in particolare per i gruppi non sufficientemente serviti, al fine di incoraggiare un'equa condivisione delle responsabilità di assistenza tra i genitori.
Dal 1° al 29 marzo 2022 è stato pubblicato sul portale Di' la tua un invito a presentare contributi. In totale sono pervenuti 123 contributi, la maggior parte dei quali (il 52 %) è stata presentata da organizzazioni non governative (ONG); per il resto hanno partecipato autorità pubbliche, associazioni di imprese, cittadini dell'Unione, sindacati e istituti di ricerca. Le osservazioni erano incentrate sull'accesso, sulla disponibilità, sulla sostenibilità dei costi e sulla qualità dei servizi di assistenza, sui prestatori di assistenza, sulle disuguaglianze socioeconomiche e territoriali e infine sulla dimensione di genere.
Numerosi portatori di interessi si erano già espressi a favore di un approccio strategico e globale all'ECEC.
Il Parlamento europeo ha chiesto ripetutamente un approccio olistico all'assistenza, dichiarandosi favorevole alla revisione degli obiettivi di Barcellona e sottolineando in particolare la necessità di rivolgersi ai bambini con disabilità 52 . Nella sua recente relazione sulla strategia europea per l'assistenza, adottata nella sessione plenaria del 5 luglio 2022, il Parlamento europeo ha accolto con favore l'imminente revisione degli obiettivi di Barcellona e ha evidenziato l'importanza dell'ECEC nel facilitare la partecipazione femminile al mercato del lavoro e nel colmare i divari di genere nell'assistenza, nei salari e nelle pensioni 53 .
Il 24 marzo 2022 le commissioni del Parlamento europeo per l'occupazione e gli affari sociali (EMPL) e per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere (FEMM) hanno organizzato un'audizione congiunta in preparazione di una relazione di iniziativa intitolata "Verso un'azione comune europea in materia di assistenza e cura". I membri del Parlamento europeo hanno accolto con favore la strategia europea per l'assistenza e hanno sottolineato in particolare il potenziale rappresentato dal settore, attualmente a corto di fondi e di organico, in termini di creazione di posti di lavoro. Il miglioramento delle condizioni di lavoro può contribuire alla parità di genere, mentre l'istruzione e la formazione svolgono un ruolo cruciale nel garantire la disponibilità di personale qualificato e la professionalizzazione. È stata inoltre sottolineata la necessità di monitorare i progressi e di tenere conto delle competenze degli Stati membri in questo settore strategico.
Analogamente il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha chiesto ripetutamente una revisione degli obiettivi di Barcellona e un approccio olistico in diversi pareri 54 , nei quali ha sottolineato la necessità di investimenti maggiori in servizi e strutture di assistenza di alta qualità, a costi sostenibili e disponibili per tutte le famiglie. Ha chiesto inoltre che siano canalizzati gli investimenti verso infrastrutture sociali, in particolare l'ECEC e l'assistenza dopo l'orario delle lezioni, e che siano resi più ambiziosi gli obiettivi di Barcellona in materia di assistenza all'infanzia, oltre a includere l'assistenza a favore di altre persone a carico.
Il Consiglio europeo ha sottolineato l'importanza di considerare congiuntamente il divario retributivo di genere e il divario di genere 55 nell'assistenza in quanto si tratta di fenomeni ampiamente interdipendenti che si rafforzano a vicenda. Il Consiglio ha chiesto inoltre che siano realizzati investimenti pubblici a lungo termine in strutture e infrastrutture di assistenza di alta qualità, accessibili e a costi sostenibili, nello sviluppo di competenze nel settore dell'assistenza, così come nei servizi di assistenza. Il Consiglio ha esortato la Commissione a presentare una revisione degli obiettivi di Barcellona per rafforzare la convergenza verso l'alto nell'offerta di servizi di educazione e cura della prima infanzia di qualità tra gli Stati membri 56 e ha sottolineato il diritto di tutti i minori a un accesso non discriminatorio a servizi fondamentali quali l'educazione e la cura della prima infanzia 57 .
All'incontro del gruppo ad alto livello sull'integrazione di genere, tenutosi nel gennaio 2022, gli Stati membri hanno fornito un riscontro ampiamente positivo sulla proposta per una strategia per l'assistenza. In particolare hanno convenuto sulla necessità di affrontare gli aspetti dell'accessibilità, della qualità e della sostenibilità dei costi dei servizi; di migliorare le condizioni di lavoro nel settore dell'assistenza; di riflettere, tra le altre questioni, sull'aspetto educativo dell'ECEC; e infine di affrontare gli stereotipi di genere in relazione all'assistenza.
Durante i dibattiti orientativi con i rappresentanti degli Stati membri in seno al comitato per la protezione sociale (17 marzo 2022) e al comitato per l'occupazione (1° aprile 2022), gli Stati membri hanno condiviso una serie di esempi e buone pratiche nazionali e hanno espresso un ampio accordo preliminare in merito all'obiettivo generale dell'iniziativa, all'analisi delle sfide e agli obiettivi strategici proposti. Diversi Stati membri hanno sottolineato che l'iniziativa dovrebbe essere sviluppata nel pieno rispetto delle competenze nazionali, tenendo conto anche della diversità delle circostanze e dell'impostazione dei sistemi di assistenza a livello nazionale ed evitando oneri amministrativi. È stata evidenziata altresì l'importanza dei finanziamenti dell'UE, del sostegno all'apprendimento reciproco e del miglioramento della base delle prove.
Il 13 settembre 2021 il comitato consultivo per le pari opportunità tra donne e uomini ha adottato un parere intitolato The care gap in the EU: a holistic and gender-transformative approach 58 . Nel parere si esprimeva sostegno per il miglioramento della disponibilità e della sostenibilità dei costi dell'assistenza di qualità e dei servizi ECEC per i bambini, la revisione verso l'alto degli obiettivi di Barcellona e la definizione di un quadro strategico per la sostenibilità dell'assistenza a lungo termine mediante finanziamenti dell'UE, anche tramite i piani nazionali di ripresa e resilienza nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza.
Sono state organizzate numerose consultazioni mirate di portatori di interessi, dibattiti orientativi e audizioni al fine di trattare in modo più approfondito i vari elementi dell'iniziativa.
L'11 marzo 2022 la Commissione ha organizzato un dialogo strategico con oltre 50 organizzazioni della società civile, le quali hanno accolto favorevolmente la revisione degli obiettivi di Barcellona e si sono dichiarate d'accordo con le sfide individuate dalla Commissione. Hanno evidenziato la necessità di valutare gli ostacoli alla partecipazione: l'esame di ulteriori scomposizioni dei tassi di partecipazione (ad es. bambini provenienti da contesti migratori, bambini con disabilità ecc.); l'inclusione dei bambini e del loro sviluppo sano al centro della politica; la promozione degli investimenti nei sistemi di servizi di intervento per la prima infanzia rivolti ai bambini con disabilità come misura atta a promuovere la loro partecipazione all'ECEC e permettere in tal modo alle loro madri di svolgere un'attività retribuita.
Infine, il 7 aprile 2022 è stata organizzata un'audizione dedicata con le parti sociali a livello dell'UE. Le parti sociali avevano già emesso nel dicembre 2020 una dichiarazione comune sulle disposizioni relative all'assistenza all'infanzia nell'UE, in cui sottolineavano come l'esistenza di strutture di assistenza all'infanzia disponibili, accessibili e a costi sostenibili sia essenziale affinché i genitori possano lavorare, in particolare le madri. Le parti sociali hanno inoltre sollecitato la revisione degli obiettivi di Barcellona al fine di promuovere il valore del lavoro nel settore, unitamente a buone condizioni di lavoro, anche rafforzando la contrattazione collettiva e garantendo posti di lavoro di qualità e stabili, stipendi equi e un livello adeguato di protezione sociale. Hanno anche chiesto azioni volte ad attrarre lavoratori nel settore, in particolare uomini. Queste posizioni hanno trovato conferma in occasione dell'udienza delle parti sociali in aprile. In particolare le parti sociali hanno sottolineato la necessità di un approccio integrato che consideri l'intero ciclo di vita e l'esigenza di aumentare gli investimenti nel settore e renderlo più attrattivo per i lavoratori in considerazione del contesto di cambiamento demografico e delle prospettive economiche.
•Assunzione e uso di perizie
La Commissione si è basata sulle competenze del Centro comune di ricerca (JRC) e di esperti esterni per costituire la base di conoscenze necessaria alla presente iniziativa. Il relativo contributo è messo a disposizione del pubblico insieme alla presente proposta di raccomandazione.
Il JRC ha fornito un esame approfondito del set di dati di riferimento delle statistiche UE sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC) al fine di verificare la fattibilità dei possibili perfezionamenti degli indicatori e la solidità della misurazione a livello di Stati membri 59 . Il JRC ha inoltre realizzato una simulazione dell'eventuale incidenza dei diversi livelli dell'obiettivo sugli indicatori pertinenti in termini di partecipazione femminile al mercato del lavoro, basandosi sul modello EUROMOD 60 . È stato infine commissionato un esame della letteratura per ricavarne una panoramica delle riforme efficaci in termini di assistenza all'infanzia negli Stati membri 61 .
Inoltre un gruppo di esperti 62 costituito da 15 membri, tra cui singoli esperti e rappresentanti dell'Agenzia esecutiva europea per l'istruzione e la cultura (EACEA), dell'EIGE, di Eurofound, dell'ILO, dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) e dell'UNICEF, ha fornito contributi sullo stato dei lavori e sulle differenze tra i vari paesi per quanto riguarda l'approccio all'ECEC, le condizioni relative alla manodopera e la qualità dell'ECEC. È inoltre intervenuto sulle misure destinate a migliorare la partecipazione all'ECEC, in particolare per i bambini provenienti da contesti svantaggiati, e sugli elementi pertinenti ai fini del miglioramento della convergenza verso l'alto.
•Diritti fondamentali
La revisione degli obiettivi di Barcellona contribuirà al conseguimento della parità tra donne e uomini in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. Contribuirà a salvaguardare il diritto di ogni persona all'istruzione e i diritti di tutti i bambini a tale protezione e alle cure necessarie per il loro benessere nonché alla protezione della famiglia sul piano economico (articoli 23, 14, 24 e 33 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea).
4.INCIDENZA SUL BILANCIO
La proposta non ha alcuna incidenza finanziaria sul bilancio dell'Unione.
5.ALTRI ELEMENTI
•Disposizioni sul monitoraggio, sulla valutazione e sulla rendicontazione
La Commissione europea continuerà a monitorare gli obiettivi di Barcellona nel contesto del semestre europeo, uno strumento fondamentale per monitorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la parità di genere, anche attraverso l'analisi fornita nelle relazioni per paese e mediante raccomandazioni specifiche per paese, laddove opportuno. Includerà inoltre nella sua valutazione l'intensità della partecipazione di tutti i bambini all'ECEC (numero di ore frequentate a settimana) e la partecipazione dei bambini appartenenti a gruppi diversi, compresi i bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale e, ove fattibile, dei bambini con disabilità, dei bambini provenienti da contesti migratori, dei bambini Rom e di altri gruppi pertinenti, tenendo conto dell'età dei bambini e delle caratteristiche nazionali specifiche.
Inoltre l'attuazione della raccomandazione sarà monitorata mediante la relazione annuale della Commissione sulla parità di genere e il portale per il monitoraggio della strategia per la parità di genere 63 .
La revisione degli obiettivi riguarda dimensioni aggiuntive pertinenti ai fini del conseguimento degli obiettivi di Barcellona (accessibilità, sostenibilità dei costi e qualità). Laddove siano disponibili, gli indicatori per tali dimensioni saranno inclusi nel portale per il monitoraggio della strategia per la parità di genere e nella relazione annuale sulla parità di genere.
Al fine di migliorare la disponibilità, l'ambito di applicazione e la rilevanza dei dati pertinenti a livello UE, la presente raccomandazione invita gli Stati membri a sviluppare o migliorare la raccolta dei dati in una serie di settori relativi alla sua attuazione. In particolare, gli Stati membri dovrebbero migliorare la raccolta dei dati sulla partecipazione dei bambini all'ECEC, anche in riferimento ai bambini in situazioni di vulnerabilità o appartenenti a gruppi svantaggiati.
La Commissione pubblicherà una relazione approfondita entro cinque anni per fornire una panoramica dello stato di avanzamento dell'attuazione della raccomandazione, basandosi sugli obiettivi di Barcellona e su tutte le dimensioni pertinenti, compresi esempi di politiche e buone pratiche attuate dagli Stati membri.
2022/0263 (NLE)
Proposta di
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
relativa alla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 292, in combinato disposto con l'articolo 153, paragrafo 1, lettera i),
vista la proposta della Commissione europea,
considerando quanto segue:
(1)Al fine di eliminare i disincentivi alla partecipazione femminile al mercato del lavoro, nel 2002 il Consiglio europeo ha stabilito gli obiettivi di Barcellona in materia di assistenza all'infanzia, rappresentati da un duplice obiettivo: un tasso di partecipazione all'educazione e cura della prima infanzia (ECEC) del 33 % per i bambini di età inferiore ai 3 anni, e un tasso del 90 % per i bambini dai 3 anni fino all'età dell'obbligo scolastico 64 . Sebbene tali obiettivi siano stati conseguiti, in media, a livello dell'UE, persistono differenze significative tra gli Stati membri e all'interno degli stessi, in particolare per i bambini provenienti da famiglie a basso reddito e per i bambini più piccoli.
(2)Scopo della presente raccomandazione è incoraggiare gli Stati membri ad aumentare il ricorso ai servizi ECEC al fine di facilitare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e migliorare lo sviluppo sociale e cognitivo di tutti i bambini, in particolare di quelli che versano in situazioni di vulnerabilità o provengono da contesti svantaggiati.
(3)Le responsabilità di assistenza nei confronti dei bambini, in particolare di quelli molto piccoli, costituiscono un notevole ostacolo alla partecipazione femminile al mercato del lavoro. Nel 2021 l'indagine sulle forze di lavoro (IFL) condotta per l'UE-27 ha rivelato che il 27,9 % delle donne di età compresa tra i 25 e i 49 anni non appartenenti alla popolazione attiva dichiarava che il principale motivo per cui non cercava lavoro era la necessità di accudire bambini o adulti bisognosi di assistenza, rispetto all'8 % soltanto di uomini; nel 2019, quindi prima della pandemia, tali cifre erano pari rispettivamente al 32,6 % e al 7,6 % 65 . Allo stesso tempo, il tasso di occupazione delle persone nella fascia di età 25-49 anni con figli di età inferiore ai 6 anni era pari al 90,1 % per gli uomini rispetto al 67,2 % per le donne. Le responsabilità di assistenza non retribuita escludono circa 7,7 milioni di donne in Europa dalla partecipazione al mercato del lavoro, rispetto a 450 000 uomini soltanto.
(4)È inoltre più probabile che le donne adeguino l'organizzazione della loro vita professionale alle responsabilità di assistenza, il che incide in maniera duratura sulla loro carriera e contribuisce al divario retributivo e pensionistico di genere. Su base giornaliera le donne occupate dedicano in media 90 minuti in più rispetto agli uomini occupati a lavori domestici e attività di assistenza diretta. Affrontare i divari di genere nell'occupazione ha un'evidente motivazione economica in quanto contribuisce alla crescita e può incidere positivamente sulla produttività. Affrontare i divari di genere produce inoltre effetti positivi consolidati sulla riduzione della povertà e sull'inclusione sociale e costituisce una delle risposte alla contrazione della forza lavoro.
(5)La disponibilità di servizi di assistenza a costi sostenibili e di alta qualità incide in modo altamente positivo sulla situazione occupazionale dei prestatori di assistenza, in particolare delle donne. Sebbene l'offerta di servizi ECEC sia aumentata in tutta l'Unione, il divario di genere nei livelli di occupazione è stato ridotto dai 17,7 punti percentuali del 2002 ai 10,8 punti percentuali del 2021. Negli ultimi anni, però, i progressi si sono arrestati.
(6)Il pilastro europeo dei diritti sociali pone in evidenza l'importanza della parità di genere, dell'equilibrio tra attività professionale e vita familiare e dell'educazione e della cura della prima infanzia come obiettivi chiave dell'Unione. Nel pilastro europeo dei diritti sociali si afferma che la parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini deve essere garantita e rafforzata in tutti i settori, anche per quanto concerne la partecipazione al mercato del lavoro, i termini e le condizioni di lavoro e l'avanzamento di carriera. Si riconoscono inoltre il diritto dei bambini a servizi ECEC a costi sostenibili e di buona qualità, i diritti dei bambini alla protezione dalla povertà e il diritto dei bambini provenienti da contesti svantaggiati a misure specifiche tese a promuovere le pari opportunità. Il piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali propone, tra i suoi obiettivi principali dell'Unione per il 2030, che almeno il 78 % della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni debba avere un lavoro entro tale data. Ai fini del conseguimento di tale obiettivo, il piano d'azione fissa il traguardo di almeno dimezzare il divario di genere nei livelli di occupazione rispetto al 2019, anche tramite la revisione degli obiettivi di Barcellona. Il piano d'azione riconosce che l'aumento dell'offerta di strutture formali di ECEC sosterrebbe una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro e una migliore conciliazione tra vita professionale e vita privata. Con la presente raccomandazione, l'Unione mantiene l'impegno assunto con il piano d'azione.
(7)A livello di Unione, diverse raccomandazioni e direttive nei settori della parità di genere e delle condizioni di lavoro affrontano alcuni elementi pertinenti per gli obiettivi di Barcellona. La direttiva (UE) 2019/1158 del Parlamento europeo e del Consiglio 66 crea un quadro per una fruizione equilibrata in termini di genere dei congedi familiari e delle modalità di lavoro flessibili, come pure del congedo per i prestatori di assistenza.
(8)Diverse iniziative dell'Unione hanno messo in risalto l'importanza dell'ECEC per i bambini. La presente raccomandazione si basa su tali iniziative politiche: la raccomandazione del Consiglio, del 22 maggio 2019, relativa ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia 67 aiuta gli Stati membri a migliorare i servizi ECEC e sottolinea che tali servizi devono essere inclusivi, accessibili, a costi sostenibili e di alta qualità. La strategia dell'UE sui diritti dei minori 68 prevede un quadro per l'azione dell'UE volto a migliorare la promozione e la protezione dei diritti dei minori e riconosce l'utilità del ruolo dell'ECEC ai fini dello sviluppo cognitivo e sociale dei bambini. La raccomandazione del Consiglio, del 14 giugno 2021, che istituisce una garanzia europea per l'infanzia 69 mira a garantire che i bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale dispongano di un accesso gratuito ed effettivo ai servizi fondamentali, tra cui l'ECEC, in tutte le regioni, anche nelle zone remote e rurali.
(9)Quando investono in servizi ECEC, gli Stati membri dovrebbero tenere conto di una serie di dimensioni che vanno oltre la mera disponibilità di posti, quali l'intensità della partecipazione, la percentuale di bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale che partecipano nonché l'accessibilità, la sostenibilità dei costi e la qualità dei servizi di assistenza forniti. La presente raccomandazione stabilisce quindi misure atte ad affrontare tali aspetti.
(10)Per facilitare la partecipazione dei prestatori primari di assistenza, prevalentemente donne, al mercato del lavoro, il numero di ore di attività ECEC fruite dovrebbe essere sufficiente da consentire ai genitori di svolgere in modo significativo un'occupazione retribuita. È opportuno incoraggiare la frequenza dei bambini, tenendo conto del loro interesse superiore. Laddove i bambini non frequentino ancora attività ECEC a tempo pieno, entrambi i genitori dovrebbero avvalersi dei diritti al congedo familiare e delle modalità di lavoro flessibili concessi dalla direttiva (UE) 2019/1158, quali il lavoro a tempo parziale, gli orari di lavoro flessibili e il telelavoro, per far sì che le responsabilità di assistenza siano equamente condivise; la frequenza dovrebbe inoltre aumentare gradualmente con l'avanzare dell'età dei figli. Data l'importanza di questa dimensione, l'intensità della partecipazione dei bambini dovrebbe essere monitorata congiuntamente alla partecipazione all'ECEC.
(11)Inoltre le donne con scarse competenze professionali e quelle provenienti da famiglie a basso reddito con figli devono far fronte a un maggior numero di ostacoli nell'ambito della formazione e nella ricerca di un'occupazione e subiscono maggiori disincentivi ad accedere (nuovamente) al mondo del lavoro a causa di vincoli finanziari e non finanziari alla partecipazione dei loro figli all'ECEC. Incoraggiare una partecipazione più numerosa di bambini in situazioni di vulnerabilità e provenienti da contesti svantaggiati ad un'ECEC inclusiva inciderebbe positivamente sul ritorno al lavoro delle loro madri. La situazione delle donne con disabilità o delle madri di bambini con disabilità è particolarmente difficile.
(12)La partecipazione all'ECEC presenta molteplici benefici per i bambini. Dai dati emerge che l'offerta di ECEC di qualità svolge un ruolo cruciale nel migliorare lo sviluppo cognitivo, sociale ed educativo dei bambini sin dall'infanzia. Secondo la raccomandazione del Consiglio, del 22 maggio 2019, relativa ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia, la partecipazione all'ECEC può essere uno strumento efficace per garantire l'equità educativa a bambini provenienti da contesti svantaggiati, come i bambini con disabilità o con bisogni educativi speciali, i bambini a rischio di povertà e di esclusione sociale, i bambini provenienti da un contesto migratorio, i bambini rifugiati, i bambini Rom e quelli appartenenti ad altre minoranze, i bambini che vivono in zone rurali e remote con infrastrutture di assistenza inadeguate e i bambini in strutture di assistenza alternativa.
(13)La raccomandazione del Consiglio che istituisce una garanzia europea per l'infanzia 70 e la raccomandazione del Consiglio sull'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom 71 evidenziano come la parità di accesso a un'ECEC di qualità e inclusiva sia fondamentale per interrompere la trasmissione dell'esclusione sociale e garantire pari opportunità ai minori che si trovano in una situazione svantaggiata. In virtù del sistema di garanzia europea per l'infanzia, gli Stati membri sono tenuti a presentare piani nazionali per l'attuazione della raccomandazione entro 9 mesi dalla sua adozione. Tuttavia i loro tassi di frequenza sono notevolmente più bassi, soprattutto tra i bambini più piccoli, il che può tradursi successivamente in risultati scolastici peggiori e in tassi di abbandono degli studi più elevati, in particolare per quanto riguarda i minori Rom o i minori provenienti da un contesto migratorio o ancora quelli privati delle cure genitoriali. La partecipazione all'ECEC è importante anche per i bambini in fuga dalla guerra in Ucraina, così come per altri bambini che cercano protezione nell'Unione o che già ne beneficiano. A tutti questi bambini potenzialmente vulnerabili è necessario garantire parità di accesso a servizi ECEC generali, inclusivi e non segregati.
(14)Analogamente i bambini con disabilità hanno il diritto di partecipare a servizi ECEC generali a parità di condizioni con gli altri. Alla metà dei bambini con disabilità l'assistenza è prestata esclusivamente dai genitori. È quindi importante provvedere affinché i servizi ECEC siano accessibili, inclusivi e combinati con misure mirate che contribuiscano ad affrontare esigenze specifiche, anche attraverso misure che affrontano ostacoli e segregazione, dotando il personale delle competenze necessarie o assumendo personale dedicato per soddisfare le esigenze individuali e applicare, ove necessario, programmi educativi personalizzati.
(15)Un'ECEC di alta qualità è essenziale per far sì che i bambini traggano beneficio dalla partecipazione a tali attività. Sebbene non esista un modo univoco di definire e misurare il concetto di qualità nelle strutture ECEC, la sua essenza risiede nella qualità dell'interazione tra adulti e bambini, indipendentemente dal sistema ECEC messo in atto. Gli Stati membri dovrebbero provvedere all'offerta di servizi ECEC di alta qualità, tenendo conto delle varie dimensioni stabilite nella raccomandazione del 22 maggio 2019 relativa ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia, tra cui l'accesso ai servizi ECEC, le qualifiche e le condizioni di lavoro del personale, il programma di formazione pedagogica, il monitoraggio e la valutazione, la governance e i finanziamenti. Particolare importanza dovrebbero assumere elementi quali il rapporto tra numero di addetti e numero di bambini, le qualifiche del personale e la formazione professionale continua.
(16)La qualità dell'offerta di servizi ECEC è un fattore importante anche per instaurare un clima di fiducia tra i genitori e le istituzioni che forniscono educazione e cura, ed è quindi un elemento importante per facilitare una maggiore partecipazione a tali servizi.
(17)L'accessibilità è un'ulteriore dimensione importante della fornitura di servizi ECEC. Comprende infrastrutture adeguate e capacità di accoglienza e orari di apertura disponibili. Contempla altresì l'adattamento ai bisogni speciali dei genitori e l'assistenza nel completare procedure amministrative complesse. Il sostegno all'orientamento nel contesto delle procedure amministrative dovrebbe essere fornito in varie forme, anche prestando sostegno linguistico e digitale, in particolare ai gruppi in situazioni di vulnerabilità o provenienti da contesti svantaggiati che, ad esempio, non sono in grado di utilizzare strumenti digitali o avere accesso agli stessi. Comprende altresì l'accessibilità da parte delle persone con disabilità, compresi bambini, genitori e professionisti, in conformità con i requisiti di accessibilità stabiliti negli allegati I e III della direttiva (UE) 2019/882.
(18)Inoltre l'accessibilità comprende la professionalizzazione del personale e degli specialisti nel sostenere adeguatamente i bambini con disabilità o con bisogni speciali, presso strutture generali non segregate. Gli Stati membri dovrebbero provvedere affinché gli ostacoli all'uso dei servizi ECEC siano eliminati ed evitati, anche per le persone con disabilità, e che tali servizi siano effettivamente inclusivi.
(19)Quando si affronta il tema dell'accessibilità, è necessario prendere in considerazione gli squilibri territoriali. Tempi lunghi di pendolarismo associati alla distanza, alla mancanza di collegamenti di trasporto o a collegamenti di trasporto limitati e alla congestione del traffico possono costituire un ostacolo alla partecipazione. Le zone remote e rurali sono particolarmente svantaggiate dalla mancanza di servizi ECEC sufficienti a livello locale. Tali squilibri territoriali possono sommarsi a questioni di sostenibilità dei costi. È quindi importante considerare i diversi profili degli utenti dei servizi ECEC nei piani di mobilità e includere, a fini di valutazione e monitoraggio, la copertura territoriale nella raccolta di dati.
(20)In numerosi Stati membri, il costo elevato dei servizi ECEC continua a costituire un ostacolo insidioso alla partecipazione. Dai dati Eurostat emerge che il fattore di costo svolge un ruolo significativo nella decisione di non utilizzare servizi formali di assistenza all'infanzia in molti paesi, in particolare per le famiglie a rischio di povertà. Secondo le statistiche dell'Unione europea sul reddito e sulle condizioni di vita per il 2016, il 13 % dei genitori non fa uso dell'assistenza all'infanzia in ragione del suo costo 72 e l'11 % incontra difficoltà moderate o notevoli nel sostenerne i costi 73 . Tali percentuali salgono a più del doppio, ossia rispettivamente al 28 % e al 27 %, per le famiglie a rischio di povertà. La ricerca scientifica rivela notevoli benefici economici, sociali, educativi e di sviluppo derivanti da un'ECEC di alta qualità. Garantire un'ECEC a costi sostenibili è pertanto vantaggioso ai fini della partecipazione delle donne al mercato del lavoro; e ciò presenta altresì un impatto positivo sulla crescita a lungo termine in fatto di istruzione sin dall'infanzia, spianando il terreno per un atteggiamento positivo nei confronti dell'apprendimento permanente, andando oltre i bambini coinvolti ed estendendosi alla società in generale. Di conseguenza gli Stati membri dovrebbero garantire che i costi dei servizi ECEC siano commisurati al reddito delle famiglie e non costituiscano un ostacolo alla loro fruizione. Inoltre gli Stati membri dovrebbero anche tenere conto di altri costi relativi alla partecipazione all'ECEC quali quelli dei trasporti, dell'abbigliamento e delle attrezzature necessarie in una situazione di assistenza.
(21)Una soluzione per garantire l'offerta adeguata di servizi ECEC accessibili, a costi sostenibili e di alta qualità consiste nello stabilire un diritto legale all'ECEC, in forza del quale le autorità pubbliche garantiscono un posto a tutti i bambini i cui genitori lo richiedano, indipendentemente dal loro stato di occupazione, dalla loro situazione socioeconomica o dal loro stato civile. Nella maggior parte degli Stati membri, tale diritto legale esiste già, tuttavia l'età di inizio di validità di tale diritto varia in modo significativo. Idealmente non dovrebbe esserci soluzione di continuità tra la fine del congedo familiare adeguatamente retribuito e il diritto legale a un posto in una struttura ECEC.
(22)L'aumento della disponibilità di servizi ECEC di alta qualità, accessibili e a costi sostenibili per le famiglie e il miglioramento delle condizioni di lavoro e di retribuzione nel settore dovrebbero produrre vantaggi economici. Al tempo stesso, è possibile migliorare la sostenibilità finanziaria degli investimenti nell'ECEC valutando l'incidenza sulle finanze pubbliche, monitorando regolarmente e migliorando costantemente l'efficacia in termini di costi, e infine basandosi sulle migliori pratiche, tra cui una progettazione efficiente di meccanismi di finanziamento che siano coerenti con la sostenibilità complessiva delle finanze pubbliche.
(23)Un accesso agevole a informazioni adeguate online e offline in materia di ECEC è estremamente importante per i genitori. Ciò riguarda le informazioni sui diritti a servizi adeguati e sulla loro disponibilità, nonché sulle modalità di accesso e sull'ammissibilità a beneficiare di sostegno finanziario, ove applicabile.
(24)La mancanza di consapevolezza in merito ai diritti dei genitori e dei bambini per quanto concerne l'ECEC e alla rilevanza di quest'ultima per i risultati scolastici futuri costituisce un ulteriore ostacolo alla fruizione di tali servizi, il che si ripercuote sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Informare i genitori correttamente ed esaurientemente dovrebbe portare a decisioni ben ponderate e informate sulle opzioni in materia di assistenza.
(25)I servizi ECEC soffrono di carenze di personale in numerosi paesi. Questo problema può essere affrontato attraverso molteplici strategie, quali il miglioramento delle condizioni di lavoro e delle prospettive di carriera, retribuzioni adeguate, opportunità regolari di miglioramento delle competenze e di riqualificazione, l'elaborazione di strategie creative di assunzione e l'invito a diversi gruppi sottorappresentati affinché cerchino un'occupazione nel settore dell'ECEC, come nel caso degli uomini o di persone provenienti da vari contesti culturali, ad esempio i migranti e i rifugiati. Un meccanismo semplice e rapido di riconoscimento delle qualifiche potrebbe contribuire ad affrontare tali carenze. Ad esempio la raccomandazione della Commissione (UE) 2022/554 74 affronta l'accesso alle professioni regolamentate da parte di coloro che fuggono dalla guerra in Ucraina.
(26)La promozione di condizioni di lavoro eque per il personale del settore dell'ECEC dovrebbe contribuire ad attrarre nuovi lavoratori e contemporaneamente a garantire che coloro che lavorano in questo settore siano disposti a mantenere il loro posto di lavoro fino al pensionamento e che sia data loro la possibilità di farlo. Può contribuire altresì ad affrontare la segregazione di genere nel settore. In questo contesto le linee guida politiche dell'ILO sulla promozione di un lavoro dignitoso per il personale che si occupa di educazione della prima infanzia 75 forniscono una guida sulla possibile attuazione di raccomandazioni riguardanti lo sviluppo professionale e della carriera, una remunerazione adeguata, tra cui la parità retributiva, l'occupazione sostenibile e le condizioni di lavoro, nonché la promozione del dialogo sociale in questo settore.
(27)L'assistenza ai bambini non si ferma con l'inizio della scuola primaria. Le esigenze di assistenza per i bambini a partire dall'età della scuola primaria dell'obbligo possono anche limitare la partecipazione delle madri al mercato del lavoro e i loro orari di lavoro, quando i sistemi scolastici nazionali non offrono soluzioni di assistenza idonee, di qualità e a costi sostenibili dopo l'orario delle lezioni e durante le vacanze. In assenza di possibilità di assistenza per i bambini più grandi, la disponibilità di servizi ECEC per i fratelli più piccoli non permetterà ai genitori di partecipare al mercato del lavoro, il che potrebbe a sua volta incidere sulla fruizione di servizi ECEC per i fratelli più giovani. Gli Stati membri dovrebbero pertanto prevedere un'assistenza adeguata, di qualità e a costi sostenibili fuori dall'orario scolastico. In tale contesto dovrebbe rientrare, laddove pertinente, un'offerta per la supervisione durante i compiti per casa e il sostegno nello svolgimento degli stessi, in particolare per i bambini provenienti da contesti svantaggiati.
(28)L'equilibrio tra attività professionale e vita familiare rimane una grande sfida per molti genitori, in particolare per le donne. La difficoltà di trovare un equilibrio tra responsabilità professionali e di assistenza costituisce un ostacolo notevole che contribuisce alla sottorappresentazione delle donne nel mercato del lavoro. In tale contesto gli stereotipi di genere influenzano spesso i ruoli di donne e uomini in relazione all'assistenza. Lo squilibrio tra l'assistenza offerta dalle donne rispetto a quella offerta dagli uomini rafforza a sua volta gli stereotipi di genere nelle professioni e nei ruoli di uomini e donne.
(29)Questo persistente divario di genere nell'assistenza dovrebbe essere affrontato, in particolare, incoraggiando la fruizione da parte dei padri del congedo familiare e di modalità flessibili di gestione dell'orario lavorativo, ove pertinenti, associati a una ripartizione più equa delle responsabilità di assistenza all'interno delle coppie per quanto riguarda il lavoro retribuito e non retribuito. L'attuazione della direttiva (UE) 2019/1158 dovrebbe migliorare i diritti dei lavoratori con responsabilità di assistenza in relazione ai congedi familiari e alla richiesta di modalità flessibili di gestione dell'orario lavorativo. Ulteriori azioni dovrebbero concentrarsi sulla sensibilizzazione in merito a tali nuovi diritti e sul monitoraggio della possibilità per i lavoratori di esercitare pienamente tali diritti senza subire un trattamento sfavorevole sul lavoro.
(30)Al fine di comprendere meglio le esigenze e i vincoli legati all'assistenza, gli Stati membri dovrebbero garantire la disponibilità di dati adeguati con un grado sufficiente di dettaglio, affidabilità e comparabilità. Poiché la direttiva (UE) 2019/1158 non contiene disposizioni specifiche sulla raccolta di dati, tali dati dovrebbero comprendere la fruizione dei congedi per motivi familiari, tenendo conto del manuale metodologico relativo al quadro degli indicatori dell'equilibrio tra attività professionale e vita familiare elaborato dal comitato per l'occupazione e dal comitato per la protezione sociale a sostegno del monitoraggio e della valutazione adeguati della direttiva.
(31)I progressi nell'attuazione della presente raccomandazione dovrebbero essere regolarmente monitorati nel contesto del semestre europeo, della relazione annuale sulla parità di genere nell'Unione europea e del portale di monitoraggio della strategia per la parità di genere. A tale fine gli Stati membri dovrebbero in particolare sostenere la Commissione nello sviluppo e nel calcolo di un indicatore per la misurazione del divario di genere nell'assistenza, ossia la differenza di tempo dedicato dalle donne e dagli uomini all'assistenza, del divario retributivo di genere e dell'uso del tempo in termini di lavoro retribuito e non retribuito, al fine di comprendere meglio le interdipendenze tra questi elementi con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo di politiche sociali e relative alla parità di genere, basate su dati concreti. Gli Stati membri dovrebbero inoltre proseguire i loro sforzi volti a progettare e attuare le riforme nel settore dell'ECEC utilizzando al meglio il sostegno della Commissione, anche tramite lo strumento di sostegno tecnico, mediante lo scambio di buone pratiche, processi e metodologie adeguati, la raccolta di dati, il coinvolgimento dei portatori di interessi e la maggiore efficacia ed efficienza del coordinamento interistituzionale e della pianificazione, dell'assegnazione e dello sviluppo professionale delle risorse umane nel settore dell'ECEC.
(32)Per "educazione e cura della prima infanzia" dovrebbe intendersi qualsiasi sistema regolamentato che offre educazione e cura dei bambini dalla nascita fino all'età della scuola primaria dell'obbligo, indipendentemente dalla struttura, dal finanziamento, dagli orari di apertura o dai contenuti curricolari, e comprende la cura dei bambini nei nidi e nei servizi in contesti domiciliari, i servizi a finanziamento pubblico e privato e i servizi prescolari e pre-primari.
(33)Al fine di valutare l'impatto della presente raccomandazione, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero monitorare i propri progressi e riferire regolarmente in merito agli stessi,
HA ADOTTATO LA PRESENTE RACCOMANDAZIONE:
OBIETTIVO E AMBITO DI APPLICAZIONE
1.La presente raccomandazione mira a incoraggiare gli Stati membri ad aumentare la partecipazione all'educazione e cura della prima infanzia al fine di facilitare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e migliorare lo sviluppo sociale e cognitivo dei bambini, in particolare per quelli che versano in situazioni di vulnerabilità o provengono da contesti svantaggiati.
2.La presente raccomandazione riguarda l'educazione e cura della prima infanzia per tutti i bambini.
REVISIONE DEGLI OBIETTIVI DI BARCELLONA
3.Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, fornendo servizi di educazione e cura della prima infanzia (ECEC) di alta qualità conformemente ai modelli nazionali di offerta di cure, garantendo che entro il 2030:
(a)almeno il 50 % dei bambini di età inferiore ai 3 anni partecipi all'ECEC 76 ; e
(b)almeno il 96 % dei bambini di età compresa tra i 3 anni e l'età di inizio dell'istruzione primaria obbligatoria partecipi all'ECEC 77 ;
INTENSITÀ DI PARTECIPAZIONE
4.Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare un'intensità di partecipazione dei bambini all'ECEC che sia compatibile con una partecipazione significativa dei genitori, in particolare delle madri, al mercato del lavoro.
5.Gli Stati membri sono invitati a garantire che siano disponibili servizi ECEC tali da consentire la partecipazione dei bambini, la quale potrebbe gradualmente aumentare con l'età del bambino, per:
(a)almeno 25 ore settimanali per i bambini di età inferiore ai 3 anni; e
(b)almeno 35 ore settimanali per i bambini a partire dall'età di 3 anni.
INCLUSIONE DI BAMBINI PROVENIENTI DA CONTESTI SVANTAGGIATI, BAMBINI CON DISABILITÀ O CON BISOGNI SPECIALI
6.Gli Stati membri dovrebbero:
(a)predisporre misure mirate per consentire e aumentare la partecipazione all'ECEC dei bambini provenienti da contesti svantaggiati, compresi i bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale e i bambini con disabilità o con bisogni speciali;
(b)colmare il divario di partecipazione all'ECEC tra i bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale e la popolazione complessiva dei bambini.
QUALITÀ
7.Gli Stati membri dovrebbero provvedere affinché:
(a)i servizi ECEC per tutti i bambini siano di alta qualità, al fine di rafforzare la fiducia dei genitori nei confronti di tali servizi e contribuire a uno sviluppo sano dal punto di vista fisico, sociale, emotivo, cognitivo ed educativo del bambino;
(b)i quadri nazionali di riferimento per la qualità che gli Stati membri sono incoraggiati a sviluppare in linea con la raccomandazione del Consiglio relativa ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia includano l'offerta di servizi per i bambini di entrambe le fasce di età oggetto della presente raccomandazione. I quadri nazionali di riferimento per la qualità dovrebbero prevedere in particolare:
–rapporti adeguati tra numero di addetti e numero di bambini e gruppi di dimensioni consone, tenendo conto dell'età dei bambini e di qualsiasi disabilità o bisogno speciale che potrebbero avere; e
–il sostegno alla professionalizzazione di tutto il personale del settore dell'ECEC, anche aumentando il livello richiesto di istruzione iniziale e garantendo lo sviluppo professionale continuo attraverso opportunità adeguate di formazione permanente.
DISTRIBUZIONE TERRITORIALE
8.Gli Stati membri dovrebbero affrontare le difficoltà che si pongono ai bambini e alle loro famiglie nell'accedere a una struttura adeguata per l'educazione e la cura, predisponendo una copertura territoriale sufficiente per l'offerta di servizi ECEC. A tale fine gli Stati membri dovrebbero in particolare:
(a)distribuire adeguatamente l'offerta di servizi ECEC nelle zone urbane e rurali, nei quartieri e territori ricchi e in quelli svantaggiati, prendendo in considerazione caratteristiche specifiche quali la densità della popolazione infantile, la distribuzione dei minori per fasce di età, assicurando la piena coerenza con i principi di desegregazione e non discriminazione e agendo in stretta collaborazione con le autorità locali e regionali;
(b)nel decidere in merito alle sedi per la prestazione dei servizi ECEC, prendere in considerazione tempi di pendolarismo ragionevoli, in particolare con mezzi di trasporto pubblici.
SOSTENIBILITÀ DEI COSTI
9.Per i bambini diversi da quelli oggetto della raccomandazione del Consiglio che istituisce una garanzia europea per l'infanzia, i quali dovrebbero beneficiare di un accesso gratuito ed effettivo ai servizi ECEC, gli Stati membri dovrebbero garantire che il costo netto di tali servizi sia ragionevolmente commisurato ad altre spese familiari e al reddito disponibile, prestando particolare attenzione alle famiglie a basso reddito. In particolare gli Stati membri sono incoraggiati a:
(a)limitare le spese non rimborsate a carico dei genitori;
(b)laddove applicabile, introdurre rette progressive proporzionate al reddito familiare o una retta massima per l'ECEC.
ACCESSIBILITÀ
10.Gli Stati membri dovrebbero costantemente eliminare gli ostacoli all'accesso all'ECEC. In questo contesto, dovrebbe essere prestata particolare attenzione a:
(a)offrire soluzioni ai genitori con orari di lavoro atipici per consentire loro di conciliare meglio le attività professionali e la vita privata;
(b)affrontare le esigenze dei genitori soli;
(c)garantire l'accesso ai servizi ECEC indipendentemente dalla situazione dei genitori sul mercato del lavoro e in maniera coerente con gli incentivi al lavoro;
(d)garantire l'accessibilità di edifici, infrastrutture e trasporti, nonché di materiale di apprendimento e strumenti digitali per genitori e bambini con disabilità o con bisogni speciali;
(e)offrire un sostengo efficace e informazioni e comunicazioni adeguate a bambini e genitori con disabilità o con bisogni speciali e affrontare gli ostacoli linguistici e culturali, al fine di consentire la loro partecipazione a strutture generali, inclusive e non segregate;
(f)fornire in modo proattivo informazioni chiare sui vantaggi della partecipazione all'ECEC e sulle opportunità esistenti, sulle norme in materia di ammissibilità e sulle procedure amministrative per l'accesso ai servizi ECEC;
(g)fornire sostegno amministrativo per l'iscrizione, prestando particolare attenzione ai genitori in situazioni di vulnerabilità o provenienti da contesti svantaggiati.
11.Gli Stati membri dovrebbero introdurre un diritto legale all'ECEC. Nel determinare l'età iniziale per beneficiare di tale diritto legale, gli Stati membri dovrebbero tenere conto della disponibilità e della durata del congedo familiare adeguatamente retribuito, mirando ad evitare interruzioni tra la fine di tale congedo e l'inizio dell'ECEC.
ASSISTENZA FUORI DALL'ORARIO SCOLASTICO
12.Oltre all'ECEC, gli Stati membri dovrebbero garantire un approccio globale all'assistenza dedicata ai bambini, tenendo conto delle esigenze di assistenza per bambini di età diverse, compresa l'età della scuola primaria, facilitando un'assistenza fuori dall'orario scolastico a costi sostenibili e di alta qualità per tutti i bambini della scuola primaria (copertura dopo l'orario delle lezioni e durante le vacanze), compresi i bambini con disabilità o con bisogni educativi specifici, tenendo conto dell'organizzazione nazionale della scuola e delle vacanze. In tale contesto dovrebbe rientrare il sostegno allo svolgimento dei compiti per casa, in particolare per i bambini provenienti da contesti svantaggiati o in situazioni di vulnerabilità.
CONSAPEVOLEZZA DEI DIRITTI
13.Gli Stati membri dovrebbero provvedere affinché i genitori siano consapevoli dei loro diritti, compreso, ove applicabile, il diritto a disporre di un posto in una struttura ECEC, tenendo presente che tradizioni e contesti di provenienza diversi potrebbero influenzare la conoscenza, la percezione e la fiducia in merito al sistema ECEC.
14.Gli Stati membri sono incoraggiati a informare in modo proattivo i genitori in merito alle possibilità, ai benefici, ai costi e, laddove presente, al sostegno finanziario per la fruizione dell'ECEC. È opportune considerare:
(a)le esigenze dei genitori in materia di informazioni sull'ECEC, tenendo conto della diversità delle loro competenze e capacità e del contesto socioeconomico da cui provengono, nonché di eventuali disabilità;
(b)la necessità di rendere le informazioni facilmente accessibili online e offline, tenendo conto delle diverse esigenze linguistiche e della disponibilità di strumenti digitali.
15.Gli Stati membri dovrebbero mettere in atto procedure di reclamo efficaci, imparziali e accessibili per segnalare problemi o incidenti alle autorità competenti.
CONDIZIONI DI LAVORO E COMPETENZE DEL PERSONALE
16.Gli Stati membri dovrebbero garantire condizioni di lavoro eque per il personale del settore dell'ECEC, in particolare promuovendo il dialogo sociale e la contrattazione collettiva e sostenendo la fissazione di retribuzioni attraenti nel settore, nel rispetto dell'autonomia delle parti sociali.
17.Gli Stati membri dovrebbero affrontare il fabbisogno di competenze e la carenza di lavoratori nel settore dell'ECEC, in particolare:
(a)migliorando l'istruzione e la formazione iniziale e continua per dotare i lavoratori attuali e futuri del settore dell'ECEC delle capacità e competenze necessarie;
(b)creando percorsi professionali nel settore dell'ECEC, anche tramite servizi di miglioramento delle competenze, di riqualificazione e di informazione, oltre che di orientamento;
(c)offrendo uno status professionale e prospettive di carriera attraenti ai lavoratori del settore dell'ECEC;
(d)attuando misure destinate ad affrontare gli stereotipi di genere e la segregazione di genere e rendendo la professione attraente tanto per gli uomini quanto per le donne.
DIVARIO DI GENERE NELL'ASSISTENZA FAMILIARE
18.Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare un'equa ripartizione delle responsabilità di assistenza ai figli tra i genitori:
(a)combattendo gli stereotipi di genere e incoraggiando un coinvolgimento equilibrato di entrambi i genitori nelle responsabilità di assistenza su un piano di parità, anche attraverso campagne di comunicazione;
(b)promuovendo e sostenendo modalità di gestione dell'orario lavorativo favorevoli alla famiglia e la fruizione del congedo familiare da parte di entrambi i genitori, in particolare degli uomini, nel corso della vita.
GOVERNANCE E RACCOLTA DEI DATI
19.Gli Stati membri dovrebbero promuovere una governance solida ed efficace delle politiche nel settore dell'educazione e cura della prima infanzia, in particolare:
(a)garantendo una stretta cooperazione tra le differenti istituzioni che si occupano della definizione di politiche e i servizi ECEC, e sostenendo la collaborazione con altre istituzioni che si occupano della definizione di politiche e altri servizi competenti nel settore dello sviluppo e dell'educazione della prima infanzia; e
(b)mobilitando e utilizzando in modo economicamente efficiente i finanziamenti appropriati e sostenibili dedicati all'educazione e cura della prima infanzia, anche ricorrendo ai fondi e agli strumenti dell'Unione, e perseguendo politiche che favoriscano il finanziamento sostenibile di servizi di assistenza all'infanzia coerenti con la sostenibilità generale delle finanze pubbliche.
20.Gli Stati membri dovrebbero sviluppare o migliorare la raccolta dei dati concernenti:
(a)la partecipazione dei bambini all'ECEC, su base annuale e con indagini adeguate in termini di dimensione del campione, anche con riferimento ai bambini in situazioni di vulnerabilità o provenienti da contesti svantaggiati;
(b)le differenze di utilizzo del tempo in termini di lavoro retribuito e non retribuito tra donne e uomini con responsabilità di assistenza, preferibilmente utilizzando indagini sull'uso del tempo in base alla norma fissata dalle indagini europee armonizzate sull'uso del tempo (HETUS);
(c)la fruizione di congedi familiari suddivisa per genere, desumendola dai dati amministrativi in modo armonizzato a livello dell'UE e utilizzando il quadro degli indicatori dell'equilibrio tra attività professionale e vita familiare sviluppato dal sottogruppo congiunto del comitato per l'occupazione (EMCO) e del comitato per la protezione sociale (CPS);
(d)le condizioni di lavoro del personale impiegato nell'ECEC, inglobando in particolare gli aspetti di cui alle raccomandazioni n. 16 e n. 17;
(e)le carenze, l'accessibilità, la sostenibilità dei costi e la qualità riguardanti l'ECEC, a intervalli regolari non inferiori a 6 anni; la distribuzione territoriale delle strutture ECEC, in particolare al fine di valutare le disparità territoriali, anche nelle zone remote e rurali.
21.Gli Stati membri dovrebbero intensificare gli sforzi volti a garantire che i dati siano comparabili a livello dell'UE e presentino una granularità sufficiente.
ATTUAZIONE, CONTROLLO E VALUTAZIONE
22.Gli Stati membri dovrebbero informare la Commissione in merito alle misure adottate per attuare la presente raccomandazione entro [1 anno dall'adozione].
23.Gli Stati membri dovrebbero collaborare con la Commissione per quanto concerne la sua intenzione di:
(a)migliorare la fornitura di dati periodici mettendo a disposizione sul sito web di Eurostat e sul portale di monitoraggio della strategia per la parità di genere:
(1)un'ulteriore ripartizione per fasce di età dei bambini che partecipano all'ECEC, l'intensità della partecipazione e il tasso di partecipazione per i bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale;
(2)intervalli di confidenza per l'indicatore principale dell'EU-SILC "Bambini che fruiscono di assistenza o istruzione formale" e altri indicatori pertinenti, unitamente ai tassi di partecipazione, al fine di garantire la comparabilità tra anni e paesi diversi;
(3)informazioni esplicative più complete sui dati raccolti, in particolare per quanto riguarda i programmi ECEC soggetti alla definizione degli indicatori;
(b)mobilitare i finanziamenti dell'Unione per sostenere le riforme e gli investimenti nazionali nell'ECEC;
(c)monitorare l'attuazione della presente raccomandazione nell'ambito della relazione annuale sulla parità di genere nell'Unione e del semestre europeo, se del caso, anche emettendo raccomandazioni specifiche per paese rivolte agli Stati membri e riferire al Consiglio entro cinque anni in merito ai progressi compiuti in relazione alla presente raccomandazione;
(d)facilitare lo sviluppo di ulteriori indicatori in sede di comitato per la protezione sociale e di comitato per l'occupazione, lo scambio di buone pratiche e l'apprendimento reciproco tra gli Stati membri, nonché le attività di creazione di capacità tecniche, così come continuare a sostenere gli Stati membri nell'impegno destinato a concepire e attuare riforme nel settore dell'ECEC, in particolare tramite il quadro strategico dello spazio europeo dell'istruzione e lo strumento di sostegno tecnico;
(e)incoraggiare le agenzie dell'Unione, quali l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere ed Eurofound, a raccogliere regolarmente dati, sviluppare indicatori e svolgere analisi sul divario di genere nell'assistenza, sul divario retributivo di genere e sull'uso del tempo in termini di lavoro retribuito e non retribuito e di attività individuali e sociali da parte di donne e uomini con responsabilità di assistenza, nonché sugli accordi di lavoro nel corso della loro vita lavorativa.
Fatto a Bruxelles, il
Per il Consiglio
La presidente