COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 20.7.2021
SWD(2021) 726 final
DOCUMENTO DI LAVORO DEI SERVIZI DELLA COMMISSIONE
Relazione sullo Stato di diritto 2021
Capitolo sulla situazione dello Stato di diritto in Slovenia
che accompagna il documento
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Relazione sullo Stato di diritto 2021
La situazione dello Stato di diritto nell’Unione europea
{COM(2021) 700 final} - {SWD(2021) 701 final} - {SWD(2021) 702 final} - {SWD(2021) 703 final} - {SWD(2021) 704 final} - {SWD(2021) 705 final} - {SWD(2021) 706 final} - {SWD(2021) 707 final} - {SWD(2021) 708 final} - {SWD(2021) 709 final} - {SWD(2021) 710 final} - {SWD(2021) 711 final} - {SWD(2021) 712 final} - {SWD(2021) 713 final} - {SWD(2021) 714 final} - {SWD(2021) 715 final} - {SWD(2021) 716 final} - {SWD(2021) 717 final} - {SWD(2021) 718 final} - {SWD(2021) 719 final} - {SWD(2021) 720 final} - {SWD(2021) 721 final} - {SWD(2021) 722 final} - {SWD(2021) 723 final} - {SWD(2021) 724 final} - {SWD(2021) 725 final} - {SWD(2021) 727 final}
Sintesi
Il sistema giudiziario sloveno ha registrato degli sviluppi positivi, anche per quanto riguarda le questioni sollevate nella relazione sullo Stato di diritto 2020. In particolare, la sentenza della Corte costituzionale che dichiara incostituzionali le norme che disciplinano le inchieste parlamentari per mancanza di garanzie sull'indipendenza della magistratura offre una protezione importante ai giudici. La magistratura ha avviato un dibattito sul miglioramento del quadro per i procedimenti disciplinari riguardanti i giudici. Le nomine dei procuratori dello Stato sono ingiustificatamente ritardate e la mancata nomina tempestiva dei procuratori europei delegati solleva preoccupazioni. Permangono difficoltà nei procedimenti relativi a reati economici e finanziari. La pandemia di COVID‑19 ha messo in evidenza la necessità di accelerare i miglioramenti degli strumenti di comunicazione elettronica. L'accesso ai documenti giudiziari è diventato una questione delicata che ha comportato una sentenza della Corte suprema e una modifica legislativa.
Il quadro legislativo e istituzionale per la prevenzione e la lotta alla corruzione continua a migliorare. Le modifiche legislative hanno migliorato l'indipendenza, l'organizzazione e il funzionamento della commissione per la prevenzione della corruzione, sebbene le sue risorse umane restino limitate. Le stesse modifiche hanno inoltre rafforzato il quadro giuridico in materia di lobbying, protezione degli autori di segnalazioni di illeciti (whistleblower) e dichiarazione patrimoniale. Tuttavia l'effettiva applicazione delle norme anticorruzione desta ancora preoccupazioni, ad esempio per quanto riguarda i conflitti di interessi e gli autori di segnalazioni di illeciti (whistleblower). Inoltre la strategia precedente è stata ampiamente attuata, ma alcune azioni sono ancora in sospeso e non è stato adottato alcun nuovo piano. Sebbene il numero di azioni penali sia aumentato, permangono sfide, in particolare per quanto riguarda la capacità di indagini efficaci e lo scarso numero di condanne per corruzione, soprattutto per casi ad alto livello. Il governo ha avviato una serie di valutazioni dei rischi durante la pandemia di COVID‑19, in particolare per quanto riguarda il rischio di corruzione negli appalti pubblici.
La situazione della libertà e del pluralismo dei media si è deteriorata. L'indipendenza dell'organismo di regolamentazione dei media è garantita per legge, ma permangono sfide per quanto riguarda le risorse per l'ampia gamma di compiti e l'impegno a rafforzarne ulteriormente l'indipendenza. È ancora in corso una revisione delle leggi sui media e sui servizi audiovisivi. Permangono alcune preoccupazioni riguardo a tali progetti, ma determinate modifiche proposte alla legge sui media nel 2020 potrebbero migliorare la trasparenza della proprietà dei media. La distribuzione della pubblicità di Stato non è regolamentata e spesso non è trasparente, soprattutto nel caso dei media locali. L'accesso alle informazioni pubbliche resta un processo lungo per il pubblico e i giornalisti. Le molestie e le minacce online nei confronti di giornalisti sono una fonte crescente di preoccupazione e sono diverse le cause con effetti intimidatori segnalate al riguardo. I portatori di interessi nazionali e internazionali hanno espresso preoccupazioni a seguito del rifiuto delle autorità di finanziare l'agenzia di stampa slovena per il 2021. Non sono state adottate misure specifiche per il settore dei media in relazione alla pandemia di COVID‑19, ma i giornalisti potrebbero accedere a misure generali di sostegno.
La Slovenia non ha dichiarato lo stato di emergenza durante la pandemia di COVID‑19. La legge sulle malattie trasmissibili, modificata quattro volte dall'inizio della pandemia, ha costituito la base per l'adozione di misure restrittive. Il parlamento ha continuato a operare, dopo aver rapidamente modificato il suo regolamento interno per consentire le sedute online. L'indipendenza finanziaria di taluni organi indipendenti è stata tutelata da una sentenza della Corte costituzionale. La Corte costituzionale ne ha migliorato l'efficienza, evidenziata nella relazione sullo Stato di diritto 2020, e ha svolto un ruolo attivo nel riesame delle misure connesse alla COVID‑19. Per discutere dello Stato di diritto, il Presidente della Repubblica ha convocato una prima riunione di tutti e tre i rami del governo. La società civile ha dovuto far fronte a diverse sfide che incidono sul contesto favorevole alle organizzazioni non governative.
I.Sistema giudiziario
Il sistema giudiziario sloveno è composto tre livelli: in primo grado i tribunali circondariali e distrettuali (che si occupano di cause civili, commerciali e penali), i tribunali del lavoro e un tribunale amministrativo, in secondo grado cinque Corti d'appello (che si pronunciano sui ricorsi contro le decisioni dei tribunali di primo grado) e, in terzo grado, la Corte suprema (che si pronuncia sui ricorsi contro alcune sentenze delle Corti d'appello e del tribunale amministrativo). La Costituzione prevede un Consiglio della magistratura, un organo sui generis che si colloca al di fuori dei tre rami del governo e che ha il compito di proteggere l'indipendenza nonché di promuovere e garantire la responsabilità, l'efficienza e la qualità dell'operato della magistratura
. I candidati giudici vengono selezionati dal Consiglio della magistratura e successivamente proposti per essere nominati dall'Assemblea nazionale (Državni zbor, la prima camera del parlamento)
. Se il Consiglio della magistratura seleziona un candidato che svolge già funzioni giurisdizionali, è il Consiglio stesso a promuoverlo alla nuova carica giurisdizionale. La Procura dello Stato, pur facendo parte del potere esecutivo, è un'autorità indipendente, con i principali poteri in materia di carriera dei procuratori dello Stato e il suo funzionamento che spettano al Consiglio dei procuratori dello Stato e al Procuratore generale. Il Consiglio dei procuratori dello Stato è un organo statale indipendente e autonomo che svolge funzioni di autogoverno della Procura dello Stato e contribuisce a garantire l'uniformità dell'azione penale e a salvaguardare l'indipendenza e l'autonomia dei procuratori dello Stato. L'Ordine degli avvocati sloveno costituisce un organo autonomo e indipendente. Esso ha il compito di sorvegliare l'attività professionale degli avvocati e di decidere le misure disciplinari nei confronti dei suoi membri. La Slovenia partecipa alla Procura europea (EPPO).
Indipendenza
Il livello di indipendenza della magistratura percepito è in costante miglioramento. Il livello di indipendenza della magistratura percepito è ulteriormente migliorato ed è medio tra i cittadini (47 % abbastanza buono o molto buono) e nel 2021 è diventato medio anche tra le aziende (43 %), evidenziando una tendenza positiva per il terzo anno consecutivo, dopo che nel 2016 e nel 2017 non era presente una tendenza chiara
.
Le nomine dei procuratori dello Stato sono ingiustificatamente ritardate e la mancata nomina tempestiva dei procuratori europei delegati desta preoccupazioni. Il governo è incaricato di nominare un nuovo procuratore dello Stato su proposta del ministro della Giustizia, in presenza di un posto pubblico vacante e dopo la selezione del candidato da parte del Consiglio dei procuratori dello Stato indipendente. Il governo è tenuto per legge ad adottare una decisione in merito alla nomina o alla non nomina di tutti i candidati idonei che hanno presentato domanda di nomina o di promozione. I candidati respinti hanno il diritto di richiedere il controllo giurisdizionale dinanzi al tribunale amministrativo, che deve decidere entro 30 giorni. Dalla fine di luglio 2020 il Consiglio dei procuratori dello Stato ha presentato i nomi di 29 candidati al ministro della Giustizia, che li ha successivamente proposti al governo per la prima nomina o la promozione. Fino a giugno 2021 solo 14 di essi sono stati nominati o promossi, mentre non vi sono motivi evidenti per cui non siano state prese decisioni sui restanti 15 candidati. Anche la nomina dei procuratori europei delegati della Procura europea è stata rinviata, il che desta preoccupazione sul fatto che la procedura nazionale non sia stata seguita correttamente. Nel dicembre 2020 il Consiglio dei procuratori dello Stato ha presentato i nomi dei due candidati al ministro della Giustizia e il governo non ha iscritto il punto all'ordine del giorno delle sue sedute, nonostante l'obbligo giuridico di prendere atto e trasmettere i nomi alla Procura europea. Il 27 maggio 2021 il governo ha dichiarato infruttuosa la procedura di selezione e ha incaricato il ministro della Giustizia di procedere alla pubblicazione di un nuovo posto vacante, che è avvenuta il 9 luglio. Secondo le raccomandazioni del Consiglio d'Europa, l'assunzione di procuratori deve avvenire secondo procedure eque e imparziali che prevedano garanzie contro qualsiasi approccio che rappresenti gli interessi di gruppi specifici e le loro promozioni sono disciplinate da criteri noti e oggettivi, come la competenza e l'esperienza
.
La Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionali le norme che disciplinano le inchieste parlamentari per mancanza di garanzie sull'indipendenza della magistratura. Come indicato nella relazione sullo Stato di diritto 2020, nel 2019 una commissione parlamentare d'inchiesta ha avviato un'indagine sull'operato di procuratori e giudici nell'ambito di specifici casi penali. Tuttavia la Corte costituzionale ha successivamente sospeso l'applicazione della legge sulle inchieste parlamentari, sulla quale si basava l'indagine, dato il rischio che queste comportano per l'indipendenza dei giudici e dei procuratori
. Nel gennaio 2021 la Corte costituzionale ha ritenuto incostituzionali la legge sulle inchieste parlamentari e il regolamento interno relativo all'inchiesta parlamentare, in quanto non dispongono di garanzie procedurali per garantire l'indipendenza dei giudici al momento dell'avvio di un'inchiesta parlamentare. La Corte ha dichiarato che la magistratura non è completamente esclusa dal controllo parlamentare esercitato attraverso le inchieste parlamentari, in quanto il Parlamento può esaminare, per esempio, l'evoluzione del sistema giudiziario o eventi storici che sono anch'essi oggetto di procedimenti giudiziari. Tuttavia la Corte ha sottolineato che il parlamento non può ostacolare i procedimenti giudiziari né influenzare in alcun modo i giudici in procedimenti specifici, anche attraverso una discussione ex post sulla legittimità o l'adeguatezza delle singole sentenze. Inoltre i giudici non possono essere citati come testimoni o essere indagati in un'inchiesta parlamentare su tali questioni in relazione a un procedimento giudiziario aperto o chiuso, in quanto ciò violerebbe l'indipendenza della magistratura. La Corte costituzionale ha concesso al Parlamento un anno di tempo per eliminare gli elementi incostituzionali dalla legge sulle inchieste parlamentari. Fino a quando l'incostituzionalità accertata non sarà eliminata, il Consiglio della magistratura può chiedere alla Corte costituzionale di verificare se una nuova inchiesta parlamentare rispetti l'indipendenza della magistratura. Non è stata ancora presentata alcuna proposta legislativa per affrontare la questione dell'incostituzionalità accertata.
La magistratura ha avviato un dibattito sul miglioramento del quadro per i procedimenti disciplinari riguardanti i giudici. Nel marzo 2021 il Consiglio della magistratura ha predisposto un'analisi del quadro giuridico relativo ai procedimenti disciplinari nei confronti dei giudici e della sua attuazione e ha proposto modifiche. Dal 2018 il procedimento disciplinare è di competenza di un tribunale disciplinare. Dal 2018 al marzo 2021 i procedimenti disciplinari hanno avuto, in media, una durata di 194 giorni. Il Consiglio della magistratura ha individuato una serie di aspetti da migliorale, quali: istituire un procedimento disciplinare speciale anziché ricorrere al procedimento penale, aggiornare l'elenco degli illeciti disciplinari, rivedere il diritto del Consiglio della magistratura di avviare procedimenti disciplinari, rivedere le sanzioni disciplinari per consentire una maggiore proporzionalità e chiarire i limiti relativi alla durata della sospensione di un giudice. La Corte suprema sostiene l'iniziativa del Consiglio della magistratura di modificare la legislazione al fine di aumentare l'efficienza dei procedimenti disciplinari. È importante che qualsiasi potenziale riforma dei procedimenti disciplinari sia in linea con il diritto dell'Unione europea e tenga conto delle raccomandazioni del Consiglio d'Europa.
Qualità
La pandemia di COVID‑19 ha messo in evidenza la necessità di accelerare i miglioramenti necessari degli strumenti di comunicazione elettronica nel sistema giudiziario. Nella relazione sullo Stato di diritto 2020 si afferma che, mentre le tecnologie dell'informazione e della comunicazione per la gestione delle cause sono avanzate, la comunicazione elettronica tra i tribunali e le parti rimane ancora meno avanzatala. Negli ultimi anni si sono registrati alcuni progressi nell'espansione delle comunicazioni elettroniche. In alcuni settori i documenti devono essere presentati al giudice solo in formato elettronico, per esempio dai notai e dai curatori fallimentari (al catasto, nei registri giudiziari e in caso di insolvenza) e dai debitori (per il recupero dei crediti non contestati). Dal febbraio 2021 i centri di servizi sociali devono presentare domande in materia di diritto di famiglia al giudice per via telematica e il sistema di asta elettronica è stato avviato indipendentemente dalle modalità di vendita di tutti i beni immobili, beni mobili e diritti venduti nell'ambito di procedimenti d'ingiunzione, procedure fallimentari, procedimenti di liquidazione coatta, cause non contenziose, procedimenti penali e reati minori. Nelle procedimenti penali e amministrativi e nei contenziosi civili e commerciali sono in atto interventi volti a migliorare il sistema di gestione delle cause entro la fine del 2023 per consentire la comunicazione elettronica. Soluzioni digitali per lo svolgimento e il seguito dei procedimenti giudiziari penali sono rimaste limitate, in particolare nelle cause penali. L'uso delle tecnologie digitali per il lavoro a distanza sicuro è carente, in particolare nella procura dello Stato, e la mancanza di digitalizzazione da parte della polizia contribuisce ai ritardi, soprattutto nei casi complessi in cui la denuncia di reato giunge solo in forma cartacea. Considerando che i tribunali hanno gestito, per un periodo superiore a quattro mesi dal marzo 2020, più o meno solo casi urgenti, la magistratura e il ministero della Giustizia hanno collaborato a ritmo intenso per fornire apparecchiature supplementari di videoconferenza e sono riusciti a triplicare le attuali capacità nel 2020, con ulteriori acquisti previsti nel 2021. La Corte suprema ha informato il ministero della Giustizia della necessità di modificare le leggi procedurali al fine di definire in modo chiaro le condizioni per stabilire l'affidabilità delle prove nelle procedure svolte in videoconferenza (come l'audizione di un testimone).
L'accesso ai documenti giudiziari è stato oggetto di una sentenza della Corte suprema e di una modifica legislativa. La relazione sullo Stato di diritto 2020 ha rilevato che la pubblicazione delle sentenze di primo grado rimane limitata, in particolare nelle cause civili e commerciali e che la compatibilità con il linguaggio macchina delle sentenze pubblicate è relativamente bassa
. Dal quadro di valutazione UE della giustizia 2021 non emergono miglioramenti in questi due ambiti. Nel maggio 2020 la Corte suprema ha emesso una decisione precedente in una causa riguardante il diritto di accesso alle informazioni contenute in un fascicolo penale
. La Corte ha stabilito che la legge sulla procedura penale limita il diritto di esaminare un fascicolo giudiziario alle persone aventi un interesse giuridico (ad esempio gli imputati e le vittime) e che le disposizioni della legge sull'accesso alle informazioni pubbliche non si applicano ai documenti giudiziari. Il parlamento ha risposto approvando una modifica della legge sulla procedura penale in cui si afferma esplicitamente che si applica il regime generale di accesso ai documenti previsto dalla legge sull'accesso alle informazioni pubbliche
. In linea con tale modifica, una persona la cui richiesta di accesso ai documenti giudiziari (in un caso aperto o chiuso) sia respinta rispettivamente da un giudice o da un procuratore dello Stato può presentare ricorso dinanzi al Commissario per l'informazione. Secondo la Corte suprema, tale modifica ha destato preoccupazioni in merito al giusto equilibrio tra il diritto all'informazione pubblica, da un lato, e il rispetto della presunzione di innocenza degli imputati e, dall'altro, il diritto alla vita privata delle persone coinvolte in procedimenti penali. Il ministero della Pubblica amministrazione ha istituito un gruppo di lavoro interministeriale incaricato di esaminare la problematica dell'accesso ai documenti giudiziari e di elaborare proposte per disciplinare la questione nella legge sull'accesso alle informazioni pubbliche.
Il Consiglio della magistratura e il Consiglio dei procuratori dello Stato stanno beneficiando di un leggero aumento delle risorse, sebbene permangano carenze. La relazione sullo Stato di diritto 2020 ha rilevato che fornire risorse adeguate al Consiglio della magistratura e al Consiglio dei procuratori dello Stato è una condizione importante per il funzionamento indipendente ed efficace di tali organi di autogoverno. La scarsa capacità amministrativa dei Consigli influenza inoltre la qualità del processo di selezione dei giudici e dei procuratori dello Stato, in particolare per quanto riguarda la motivazione delle decisioni e dei pareri emessi e l'accuratezza dei colloqui. A partire dal 2022 il Consiglio della magistratura potrà assumere altri due membri del personale, con un aumento minimo delle risorse disponibili. Tuttavia non sono previsti ulteriori membri del personale per il Consiglio dei procuratori dello Stato. Il bilancio disponibile del Consiglio della magistratura è in aumento, mentre quello del Consiglio dei procuratori dello Stato è rimasto invariato. Va osservato che il bilancio complessivo per il sistema giudiziario è in aumento da diversi anni.
Efficienza
L'efficienza del sistema giudiziario è leggermente diminuita e permangono le sfide nei procedimenti giudiziari in materia di criminalità economica e finanziaria, individuate nella relazione sullo Stato di diritto 2020. Nel 2020 tutti i tribunali hanno ricevuto l'11 % in meno di cause in entrata e hanno risolto il 13 % in meno di cause rispetto al 2019. L'arretrato giudiziario complessivo alla fine del 2020 è aumentato del 5 % rispetto al 2019. La durata media dei procedimenti di primo grado è salita a circa 20 mesi nei contenziosi civili e ha registrato una stagnazione a 11 mesi nei contenziosi commerciali. In appello, a causa della maggior parte delle procedure scritte, questi tipi di cause sono state definite più rapidamente, vale a dire, in media, in circa 2,4 mesi per le cause civili e in 3,4 mesi per le cause commerciali. Per quanto riguarda i reati più complessi di riciclaggio di denaro, la durata dei processi di primo grado è scesa a 876 giorni nel 2019 (da 1 132 giorni nel 2018), in media, e rimane tra le più elevate dell'Unione europea
. Nel 2020 la durata media delle cause amministrative in primo grado è salita a 13,7 mesi
.
II.Quadro anticorruzione
La legge fondamentale che istituisce il quadro istituzionale e legislativo per prevenire e combattere la corruzione in Slovenia è costituito dalla legge sull'integrità e la prevenzione della corruzione (IPCA). La legge è stata modificata nel novembre 2020, con nuove disposizioni relative, tra l'altro, all'organizzazione e al funzionamento della Commissione per la prevenzione della corruzione, nonché norme in materia di lobbying e protezione degli autori di segnalazioni di illeciti (whistleblower). Le stesse modifiche hanno anche aggiornato le norme su conflitti di interessi, dichiarazione patrimoniale, lobbying e "pantouflage". La Commissione per la prevenzione della corruzione è un organismo statale autonomo e indipendente responsabile della lotta contro la corruzione. La Commissione collabora regolarmente con la polizia e con l'ufficio specializzato della Procura, ma mantiene i poteri di vigilanza e di indagine amministrativa ed è responsabile della supervisione dell'attuazione delle disposizioni in materia di conflitti di interessi, integrità, dichiarazioni patrimoniali, doni e "pantouflage". L'Ufficio investigativo nazionale è un'unità investigativa specializzata per l'individuazione e l'investigazione di reati gravi, in particolare la corruzione e i reati economici, finanziari e la criminalità organizzata.
La percezione tra gli esperti e i dirigenti d'impresa è che il livello di corruzione nel settore pubblico rimanga relativamente basso. Nell'indice di percezione della corruzione 2020 di Transparency International, la Slovenia ha ricevuto un punteggio di 60/100, classificandosi all'11° posto nell'Unione europea e al 35° a livello mondiale. Questa percezione è stata relativamente stabile
negli ultimi cinque anni.
La legge sull'integrità e la prevenzione della corruzione è stata recentemente rafforzata. La legge è stata modificata nel novembre 2020, con disposizioni relative alla nomina del commissario capo e dei vicecommissari della Commissione per la prevenzione della corruzione. Le modifiche definiscono inoltre con maggiore chiarezza le diverse procedure amministrative di indagine dinanzi alla Commissione e le norme ad essa applicabili nel condurre tali procedimenti, nonché i procedimenti accelerati per reati minori e altri procedimenti di diritto pubblico, compresi i diritti procedurali delle persone indagate e la possibilità di impugnare le sue decisioni. Questi diritti procedurali sono stati inseriti in risposta alle sentenze della Corte amministrativa e della Corte suprema, che hanno evidenziato carenze per quanto riguarda i diritti delle persone sottoposte a procedimenti amministrativi dinanzi alla Commissione. Sono state incluse anche disposizioni in materia di integrità relative ai doni, alle attività di lobbying e alla supervisione delle dichiarazioni patrimoniali
.
Al momento della sua scadenza, la strategia anticorruzione è stata ampiamente attuata, ma alcune azioni sono ancora in sospeso e finora non è stato adottato alcun nuovo piano. La relazione sull'attuazione della terza strategia nazionale contro la corruzione (2017-2019)
, adottata nell'aprile 2020, indica che, sebbene sia stata attuata un'ampia percentuale di azioni, altre sono ancora in sospeso, in particolare azioni in ambiti connessi allo sviluppo di strumenti di integrità in settori specifici (proprietà dello Stato, affari esteri, scienza, istruzione e sport)
. Il ministero della Pubblica amministrazione, responsabile del monitoraggio dell'attuazione della strategia, ha riferito che sta lavorando all'attuazione delle restanti azioni, insieme ad altre istituzioni pubbliche (quali il ministero dell'Interno, il ministero della Giustizia, il ministero della Salute e la commissione per la prevenzione della corruzione). Non è stata ancora proposta una nuova strategia anticorruzione per il periodo successivo al 2019.
La Commissione per la prevenzione della corruzione è stata rafforzata, compresa la sua indipendenza, anche se deve ancora essere raggiunta la piena efficacia. La Commissione rimane l'organo statale autonomo per la prevenzione della corruzione. A seguito delle modifiche apportate alla legge sull'integrità e la prevenzione della corruzione, la Commissione ha rafforzato la sua indipendenza attraverso la nuova procedura di nomina della sua dirigenza: il commissario capo e i suoi due vice. Le modifiche forniscono nuovi criteri per migliorare la trasparenza della procedura di nomina della dirigenza. Le modifiche prevedono l'istituzione di un comitato per le nomine (anziché di un comitato di selezione) che nomini i candidati ed escluda i candidati con trascorsi politici. Inoltre il comitato per le nomine effettua una valutazione personale dell'idoneità dei candidati. Il presidente della Repubblica nomina quindi la dirigenza sulla base di un elenco di candidati presentato dal comitato per le nomine
. Per quanto riguarda la procedura di indagine amministrativa, la legge modificata sull'integrità e la prevenzione della corruzione ha chiarito e rafforzato i diritti delle persone sottoposte all'esame della Commissione, compresa la possibilità di contestare le decisioni adottate da quest'ultima. Per quanto riguarda le risorse, la Commissione dispone, nell'aprile 2021, di un organico di 40 funzionari (ossia il commissario capo, due vice e 37 funzionari pubblici). Resta tuttavia da raggiungere l'organico completo
. La Commissione prevede di assumere cinque ulteriori funzionari all'anno nel 2021 e nel 2022
. Ciò è possibile grazie a un aumento delle risorse finanziarie pari a circa 200 000 EUR all'anno dal 2019. Tuttavia, a causa di restrizioni generali alla spesa pubblica, la Commissione non è stata autorizzata, fino al maggio 2021, ad assumere personale supplementare o a ridistribuire le risorse, pur essendole stato stanziato il bilancio necessario
. Nonostante questi miglioramenti, la Commissione continua a dover far fronte ad alcune difficoltà legate alle competenze tecniche (per esempio l'analisi dei dati) e alle risorse.
Permangono difficoltà per quanto riguarda le indagini sui reati economici e finanziari e la dirigenza dell'Ufficio investigativo nazionale. Le risorse a disposizione della polizia (numero, anzianità e specializzazione degli agenti di polizia) rimangono una sfida che, secondo le autorità, incide sulla qualità e sulla durata delle indagini, in particolare nei casi di criminalità economica e finanziaria. La mancanza di risorse in alcuni distretti di polizia determina inoltre ritardi per quanto riguarda le richieste di indagini successive da parte dei procuratori dello Stato. Le relazioni indicano presunte ingerenze politiche nelle autorità inquirenti e giudiziarie, in particolare in relazione all'Ufficio investigativo nazionale
, che è un'unità investigativa specializzata istituita nel 2009 per l'individuazione e l'investigazione di reati gravi, in particolare la corruzione e i reati economici, finanziari e la criminalità organizzata. Ad ottobre 2020, a seguito di una sentenza del tribunale amministrativo sull'illegittimità del licenziamento dell'ex direttore e in attesa di una procedura di ricorso, il governo ha indetto un concorso pubblico per ricoprire la carica di direttore. Nel giugno 2021 vi era ancora un direttore ad interim incaricato. L'avvicendamento di quattro diversi direttori negli ultimi 14 mesi sembra aver ritardato il funzionamento dell'Ufficio investigativo nazionale. Mancano risultati concreti delle indagini svolte dall'ufficio su casi di corruzione ad alto livello.
Sebbene il numero dei procedimenti penali sia aumentato, le sentenze dei tribunali continuano a essere limitate, in particolare per quanto riguarda la corruzione ad alto livello. Nel 2020 il numero di procedimenti penali per casi di corruzione è aumentato rispetto all'anno precedente (298 nel 2020, rispetto ai 185 del 2019, con un incremento di circa il 62 %)
. Per quanto riguarda i tribunali, nel 2020 sono state emesse solo 15 sentenze per casi di corruzione (di cui due condanne a pene detentive)
, nessuna delle quali riguardava casi ad alto livello
. Ciò rappresenta un'ulteriore diminuzione del numero di casi di corruzione giudicati. In alcuni casi ad alto livello, i tribunali non hanno tenuto un'udienza per oltre un anno e mezzo. L'Ufficio specializzato della Procura dello Stato è competente per perseguire i reati legati alla corruzione nel settore pubblico e privato. Dirige i lavori dell'Ufficio investigativo nazionale, della direzione generale di polizia e dei settori di polizia criminale delle amministrazioni regionali di polizia. L'Ufficio specializzato della Procura dello Stato si avvale di 28 procuratori dello Stato incaricati di gestire una serie di cause penali. La carenza di risorse umane qualificate (in particolare i procuratori di Stato) incide sulla definizione delle priorità per i casi ad alto livello. La procura dello Stato ha inoltre evidenziato carenze in relazione alle competenze in materia di analisi finanziaria e dei dati. L'esame dei dati finanziari è delegato alla polizia o all'ufficio antiriciclaggio (unità di indagine finanziaria, UIF). Tuttavia, a causa della carenza di risorse umane e tecniche nella polizia di cui sopra, i ritardi da parte della polizia nel portare a termine le indagini
rappresentano un ostacolo per l'Ufficio specializzato della Procura dello Stato. Altre difficoltà segnalate dall'Ufficio specializzato della Procura dello Stato riguardano la frammentazione istituzionale (con ruoli simili assegnati a diversi soggetti), l'individuazione tardiva dei reati finanziari, la mancanza di specializzazione dei giudici e le carenze nella comunicazione elettronica con la polizia
.
Oltre alla mancanza di competenze e risorse, sorgono problemi nel perseguire la corruzione a causa del termine di prescrizione. Oltre alle carenze in termini di competenze e risorse nella procura dello Stato di cui sopra, secondo le autorità il termine di prescrizione rappresenta un ostacolo ulteriore al perseguimento della corruzione. Il termine di prescrizione per i reati di corruzione è generalmente di dieci anni. Non si prevede di modificare la prescrizione prevista dalla legge
. Inoltre con decisione del presidente della Corte suprema, l'azione penale per tutti i casi (compresi i casi di corruzione) era stata sospesa durante la pandemia di COVID‑19, a meno che non vi fosse il rischio che il presunto reato fosse prescritto nei sei mesi successivi
.
La dichiarazione patrimoniale è stata estesa ad altre categorie di funzionari, ma la loro pubblicazione rimane una sfida. La modifica alla legge sull'integrità e la prevenzione della corruzione ha ampliato l'elenco delle persone tenute a presentare la propria dichiarazione patrimoniale, al fine di includere i consiglieri e i supervisori nazionali delle imprese di proprietà dello Stato, oltre ai funzionari di alto livello, eletti e nominati
. La Commissione per la prevenzione della corruzione è responsabile del monitoraggio delle dichiarazioni finanziarie dei funzionari pubblici e recentemente ha collaborato con il ministero della Pubblica amministrazione per il lancio di una nuova piattaforma elettronica di dichiarazione. A causa dei vincoli in termini di risorse umane della Commissione per la prevenzione della corruzione e alla luce del numero di dichiarazioni ricevute (circa 4 500 e altre 4 300 dichiarazioni correlate all'anno), le verifiche sono effettuate su un campione casuale di dichiarazioni. Dalle verifiche emerge che l'inesattezza delle dichiarazioni (incomplete o errate) è limitata e insignificante e che non vi è necessità di presentare notifiche penali alla procura dello Stato
. Nel 2020 solo tre funzionari della Commissione hanno lavorato alla verifica delle dichiarazioni patrimoniali di 18 470 funzionari tenuti a depositare le dichiarazioni, i quali hanno svolto 16 controlli su 923 persone fisiche e su 67 tribunali. Sebbene la modifica alla legge sull'integrità e la prevenzione della corruzione abbia ampliato l'elenco dei funzionari tenuti a dichiarare i propri beni, essa ha anche ridotto l'elenco dei funzionari le cui dichiarazioni saranno pubblicate. Sebbene la Commissione per la prevenzione della corruzione abbia iniziato a migliorare il suo sistema informatico e la sua piattaforma online al fine di allinearsi all'obbligo di pubblicazione previsto dalla legge, le dichiarazioni patrimoniali dei funzionari pubblici non sono ancora state pubblicate.
Le disposizioni in materia di prevenzione e gestione del conflitto di interessi sono state rafforzate, anche se la loro attuazione effettiva rimane una sfida. Ai sensi della legge sull'integrità e la prevenzione della corruzione, i funzionari pubblici che, prima dell'assunzione del mandato hanno svolto un'attività o ricoperto un incarico incompatibile con il loro attuale mandato devono cessare l'attività entro 30 giorni dalla data della loro elezione, nomina o approvazione del loro mandato. La legge modificata sull'integrità e la prevenzione della corruzione ha esteso le limitazioni successive alla fine del rapporto per i funzionari pubblici che assumono incarichi nel settore privato. La Commissione per la prevenzione della corruzione può avviare una procedura di valutazione dell'incompatibilità di mandato se ritiene che lo svolgimento di tale attività possa presentare un rischio sproporzionato per l'esercizio obiettivo e imparziale delle funzioni del mandato o comprometterne l'integrità. Nel maggio 2021 la Commissione ha inviato un'iniziativa al governo per unificare la regolamentazione in materia di conflitti di interessi e violazione dell'integrità di tutti i funzionari, il che, secondo la CPC, migliorerebbe la supervisione, la parità di trattamento dei funzionari e consentirebbe procedure relative all'integrità degli ex funzionari. La CPC sta attualmente trattando casi di alto profilo relativi a presunti conflitti di interesse.
Le disposizioni in materia di lobbying per i funzionari pubblici e i rappresentanti eletti continuano a migliorare. I funzionari e i dipendenti pubblici a livello nazionale e locale devono comunicare i contatti con i lobbisti sia al loro datore di lavoro che alla Commissione per la prevenzione della corruzione. La Commissione tratta e pubblica i dati relativi alle attività di lobbying sulla sua pagina web (chiamata Erar)
, insieme alle informazioni contenute nel registro dei lobbisti. Ai sensi della legge modificata sull'integrità e la prevenzione della corruzione, anche i lobbisti (che ora comprendono gruppi di interesse, oltre ai singoli lobbisti) devono pubblicare una relazione annuale.
Permane la trasparenza dei dati pubblici, in particolare per quanto riguarda la spesa pubblica. La pagina web Erar è utilizzata anche per pubblicare dati, diversi da quelli relativi alle attività di lobbying, sulla pubblica amministrazione, comprese le operazioni e le informazioni relative agli appalti pubblici. Attualmente si stima che Erar contenga dati su circa 200 milioni di transazioni finanziarie, a partire dal 2003, effettuate sia dal governo nazionale che dalle agenzie locali. Chest (o Skrinja) è un'altra piattaforma amministrativa online che consente agli utenti di ottenere dati e relazioni sulle retribuzioni del settore pubblico
. Nel 2020 la Corte dei conti ha controllato le operazioni finanziarie di 13 partiti politici (per il 2018 o il 2019) e ha espresso sei pareri positivi e sette pareri con riserve, comprese raccomandazioni sul miglioramento delle operazioni finanziarie e su una maggiore trasparenza (ad esempio per quanto riguarda prestiti e contributi).
Nel 2020 sono state adottate norme etiche per i deputati del parlamento. La presidenza del consiglio del parlamento ha il compito di monitorare l'attuazione del codice deontologico
e, in caso di condotta scorretta, può comminare sanzioni
. Dopo l'adozione del codice etico, una sanzione per una violazione minore è stata comminata a un membro del parlamento.
Nonostante le disposizioni giuridiche vigenti in materia di protezione degli autori di segnalazioni di illeciti (whistleblower), l'effettiva applicazione delle norme è ancora attesa da tempo. La legge sull'integrità e la prevenzione della corruzione contiene un capitolo dedicato esclusivamente alla protezione degli autori di segnalazioni di illeciti (whistleblower). Tuttavia il numero di segnalazioni di illeciti e di richieste di protezione ai sensi della legge rimane basso
. Inoltre sebbene la legge indichi la possibilità di nominare persone incaricate di ricevere segnalazioni di comportamenti non etici o illeciti all'interno delle istituzioni pubbliche, sembra che questo tipo di funzionari non sia nominato o non sia pienamente operativo
. Tuttavia almeno una causa ad alto profilo è stata avviata durante la pandemia a seguito di informazioni depositate da un autore di segnalazioni di illeciti (whistleblower)
. Secondo la procura dello Stato, le disposizioni vigenti del codice di procedura penale relative ai testimoni protetti non possono essere applicate agli autori di segnalazioni di illeciti (whistleblower) se questi sono considerati anche indagati (ad esempio in caso di corruzione).
Durante la pandemia di COVID‑19 sono state attuate diverse azioni volte a valutare, prevenire e impedire il rischio di corruzione, in particolare negli appalti pubblici. Durante la pandemia di COVID‑19 la Commissione per la prevenzione della corruzione ha pubblicato una serie di orientamenti al fine di individuare e impedire il rischio di corruzione, in particolare per quanto riguarda le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici. Su richiesta del Parlamento, la Corte dei conti ha concluso una relazione di audit a livello nazionale sull'appalto di dispositivi medici per la COVID‑19, pubblicata nel febbraio 2021. Dai risultati sono emersi 13 casi di sospetta corruzione, che sono stati poi trasmessi all'ufficio del procuratore. Nel 2020 la commissione nazionale per la revisione degli appalti pubblici ha segnalato alcuni casi di violazione delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici, che hanno portato all'apertura di nuovi casi. Dal gennaio 2021 è possibile presentare online le richieste di riesame delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici e le relative decisioni sono anch'esse pubblicate online
. In tale contesto, il ministero della Pubblica amministrazione ha avviato un processo di consultazione pubblica in merito alla modifica della legge sugli appalti pubblici e il ministero della Salute ha istituito un gruppo di lavoro per l'elaborazione di raccomandazioni volte a modificare la legislazione in materia di appalti per un appalto più efficace di attrezzature mediche
.
III.Pluralismo dei media e libertà dei media
In Slovenia il quadro giuridico per la libertà di espressione e di informazione è stabilito dalla Costituzione, mentre la pluralità dei media è garantita da specifiche disposizioni del diritto derivato. L'organismo di regolamentazione dei media, l'Agenzia per le reti e i servizi di comunicazione (AKOS), è un'autorità indipendente, giuridicamente e funzionalmente distinta dal governo. Le norme sulla trasparenza della proprietà dei media impongono alle imprese di dichiarare alle autorità garanti della concorrenza la proprietà o la capacità di influire sulle scelte di gestione oltre una determinata soglia. Anche sostanziali cambiamenti degli assetti proprietari richiedono l'autorizzazione del ministero competente. La legislazione per il recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi è in attesa di adozione
.
L'indipendenza dell'Agenzia per le reti e i servizi di comunicazione è stabilita dalla legge, ma permangono difficoltà per quanto riguarda le sue risorse e il suo impegno a rafforzarne l'indipendenza. Ulteriori risorse sono state concesse all'Agenzia per le reti e i servizi di comunicazione (AKOS) per svolgere i suoi nuovi compiti in seguito al prossimo recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi. Tuttavia resta da stabilire se le risorse supplementari siano sufficienti per consentire all'Agenzia di svolgere appieno l'ampia gamma di compiti che le sono stati affidati
. Anche la carenza di garanzie contro l'ingerenza politica continua a destare preoccupazione
. Pertanto, l'Osservatorio del pluralismo dei media (Media Pluralism Monitor, MPM 2021) valuta come a medio rischio l'indipendenza e l'efficienza dell'autorità competente per i media
. Lo status di AKOS è garantito dalla legge sulle comunicazioni elettroniche
e l'Agenzia trae i suoi poteri di esecuzione nel campo dei media audiovisivi dalla legge sui media
e dalla legge sui servizi di media audiovisivi
. Nel 2020 il governo ha proposto una revisione della legge sui media, che dovrebbe essere completata entro la fine del 2021. La revisione della legge sui servizi di media audiovisivi, che comprende il recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi, è ancora in corso e il governo prevede di completarla entro la fine del 2021
. A giugno 2020 è stata avviata una consultazione pubblica sulla revisione della legge sui servizi di media audiovisivi, che comprendeva una disposizione esplicita sull'indipendenza dell'Agenzia. Tuttavia l'attuale versione del progetto di legge, che il governo ha presentato al parlamento nel marzo 2021, non contiene tale disposizione. Pertanto è ancora in dubbio se le autorità adempieranno effettivamente all'impegno di rafforzare l'indipendenza dell'Agenzia. A ottobre 2020 il governo ha proposto una legge per la fusione di otto organi di regolamentazione, tra cui AKOS
, in due agenzie. La proposta ha destato preoccupazioni circa l'indipendenza dell'autorità di regolamentazione
. Nell'aprile 2021 la proposta di legge non ha ricevuto il sostegno del Parlamento e pertanto la sua procedura parlamentare si è conclusa.
La Slovenia ha disposizioni specifiche sulla trasparenza della proprietà dei media, ma permangono preoccupazioni in merito all'effettiva identificazione delle strutture di proprietà. Gli editori o le emittenti devono dichiarare se le singole quote di proprietà o in gestione dell'impresa raggiungono o superano il 5 %. Le informazioni sulla proprietà dei media sono pubblicate nel registro dei media, che è a disposizione del pubblico sul sito web del ministero della Cultura. Nel luglio 2020 il governo ha pubblicato il progetto di modifica della legge sui media, che rafforzerebbe il regime sulla trasparenza della proprietà dei media eliminando la soglia minima del 5 %, fatta eccezione per le società per azioni. La modifica, se adottata, migliorerebbe la trasparenza della proprietà dei media. Tuttavia, come rilevato dall'MPM 2021, attualmente i proprietari effettivi non sono sempre identificabili nel registro. La conclusione sulla trasparenza della proprietà dei media in Slovenia è pertanto a medio rischio. Uno studio di due anni condotto da giornalisti investigativi ha individuato strutture di proprietà integrate opache, in particolare con la presenza di una serie di proprietari a cascata, il che rende difficile determinare il proprietario finale o la persona che esercita l'influenza sul mezzo di comunicazione
. Per quanto riguarda la concentrazione dei mezzi di informazione, la legge sui media prevede una soglia di proprietà superiore al 20 %, per limitare la concentrazione tra i media; tuttavia l'MPM 2021 segnala una mancanza di dati e l'assenza di un'analisi periodica per poter valutare la situazione.
Sono stati segnalati casi di ingerenze politiche nei media. L'MPM 2021 ha valutato come ad alto rischio l'indipendenza politica dei media in Slovenia. Sono state espresse preoccupazioni in merito a possibili modifiche relative al finanziamento dell'emittente pubblica nazionale, come previsto dai progetti di modifica della legge sui media, e alla pressione sull'agenzia di stampa nazionale che i portatori di interessi hanno considerato politicamente motivate
. In particolare, a seguito di alcuni ritardi nel pagamento del finanziamento del 2020 all'agenzia di stampa slovena (STA), l'Ufficio del governo per le comunicazioni (UKOM) non ha versato il finanziamento dell'agenzia per il 2021. Su richiesta delle autorità slovene, il 29 aprile 2021 la Commissione europea ha dichiarato che il finanziamento di 2,5 milioni di EUR concesso dalla Slovenia all'agenzia di stampa slovena per svolgere la sua missione di servizio pubblico è pienamente in linea con il diritto dell'Unione europea. Tuttavia questi fondi non sono ancora stati erogati. Diversi portatori di interessi hanno espresso preoccupazioni in merito alla situazione generale del pluralismo dei media in Slovenia.
Non sono stati rilevati progressi per quanto riguarda la governance della pubblicità di Stato Come indicato nella relazione sullo Stato di diritto del 2020, non esiste un insieme di principi chiari e trasparenti per la distribuzione della pubblicità ai mezzi di comunicazione da parte dei governi nazionali, regionali e locali
. Secondo una recente indagine
e altre fonti
, questa situazione è particolarmente poco trasparente per i media comunali. Anche la pubblicità da parte delle aziende, in maggioranza o interamente di proprietà dello Stato, sembra poco trasparente in quanto esse spesso si rifiutano di condividere tali informazioni invocando disposizioni giuridiche che tutelano i segreti d'impresa
. Nel 2020 il governo ha pubblicato raccomandazioni per l'attuazione di campagne pubblicitarie da parte dei ministeri e dei servizi pubblici, che hanno suggerito di distribuire equamente i fondi tra i media, indipendentemente dalle loro prestazioni sui mercati dei media (MPM 2021). La distribuzione dei fondi di sostegno al pluralismo dei media è considerata trasparente. I fondi sono concessi da una commissione designata dal ministero della Cultura e le informazioni sui finanziamenti assegnati sono pubblicate sui siti web dei beneficiari
.
Le condizioni economiche dei media sono peggiorate durante la pandemia di COVID‑19. L'incertezza economica per il settore dei media è aumentata, anche a causa della sospensione temporanea dei pagamenti da parte del ministero della Cultura per l'offerta annuale per il cofinanziamento di contenuti mediatici che ha avuto luogo nel 2020, anche se i fondi sono stati successivamente erogati integralmente
. Alcuni portatori di interessi
hanno espresso preoccupazione per le condizioni economiche dei giornalisti, in particolare i freelance
. Non sono state adottate misure specifiche per attenuare l'impatto della pandemia di COVID‑19 sui mezzi di comunicazione. Tuttavia i giornalisti potrebbero accedere alle misure generali di sostegno fornite dal governo
. Nel 2020 il ministero della Cultura ha sbloccato i fondi annuali di quest'anno, attraverso un concorso, per un importo di 2,7 milioni di EUR allo scopo di sostenere il pluralismo dei media e la diversità dei contenuti mediatici; tuttavia i portatori di interessi hanno espresso alcune preoccupazioni in merito ai possibili rischi di ingerenza politica sulla distribuzione di tali fondi.
I giornalisti continuano a incontrare ostacoli all'accesso alle informazioni e ai documenti pubblici, soprattutto a causa della lunghezza delle procedure. Il diritto è sancito dalla Costituzione e disciplinato dalla legge sull'accesso alle informazioni di carattere pubblico. Tuttavia il processo di ottenimento di informazioni pubbliche è spesso lungo, considerando il coinvolgimento di tutte le autorità competenti che vi partecipano. Sebbene il Commissario per l'informazione intervenga regolarmente quando l'amministrazione statale impedisce ai giornalisti di accedere alle informazioni e ai documenti pubblici
, questo frequente impiego del sistema di ricorso aumenta notevolmente il carico di lavoro del Commissario
. Inoltre i tribunali amministrativi, che controllano le decisioni del Commissario per l'informazione, non attribuiscono di fatto priorità a tali casi, nonostante l'obbligo giuridico di farlo. Ciò ha comportato ritardi nei procedimenti di controllo giurisdizionale, che sono paragonabili ai casi ordinari
. L'MPM 2021 ha attribuito un rischio medio alla tutela del diritto all'informazione, rispetto al basso rischio dell'MPM 2020, dovuto al frequente abuso delle eccezioni al diritto all'informazione e alla lunghezza delle procedure.
Le molestie online e le cause nei confronti di giornalisti continuano ad aumentare, mentre gli attacchi fisici sono rari
. Le libertà di espressione e di informazione sono sancite dalla Costituzione e sono in vigore meccanismi giudiziari. Tuttavia l'MPM 2021 ha valutato la tutela della libertà di espressione come a medio rischio
. Nei mesi di ottobre e novembre 2020 e nel febbraio 2021, durante le proteste, sono stati segnalati alcuni attacchi fisici contro giornalisti: i responsabili sono stati individuati e indagati
. La Piattaforma del Consiglio d'Europa per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti ha emesso 12 segnalazioni relative alla Slovenia da ottobre 2020. Le segnalazioni riguardano principalmente le molestie nei confronti di giornalisti e le cause intentate contro di essi
. Nell'ultimo anno sono state registrate varie cause contro giornalisti e mezzi di comunicazione con effetti intimidatori. Le molestie e le minacce online nei confronti dei giornalisti, in particolare nei confronti delle giornaliste, comprese quelle di alcuni politici, continuano a essere numerose
. Inoltre molti responsabili di attacchi online rimangono anonimi e i giornalisti tendono a segnalare le molestie online meno di frequente rispetto alle minacce fisiche
. Come sviluppo positivo, a seguito di una sentenza della Corte suprema, la procura superiore dello Stato ha modificato il proprio parere giuridico sull'interpretazione dell'articolo 297 del codice penale a seguito della sentenza della Corte suprema, consentendo di perseguire i reati commessi a danno di giornalisti anche in base a tale disposizione.
IV.Altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri
La Slovenia ha un sistema parlamentare con bicameralismo imperfetto, in cui le leggi sono adottate solo dall'Assemblea nazionale (la prima camera del parlamento) e non dal Consiglio nazionale (la seconda camera del parlamento)
. Un progetto di legge può essere presentato dal governo, da qualsiasi membro del parlamento o da almeno 5000 elettori. La Corte costituzionale conduce il controllo di costituzionalità ex post, anche in casi specifici, sulla base di un ricorso costituzionale. Oltre al sistema giudiziario e ad altri organi, il difensore civico dei diritti umani e il difensore per le pari opportunità sono incaricati anche della tutela dei diritti dei singoli.
Il parlamento ha continuato a operare durante la pandemia di COVID‑19. Ad aprile 2020 una modifica del regolamento interno del parlamento ha eliminato gli ostacoli alle sedute online delle commissioni parlamentari e della plenaria. Anche a causa di queste modifiche, il parlamento ha lavorato normalmente per tutto il 2020 e ha adottato 78 leggi, il che è paragonabile agli anni precedenti. Come esaminato nella relazione sullo stato di diritto del 2020, le leggi possono essere adottate mediante una procedura abbreviata o di urgenza, decisa dal Collegio del presidente del parlamento. Nel 2020 il 31 % di tutte le leggi è stato adottato con procedura ordinaria (30 % nel 2019), il 32 % con procedura di urgenza (18 % nel 2019) e il 27 % con procedura legislativa abbreviata (31 % nel 2019). Questi dati mostrano che la percentuale combinata di procedura legislativa di urgenza o abbreviata non è cambiata in modo sostanziale. Sussistono problemi per quanto riguarda la consultazione della società civile da parte del governo sui progetti di legge. In particolare, le consultazioni pubbliche non si svolgono affatto, sono troppo brevi o non prevedono alcun termine specifico per presentare osservazioni.
La legge sulle malattie infettive, modificata quattro volte dall'inizio della pandemia di COVID‑19, ha costituito la base per le misure restrittive, in quanto non è stato dichiarato lo stato di emergenza. Nel periodo compreso tra marzo 2020 e febbraio 2021 sono state adottate numerose misure, principalmente sulla base della legge sulle malattie infettive, che ha imposto restrizioni o divieti temporanei di circolazione, raduni pubblici, uso di determinati servizi (talune attività commerciali), servizi pubblici (istruzione, giustizia, servizi amministrativi), uso di dispositivi di protezione, quarantena e servizi di trasporto pubblico di passeggeri. Le misure sono state adottate per lo più sotto forma di decreti e ordinanze, meno frequentemente sotto forma di decisioni e atti. Tali misure sono state generalmente adottate dal potere esecutivo, più frequentemente dal governo e raramente dai singoli ministri. Il 3 giugno 2021, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale una parte dell'articolo 39 della legge sulle malattie infettive, in virtù della quale il governo era autorizzato a limitare o a vietare la libertà di circolazione o la libertà di associazione. La maggior parte delle misure è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale e quelle non pubblicate sono state valutate dalla Corte costituzionale dal punto di vista delle disposizioni costituzionali sulla necessità della pubblicazione. Sulla base dei poteri conferiti dalla legge, le misure sono state adottate anche dai comuni, ma solo nell'ambito della loro competenza.
L'indipendenza finanziaria di taluni organi indipendenti è stata garantita da una sentenza della Corte costituzionale. Nel dicembre 2020 la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcune parti della legge sulle finanze pubbliche in quanto prescrivevano la procedura per definire il bilancio del Consiglio nazionale (la seconda camera del parlamento), della Corte costituzionale, del difensore civico dei diritti umani e della Corte dei conti
. Tale sentenza ha sottolineato l'autonomia finanziaria e l'indipendenza delle quattro istituzioni indipendenti menzionate, istituite dalla Costituzione. In precedenza tali organi hanno presentato i loro suggerimenti di bilancio al ministero delle Finanze, che non era tenuto a seguire l'importo proposto. Il governo e il parlamento sono ora tenuti a garantire il bilancio di queste istituzioni senza influenzarne l'importo.
La Corte costituzionale ne ha migliorato l'efficienza e ha svolto un ruolo attivo nel riesame delle misure relative alla pandemia di COVID‑19. Dalla relazione sullo Stato di diritto 2020 è emerso che, dato l'aumento dei ricorsi costituzionali, gli arretrati e la durata dei procedimenti della Corte costituzionale hanno continuato ad aumentare. Nel 2020, nonostante il forte aumento delle iniziative e delle richieste di controllo di costituzionalità in entrata (+55 % rispetto al 2019) e la diminuzione dei ricorsi costituzionali in entrata (-26 % rispetto al 2019), la Corte ha risolto il 26 % in più di casi rispetto al 2019. Per la prima volta dal 2015, la Corte è stata in grado di gestire quasi tutte le cause in entrata. Tuttavia, poiché la Corte si è concentrata su cause più vecchie, la durata media dei procedimenti è aumentata a 530 giorni per i controlli di costituzionalità (quasi 500 giorni nel 2019) e a 571 giorni per i ricorsi costituzionali (420 giorni nel 2019). Da marzo 2020 a giugno 2021 la Corte costituzionale ha ricevuto 188 cause relative a misure per la pandemia di COVID‑19, tra cui 185 iniziative e richieste di controllo di costituzionalità e tre ricorsi costituzionali, ed è stata già in grado di risolvere 123 iniziative e richieste e tre ricorsi costituzionali, pronunciando quattro sentenze (una parziale). Nel marzo 2021 il parlamento ha sollevato la questione dell'imparzialità dei giudici della Corte costituzionale e ha invitato il presidente della Corte costituzionale a procedere ad approfondimenti in merito. Il presidente ha risposto che non sarebbe conforme alla Costituzione se il parlamento discutesse delle cause pendenti dinanzi alla Corte costituzionale o si attendesse dal presidente di difendere la Corte costituzionale o se stesso in relazione alle sentenze pronunciate.
Il difensore civico dei diritti umani ha ottenuto l'accreditamento dello status A e ha svolto un ruolo attivo nel monitoraggio delle misure restrittive connesse alla pandemia di COVID‑19. Nel gennaio 2021 il difensore civico dei diritti umani è diventato un'istituzione nazionale per i diritti umani di "status A", in conformità con i principi di Parigi, dopo gli sforzi compiuti dal 2015 per ottenere questo status. Il sottocomitato GANHRI per l'accreditamento ha raccomandato un'adeguata formalizzazione e applicazione di un processo di nomina dei deputati, nonché altri miglioramenti della legislazione
. Il difensore civico ha svolto un ruolo attivo nel monitoraggio delle misure connesse alla pandemia di COVID‑19 riordinando tutte le norme restrittive in vigore e presentandole in modo consolidato e leggibile sul suo sito web. Il difensore civico ha inoltre contattato più volte l'esecutivo ed ha anche partecipato all'elaborazione delle misure relative alla pandemia di COVID‑19, in particolare per garantirne il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Per discutere dello Stato di diritto, il Presidente della Repubblica ha convocato una prima riunione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Nell'ottobre 2020 il Presidente della Repubblica ha riunito per la prima volta i massimi rappresentanti di tutti e tre i rami del governo per discutere dello Stato di diritto e della divisione dei poteri. Alla riunione hanno partecipato il presidente dell'Assemblea nazionale, il primo ministro, il presidente del Consiglio nazionale, il presidente della Corte costituzionale, il presidente della Corte suprema, il ministro della Giustizia e il procuratore generale. Un'iniziativa di questo tipo potrebbe contribuire a promuovere una cultura del dialogo e una cooperazione leale tra le istituzioni statali.
Lo spazio della società civile è stato messo in discussione. Nel dicembre 2020 lo spazio civico della Slovenia è stato declassato a "ristretto" anche a causa delle restrizioni adottate per far fronte alla pandemia che hanno avuto un impatto sull'ambiente favorevole alla società civile. Sono state segnalate campagne diffamatorie ai danni di organizzazioni non governative, in particolare sui social media
. Durante la pandemia di COVID‑19, il difensore civico ha rilevato casi di leggi, misure e prassi che potrebbero influenzare negativamente lo spazio civico e ridurre le attività dei difensori dei diritti umani. Sono stati riscontrati attacchi all'efficienza economico-finanziaria delle organizzazioni della società civile, anche attraverso la riduzione dei fondi
. Sembrano particolarmente coinvolte le organizzazioni della società civile che si occupano di migranti, alfabetizzazione mediatica e tratta di esseri umani
.
Allegato I: Elenco delle fonti in ordine alfabetico*
* L'elenco dei contributi ricevuti nell'ambito della consultazione per la relazione sullo Stato di diritto 2021 è disponibile al seguente indirizzo:
https://ec.europa.eu/info/policies/justice-and-fundamental-rights/upholding-rule-law/rule-law/rule-law-mechanism/2021-rule-law-report-targeted-stakeholder-consultation
.
Centro per il pluralismo dei media e la libertà dei media (2021), Osservatorio del pluralismo dei media (Media Pluralism Monitor, MPM) 2021.
Commissione europea (2020-2021), Quadro di valutazione UE della giustizia.
Allegato II: Visita in Slovenia
Ad aprile 2020 i servizi della Commissione hanno tenuto riunioni virtuali con:
·l'Agenzia per le reti e i servizi di comunicazione (AKOS)
·l'Associazione dei giornalisti
·l'Associazione dei giornalisti e dei pubblicisti (sig.ra Irena Zagajšek)
·l'Associazione dei giudici
·la Commissione nazionale di riesame
·la Commissione per la prevenzione della corruzione
·il Consiglio dei procuratori dello Stato
·il Consiglio della magistratura
·la Corte costituzionale
·la Corte dei conti
·la Corte suprema
·il difensore civico per i diritti umani
·la Direzione generale di polizia (Divisione criminalità economica) e l'Ufficio investigativo nazionale
·la Facoltà dei media (Prof. ordinario Borut Rončević, Prof. ordinario Matevž Tomšič)
·l'Istituto per la pace
·il ministero della Cultura
·il ministero della Giustizia
·il ministero della Pubblica amministrazione
·l'Ordine degli avvocati
·Pod črto
·la Procura dello Stato (procuratore generale, Procura superiore dello Stato, Procura speciale dello Stato)
·la Rete nazionale delle ONG (CNVOS)
·il Segretariato del Parlamento
·l'Unione dei giornalisti sloveni
·Transparency International Slovenia
* Inoltre, in occasione di alcune riunioni orizzontali, la Commissione ha incontrato le seguenti organizzazioni:
·Amnesty International
·Center for Reproductive Rights
·CIVICUS
·Civil Liberties Union for Europe
·Civil Society Europe
·Comitato Helsinki dei Paesi Bassi
·Commissione internazionale dei giuristi
·Conferenza delle Chiese europee
·EuroCommerce
·European Center for Not-for-Profit Law
·European Centre for Press and Media Freedom
·European Partnership for Democracy
·Federazione europea dei giornalisti
·Federazione internazionale dei diritti umani
·Forum civico europeo
·Forum europeo della gioventù
·Front Line Defenders
·Human Rights House Foundation
·Human Rights Watch
·ILGA-Europe
·International Planned Parenthood Federation European Network (IPPF EN)
·International Press Institute
·Open Society European Policy Institute
·Philanthropy Advocacy
·Protection International
·Reporter senza frontiere
·Transparency International UE