Bruxelles, 22.6.2021

SWD(2021) 165 final

DOCUMENTO DI LAVORO DEI SERVIZI DELLA COMMISSIONE

Analisi del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia

che accompagna il documento

Proposta di DECISIONE DI ESECUZIONE DEL CONSIGLIO

relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia

{COM(2021) 344 final}


Indice        

1.    Sintesi    

2.    Sfide per la ripresa e la resilienza: inquadramento generale    

2.1.    Prospettive e sviluppi macroeconomici rispetto alla relazione per paese del 2020    

2.2    Sfide relative a crescita sostenibile, coesione, resilienza e politiche per la prossima
generazione
   

2.3    Sfide legate alla transizione verde e a quella digitale    

2.3.1 Dimensione verde    

2.3.2 Dimensione digitale    

3.    Obiettivi, struttura e governance del piano    

3.1.    Strategia generale del piano    

3.2.    Attuazione degli aspetti del piano    

4.    Sintesi della valutazione del piano    

4.1.    Risposta completa e adeguatamente equilibrata alla situazione economica e sociale    

4.2.    Legame con le raccomandazioni specifiche per paese e il semestre europeo    

4.3.    Potenziale di crescita, creazione di posti di lavoro, resilienza economica, istituzionale e
sociale, pilastro europeo dei diritti sociali, attenuazione dell'impatto della crisi, nonché coesione sociale e territoriale e convergenza
   

4.4.    Il principio "non arrecare un danno significativo"    

4.5.    Transizione verde    

4.6.    Transizione digitale    

4.7.    Impatto duraturo del piano    

4.8    Traguardi, obiettivi, monitoraggio e attuazione    

4.9    Definizione dei costi    

4.10    Controlli e audit    

4.11    Coerenza    

Allegato - Tabella di marcatura    


1.Sintesi 

Si prevede che l'economia dell'Italia registri un notevole rimbalzo rispetto alla significativa e profonda recessione innescata dalla pandemia di COVID-19. L'Italia è entrata nella recessione indotta dalla pandemia di COVID-19 con un livello di produzione che non si era ancora completamente ripreso dalla recessione successiva al 2009. Nel 2020 il PIL reale ha registrato una contrazione dell'8,9 %. Il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro antecedente la pandemia si è interrotto bruscamente e la crescita dei posti di lavoro precedentemente osservata si è invertita, anche se l'impatto dello shock economico innescato dalla pandemia è stato notevolmente mitigato da una tempestiva azione politica a livello nazionale e di UE. La povertà, che era diminuita nel 2019, è diventata più diffusa. Il divario regionale si stava ampliando già prima della crisi COVID-19, circostanza questa che ha ulteriormente esacerbato i rischi per la coesione territoriale. Le finanze pubbliche italiane sono state duramente colpite dalla pandemia. Il rapporto debito pubblico/PIL è aumentato, passando dal 134,6 % nel 2019 al 155,8 % nel 2020 e si prevede aumenti ulteriormente nel 2021 al 159,8 %, prima di scendere al 156,6 % nel 2022. Guardando al futuro, i tassi di infezione in calo associati ad un'accelerazione della campagna di vaccinazione che consente un netto allentamento delle restrizioni, stanno aprendo la strada a un significativo rimbalzo nel resto del 2021. Il considerevole sostegno della politica interna e gli investimenti finanziati da Next Generation EU dovrebbero aiutare il PIL reale a crescere del 4,2 % nel 2021 e a raggiungere il 4,4 % nel 2022, quando il programma di investimenti e riforme definito nel piano per la ripresa e la resilienza (PRR) dell'Italia comincerà a produrre tutti i suoi effetti.

L'Italia ha richiesto l'importo massimo disponibile nel contesto del dispositivo per la ripresa e la resilienza, corrispondente a 191,5 miliardi di EUR, di cui 68,9 miliardi di EUR in sostegno finanziario non rimborsabile e 122,6 miliardi di EUR in prestiti. Il piano presenta un'ampia portata e mira ad affrontare le principali sfide strutturali dell'Italia, che comprendono carenze nella crescita della produttività, nel contesto imprenditoriale, nella pubblica amministrazione, nel sistema giudiziario e nelle procedure di insolvenza, così come nelle differenze regionali, nel mercato del lavoro e nei risultati dell'istruzione. Il piano risponde inoltre ad importanti esigenze di investimento per la duplice transizione, verde e digitale, la ricerca e l'innovazione, il miglioramento dell'accesso alle cure essenziali nel contesto di un sistema sanitario più resiliente, compresa la necessità di colmare il divario infrastrutturale tra le regioni. Delinea inoltre iniziative per le sfide di lunga data legate all'elevato livello di lavoro sommerso e di evasione fiscale.

Il piano comprende 16 componenti ed è strutturato in sei settori di intervento ("missioni"), incentrati su tre priorità orizzontali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica ed inclusione sociale. Comprende misure in materia di digitalizzazione, innovazione, cultura e turismo; economia circolare e gestione dei rifiuti; energia, compresa l'energia da fonti rinnovabili, efficienza energetica, infrastrutture energetiche, idrogeno; mobilità; efficienza energetica negli edifici; uso sostenibile e protezione del territorio e delle risorse idriche; reti ferroviarie e intermodalità; istruzione, ricerca e innovazione; politiche per l'occupazione, la coesione sociale e territoriale; una migliore integrazione territoriale dell'assistenza e la facilitazione dell'adozione dell'innovazione nell'assistenza sanitaria, nonché una serie di riforme orizzontali e abilitanti relative alla pubblica amministrazione, al sistema giudiziario, al contesto imprenditoriale (anche in materia di servizi pubblici locali, concessioni, vigilanza del mercato, ritardi nei pagamenti e appalti pubblici), all'amministrazione fiscale e alla gestione delle finanze pubbliche. Tali misure mirano a migliorare la produttività, la competitività, la sostenibilità e la resilienza dell'economia, creando nuovi posti di lavoro e favorendo la crescita economica, diminuendo i divari territoriali, sociali, di genere e generazionali nonché riducendo al minimo l'impronta ambientale della produzione. Dando seguito alle raccomandazioni specifiche per paese emesse per l'Italia, le misure incluse nel piano sembrano altresì coerenti con le sfide e le priorità individuate nel progetto di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro 1 . 

Il piano è equilibrato nella sua risposta ai sei pilastri politici di cui all'articolo 3 del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza (regolamento RRF) 2 . Diverse misure del piano contribuiscono al pilastro della transizione verde, in particolare le componenti sull'economia circolare e sull'agricoltura sostenibile; sulle energie rinnovabili, sull'idrogeno, sulla rete e sulla mobilità sostenibile; sull'efficienza energetica e sulla ristrutturazione di edifici; sulla protezione del territorio e delle risorse idriche; nonché sulla rete ferroviaria. Il pilastro sulla trasformazione digitale è coperto da misure distribuite in tutto il piano e, in particolare, dalle componenti sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione e del sistema produttivo, così come da diverse misure sulla digitalizzazione dei sistemi di istruzione e sanitario. Il piano tratta il pilastro della crescita intelligente, sostenibile e inclusiva con il capitolo dedicato alle riforme orizzontali e abilitanti, in particolare per quanto riguarda la pubblica amministrazione e il contesto imprenditoriale, e con la componente sulla ricerca e l'innovazione. Il pilastro sulla coesione sociale e territoriale è coperto con le componenti dedicate alle politiche dell'occupazione, alla coesione territoriale e alle infrastrutture sociali. La coesione territoriale è perseguita anche tramite investimenti materiali e immateriali in tutto il piano. Le componenti relative al settore sanitario, alla sua digitalizzazione e alla ricerca medica, integrate dalle riforme del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione, riguardano il pilastro "salute e resilienza economica, sociale e istituzionale". Infine il pilastro "politiche per le nuove generazioni, l'infanzia e i giovani" è coperto dalla componente dedicata all'istruzione così come dalla componente sulle politiche per il lavoro, in particolare dalle misure sulle competenze e sull'occupabilità.  

Con la sua attenzione alle riforme e agli investimenti che favoriscono la crescita, il piano è destinato a migliorare il potenziale di crescita, le condizioni del mercato del lavoro e la resilienza sociale dell'Italia. Gli investimenti nella digitalizzazione e nella transizione verde, nonché nell'istruzione e nella ricerca, associati alle riforme che migliorano il contesto imprenditoriale nel suo complesso, come la riforma della pubblica amministrazione, del sistema giudiziario, nonché delle procedure di insolvenza, sono destinati a stimolare la crescita della produttività nel medio e lungo termine. Inoltre le riforme mirate del mercato del lavoro e gli investimenti destinati a migliorare le prospettive di occupazione, in particolare di giovani e donne, possono aumentare l'offerta di lavoro e fornire un accesso equo alle competenze e quindi sostenere la crescita potenziale. Ci si attende che le misure per rafforzare e integrare la fornitura di servizi sociali, fornire alloggi a prezzi accessibili e sostenere la riqualificazione urbana contribuiscano a colmare i divari tra zone geografiche e gruppi sociali. Un migliore funzionamento del mercato del lavoro accompagnato da altre misure quali, tra l'altro, i servizi sociali integrati e le misure a sostegno del sistema sanitario dovrebbero aumentare la resilienza economica e la coesione sociale e territoriale, nonché contribuire al pilastro europeo dei diritti sociali.

Ci si attende che il piano non arrechi danni significativi agli obiettivi ambientali. Si prevede che tale obiettivo venga conseguito selezionando o progettando le misure nel piano in linea con il principio "non arrecare un danno significativo" e sostanziando la conformità di tale principio come parte della valutazione dello stesso. Gli investimenti in collegamenti stradali dell'ultimo miglio sono compensati da investimenti in stazioni di ricarica elettrica. Ulteriori garanzie sono state fornite per i veicoli che funzionano a biometano e per l'idrogeno. Gli investimenti nell'irrigazione forniscono garanzie che non deterioreranno lo stato dei corpi idrici esistenti e contribuiranno a migliorarlo. Gli investimenti in ristrutturazioni contengono garanzie che i rifiuti da demolizione saranno trattati secondo i principi dell'economia circolare. L'autorizzazione del singolo progetto deve rispettare le norme e gli orientamenti dell'UE e nazionali per le valutazioni d'impatto.

3 Le misure incluse nel piano relative alla transizione verde costituiscono il 37,5 % della dotazione totale. Le misure comprese nel piano sembrano altresì coerenti con gli orientamenti specifici per paese della Commissione del 2020 sull'attuazione del piano nazionale per l'energia e il clima dell'Italia. Il piano comprende una serie di misure relative all'efficienza energetica, in particolare attraverso un regime per la ristrutturazione di abitazioni, prevedendo allo stesso tempo investimenti diretti per migliorare l'efficienza energetica degli edifici. L'Italia intende inoltre utilizzare il dispositivo per la ripresa e la resilienza per aumentare la produzione e l'uso di idrogeno pulito in linea con le iniziative faro Power Up e Refuel and Recharge nonché per aumentare la quota di energie rinnovabili nei trasporti e nel riscaldamento, in particolare attraverso lo sviluppo del biometano. Il piano si concentra anche sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra generate dai trasporti e prevede importanti investimenti per rafforzare la mobilità urbana sostenibile, compresa la mobilità elettrica, così come le infrastrutture ferroviarie per sostenere il trasferimento modale e ridurre le emissioni di gas a effetto serra nel trasporto aereo e marittimo e nell'agricoltura. Sono incluse inoltre riforme a sostegno della transizione verde, ad esempio facilitando l'autorizzazione della produzione di energia rinnovabile. Il piano sostiene altresì gli sforzi di adattamento ai cambiamenti climatici dell'Italia, così come la resilienza sismica e la qualità delle infrastrutture, e affronta le sfide esistenti in materia di economia circolare e gestione dei rifiuti, approvvigionamento idrico e gestione delle acque reflue nonché di protezione della biodiversità.

Ci si attende che il piano contribuisca alla trasformazione digitale dell'Italia attraverso un'ampia serie di misure pari al 25,1 % della dotazione totale. Tali misure mirano in particolare a i) migliorare la connettività, accelerando la diffusione di reti ad altissima capacità, in particolare le reti 5G e in fibra; ii) favorire la trasformazione digitale della pubblica amministrazione, dei sistemi giudiziario, sanitario e dell'istruzione, nonché della cultura e del turismo; iii) sostenere la digitalizzazione delle imprese italiane prestando particolare attenzione alle tecnologie dell'industria 4.0; iv) rafforzare il capitale umano migliorando le competenze digitali di base della popolazione e promuovendo la riqualificazione e il miglioramento delle competenze; nonché v) sostenere, anche se in misura più limitata, lo sviluppo e la diffusione di tecnologie digitali avanzate.

Il piano comprende inoltre una serie di riforme, in particolare destinate a migliorare l'efficacia della pubblica amministrazione e promuovere il contesto imprenditoriale. Più specificamente, il piano comprende un'ampia riforma del pubblico impiego e misure volte a ridurre la burocrazia e a rafforzare la capacità amministrativa, soprattutto a livello locale. La riforma del sistema giudiziario 4 mira inoltre a rafforzarne la resilienza, riducendo l'arretrato e la lunghezza dei procedimenti civili e penali con un impatto positivo atteso sul sistema economico. Il piano comprende altresì misure destinate a migliorare le normative in settori specifici e a eliminare una serie di ostacoli alla concorrenza, compresa una semplificazione del quadro degli appalti pubblici e l'affermazione della priorità delle procedure competitive per l'aggiudicazione di contratti di servizio pubblico locali. Il piano comprende infine misure destinate a migliorare l'adempimento degli obblighi fiscali e l'efficienza dell'amministrazione nonché ad intensificare la lotta contro l'evasione fiscale e il lavoro sommerso.

Il piano ha il potenziale di apportare cambiamenti strutturali e di avere di conseguenza un impatto duraturo sull'economia e sulla società italiane. A tal fine, sarà fondamentale un'attuazione efficace e rapida. Ci si attende che un'ampia gamma di riforme in settori chiave di politica economica affronti gli ostacoli di lunga data alla crescita economica. In particolare, il piano contiene riforme miranti ad apportare cambiamenti strutturali al funzionamento della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario nonché a migliorare il contesto imprenditoriale generale. Le riforme e gli investimenti pianificati nei settori dell'istruzione, dello sviluppo delle competenze e della ricerca e dell'innovazione presentano il potenziale per migliorare il capitale umano e le capacità di ricerca nel lungo termine. Il piano comprende in particolare una riforma dell'insegnamento, concentrandosi in particolare sull'assunzione, sulla selezione, sulla mobilità e sulla formazione degli insegnanti. Ci si attende che le riforme in settori quali i trasporti e la gestione delle risorse idriche migliorino strutturalmente l'efficienza economica, tra l'altro, attraverso un uso più sistematico di procedure competitive per l'assegnazione di contratti di servizi.

La stima dei costi totali del piano è ragionevole, plausibile e in linea con il principio dell'efficienza in termini di costi, oltre ad essere commisurata all'impatto atteso a livello economico e sociale. L'Italia ha presentato informazioni sulle stime dei costi per tutte le misure. Il volume e la qualità delle informazioni sulle stime dei costi variano a seconda delle misure. Tutte le misure finanziate dal piano per la ripresa e la resilienza per l'Italia si riferiscono a costi sostenuti dopo il 1° febbraio 2020. Le misure comportano costi non ricorrenti, salvo eccezioni debitamente giustificate. Le stime dei costi del piano forniscono un livello accettabile di garanzia in merito al rischio di doppio finanziamento. L'Italia si è impegnata a stabilire una chiara demarcazione e ad assicurare la complementarità tra il piano e gli altri fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE) per il periodo 2021-2027.

L'Italia ha creato un sistema di governance a più livelli per assicurare un'attuazione e un monitoraggio efficaci del piano e ha stabilito un solido sistema di controllo. Le disposizioni relative alla governance, sancite in un atto giuridico (decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77), individuano chiaramente gli organismi responsabili del monitoraggio e dell'attuazione del piano e ne definiscono le competenze e i compiti. Al fine di assicurare un'attuazione e un monitoraggio efficaci del piano sono previste azioni pertinenti per rafforzare la capacità amministrativa, anche a livello locale, nonché per semplificare le procedure amministrative; tali azioni sono state anch'esse sancite da due atti giuridici (rispettivamente il decreto legge 9 giugno 2021, n. 80, e il decreto legge 31 maggio 2021, n. 77). I meccanismi di monitoraggio e comunicazione sono ben definiti e in linea con le finalità previste. Il piano ha istituito un organismo indipendente di audit, così come una strategia di audit e un robusto sistema di controllo. L'insieme dei traguardi e degli obiettivi del piano italiano sembra essere chiaro, realistico e presentare un buon grado di ambizione, oltre ad essere associato a indicatori pertinenti, accettabili e sufficientemente solidi. Di conseguenza la serie di traguardi e obiettivi è considerata adeguata per il monitoraggio dell'attuazione del piano.

(1) 
Risposta equili-brata

(2) 
 
CSR

(3) 
Crescita, posti di lavoro...

(4) 
NADS

(5) 
Obietti-vo verde

(6) 
 
Obietti-vo digitale

(7) 
Impatto dura-turo

(8) 
Traguardi e
obiettivi

(9) 
Defini-zione dei costi

(10) 
Sistemi di con-trollo

(11) 
Coerenza

A

A

A

A

A

A

A

A

B

A

A

2.Sfide per la ripresa e la resilienza: inquadramento generale

2.1.Prospettive e sviluppi macroeconomici rispetto alla relazione per paese del 2020 

Un'accelerazione della campagna di vaccinazione e il continuo allentamento graduale delle restrizioni stanno aprendo la strada a un significativo rimbalzo nella seconda metà del 2021. La pandemia di COVID-19 e le misure di confinamento associate per la sua gestione hanno spinto l'economia italiana in una notevole e profonda recessione. Il PIL reale è sceso dell'8,9 % nel 2020, ma si prevede un rimbalzo del 4,2 % quest'anno grazie al considerevole sostegno della politica interna e alla prima fase degli investimenti finanziati da Next Generation EU. Nel 2022 il programma di investimenti e di riforme stabilito nel piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia avrà pieno effetto e dovrebbe contribuire a spingere la crescita della produzione al 4,4 %. La ripresa prevista dovrebbe consentire all'economia di tornare al suo livello antecedente la pandemia entro l'ultimo trimestre del 2022. La domanda interna dovrebbe contribuire al rimbalzo dell'economia, mentre le esportazioni continuano a beneficiare di un forte slancio dovuto al miglioramento delle prospettive esterne. L'inflazione IPCA ha registrato una media di - 0,1 % nel 2020 e gli effetti di base legati all'aumento dei prezzi del petrolio sono destinati a spingere tale inflazione oltre l'1 % quest'anno, prima di assestarsi a circa l'1 % nel 2022.

Il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro si è interrotto bruscamente con l'insorgere della crisi COVID-19. Nel 2020 l'occupazione totale è calata del 2,8 %. Tuttavia il tasso di disoccupazione è sceso sotto il livello del 2019 (9,2 % contro 10,0 % nel 2019). Molti lavoratori sono stati sostenuti da misure strategiche, in particolare regimi di riduzione dell'orario di lavoro, mentre una quota considerevole di persone in cerca di lavoro e di nuovi disoccupati è uscita dal mercato del lavoro al culmine della pandemia. Per contro, nel 2020 il tasso di disoccupazione tra i giovani (15-24 anni), spesso impiegati in servizi ad alta intensità di contatto con contratti a breve termine e quindi particolarmente colpiti dalla crisi, si è attestato al 29,5 % (rispetto al 29,2 % nel 2019), un valore tra i più elevati dell'UE.

Nel 2019 la povertà è diminuita ma è probabile che sia peggiorata nel 2020 in ragione della pandemia di COVID-19. La quota di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è scesa dal 27,3 % nel 2018 al 25,6 % nel 2019 (UE27: dal 21,6 % al 20,9 %). Secondo i dati ISTAT, la percentuale di famiglie in povertà assoluta è aumentata nel 2020 (7,7 % nel 2020 rispetto a 6,4 % nel 2019). Tuttavia la situazione sociale differisce sostanzialmente tra gruppi di età, sesso e cittadinanza. Dato che la spesa sociale continua ad essere concentrata sulle pensioni, il rischio di povertà per gli anziani (65+) è considerevolmente inferiore alla media della popolazione totale. Al contrario i giovani sono sproporzionatamente colpiti dalla povertà come conseguenza diretta dell'elevato tasso di disoccupazione giovanile. Le donne corrono un rischio di povertà leggermente superiore rispetto a quello degli uomini (26,6 % rispetto a 24,5 %). I cittadini non italiani affrontano un rischio di povertà o di esclusione molto superiore a quello cui sono soggetti gli italiani (38,6 % rispetto a 24 %). Inoltre Rom, Sinti e Camminanti affrontano un rischio elevato di esclusione sociale 5 . La pandemia, che colpisce in maniera sproporzionata le prospettive di lavoro di donne e giovani, ha probabilmente esacerbato tali divergenze.

Lo scenario macroeconomico su cui si basa il piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia prevede un rimbalzo considerevole della crescita economica nel 2021 e 2022. Il PIL reale è destinato ad aumentare del 4,5 %, secondo il programma di stabilità e ci si attende che la crescita della produzione rimanga forte nel 2022, al 4,8 %, prima di moderarsi negli anni successivi. Le ipotesi sottostanti alle proiezioni macroeconomiche delle autorità sono considerate plausibili. La Commissione prevede uno scenario macroeconomico per il 2021 e 2022 che è leggermente più cauto rispetto a quello del governo italiano. Per quanto concerne la domanda interna, la Commissione prevede un rimbalzo più moderato dei consumi privati, ma una crescita più dinamica degli investimenti. Le prospettive macroeconomiche e di bilancio risentono ancora dell'elevata incertezza dovuta alla pandemia di COVID-19 e alle sue conseguenze economiche.

Le finanze pubbliche italiane sono state duramente colpite dalla crisi COVID-19. Dopo la registrazione di un minimo storico nel 2019 (1,6 % del PIL), il disavanzo pubblico nominale è salito bruscamente al 9,5 % del PIL nel 2020, in ragione del calo delle entrate causato dalla crisi economica e del costo della risposta politica. L'elevato fabbisogno di prestiti e il calo del PIL hanno causato un marcato aumento del rapporto debito pubblico/PIL, che è passato dal 134,6 % nel 2019 al 155,8 % nel 2020. Nel 2021 il disavanzo pubblico salirà ulteriormente all'11,7 % del PIL in base alle previsioni di primavera 2021 della Commissione, dato che il costo della risposta politica aggiuntiva dovrebbe più che compensare l'aumento delle entrate legate alla ripresa prevista. Si prevede che il rapporto debito pubblico/PIL continuerà a crescere fino al 159,8 % del PIL nel 2021, considerando anche l'effetto del sostegno dato dal settore pubblico alla capitalizzazione delle imprese, che ha un impatto sul debito pubblico lordo ma non sul disavanzo nominale.

Si ritiene che l'Italia debba affrontare rischi elevati di sostenibilità di bilancio a breve e medio termine 6 . I rischi a breve termine derivano dal marcato deterioramento delle finanze pubbliche nel 2020 e dalla conseguente impennata delle esigenze di finanziamento fino al 33 % del PIL. Ci si attende che le esigenze di finanziamento pubblico rimangano considerevoli dal 2021 in poi, sebbene registrando una tendenza al ribasso. I rischi elevati nel medio termine riflettono il fatto che, secondo le ipotesi di base, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe rimanere al di sopra del 155 % per la maggior parte degli anni 2020, salendo ulteriormente al 158,8 % nel 2024 e scendendo al 153,4 % entro il 2030. Gli scenari alternativi, tanto favorevoli quanto sfavorevoli, confermano tali rischi. Allo stesso tempo ci si attende che l'attuazione di riforme e di investimenti nell'ambito dello strumento "Next Generation EU", in particolare il dispositivo per la ripresa e la resilienza, produca un sostanziale impatto positivo e persistente sulla crescita del PIL nei prossimi anni che, ceteris paribus, dovrebbe contribuire al rafforzamento della sostenibilità del debito. Nello scenario di base si prevede che i costi di invecchiamento aumenteranno sostanzialmente nel medio termine e diminuiranno nel lungo termine. Tale circostanza contribuisce a ridurre l'aggiustamento di bilancio necessario per stabilizzare il rapporto debito/PIL nel lungo termine. Un'analisi più completa della sostenibilità del debito che tenga conto altresì dell'elevato livello del debito pubblico suggerisce la presenza di rischi elevati, che determinano nel complesso una classificazione media dei rischi di sostenibilità di bilancio a lungo termine.

Progetti di investimento e riforme di qualità elevata sono essenziali per aumentare il potenziale di crescita e ridurre il rapporto tra debito pubblico e PIL. Ci si attende che gli investimenti aggiuntivi inclusi nel piano aumentino significativamente il PIL, ossia il denominatore del rapporto debito/PIL. Allo stesso tempo ci si attende che gli effetti di secondo impatto sulle entrate derivanti dalla crescita aggiuntiva contribuiscano sostanzialmente ad aumentare il saldo primario. Infine i prestiti del dispositivo per la ripresa e la resilienza inclusi nel piano implicano un risparmio potenziale sulla spesa per interessi. Anche se non sono riportati dati specifici in merito all'andamento del debito, il piano sottolinea l'importanza di attuare progetti di investimento che presentino un potenziale di crescita elevato al fine di ridurre il rapporto debito pubblico/PIL.

L'Italia continua a sperimentare squilibri macroeconomici eccessivi, che non ci si attende miglioreranno a breve termine, mentre non è ancora possibile valutare il pieno impatto della crisi COVID-19. In seguito alla pubblicazione della relazione sul meccanismo di allerta 2021 nel novembre del 2020, è stato effettuato un esame approfondito per l'Italia. Sulla base dei risultati di tale riesame, la Commissione ha concluso che l'Italia sta registrando squilibri macroeconomici eccessivi. Le vulnerabilità sono connesse all'elevato debito pubblico e alla protratta debolezza della dinamica della produttività, che hanno rilevanza transfrontaliera in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e del settore bancario. Come menzionato in precedenza, il rapporto debito pubblico/PIL è aumentato bruscamente nel 2020 e si prevede che scenda lentamente soltanto nel 2022. La produttività del lavoro è aumentata nel 2020, ma sulla crescita della produttività a lungo termine gravano sempre gli ostacoli agli investimenti pubblici e privati e i limiti alla crescita delle imprese più produttive. I tassi di attività e di occupazione rimangono inferiori alla media UE. La crescita molto lenta della produttività, unita ai bassi tassi di occupazione, ostacola la crescita potenziale, il che a sua volta limita il margine per la riduzione dell'indebitamento. Sebbene il settore bancario italiano sia diventato più solido e resiliente negli anni precedenti la crisi COVID‑19, permangono sfide. In particolare, i crediti deteriorati sono diminuiti negli ultimi anni, ma sono ancora relativamente elevati e rischiano di aumentare una volta revocate le misure di sostegno temporaneo.

Il divario regionale si stava ampliando prima della crisi del COVID-19 e rischia di persistere nella fase di ripresa. Il rapporto del PIL pro capite tra il Sud e il Centro-Nord resta inferiore a quello del 2008. Tale circostanza si è verificata nel contesto di una perdita generale in termini di prestazioni relative della maggior parte delle regioni italiane rispetto alla media UE. Sebbene il PIL pro capite sia diminuito nella maggior parte delle regioni italiane, anche nel Nord (ad esempio, in Lombardia nel 2018 è sceso dal 158 % della media UE al 126 %), il calo nelle regioni del Sud è più preoccupante, dato che il PIL pro capite era già ampiamente inferiore alla media UE (ad esempio in Sicilia è sceso dal 77 % della media UE al 58 %) (Svimez, 2020). Sebbene la pandemia di COVID-19 e l'impatto del confinamento si siano concentrati al Nord, soprattutto nella prima fase, si stima che la contrazione dell'attività economica nel 2020 sia stata solo leggermente superiore a quella al Sud (rispettivamente -9,8 % rispetto a 9,0 %). Tuttavia, secondo le previsioni, la ripresa nel 2021 e 2022 dovrebbe essere più elevata al Centro-Nord (+ +4,5 % e + +5,3 % rispetto a + +1,2 % e +1,4 %). Al contrario le esportazioni hanno registrato un calo proporzionale più significativo al Sud (- 15,6 % rispetto a - 12,2 %), anche se rimangono meno rilevanti rispetto a quanto avviene al Nord5. 

Tabella 1: confronto tra previsioni e sviluppi a livello macroeconomico

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

2026

COM

COM

PRR

COM

PRR

COM

PRR

PIL reale (variazione in %)

0,3

- 8,9

- 8,9*

4,2

4,5*

4,4

4,8*

2,6*

1,8*

n.a.

n.a.

Occupazione (variazione in %)

0,1

- 10,3

- 10,3*

5,4

4,9*

2,2

4,7*

2,3*

1,6*

n.a.

n.a.

Tasso di disoccupazione (%)

10,0

9,2

9,3*

10,2

9,6*

9,9

9,2*

8,5*

8,0*

n.a.

n.a.

Inflazione IPCA (variazione %)

0,6

- 0,1

- 0,1*

1,3

1,0*

1,1

1,3*

1,4*

1,4*

n.a.

n.a.

Saldo delle amministrazioni pubbliche (in % del PIL)

- 1,6

- 9,5

- 9,5*

- 11,7

- 11,8*

- 5,8

- 5,9*

- 4,3*

- 3,4*

n.a.

n.a.

Rapporto debito lordo/PIL (% del PIL)

134,6

155,8

155,8*

159,8

159,8*

156,6

156,3*

155,0*

152,7*

n.a.

n.a.

Fonte: Commissione, Previsioni di primavera 2021 (COM); * Programma di stabilità.

2.2 Sfide relative a crescita sostenibile, coesione, resilienza e politiche per la prossima generazione

L'Italia è entrata nella pandemia con vulnerabilità socio-economiche che potrebbero aggravarsi ulteriormente una volta che le misure di emergenza saranno gradualmente soppresse. La produttività e la crescita economica sono state stagnanti, limitando la riduzione dell'elevato rapporto debito pubblico/PIL. Anche l'elevata disoccupazione strutturale e l'esigua partecipazione al mercato del lavoro, in particolare delle donne e dei giovani, contribuiscono a limitare il potenziale di crescita, mentre le disparità sociali e territoriali persistono. Il settore finanziario rimane soggetto ad alcune vulnerabilità e inefficienze.

Negli ultimi due decenni la crescita della produttività ha registrato una stagnazione, in particolare in ragione di un contributo negativo del settore dei servizi, delle piccole imprese e di alcune regioni del Sud. Mentre la produttività del lavoro nel settore manifatturiero è aumentata (sebbene in misura minore rispetto ai paesi comparabili), la crescente importanza del settore dei servizi è stata accompagnata da scarse prestazioni in termini di produttività. Inoltre la crescita della produttività è stata concentrata tra le imprese esportatrici di dimensioni maggiori, mentre la notevole percentuale di piccole imprese ostacola livelli di produttività e crescita più elevati 7 .

Le cause della debole crescita della produttività vanno ravvisate anche negli scarsi investimenti privati e pubblici. Gli investimenti non hanno ancora recuperato completamente i livelli antecedenti la crisi precedente e rimangono a livelli inferiori a quelli di paesi comparabili. Gli investimenti pubblici sono diminuiti soprattutto a livello locale negli ultimi anni e in particolare nelle regioni del Sud. Inoltre la composizione degli investimenti è sbilanciata verso il settore manifatturiero, mentre rimane relativamente limitata per i servizi professionali e l'innovazione, in particolare al Sud. L'Italia è tra i paesi in ritardo in termini di investimenti immateriali tra paesi comparabili dell'UE. Inoltre il divario più significativo rispetto ai paesi comparabili si registra nell'intensità della ricerca e dello sviluppo (R&S). Tale discrepanza può essere spiegata dalla struttura dell'economia, ossia dal peso considerevole dei settori a bassa intensità immateriale quali il turismo. La discontinuità delle politiche a sostegno del trasferimento di conoscenze e degli ecosistemi dell'innovazione frena inoltre le prestazioni in termini di innovazione.

Il livello estremamente elevato del debito pubblico e la composizione della spesa pubblica hanno limitato gli investimenti pubblici e ostacolato la spesa a favore la crescita. La spesa pubblica rimane concentrata sulle pensioni di vecchiaia, mentre la spesa a sostegno della ricerca e dello sviluppo nonché dell'istruzione terziaria rimane esigua. Gli investimenti pubblici rimangono inferiori ai livelli antecedenti la crisi, creando un divario infrastrutturale. Il quadro di bilancio è complesso e le responsabilità per le entrate e le spese tra i diversi livelli della pubblica amministrazione rimangono asimmetriche, creando problemi di incentivi e monitoraggio. L'elevato livello del debito pubblico richiede una gestione particolarmente prudente ed efficace delle finanze pubbliche, tanto sul lato delle spese quanto su quello delle entrate, anche al fine di migliorarne la composizione.

Diversi ostacoli strutturali frenano gli investimenti e la crescita della produttività. Il contesto imprenditoriale non è sufficientemente favorevole, mentre persistono inefficienze nel settore pubblico, in particolare per quanto riguarda la debole capacità amministrativa. Esiste un ampio margine per migliorare le prestazioni dell'innovazione e la digitalizzazione del sistema produttivo. Si rileva la persistenza di una debolezza in termini di capitale umano, in particolare per quanto riguarda i settori tecno-scientifici e a livello di gestione, così come uno squilibrio tra domanda e offerta di competenze. Anche il cuneo fiscale elevato e l'incertezza del quadro politico contribuiscono a frenare gli investimenti. L'assegnazione del capitale non è pienamente efficiente, circostanza questa che limita l'accesso a finanziamenti in particolare per le start-up e le piccole imprese, il cui ricorso a finanziamenti non bancari rimane limitato. Una politica di ricerca, innovazione e diffusione trasformativa e lungimirante è fondamentale per rafforzare la crescita della produttività e la competitività dell'Italia.

Il contesto imprenditoriale deve diventare più favorevole alla crescita. L'attuazione incompleta, l'incertezza e la complessità del quadro degli appalti pubblici e delle concessioni minano la capacità delle amministrazioni di utilizzare in maniera efficace le gare d'appalto, in particolare a livello locale, e pesano sulle decisioni di pianificazione delle imprese private, in particolare delle piccole e medie imprese (PMI). Anche i ritardi nei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche, anche a livello locale, e le lunghe procedure di appalto 8 scoraggiano le imprese a partecipare a gare di appalto pubbliche (circa il 30 % delle gare riceve soltanto un'offerta). Il quadro dei servizi pubblici locali (ad esempio, trasporti, servizi pubblici) non sempre garantisce che le gare d'appalto competitive ricevano la priorità rispetto all'aggiudicazione diretta o a soluzioni interne, con conseguenti inefficienze nella gestione dei servizi. Inoltre, la lunghezza, la complessità e l'imprevedibilità delle procedure amministrative, le restanti restrizioni alla concorrenza e una certa sovraregolamentazione settoriale pesano sulla produttività e sulla competitività delle imprese, scoraggiando gli investimenti. Tale circostanza è particolarmente marcata per i servizi alle imprese, le professioni regolamentate, il commercio al dettaglio, l'economia collaborativa, l'energia e le autorizzazioni limitate ("concessioni") per l'uso di beni pubblici.

La pubblica amministrazione italiana rimane soggetta a carenze strutturali in termini di efficienza ed efficacia. La forza lavoro del settore pubblico italiano è una delle più anziane e meno qualificate dell'UE, nel contesto della quale circa la metà del personale andrà in pensione nei prossimi 15 anni. La capacità amministrativa rimane debole, in particolare a livello locale, e il livello di digitalizzazione è basso, per quanto concerne tanto le procedure interne quanto l'erogazione di servizi pubblici. Una migliore capacità di pianificazione strategica, meccanismi di monitoraggio e valutazione, così come il ricorso a strumenti di definizione delle politiche basati sulle prove migliorerebbero ulteriormente la qualità delle politiche pubbliche. La pubblica amministrazione italiana è stata oggetto di numerose riforme, la cui attuazione è stata però spesso incompleta e inefficace.

Le inefficienze del sistema giudiziario continuano a pesare sul contesto imprenditoriale. Nonostante i recenti miglioramenti, il tempo stimato necessario per risolvere i contenziosi civili e commerciali rimane tra i più elevati dell'UE, registrando ampio spazio per una gestione più efficiente e per limitare i ricorsi infondati. Secondo il quadro di valutazione UE della giustizia del 2020, il tempo di esaurimento, che fornisce una stima della durata dei procedimenti, in Italia è pari a 2 655 giorni per i contenziosi civili e commerciali considerando tutti i gradi di giudizio (rispetto a un valore mediano UE di 549 giorni) e a 1 367 giorni per i procedimenti penali considerando tutti i gradi di giudizio (rispetto a un valore mediano UE di 340 giorni); per quanto concerne le cause amministrative, il tempo di esaurimento è pari a 1 679 giorni considerando tutti i gradi di giudizio (rispetto a un valore mediano UE di 469 giorni). Il quadro anticorruzione potrebbe essere ulteriormente rafforzato, soprattutto considerando che la scarsa efficienza della giustizia penale a livello di ricorsi continua a ostacolare una lotta efficace contro la corruzione. Le procedure di insolvenza in Italia sono relativamente lunghe e costose. L'entrata in vigore di un quadro di insolvenza riformato è stata rinviata a settembre del 2021.

I bassi risultati scolastici, l'insufficiente acquisizione di competenze e il divario regionale che si registra in relazione al livello di conseguimento di istruzione rimangono un ostacolo notevole alla crescita. Le competenze di base sono inferiori a quelle della media UE, con marcate differenze tra regioni e tipi di scuole. Competente e risultati educativi mostrano un evidente divario Nord-Sud 9 . L'abbandono scolastico è elevato, in particolare per gli studenti nati fuori dal territorio UE. Attrezzature e infrastrutture digitali inadeguate e una formazione digitale limitata per insegnanti e studenti ostacolano l'innovazione nell'istruzione, soprattutto nelle zone rurali. Il conseguimento del livello di istruzione terziaria è basso e il settore terziario non accademico è sottosviluppato. Aumentare l'attrattiva dell'istruzione superiore, anche nelle discipline scientifiche e tecnologiche (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica - STEM), in particolare per le donne, potrebbe contribuire a ridurre lo squilibrio tra domanda e offerta di competenze e ad aumentare l'occupazione. Anche l'accesso limitato a competenze manageriali e tecniche costituisce un problema importante per le PMI italiane. Un'educazione e una cura della prima infanzia di qualità a prezzi più accessibili e un orario scolastico più lungo potrebbero contribuire a migliorare i risultati di apprendimento e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. I bassi tassi di apprendimento permanente tanto nel settore privato quanto in quello pubblico rendono difficile adattare le competenze dei lavoratori alle evoluzioni del mercato del lavoro, anche in relazione alla transizione verde e a quella digitale.

Il sistema fiscale italiano soffre in ragione di carenze di lunga data in termini di efficienza e facilità di crescita, ulteriormente esacerbate dall'evasione fiscale. Il cuneo fiscale sul lavoro rimane tra i più elevati dell'UE, mentre altre fonti di entrate meno penalizzanti per la crescita sono sottoutilizzate. Il livello elevato di evasione fiscale erode le entrate pubbliche e aumenta l'onere amministrativo per le imprese e i cittadini adempienti, peggiorando l'impatto di distorsione del sistema fiscale. Per quanto concerne le altre fonti di entrate, il ricorso alle concessioni pubbliche per i beni pubblici è subottimale, generando una significativa perdita di entrate. La base per l'imposta patrimoniale è obsoleta, circostanza questa che erode le entrate pubbliche e ostacola la proporzionalità. Esistono numerose agevolazioni fiscali, che in alcuni casi forniscono deboli incentivi all'efficienza energetica, scoraggiano il lavoro dei percettori di reddito secondario o implicano aliquote fiscali marginali molto elevate. La complessità elevata e le modifiche frequenti del regime fiscale aumentano i costi di conformità, circostanza questa che determina un conseguente elevato numero di contenziosi tributari e un'ulteriore complessità del contesto imprenditoriale. Sebbene le entrate generate dalle tasse ambientali siano superiori alla media UE, la loro attuale struttura di incentivi non promuove la transizione verso tecnologie più pulite. Gli investimenti pubblici in tecnologie energetiche pulite sono rimasti allo stesso livello durante il periodo 2010-2018, mentre gli investimenti privati nello stesso settore sono scesi di quasi il 50 % dal 2010 al 2016 10 .

Nel settore bancario persistono sacche di vulnerabilità, mentre l'accesso limitato delle imprese ai finanziamenti non bancari le rende vulnerabili agli shock del settore bancario. La resilienza del settore bancario italiano è migliorata rispetto alla recessione a doppia v del 2008‑2013. La capitalizzazione media è aumentata e lo stock di prestiti in sofferenza è diminuito, pur rimanendo superiore alla media della zona euro. Le misure di sostegno alla liquidità e ai mutuatari concesse in risposta alla pandemia hanno contribuito a un'espansione dei prestiti, in particolare alle imprese, rispetto al 2019 e hanno attenuato l'impatto della recessione economica sulla qualità degli attivi. Tuttavia occorre tenere in considerazione i rischi di un aumento dei prestiti in sofferenza e di un ulteriore deterioramento della redditività delle banche quando tali misure di sostegno saranno gradualmente soppresse, al fine di evitare potenziali "effetti precipizio" (effetti cliff edge). Il legame banca-emittente sovrano rimane presente e le banche hanno recentemente aumentato le partecipazioni di debito sovrano nazionale nei loro portafogli. L'accesso ai finanziamenti ha costituito per lungo tempo un ostacolo agli investimenti da parte delle imprese, in particolare per le imprese più piccole e innovative, che spesso non dispongono di garanzie sufficienti. In tale contesto occorre migliorare l'accesso a finanziamenti non bancari, dato che il private equity e il capitale di rischio sono al di sotto della media UE e anche i finanziamenti per le start-up rimangono bassi. La finanza sostenibile, che potrebbe facilitare gli investimenti privati e fungere da catalizzatore per la ripresa economica e la transizione verso un modello verde di crescita economica, è ancora poco sviluppata.

Il mercato del lavoro continua ad affrontare sfide strutturali che limitano il potenziale di crescita dell'economia italiana. Prima dell'insorgere della pandemia, il mercato del lavoro italiano aveva registrato uno dei tassi di occupazione più bassi nell'UE (63,5 % rispetto alla media UE pari a 73,1 %) e uno dei tassi di disoccupazione più elevati (10 % rispetto alla media UE pari a 6,7 %). La disoccupazione rimane diffusa, soprattutto tra i giovani, e il tasso di partecipazione delle donne, già tra i più bassi dell'UE, tra l'altro in ragione di un'offerta insufficiente di servizi di assistenza per l'infanzia e a lungo termine, è sceso ulteriormente nel 2020, passando dal 56,5 % al 54,7 % (dal 67,9 % al 67,5 % per la media UE). L'impatto complessivo dello shock pandemico è stato attutito dalle misure attuate dal governo, ma ha comunque gravato in maniera sproporzionata su donne e giovani, i cui rapporti di lavoro sono spesso meno sicuri, solo temporanei e più precari. Ciò nonostante continua a mancare una strategia onnicomprensiva ed esaustiva sulle donne e sui giovani, mentre continuano ad essere necessarie riforme. Il rischio di povertà lavorativa resta al di sopra della media UE (11,8 % rispetto a 9,2 %). Di conseguenza l'Italia rinuncia a una parte sostanziale del suo potenziale di forza lavoro e la disoccupazione giovanile (o la sottoccupazione) radicata impedisce a numerosi giovani di sviluppare le competenze necessarie e di migliorare la propria occupabilità. Efficaci politiche attive del mercato del lavoro potrebbero contribuire ad affrontare tali sfide. Tuttavia la componente di attivazione del reddito di cittadinanza, che richiede ai beneficiari di partecipare attivamente a programmi di reintegrazione socio-professionale, è stata temporaneamente sospesa nel 2020. Il lavoro sommerso continua a destare grande preoccupazione. Secondo le stime, nel 2018 11 l'economia sommersa ammontava all'11,9 % del PIL e rappresentava approssimativamente 3,7 milioni di unità di lavoro irregolari (-1,3 % rispetto al 2017), con condizioni settoriali particolarmente critiche nei servizi alla persona, in agricoltura, nell'edilizia, nel commercio, nei trasporti e nelle attività di alloggio e ristorazione.

Si prevede che colmare il divario regionale sosterrà la produttività e la crescita. La fase di ripresa sarà fondamentale in tal senso, come dimostra la precedente crisi dopo la quale il Sud ha subito ancora il calo maggiore dell'attività economica e ha registrato una ripresa più debole (Svimez, 2020). Il Sud è in ritardo dal punto di vista economico, così come in termini di infrastrutture e qualità istituzionale. La produttività e l'innovazione sono inferiori al Sud. Anche la competitività è notevolmente peggiore nelle regioni meridionali, anche in ragione della debolezza delle infrastrutture di trasporto. Come nota positiva, il notevole ricorso al lavoro agile durante la pandemia sembra contribuire a una (temporanea) ripopolazione delle regioni del Sud, in particolare da parte dei giovani ("lavoro al Sud"). La transizione verde può inoltre costituire un'opportunità economica per il Sud, che dispone ad esempio di una quota relativamente elevata di terreni coltivati biologicamente e di produzione di energia da fonti rinnovabili 12 ).

La promozione della coesione sociale rimane una sfida che potrebbe incontrare difficoltà persino maggiori in ragione della pandemia. Finora il peso della crisi è stato sostenuto dai lavoratori con contratti a termine in scadenza e, in misura minore, dai lavoratori autonomi e dalle persone in cerca di occupazione. Al contrario l'estensione temporanea dell'ammissibilità e della durata dei regimi di riduzione dell'orario di lavoro (Cassa integrazione guadagni - CIG), così come l'imposizione di un divieto di licenziamento generale e temporaneo, hanno protetto la maggior parte degli altri dipendenti, in particolare quelli con contratti a tempo indeterminato, dalla perdita del posto di lavoro. Anche ulteriori misure, tra le quali i trasferimenti sociali, hanno contribuito a sostenere il reddito disponibile delle famiglie. Il sistema di vantaggi fiscali preesistente e le misure strategiche di emergenza hanno ammortizzato circa due terzi dello shock sui redditi delle famiglie, con i regimi di riduzione dell'orario di lavoro che hanno assorbito circa il 29 % dello shock sui redditi di mercato 13 . Tuttavia l'impatto della crisi comincia a farsi sentire. La povertà lavorativa era già elevata prima della crisi e rimane contrassegnata da notevoli differenze regionali.

La pandemia ha sottoposto a notevole pressione il sistema sanitario e ha messo in luce la sua vulnerabilità agli shock. Prima della pandemia di COVID-19 il sistema sanitario italiano funzionava meglio di quelli di numerosi altri Stati membri (ad esempio evitando morti premature o ricoveri ospedalieri per alcune malattie croniche e registrando una bassa mortalità infantile). Tali buone prestazioni sono state conseguite nonostante anni di bassi livelli di investimenti in infrastrutture fisiche e risorse umane (con una spesa sanitaria inferiore alla media UE, ma con una percentuale relativamente elevata della spesa dedicata alla prevenzione). Inoltre gli investimenti nella sanità sono stati distribuiti in maniera disomogenea tra le regioni, circostanza questa che ha determinato conseguenti disparità nell'accessibilità e nella qualità della fornitura di assistenza sanitaria tra le regioni. L'insorgere della pandemia di COVID-19 ha chiarito che sono necessarie ulteriori azioni per migliorare la resilienza del sistema sanitario per far fronte a potenziali crisi sanitarie future e per rispondere alle crescenti esigenze di una popolazione che invecchia con un'elevata prevalenza di malattie croniche. La pandemia di COVID-19 ha inoltre causato interruzioni nell'erogazione di servizi di assistenza e ha ostacolato l'accesso all'assistenza sanitaria, generando un arretrato di attività di assistenza. Di conseguenza migliorare l'erogazione di assistenza sanitaria, affrontare l'arretrato delle attività di assistenza, aumentare l'efficienza e ridurre le disparità nella qualità dell'assistenza sanitaria tra le regioni e tra le zone rurali e quelle urbane sono obiettivi chiave.

2.3Sfide legate alla transizione verde e a quella digitale

2.3.1 Dimensione verde

Il piano per la ripresa e la resilienza dovrebbe contribuire alla transizione verde e almeno il 37 % della dotazione finanziaria deve contribuire agli obiettivi climatici. Le misure contenute nel piano devono contribuire al conseguimento dell'obiettivo di neutralità climatica del 2050 nonché degli obiettivi per il 2030 in materia di energia e clima tenendo conto del piano nazionale per l'energia e il clima dell'Italia. Dovrebbero altresì contribuire al conseguimento degli obiettivi in materia di rifiuti, acqua, controllo dell'inquinamento, mobilità sostenibile, protezione e ripristino della biodiversità, risorse marine e idriche, nonché al sostegno a favore della transizione verso sistemi alimentari sostenibili e verso un'economia circolare, se del caso, garantendo nel contempo che nessuno venga lasciato indietro.

Emissioni di gas a effetto serra 

L'Italia deve ridurre le sue emissioni di gas a effetto serra ancora di 15 punti percentuali per conseguire gli obiettivi per il 2030 in materia di clima ed energia, che potrebbero essere ulteriormente rivisti in base ai nuovi obiettivi climatici definiti dal Green Deal. Rispetto al 2005, l'Italia ha già ridotto le proprie emissioni di gas a effetto serra del 18 %, ma deve conseguire l'obiettivo vincolante del 33 % entro il 2030. Il piano nazionale per l'energia e il clima (PNEC) dell'Italia è in linea con il conseguimento di tale obiettivo nel contesto del regolamento sulla condivisione degli sforzi. Dalla valutazione delle politiche e delle misure pianificate in tale piano risulta una riduzione del 34,6 % entro il 2030, che dovrebbe essere sufficiente per il conseguimento dell'obiettivo.

La transizione verde in Italia avrebbe ricevuto un ulteriore impulso dalla rapida eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili individuati nel PNEC. Sulla base dell'analisi dettagliata disponibile in merito ai sussidi esistenti a favore dell'energia (fossile), esiste la possibilità di concepire un'azione specifica da associare a misure che attenuino il rischio di povertà energetica delle famiglie.

Energia da fonti rinnovabili

Sono necessarie misure per il conseguimento dell'obiettivo per il 2030 in materia di energia da fonti rinnovabili. Nel 2019 l'Italia ha registrato una quota del 18,2 % di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia, con una quota del 9 % nei trasporti (rispetto a un obbligo pari al 14 %), del 35 % nella produzione di energia (rispetto a una quota prevista del 55 %) e del 19,7 % nel riscaldamento e nel raffreddamento (con un aumento medio annuale in linea con l'obbligo degli Stati membri). Sebbene l'obiettivo per il 2020 (17 %) sia stato conseguito già nel 2014, negli ultimi anni la quota di energia da fonti rinnovabili in Italia ha registrato sostanzialmente una stagnazione (era pari al 18,3 % nel 2017). Per conseguire la quota del 30 % delle energie rinnovabili nel consumo finale lordo di energia entro il 2030, come stabilito nel PNEC, l'Italia deve adottare rapidamente politiche e misure aggiuntive, snellire le procedure di autorizzazione per ridurre gli oneri amministrativi, rinnovare e ripotenziare gli impianti esistenti. Il previsto aumento della penetrazione delle energie rinnovabili nei settori dell'energia elettrica e dei trasporti rappresenta una sfida importante e dovrebbe quindi essere sostenuto da politiche adeguate.

Efficienza energetica

Il settore dell'edilizia svolge un ruolo cruciale nel conseguimento degli obiettivi in materia di efficienza energetica. L'Italia fissa obiettivi sufficientemente ambiziosi per l'efficienza energetica nel proprio PNEC (con un contributo all'obiettivo per il 2030 di 125 Mtep nel consumo di energia primaria e di 103,8 Mtep nel consumo finale di energia rispetto agli attuali livelli del 2019, rispettivamente pari a 145 Mtep e 115 Mtep) 14 . Il settore dell'edilizia è responsabile di più di un terzo del consumo totale di energia in Italia. La maggior parte dei 14,5 milioni di edifici presenti in Italia (ISTAT) è stata infatti costruita prima dell'adozione dei criteri per il risparmio energetico e della relativa legislazione. Nel contesto degli obiettivi per il 2030 in materia di ristrutturazione degli edifici, l'Italia mira a un tasso annuo di ristrutturazione profonda degli edifici del 2,9 % nel settore non residenziale, escludendo gli ospedali, nonché ad accelerare dello 0,7 % per il settore residenziale. La riduzione degli oneri amministrativi legati agli incentivi nazionali per le ristrutturazioni a sostegno dell'efficienza energetica può renderli più accessibili e attraenti per i cittadini e le PMI. Nell'aprile del 2021 l'Italia ha notificato la propria strategia di ristrutturazione a lungo termine prevista dalla direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia.

Trasporti sostenibili

Gli investimenti a sostegno della decarbonizzazione dei trasporti sono fondamentali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. In effetti i trasporti sono responsabili di oltre il 30 % delle emissioni totali di gas a effetto serra per l'Italia (un valore superiore alla media UE). La decarbonizzazione dei trasporti è importante altresì per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e dall'importazione di energia, nonché per migliorare la qualità dell'aria e la salute umana. Nei confronti dell'Italia risultano aperte tre procedure di infrazione in relazione alle direttive UE in materia di qualità dell'aria, in particolare nella pianura Padana. Nel 2018 si stimava che vi fossero 920 anni di vita persi/105 residenti in ragione del particolato (PM2,5) e 183 anni di vita persi/105 residenti per il biossido di azoto (NO2). I trasporti rappresentano una quota molto elevata delle emissioni di CO2, NO2 e particolato in ragione dell'elevata percentuale di traffico stradale (oltre l'80 % dei viaggi avviene in auto privata e si registrano 37 ore perse per ciascun conducente ogni anno) e dei motori a combustione interna inefficienti. L'Italia è in ritardo nell'introduzione di veicoli a emissioni zero e delle relative infrastrutture, che necessitano di una spinta sostanziale per tenere il passo con l'ambizione del PNEC (6 milioni di veicoli elettrici prima del 2030), così come nel fornire infrastrutture ciclistiche adeguate nelle città. Nel 2018 i veicoli tecnologicamente obsoleti e molto inquinanti costituivano il 59 % delle flotte di trasporto pubblico (in particolare gli autobus), soprattutto nel Sud Italia, una circostanza che richiede la diffusione di tecnologie più pulite in linea con le ambizioni del PNEC). Le nuove immatricolazioni di veicoli elettrici sono inferiori a quelle dei paesi comparabili (4 % media UE, sebbene sia stato registrato un +180 % nel 2020). Lo stesso vale per le infrastrutture di ricarica e rifornimento dei veicoli alternativi; i veicoli a emissioni zero rappresentano soltanto lo 0,1 % del parco veicoli totale. Se gestiti in maniera più efficiente, i porti possono svolgere un ruolo chiave nel rendere l'Italia un polo logistico sostenibile collegato tramite collegamenti ferroviari a lunga distanza e utilizzando lo sdoganamento digitale delle merci. Tuttavia, la crescita dei porti italiani è rimasta stagnante. Il Sud è in ritardo in relazione alle "infrastrutture sostenibili" con un indice dell'83 % della media nazionale per le linee ferroviarie elettrificate 15 e del 21 % per le piattaforme logistiche multimodali. La qualità della dotazione infrastrutturale e dei servizi ferroviari regionali e suburbani continua ad essere in ritardo.

Economia circolare e risorse idriche

Persistono importanti disparità regionali nella gestione dei rifiuti e nell'economia circolare. L'Italia non dispone ancora di una strategia nazionale per l'economia circolare 16 . L'Italia si colloca al di sopra della media UE per quanto riguarda la produttività delle risorse e gli investimenti nell'economia circolare, sebbene le disparità regionali siano rilevanti. Nel complesso l'Italia non è considerata a rischio di non conseguire gli obiettivi 2020 dell'UE per quanto concerne il riutilizzo/riciclaggio dei rifiuti, ma potrebbe affrontare delle sfide nel realizzare quelli per il 2025‑2030. Tuttavia alcune regioni del Centro-Sud mostrano una cattiva gestione, una scarsa differenziazione e una quota eccessiva di collocamento in discarica. Un programma nazionale sui rifiuti è in fase di adozione e deve essere garantita la complementarità con i piani regionali in materia di rifiuti. La normativa nazionale ha fissato un obiettivo molto ambizioso: raggiungere il 60 % di raccolta differenziata entro il 2030.

Al Sud vengono effettuati investimenti insufficienti nelle infrastrutture idriche, a fronte di persistenti rischi di scarsità di acqua e di siccità. La frammentazione del settore in termini di diversi attori (ossia la pubblica amministrazione, l'autorità di regolamentazione ARERA, i concessionari, gli operatori pubblico-privati) costituisce un ostacolo agli investimenti 17 . Complessivamente sono 895 gli agglomerati che sono stati riscontrati violare la direttiva UE sul trattamento delle acque reflue urbane con un'incidenza su una popolazione di oltre 26,7 milioni di persone e 68 di tali agglomerati stanno attualmente versando sanzioni pecuniarie. Il costo per conformarsi alle disposizioni in materia di trattamento delle acque reflue urbane è stato stimato dall'OCSE ammontare a 34 miliardi di EUR fino al 2030 per l'Italia nel suo complesso. Il consumo d'acqua pro capite in Italia è tra i più elevati dell'UE. L'Italia è altresì uno dei paesi dell'UE che registra il ricorso più elevato all'irrigazione per fini agricoli. Sebbene l'agricoltura rappresenti circa il 50 % del consumo d'acqua, le tariffe per l'uso dell'acqua in agricoltura sono molto basse, in particolare al Sud. Tale circostanza suggerisce che vi sia un notevole margine per utilizzare incentivi sui prezzi per allineare meglio la domanda e l'offerta. Sono necessarie riforme della governance, anche per progetti di sviluppo di capacità per i comuni, e occorre rafforzare i partenariati pubblico-privato per attrarre anche investimenti privati, in particolare nelle regioni del Sud. Si registrano importanti esigenze di investimento 18 nella prevenzione dei rifiuti, nel riutilizzo pubblico e nella raccolta differenziata come precursori del riciclaggio di qualità e della capacità di riciclare.

La biodiversità e la mitigazione dei cambiamenti climatici richiedono la dovuta attenzione. L'Italia è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, agli eventi idrogeologici e all'attività sismica. Più di 7 000 comuni italiani sono ad alto rischio di frane e alluvioni (più del 90 % del totale) e in termini di superficie tale dato copre circa 50 000 km2 del territorio nazionale, ossia un sesto del totale. Sono necessari investimenti nella prevenzione in materia di rischi idrogeologici (in linea con i piani UE per il rischio di alluvioni) al fine di ridurre le spese emergenziali.

Il 10 % delle valutazioni per gli habitat e il 43 % delle valutazioni per le specie di interesse europeo indicano uno stato di conservazione soddisfacente. Inoltre, dal 2000 al 2020, la popolazione di uccelli che vivono in habitat agricolo in Italia è diminuita del 28,8 % 19 . Le categorie di habitat che mostrano lo stato di conservazione peggiore sono gli habitat di acqua dolce, le formazioni erbose e le dune. Tali dati evidenziano una necessità urgente di investire nel ripristino della natura in Italia. Per contribuire alla lotta contro la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici, sono necessari investimenti anche per aumentare la quantità e la qualità delle foreste, con pratiche di imboschimento e rimboschimento adeguate e rispettose della biodiversità e pratiche di gestione più vicine alla natura. L'investimento nella decontaminazione del suolo di ex siti industriali e di altre zone inquinate rimane necessario, tra l'altro, per promuovere la biodiversità e la salute delle comunità circostanti, in linea con la normativa UE e nazionale. Ai fini del controllo delle alluvioni e della siccità prima delle infrastrutture rigide "tradizionali" occorre inoltre preferire le infrastrutture verdi e altre soluzioni basate sulla natura. Il ripristino di ecosistemi sani è una priorità per l'agricoltura, che è la principale fonte di pressione e minacce sugli habitat naturali italiani.

La percentuale di PMI che offrono prodotti o servizi verdi, che investono in attrezzature legate al controllo dell'inquinamento mediante tecnologie pulite è inferiore alle medie UE. Nel 2020 tra le imprese italiane che hanno aumentato il loro fatturato negli ultimi tre anni, la percentuale di quelle ecoinnovative è pari al 10 %, un dato notevolmente inferiore alla media UE pari al 30 %. Tale circostanza è in linea con il minor numero di attività sostenibili svolte, quali il risparmio di risorse o il riciclaggio. Tuttavia ciò contraddice i valori superiori alla media UE relativi alla brevettazione nel settore dell'ecologia. Nonostante la scarsa attitudine all'ecoinnovazione, le imprese italiane possono trovare particolarmente conveniente brevettare le loro attività nei settori verdi 20 . L'attenzione alla sostenibilità ambientale aumenta con le dimensioni dell'impresa, con ad esempio il 91 % delle imprese con 50 o più dipendenti che effettuano la raccolta differenziata dei loro rifiuti. Il 71 % delle imprese controlla il consumo di energia e i 56 % il consumo di acqua 21 . Il piano "Transizione 4.0" offre incentivi a sostegno degli investimenti delle imprese nell'economia circolare.

La tabella che segue fornisce una panoramica degli obiettivi, dei traguardi e dei contributi dell'Italia ai sensi del regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima.

Traguardi e contributi nazionali 22  

Dati più recenti disponibili

2020

2030

Valutazione del livello di ambizione per il 2030

Obiettivo vincolante per le emissioni di gas a effetto serra rispetto al 2005 nel quadro del regolamento sulla condivisione degli sforzi (%)

- 19 (2019)

- 13

- 33

Come da regolamento sulla condivisione degli sforzi

Obiettivo/contributo nazionale per

l'energia rinnovabile: quota di energia da fonti rinnovabili rispetto al consumo finale lordo di

energia (%)

18,1 (2019)

17

30

Sufficientemente ambizioso

(29 % è il risultato della formula sulle fonti di energia rinnovabili)

Contributo nazionale per l'efficienza energetica:

consumo di energia primaria (Mtep)

145 (2019)

158

125,1

Soddisfacente

consumo di energia finale (Mtep)

115 (2019)

124

130,8

Soddisfacente

Livello di interconnettività elettrica (%)

8,8

8

10

n.a.

2.3.2 Dimensione digitale

Il piano per la ripresa e la resilienza dovrebbe contribuire alla transizione digitale e almeno il 20 % della dotazione finanziaria deve contribuire agli obiettivi digitali. Le misure del piano dovrebbero contribuire tra l'altro alla trasformazione digitale del settore economico e sociale (compresa la pubblica amministrazione, i servizi pubblici nonché i sistemi giudiziario e sanitario). L'obiettivo delle misure incluse nel piano dovrebbe essere quello di migliorare non soltanto la competitività, ma anche la resilienza, l'agilità e la sicurezza delle imprese e degli attori pubblici, garantendo allo stesso tempo l'inclusività.

Migliorare le competenze digitali della popolazione e della forza lavoro è una priorità per l'Italia. Nel contesto dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) 2020, in relazione alla dimensione del capitale umano, l'Italia si è classificata all'ultimo posto nell'UE. Il paese deve affrontare carenze significative nelle competenze digitali tanto di base quanto avanzate, che si riflettono in un crescente divario digitale tra la popolazione, nonché una bassa capacità di sviluppare e diffondere le tecnologie digitali. Soltanto il 42 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede quanto meno competenze digitali di base (56 % a livello di UE-27) e soltanto il 22 % dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (31 % a livello di UE‑27). Soltanto l'1,3 % dei laureati italiani è laureato in tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) (il dato più basso nell'UE, laddove la media dell'UE-27 si attesta al 3,8 %), mentre le prove indicano la presenza di squilibri significativi tra domanda e offerta di competenze, in particolare in settori quali il cloud, la cybersicurezza e l'intelligenza artificiale. Circa il 48 % della forza lavoro non dispone quanto meno di competenze digitali di base, necessarie nella grande maggioranza dei lavori odierni 23 e, nel 2020, soltanto il 15 % delle imprese italiane offriva formazione ai propri dipendenti per sviluppare/aggiornare le loro competenze TIC, un dato che è diminuito di quasi 4 punti percentuali rispetto al 2019 24 . Per affrontare le carenze di cui sopra, occorre migliorare l'istruzione in materia di competenze digitali avanzate al livello post-laurea 25 . Sebbene l'Italia disponga di una percentuale superiore alla media di programmi post-laurea che comprendono, tra l'altro, contenuti in materia di intelligenza artificiale, cybersicurezza o scienza dei dati, la percentuale di atenei che insegnano continua ad essere ancora inferiore alla media dell'UE 26 . In termini di risposta politica, l'Italia ha lanciato la sua prima strategia orientata all'alfabetizzazione digitale nel luglio del 2020, integrata da un piano operativo nel dicembre del 2020. Tale piano ha fissato alcuni obiettivi ambiziosi per il 2025, come ad esempio: fare in modo che il 70 % della popolazione disponga quanto meno di competenze digitali di base e colmare il divario di genere; raddoppiare la percentuale di popolazione che dispone di competenze digitali avanzate e aumentare del 50 % la percentuale di PMI che utilizzano specialisti in TIC. L'avvio di tale strategia e del suo piano di accompagnamento, sulla base del preesistente progetto "Repubblica Digitale", ha dato impulso a una serie di iniziative destinate alla formazione, alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze di cittadini, studenti e lavoratori nel corso del 2020, sfruttando altresì i partenariati tra scuole, università, centri di trasferimento di tecnologie e industria. Misure per lo sviluppo delle competenze digitali sono contemplate anche nel programma Transizione 4.0, che comprende il credito d'imposta per Formazione 4.0.

Nonostante sia una delle più grandi economie dell'UE e rappresenti una quota significativa del settore delle TIC dell'UE, il livello di digitalizzazione delle imprese rimane basso. L'economia italiana è per lo più caratterizzata da piccole e micro imprese, con una presenza significativa di imprese a conduzione familiare, con bassi livelli di intensità digitale e di conoscenze digitali. Nel contesto del DESI 2020, l'Italia si è classificata al 22° posto nell'UE (su 28 paesi) per quanto riguarda l'integrazione della tecnologia digitale da parte delle imprese. I dati più recenti mostrano che l'Italia sta recuperando terreno per quanto concerne la digitalizzazione delle sue imprese, ma il quadro generale è variegato. L'Italia si colloca al di sopra della media UE per quanto concerne la percentuale di PMI che dispongono quanto meno di un livello base di intensità digitale cloud 27 (69 % rispetto al 60 % nell'UE-27) e la percentuale di imprese che utilizzano servizi cloud 28 è relativamente elevata (38 % in Italia, 26 % nell'UE-27). Tuttavia permangono divari in altri settori quali l'uso dei big data 29 (9 % in Italia rispetto al 14 % nell'UE-27) e dell'intelligenza artificiale 30 (18 % in Italia rispetto al 25 % nell'UE-27), mentre il divario tra l'Italia e la media UE sta aumentando per quanto concerne il commercio elettronico (solo l'11 % delle PMI italiane vende online, un dato decisamente inferiore alla media UE-27 pari al 17 %) 31 . Il piano nazionale Transizione 4.0 è stato uno dei principali strumenti utilizzati per sostenere la trasformazione digitale delle imprese italiane e si è sostanzialmente evoluto nel corso degli anni. Le detrazioni fiscali per gli investimenti in beni strumentali (ossia superammortamento e iperammortamento) si sono dimostrate essere efficaci nello stimolare l'adozione del digitale. Tuttavia tali misure sono state utilizzate principalmente dalle medie e grandi imprese, con un'adozione sbilanciata al Nord del paese. Tra le altre iniziative, al fine di sostenere ulteriormente le PMI nel compiere progressi verso la transizione digitale, il governo in collaborazione con i portatori di interessi ha creato e gradualmente ampliato una rete composta da centri di competenza, poli dell'innovazione digitale e "Punti Impresa Digitale" 32 . Un portale avviato di recente (Atlante 4.0) fornisce una mappatura dei centri che, in tutto il paese, forniscono servizi di trasferimento di tecnologie e trasformazione digitale. Inoltre diverse iniziative della strategia orientata all'alfabetizzazione digitale sfruttano la rete dei centri di trasferimento di tecnologie per sostenere la formazione.

Nel contesto del DESI 2020, l'Italia si è classificata al 19° posto nell'UE in relazione ai servizi pubblici digitali. Nel corso del 2019 e del 2020, l'Italia ha accelerato l'attuazione di progetti chiave di pubblica amministrazione elettronica (e-government) e ha compiuto buoni progressi nell'offerta di servizi pubblici digitali, ma il livello di interazione online tra le autorità pubbliche e il pubblico è rimasto molto basso: nel 2020 soltanto il 36 % degli utenti di internet italiani ha utilizzato i servizi di pubblica amministrazione elettronica (64 % nell'UE-27) 33 . Nel luglio del 2020 il governo ha adottato il "Piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione 2020-2022", un aggiornamento di due piani precedenti. Il piano copre una serie di settori: dal rafforzamento dell'infrastruttura digitale, all'interoperabilità dei dati, alle piattaforme abilitanti e alla cybersicurezza. Il "decreto Semplificazioni" pubblicato nel luglio 2020 ha ulteriormente promosso il processo di digitalizzazione nelle pubbliche amministrazioni, imponendo l'adozione delle principali piattaforme di eGovernment da parte di tutte le pubbliche amministrazioni entro il primo trimestre del 2021: rientrano in tale contesto il sistema di identità elettronica conforme a eIDAS come metodo unico di accesso ai servizi della pubblica amministrazione elettronica, PagoPA per tutti i pagamenti a favore del settore pubblico, nonché l'attuazione della versione mobile dei servizi di eGovernment sull'app "IO". Nonostante l'attuazione del decreto Semplificazioni sia ancora in corso, l'adozione dell'identità digitale (SPID) e dell'app "IO" da parte degli utenti è notevolmente aumentata nel corso del 2020 (rispettivamente pari a 20 milioni e 11 milioni nell'aprile del 2021), anche grazie al loro utilizzo obbligatorio in alcuni regimi di incentivi finanziari governativi. Come misura di accompagnamento, è stato istituito un "Fondo per l'innovazione e la digitalizzazione" destinato a sostenere i comuni e gli enti locali nella creazione di servizi digitali.

L'Italia dovrebbe colmare le lacune in termini di copertura e adozione della connettività gigabit, che minano l'inclusione digitale e lo sviluppo di un ecosistema digitale competitivo per le imprese. Nel contesto del DESI 2020, l'Italia si è classificata al 17° posto tra i paesi dell'UE‑28. Il ritmo di diffusione della fibra è diminuito tra il 2019 e il 2020 34 . La copertura in termini di reti fisse ad altissima capacità è stata relativamente bassa nel luglio del 2020 e inferiore alla media UE (con soltanto il 34 % delle famiglie coperte, rispetto a una media UE pari al 59 %). L'adozione della banda larga è ben al di sotto della media UE, con progressi limitati negli ultimi anni. Sebbene l'Italia presenti prestazioni ben al di sopra della media UE in termini di preparazione al 5G (60 % rispetto alla media UE pari al 39 %), soltanto l'8 % delle zone popolate è coperto da reti mobili 5G (rispetto al 14 % a livello UE) 35 . Il piano per la banda ultralarga è stato lo strumento chiave per potenziare la connettività nel paese. La fase I è incentrata sulla copertura delle zone bianche delle reti di accesso di nuova generazione (NGA) 36 ; nonostante un'accelerazione nel 2020, i ritardi (dovuti anche alle lunghe procedure per l'ottenimento dei permessi per le opere civili e al pagamento di una tassa di prima connessione insolitamente elevata) condizionano ancora il pieno conseguimento degli obiettivi del piano. La fase II comprende misure di diffusione della rete nelle zone grigie delle reti di accesso di nuova generazione 37 , sostegno alla domanda (sotto forma di buoni affinché le famiglie e le imprese acquisiscano nuove tecnologie di connessione 38 ) e connettività Gigabit per i fattori socio-economici ("piano scuola"). Inoltre nel 2020 la "legge Semplificazioni" ha introdotto tra l'altro misure destinate a semplificare la diffusione del 5G 39 . Complessivamente è importante accelerare la diffusione delle reti ad altissima capacità, al fine di affrontare le strozzature e semplificare gli oneri amministrativi, associando strategicamente il piano nazionale per la banda larga allo sviluppo di servizi ricchi di dati over-the-top e alla ripresa industriale, attraverso la connettività digitale ad alta capacità per i distretti industriali e altri fattori socio-economici. È altresì essenziale sostenere la connettività digitale ad alta capacità e l'adozione nelle zone bianche nelle quali, nonostante gli obiettivi di banda larga dell'UE 2020 e i significativi investimenti pubblici, i problemi irrisolti di connettività dell'ultimo miglio impediscono ancora a molti residenti e a case sparse di disporre di una connettività digitale ad alta capacità. La copertura della fibra fino alla sede dell'utente copre soltanto l'8,4 % delle famiglie nelle zone rurali (rispetto a una media di 25 % a livello UE) 40 .

Per quanto concerne le tecnologie digitali avanzate, l'Italia è un attore fondamentale nella corsa alla sovranità tecnologica dell'UE e può contare su una serie di risorse e iniziative che dovrebbero essere meglio sfruttate. Il paese è uno degli otto siti che ospitano un computer di classe pre-esascala finanziato dall'impresa comune EuroHPC. L'Italia è coinvolta in una serie di iniziative europee in settori quali il cloud e la microelettronica 41 e, nel 2019, il governo ha lanciato due nuove strategie nazionali, una sull'intelligenza artificiale e un'altra sulla blockchain. L'Italia dovrebbe basarsi su tali punti di forza per far espandere i settori ad alta intensità di conoscenza, creare posti di lavoro e aumentare la propria competitività, anche al fine di promuovere l'autonomia strategica aperta dell'Europa in settori chiave. Le percentuali più elevate di imprese a crescita elevata si riscontrano effettivamente nei settori manufatturieri ad alta intensità di conoscenza e a medio-alta tecnologia 42 . Anche la strategia "Italia 2025", avviata nel dicembre del 2019, ha annunciato una serie di iniziative destinate a sostenere lo sviluppo e l'adozione di tecnologie chiave, quali l'intelligenza artificiale, la robotica e la cybersicurezza. Tale strategia menziona anche la sostenibilità ambientale delle soluzioni TIC come uno dei principi guida. Il piano nazionale per l'industria 4.0 offre una gamma di strumenti di sostegno per la crescente digitalizzazione del settore energetico.

Nota: il valore aggregato UE corrisponde all'UE28, sulla base della relazione sul DESI 2020.

Riquadro 2.3.3: progressi nel conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile

 

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile sono integrati nel semestre europeo dal ciclo del 2020. Tale circostanza offre un forte impegno a sostegno della sostenibilità nel coordinamento delle politiche economiche e dell'occupazione nell'UE. A tale proposito, la presente sezione delinea le prestazioni dell'Italia rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) aventi particolare rilevanza per le quattro dimensioni alla base della strategia annuale per la crescita sostenibile 2021 e rilevanti per i piani per la ripresa e la resilienza (transizione verde, equità, transizione digitale e produttività e stabilità macroeconomica), indicando possibili settori nei quali gli investimenti e le riforme in linea con gli obiettivi del dispositivo per la ripresa e la resilienza potrebbero accelerare ulteriormente i progressi nel conseguimento degli OSS.

L'Italia sta compiendo progressi nel conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Negli ultimi cinque anni i progressi sono stati rilevanti in relazione alla maggior parte degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite. In tale contesto l'iniziativa dell'Italia sugli indicatori di benessere (basata sulla scala di valutazione del benessere) e sugli OSS a livello nazionale e regionale è una buona pratica europea sostenuta dalle organizzazioni della società civile (cfr. Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASVIS) 43 .

Obiettivi di sviluppo sostenibile e le quattro dimensioni alla base della strategia annuale per la crescita sostenibile. 

Transizione verde

Negli ultimi anni l'Italia ha ottenuto risultati positivi in relazione a numerosi OSS concernenti la sostenibilità ambientale. Progressi significativi sono stati registrati in relazione all'OSS 13 (Azione per il clima), in particolare per quanto concerne la mitigazione dei cambiamenti climatici. L'Italia ha ottenuto buoni risultati anche in relazione all'OSS 7 (energia pulita e accessibile), in particolare nel contesto del consumo di energia. Sono stati compiuti progressi in relazione al conseguimento dell'OSS 12 (consumo e produzione responsabili) nel contesto del quale l'Italia ottiene un punteggio migliore rispetto alla media dell'UE27 nella maggior parte degli indicatori. Infine, tra il 2013 e il 2018, l'Italia ha migliorato le proprie prestazioni anche in relazione all'OSS 6 (acqua pulita e strutture igienico-sanitarie) e all'OSS 11 (città e comunità sostenibili).

Il piano comprende una serie di misure che ci si aspetta sostengano l'Italia nell'accelerare ulteriormente il conseguimento della transizione verde correlata agli OSS. A tale fine le componenti relative alla rivoluzione verde, alla transizione ecologica e ai trasporti sostenibili sono particolarmente rilevanti, così come le misure sull'efficienza energetica dell'edilizia privata e pubblica incluse in altre componenti del piano.

Equità

L'Italia ha compiuto progressi limitati in relazione al conseguimento dell'OSS 1 (sconfiggere la povertà) registrando un peggioramento di alcuni indici tra il 2013 e il 2018. Nel 2018 l'Italia ha ottenuto un punteggio peggiore rispetto a quello della media UE per tutti gli indicatori relativi alla povertà multidimensionale. L'Italia registra prestazioni inferiori alle aspettative nelle dimensioni relative all'OSS 4 (istruzione di qualità) dato che i risultati scolastici conseguiti dagli studenti italiani si attestano al di sotto della media UE e il paese registra disparità territoriali. L'Italia presenta prestazioni inferiori alle aspettative anche nelle dimensioni relative all'OSS 5 (uguaglianza di genere), ottenendo un punteggio peggiore rispetto alla media UE sul divario di genere nell'istruzione e nell'occupazione, mentre il divario nella posizione di leadership ottiene un punteggio superiore rispetto alla media UE. Mentre l'OSS 10 (ridurre le disuguaglianze) presenta un quadro misto, negli ultimi anni sono stati compiuti alcuni progressi nel conseguimento dell'OSS 3 (salute e benessere) in relazione al quale il paese ha ottenuto un punteggio superiore rispetto alla media UE per "vita sana", "speranza di vita alla nascita" e "percentuale di persone con una salute percepita buona o ottima".

Ci si aspetta che le componenti del piano relative alle politiche in materia di occupazione, alla coesione sociale e territoriale, alle istituzioni sociali e al sistema sanitario contribuiscano significativamente al miglioramento delle prestazioni dell'Italia per quanto riguarda gli OSS relative all'equità. Tali componenti sono integrate da misure mirate concernenti l'istruzione e le competenze che si concentrano sulle donne e sull'uguaglianza di genere.

Transizione digitale e produttività 

L'Italia presenta prestazioni inferiori alle aspettative in relazione a tutti gli obiettivi legati alla dimensione della transizione digitale e della produttività che rientrano nell'ambito di applicazione dell'OSS 8 (lavoro dignitoso e crescita economica) e dell'OSS 9 (imprese, innovazione e infrastrutture). Nonostante alcuni miglioramenti osservati dal 2013, la quota di investimenti del PIL e la spesa interna lorda in ricerca e sviluppo rimangono ben al di sotto delle medie UE. Analogamente l'Italia ha leggermente aumentato la percentuale di personale impiegato nella ricerca e nello sviluppo nello stesso periodo, ma è comunque in ritardo rispetto ad altri paesi comparabili europei.

Ci si aspetta che il piano contribuisca ampiamente a sostenere l'Italia nell'accelerare i progressi relativi alla transizione digitale e alla produttività. In particolare misure destinate a promuovere la digitalizzazione delle infrastrutture e dei servizi sono presenti in quasi tutte le componenti del piano. Sono previsti investimenti significativi per digitalizzare la pubblica amministrazione, il sistema giudiziario e quello di istruzione, così come il settore turistico e culturale. Sono previste altresì misure destinate ad aumentare la produttività, in particolare nel contesto delle componenti relative alla digitalizzazione e alla competitività del sistema produttivo nonché alla ricerca e all'innovazione.

Stabilità macroeconomica 

Le prestazioni dell'Italia nel quadro dell'OSS 8 (lavoro dignitoso e crescita economica) rimangono inferiori alla media UE. Il tasso di occupazione rimane inferiore alla media UE e l'Italia sta perdendo terreno sul PIL reale pro capite. La quota di investimento del PIL è ancora lontana dalla media UE, anche se negli ultimi anni sono stati registrati alcuni miglioramenti. Per quanto riguarda l'OSS 17 (partnership per gli obiettivi) il debito pubblico italiano resta un'importante fonte di vulnerabilità per l'economia. Inoltre il già elevato stock di debito pubblico è aumentato significativamente per attenuare l'impatto della pandemia di COVID-19. Per quanto concerne l'OSS 16 (pace, giustizia e istituzioni forti), l'Italia ha compiuto progressi per garantire la pace e la sicurezza personale. Il livello attuale dell'indipendenza percepita del sistema giudiziario rimane inferiore alla media UE, pur registrando una tendenza positiva rispetto al 2013.

Ci si aspetta che una serie di riforme orizzontali strutturali incluse nel piano contribuisca significativamente a migliorare le prestazioni dell'Italia per quanto concerne gli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi alla stabilità macroeconomica. La riforma della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario nonché le misure contro l'evasione fiscale, il lavoro sommerso e le riforme delle politiche in materia di occupazione sono particolarmente rilevanti a tale fine.

3.Obiettivi, struttura e governance del piano

3.1.Strategia generale del piano 

Ci si attende che il piano italiano affronti un sottoinsieme significativo di sfide strutturali dell'Italia concentrandosi su tre priorità orizzontali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Gli investimenti e le riforme inclusi nel piano mirano a ridurre il divario digitale e di innovazione dell'Italia tanto tra le imprese quanto nella pubblica amministrazione, in maniera da incrementare la produttività, la competitività e la capacità di adattamento ai cambiamenti. Le misure relative alla transizione ecologica mirano altresì a migliorare la competitività, così come a creare nuove attività produttive e posti di lavoro stabili, riducendo allo stesso tempo al minimo l'impronta ambientale della produzione. Infine le misure relative all'inclusione sociale mirano a ridurre i divari territoriali, di genere e generazionali in maniera da ridurre le disuguaglianze aggravate dalla pandemia e, in definitiva, da sostenere la crescita economica. Il piano comprende 16 componenti (cfr. tabella 3.1) strutturate intorno a sei settori di intervento, le cosiddette "missioni", che coprono tutte e sette le iniziative faro europee.

Un capitolo del piano è dedicato a riforme orizzontali e abilitanti 44  che mirano a migliorare l'efficacia della pubblica amministrazione, anche per l'assorbimento delle risorse del dispositivo per la ripresa e la resilienza, nonché a promuovere il contesto imprenditoriale. Tale capitolo comprende misure che intendono migliorare la gestione del pubblico impiego, riducendo la burocrazia e rafforzando la capacità amministrativa. Include altresì una riforma del sistema giudiziario destinata a ridurre la lunghezza dei procedimenti civili e penali, migliorare l'efficienza del sistema giudiziario e ridurre l'arretrato di cause pendenti. Il piano comprende misure volte a migliorare le normative in alcuni settori specifici nonché a rimuovere una serie di ostacoli alla concorrenza. Più specificamente sono previste riforme sostanziali per semplificare il quadro degli appalti pubblici, ridurre i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione, dare priorità a procedure competitive per l'aggiudicazione di contratti di servizio pubblico locale e limitare le autorizzazioni (concessioni) rispetto a soluzioni alternative di aggiudicazione. Sono state incluse determinate riforme destinate a sostenere la sostenibilità delle finanze pubbliche, in particolare tramite il miglioramento dell'amministrazione fiscale e l'aumento dell'efficienza della spesa pubblica. Sono previste anche riforme settoriali, quali il piano per contrastare il lavoro sommerso e rafforzare le politiche attive del mercato del lavoro oppure riforme relative al sistema di istruzione.

La missione 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) è sviluppata intorno a tre componenti relative alla pubblica amministrazione, all'innovazione, alla competitività, nonché alla cultura e al turismo. La componente M1C1 comprende una combinazione equilibrata di riforme e investimenti destinati a migliorare la capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche italiane a livello centrale e locale, in termini tanto di capitale umano (selezione, competenze e carriere) quanto di semplificazione delle procedure amministrative e di digitalizzazione. La componente M1C2 consiste in diversi tipi di strumenti volti a sostenere la transizione digitale e l'innovazione del sistema produttivo. A questo proposito, il programma Transizione 4.0 rappresenta una misura di ampia portata che prevede incentivi fiscali per gli investimenti in tecnologie 4.0, ricerca, sviluppo e innovazione, nonché per la formazione nel settore delle competenze digitali. La componente M1C2 prevede altresì un investimento significativo nelle infrastrutture digitali per lo sviluppo della banda larga ultraveloce, del 5G e delle connessioni satellitari. Tale componente comprende altresì il sostegno finanziario per promuovere lo sviluppo delle imprese (comprese le PMI) che operano in catene strategiche del valore, nonché per aumentare la competitività delle imprese, ad esempio sostenendo i processi di internazionalizzazione. In combinazione con tali misure, tale componente sostiene lo sviluppo della catena del valore della microelettronica investendo nei substrati di carburo di silicio, che è un fattore produttivo necessario per la produzione di semiconduttori. Infine la componente comprende una riforma del sistema di proprietà industriale destinata a favorirne il potenziale e prevede il sostegno finanziario a favore di progetti di imprese ed enti di ricerca legati alla proprietà industriale. La componente M1C3 comprende misure per promuovere il settore creativo e culturale ed aumentare la competitività e la resilienza dell'ecosistema turistico, anche potenziando la transizione digitale e verde.

La missione 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica) comprende interventi volti a promuovere l'economia circolare, le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, l'idrogeno, l'efficienza energetica degli edifici privati e pubblici; nonché ad affrontare i rischi idrogeologici e la gestione delle acque e dei rifiuti. Tali iniziative sono fondamentali per sostenere la rapida attuazione degli obiettivi dell'Italia in materia di clima, energie rinnovabili ed efficienza energetica, come sancito dal piano nazionale per l'energia e il clima. La componente M2C1 è una componente di ampio respiro, che comprende un insieme ambizioso e gradito di interventi che riguardano la gestione dei rifiuti, l'economia circolare nei comuni, nonché il sostegno alla competitività dell'ecosistema agroalimentare, con l'ambizione di ridurre le emissioni di gas a effetto serra, sviluppare l'agricoltura di precisione e rafforzare la bioeconomia. La componente M2C1 comprende altresì investimenti in comunità verdi, piccole isole marittime non interconnesse, che mirano a un miglioramento significativo dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale. La componente M2C2 prevede investimenti in energie rinnovabili, idrogeno ed ecosistema della mobilità, nonché investimenti significativi nelle catene di produzione dei settori chiave della transizione ecologica (fotovoltaico, batterie per il settore dei trasporti e per il settore dell'energia elettrica, catena di approvvigionamento di autobus e idrogeno), con l'obiettivo di sviluppare un'eccellenza industriale e di conoscenza in tali settori in rapida crescita. In definitiva tali interventi promuovono l'autonomia strategica aperta dell'Europa in linea con la strategia industriale dell'UE 45 . Nel contesto di tale componente sono previsti altresì investimenti importanti nel rinnovo dell'attuale flotta del trasporto pubblico locale con veicoli puliti nonché nello sviluppo di modalità di trasporto urbano (ad esempio metropolitane, piste ciclabili, tramvie, ecc.). La componente M2C3 mira ad aumentare l'efficienza energetica tanto degli edifici privati quanto di alcuni edifici pubblici (ad esempio, scuole, giustizia), una delle leve migliori per ridurre le emissioni in un paese nel quale più del 60 % del parco immobiliare ha più di 45 anni, in termini tanto di edifici pubblici quanto di quelli privati. La componente M2C4 stabilisce azioni destinate a migliorare la gestione delle risorse idriche e a rendere il paese più resiliente rispetto ai cambiamenti climatici. Tali misure comprendono una serie di riforme nel settore idrico, la mitigazione dei rischi idrogeologici e sismici, la conservazione delle zone verdi e della biodiversità, l'eliminazione dell'inquinamento dell'acqua e del suolo in linea con l'ambizione di inquinamento zero dell'UE, nonché la gestione sostenibile delle risorse idriche. Tale componente include altresì il completamento del programma nazionale sul controllo dell'inquinamento atmosferico.

La missione 3 (infrastrutture per una mobilità sostenibile) mira a sviluppare la rete ad alta velocità e la sua capacità, a rafforzare la rete regionale e a rendere i porti italiani più competitivi e rispettosi dell'ambiente. La missione si articola in due componenti. La componente M3C1 mira a sviluppare il sistema ferroviario italiano completando le principali linee ferroviarie ad alta velocità e ad alta capacità tanto al Nord quanto al Sud del paese, completando i corridoi della rete centrale TEN-T, integrandoli con la rete ferroviaria regionale, migliorando la sicurezza e l'efficienza dell'intera rete ferroviaria e rafforzando il collegamento dei principali nodi metropolitani, compresa la modernizzazione di una serie di stazioni ferroviarie. Si tratta di un aspetto molto importante dell'implementazione di 3 600 km del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS) per garantire la piena interoperabilità con gli altri sistemi nell'UE in linea con la mappa di implementazione dell'ERTMS. L'obiettivo principale è sostenere il trasferimento modale dal trasporto su strada e per via aerea a quello su rotaia, aumentando la capacità e la connettività della ferrovia e migliorando la qualità del servizio lungo i principali collegamenti nazionali e regionali, anche attraverso il rafforzamento dei collegamenti transfrontalieri. La componente M3C2 prevede una serie di riforme destinate a rendere più competitive l'intermodalità e la logistica integrata nonché a semplificare la realizzazione di progetti presso i porti italiani attraverso l'aggiornamento della pianificazione portuale e l'assegnazione competitiva delle concessioni. Prevede alcuni investimenti per rendere i porti più ecologici e resistenti ai cambiamenti climatici e per sostenere la modernizzazione e la digitalizzazione del sistema logistico. Questa componente prevede inoltre azioni per la digitalizzazione del sistema di gestione del traffico aereo e l'assegnazione competitiva delle concessioni.

La missione 4 (istruzione e ricerca) mira alla realizzazione di un'economia ad alta intensità di conoscenza, competitiva e resiliente. In linea con il semestre europeo, il piano si concentra sul continuum tra istruzione e capacità di ricerca. La componente M4C1 comprende una serie completa di azioni, compresa un'agenda di riforme che riguarda l'intero ciclo di istruzione, dall'istruzione della prima infanzia fino all'istruzione superiore, compresa la carriera degli insegnanti. Prevede altresì investimenti per la riqualificazione del personale scolastico, il miglioramento delle infrastrutture educative nonché misure per avvicinare le competenze dei dottorati di ricerca alle esigenze concrete delle imprese e delle istituzioni. La componente M4C2 offre sostegno al sistema pubblico di ricerca, alle competenze e alla mobilità dei ricercatori, così come alla cooperazione tra imprese e università a livello nazionale e di Unione, nonché alle infrastrutture di ricerca. Si sviluppa su tre pilastri principali: i) miglioramento della base scientifica; ii) forti legami tra imprese e scienza (trasferimenti di conoscenze e tecnologie); iii) sostegno agli ecosistemi di ricerca e innovazione nonché all'innovazione delle imprese (in particolare PMI, start-up e scale-up innovative). Le riforme proposte riguardano: a) il passaggio a un approccio più sistemico alle attività di ricerca e sviluppo, attraverso un nuovo modello semplificato che mira a generare un impatto significativo evitando la dispersione e la frammentazione delle priorità; b) la normativa destinata ad aumentare la mobilità delle figure di alto profilo (ossia ricercatori e dirigenti) tra università, infrastrutture di ricerca e imprese; c) la semplificazione della gestione dei fondi; d) il percorso di carriera dei ricercatori non di ruolo.

La missione 5 (inclusione e coesione) mira a rafforzare l'occupazione nonché la coesione sociale e territoriale. Questa missione si sviluppa intorno a tre componenti. La componente M5C1 è incentrata sulle politiche attive del mercato del lavoro, sul rafforzamento dei servizi pubblici per l'impiego, sulle iniziative di miglioramento delle competenze e di riqualificazione. Le azioni previste si concentrano principalmente sull'uguaglianza di genere (le imprese femminili e il sistema di certificazione dell'uguaglianza di genere) e sui giovani (il sistema duale di apprendistato e il servizio civile universale). Si delinea anche una riforma destinata a contrastare il lavoro sommerso. La componente M5C2 punta all'inclusione sociale con azioni mirate destinate ai gruppi vulnerabili e svantaggiati, quali le persone disabili e gli anziani. Affronta le principali vulnerabilità sociali in termini di povertà materiale e disagio abitativo, e riconosce l'importanza della riqualificazione urbana e dello sport per favorire l'inclusione sociale e l'integrazione. La componente M5C3 contempla interventi a sostegno della resilienza delle zone interne, periferiche e montane, attraverso il rafforzamento delle zone interne e progetti per lo sviluppo del Sud, compresi gli investimenti per affrontare la povertà educativa, la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, la riforma e gli investimenti infrastrutturali nelle zone economiche speciali.

La missione 6 (salute) mira a rafforzare i servizi di prossimità e a digitalizzare il sistema sanitario nazionale. L'obiettivo delle misure incluse in tale missione è quello di rafforzare la capacità di risposta del servizio sanitario nazionale italiano, al fine di rispondere alle tendenze demografiche ed epidemiologiche del paese che guidano la crescente domanda di assistenza sanitaria in una popolazione che invecchia nonché di migliorare l'innovazione terapeutica e tecnologica. Una quantità significativa delle risorse è destinata a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l'innovazione e a sviluppare competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale. Questa missione si sviluppa intorno a due componenti. La componente M6C1 mira a migliorare la governance del sistema sanitario nazionale e a migliorare l'accesso e a sostenere la fornitura di assistenza sanitaria integrata e incentrata sui pazienti e la continuità delle cure a livello territoriale, vicino ai cittadini. La componente M6C2 si concentra sugli investimenti nella digitalizzazione dei sistemi sanitari (le misure per migliorare la cartella clinica elettronica e la modernizzazione dei sistemi sanitari elettronici miglioreranno l'efficienza nel settore sanitario) e la riforma prevista si concentra sulla riorganizzazione della rete di istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) aggiornando le norme nei regolamenti nazionali per rivedere il regime giuridico degli IRCCS. Gli investimenti riguardano lo sviluppo, il rafforzamento e la modernizzazione delle infrastrutture tecnologiche e fisiche del servizio sanitario nazionale e del settore della ricerca.

Tabella 3.1 delle componenti (raggruppate per missione) e dei costi associati

Missione

Componente

Costi (in milioni di EUR)

Missione 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo)

M1C1. Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA

9 722

M1C2. Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo

23 895

M1C3. Turismo e cultura 4.0

6 675

Missione 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica)

M2C1. Economia circolare e agricoltura sostenibile

5 265

M2C2. Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile

23 778

M2C3. Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

15 362

M2C4. Tutela del territorio e della risorsa idrica

15 054

Missione 3 (infrastrutture per una mobilità sostenibile)

M3C1. Investimenti sulla rete ferroviaria

24 767

M3C2. Intermodalità e logistica integrata

630

Missione 4 (istruzione e ricerca)

M4C1. Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università 

19 436

M4C2. Dalla ricerca all'impresa

11 440

Missione 5 (inclusione e coesione)

M5C1. Politiche per il lavoro

6 660

M5C2. Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore 

11 216

M5C3. Interventi speciali per la coesione territoriale

1 975

Missione 6 (salute)

M6C1. Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale 

7 000

M6C2. Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale 

8 626

Totale

191 499

3.2.Attuazione degli aspetti del piano 

Il piano per la ripresa e la resilienza fornisce una spiegazione chiara di come si adatta agli obiettivi, alle priorità e alle raccomandazioni politiche e di riforma di altri ampi piani nazionali. Il piano per la ripresa e la resilienza rientra nel contesto di una strategia di sviluppo più ampia, che è composta da un insieme integrato di fonti di finanziamento e strumenti politici. Ad esempio l'Italia ha deciso di costituire un apposito Fondo di bilancio, con una dotazione complessiva di circa 31 miliardi di EUR, destinato a finanziare azioni specifiche che integrano e completano il piano. Attraverso il Fondo nazionale aggiuntivo, lo Stato integra il plafond di risorse disponibili per perseguire le priorità e gli obiettivi del paino, tenendo conto delle specifiche risoluzioni parlamentari.

Il piano per la ripresa e la resilienza è legato al piano nazionale per l'energia e il clima, che comprende riforme e investimenti che faciliteranno il conseguimento degli obiettivi per il 2030 in materia di clima ed energia e spianeranno la strada verso la neutralità climatica entro il 2050. In particolare il pilastro "Transizione verde" del piano sostiene la transizione verso un sistema energetico a basse emissioni di carbonio, con una maggiore partecipazione delle fonti di energia rinnovabili nel contesto del consumo di energia, una migliore efficienza energetica del parco immobiliare nazionale e un sistema di trasporto più "verde" e sostenibile.

Il piano è coerente con il piano strategico nazionale dei trasporti, il sistema nazionale integrato dei trasporti nonché in linea con l'iniziativa faro europea "Power Up" (accendere) e "Recharge and Refuel" (ricaricare e rifornire), dato che riconosce l'importanza di sviluppare infrastrutture di trasporto moderne, sostenibili, accessibili e resistenti ai cambiamenti climatici. Riconosce nel rafforzamento della resilienza nei confronti di minacce e rischi di qualsiasi tipo un aspetto cruciale dello sviluppo e del progresso economico e sociale. Di conseguenza integra gli orientamenti strategici, gli obiettivi e i traguardi dettagliati per promuovere la transizione energetica e la mobilità sostenibile.

Il piano è sostanzialmente allineato con gli obiettivi e le priorità presentati nel progetto di piano nazionale e territoriale per una transizione giusta. Il pilastro "Transizione verde" comprende investimenti destinati a migliorare la gestione dei rifiuti e la riforma del modello di economia circolare. Le riforme sulla gestione dei rifiuti e sull'economia circolare, se ben attuate e accompagnate dal rafforzamento delle capacità locali di investimento, potrebbero contribuire in maniera sostanziale alla coesione e alla convergenza, poiché mirano a stabilire strumenti di pianificazione nazionale che colmino il divario tra le diverse regioni e migliorino la media nazionale nel conseguimento degli obiettivi nazionali e dell'UE per il settore. Le riforme e gli investimenti nel piano rispondono alle esigenze della transizione verde, fornendo anche una spinta tanto necessaria agli elementi innovativi della transizione, quali l'idrogeno, le energie rinnovabili offshore e lo stoccaggio. Le sinergie con il piano per una transizione giusta sono esaminate nel piano sostanzialmente soltanto per il caso della produzione di idrogeno. Tra le altre misure significative ben allineate con le priorità di transizione dell'UE figurano: il miglioramento della sostenibilità della catena agroalimentare, la creazione di comunità verdi, l'aumento della quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabili, il miglioramento delle prestazioni della rete elettrica, la promozione di combustibili alternativi e la mobilità intelligente, nonché l'incoraggiamento della riduzione dei modi di trasporto inquinanti. Ci si aspetta che tali azioni creino nuovi posti di lavoro per la forza lavoro locale, così come una serie di nuove opportunità di crescita.

Ci si attende che il piano per la ripresa e la resilienza funzioni in maniera coerente, complementare e cooperativa con il nuovo accordo di partenariato italiano per il 2021-2027 dei fondi strutturali e d'investimento europei, e i suoi programmi operativi. Ci si aspetta che il piano sia coerente con gli obiettivi e le priorità del nuovo accordo di partenariato, che è ancora in fase di negoziazione con le autorità italiane. Ci si aspetta che le sinergie tra strumenti diversi evitino una duplicazione di sforzi e portino a una semplificazione della pianificazione, della gestione e dell'attuazione del sostegno dell'Unione in Italia. Come previsto dal decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, le amministrazioni centrali responsabili dell'attuazione delle misure del piano per la ripresa e la resilienza possono fornire sostegno per il monitoraggio e il coordinamento dei programmi nazionali e dell'UE, compresi i fondi strutturali e di investimento europei che sono attuati principalmente attraverso programmi regionali. Unitamente alla politica agricola comune, Orizzonte e il meccanismo per collegare l'Europa, i tre strumenti contribuiscono alla maggior parte dei fondi d'investimento da impiegare nell'economia italiana negli anni seguenti.

Le missioni relative a "Rivoluzione verde e transizione ecologica", "Digitalizzazione, innovazione della pubblica amministrazione e competitività delle imprese" e "Inclusione e coesione" comprendono investimenti e riforme che contribuiscono direttamente e indirettamente alla creazione di posti di lavoro e al miglioramento dell'occupazione giovanile. Le riforme e gli investimenti inclusi nella componente "politiche per il lavoro" mirano ad aumentare l'occupazione a lungo termine, l'occupabilità e la produttività del lavoro attraverso le riforme del mercato del lavoro, la modernizzazione delle politiche attive del mercato del lavoro (comprese le misure rivolte ai giovani disoccupati e alle donne), il rafforzamento della formazione professionale, l'aumento dei servizi di miglioramento delle competenze e di riqualificazione, nonché lo sviluppo di capacità del servizio pubblico per l'impiego. Tali riforme e investimenti sono legati agli obiettivi e alle priorità del piano nazionale di attuazione della garanzia per i giovani e ne integrano le attività, mentre ci si aspetta che operino in maniera complementare nell'attenuare l'impatto sociale e sull'occupazione della pandemia di COVID-19.

Complessivamente il piano è coerente con le sfide e priorità principali individuate nel progetto di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro 46 . Il piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) dell'Italia dà seguito alla raccomandazione per la zona euro 1 rafforzando la copertura, l'adeguatezza e la sostenibilità del sistema sanitario. Prevede una serie di misure destinate a rafforzare le strutture sanitarie locali, favorire la transizione digitale in tutto il sistema sanitario e utilizzare i dati sanitari per valutare la qualità dell'assistenza e sostenere le decisioni sanitarie e la pianificazione per migliorare la governance del sistema sanitario. Il PNRR italiano prevede altresì una serie di riforme strutturali volte a migliorare il contesto imprenditoriale semplificando il sistema degli appalti pubblici, riformando il servizio pubblico locale ed eliminando gli ostacoli alla concorrenza. Tali azioni, combinate con gli sforzi di revisione della spesa pubblica, contribuirebbero ad aumentare l'assorbimento di fondi UE ed a migliorare la gestione delle finanze pubbliche, in linea con la raccomandazione per la zona euro 1. Il piano italiano affronterebbe altresì la raccomandazione per la zona euro 2 con misure significative che mirano a rafforzare le trasformazioni verdi dell'economia italiana, migliorando l'efficienza energetica e la ristrutturazione di edifici, promuovendo le energie rinnovabili e la produzione di idrogeno, oltre a favorire l'economia circolare e migliori pratiche agricole. Ci si attende che tali misure contribuiscano altresì al conseguimento del Green Deal europeo nonché a promuovere gli interessi economici dell'Europa (raccomandazione per la zona euro 5). Inoltre il piano prevede altresì numerose misure destinate a contribuire alla transizione verde e quella digitale, a migliorare la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare per le donne e i giovani, nonché a migliorare la qualità dei servizi di istruzione e formazione. Un insieme pertinente di riforme e investimenti affronterebbe la raccomandazione per la zona euro 3 aumentando l'efficacia della pubblica amministrazione, l'efficienza del sistema giudiziario e la resilienza del sistema sanitario. Inoltre, per quanto riguarda il contesto imprenditoriale, il piano comprende misure destinate a eliminare gli ostacoli alla concorrenza, migliorare la regolamentazione in determinati settori e semplificare il codice degli appalti pubblici. Il piano comprende inoltre misure per rafforzare il quadro di insolvenza, con un potenziale impatto positivo sui bilanci del settore bancario (raccomandazioni per la zona euro 3 e 4). Ci si attende che tali misure contribuiscano ad attenuare gli effetti della crisi, impedendo l'accumulo di crediti deteriorati nei bilanci delle banche. Tale circostanza consentirà a sua volta alle banche di continuare a fornire credito all'economia e a sostenere la crescita economica.

Una governance a più livelli è prevista per l'attuazione e il monitoraggio del piano. Ciò comprende in particolare: a livello politico, una cabina di regia istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri; a livello di dialogo sociale, un organo consultivo che coinvolge i rappresentanti delle autorità regionali e locali, le parti sociali e i portatori di interessi pertinenti; a livello tecnico, in particolare, una struttura centrale di coordinamento e monitoraggio istituita presso il ministero dell'Economia e delle finanze e una segreteria tecnica istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri incaricata di sostenere le attività della cabina di regia e dell'organo consultivo. Inoltre saranno individuate strutture tecniche di coordinamento a livello delle amministrazioni centrali responsabili delle misure di loro competenza. Sono previsti il rafforzamento della capacità amministrativa, anche attraverso la fornitura di sostegno tecnico alle amministrazioni e l'assunzione temporanea di esperti, nonché la semplificazione delle procedure amministrative al fine di assicurare un'attuazione e un monitoraggio tempestivi ed efficaci del piano. Il modello prevede inoltre l'istituzione di un organismo indipendente di audit per l'attuazione dei sistemi di controllo interno. Le competenze e i mandati degli organismi pertinenti, la semplificazione delle procedure amministrative e il rafforzamento della capacità amministrativa sono stati definiti in due atti giuridici adottati dal governo italiano (decreto legge 31 maggio 2021, n. 77 e decreto legge 9 giugno 2021, n. 80). Inoltre potrebbe essere richiesto il sostegno tecnico nel quadro dello strumento di sostegno tecnico con l'obiettivo di assistere gli Stati membri nell'attuazione del loro piano.

Per quanto concerne l'uguaglianza di genere e le pari opportunità per tutti, il piano adotta un duplice approccio: rispondere alle conseguenze della pandemia e affrontare i fattori strutturali che determinano disuguaglianze. Il piano descrive le modalità con cui ci si attende che le misure contribuiscano a risolvere le sfide nazionali individuate in termini di uguaglianza di genere, ma anche in termini di pari opportunità per alcuni gruppi. Ciò è valido in particolare nel caso delle persone più giovani, ma riguarda anche altri gruppi in situazione di vulnerabilità, quali gli anziani e le persone con disabilità. Il piano mira a investire in asili, scuole materne e servizi di educazione e cura della prima infanzia al fine di facilitare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Al fine di orientare l'attuazione del piano verso i suoi obiettivi di uguaglianza, le autorità italiane hanno introdotto meccanismi di anticipazione, quali criteri di uguaglianza nei bandi di gara, nonché assoggettato il finanziamento dei progetti alla condizione di assumere giovani e donne.

Lo sviluppo del piano ha compreso la consultazione di svariati portatori di interessi, che è previsto saranno coinvolti anche nella fase di attuazione. Il piano è passato attraverso un processo di consultazione e interazione con svariati portatori di interessi, tra i quali autorità regionali e locali, organizzazioni della società civile, parti sociali e accademici nonché esperti di politiche. In seguito al parere del parlamento italiano sugli orientamenti strategici proposti dal governo per la redazione del piano, il 12 gennaio 2021 il Consiglio dei ministri ha approvato una sua prima versione. Dopo il cambio di governo del febbraio del 2021, l'esame del progetto di piano e le consultazioni con i portatori di interessi pertinenti sono continuati. La camera dei deputati e il senato hanno tenuto una serie di audizioni che hanno coinvolto svariati portatori di interessi, quali autorità regionali e locali, parti sociali, organizzazioni della società civile e organismi istituzionali, ed hanno approvato relazioni ad hoc su di esse, unitamente a risoluzioni che hanno indirizzato la finalizzazione del piano su tale base. Il governo stesso ha inoltre tenuto un dialogo con le autorità regionali e locali nel quadro della Conferenza Stato-Regioni. Come risultato di tale processo, il piano riveduto è stato presentato al parlamento, che ha riconosciuto che il governo aveva tenuto conto delle indicazioni fornite dalle camere e ha approvato la trasmissione alla Commissione. Per quanto concerne il processo di consultazione nella fase di attuazione, il piano italiano prevede di continuare il dialogo regolare con le varie amministrazioni coinvolte nell'attuazione del piano e con i portatori di interessi. A tal fine, il modello di governance prevede la creazione di un organo consultivo con la partecipazione delle parti economiche e sociali e di altri portatori di interessi pertinenti, come definito in un atto giuridico adottato dal governo a fine maggio del 2021 (decreto legge 31 maggio 2021, n. 77).

Autovalutazione della sicurezza

Conformemente all'articolo 18, paragrafo 4, lettera g), del regolamento RRF, il piano comprende un'autovalutazione della sicurezza per gli investimenti relativi alle strutture e ai servizi cloud per la pubblica amministrazione. Per quanto riguarda le misure sulla connettività, in particolare la diffusione del 5G, l'Italia ha affermato che effettuerà tale valutazione in una fase successiva, tenendo conto degli scenari di connettività che risulteranno dalla mappatura e dagli esercizi di consultazione pubblica. In tale contesto l'Italia ha affermato che analizzerà gli scenari di rischio e attuerà misure per evitare o attenuare qualsiasi rischio di sicurezza potenziale. Le misure strategiche menzionate nell'autovalutazione della sicurezza dovrebbero essere attentamente monitorate durante l'attuazione del piano.

Progetti transfrontalieri e plurinazionali 

Il piano include diversi progetti transfrontalieri e multinazionali, in particolare nei settori dei trasporti, dell'energia e del digitale. Il piano rafforza i corridoi ferroviari, di mobilità elettrica e 5G dell'Italia, rafforzando le interconnessioni con altri Stati membri. Assicurando la diffusione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario in tutta la rete ferroviaria italiana ed eliminando le strozzature infrastrutturali presso i nodi importanti, il piano consentirà lo sviluppo di collegamenti ferroviari di trasporto merci senza soluzione di continuità con altri Stati membri lungo i corridoi TEN-T. Il piano prevede in particolare di investire nel collegamento ferroviario tra Verona e il Brennero, facilitando il trasporto ferroviario delle merci tra Italia e Germania nel contesto del corridoio scandinavo-mediterraneo. Il piano prevede altresì il miglioramento dei collegamenti tra importanti porti per container quali Genova e Gioia Tauro e il resto del mercato unico, attraverso investimenti importanti nelle linee Liguria-Alpi e Salerno-Reggio Calabria. Inoltre il piano prevede altresì di distribuire stazioni di ricarica lungo le autostrade italiane facilitando la mobilità elettrica sulle lunghe distanze in linea con l'iniziativa faro Recharge and Refuel. Inoltre il piano prevede la diffusione della fibra ottica e delle tecnologie basate sul 5G lungo i corridoi europei 5G per facilitare l'introduzione della guida autonoma e la creazione di nuovi servizi a valore aggiunto. Infine alcuni elementi transnazionali sono altresì presenti in alcune iniziative di sostegno alla ricerca e all'innovazione (ad esempio per quanto concerne gli importanti progetti di comune interesse europeo, IPCEI, approvati e potenziali o i partenariati per la ricerca e l'innovazione nel contesto di Orizzonte Europa).

Il piano contribuirà al conseguimento degli obiettivi della nuova strategia industriale 47  al fine di favorire la doppia transizione, rendere l'industria dell'UE più competitiva e rafforzare l'autonomia strategica dell'Europa. In particolare merita sottolineare il sostegno a IPCEI approvati e potenziali, gli investimenti chiave nelle catene strategiche del valore dell'UE in relazione a batterie, idrogeno e mobilità elettrica, nonché i partenariati di ricerca pubblico-privato. Il piano prevede il rafforzamento della dotazione finanziaria del "Fondo IPCEI", capace di sostenere le imprese che partecipano agli IPCEI approvati e potenziali intrapresi in tutti i settori di intervento strategico e nelle catene del valore individuate dalla Commissione europea. L'Italia sta già partecipando ai due IPCEI sulle batterie e sulla microelettronica. Nel piano l'Italia sottolinea la propria intenzione di partecipare al potenziale secondo IPCEI sulla microelettronica, al potenziale IPCEI sulle infrastrutture e i servizi cloud di prossima generazione, ai due potenziali IPCEI sull'idrogeno, nonché ai potenziali IPCEI sulle materie prime e sulla salute. Il piano prevede inoltre di investire nello sviluppo di catene del valore italiane in relazione a idrogeno, batterie e mobilità elettrica. Inoltre il piano prevede altresì di sostenere la partecipazione delle imprese italiane ai partenariati di Orizzonte Europa concernenti le capacità di calcolo ad alte prestazioni, le tecnologie digitali fondamentali, l'oceano blu e le PMI innovative. Infine il piano prevede investimenti nell'economia spaziale che completeranno la partecipazione dell'Italia alla politica spaziale dell'UE. Tra gli altri investimenti aventi una dimensione transfrontaliera figurano: le misure destinate a rafforzare la rete dei poli europei dell'innovazione digitale nel contesto della componente M4C2 e il possibile sviluppo di cooperazioni transfrontaliere per rafforzare l'offerta di istruzione e formazione specializzate nei settori digitali (componente M4C1).

Inoltre il piano prevede altresì di investire nell'attuazione dello sportello digitale unico in Italia, consentendo lo scambio transfrontaliero di dati a beneficio di imprese e cittadini.

Strategia di comunicazione

Il piano prevede un'ampia strategia di comunicazione volta a informare i portatori di interessi e il pubblico in generale in merito alle misure incluse nel piano nonché ai risultati conseguiti, da attuare anche in coordinamento con le istituzioni dell'UE come uno sforzo di comunicazione congiunto. La strategia individua chiaramente gli obiettivi principali e i gruppi destinatari, che comprendono tanto i potenziali beneficiari dei fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza quanto il pubblico in generale, con l'individuazione di categorie considerate particolarmente strategiche (imprese, mezzi di comunicazione, studenti). La strategia si basa su una serie di canali di comunicazione individuati, tra i quali un portale online dedicato al piano e alla sua attuazione, destinato a sostenere le attività di comunicazione rivolte al pubblico più ampio e a migliorare la trasparenza nel monitoraggio dell'esecuzione dei progetti. È altresì previsto che si preparino piani di comunicazione annuali, dettagliando le priorità strategiche, le attività (azioni, obiettivi, canali), il bilancio previsto e le attività di monitoraggio e valutazione. Il riconoscimento di un'adeguata visibilità al ruolo dell'Unione europea nel finanziamento deve essere perseguito in conformità con l'articolo 34 del regolamento 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio.

Aiuti di Stato

Le norme in materia di aiuti di Stato e concorrenza si applicano pienamente alle misure finanziate dal dispositivo per la ripresa e la resilienza. I fondi dell'Unione erogati attraverso le autorità degli Stati membri, come i fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza, diventano risorse statali e possono costituire aiuti di Stato se sono soddisfatti tutti gli altri criteri di cui all'articolo 107, paragrafo 1, TFUE. Quando ciò accade e in presenza di un aiuto di Stato, le misure in questione devono essere notificate e approvate dalla Commissione prima che gli Stati membri possano concedere l'aiuto, fatto salvo il caso in cui tali misure siano coperte da un regime di aiuti esistente o soddisfino le condizioni applicabili di un regolamento di esenzione per categoria, in particolare il regolamento generale di esenzione per categoria (RGEC) che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 TFUE 48 . In presenza di un aiuto di Stato e se richiede una notifica, spetta allo Stato membro notificare le misure di aiuti di Stato alla Commissione prima di concederle, in conformità con l'articolo 108, paragrafo 3, TFUE. A questo proposito, l'analisi degli aiuti di Stato effettuata dall'Italia nel piano per la ripresa e la resilienza non può essere considerata una notifica di aiuto di Stato. Nella misura in cui l'Italia ritenga che una misura specifica contenuta nel piano per la ripresa e la resilienza comporti un aiuto de minimis o un aiuto esentato dall'obbligo di notifica, spetta all'Italia garantire il pieno rispetto delle norme applicabili.

Indipendentemente dal fatto che siano conformi al regime di aiuti di Stato dell'UE, le misure adottate nel contesto del presente quadro dovrebbero essere compatibili con gli obblighi internazionali dell'UE, in particolare con le norme fissate dall'Organizzazione mondiale del commercio.

4.Sintesi della valutazione del piano

4.1.Risposta completa e adeguatamente equilibrata alla situazione economica e sociale 

Il piano presenta in larga misura una risposta completa e adeguatamente equilibrata alla situazione economica e sociale, contribuendo così in modo adeguato a tutti i sei pilastri di cui all'articolo 3 del regolamento RRF. Il piano segue un approccio olistico per conseguire la ripresa e aumentare la crescita potenziale, migliorando allo stesso tempo la resilienza socio-economica e istituzionale. Nel complesso il piano si concentra sulla doppia transizione e sulle principali sfide dell'Italia, comprese quelle legate alle disparità sociali e territoriali.

Tabella 4.1. Copertura dei sei pilastri del dispositivo da parte delle componenti del piano italiano per la ripresa e la resilienza.

Transizione verde

Trasformazione digitale

Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva

Coesione sociale e territoriale

Salute, resilienza economica, sociale e istituzionale

Politiche per la prossima generazione

M1C1

 

M1C2

M1C3

M2C1

M2C2

M2C3

M2C4

M3C1

M3C2

M4C1

M4C2

M5C1

M5C2

M5C3

M6C1

M6C2

Legenda: "●" contribuisce significativamente al pilastro; "○" contribuisce parzialmente al pilastro.

Transizione verde

Il piano italiano per la ripresa e la resilienza comprende il 37,5 % di spese relative alla transizione verde. Il piano comprende una serie di misure relative all'efficienza energetica, in particolare attraverso un regime per la ristrutturazione di edifici, prevedendo allo stesso tempo investimenti diretti per migliorare l'efficienza energetica degli edifici pubblici. L'Italia intende inoltre fare ricorso al dispositivo per potenziare la produzione di idrogeno pulito in linea con le iniziative faro Power Up e Refuel and Recharge nonché per aumentare la quota di energie rinnovabili nei trasporti e nel riscaldamento, in particolare attraverso lo sviluppo del biometano. A sostegno della transizione verde sono incluse anche riforme, quali la facilitazione dell'autorizzazione della produzione di energia rinnovabile. Il piano si concentra anche sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra generate dai trasporti: prevede importanti investimenti nella mobilità urbana sostenibile, compresa la mobilità elettrica; si prevede che potenzierà le infrastrutture ferroviarie per sostenere il trasferimento modale e ridurre le emissioni di gas a effetto serra nel trasporto aereo e marittimo. Il piano mira inoltre a ridurre le emissioni nel settore agricolo. Il piano sostiene altresì gli sforzi di adattamento ai cambiamenti climatici dell'Italia, così come la resilienza sismica e la qualità delle infrastrutture, e affronta le sfide esistenti in materia di economia circolare e gestione dei rifiuti, approvvigionamento idrico e gestione delle acque reflue nonché di protezione della biodiversità. Il contributo al pilastro della trasformazione verde fornito dalle diverse misure contenute nel piano è spiegato in dettaglio nella sezione 4.5.

Trasformazione digitale

Il piano dedica il 25 % della dotazione finanziaria alla trasformazione digitale. Le misure del piano si concentrano soprattutto sulla trasformazione digitale della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, sul rafforzamento del sistema sanitario attraverso le tecnologie digitali, sulla modernizzazione delle imprese attraverso l'adozione di tecnologie avanzate (Transizione 4.0), nonché sulla promozione della connettività Gigabit in tutto il paese. Le riforme e gli investimenti contribuiscono allo sviluppo delle competenze digitali, con misure destinate a migliorare le competenze digitali di base della popolazione generale, aumentando l'offerta di formazione sulle competenze digitali avanzate, nonché aggiornando e riqualificando la forza lavoro (compresi i dipendenti del settore pubblico). Il contributo al pilastro della trasformazione digitale fornito dalle diverse misure contenute nel piano è spiegato in dettaglio nella sezione 4.6.

Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che comprenda coesione economica, occupazione, produttività, competitività, ricerca, sviluppo e innovazione, e un mercato interno ben funzionante con PMI forti

Gli investimenti nel piano presentano il potenziale per aumentare la produttività e favorire la crescita sostenibile. Innanzitutto il piano contiene una serie di riforme e investimenti volti ad aumentare la capacità del paese di attrarre investimenti e di creare nuove imprese e posti di lavoro. Le leggi annuali sulla concorrenza elimineranno gli ostacoli di lunga durata all'ingresso in una varietà di settori strategici, rendendoli maggiormente contendibili e dinamici. Ci si aspetta che la riforma riduca altresì il tempo necessario per avviare un'impresa in Italia, per aggiudicare i contratti nei servizi pubblici locali sulla base di un processo più competitivo nonché per ridurre i ritardi nei pagamenti (arretrati) da parte delle amministrazioni pubbliche. La semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e la riforma della pubblica amministrazione ridurranno la burocrazia per la realizzazione di progetti pubblici e gli inutili ostacoli normativi che le imprese devono affrontare. Nel complesso ci si aspetta che il miglioramento dell'ambiente competitivo e il livellamento delle condizioni di parità favorisca l'imprenditorialità, un'assegnazione più efficiente delle risorse e quindi migliorare il benessere generale. Inoltre le misure incentrate sul sistema giudiziario, compresa la riduzione della lunghezza dei procedimenti giudiziari e la riorganizzazione dell'Ufficio del processo presso gli organi giurisdizionali, aumenteranno la certezza del diritto, che è spesso percepita come uno dei principali ostacoli alla conduzione di attività commerciali in Italia. La riforma delle procedure di insolvenza faciliterà inoltre la riduzione dei rischi nei bilanci delle banche ed impedirà l'accumulo di nuovi crediti deteriorati nei portafogli di crediti delle banche.

In secondo luogo le piccole e medie imprese (PMI) beneficeranno significativamente delle misure contenute nel piano. Sebbene le riforme di cui sopra si rivolgano a tutte le attività economiche in Italia, le PMI, spesso prive di risorse e personale sufficienti per far fronte alla complessità e alla lentezza delle autorizzazioni e delle procedure amministrative, beneficeranno in ampia misura della semplificazione e dello snellimento della burocrazia italiana. Ad esempio la riduzione degli oneri amministrativi legati agli incentivi nazionali per le ristrutturazioni a sostegno dell'efficienza energetica può renderli più accessibili e attraenti per le PMI. Il piano apporta altresì i risultati degli sforzi per la digitalizzazione, che probabilmente offriranno vantaggi alle PMI. Le misure per lo sviluppo delle competenze digitali rientrano in una certa misura nel contesto del piano nazionale "Transizione 4.0", compreso il credito d'imposta per la "Formazione 4.0", che fornirà un'opportunità alle PMI per aumentare le loro capacità digitali. L'aumento del livello delle capacità tecnologiche delle PMI sarà conseguito anche attraverso una maggiore condivisione delle conoscenze (ad esempio attraverso i poli dell'innovazione digitale). La componente M1C1, prevede infine un sostegno finanziario per promuovere lo sviluppo delle imprese (comprese le PMI) che operano in catene strategiche del valore, nonché per aumentare la competitività delle imprese, ad esempio sostenendo i processi di internazionalizzazione.

In terzo luogo il piano tiene in debita considerazione l'importanza di dare impulso alle attività di ricerca, sviluppo e innovazione, fornendo sostegno al sistema pubblico di ricerca, alla cooperazione tra imprese e università (anche attraverso il trasferimento di conoscenze e tecnologie) e all'accesso alle infrastrutture di ricerca, nonché sostenendo gli ecosistemi di ricerca e innovazione per le PMI, le start-up e le scale-up innovative. Durante l'attuazione del piano, il supporto settoriale dal meccanismo di sostegno delle politiche del programma Orizzonte per la progettazione, l'attuazione e la valutazione delle riforme politiche in materia di ricerca e 'innovazione saranno disponibili per aumentare la qualità e l'efficacia degli investimenti sostenuti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Infine il piano comprende misure destinate ad aumentare l'efficienza e l'equità del mercato del lavoro e a contribuire al pilastro europeo dei diritti sociali. Il piano prevede una riforma complessiva delle politiche attive del mercato del lavoro e della formazione professionale, definendo i livelli essenziali di formazione per i gruppi più vulnerabili. Il piano promuove la partecipazione delle donne (ad esempio con misure di sostegno alla creazione di imprese da parte delle donne e con investimenti in asili nido). Anche l'integrazione dei giovani nel mercato del lavoro è sostenuta, ad esempio attraverso la valorizzazione dell'iniziativa "Servizio civile universale" e il rafforzamento del sistema duale, nonché attraverso riforme volte a ridurre il lavoro sommerso. Il piano affronta le vulnerabilità individuate dal quadro di valutazione della situazione sociale e fornisce una mappatura dettagliata degli interventi selezionati in relazione ai criteri di tale quadro (cfr. sezione 4.3).

Coesione sociale e territoriale

Il piano comprende investimenti e riforme destinati a rafforzare l'inclusione attiva di gruppi vulnerabili. Le misure del piano si concentrano sul rafforzamento delle politiche attive del mercato del lavoro prestando un'attenzione speciale ai gruppi vulnerabili della popolazione che hanno più difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro. Mira inoltre a potenziare l'offerta di servizi pubblici e di opportunità di edilizia sociale per le fasce a basso reddito così come per le categorie svantaggiate con progetti specifici ad esempio per le persone con disabilità, per i giovani e per gli anziani non autosufficienti, nonché a migliorare la riqualificazione e gli alloggi a prezzi accessibili, oltre a promuovere la cultura dello sport, anche incentivando il recupero di infrastrutture sportive attraverso la creazione di parchi urbani.

Il piano mira altresì a ridurre le disparità territoriali. Assegna almeno il 40 % degli investimenti con una destinazione territoriale specifica alle regioni del Sud (rispetto a un requisito nazionale del 34 %). In particolare contribuisce ad affrontare il divario infrastrutturale e mira a migliorare la produttività e la competitività delle regioni in ritardo in relazione a banda larga, ferrovie ad alta velocità e linee regionali, rifiuti, acqua e infrastrutture di gestione delle acque reflue, porti e connessioni dell'"ultimo miglio" nelle zone economiche speciali. Inoltre il piano comprende interventi destinati a migliorare l'accesso ai servizi di base nelle zone rurali e remote, nonché una serie di interventi volti ad affrontare il degrado urbano, compresi investimenti per affrontare la povertà educativa e la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Il piano presta inoltre particolare attenzione alle regioni meno sviluppate in una serie di misure volte ad affrontare la povertà educativa, a rafforzare i servizi sociali e ad affrontare importanti problemi nelle zone urbane svantaggiate.

Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, al fine, fra l'altro, di rafforzare la capacità di risposta alle crisi e la preparazione alle crisi

Il piano comprende investimenti e riforme volti a migliorare la salute e la resilienza economica, sociale e istituzionale. Nel settore dell'assistenza sanitaria, il piano comprende misure destinate ad aumentare la resilienza del sistema sanitario, rafforzandone la copertura, l'adeguatezza e la sostenibilità anche in vista della crescente domanda di assistenza sanitaria legata all'invecchiamento della popolazione, nonché a migliorare lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione terapeutica e tecnologica. Il piano prevede inoltre una serie di misure destinate a rafforzare la telemedicina e le strutture sanitarie locali, migliorando la governance del sistema sanitario e promuovendo la prevenzione delle malattie e la promozione della salute. Il piano presenta una serie completa di misure destinate ad affrontare le carenze del mercato del lavoro e a rafforzare la coesione sociale e territoriale. Infine le riforme globali riguardanti i settori del contesto pubblico aumenteranno l'efficacia e l'efficienza delle istituzioni. In particolare ci si attende che la pubblica amministrazione sia più efficace e reattiva nei confronti delle imprese e dei cittadini grazie alla riforma del sistema di assunzione, a un investimento significativo nella digitalizzazione e al rafforzamento della capacità amministrativa, in particolare a livello locale. Ci si aspetta che la lunghezza dei procedimenti civili e penali sia ridotta grazie ai guadagni in termini di efficienza del sistema giudiziario. Nel complesso ci si attende che l'efficienza e la resilienza delle istituzioni italiane beneficino dell'insieme di riforme e investimenti contenuti nel piano nazionale per la ripresa e la resilienza.

Politiche per la prossima generazione, l'infanzia e i giovani, come l'istruzione e le competenze

Il piano comprende inoltre investimenti e riforme destinati ad aumentare la qualità dell'istruzione (e quindi del capitale umano), consentendo pari opportunità di istruzione in tutto il paese, riducendo significativamente le disparità regionali in termini di infrastrutture scolastiche e risultati scolastici. Ci si aspetta che le regioni meridionali beneficino in maniera significativa degli investimenti previsti in impianti sportivi, asili nido e alloggi per studenti nonché dell'aumento del numero di borse di studio universitarie, oltre che dei progetti mirati per ridurre l'abbandono scolastico e aumentare i risultati scolastici degli studenti vulnerabili. Misure quali la modernizzazione dell'istruzione secondaria superiore tecnica e professionale, la riforma e l'espansione del settore terziario non accademico e il miglioramento dei servizi di orientamento per favorire la transizione dalla scuola all'istruzione superiore potrebbero contribuire a migliorare i risultati scolastici dei giovani e le loro prospettive di occupazione.

In considerazione di tutte le riforme e di tutti gli investimenti previsti dall'Italia, il suo piano per la ripresa e la resilienza rappresenta in ampia misura una risposta globale ed adeguatamente equilibrata alla situazione economica e sociale, in quanto contribuisce in modo adeguato a tutti e sei i pilastri di cui all'articolo 3 regolamento RRF, tenendo conto delle sfide specifiche e della dotazione finanziaria dell'Italia. Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio di valutazione 2.1 dell'allegato V del regolamento RRF.

4.2.Legame con le raccomandazioni specifiche per paese e il semestre europeo 

Ci si attende che il piano affronti un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese rivolte all'Italia tanto nel 2019 quanto nel 2020. Le riforme e gli investimenti previsti sono ambiziosi e presentano il potenziale per affrontare strutturalmente le sfide di lunga data dell'economia. In particolare le sfide più rilevanti per l'economia italiana riguardano il complesso e inefficiente sistema fiscale, nonché le inefficienze del mercato del lavoro, caratterizzato da una disoccupazione elevata e una bassa partecipazione delle donne. Persistono sfide in termini di formazione del capitale umano, con risultati scolastici deboli e un limitato apprendimento da parte degli adulti. La pubblica amministrazione rimane inefficace e soffre di una debole capacità amministrativa, in particolare a livello locale. Le inefficienze riguardano il sistema giudiziario, ostacolato da un notevole arretrato di casi e da procedimenti molto lunghi, che indeboliscono così la lotta contro la corruzione e pesano sul contesto imprenditoriale. Quest'ultimo rimane non sufficientemente favorevole alle imprese, con residui ostacoli alla concorrenza da eliminare e normative specifiche da migliorare, in particolare per quanto riguarda gli appalti pubblici e le concessioni, le autorizzazioni limitate e i servizi pubblici locali. Occorre migliorare la qualità delle infrastrutture, mentre la ricerca e l'innovazione devono essere ulteriormente sostenute. Ciò è particolarmente vero per le regioni meridionali che rimangono indietro in termini di produttività e competitività in ragione del divario rilevante in termini di infrastrutture e innovazione. Sacche di vulnerabilità persistono per il settore bancario, mentre il modesto accesso non bancario ai finanziamenti per le imprese, in particolare per le PMI e le imprese innovative, le lascia eccessivamente dipendenti dal sistema bancario.

Il piano comprende importanti riforme strutturali di bilancio che ci si attende contribuiscano alla sostenibilità delle finanze pubbliche. Ci si aspetta che diverse riforme contribuiscano a ridurre l'evasione fiscale, tra le quali il rafforzamento della capacità dell'autorità fiscale in termini di personale, infrastruttura di analisi e accesso ai dati, l'impiego di dichiarazioni IVA precompilate e l'introduzione di sanzioni efficaci per il rifiuto dei pagamenti elettronici. Inoltre il piano comprende l'impegno di rivedere le possibili azioni di lotta contro l'evasione fiscale nei settori più esposti nonché di dare un seguito effettivo su tale base. Il piano menziona anche una riforma complessiva delle imposte sul reddito delle persone fisiche, tramite la quale le autorità italiane esprimono l'intenzione di semplificare il sistema fiscale e ridurre l'onere sul lavoro mantenendo la progressività e la sostenibilità di bilancio. Questa riforma non è inclusa come misura nel piano, di conseguenza non è associata a risultati tangibili (traguardo od obiettivo) nel contesto del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Per quanto concerne il lato della spesa, il piano comprende una riforma del processo di revisione della spesa, al fine di migliorarne l'efficacia e sostenere il bilancio verde e di genere, così come l'impegno ad attuare tre revisioni annuali della spesa nel periodo 2023-2025. Ci si aspetta che l'introduzione di un sistema di contabilità per competenza per tutte le amministrazioni pubbliche supporti altresì un migliore monitoraggio delle finanze pubbliche. Infine il completamento della riforma del federalismo fiscale è destinato a migliorare le relazioni fiscali tra i diversi livelli della pubblica amministrazione, assegnando le risorse in base a criteri oggettivi, nonché a incoraggiare l'efficienza della spesa a livello subnazionale. Nel complesso ci si aspetta che tali misure riducano le perdite di entrate dovute all'evasione fiscale e migliorino l'efficienza della spesa pubblica nel medio termine, contribuendo a migliorare la sostenibilità di bilancio.

 

Il piano comprende una serie di riforme e di investimenti nel settore sanitario volti a garantire una maggiore resilienza del servizio sanitario. In particolare, ci si attende che le riforme e gli investimenti previsti migliorino l'efficacia e l'uguaglianza del sistema sanitario, promuovendo miglioramenti a sostegno di un'assistenza sanitaria territoriale equilibrata e proporzionata e dell'integrazione dei servizi di assistenza. Le azioni dovrebbero rafforzare le reti e le strutture di prossimità, l'assistenza domiciliare e la telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale, rivedere l'organizzazione, gli standard tecnologici e qualitativi dell'assistenza territoriale e dell'assistenza sanitaria di prossimità, dare impulso alla prevenzione delle malattie e alla promozione della salute, attraverso la definizione di una nuova rete istituzionale. Inoltre il piano prevede il riesame del regime giuridico e la riorganizzazione della rete degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) con l'obiettivo di sostenere la ricerca e rafforzare la reattività del sistema sanitario nazionale italiano alle emergenze sanitarie e alle tendenze demografiche, nonché di migliorare le relazioni tra il sistema sanitario nazionale e le università. Sono previsti investimenti significativi destinati a sviluppare, rafforzare e modernizzare le infrastrutture tecnologiche e fisiche del servizio sanitario nazionale e del settore della ricerca,

aumentando il numero di medici che si specializzano nell'assistenza primaria e sviluppando le conoscenze (professionisti attivi nel sistema sanitario nazionale) nonché promuovendo le capacità manageriali (professionisti che si occupano di governance, coordinamento e processo decisionale). Nel complesso ci si attende che il PNRR italiano contribuisca significativamente a migliorare la resilienza del sistema sanitario italiano.

Il piano include misure che contribuiscono ad aumentare l'efficienza e l'equità del mercato del lavoro, migliorando l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro, aumentando la partecipazione delle donne e dei giovani al mercato del lavoro e avviando nuove iniziative di lotta al lavoro sommerso. Ci si attende che i lavoratori disoccupati e i lavoratori in transizione siano sostenuti dall'istituzione del "programma nazionale Garanzia di occupabilità dei lavoratori", dall'adozione del piano nazionale Nuove competenze per definire standard uniformi e livelli essenziali di formazione professionale, nonché dagli investimenti destinati a rafforzare i servizi pubblici per l'impiego. Le misure di sostegno alla creazione di imprese femminili e gli investimenti in asili nido dovrebbero contribuire ad aumentare il livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Tale obiettivo sarebbe ulteriormente sostenuto dall'introduzione di un "Sistema nazionale di certificazione della parità di genere", basato sulla definizione di standard per la certificazione dell'uguaglianza di genere, nonché dai relativi incentivi per le aziende che concludono con successo il processo di certificazione. Il piano comprende misure destinate a intensificare la lotta contro il lavoro sommerso, l'assunzione illegale e l'evasione contributiva. Una volta attuate, ci si attende che le misure concernenti il lavoro sommerso rafforzino l'individuazione e la comminazione di sanzioni per le pratiche di lavoro irregolare, incoraggino i lavoratori e i datori di lavoro a dichiarare il lavoro rendendo più facile il rispetto di azioni quali la semplificazione delle procedure di iscrizione e del regime fiscale. Tali misure saranno associate altresì ad azioni volte ad aumentare la consapevolezza dell'importanza di "rispettare le regole", anche dimostrando i costi finanziari e sociali cumulativi e le conseguenze per l'intera società del lavoro sommerso. A patto che tali misure siano attuate correttamente e rapidamente, contribuiranno efficacemente ad affrontare le sfide oggetto delle raccomandazioni specifiche per paese concernenti il mercato del lavoro. 

Il piano prevede riforme e investimenti destinati a migliorare i risultati scolastici e a promuovere il miglioramento delle competenze e la riqualificazione, in particolare in vista della doppia transizione. Una serie di riforme e di investimenti mira a migliorare l'istruzione prescolastica e primaria estendendo e migliorando gli asili e le scuole materne, aumentando l'offerta e il ricorso al tempo pieno nelle scuole elementari nonché migliorando le strutture sportive. Sono altresì previste misure volte a migliorare i risultati scolastici nell'istruzione secondaria, migliorando l'occupabilità e contrastando l'abbandono scolastico precoce. In particolare vengono finanziati progetti mirati, soprattutto nelle regioni meridionali, al fine di assicurare che gli studenti vulnerabili continuino a studiare, nonché di sostenere gli studenti che hanno già lasciato il sistema di istruzione. Il piano prevede una riorganizzazione di revisione del sistema scolastico al fine di adattarlo alle attuali tendenze demografiche, unitamente a una riforma del sistema di orientamento per facilitare il passaggio all'università e al mercato del lavoro. A tale scopo il piano comprende altresì la riforma degli istituti tecnici e professionali. È prevista altresì una riforma dell'insegnamento, che si concentra in particolare sull'assunzione, sulla selezione, sulla mobilità e sulla formazione degli insegnanti. Il piano prevede una serie di misure riguardanti l'istruzione terziaria, in particolare le riforme dei diplomi abilitanti e dei gruppi di diplomi, nonché la riforma del quadro degli alloggi per gli studenti e le misure per l'istruzione secondaria orientata alla professione. Il numero di borse di studio sarà aumentato, mentre i programmi di dottorato saranno riformati ed estesi. Sono previsti investimenti significativi destinati a favorire l'innovazione tecnologica e gli aggiornamenti delle attrezzature, rafforzare le competenze scientifiche, tecnologiche e linguistiche di studenti e insegnanti, prestando particolare attenzione alle donne e ai percorsi di studio nel contesto di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. Al fine di favorire il miglioramento delle competenze e la riqualificazione, è prevista una revisione della governance del sistema di formazione professionale, con l'obiettivo di definire standard uniformi e livelli essenziali di formazione professionale, attraverso l'adozione del piano nazionale Nuove competenze. Nella fase di attuazione, sarà importante concentrarsi sulle misure di attivazione per incoraggiare le persone ad acquistare competenze digitali pertinenti per promuovere l'occupabilità, posti di lavoro di qualità elevata e facilitare la transizione digitale dell'economia. Nel complesso, ci si attende che il piano contribuisca ad affrontare le sfide legate alla formazione del capitale umano, in termini tanto di istruzione quanto di apprendimento degli adulti.

Investimenti significativi associati a riforme settoriali mirano a sostenere la ricerca e l'innovazione, nonché la qualità delle infrastrutture, tenendo conto delle disparità regionali e in vista della doppia transizione. Le misure riguardano in particolare le infrastrutture digitali, la gestione dei rifiuti e delle acque, l'uso pulito ed efficiente dell'energia, trasporti pubblici sostenibili, nonché la ricerca e l'innovazione. In particolare, per quanto riguarda il divario regionale in termini di qualità delle infrastrutture, il piano prevede investimenti nella banda larga, nelle ferrovie ad alta velocità e nelle linee regionali al Sud, nei collegamenti dell'"ultimo miglio" e nelle infrastrutture portuali nelle zone economiche speciali, nelle infrastrutture di gestione dei rifiuti, delle risorse idriche e delle acque reflue. Di conseguenza, se gli investimenti vengono attuati correttamente e rapidamente, il PNRR italiano contribuirebbe a ridurre il divario infrastrutturale tra le regioni del Nord e quelle del Sud.

Si prevede che parecchie misure del piano contribuiscano significativamente a sostenere la ricerca e l'innovazione. Il piano comprende misure dedicate a favorire la semplificazione della gestione dei fondi e la mobilità di risorse di alto profilo, compresi ricercatori e dirigenti, nonché a migliorare le carriere dei ricercatori. È prevista una serie di investimenti destinati a rafforzare le attività di ricerca e sviluppo e promuovere partenariati tra università, istituti di ricerca e imprese private per la ricerca di base e applicata. Ulteriori investimenti mirano a sostenere l'innovazione e i processi di trasferimento tecnologico, anche rafforzando la dotazione finanziaria di IPCEI e il rafforzamento dei centri di trasferimento delle tecnologie per segmenti industriali. L'economia circolare, l'idrogeno, lo spazio e l'osservazione della terra, le transizioni verde e digitale, il trasporto sostenibile e l'energia sono tra gli altri argomenti menzionati in relazione alla ricerca e all'innovazione. Le tecnologie digitali avanzate (ad esempio l'intelligenza artificiale, il calcolo quantistico o ad alte prestazioni) sono coperte sostanzialmente nel piano, attraverso la creazione di centri dedicati e il collegamento con iniziative europee. Il piano comprende altresì investimenti mirati a rafforzare le condizioni abilitanti favorevoli alla ricerca e all'innovazione. A tal fine sono previsti un fondo per le infrastrutture di ricerca e innovazione, misure di sostegno al finanziamento di start-up e l'introduzione di dottorati innovativi che rispondano alle esigenze di innovazione delle imprese e promuovano l'assunzione di ricercatori da parte delle imprese. Nel complesso l'insieme delle misure previste nel PNRR italiano presenta il potenziale per affrontare in maniera significativa le sfide riguardanti la ricerca e l'innovazione. L'impatto e la coerenza della serie di misure di ricerca e innovazione dovrebbero essere monitorati e valutati affinché si adattino alle sfide in evoluzione.

Sono previsti investimenti rilevanti per potenziare l'infrastruttura digitale e migliorarne la qualità. L'investimento previsto a favore della banda larga porterà la connettività gigabit nelle zone grigie delle reti di accesso di nuova generazione e alle famiglie sparse nelle zone bianche delle medesime reti. Tali azioni presentano il potenziale per assicurare l'obiettivo di fornire a tutte le famiglie una connettività a 1 Gigabit entro il 2030. Ulteriori sottomisure garantiranno la connettività a velocità Gigabit a scuole pubbliche, ospedali e isole remote. Il piano promuoverà altresì la copertura delle reti 5G. In particolare sono previsti investimenti nei settori nei quali si registrano fallimenti del mercato al fine di portare la connettività 5G nelle zone popolate. Ulteriori interventi sono previsti per portare il 5G lungo i principali corridoi di trasporto europei e la copertura 5G su 10 000 Km di strade extraurbane. Il piano comprende altresì investimenti destinati ad aggiornare l'infrastruttura digitale della pubblica amministrazione e a rafforzarne la sicurezza. Di conseguenza ci si attende che il piano contribuisca ad affrontare le sfide oggetto delle raccomandazioni specifiche per paese in materia di infrastrutture digitali.

Il piano prevede investimenti ambiziosi in merito a energie rinnovabili, energia pulita ed efficiente, trasporti pubblici sostenibili, rifiuti e gestione delle risorse idriche. Le misure sono in linea con gli orientamenti per il 2020 emessi dalla Commissione e indirizzati all'Italia circa le priorità chiave in materia di clima ed energia in vista dell'attuazione del suo piano nazionale per l'energia e il clima 49 . Il piano prevede investimenti importanti nelle energie rinnovabili (idrogeno, biometano, offshore, fotovoltaico), nelle reti intelligenti e nell'efficienza energetica (ristrutturazione attraverso il Superbonus 110 %, comuni efficienti dal punto di vista energetico). Il piano propone investimenti ambiziosi in infrastrutture ferroviarie, metropolitane, tranviarie, portuali e ciclabili, integrati da un marcato sostegno ai veicoli a emissioni zero nel trasporto su strada e nelle relative infrastrutture. Il piano comprende importanti investimenti in impianti di trattamento dei rifiuti e progetti di iniziative faro per la raccolta differenziata di rifiuti elettronici, plastici e tessili. Infine il piano contiene altresì investimenti importanti in infrastrutture per le risorse idriche e le acque reflue, il riutilizzo del suolo e l'adattamento ai cambiamenti climatici. Tali investimenti sono accompagnati da riforme importanti di concessioni e di servizi pubblici locali (cfr. riforme del contesto imprenditoriale), dalla riduzione della frammentazione dei servizi pubblici di approvvigionamento idrico nonché dall'adozione di un'ambiziosa strategia nazionale per l'economia circolare. Il piano contiene obiettivi per ridurre le disparità regionali nei rifiuti.

 

Il piano comprende una serie di riforme e investimenti destinati ad aumentare l'efficacia della pubblica amministrazione, in particolare migliorando la gestione del pubblico impiego, riducendo la burocrazia e rafforzando la capacità amministrativa, in particolare a livello locale. Se tutti questi investimenti e tutte queste riforme saranno adottati e attuati adeguatamente e rapidamente, le raccomandazioni specifiche per paese in materia di pubblica amministrazione potrebbero essere sostanzialmente recepite, più specificamente:

-le misure in materia di pubblico impiego si concentrano sulla selezione e sull'assunzione di dipendenti pubblici e sono associate ad investimenti per la creazione di una piattaforma unica per le assunzioni e di un insieme integrato di strumenti digitali su competenze e profili. Per trattenere risorse umane preziose, il piano prevede una riforma delle carriere della pubblica amministrazione, in termini di mobilità tanto orizzontale quanto verticale, nonché investimenti per il miglioramento delle competenze e la riqualificazione, comprese le competenze digitali. 

-In parallelo una serie di riforme e investimenti si concentrerà sul miglioramento della capacità amministrativa e sulla riduzione della burocrazia, per semplificare e accelerare le procedure amministrative. In particolare è prevista una semplificazione amministrativa attraverso interventi legislativi ad hoc (fast track) per le procedure amministrative così come l'eliminazione di autorizzazioni non giustificate da un interesse pubblico.

Tali misure sono integrate e rafforzate da investimenti e riforme significativi destinati a promuovere la digitalizzazione delle amministrazioni, creando un'infrastruttura ibrida nazionale basata sul cloud (PSN), promuovendo e sostenendo in maniera efficace la migrazione al cloud per gli insiemi di dati e le applicazioni, nonché assicurando l'interoperabilità. Il piano intende altresì migliorare e promuovere l'offerta di servizi digitali orientati al cittadino e assicurare l'adozione su vasta scala tanto nelle amministrazioni centrali quanto in quelle locali, rafforzando allo stesso tempo le difese dell'Italia contro la criminalità informatica. Al fine di assicurare un'agevole attuazione delle riforme e la diffusione degli investimenti nelle TIC, sarà istituito un "Ufficio per la trasformazione" dedicato alla pubblica amministrazione digitale incaricato di coordinare gli sforzi e sostenere la migrazione al cloud, l'adozione di piattaforme di servizi pubblici digitali e il miglioramento dell'esperienza dei cittadini. Sarà inoltre introdotta una serie di incentivi e obblighi destinata a facilitare la migrazione al cloud e a rimuovere i vincoli procedurali a un'ampia adozione dei servizi digitali. Infine sono previste azioni specifiche per assicurare l'approvvigionamento tempestivo ed efficiente di servizi TIC.

Sono previsti investimenti e riforme per aumentare l'efficienza del sistema giudiziario. Il piano mira a far proseguire gli sforzi compiuti finora per ridurre la lunghezza dei procedimenti civili e penali nonché l'arretrato di cause pendenti, basandosi su misure e riforme già attuate in fase di discussione al parlamento. A tal fine è previsto un investimento temporaneo significativo in risorse umane per accelerare la riduzione del tempo di esaurimento e dell'arretrato dei procedimenti. Anche gli arretrati e la lunghezza dei procedimenti relativi alla giustizia amministrativa beneficerebbero di un investimento temporaneo meno significativo in risorse umane. L'investimento sarà integrato da riforme destinate ad aumentare i guadagni in termini di efficienza e migliorare l'organizzazione del sistema, in particolare rafforzando l'Ufficio del processo, potenziando il capitale umano giovane, anche attraverso azioni di formazione specifiche, e introducendo nuovi ruoli tecnici e amministrativi. Sono previste misure normative per ridurre efficacemente l'arretrato e la durata dei procedimenti civili e penali, nonché investimenti specifici per aumentare l'efficienza della giustizia amministrativa. L'insieme degli investimenti e delle riforme sarà integrato da misure di sostegno agli investimenti nazionali a favore della digitalizzazione degli uffici giudiziari, tra cui una procedura completamente digitalizzata per i procedimenti tanto civili quanto penali, lo sviluppo di sistemi avanzati per la raccolta digitale di informazioni e dati procedurali, nonché il rafforzamento dello sviluppo di capacità dell'amministrazione della giustizia. Infine sono previste misure di riesame del quadro di insolvenza, contribuendo così ad attenuare il potenziale impatto negativo della pandemia di COVID-19 sui bilanci delle banche. Nel complesso ci si attende che il PNRR italiano dia seguito in maniera significativa alle raccomandazioni specifiche per paese concernenti il sistema giudiziario e il quadro di insolvenza.

Il piano prevede inoltre riforme sostanziali per migliorare il contesto imprenditoriale nel suo complesso e per ridurre gli ostacoli alla concorrenza attraverso le leggi annuali sulla concorrenza, la semplificazione degli appalti pubblici, il rafforzamento della vigilanza del mercato e la riduzione dei ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Ai sensi del piano, l'Italia si impegna ad adottare leggi annuali sulla concorrenza nel 2021, nel 2022 e nel 2023. Tali leggi aumenteranno in particolare le procedure competitive per l'aggiudicazione di contratti di servizio pubblico di gestione dei rifiuti e di trasporto pubblico locale, nonché per le concessioni portuali, per l'energia idroelettrica, di distribuzione del gas e autostradali. Il piano prevede altresì di rafforzare la sorveglianza sulla regolamentazione e la compensazione adeguata dei servizi pubblici locali, così come di ridurne la frammentazione. Il piano prevede l'eliminazione graduale dei prezzi regolamentati dell'elettricità per le microimprese e le famiglie a partire dal 2023, un intervento incoraggiato dalla valutazione della Commissione del piano nazionale per l'energia e il clima, unitamente a misure di accompagnamento destinate a migliorare la concorrenza nei mercati al dettaglio dell'energia elettrica. Anche le regioni sono incentivate ad appaltare i loro contratti di servizio pubblico per i servizi regionali. Il piano comprende inoltre una riforma importante degli appalti pubblici destinata a ridurre i tempi delle procedure a meno di 100 giorni e ad assicurare un'applicazione più uniforme delle norme attraverso una minore frammentazione delle autorità aggiudicatrici, un coordinamento rafforzato della politica degli appalti pubblici e un'ulteriore digitalizzazione. Il piano prevede la razionalizzazione, la digitalizzazione e la professionalizzazione delle autorità di vigilanza del mercato. Infine prevede altresì la riduzione dei ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione ai livelli richiesti dalla direttiva sui ritardi di pagamento.

Nel complesso ci si aspetta che il PNRR italiano incida significativamente sull'economia. Il piano mira principalmente a finanziare investimenti pubblici aggiuntivi, mentre sono previsti finanziamenti limitati per gli incentivi agli investimenti delle imprese e la riduzione delle tasse sul lavoro e, in misura limitata, per la spesa pubblica corrente e i trasferimenti alle famiglie. Si stima che tra il 2020 e il 2026 il PIL reale crescerà del 12,7 %, una circostanza questa che implica che entro il 2026 la produzione economica sarebbe del 3,6 % più elevata rispetto a uno scenario in assenza del piano. Sebbene nel breve termine dominino gli effetti sulla domanda attraverso l'aumento degli investimenti pubblici, ci si aspetta che l'aumento degli investimenti potenzi lo stock di capitale pubblico con effetti positivi sul PIL potenziale ed effettivo nel medio termine. In linea con la stima di una maggiore attività economica, si prevede che entro il 2026 i livelli di occupazione saranno del 3,2 % più elevati rispetto a quelli in assenza del piano per la ripresa e la resilienza. 

Tenendo conto delle riforme e degli investimenti previsti dall'Italia, si prevede che il piano per la ripresa e la resilienza contribuisca ad affrontare in modo efficace tutte le sfide, o un insieme significativo di esse, individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese o le sfide individuate in altri documenti pertinenti adottati ufficialmente dalla Commissione nell'ambito del semestre europeo e rappresenti una risposta adeguata alla situazione economica e sociale dell'Italia. Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio di valutazione 2.2 dell'allegato V del regolamento RRF.

Tabella 4.2. Mappatura delle sfide per paese individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese 2019-2020 e nelle componenti piano italiano per la ripresa e la resilienza

Sfide per il paese

Raccomanda-zione specifica per paese associata
(2019-2020) e raccomanda-zione del semestre europeo

Componente 1 - Digitalizzazione della pubblica amministrazione

Componente 2 - Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo

Componente 3 - Turismo e cultura 4.0

Componente 4 - Economia circolare, agroalimentare e transizione verde

Componente 5 - Transizione energetica e mobilità sostenibile

Componente 6 - Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

Componente 7 - Pianificazione del territorio e risorse idriche

Componente 8 - Infrastrutture di trasporto sostenibili

Componente 9 - Intermodalità e logistica integrata

Componente 10 - Istruzione: dagli asili alle università

Componente 11 - Dalla ricerca all'impresa

Componente 12 - Politiche per il lavoro 

Componente 13 - Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore

Component 14 - Interventi speciali per la coesione territoriale 

Componente 15 - Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale 

Componente 16 - Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale

Finanze pubbliche e tassazione

2019.1; 2020.1.1.

Mercato del lavoro e politiche sociali

2019.2.1; 2019.2.2; 2029.2.3; 2020.2.1; 2020.2.2; 2020.2.3.

Istruzione e competenze

2019.2.4 2020.2.4

Assistenza sanitaria

2020.1.2; 2020.1.3.

Ricerca e innovazione

2019.3.1; 2020.3.1; 2020.3.2; 2020.3.5.

Infrastrut-ture digitali

2019.3.1; 2020.3.1; 2020.3.2; 2020.3.1,8.

Energia, risorse e cambiamenti climatici

2019.3.1; 2020.3.1; 2020.3.2; 2020.3.4; 2020.3.7;

Trasporti

2019.3.1: 2020.3.1; 2020.3.2; 2020.3.6.

Contesto imprendito-riale e concorrenza

2019.3.3; 2020.3.2

Pubblica amministra-zione

2019.3.2; 2020.4.2

Sistema giudiziario e quadro anticorru-zione

2019.4.1; 2019.4.2; 2020.4.1

Mercati finanziari e accesso ai finanzia-menti

2019.5.1; 2019.5.2

4.3.Potenziale di crescita, creazione di posti di lavoro, resilienza economica, istituzionale e sociale, pilastro europeo dei diritti sociali, attenuazione dell'impatto della crisi, nonché coesione sociale e territoriale e convergenza

Favorire la crescita economica e la creazione di posti di lavoro

Il piano si concentra su riforme e investimenti che favoriscono la crescita e che mirano a risolvere vulnerabilità e carenze strutturali di lunga data. Gli obiettivi principali del piano consistono nello stimolare l'innovazione e la digitalizzazione, nell'accelerare la transizione ecologica e nel rafforzare la coesione e l'inclusione sociale. Le riforme previste si concentrano sulla pubblica amministrazione, sulla giustizia, sulla semplificazione della legislazione e sulla promozione della concorrenza. Questo pacchetto completo di riforme e investimenti mira a conseguire un miglioramento del potenziale di crescita dell'Italia e ad aumentare la creazione di posti di lavoro. Il piano prevede di destinare la maggior parte dei finanziamenti di Next Generation EU a ulteriori investimenti pubblici. Una quota minore dei finanziamenti sarà utilizzata per incentivi a favore degli investimenti delle imprese, a ridurre le tasse sul lavoro e, in misura limitata, per la spesa pubblica corrente e trasferimenti alle famiglie.

Si stima che la crescita aggiuntiva del PIL indotta dal piano sia sostanziale e ulteriormente stimolata da effetti di ricaduta. Le proiezioni presuppongono che tutte le sovvenzioni e metà dei prestiti richiesti nel quadro del dispositivo per la ripresa e la resilienza, nonché le risorse disponibili nel contesto di REACT EU, di Orizzonte, di InvestEU, del Fondo per una transizione giusta, dello sviluppo rurale e di RescuEU saranno utilizzate per finanziare spese pubbliche aggiuntive e in particolare investimenti pubblici (per un totale di circa 144 miliardi di EUR) (cfr. riquadro 4.3.1). Sebbene nel breve termine dominino gli effetti sulla domanda attraverso l'aumento degli investimenti pubblici, ci si aspetta che l'aumento degli investimenti potenzi lo stock di capitale pubblico con effetti positivi sul PIL nel medio termine. Una parte considerevole dell'impatto stimato sulla crescita è dovuta agli effetti di ricaduta che si materializzano in ragione del programma di riforme e investimenti sincronizzato e su scala europea. L'impatto macroeconomico presentato nel piano tiene conto delle misure aggiuntive che dovrebbero essere finanziate con risorse nazionali, circostanza questa che determina una spesa aggregata complessiva di circa 183 miliardi di EUR. Ci si attende che circa il 62 % di tali risorse sia utilizzato a favore di investimenti pubblici. Sebbene i risultati delle proiezioni non siano direttamente comparabili in ragione delle diverse ipotesi in merito alla spesa pertinente, le proiezioni centrali incluse nel piano presuppongono una maggiore efficienza del capitale pubblico rispetto all'analisi della Commissione. Sebbene tale maggiore efficienza sembri in linea di principio conseguibile, richiede un'attuazione efficace e sana ed una produttività elevata dello stimolo agli investimenti. Di conseguenza tali stime sono soggette a rischi di revisione al ribasso.

Il piano ha il potenziale per innescare effetti notevoli sull'occupazione e aumentare la partecipazione della forza lavoro, in particolare delle donne. È possibile che i significativi effetti sulla domanda innescati dal piano apportino benefici al mercato del lavoro. Le misure sostenute incluse nel piano destinate a facilitare l'ingresso delle donne nel mercato del lavoro, quali una migliore fornitura di strutture di assistenza, sono destinate ad avere un impatto a lungo termine sull'offerta di lavoro e sulla crescita potenziale. Inoltre i programmi di miglioramento delle competenze e di riqualificazione rivolti sia ai lavoratori che ai disoccupati, così come le iniziative volte a migliorare l'occupabilità dei giovani, sono destinati ad aumentare la produttività aggregata del lavoro nel medio e lungo termine.

Si prevede che la digitalizzazione e la transizione ecologica generino i maggiori effetti di crescita, seguiti dagli investimenti nell'istruzione e nella ricerca. Secondo il piano, si stima che gli investimenti delle imprese sostenuti da crediti d'imposta (Transizione 4.0), la spesa pubblica per le infrastrutture a banda ultralarga e le reti 5G nonché gli investimenti volti a rafforzare le catene di approvvigionamento dovrebbero sostenere la crescita del PIL nel medio termine. È tuttavia probabile che l'impatto sulla crescita sia attenuato dall'elevato contenuto di importazioni delle attrezzature TIC. Ci si attende che la transizione verde guidata da investimenti nell'edilizia (Superbonus) e dagli investimenti nella ricerca e nello sviluppo nonché le spese per l'istruzione comporti un ulteriore impatto sulla crescita.

Le riforme strutturali hanno il potenziale per sostenere gli effetti stimati sulla produzione indotti dagli investimenti. Le stime della Commissione basate su modelli suggeriscono che affrontare le carenze strutturali riducendo il divario in termini di prestazioni rispetto ai paesi che registrano i risultati migliori potrebbe avere un impatto significativo sulla crescita nel lungo termine. Tra i settori di riforma che presentano le carenze più significative e che dovrebbero pertanto mostrare il maggiore impatto previsto sulla crescita a lungo termine figurano le riforme della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario associate a misure per migliorare la concorrenza nei mercati dei prodotti. Le stime si basano sul presupposto che il ritmo degli sforzi di riforma strutturale in tali settori sia mantenuto nel più lungo termine. Esse potrebbero quindi essere considerate come uno scenario del caso migliore soggetto a una notevole incertezza.

Riquadro 4.3.1: Simulazioni di impatto NGEU stilizzate con QUEST — Italia

Le simulazioni dei modelli condotte dalla Commissione utilizzando il modello QUEST mostrano che l'impatto economico dell'NGEU in Italia potrebbe portare a un aumento del PIL compreso tra l'1,5 % e il 2,5 % entro il 2026. [1] Dopo 20 anni, il PIL potrebbe essere più elevato dell'1,1 %. Gli effetti di ricaduta rappresentano gran parte di tale impatto.

Secondo queste simulazioni, ciò si tradurrebbe in un massimo di 240 000 posti di lavoro supplementari. Gli effetti di ricaduta (PIL) transfrontalieri ammontano a 0,3 punti percentuali nel 2026, indicanti il valore aggiunto della spesa sincronizzata tra gli Stati membri (linea 2). Anche in uno scenario caratterizzato da una minore produttività dei fondi NGEU, questo comporterebbe comunque un impatto significativo (linea 3). [2]

Tabella 1: Risultati della simulazione QUEST (deviazione % del livello del PIL reale dalla situazione non-NGEU, ipotesi di esborso lineare su 6 anni)

Scenario

2021

2022

2023

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2030

2040

Scenario di base

1,0

1,8

1,9

2,0

2,3

2,5

2,1

1,7

1,8

1,8

1,1

di cui ricadute

0,2

0,3

0,2

0,3

0,3

0,3

0,2

0,2

0,1

0,1

0,0

Bassa produttività

0,8

1,4

1,3

1,3

1,4

1,5

1,0

0,5

0,6

0,6

0,5

Questo scenario stilizzato non include il possibile impatto positivo delle riforme strutturali, che può essere sostanziale. Un esercizio di analisi comparativa basato su modelli mostra che l'attuazione di riforme strutturali che consentirebbero di dimezzare il divario rispetto ai paesi con i risultati migliori in termini di indicatori delle riforme strutturali potrebbe far aumentare il PIL italiano di circa il 17 % in 20 anni, più dell'11 % riscontrato per la media dell'UE, differenza che riflette i divari relativamente maggiori dell'Italia nei confronti dei paesi con i migliori risultati. [3]

A causa delle differenze nelle ipotesi e nella metodologia, i risultati di questa valutazione stilizzata non possono essere direttamente confrontati con i numeri riportati nel capitolo 4 del PNRR italiano.

[1]  L'RRF rappresenta circa il 90 % di NGEU, che comprende anche ReactEU, Horizon, InvestEU, JTF, Sviluppo rurale e RescEU.

[2]  Dal punto di vista tecnico, lo scenario di bassa produttività considera una notevole riduzione dell'elasticità della produzione del capitale pubblico.

[3] Varga, J, in 't Veld J. (2014), "The potential growth impact of structural reforms in the EU: a benchmarking exercise ", European Economy Economic Papers no. 541.

http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/economic_paper/2014/pdf/ecp541_en.pdf .

Rafforzamento della coesione sociale e territoriale

Il piano per la ripresa e la resilienza presenta una serie completa di misure destinate ad affrontare le carenze del mercato del lavoro e a migliorare la coesione sociale. Tra tali politiche figurano: gli investimenti nell'emancipazione delle donne e nella lotta alla discriminazione di genere; l'aumento delle prospettive occupazionali dei giovani; la lotta contro le disparità territoriali in termini demografici e di servizi; il sostegno allo sviluppo delle competenze e alla transizione occupazionale; gli investimenti nello sviluppo del Sud e delle aree interne. Il piano affronta le vulnerabilità individuate dal quadro di valutazione della situazione sociale e fornisce una mappatura dettagliata degli interventi selezionati del piano per la ripresa e la resilienza in relazione ai criteri di tale quadro.

Il piano comprende misure volte a rafforzare la coesione sociale e territoriale e a contribuire al pilastro europeo dei diritti sociali migliorando diversi indicatori sociali e del mercato del lavoro. Le misure della componente M5C1 introducono una riforma complessiva e integrata delle politiche attive del mercato del lavoro e della formazione professionale, definendo, in stretto coordinamento con le regioni, i livelli essenziali di formazione per i gruppi più vulnerabili. Si prevede che il rafforzamento delle politiche attive del mercato del lavoro e il miglioramento dello sviluppo di capacità dei servizi pubblici per l'impiego, compresa la loro integrazione con i fornitori di istruzione e formazione e gli operatori privati, aumenterà l'efficacia dei servizi e rafforzerà le istituzioni. Inoltre le misure di tale componente mirano a ridurre le vulnerabilità sociali rispetto agli shock, in particolare concentrandosi sul lavoro sommerso in tutte le sue forme e in tutti i settori, delineando iniziative per controlli e sanzioni più efficaci unitamente ad incentivi maggiori a lavorare legalmente. Questa componente promuove altresì l'uguaglianza di genere (ad esempio la parità retributiva), come spiegato più dettagliatamente in seguito, attraverso il sistema di certificazione della parità di genere e promuovendo l'imprenditorialità femminile. Investe inoltre nei giovani aumentando la quantità e la qualità dei programmi di formazione, ad esempio attraverso la partecipazione al programma Servizio civile universale. La componente M5C2 comprende misure destinate ad aumentare l'inclusione sociale con azioni mirate destinate ai gruppi vulnerabili e svantaggiati quali le persone con disabilità e gli anziani. Affronta le principali vulnerabilità sociali in termini di povertà materiale e disagio abitativo e investe nella riqualificazione urbana e nello sport per favorire l'inclusione sociale e l'integrazione. La componente M5C3 promuove interventi speciali a favore della coesione territoriale e sociale. Ad esempio: i) introduce una semplificazione procedurale e investimenti infrastrutturali nelle zone economiche speciali; ii) rafforza la resilienza e l'attrattività delle zone interne, periferiche e montane attraverso investimenti in a) infrastrutture sociali che possono essere utilizzate per aumentare la fornitura di servizi sul territorio e b) servizi sanitari di prossimità, come le farmacie rurali; iii) promuove la trasformazione di beni confiscati alla criminalità organizzata in beni pubblici sotto forma di edilizia sociale e centri socio-culturali per i giovani; iv) valorizza gli investimenti a sostegno della riduzione della povertà educativa e il rafforzamento dei servizi a favore dei minori con il sostegno del terzo settore.

 

Ci si attende che numerosi altri investimenti e numerose altre riforme inclusi nel piano, oltre a quelli di cui alla missione 5, abbiano un impatto positivo sull'inclusione e sulla coesione sociali. Ad esempio la missione 2 comprende riforme sulla gestione dei rifiuti e sull'economia circolare che avranno un impatto sostanziale nel rafforzare l'inclusione e la coesione sociali migliorando la sostenibilità economica e le condizioni di vita. Altre misure comprendono il miglioramento dei trasporti pubblici e la mobilità dolce (ossia l'uso della bicicletta) che contribuiranno alla coesione sociale sviluppando un trasporto locale più sostenibile e aumentando l'attrattiva delle zone interessate. La missione 4 comprende investimenti diretti volti a rafforzare le competenze digitali di base tra i cittadini, a potenziare la fornitura e la qualità dei servizi di istruzione, nonché misure destinate ad aumentare i livelli di competenza di studenti e giovani. L'investimento diretto a favore del miglioramento della resilienza del sistema sanitario nel contesto della missione 6, contribuirà anche alla realizzazione del principio sedicesimo (ossia l'accesso all'assistenza sanitaria) del pilastro europeo dei diritti sociali.

Nel contesto del piano vi sono misure che ci si aspetta contribuiscano ad affrontare le sfide del paese nel settore dell'uguaglianza di genere e delle pari opportunità per tutti. Tra tali misure figurano quelle che affrontano specificamente le sfide poste alla parità di genere, come il sostegno all'imprenditoria femminile o la creazione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere. Sono altresì previste misure specifiche volte a sostenere le pari opportunità per i giovani, comprese le misure destinate a migliorare le competenze nei settori della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, nonché le competenze digitali e di innovazione, prestando particolare attenzione all'uguaglianza di genere e alle pari opportunità per tutti. Le misure a sostegno del miglioramento dei i servizi sociali e sanitari di prossimità e a domicilio, come le soluzioni abitative e le attrezzature innovative, mirano a promuovere la vita indipendente delle persone con disabilità e degli anziani. Il piano spiega in che modo ci si attende che le varie componenti contribuiscano, anche indirettamente, alle pari opportunità, in particolare per le donne e i giovani. Il contributo previsto per gruppi specifici, quali le persone appartenenti a una minoranza etnica o razziale, rimane poco chiaro nel piano. Soprattutto quando il contributo previsto è soltanto indiretto, un attento monitoraggio dell'attuazione concreta del piano sarà essenziale per assicurare che esso produca i risultati attesi e si inserisca in una strategia onnicomprensiva, in sinergia con le politiche nazionali in materia di uguaglianza quali la strategia nazionale per l'uguaglianza di genere per il periodo 2021-2026.

In conclusione, poiché contiene parecchie misure che ci si attende contribuiscano in maniera efficace al rafforzamento della coesione sociale e dei sistemi di protezione sociale, il piano dovrebbe avere un impatto notevole. Nel complesso ci si attende che tali misure contribuiscano ai principi 1, 2, 3, 4, 5, 17 e 19 del pilastro europeo dei diritti sociali ed essere in linea con la garanzia per i giovani.

Riquadro 4.3.2: l'occupazione e le sfide sociali alla luce del quadro di valutazione della situazione sociale che accompagna il pilastro europeo dei diritti sociali

Il quadro di valutazione della situazione sociale che accompagna il pilastro europeo dei diritti sociali evidenzia numerose sfide occupazionali e sociali in Italia. La crisi COVID-19 ha fermato i deboli ma positivi sviluppi del mercato del lavoro osservati negli ultimi anni e rischia di portare ad un aumento della quota di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale (AROPE). Il tasso di disoccupazione, al 10,2 % nel febbraio del 2021, era significativamente superiore alla media UE (7,5 %). Nonostante i miglioramenti recenti, la quota di disoccupazione di lunga durata rimane estremamente elevata in Italia (4,7 % nel 2020). Il tasso di occupazione complessivo nel 2020 era tra i più bassi dell'UE, al 62,6 %, mentre il tasso di occupazione delle donne è di circa 20 punti percentuali inferiore a quello degli uomini. Tale divario di genere molto ampio nei livelli di occupazione è in parte attribuibile alle responsabilità di assistenza delle donne. Le iscrizioni ai servizi di assistenza per l'infanzia sono diminuite negli ultimi anni: nel 2019 il 26,3 % dei minori di età inferiore ai 3 anni usufruiva di servizi formali di assistenza all'infanzia rispetto al 28,6 % nel 2017.

La situazione occupazionale dei giovani in Italia è critica. Nonostante un continuo calo negli ultimi anni, la quota di giovani tra i 15 e i 24 anni non occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione rimane tra le più elevate dell'UE ed è notevolmente peggiorata durante la crisi attuale (salita dal 18,1 % nel 2019 al 19 % nel 2020). Particolarmente preoccupante è il gruppo di età 25-29, per il quale il tasso di giovani non occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione nel 2020 era del 31,5 %. L'abbandono scolastico è migliorato di 0,4 punti percentuali l'anno, ma rimane un settore nel quale sono necessari progressi significativi, dati i risultati inferiori alla media (13,1 % nel 2020 rispetto al 10,1 % nell'UE-27) e le ampie differenze regionali. Sebbene la povertà sia diminuita gradualmente prima della crisi, la pandemia può invertire tale tendenza. Nel 2019 il tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale era tra i più elevati dell'UE (25,6 %) ed era particolarmente marcato per i minori (27,7 %). Tali sfide si riflettono anche nel limitato impatto di riduzione della povertà dei trasferimenti sociali, che è uno dei più bassi nell'UE (20,2 % rispetto a una media UE pari al 32,4 %).

Il piano per la ripresa e la resilienza presentato dall'Italia affronta una moltitudine di sfide occupazionali e sociali rilevanti per l'attuazione del pilastro. Al fine migliorare le dinamiche del mercato del lavoro e le condizioni di lavoro, l'Italia prevede di migliorare le politiche attive del mercato del lavoro investendo nella capacità dei servizi pubblici per l'impiego e rafforzando il sistema duale di istruzione e formazione professionale (IFP) iniziale. Il piano comprende traguardi e obiettivi sul lavoro sommerso, che insieme gli investimenti attuati dal bilancio nazionale e ad altri fondi UE, contribuirebbero a compiere progressi in relazione alle raccomandazioni specifiche per paese del 2019. Al fine di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il piano per la ripresa e la resilienza comprende investimenti nell'educazione e cura della prima infanzia, nella creazione di imprese femminili e nell'introduzione di un "Sistema nazionale di certificazione della parità di genere" per le imprese. Al fine di promuovere le pari opportunità e l'accesso al mercato del lavoro, il piano comprende una nuova strategia per l'apprendimento permanente e una modernizzazione del sistema di miglioramento delle competenze e riqualificazione. Le misure comprendono l'adozione di un piano nazionale Nuove competenze destinato a definire i livelli essenziali di formazione professionale e il sostegno al miglioramento delle competenze e alla riqualificazione dei lavoratori, dei disoccupati e dei lavoratori in transizione, compresi i giovani e gli adulti. Sebbene siano necessari ulteriori sforzi, tale riforma potrebbe contribuire ad aumentare la percentuale di persone con competenze digitali di base o superiori a quelle di base, che è una delle più basse nell'UE (42 % rispetto al 56 % a livello UE nel 2019). Sono previsti investimenti dedicati per affrontare le sfide occupazionali e sociali al Sud e nelle zone colpite dai terremoti.

Con un maggior numero di persone che probabilmente ricadranno nelle reti di sicurezza di base a causa della crisi COVID-19, le riforme in materia di protezione sociale e inclusione sono importanti per fornire un sostegno molto necessario, in sinergia con il Fondo sociale europeo e altri finanziamenti dell'UE. Il piano per la ripresa e la resilienza affronta anche l'esclusione sociale, principalmente attraverso l'edilizia sociale, investimenti destinati a rafforzare la capacità dei servizi sociali nazionali, investimenti nell'istruzione e un accesso maggiore allo sport per i gruppi svantaggiati. Il piano comprende anche il sostegno a persone con disabilità e l'integrazione nel mercato del lavoro di gruppi vulnerabili. Infine l'Italia ha incluso misure destinate a riformare ed espandere l'assistenza sanitaria territoriale e ad investire nella digitalizzazione dei servizi sanitari in grado potenzialmente di rafforzare l'accesso all'assistenza.

Ridurre la vulnerabilità e aumentare la resilienza

Diverse misure e componenti mirano a ridurre le vulnerabilità del paese e ad aumentare la sua capacità di assorbire gli shock. Le principali vulnerabilità individuate nel contesto della procedura per gli squilibri macroeconomici sono legate all'elevato debito pubblico, alla persistente debole crescita della produttività, al settore finanziario e al mercato del lavoro. Le misure discusse nelle due sottosezioni precedenti, come gli investimenti in ricerca, innovazione e infrastrutture, le riforme per ridurre gli ostacoli agli investimenti, anche nella pubblica amministrazione, e per migliorare la competitività delle imprese, possono contribuire a stimolare le dinamiche della produttività e della crescita dell'Italia, riducendo a loro volta il rapporto debito pubblico/PIL.

La capacità di resistere agli shock dipende in maniera cruciale da almeno quattro fattori. In primo luogo, un mercato del lavoro sufficientemente flessibile, integrato da ammortizzatori sociali ben mirata ed efficace, è necessario per limitare i danni all'occupazione in caso di shock negativo. In secondo luogo, la politica di bilancio dovrebbe essere in grado di agire in modo anticiclico in caso di un calo della domanda aggregata nel settore privato. In terzo luogo, la pubblica amministrazione dovrebbe avere la capacità di attuare risposte politiche coordinate nel momento del bisogno nonché di essere un partner utile del settore privato anche in tempi normali. Infine un mercato finanziario ben funzionante potrebbe giocare un ruolo cruciale tanto nel prevenire le crisi quanto nell'attenuarne gli impatti evitando l'accelerazione finanziaria.

Ci si attende che le riforme pianificate nel contesto del mercato del lavoro ne migliorino la resilienza. Come discusso in precedenza, ci si aspetta che le riforme delle politiche attive del mercato del lavoro e gli investimenti per modernizzare i servizi pubblici per l'impiego nel contesto della componente M5C1 portino a percorsi di attivazione personalizzati e su misura per i disoccupati, a un sistema di formazione professionale rafforzato, a una nuova serie di servizi di miglioramento delle qualifiche e di riqualificazione. Le riforme e gli investimenti nel contesto della medesima componente, una volta attuati, sono destinati a migliorare l'efficienza della lotta contro il lavoro sommerso attraverso lo sviluppo e l'attuazione di un piano d'azione nazionale, ad aumentare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro, a diminuire anche il divario retributivo di genere nonché a sostenere i giovani nell'acquisizione di competenze ed esperienze di lavoro nuove attraverso un servizio civile universale. Si prevede che la resilienza del mercato del lavoro sarà rafforzata anche da ulteriori riforme e investimenti che promuovono le competenze digitali (componente M1C2), rafforzano la fornitura di servizi di istruzione e mettono in atto misure per stimolare la transizione verso un'economia basata sulla conoscenza (componenti M4C1 e M4C2).

Ci si attende che le riforme previste a favore delle persone più vulnerabili, nella loro dimensione individuale, familiare e sociale aumentino la resilienza sociale. Il rafforzamento del ruolo dei servizi sociali integrati sosterrà la definizione di modelli personalizzati per migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità, l'adozione di modelli innovativi di edilizia sociale e gli investimenti in progetti di riqualificazione urbana sosterranno la rifunzionalizzazione dell'edilizia esistente e il miglioramento dell'accesso a un alloggio adeguato e a prezzi accessibili. Lo sviluppo della capacità di resilienza delle persone più vulnerabili sarà conseguito anche attraverso la diffusione della cultura dello sport e il recupero di infrastrutture sportive mediante la creazione di parchi urbani dove lo sport può essere combinato con attività di intrattenimento a beneficio delle comunità.

Ci si attende che la resilienza sia migliorata anche attraverso investimenti e misure a sostegno del sistema sanitario, della pubblica amministrazione, della transizione digitale, dell'efficienza energetica e della riqualificazione degli edifici nonché delle infrastrutture ferroviarie. La crisi COVID-19 ha sottolineato il forte legame tra i sistemi sanitari e l'economia. Un sistema sanitario più forte e resiliente sarebbe meglio posizionato per assicurare misure di preparazione (per controllare potenziali focolai in futuro) limitando le perturbazioni a livello socio-economico, per assorbire le impennate nella domanda di assistenza sanitaria e per assicurare l'attenuazione delle sue conseguenze negative su cittadini e lavoratori. Attraverso le riforme e gli investimenti inclusi nella missione 6 del piano, sarà possibile rafforzare le reti sanitarie locali, la telemedicina, l'assistenza domiciliare e l'integrazione tra servizi sociali e sanitari. Le misure relative alla digitalizzazione, alla modernizzazione e alla riorganizzazione della pubblica amministrazione (componente M1C1) affronteranno sfide strutturali persistenti e contribuiranno a rafforzare le capacità delle istituzioni e la loro resilienza rispetto agli shock. Ad esempio la razionalizzazione e la semplificazione della legislazione abroga o modifica leggi e regolamenti che ostacolano eccessivamente la vita quotidiana dei cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione. Inoltre gli investimenti destinati a favorire la transizione digitale della cultura e del turismo aumenteranno la competitività e la resilienza di tali settori (componente M1C3); mentre le misure volte ad aumentare l'efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici (componente M2C3) miglioreranno anche la resilienza sociale e diminuiranno le vulnerabilità. Ad esempio la riduzione delle bollette energetiche contribuirà ad attenuare i rischi di povertà energetica, in particolare negli edifici che presentano le prestazioni più scarse occupati da famiglie a basso reddito e vulnerabili. Migliorerebbero inoltre le condizioni di vita aumentando il comfort termico ed eliminando le sostanze nocive. Inoltre ci si aspetta che l'infrastruttura ferroviaria ampliata e migliorata (componente M3C1) migliori la resilienza dei sistemi di trasporto, con impatti favorevoli più ampi per altri Stati membri europei in termini di riduzione della vulnerabilità delle catene logistiche.

Coesione e convergenza

Gli investimenti concentrati al Sud dell'Italia contribuiranno a promuovere la coesione e la convergenza territoriali nonché a colmare il divario in termini di infrastrutture (e servizi).

In considerazione di tutte le riforme e di tutti gli investimenti previsti dall'Italia, il suo piano per la ripresa e la resilienza è in grado di esercitare un elevato impatto sul rafforzamento del potenziale di crescita, della creazione di posti di lavoro e della resilienza economica, sociale e istituzionale dello Stato membro, contribuendo all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, anche tramite la promozione di politiche per l'infanzia e la gioventù, e di attenuare l'impatto economico e sociale della crisi COVID-19, migliorando in tal modo la coesione economica, sociale e territoriale e la convergenza all'interno dell'Unione. Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio di valutazione 2.3 dell'allegato V del regolamento RRF.

4.4.Il principio "non arrecare un danno significativo" 

Il regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza stabilisce che nessuna misura inserita in un piano per la ripresa e la resilienza debba arrecare danno agli obiettivi ambientali ai sensi dell'articolo 17 del regolamento Tassonomia 50 . In linea con il regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza e con gli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" a norma del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza (2021/C 58/01; "orientamento tecnici"), gli Stati membri forniscono una valutazione di tale principio sulla scorta della quale la Commissione valuta se ciascuna singola misura (ossia ogni riforma e ogni investimento) compresa nei piani per la ripresa e la resilienza sia conforme a detto principio. La conformità al principio "non arrecare un danno significativo" è una condizione necessaria affinché la Commissione possa valutare positivamente il piano per la ripresa e la resilienza.

Il piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia applica gli orientamenti tecnici e il modello nel presentare la valutazione del principio "non arrecare un danno significativo" per ciascuna misura figurante in detto piano. L'Italia ha incluso una valutazione dettagliata del principio "non arrecare un danno significativo" per ciascuna misura nel suo piano per la ripresa e la resilienza secondo il modello fornito dalla Commissione e in linea con gli orientamenti tecnici. Sulla base delle informazioni fornite, la Commissione ha valutato se e come ciascuna misura del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia sia conforme a detto principio, secondo i criteri stabiliti nel regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza e secondo i principi guida stabiliti negli orientamenti tecnici.

L'Italia assicura che non venga arrecato alcun danno significativo agli obiettivi ambientali selezionando o progettando misure conformi al principio "non arrecare un danno significativo" e comprovando tale conformità nel contesto della valutazione di tale principio. Selezionando le misure che si prevede contribuiscano in maniera sostanziale agli obiettivi ambientali o che non incidano in alcun modo o che incidano in maniera trascurabile sugli obiettivi ambientali, numerose misure del piano di ripresa e resilienza dell'Italia possono essere considerate conformi al principio "non arrecare un danno significativo" sin dall'inizio (ad esempio alcune misure in materia di istruzione e formazione, mercato del lavoro, pubblica amministrazione). Altre misure sono progettate per garantire la conformità con il principio "non arrecare un danno significativo", compresi ampi regimi di sostegno che si estendono attraverso i settori e le attività (ad esempio nella ricerca, nello sviluppo e nell'innovazione, nonché nel sostegno alle PMI). Per le misure che richiedono una "valutazione sostanziale di tale principio" secondo gli orientamenti tecnici, l'Italia ha fornito prove e garanzie che dimostrano come le misure non arrechino danni significativi ad alcuno dei sei obiettivi ambientali (ad esempio mobilità sostenibile, economia circolare, energia rinnovabile, risorse idriche). L'Italia ha fornito in particolare garanzie del fatto che i suoi investimenti nella gestione dei rifiuti non contengono investimenti in inceneritori e che sono previsti trattamenti meccanici biologici; gli investimenti in ristrutturazioni come il Superbonus 110 % contengono misure per la gestione dei rifiuti da demolizione in linea con le prescrizioni in materia di smaltimento dei rifiuti; gli investimenti in corsie di transito rapido per gli autobus saranno riservati agli autobus elettrici; gli investimenti nelle energie rinnovabili offshore assicureranno la protezione delle risorse marine, gli investimenti nella desalinizzazione utilizzeranno le migliori tecnologie disponibili con il minor impatto ambientale; gli investimenti nelle biomasse non aumenteranno le emissioni di particolato; e gli investimenti in servizi di navigazione aerea determineranno una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra grazie al miglioramento del sequenziamento degli aerei, tanto nello spazio aereo quanto lungo la rotta e nella fase di avvicinamento agli aeroporti, con una conseguente riduzione del consumo di carburante degli aerei.

Sebbene il rispetto del principio "non arrecare un danno significativo" sia garantito dall'Italia, vi sono misure incluse nel piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia che hanno richiesto prove e impegni specifici attraverso traguardi ed obiettivi per dimostrare che non porteranno a danni significativi agli obiettivi ambientali. Questo è il caso ad esempio della detrazione fiscale per il Superbonus 110 % come incentivo alle ristrutturazioni, che contiene un traguardo che richiede la gestione dei rifiuti di costruzione secondo i principi dell'economia circolare. Si tratta altresì del caso delle misure basate sulla domanda, compresi gli strumenti finanziari e alcuni progetti che prevedono inviti a presentare proposte/gare d'appalto. Gli investimenti in collegamenti stradali dell'ultimo miglio sono compensati da investimenti in stazioni di ricarica elettrica. Il piano non comprende alcuna misura relativa all'infrastruttura di trasporto stradale, fatta eccezione per alcuni collegamenti dell'"ultimo miglio" nelle zone economiche speciali. Al fine di evitare di arrecare un danno significativo agli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici e di prevenzione e riduzione dell'inquinamento, il piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia comprende come misura di accompagnamento l'espansione della rete di ricarica per i veicoli elettrici.

Ulteriori garanzie sono state fornite per i veicoli che funzionano a biometano e per l'idrogeno. Gli investimenti in macchine agricole o in veicoli antincendio (componenti M2C1 e M2C2) alimentati a biometano richiedono garanzie che non utilizzino metano fossile. Le autorità italiane hanno fornito indicazioni per la componente 2.2 secondo le quali i veicoli non funzioneranno a metano e il biometano sarà conforme alla direttiva (UE) 2018/2001 sulle energie rinnovabili (RED II). L'Italia sta inoltre presentando misure volte ad aumentare significativamente la produzione di biometano. Gli investimenti nell'idrogeno saranno limitati all'idrogeno verde e non conterranno idrogeno blu né coinvolgeranno il gas naturale. I traguardi degli investimenti in idrogeno comprenderanno anche disposizioni volte a garantire che non sfoceranno in attività con emissioni di gas a effetto serra superiori a 3 tonnellate equivalenti di CO2 per tonnellata di H2 prodotto.

Gli investimenti nell'irrigazione (componente M2C4) forniscono garanzie che non deterioreranno la qualità dei corpi idrici esistenti. Tale principio è persino più importante perché l'Italia dispone già di un certo numero di infrazioni legate al trattamento delle acque reflue urbane, dell'acqua potabile e dei nitrati. In tale contesto, il piano assicura che l'investimento nell'irrigazione dovrebbe mirare al riutilizzo sicuro dell'acqua depurata quando è possibile e/o per rendere più efficiente l'irrigazione esistente, anche se il corpo idrico interessato è in buono stato. 

Il piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia comprende diverse misure di ampio respiro che interessano settori e attività diversi e che sono concepite per essere conformi al principio "non arrecare un danno significativo". Come stabilito negli orientamenti tecnici, le misure di natura più generale, come i regimi di sostegno all'industria in senso lato (ad esempio gli strumenti finanziari che coprono gli investimenti in imprese in più settori), dovrebbero essere concepite in maniera tale da assicurare l'aderenza degli investimenti pertinenti al principio "non arrecare un danno significativo". Questo è il caso della misura Transizione 4.0 nella componente M1C2, per la quale il rispetto del principio "non arrecare un danno significativo" è stato assicurato escludendo dal piano la parte del regime che non si prevedeva fosse conforme agli orientamenti tecnici, sulla base dei dati relativi all'adozione settoriale di misure comparabili in passato. Per le misure basate sulla domanda che comportano l'uso di strumenti finanziari, è stato incluso un traguardo che prevede l'adozione di una politica di investimento in linea con gli obiettivi del dispositivo per la ripresa e la resilienza, anche in relazione al principio "non arrecare un danno significativo".

Tenendo conto della valutazione di tutte le misure previste, ci si aspetta che nessuna misura per l'attuazione delle riforme e dei progetti di investimento inclusa nel piano per la ripresa e la resilienza arrecherà un danno significativo agli obiettivi ambientali ai sensi dell'articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852 (principio "non arrecare un danno significativo"). Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio di valutazione 2.4 dell'allegato V del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza.

4.5.Transizione verde 

Obiettivo per il clima

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza consentirà all'Italia di accelerare i progressi nel conseguimento degli obiettivi per il 2030 in materia di energia e clima, come sancito nel suo piano nazionale per l'energia e il clima e nella strategia nazionale a lungo termine. Il piano italiano comprende misure a sostegno degli obiettivi relativi ai cambiamenti climatici per un importo che rappresenta il 37,5 % della dotazione totale del piano (71 729 milioni di EUR su 191,5 miliardi di EUR), sulla base della metodologia per la tracciabilità delle spese destinate al clima di cui all'allegato VI del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza. Il contributo ai cambiamenti climatici di ciascuna delle componenti del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia è riportato nella tabella 4.5.1.

Tabella 4.5.1: % di contributo all'obiettivo climatico per componente. Componente

Costo

(milioni di EUR)

Contributo all'obiettivo climatico (milioni di EUR)

Contributo all'obiettivo climatico (percentuale)

M1C1. Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA

9 722

-

0,0 %

M1C2. Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo

23 895

-

0,0 %

M1C3. Turismo e cultura 4.0

6 675

917

0,5 %

M2C1. Economia circolare e agricoltura sostenibile

5 265

2 291

1,2 %

M2C2. Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile

23 778

21 879

11,4 %

M2C3. Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

15 362

12 618

6,6 %

M2C4. Tutela del territorio e della risorsa idrica

15 054

9 407

4,9 %

M3C1. Investimenti sulla rete ferroviaria

24 767

20 563

10,7 %

M3C2. Intermodalità e logistica integrata

630

213

0,1 %

M4C1. Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università 

19 436

696

0,4 %

M4C2. Dalla ricerca all'impresa

11 440

1 972

1,0 %

M5C1. Politiche per il lavoro

6 660

-

0,0 %

M5C2. Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore 

11 216

280

0,1 %

M5C3. Interventi speciali per la coesione territoriale

1 975

252

0,1 %

M6C1. Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale 

7 000

640

0,3 %

M6C2. Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale 

8 626

-

0,0 %

Totale

191 499

71 729

37,5 %

Quattro componenti costituiscono il 90 % del contributo totale all'obiettivo climatico del piano per la ripresa e la resilienza, come mostrato nella tabella 4.5.2. I contributi maggiori provengono dalle componenti concernenti l'energia pulita (31 % del contributo complessivo all'obiettivo climatico), la rete ferroviaria (29 %) e la ristrutturazione degli edifici (18 %).

Tabella 4.5.2: le 4 componenti principali del piano italiano, in termini di contributo all'obiettivo climatico

Bilancio* (milioni di EUR)

% del piano* totale

M2C2. Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile

21 879

30,5 %

M3C1. Investimenti sulla rete ferroviaria

20 563

28,7 %

M2C3. Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

12 618

17,6 %

M2C4. Tutela del territorio e della risorsa idrica

9 407

13,1 %

Totale (7 componenti principali relative al clima)

64 467

89,9 %

* Soltanto il bilancio relativo al clima

L'Italia ha seguito in maniera adeguata l'allegato VI del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza per tracciare le spese legate al clima del proprio piano per la ripresa e la resilienza. Sono state introdotte garanzie specifiche attraverso criteri di selezione per gli investimenti e disposizioni specifiche in traguardi e obiettivi con l'obiettivo di assicurare che le caratteristiche dei progetti finanziati dal piano per la ripresa e la resilienza siano in linea con la condizione stabilita nell'allegato VI del regolamento RRF. Ciò si verifica in particolare per le misure di cui alle missioni 2 e 3.

Efficienza energetica

Il piano per la ripresa e la resilienza è abbastanza ambizioso quando si tratta di ristrutturazioni per fini di efficienza energetica. Il piano prevede 14 miliardi di EUR a sostegno della detrazione fiscale del Superbonus 110 % sulle abitazioni attivo dal 1° luglio 2020 e che resterà in vigore fino al 30 giugno 2022 (per l'edilizia sociale fino al 31 dicembre 2022). Gli investimenti sulle detrazioni fiscali per le misure di ristrutturazione di edifici nel settore residenziale nel piano rappresentano una quota significativa (circa il 26 %) del sostegno basato sul bilancio pubblico previsto nel piano nazionale per l'energia e il clima (PNEC) per il periodo 2021‑2030 per la ristrutturazione energetica degli edifici residenziali. Negli anni 2022 e 2023, il Superbonus 110 % raggiungerà circa un terzo degli sforzi annuali di risparmio energetico generati dal settore residenziale fissati nel PNEC, così come un terzo degli sforzi annuali di ristrutturazione in m2 fissati nella strategia di ristrutturazione a lungo termine dell'Italia. L'obiettivo del Superbonus 110 % di conseguire 190 ktep/anno di risparmio energetico generato dal settore residenziale contribuirà a circa il 6 % dell'obiettivo per il 2030 per il contributo al risparmio energetico dalle misure di detrazione fiscale nel settore residenziale stimato nel piano nazionale italiano per l'energia e il clima.Il piano prevede altresì misure destinate a semplificare l'accesso alla detrazione fiscale, in particolare attraverso lo sviluppo di un portale nazionale per l'efficienza energetica, una semplificazione delle norme e delle procedure per i condomini (riduzione al minimo dei controlli ex-ante). Il piano prevede inoltre l'aggiornamento e il rafforzamento del fondo nazionale per l'efficienza energetica nonché l'accelerazione della fase di attuazione dei progetti finanziati dal programma PREPAC. Inoltre il piano prevede 6 miliardi di EUR per migliorare l'efficienza energetica dei comuni. Infine, nonostante l'investimento significativo, saranno necessari ingenti finanziamenti pubblici aggiuntivi per mobilitare il volume totale di investimenti necessari per il conseguimento dell'obiettivo del piano nazionale per l'energia e il clima, in particolare quando il Superbonus 100 % scadrà.

Il piano prevede altresì riforme per aumentare la concorrenza nei mercati dell'energia elettrica e del gas. Il piano prevede l'eliminazione graduale dei prezzi regolamentati per le microimprese e le famiglie a partire dal 1° gennaio 2023. Contiene altresì misure di accompagnamento volte a sostenere la diffusione della concorrenza nei mercati al dettaglio dell'energia elettrica (vendita all'asta della base clienti ancora soggetta a regolamentazione dei prezzi, fissare un tetto come quota massima di mercato disponibile per ogni fornitore, consentire ai consumatori italiani di chiedere al loro fornitore di energia di rivelare i loro dati di fatturazione a un fornitore terzo, aumentare la trasparenza sulla bolletta dell'energia elettrica dando al consumatore accesso alle sottocomponenti della voce "Spese per oneri di Sistema" e rimuovere l'obbligo per i fornitori di riscuotere oneri non collegati al settore dell'energia). L'Italia si è impegnata a distribuire almeno 33 milioni di contatori elettrici intelligenti di seconda generazione entro il 2026 (quarto trimestre del 2025). Infine il piano renderà obbligatorio l'organizzazione di procedure di gara per l'aggiudicazione di contratti di concessione per la distribuzione del gas.

Fonti rinnovabili di energia

Sono previsti importanti investimenti destinati a promuovere le energie rinnovabili per le comunità dell'energia e gli autoconsumatori di energie rinnovabili che agiscono congiuntamente, così come per sviluppare la produzione di energia offshore. L'Italia propone di utilizzare il dispositivo per la ripresa e la resilienza per investire 2,2 miliardi di EUR in comunità dell'energia nei comuni con meno di 5 000 abitanti, sostenendo così l'economia dei piccoli comuni, spesso a rischio di spopolamento, e rafforzando la coesione sociale verso i gruppi di popolazione più vulnerabili attraverso l'azione dell'autorità locale. Lo sviluppo di comunità dell'energia e di autoconsumatori di energie rinnovabili che agiscono congiuntamente è promosso dalla direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili (RED II). Infine il piano mira altresì ad investire 600 milioni di EUR per promuovere gli sforzi dell'Italia a sostegno dello sviluppo di sistemi ad alimentazione multipla offshore, combinando energia eolica, fotovoltaica galleggiante e del moto ondoso.

Italia intende utilizzare il dispositivo per la ripresa e la resilienza per aumentare la produzione di idrogeno pulito in linea con i progetti faro Power Up e Refuel and Recharge. L'Italia intende soddisfare entro il 2030 il 2 % della domanda di energia grazie all'idrogeno e installare 5 GW di capacità di elettrolisi. Dei 10 miliardi di EUR di investimenti necessari fino al 2030 per il conseguimento di tali obiettivi, il piano prevede 3 miliardi di EUR di investimenti in elettrolizzatori, la produzione di idrogeno in aree industriali dismesse (le cosiddette "valli dell'idrogeno"), l'uso sperimentale dell'idrogeno in settori le cui emissioni sono difficili da abbattere (hard-to-abate), nonché di treni e autocarri o alimentati a idrogeno. Tali investimenti sono completati da incentivi fiscali a sostegno dell'idrogeno e da misure volte a semplificare e ridurre gli ostacoli normativi alla diffusione dell'idrogeno, prevedendo in particolare sistemi di garanzie sull'origine dell'idrogeno e l'installazione di stazioni di rifornimento lungo le autostrade. L'Italia intende altresì garantire che il suo piano di diffusione decennale sia coordinato con i gestori dei sistemi di trasmissione (TSO) degli altri Stati membri. In zone quali Taranto, il Fondo per una transizione giusta può successivamente integrare gli investimenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza nella produzione di "acciaio pulito" basata sull'idrogeno accompagnata dal miglioramento delle qualifiche e della riqualificazione dei lavoratori del settore dell'acciaio.

Il piano sostiene gli sforzi dell'Italia nell'aumentare la propria quota di energie rinnovabili nei trasporti e nel riscaldamento, in particolare attraverso lo sviluppo di biometano. Al fine di sostenere lo sviluppo del biometano da letame, il piano sostiene 2 miliardi di EUR di investimenti in impianti nuovi e/o nella riconversione di impianti di biogas agricolo esistenti per la produzione di biometano per il trasporto e il riscaldamento. Tali investimenti sono accompagnati da riforme destinate ad autorizzare ulteriormente gli aumenti di produzione e sostenerli mediante sovvenzioni. Il biometano prodotto dalla digestione anaerobica del letame è in linea con il principio "non arrecare un danno significativo" e può essere reiniettato nella rete del gas, contribuendo altresì a ridurre le emissioni di metano, sostenendo gli obiettivi della strategia "Dal produttore al consumatore" e di quella sul metano, così come l'inquinamento da ammoniaca. Lo sviluppo del biometano rientra nello sforzo di rendere più verdi i carburanti per il trasporto, come annunciato nel piano nazionale italiano per l'energia e il clima. Il piano prevede altresì investimenti in macchine agricole e veicoli antincendio alimentati a biometano.

L'Italia condurrà un determinato numero di riforme destinate a facilitare l'autorizzazione della produzione di energie rinnovabili nonché a riformare l'aggiudicazione delle concessioni relative all'energia idroelettrica. Il piano prevede un certo numero di riforme volte a semplificare le procedure di autorizzazione per le centrali onshore e offshore per energie rinnovabili nonché un quadro giuridico nuovo destinato a sostenere la produzione da fonti rinnovabili e l'estensione temporale e di ammissibilità degli attuali regimi di sostegno, in linea con la direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell'uso di energia da fonti rinnovabili (RED II) 51 . Infine, in linea con le raccomandazioni specifiche per paese, l'Italia intende rendere obbligatorio il ricorso a gare d'appalto per i contratti di concessione per l'energia idroelettrica nonché definire un quadro normativo prevedibile per le concessioni relative all'energia idroelettrica. L'energia idroelettrica rappresenta la fonte di energia rinnovabile più importante in Italia.

L'infrastruttura per l'energia elettrica è riconosciuta come un aspetto importante nella transizione verso l'energia pulita nel piano per la ripresa e la resilienza. Il piano prevede 3,6 miliardi di EUR a favore dello sviluppo di soluzioni di reti intelligenti, in particolare a sostegno del rafforzamento e della digitalizzazione della rete di energia elettrica per aumentare la capacità di rete per la distribuzione di fonti di energia rinnovabili di almeno 4 000 MW. Tali investimenti aumenteranno la quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili immessa nella rete di distribuzione (con relativa gestione digitale) promuovendo quindi altresì una maggiore elettrificazione dei consumi. Circa il 40 % degli investimenti avrà luogo nell'Italia meridionale.

Condivisione degli sforzi

Il piano per la ripresa e la resilienza contribuisce a far sì che l'Italia consegua il proprio obiettivo per il 2030 pari al 33 % di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rispetto al 2005 per i settori rientranti nell'ambito di applicazione del regolamento sulla condivisione degli sforzi, compresi i trasporti, l'agricoltura, i rifiuti e gli edifici. La componente M2C2 (mobilità sostenibile) e la missione 3 (infrastrutture per una mobilità sostenibile) si concentrano sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dei trasporti, che contribuirà in maniera significativa al conseguimento dell'obiettivo di cui al regolamento sulla condivisione degli sforzi, dato che si tratta del settore nel quale le emissioni di gas a effetto serra continuano a crescere maggiormente. Le riforme in materia di appalti pubblici sosterranno il completamento tempestivo di importanti investimenti infrastrutturali in tali settori.

Il piano prevede investimenti importanti nella mobilità urbana sostenibile, compresa la mobilità elettrica, contribuendo altresì a migliorare la qualità dell'aria. L'Italia investirà 8 miliardi di EUR nella mobilità sostenibile, in particolare in nuove infrastrutture per metropolitane, tramvie e trasporto rapido tramite autobus (3,6 miliardi di EUR), 3 000 autobus a emissioni zero (2,4 miliardi di EUR), materiale rotabile per treni regionali (0,8 miliardi di EUR) e piste ciclabili (0,6 miliardi di EUR). L'Italia sta inoltre intraprendendo riforme importanti del proprio sistema di trasporto pubblico locale, aumentando le procedure competitive per l'aggiudicazione di contratti di servizio pubblico, nel contesto delle riforme dei servizi pubblici locali, nonché semplificando le procedure di autorizzazione per la mobilità urbana pulita. In linea con l'iniziativa faro Recharge and Refuel, il piano consentirà all'Italia di distribuire 7 500 punti di ricarica pubblica rapida sulle autostrade e 13 755 punti di ricarica pubblica presso centri urbani nonché 100 punti di ricarica sperimentali collegati allo stoccaggio, oltre ad almeno 40 stazioni di generazione e rifornimento di idrogeno per il trasporto su strada. La misura del Superbonus 110 % afferente alla componente M2C3 (efficienza energetica) contribuisce altresì a stabilire un'infrastruttura di ricarica privata negli edifici ristrutturati. Infine il piano prevede anche la fine dei prezzi regolamentati nelle infrastrutture di ricarica, l'obbligo per i concessionari autostradali di installare punti di ricarica e l'introduzione di requisiti trasparenti e non discriminatori per l'assegnazione di spazi pubblici per la ricarica elettrica o per la selezione degli operatori di gestione delle stazioni/dei punti di ricarica.

Il piano mira a potenziare l'infrastruttura ferroviaria per sostenere il trasferimento modale. Sarà fornito sostegno al trasporto ferroviario al fine di scoraggiare il ricorso al trasporto su strada, che rappresenta la quota maggiore delle emissioni di gas a effetto serra generata dai trasporti. Il piano prevede investimenti significativi sugli assi ferroviari Brescia-Padova (3,6 miliardi di EUR) e Liguria-Alpi (3,9 miliardi di EUR), unitamente a un collegamento chiave potenziato alla galleria del Brennero. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza aggiungerà 3 miliardi di EUR ai 10 miliardi di EUR che l'Italia intende dedicare al rafforzamento dei nodi metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave. La diffusione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (3 miliardi di EUR) consentirà di aumentare la capacità dei servizi ferroviari in tutta Italia. Importanti investimenti sugli assi Napoli-Bari/Palermo (4,8 miliardi di EUR) consentiranno altresì di completare il corridoio merci Scandinavia-Mediterraneo, facilitando i collegamenti con l'importante porto di Gioia Tauro e l'ancoraggio della Puglia e della Calabria nella vivace rete ad alta velocità esistente in Italia tra Napoli e Milano/Venezia/Torino. Infine il piano prevede altresì riforme e investimenti per potenziare le ferrovie regionali. Attraverso l'attuazione dell'articolo 27, secondo comma, lettera d), del decreto legge 50/2017, le regioni italiane saranno dotate di incentivi finanziari per organizzare gare d'appalto per i loro contratti di servizio pubblico per le ferrovie regionali. Circa 3 miliardi di EUR saranno investiti nelle ferrovie regionali al Sud, in particolare nelle stazioni e nell'elettrificazione (nonché integrando gli investimenti in treni a emissioni zero, elettrici e a idrogeno, e in nove stazioni di rifornimento di idrogeno).

Il piano prevede altresì investimenti per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nel trasporto aereo e marittimo. Grazie alla digitalizzazione della gestione del traffico aereo, in particolare intorno all'aeroporto Roma-Fiumicino, si ridurranno il consumo di carburante e le emissioni di gas a effetto serra degli aeromobili. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza faciliterà inoltre l'ecologizzazione dei porti italiani attraverso investimenti a favore dell'efficienza energetica e del trattamento centralizzato dei fumi nonché grazie anche alle riforme volte a semplificare le procedure di autorizzazione per fornire energia elettrica ai moli ("fornitura di energia on shore"). Tali investimenti e riforme accompagneranno una riforma importante dei porti che comprende la semplificazione della pianificazione strategica, l'introduzione di criteri chiari, non discriminatori e trasparenti per l'aggiudicazione di contratti di concessione e la possibilità per i concessionari dei grandi porti di fondere le loro attività o di fornire essi stessi alcuni dei servizi dell'autorità portuale. Il piano rafforza inoltre il sistema portuale del paese attraverso l'assegnazione competitiva delle concessioni, rispettando quanto meno le disposizioni di cui al regolamento (UE) 2017/352 sui servizi portuali.

Al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'agricoltura, l'Italia prevede di sviluppare gli investimenti nel biometano, nelle energie rinnovabili presso le aziende agricole, nell'agricoltura di precisione e nella logistica migliorata per le catene di approvvigionamento agroalimentare. Come spiegato in precedenza, il piano sosterrà le riforme e gli investimenti dell'Italia volti a sviluppare il biometano, che contribuirà altresì ad aumentare le fonti di energia rinnovabile nei trasporti. Il piano prevede di investire 2,5 miliardi di EUR in sistemi agrovoltaici per migliorare l'efficienza energetica delle aziende agricole nonché di installare pannelli solari con gestione intelligente dei flussi di energia e accumulatori. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza sosterrà l'innovazione e la meccanizzazione dell'agricoltura per sviluppare l'agricoltura di precisione, che contribuirà anche agli sforzi volti a ridurre la dipendenza dall'uso di pesticidi chimici e i rischi derivanti da questi ultimi, nel quadro della direttiva che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi. Inoltre gli investimenti nella logistica della catena di approvvigionamento agroalimentare, in particolare attraverso strutture di stoccaggio e la digitalizzazione, contribuiranno altresì a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del settore agroalimentare. Infine il piano comprende riforme che introducono incentivi adeguati per un uso sostenibile dell'acqua in agricoltura (cfr. infra).

Il piano sostiene inoltre gli sforzi di adattamento ai cambiamenti climatici dell'Italia, nonché quelli in materia di resilienza sismica e qualità delle infrastrutture. Il piano propone di investire 2,4 miliardi di EUR nella riduzione dei rischi idrogeologici e 500 milioni di EUR nella resilienza delle reti elettriche. La misura Superbonus 110 % sostiene anche interventi antisismici (nel quadro del cosiddetto Sismabonus). Gli interventi saranno prioritari in linea con la valutazione nazionale dei rischi e con l'articolo 6 della decisione n. 1313/2013/UE nonché con la valutazione della capacità di gestione dei rischi. Al fine di garantire che gli interventi avvengano rapidamente, il piano prevede che l'Italia metta in atto alcune delle raccomandazioni della propria Corte dei conti 52 sul coordinamento di interventi tra i livelli della pubblica amministrazione così come tra i vari sistemi informativi esistenti. Infine la riforma delle concessioni autostradali migliorerà gli incentivi agli investimenti nella manutenzione delle infrastrutture stradali, così come la sua supervisione da parte dell'autorità di regolamentazione dei trasporti (ART) e del ministero dei Lavori pubblici.

Economia circolare e gestione dei rifiuti

L'Italia sta approfittando del dispositivo per la ripresa e la resilienza per affrontare le sfide esistenti nella gestione dei rifiuti (cfr. sezione 2.2). Il piano propone di investire 1,5 miliardi di EUR per migliorare la gestione dei rifiuti attraverso la meccanizzazione della raccolta differenziata e la creazione di ulteriori strutture di trattamento dei rifiuti. Il piano consente all'Italia di intraprendere un'ambiziosa riforma della propria gestione dei rifiuti aumentando le procedure competitive per i contratti di servizio pubblico per la gestione dei rifiuti attraverso la riforma dei servizi pubblici locali, semplificando le procedure di autorizzazione delle strutture di gestione dei rifiuti, fornendo sostegno tecnico ai comuni locali e adottando entro il 2022 un programma nazionale per la gestione dei rifiuti, adattando la rete di installazioni necessaria per la gestione integrata dei rifiuti, con l'obiettivo di rafforzare il coordinamento dei programmi nazionali e regionali di gestione dei rifiuti, ridurre le procedure di infrazione nei confronti dell'Italia e affrontare la bassa raccolta di rifiuti e il collocamento in discarica. Il piano contiene obiettivi destinati a ridurre il numero di infrazioni nei confronti dell'Italia 53 e le importanti disparità regionali nei tassi di raccolta differenziata.

Il piano promuove altresì l'economia circolare attraverso progetti delle iniziative faro in materia di raccolta differenziata dei rifiuti elettronici, plastici e tessili. Il piano impone all'Italia di conseguire come obiettivi i tassi di riciclaggio di cui al piano d'azione per l'economia circolare entro il 2025 54 nonché di applicare la raccolta differenziata ai prodotti tessili e alle frazioni di rifiuti pericolosi prodotte dalle famiglie. Prevede altresì che l'Italia presenti una nuova strategia per l'economia circolare entro il 2022 che tratti in particolare un nuovo sistema digitale di tracciabilità dei rifiuti, incentivi fiscali a sostegno delle attività di riciclaggio e dell'uso di materiali secondari, una revisione delle tasse ambientali sui rifiuti per incentivare il riciclaggio a scapito del collocamento in discarica e dell'incenerimento, il diritto al riutilizzo e alla riparazione nonché una riforma della responsabilità estesa del produttore e del sistema dei consorzi.

Il piano prevede investimenti e riforme importanti volti a migliorare la gestione delle risorse idriche e delle acque reflue. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza investirà 2 miliardi di EUR in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, 0,8 miliardi di EUR nella resilienza del sistema agricolo di irrigazione, 0,9 miliardi di EUR nelle perdite d'acqua e 0,6 miliardi di EUR nelle fognature. Il piano impone inoltre all'Italia di affrontare l'eccessiva frammentazione dei servizi pubblici di approvvigionamento dell'acqua attraverso incentivi alla fusione di entità, in particolare lungo i bacini fluviali. Infine il piano include riforme che introducono incentivi adeguati per un uso sostenibile dell'acqua in agricoltura, in particolare attraverso l'uso del sistema comune di monitoraggio degli usi dell'acqua (SIGRIAN).

La componente 4 della missione 2 contiene inoltre alcune misure volte a sostenere la protezione della biodiversità. Tale componente riguarda misure di sostegno alle attività di ricerca e monitoraggio legate al ripristino delle risorse marine (400 milioni di EUR), allo sviluppo dei boschi urbani e periurbani (330 milioni di EUR) e alla "rinaturalizzazione" di parti della zona del Po (357 milioni di EUR).

Tenendo conto della valutazione di tutte le misure previste, ci si aspetta che il piano per la ripresa e la resilienza fornirà, in larga misura, un contributo significativo alla transizione verde per affrontare le sfide che ne derivano e assicura che quanto meno il 37 % della sua dotazione totale contribuisca all'obiettivo climatico. Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio 2.5 dell'allegato V del regolamento RRF.

4.6.Transizione digitale 

La presente sezione valuta se e in che misura le misure proposte soddisfano gli elementi corrispondenti al criterio di valutazione 2.6 dell'allegato V del regolamento RRF. In particolare valuta se la metodologia per la marcatura digitale di cui all'allegato VII del regolamento RRF è stata applicata correttamente e se le misure del piano per la ripresa e la resilienza che contribuiscono effettivamente alla transizione digitale o ad affrontare le sfide che ne derivano, rappresentano un importo pari ad almeno il 20 % della dotazione totale del piano.

Marcatura digitale

La missione principale che contribuisce alla transizione digitale è la missione 1 concernente "Digitalizzazione, innovazione e competitività economica e cultura" (valore complessivo stimato: 40 291 milioni di EUR). Tale missione contiene una vasta serie di misure che contribuiscono alla transizione digitale per un importo stimato a circa 28 276 milioni di EUR e che rappresenta il 58,8 % dell'obiettivo digitale del piano. Diverse misure di tale missione contribuiscono alla transizione digitale attraverso un'ampia serie di interventi, che spaziano da misure volte a migliorare la connettività a misure destinate a migliorare la digitalizzazione della pubblica amministrazione e delle imprese.

La componente M1C1 "Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella pubblica amministrazione" (valore complessivo stimato: 9 722 milioni di EUR) contiene misure che contribuiscono all'obiettivo digitale per un importo totale stimato di 7 050 milioni di EUR. Questa componente comprende misure per un totale di 6 143 milioni di EUR, destinate in particolare a: i) dotare la pubblica amministrazione di infrastrutture digitali avanzate, promuovere l'adozione di soluzioni cloud e rafforzare la cybersicurezza; ii) razionalizzare e armonizzare i centri di calcolo della pubblica amministrazione; iii) garantire l'interoperabilità delle banche dati della pubblica amministrazione in vista dell'attuazione del "principio una tantum" e l'accessibilità dei dati attraverso un catalogo di API (interfacce di programmazione di applicazioni); iv) migliorare la disponibilità, l'efficienza e l'accessibilità di tutti i servizi pubblici digitali, affrontare il divario digitale e rafforzare le competenze digitali dei cittadini. Inoltre il terzo asse della componente M1C1 relativo a "Innovazione organizzativa del sistema giudiziario" contiene misure stimate ammontare a 2,3 miliardi di EUR volte a rafforzare la capacità amministrativa e digitale degli uffici giudiziari, anche al fine di sostenere ulteriormente la digitalizzazione delle procedure giudiziarie. 

La componente M1C2 "Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo" (valore complessivo stimato: 23 895 milioni di EUR) contiene un numero significativo di misure che contribuiscono al conseguimento dell'obiettivo digitale per un importo totale stimato di 20 395 milioni di EUR. Tale componente comprende in particolare i) misure che contribuiscono all'obiettivo digitale per un totale di 11 422 milioni di EUR, volte a sostenere la transizione digitale e l'innovazione del sistema produttivo attraverso incentivi agli investimenti in tecnologie all'avanguardia e 4.0, nonché in ricerca, sviluppo e innovazione; ii) misure che contribuiscono all'obiettivo digitale per un totale di 8 194 milioni di EUR, volte a favorire e facilitare la diffusione capillare delle reti ad altissima capacità, tra cui il 5G e la fibra, e le iniziative legate allo spazio; iii) misure che contribuiscono all'obiettivo digitale per un totale di 780 milioni di EUR, volte a promuovere lo sviluppo di catene di produzione innovative nonché ad aumentare la competitività delle imprese italiane.

Anche la componente M1C3 "Turismo e cultura 4.0" (valore complessivo stimato: 6 675 milioni di EUR) contiene misure che contribuiscono al conseguimento dell'obiettivo digitale per un importo totale stimato di 830 milioni di EUR. Rientra in tale contesto lo sviluppo di un piano nazionale per la digitalizzazione del patrimonio culturale, un sistema di certificazione dell'identità digitale per il patrimonio culturale, un'infrastruttura cloud, servizi di infrastruttura software per il patrimonio culturale, un polo digitale turistico, così come lo sviluppo di capacità per gli operatori culturali affinché sappiano gestire la transizione digitale.

La seconda missione che contribuisce significativamente al conseguimento dell'obiettivo digitale è la missione 4 concernente "Istruzione e ricerca" (valore complessivo stimato: 30 876 milioni di EUR). Tale missione contiene misure che contribuiscono all'obiettivo digitale per un importo totale stimato di 7 483 milioni di EUR, pari al 15,6 % dell'obiettivo digitale del piano. Le misure che contribuiscono al conseguimento dell'obiettivo digitale rientranti nella componente M4C1 "Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università" e stimate ammontare a 3 673 milioni di EUR in totale comprendono in particolare l'investimento in Scuole 4.0, l'investimento sull'insegnamento digitale e sulla formazione sulla trasformazione digitale per il personale scolastico, nonché la misura sull'insegnamento e sulle competenze universitarie avanzate. Le misure che contribuiscono al conseguimento dell'obiettivo digitale rientranti nella componente M4C2 "Dalla ricerca all'impresa" e stimate ammontare a 2 464 milioni di EUR in totale comprendono in particolare la creazione di un fondo per la costruzione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione e la misura relativa ai partenariati estesi a università, centri di ricerca, imprese nonché il finanziamento di progetti di ricerca di base.

La terza missione che contribuisce significativamente al conseguimento dell'obiettivo digitale è la missione 6 sulla "Salute" (valore complessivo stimato: 15 626 milioni di EUR). Tale missione contiene misure che contribuiscono all'obiettivo digitale per un importo totale di 4 403 milioni di EUR, pari al 9,2 % dell'obiettivo digitale del piano. Tali misure sono comprese in particolare nella componente M6C2 "Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale", come nel caso dell'aggiornamento digitale delle attrezzature tecnologiche degli ospedali (4 052 milioni di EUR) e degli investimenti destinati a rafforzare l'infrastruttura tecnologica e gli strumenti per la raccolta e l'elaborazione di dati, l'analisi di dati e la simulazione a livello centrale del sistema sanitario italiano per migliorare l'efficienza nella pianificazione e nella diffusione dei servizi sanitari (valore stimato a 1 673 milioni di EUR). Anche l'investimento "assistenza domiciliare come primo punto di assistenza per i cittadini" rientrante nella componente M6C1 contribuisce al conseguimento dell'obiettivo digitale per un importo totale stimato di 1 600 milioni di EUR. 

Anche le altre tre missioni, la missione 3 "Infrastrutture per una mobilità sostenibile", la missione 5 "Inclusione e coesione" e la missione 2 "Rivoluzione verde e transizione ecologica" contengono misure che contribuiscono al conseguimento dell'obiettivo digitale, stimate rispettivamente ammontare a 3 330 milioni di EUR (6,9 % dell'obiettivo digitale del piano), 2 695 milioni di EUR (5,6 % dell'obiettivo digitale del piano) e 1 908 milioni di EUR (4,0 % dell'obiettivo digitale del piano).

Riassumendo, il piano contiene misure che contribuiscono efficacemente alla transizione digitale che rappresentano un importo pari a 48 094 milioni di EUR per la transizione digitale che, in base alla metodologia per la marcatura digitale di cui all'allegato VII del regolamento RRF, rappresenterebbe il 25,1 % della dotazione totale del piano in sovvenzioni e prestiti. Il contributo digitale di ciascuna delle componenti del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia è riportato nella tabella 4.5.3.

Tabella 4.5.3: % di contributo digitale per componente. Componente

Costo

(milioni di EUR)

Contributo all'obiettivo digitale (milioni di EUR)

Contributo all'obiettivo digitale (percentuale)

M1C1. Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA

9 722

7 050

3,7 %

M1C2. Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo

23 895

20 395

10,7 %

M1C3. Turismo e cultura 4.0

6 675

830

0,4 %

M2C1. Economia circolare e agricoltura sostenibile

5 265

446

0,2 %

M2C2. Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile

23 778

1 444

0,8 %

M2C3. Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

15 362

-

0,0 %

M2C4. Tutela del territorio e della risorsa idrica

15 054

18

0,0 %

M3C1. Investimenti sulla rete ferroviaria

24 767

2 970

1,6 %

M3C2. Intermodalità e logistica integrata

630

360

0,2 %

M4C1. Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università 

19 436

3 573

1,9 %

M4C2. Dalla ricerca all'impresa

11 440

3 910

2,0 %

M5C1. Politiche per il lavoro

6 660

2 420

1,3 %

M5C2. Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore 

11 216

275

0,1 %

M5C3. Interventi speciali per la coesione territoriale

1 975

-

0,0 %

M6C1. Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale 

7 000

1 280

0,7 %

M6C2. Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale 

8 626

3 123

1,6 %

Totale

191 499

48 094

25,1 %

Transizione digitale

Ci si attende che il piano contribuisca alla transizione digitale dell'Italia e nel complesso sembra essere allineato con gli obiettivi chiave della strategia digitale dell'Unione e con le priorità relative al digitale stabilite dalla Commissione nella strategia annuale per la crescita sostenibile 2021. Tali misure sostengono le iniziative faro europee "Connect" (connettere), "Modernise" (modernizzare), "Scale-up" (espandere) e "Reskill and upskill" (riqualificare e aggiornare le competenze). Il piano comprende un'ampia serie di misure volte a: i) migliorare la connettività, accelerando la diffusione di reti ad altissima capacità, in particolare le reti 5G e in fibra; ii) migliorare la digitalizzazione della pubblica amministrazione, dei sistemi giudiziario, sanitario e dell'istruzione, nonché della cultura e del turismo; iii) promuovere la digitalizzazione delle imprese italiane prestando particolare attenzione all'Industria 4.0; iv) affrontare la dimensione del capitale umano anche in relazione a competenze digitali di base e nuove competenze per studenti e la forza lavoro; v) sostenere, anche se in misura più limitata, lo sviluppo e la diffusione di tecnologie digitali avanzate.

Nel complesso, ci si aspetta che tali misure contribuiscano a migliorare la competitività e la resilienza dell'economia italiana, garantendo allo stesso tempo l'inclusività. Inoltre si prevede che tali misure agevolino un cambiamento trasformativo e abbiano un impatto duraturo.

Connettività

L'Italia sta approfittando del dispositivo per la ripresa e la resilienza per conseguire gli obiettivi digitali europei per il 2030 in relazione alla connettività. La misura di investimento nella banda larga di cui alla componente M1C2, che ammonta a 3,8 miliardi di EUR, mira a portare la connettività Gigabit alle zone grigie e alle famiglie sparse nelle zone nere. Nel quadro del piano italiano per la banda ultralarga, e con risorse nazionali complementari, tali azioni, se attuate in maniera efficace, dovrebbero garantire l'obiettivo di fornire a tutte le famiglie una connettività Gigabit entro il 2030. Ulteriori sottomisure (per un importo pari a 0,8 miliardi di EUR) mirano a garantire la connettività a velocità Gigabit a scuole pubbliche, ospedali e isole remote. Ci si attende inoltre che il piano potenzi la copertura delle reti 5G. In particolare prevede investimenti nei settori soggetti a fallimenti del mercato (M1C2, 2 miliardi di EUR) per portare la connettività 5G a tutte le famiglie. Ulteriori interventi per 420 milioni di EUR sono previsti per la realizzazione dei corridoi 5G (con l'obiettivo di facilitare l'introduzione della guida autonoma) lungo 2 645 km di strade (alcuni transfrontalieri) nonché per portare la copertura 5G a 10 000 km di strade extraurbane (600 milioni di EUR). Infine le misure per la copertura capillare 5G sono estese alle comunità rurali locali per sostenere servizi pubblici più efficienti. Gli investimenti sono ambiziosi e tengono conto della specificità del paesaggio italiano; la loro rapida attuazione apporterebbe benefici significativi soddisfacendo le condizioni chiave per una transizione digitale diffusa in tutta l'economia e la società.

Digitalizzazione delle imprese

Il piano si occupa della digitalizzazione delle imprese concentrandosi sulla promozione dell'adozione delle tecnologie di Industria 4.0. In particolare, la componente M1C2 comprende "Transizione 4.0", un sistema di crediti d'imposta destinato a sostenere e accelerare la trasformazione digitale delle imprese italiane. Il regime si basa su una misura esistente, che tuttavia è stata significativamente modificata ed estesa nella sua portata, anche in risposta alla crisi COVID-19. La quota del regime finanziata nel contesto del dispositivo per la ripresa e la resilienza, avente un valore totale di 13,4 miliardi di EUR, comprende crediti d'imposta per: i) beni materiali 4.0 (8,9 miliardi di EUR); ii) beni immateriali 4.0 (1,9 miliardi di EUR), iii) attività di formazione 4.0 (0,3 miliardi di EUR), iv) beni strumentali immateriali tradizionali (0,3 miliardi di EUR); e v) ricerca, sviluppo e innovazione (2,0 miliardi di EUR) 55 .

L'attuazione efficace dei processi di trasformazione digitale richiede un'azione globale che ponga lo sviluppo di capacità al centro degli investimenti. La misura Transizione 4.0 sostiene l'acquisizione di beni materiali e immateriali 4.0 e, in una certa misura, la formazione in materia di competenze digitali. Nella fase di attuazione, un effetto veramente trasformativo può essere conseguito collegando l'acquisizione di beni strumentali a investimenti a favore del miglioramento delle competenze e della riqualificazione della forza lavoro, compresa la riqualificazione dei proprietari di imprese, nonché all'offerta di opportunità di apprendistato per i giovani. Rafforzare le capacità in termini di cybersicurezza in relazione agli investimenti tecnologici costituisce un ulteriore fatto importante da prendere in considerazione nella fase di attuazione (cfr. anche sezione 4.11).

Ulteriori misure concernenti gli aspetti digitali contenuti nel piano. Oltre a "Transizione 4.0", gli aspetti digitali sono inclusi in misure destinate a promuovere lo sviluppo di catene di produzione innovative e la competitività delle imprese italiane (M1C2, 1 900 milioni di EUR) oppure in misure aventi una portata settoriale (ad esempio nel settore dell'agricoltura, nel quadro della componente M2C1, 160 milioni di EUR). Le misure sostengono altresì in parte la transizione digitale del settore audiovisivo (M1C3, 155 milioni di EUR).

Il piano comprende inoltre misure destinate a rafforzare i servizi di sostegno e la collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca. Le misure previste nella componente M4C2 sostengono l'adozione delle tecnologie digitali da parte delle imprese rafforzando i centri di trasferimento di tecnologie come i centri di competenza esistenti e la rete dei poli europei dell'innovazione digitale, nonché incoraggiando la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese (per un totale di circa 1,7 miliardi di EUR).

Capitale umano

Il piano prevede investimenti per ridurre il divario in materia di competenze digitali tra la popolazione italiana, come condizione per rafforzare l'inclusione sociale. Alle esigenze digitali della popolazione in generale e delle persone a rischio di esclusione è destinato l'investimento di 135 milioni di EUR della componente M1C1 in una rete di 2 400 nodi di servizi di facilitazione digitale, ossia punti di accesso che forniscono formazione in presenza e online in materia di competenze digitali. Si prevede che le azioni di tali nodi saranno rafforzate dai fondi FSE+ e saranno coordinate nel quadro della strategia nazionale per le competenze digitali. Inoltre il piano rafforza il "Servizio civico digitale" (M1C1, 60 milioni di EUR), un'iniziativa che mobiliterà i giovani volontari del servizio civico per progetti dedicati alla formazione di persone a rischio di esclusione digitale (in particolare gli anziani).

L'avanzato sviluppo delle competenze digitali è affrontato nel contesto di misure di più ampia portata con l'obiettivo di sostenere un mercato del lavoro in transizione. Il piano contribuirà a migliorare l'offerta accademica nel settore delle tecnologie digitali e ad aumentare la capacità del sistema di istruzione superiore di fornire istruzione digitale a studenti universitari e lavoratori (M4C1, 500 milioni di EUR). Inoltre il piano finanzierà corsi di dottorato in nuove tecnologie per soddisfare le esigenze delle imprese innovative, che finanzieranno parte dei costi (M4C2, 600 milioni di EUR, di cui 240 milioni di EUR che contribuiscono al digitale).

Il piano include un'ambiziosa riforma dei servizi pubblici per l'impiego (M5C1, 4,4 miliardi di EUR), che comprende le competenze digitali per i lavori del XXI secolo. Le misure destinate a potenziare il sistema duale (offrendo opportunità di apprendistato) e a promuovere il servizio civile tra i giovani possono favorire l'acquisizione di competenze legate alle tecnologie digitali e promuovere l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. L'impatto di tali misure sulla transizione digitale dipenderà dal modo in cui tali misure saranno attuate. Sono stati introdotti obiettivi dedicati per monitorare il numero di persone che beneficiano della formazione in materia di competenze digitali sostenuta dal programma "Garanzia Occupabilità dei Lavoratori" (GOL), con mira a formare 300 000 persone specificamente in materia di competenze digitali su un totale di 800 000 persone.

Ulteriori misure del piano sono volte a garantire la formazione in materia di competenze digitali per il personale del settore pubblico. Nel contesto degli investimenti e delle riforme per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, il piano istituirà un sistema di corsi online aperti e di massa sulle competenze chiave, comprese le competenze digitali per i dipendenti pubblici (M1C1, 139 milioni di EUR). Per gli insegnanti, la componente M4C1 prevede la formazione in materia di competenze digitali e insegnamento digitale (800 milioni di EUR) nel quadro del piano nazionale Scuola digitale. Infine la componente M6C2 (300 milioni di EUR) offre ai medici, nel quadro del rafforzamento della cartella clinica elettronica, sostegno alla formazione per aiutarli a compilare tali cartelle cliniche.

Pubblica amministrazione elettronica e servizi pubblici digitali

Il piano prevede un ambizioso programma di digitalizzazione della pubblica amministrazione. Nel contesto della componente M1C1 sono previsti investimenti per 1,9 miliardi di EUR destinati a costruire un'infrastruttura cloud nazionale sicura per la pubblica amministrazione e la migrazione del sistema informatico della pubblica amministrazione locale e centrale verso un sistema basato su cloud per una fornitura più efficiente e sicura dei servizi pubblici. Sono previste misure per ulteriori 2,0 miliardi di EUR destinate a migliorare la fruibilità dei servizi pubblici online (interoperabilità, accessibilità e opzioni mobili) nonché per completare piattaforme digitali essenziali quali SPID e ANPR (ossia la piattaforma per l'identità elettronica e il registro anagrafico). Sono previsti 623 milioni di EUR per rafforzare la cybersicurezza, nonché l'istituzione di una nuova Agenzia nazionale per la cybersicurezza, che sarà altresì incaricata di sostenere lo sviluppo delle imprese di cybersicurezza in Italia. Infine il piano prevede il rafforzamento del back-office e del front-office digitale delle principali amministrazioni pubbliche centrali (611 milioni di EUR).

Ulteriori investimenti settoriali sono previsti per sostenere la digitalizzazione della giustizia, in particolare nel contesto del rafforzamento dell'"Ufficio del processo", che ha tra i suoi compiti la digitalizzazione degli archivi giudiziari (2,3 miliardi di EUR in M1C1).

Nel settore sanitario, il piano mira ad affrontare le sfide legate alla COVID investendo sul completamento della cartella clinica elettronica, sulla sua interoperabilità tra i sistemi sanitari regionali e sullo sfruttamento dei dati generati dal suo utilizzo per il miglioramento del monitoraggio dei rischi sanitari (M6C1, 1,6 miliardi di EUR). Gli investimenti in soluzioni di telemedicina e gli aggiornamenti digitali degli ospedali e delle attrezzature diagnostiche completeranno l'investimento sulla cartella clinica elettronica (M6C1 e M6C2, 2,6 miliardi di EUR).

Nel settore dell'istruzione l'Italia prevede di integrare le misure comprese nel piano (M4C1, 2,1 miliardi di EUR) con il sostegno di altri programmi dell'Unione (FESR, REACT-EU) e risorse nazionali per realizzare la digitalizzazione di aule e processi amministrativi e il cablaggio interno.

Le misure per la digitalizzazione riguardano anche i settori della cultura e del turismo, con l'avvio di una strategia e di una piattaforma per la digitalizzazione del patrimonio culturale e di un polo del turismo digitale sotto forma di sportello unico tanto per i turisti quanto per gli operatori turistici.

Infine il piano prevede l'estensione della copertura del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS) a 3 400 km di rete ferroviaria. L'ERTMS consentirà l'interoperabilità con altre reti ferroviarie europee nonché un miglioramento delle prestazioni dei sistemi ferroviari in termini di sicurezza, capacità e manutenzione.

Investimenti nelle capacità digitali e nella diffusione di tecnologie avanzate

Il piano contempla alcuni investimenti a favore delle capacità digitali e della diffusione di tecnologie avanzate. Una misura importante mira a sostenere lo sviluppo della catena del valore strategica della microelettronica investendo in substrati di carburo di silicio, che costituisce un fattore di produzione necessario per la produzione di semiconduttori nonché un elemento fondamentale per la mobilità elettrica e la conversione dell'energia solare (M1C2, 340 milioni di EUR). La misura contribuirebbe all'autonomia strategica aperta dell'Europa. Ulteriori investimenti in tecnologie digitali avanzate sono legati all'infrastruttura cloud per la pubblica amministrazione (di cui sopra).

L'importante investimento nell'economia dello spazio mira ad aumentare la capacità tecnologica digitale dell'Italia. La sottomisura SatCom (M1C2, 385 milioni di EUR) intende sviluppare un sistema sicuro (con distribuzione quantistica delle chiavi) di satelliti di telecomunicazione in condizioni di emergenza. Un'ulteriore sottomisura mira ad aumentare la capacità di osservazione avanzata della Terra (417 milioni di EUR) con una nuova costellazione di satelliti i cui risultati saranno altresì messi a disposizione di terzi su richiesta. Un'altra sottomisura (235 milioni di EUR) prevede un potenziamento del processo di fabbricazione di satelliti secondo il paradigma Industria 4.0. L'ultima sottomisura (450 milioni di EUR) mira infine ad aumentare la capacità di tracciare i detriti spaziali anche attraverso l'uso dell'intelligenza artificiale.

Investimenti in ricerca e sviluppo legati al digitale

Il piano comprende alcune misure volte a promuovere la ricerca e lo sviluppo nel settore delle tecnologie digitali avanzate. La misura relativa ai leader nazionali sulle tecnologie emergenti chiave (M4C2, 1,6 miliardi di EUR) prevede di investire i centri di ricerca nazionali su alcune tecnologie digitali chiave (quali l'intelligenza artificiale, il calcolo ad alte prestazioni, il calcolo quantistico, a seconda dei risultati degli inviti a presentare proposte). Il sostegno ai partenariati per la ricerca e l'innovazione (M4C2, 200 milioni di EUR) potrebbe comprendere i partenariati sulle tecnologie digitali chiave e sul calcolo ad alte prestazioni. Il piano prevede un sostegno finanziario a favore di progetti IPCEI approvati e potenziali (M4C2, 1,5 miliardi di EUR), mentre una parte dei finanziamenti si prevede sosterrà la microelettronica nonché le infrastrutture e i servizi cloud di prossima generazione.

Conclusione

Tenendo conto della valutazione di tutte le misure previste, ci si attende che il piano per la ripresa e la resilienza fornirà, in larga misura, un contributo significativo alla transizione digitale per affrontare le sfide che ne derivano e assicura che quanto meno il 20 % della sua dotazione totale contribuisca a sostenere obiettivi digitali. Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio 2.6 dell'allegato V del regolamento RRF.

4.7.Impatto duraturo del piano 

Il rafforzamento della capacità amministrativa è fondamentale per liberare il pieno potenziale del programma di investimenti e riforme.

Ci si attende che un'ampia serie di riforme pianificate in settori strategici cruciali affronti strozzature di lunga data e acceleri l'attuazione del progetto. L'agenda delle riforme e degli investimenti sarà gestita attraverso un approccio in due fasi. L'attenzione iniziale si concentrerà sullo snellimento dei processi amministrativi e su altre misure urgenti, da adottare prima del 2022, per evitare che strozzature a livello di processi impediscano l'attività di investimento e il pieno e tempestivo assorbimento dei finanziamenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza in futuro. Il secondo pilastro riguarda l'attuazione delle riforme strutturali chiave, che saranno garantite attraverso l'adozione della legislazione primaria e derivata nel periodo successivo al 2022. L'impatto di entrambi i tipi di riforme dovrebbe superare di gran lunga la fase di attuazione del piano.

Disporre di una pubblica amministrazione efficace è la chiave per la riuscita dell'attuazione del piano. Un funzionamento migliore della pubblica amministrazione sosterrà l'attuazione del piano e aumenterà la qualità e l'offerta di servizi pubblici. Ciò andrà a beneficio tanto delle imprese quanto dei cittadini e in particolare a livello locale e al Sud, affrontando così anche il divario territoriale. La riforma del pubblico impiego e del suo processo di assunzione preparerà meglio il personale e i decisori alle sfide in sospeso e li aiuterà ad adattare maggiormente i servizi pubblici alle esigenze di imprese e cittadini. Un'ambiziosa agenda di semplificazione che mira tra l'altro ad abbreviare e semplificare le procedure di gara e associata a un investimento considerevole in soluzioni digitali, aumenterà significativamente il ritmo e migliorerà l'efficacia della pubblica amministrazione. Le misure di riforma di cui sopra saranno cruciali per un'attuazione affidabile del piano, ma andranno altresì a vantaggio del contesto imprenditoriale generale e sviluppano quindi effetti positivi e duraturi che si estendono ben oltre l'orizzonte del piano.

Ci si aspetta che le riforme strutturali di bilancio migliorino la sostenibilità delle finanze pubbliche e sostengano la crescita. È probabile che la riforma della revisione della spesa aumenti l'efficienza e sposti la spesa pubblica verso una composizione maggiormente favorevole alla crescita. Inoltre la capacità di programmazione finanziaria e la disciplina fiscale dell'amministrazione centrale saranno rafforzate, rendendo allo stesso tempo più trasparente la quantità e la qualità globale dei servizi pubblici. Il completamento della riforma del federalismo fiscale dovrebbe migliorare la trasparenza delle relazioni fiscali tra i vari livelli della pubblica amministrazione e promuovere l'efficienza della spesa a livello subnazionale. L'introduzione di un sistema di contabilità per competenza per tutti i livelli della pubblica amministrazione faciliterà probabilmente il monitoraggio delle finanze pubbliche. Infine la riforma dell'amministrazione fiscale dovrebbe rafforzare l'adempimento degli obblighi fiscali e migliorare l'efficacia dell'orientamento di verifiche e controlli, rafforzando così la lotta contro l'evasione fiscale.

Ci si aspetta che la transizione verde e quella digitale nonché gli investimenti nel sistema di istruzione e ricerca aumentino la produttività e la crescita potenziale.

La transizione verde contribuisce al conseguimento di un percorso di crescita che sia resiliente, inclusivo e sostenibile. Gli investimenti a favore delle energie rinnovabili, dell'efficienza energetica, della gestione delle acque e della protezione dell'ambiente mirano a contribuire alla sostenibilità e alla lotta contro i cambiamenti climatici. Complessivamente 70,9 miliardi di EUR del piano sono stanziati a favore di investimenti verdi e destinati ad aumentare il ritmo della transizione verde. Tali investimenti si ripagheranno nel lungo termine attraverso il risparmio di combustibili e i bassi livelli di inquinamento derivanti da tecnologie a basse emissioni e da infrastrutture moderne, intelligenti e pulite. Inoltre il piano offre nuove opportunità alle imprese e alle famiglie esposte, in particolare nelle regioni e nelle comunità vulnerabili, per assicurare una transizione giusta.

Le imprese e i cittadini possono beneficiare di un aumento degli investimenti nella digitalizzazione, dato che le nuove tecnologie costituiscono la chiave per fornire sostenibilità economica, sociale e ambientale. La digitalizzazione è vista come uno shock sul versante della tecnologia o dell'offerta con profondi effetti in termini di efficienza, produttività e occupazione e l'uso intensificato di tecnologie digitali è destinato a cambiare il modo in cui le pubbliche amministrazioni, le imprese e i cittadini interagiscono. Dato che l'adozione di soluzioni digitali tra cittadini e imprese è ancora relativamente bassa nella fase iniziale del piano, l'impatto a lungo termine degli investimenti digitali dovrebbe essere sostanziale. Il piano stanzia 48 066 milioni di EUR a favore di investimenti digitali in un'ampia serie di settori e potrebbe attirare ulteriori investimenti privati, con effetti positivi che vanno oltre l'impatto economico immediato. Al fine di assicurare un impatto duraturo delle misure volte a rafforzare la digitalizzazione dei settori produttivi, è altresì importante creare legami forti tra gli investimenti nelle tecnologie digitali da parte delle imprese, la formazione e le politiche in materia di occupazione (ad esempio opportunità di apprendistato).

Le riforme e gli investimenti pianificati nei settori dell'istruzione e della ricerca presentano il potenziale per migliorare la qualità del capitale umano nel lungo termine. Il piano comprende misure destinate ad aumentare la qualità dell'istruzione primaria e secondaria, in particolare innalzando i requisiti minimi per accedere alla carriera di insegnante e fornendo una formazione al personale docente esistente per dare alle prossime generazioni una comprensione approfondita della doppia transizione. Le riforme che si rivolgono all'istruzione terziaria, prevedono la revisione dei gruppi di laurea e dei programmi di dottorato, mentre il settore della ricerca si impegnerà a favore di una maggiore mobilità tra centri di ricerca privati e pubblici. Tali misure sostenute da investimenti significativi nella promozione di nuove iniziative di ricerca dovrebbero migliorare notevolmente il livello medio di istruzione delle generazioni più giovani e quindi la qualità del capitale umano anche oltre l'orizzonte del piano. Inoltre il ritmo dello sviluppo e della diffusione delle nuove tecnologie è destinato ad aumentare e a rendere l'economia italiana più competitiva.

Riforme strutturali efficaci sono destinate ad aumentare e sostenere lo stimolo agli investimenti.

Le riforme strutturali sono destinate a produrre effetti positivi nel lungo termine sull'offerta, migliorando l'efficienza attraverso una concorrenza più intensa. Ci si attende che le riforme del mercato del lavoro che mirano ad aumentare i tassi di partecipazione o le misure per potenziare la concorrenza aumentino l'offerta di lavoro e generino guadagni in termini di efficienza. Nella pratica, il piano prevede tra l'altro di migliorare il contesto imprenditoriale generale delle imprese riducendo gli ostacoli alla concorrenza attraverso le leggi annuali sulla concorrenza. Attraverso l'uso rafforzato di procedure di gara competitive per aggiudicare i contratti di servizio, l'efficienza in settori quali il trasporto e la gestione delle risorse idriche miglioreranno strutturalmente. L'eliminazione graduale di prezzi regolamentati e una maggiore concorrenza nel mercato dell'energia al dettaglio andranno a beneficio dei consumatori e renderanno le imprese più competitive. Una maggiore concorrenza interna contribuirà probabilmente anche a consentire alle imprese italiane di mantenere o guadagnare un vantaggio competitivo all'estero.

Il piano porrà le relazioni delle amministrazioni aggiudicatrici con le imprese private su fondamenta nuove e reciprocamente vantaggiose. Gli appalti pubblici sono un prerequisito per la crescita economica e gli investimenti pubblici. Il piano rivedrà le procedure di appalto pubblico in maniera globale, dall'avvio delle procedure di gara, attraverso l'aggiudicazione dei contatti di fornitura pubblica fino al regolamento più tempestivo dei pagamenti. Di conseguenza il miglioramento dell'offerta e della qualità dei servizi pubblici risponderà meglio alle esigenze dei cittadini e sosterrà la trasparenza e l'efficienza della spesa pubblica, contribuendo anche a una maggiore responsabilizzazione sociale. Inoltre crea un ambiente favorevole alla crescita guidata dal settore privato, fungendo da catalizzatore per lo sviluppo del settore privato aprendo l'accesso a opportunità commerciali, migliorando il contesto imprenditoriale e di investimento, aumentando la concorrenza e promuovendo la crescita economica. Procedure di appalto trasparenti ed efficienti e il pagamento tempestivo dei fornitori aiuteranno la pubblica amministrazione a ottenere un buon rapporto qualità/prezzo e a massimizzare il risultato per i cittadini in termini di maggiore benessere umano e crescita economica, fornendo allo stesso tempo alle imprese una maggiore prevedibilità delle decisioni di investimento e dei flussi di cassa e sostenendo lo sviluppo delle imprese.

Le riforme del sistema giudiziario rafforzeranno la certezza del diritto e sosterranno il cambiamento strutturale nel lungo termine. Le riforme pianificate, compresa l'organizzazione interna del sistema giudiziario, hanno il potenziale di ridurre gli arretrati in termini di procedimenti nonché la lunghezza dei procedimenti civili, fornendo così una maggiore certezza del diritto e prevedibilità delle decisioni giuridiche. Ad esempio ciò fornirà alle imprese e agli investitori una maggiore affidabilità di pianificazione in caso di procedure di insolvenza e aiuterà le imprese e gli investitori a liberare il capitale bloccato, che può essere utilizzato nel lungo termine per sforzi commerciali più produttivi. Inoltre la riduzione della durata dei procedimenti penali dovrebbe rafforzare la lotta contro la corruzione. È probabile che tali misure strutturali sosterranno la crescita degli investimenti aziendali anche ben oltre la fine dell'attuazione del piano.

Ci si attende che il piano aiuti l'economia italiana a riprendersi dallo shock generato dalla pandemia e ad affrontare le profonde sfide strutturali a lungo termine che la pandemia di COVID‑19 ha intensificato.

Le misure incluse nel piano affrontano la carenza strutturale degli investimenti e le cause profonde degli ostacoli strutturali di lunga data alla crescita. La rapida adozione di misure destinate ad eliminare gli ostacoli agli investimenti, sostenuta ulteriormente da un sostegno tecnico continuo fornito dalla Commissione e ispirato dalle migliori pratiche, è destinata a garantire un'attuazione efficace del piano entro il 2026. Le riforme orizzontali, come quelle concernenti la pubblica amministrazione, la giustizia, il contesto strutturale fiscale, il contesto imprenditoriale e l'istruzione affrontano gli ostacoli alla crescita nel lungo termine, come individuato nelle raccomandazioni specifiche per paese del 2019 e del 2020. Sono concepite per affrontare i vari fattori determinanti della bassa competitività e della crescita stagnante della produttività dell'Italia. Inoltre il programma d'investimento delineato nel piano affronta la necessità di maggiori investimenti pubblici in settori cruciali quali la salute, i trasporti, la generazione e la distribuzione di energia e fornisce ulteriore sostegno alle imprese per affrontare con successo le sfide e sfruttare i vantaggi offerti dalle transizioni verde e digitale.

Nel complesso il piano rappresenta una serie completa e ambiziosa di riforme e investimenti il cui impatto dovrebbe estendersi oltre il periodo iniziale di attuazione. È probabile che l'impatto delle riforme e degli investimenti destinati ad aumentare la produttività si materializzi pienamente oltre il periodo di attuazione. Le riforme strutturali richiedono tempo per essere attuate, ma è probabile che forniscano guadagni sostanziali nel lungo termine in quanto a maggiore produttività e maggiore potenziale di crescita. Lo stesso vale per gli investimenti produttivi il cui effetto di stimolo della domanda nel breve termine è sostituito da effetti di offerta nel lungo termine. Secondo le stime della Commissione, il piano dovrebbe generare un effetto significativo di crescita. Questo dovrebbe portare l'economia italiana su un sentiero di crescita più elevata, con un PIL reale del 2,6 % più alto entro il 2026 rispetto a uno scenario senza piano per la ripresa e la resilienza, che sarà sostenuto nel medio e lungo termine.

Prendendo in considerazione tutte le riforme e gli investimenti previsti dall'Italia nel suo piano per la ripresa e la resilienza, la loro attuazione dovrebbe, in larga misura, determinare un cambiamento strutturale nell'amministrazione e nelle istituzioni pertinenti e avere un impatto duraturo. Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio 2.7 dell'allegato V del regolamento RRF.

4.8Traguardi, obiettivi, monitoraggio e attuazione 

Adeguatezza della struttura incaricata dell'attuazione del piano, del monitoraggio dei progressi e della comunicazione

I meccanismi di monitoraggio e comunicazione previsti sono ben definiti e in linea con le finalità previste. Oltre al sistema ordinario richiesto dalle normative nazionali per il corretto utilizzo delle risorse finanziarie, il piano prevede meccanismi e procedure specifici mirati in base alle peculiarità del dispositivo per la ripresa e la resilienza. In particolare il corretto adempimento dei traguardi e degli obiettivi è monitorato e valutato in particolare attraverso le funzioni assegnate alle strutture tecniche di coordinamento, sulla base dei dati forniti dai proprietari delle misure a livello locale, regionale e centrale. Tali strutture tecniche di coordinamento si riferiscono a quelle definite a livello delle amministrazioni centrali responsabili delle misure, nonché alla struttura centrale di coordinamento istituita presso il ministero dell'Economia e delle finanze (incaricata del controllo e della comunicazione, anche in vista della presentazione delle richieste di pagamento alla Commissione europea). Un organismo indipendente di audit verificherà poi il conseguimento di traguardi e obiettivi e la qualità dei dati sottostanti, assicurando la conservazione dei documenti e delle registrazioni di audit nonché delle risultanze corrispondenti. Infine il sistema di monitoraggio beneficerà di un nuovo sistema informatico integrato ("ReGiS") volto a garantire la raccolta e lo scambio elettronici di dati la cui introduzione è prevista per il 2022; fino ad allora, saranno utilizzati gli attuali sistemi utilizzati nel contesto dei fondi SIE e adeguatamente adattati alle caratteristiche del dispositivo per la ripresa e la resilienza. In particolare tali sistemi monitoreranno i progressi e il conseguimento di traguardi e obiettivi attraverso la creazione di pannelli di controllo di comunicazione basati sui dati raccolti in banche dati centralizzate.

Traguardi, obiettivi e indicatori

I traguardi e gli obiettivi del piano italiano presentano un'ampia portata e sono adeguati per monitorare l'attuazione del piano. I traguardi e gli obiettivi del piano italiano sembrano essere sufficientemente chiari e realistici nonché presentare un buon grado di ambizione. Sono progettati per riflettere adeguatamente tutti gli investimenti e tutte le riforme previste nel piano, comprese le fasi più rilevanti per la loro adozione e attuazione. Gli indicatori suggeriti sembrano essere pertinenti, accettabili e sufficientemente solidi. Da un lato, gli obiettivi sono per lo più quantitativi, legati ai risultati, specifici e pertinenti. Dall'altro, i traguardi coprono le fasi chiave nell'adozione delle riforme e i passi preparatori per l'avvio degli investimenti. Il numero complessivamente elevato di traguardi e obiettivi è considerato giustificato alla luce delle dimensioni e della complessità del piano; traguardi e obiettivi sembrano inoltre ben distribuiti lungo l'orizzonte del dispositivo. 

In generale i traguardi e gli obiettivi del piano sembrano relativamente ben distribuiti nel corso della durata del dispositivo. Nel 2026 si registra un picco nel numero di obiettivi, in ragione della natura di alcuni investimenti che richiedono tempo per essere completati, come nel caso delle infrastrutture di trasporto, della portata di alcuni investimenti che coinvolgono un gran numero di operatori nonché degli obiettivi finali per il completamento della maggior parte dei progetti. I traguardi e gli obiettivi delle riforme sono anticipati. Per quanto riguarda gli investimenti, i traguardi e gli obiettivi sono rinviati per i prestiti e piuttosto stabili per le sovvenzioni.

Modalità organizzative generali

Le modalità proposte individuano chiaramente gli organismi responsabili del monitoraggio e dell'attuazione del piano e ne definiscono le competenze e i compiti. Una cabina di regia è istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri, avente il compito principale di dirigere e monitorare l'attuazione globale del piano. Inoltre viene istituito un organo consultivo per il dialogo sociale, costituito da rappresentanti delle autorità locali e regionali, delle parti sociali e di altri portatori di interessi pertinenti. A livello tecnico, viene stabilito presso la presidenza del Consiglio dei ministri una segreteria incaricata di sostenere le attività della cabina di regia e dell'organo consultivo, affiancata da un'unità per la qualità della regolamentazione incaricata di individuare gli ostacoli nell'attuazione derivanti da questioni di natura regolamentare nonché di sviluppare proposte di soluzione. Un aspetto importante è dato dal fatto che presso il ministero dell'Economia e delle finanze è istituita una struttura centrale di coordinamento. Tale struttura è organizzata in unità operative con compiti e mansioni specifici con l'obiettivo di svolgere il coordinamento operativo e il monitoraggio del piano (anche in relazione a traguardi e obiettivi), il controllo della regolarità delle procedure e delle spese nonché le attività di comunicazione e la fornitura di sostegno tecnico e operativo alle fasi di attuazione del piano. Tale struttura centralizzata agisce da punto unico di contatto a livello nazionale, così come nelle interazioni con la Commissione europea. Inoltre per il sistema di controllo interno è stato istituito un organismo di audit, incaricato di verificare il conseguimento di traguardi e obiettivi nonché di proteggere gli interessi finanziari dell'Unione; la sua indipendenza è garantita da un'adeguata segregazione delle funzioni. Infine si prevede l'individuazione di strutture di coordinamento a livello di ciascuna amministrazione centrale responsabile delle misure incluse nel piano, incaricate della gestione, del monitoraggio, della comunicazione e del controllo dei relativi interventi, anche in relazione alla supervisione dell'attuazione e dei progressi compiuti in relazione al conseguimento di traguardi e obiettivi. Vengono introdotti meccanismi di esecuzione in caso di questioni di attuazione, anche attraverso l'attivazione di poteri sostitutivi nei confronti delle amministrazioni responsabili delle misure del piano, con l'obiettivo di garantire una consegna puntuale ed efficace dei progetti; inoltre sono previsti anche meccanismi ex ante per la risoluzione di conflitti. Il modello di governance, comprese le sue strutture e i relativi ruoli e responsabilità, è stato sancito in un atto giuridico adottato dal governo alla fine di maggio del 2021 (decreto legge 31 maggio 2021, n. 77), che contribuisce alla responsabilizzazione degli organismi coinvolti.

Sono previste azioni pertinenti destinate a rafforzare la capacità amministrativa, anche a livello locale, e a semplificare le procedure amministrative per garantire un'attuazione e un monitoraggio efficaci del piano. Al fine di rafforzare la capacità amministrativa, il piano prevede una serie di azioni, tra le quali la formazione volta a potenziare il capitale umano nonché assunzioni temporanee ad hoc destinate a sostenere interventi mirati e a fornire alle amministrazioni coinvolte le competenze necessarie, sancite altresì in un atto giuridico (decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80). Tali azioni saranno attuate attraverso le misure previste dal piano per la ripresa e la resilienza, ma anche attraverso risorse nazionali, tra le quali l'assunzione temporanea di 2 800 persone per le amministrazioni pubbliche del Sud dell'Italia (che andranno a rafforzare il capitale umano coinvolto nella pianificazione e nella spesa dei fondi UE) e per il personale di strutture e organismi vari. È prevista una serie di azioni aggiuntive per rafforzare la capacità amministrativa, in particolare la fornitura di sostegno tecnico e operativo alle amministrazioni nell'attuazione dei progetti, anche in particolare attraverso il rafforzamento degli organismi interni o pubblici e la messa a disposizione della possibilità di ricorrere a competenze esterne. Infine tali azioni sono accompagnate da misure volte a ridurre la burocrazia e a semplificare le procedure amministrative, anche nei settori dei contratti pubblici, della regolamentazione ambientale, dell'edilizia e dell'urbanistica e della riqualificazione urbana, misure sancite altresì da un atto giuridico (decreto legge 31 maggio 2021, n. 77).

Le modalità proposte dall'Italia nel suo piano per la ripresa e la resilienza sono adeguate e tali da garantire un monitoraggio e un'attuazione efficace del piano per la ripresa e la resilienza, inclusi il calendario previsto, i traguardi e gli obiettivi, e i relativi indicatori. Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio di valutazione 2.8 dell'allegato V del regolamento RRF.

4.9Definizione dei costi 

L'Italia ha presentato informazioni sulle stime dei costi per tutte le misure del piano che comportano un costo. Tutte le misure delle sei missioni e delle 16 componenti del piano comprendono una stima dei costi accompagnata da informazioni in merito alla modalità di calcolo della stessa, consistente in riferimenti.

Costi ragionevoli

I costi stimati sono ragionevoli e registrano variazioni in termini di volume e qualità delle informazioni a seconda delle misure. Il livello di dettaglio per quanto concerne la metodologia e le ipotesi fatte per conseguire tali stime di costo varia nel corso del piano. Per talune misure è presente una descrizione dettagliata e chiara delle metodologie e dei calcoli effettuati per stabilire i costi stimati e vengono forniti dati comparativi sui costi facendo riferimento a fonti specifiche prese come riferimento. Nella maggior parte dei casi si fa riferimento a progetti passati attuati in anni recenti, spesso finanziati dai fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE). In altri casi tali riferimenti assumono la forma di studi, valutazioni o persino di esperienze sviluppate nel settore privato. Per altre misure la descrizione delle stime dei costi è più concisa: la metodologia e i riferimenti su cui si basano le stime dei costi non sono esplicitati con lo stesso livello di dettaglio. Ciò accade in particolare nel caso degli investimenti in infrastrutture ferroviarie, per le quali le stime complessive sono comunque all'interno di un intervallo di valori plausibile.

Costi plausibili

I costi stimati sono plausibili, con metodologie e ipotesi utilizzate che variano a seconda delle misure. In alcuni casi la stima dei costi è raggiunta aggregando il costo stimato dei vari fattori di produzione richiesti per l'attuazione della misura in questione. In altri casi si giunge alla stima dei costi facendo riferimento a un costo unitario del risultato prodotto previsto dalla misura in questione, utilizzando una metodologia analoga alle opzioni semplificate in materia di costi impiegate per taluni progetti nel contesto dei fondi SIE. In un numero limitato di casi le metodologie e le ipotesi sono meno solide.

 Tutte le misure finanziate dal piano per la ripresa e la resilienza per l'Italia si riferiscono a costi intrapresi dopo il 1° febbraio 2020 e comportano costi non ricorrenti, fatte salve eccezioni debitamente giustificate. Sebbene alcune azioni siano state intraprese per alcune misure prima del 1° febbraio 2020, sono state incluse nel piano soltanto quelle iniziate dopo il 1° febbraio 2020 e per le quali la totalità dei costi è registrata dopo tale data. Inoltre alcuni costi quali le spese del personale classificate tra la spesa corrente nel sistema europeo dei conti 2010 saranno finanziati considerando la loro natura strettamente temporanea, il loro stretto legame con l'attuazione di un investimento specifico o di una riforma specifica del piano e la loro sostenibilità (ad esempio, giustizia). Tutti i costi sono quindi pienamente in linea con l'articolo 5, paragrafo 1, del regolamento RRF.

Nessun doppio finanziamento da parte dell'Unione

Le stime dei costi del piano forniscono un livello accettabile di garanzia in merito al rischio di doppio finanziamento. In termini di programmazione, la potenziale sovrapposizione tra il piano per la ripresa e la resilienza, i fondi SIE e il meccanismo per collegare l'Europa è significativa. Per questo motivo, per un numero significativo di misure, è presente un riferimento che indica che una parte del progetto è stata o si prevede sarà finanziata da altre fonti di bilancio europee, in particolare al Sud del paese. Il principio di addizionalità e complementarietà dei finanziamenti di cui all'articolo 9 del regolamento RRF prevede che le riforme e i progetti di investimento finanziati dal dispositivo per la ripresa e la resilienza possano ricevere sostegno da altri programmi e strumenti dell'Unione, purché tale sostegno non copra i medesimi costi. In alcuni casi le informazioni fornite dal piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia fanno riferimento a tipi specifici di costi che dovrebbero essere finanziati dai vari programmi dell'Unione, ma i dettagli non sono sempre sufficientemente chiari o semplicemente non vengono forniti. Inoltre, nel contesto delle modalità di monitoraggio, il piano specifica che ogni amministrazione responsabile dell'attuazione delle varie misure effettuerà controlli in relazione alla legittimità e regolarità e adotterà le misure necessarie per prevenire, rettificare e sanzionare qualsiasi abuso di finanziamento, compreso il doppio finanziamento del medesimo costo.

Commisurazione dell'impatto sociale ed economico atteso

Le stime dei costi del piano sono commisurate rispetto al suo impatto economico e sociale atteso. Il piano dovrebbe contribuire ad affrontare efficacemente tutte o un sottoinsieme significativo delle sfide individuate nelle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese e contiene misure che dovrebbero promuovere la crescita economica e la coesione economica in maniera inclusiva, al fine di aumentare il potenziale di crescita dell'economia italiana, di stimolare la creazione di posti di lavoro e di attenuare gli effetti negativi della crisi. Su 191,5 miliardi di EUR si prevede che più di 122 miliardi di EUR saranno costituiti da investimenti pubblici aggiuntivi che, secondo le stime del governo, dovrebbero far crescere il PIL del 3,6 % e l'occupazione del 3,2 % entro il 2026 rispetto a uno scenario in assenza del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

La motivazione fornita dall'Italia in merito all'importo dei costi totali stimati del piano per la ripresa e la resilienza presentato è in misura moderata ragionevole e plausibile, è in linea con il principio dell'efficienza in termini di costi ed è commisurata all'impatto nazionale atteso a livello economico e sociale.

L'Italia ha fornito informazioni e prove sufficienti a dimostrare che l'importo dei costi stimati delle riforme e degli investimenti del piano per la ripresa e la resilienza che deve essere finanziato dal dispositivo non è coperto da finanziamenti dell'Unione esistenti o previsti.

Ciò giustificherebbe un rating B contesto del criterio di valutazione 2.9 dell'allegato V del regolamento RRF.

4.10Controlli e audit 

Solidità del sistema di controllo interno e distribuzione dei ruoli e delle responsabilità 

Il piano individua una struttura chiara per il sistema di controllo. Il piano per la ripresa e la resilienza italiano prevede una struttura organizzativa volta ad assicurare: i) l'attuazione tempestiva ed efficace delle misure incluse nel piano, effettuata dalle amministrazioni centrali (ministeri), nonché dalle autorità regionali e locali; ii) il coordinamento centrale per il monitoraggio del conseguimento dei traguardi e degli obiettivi e il controllo dell'attuazione del piano. A livello politico sarà istituito una cabina di regia, avente il compito di monitorare lo stato di avanzamento dell'attuazione del piano, con la possibilità di proporre l'attivazione di poteri sostitutivi in caso di problemi di attuazione nonché le modifiche normative necessarie. A livello operativo, presso il ministero dell'Economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, sarà istituita una struttura centrale per il coordinamento e il monitoraggio del piano ("Servizio centrale per il piano per la ripresa e la resilienza"). Tale struttura sarà composta da unità operative per il monitoraggio, la gestione finanziaria, il controllo, la comunicazione e il sostegno tecnico e operativo. Inoltre le strutture di coordinamento per il monitoraggio dell'attuazione del piano saranno individuate a livello di ciascuna amministrazione centrale responsabile delle misure pertinenti.

Il piano stabilisce un organismo di audit dedicato per il sistema di controllo interno. Il modello previsto prevede l'istituzione di un organismo di audit responsabile del sistema di controllo interno, per proteggere gli interessi finanziari dell'Unione e più specificamente per prevenire, individuare, segnalare e rettificare casi di frode, corruzione o conflitto di interesse. Tale organismo è stabilito in seno al ministero dell'Economia e delle finanze, Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato - IGRUE e la sua indipendenza è garantita dalla segregazione delle funzioni. L'applicazione informatica "MyAudit" sarà utilizzata per le attività di comunicazione e monitoraggio del seguito dato, dei controlli e degli audit nonché per la redazione della sintesi degli audit da parte dell'unità di comunicazione in seno al Servizio centrale per il piano per la ripresa e la resilienza. La strategia di audit dell'organismo di audit comprende informazioni sulla valutazione dei rischi, sull'approccio all'audit e sulle risorse. All'avvio dell'attuazione del piano è previsto un audit di sistema sui sistemi d'informazione, in particolare sull'adeguatezza della raccolta di dati e dell'accesso ai dati di cui all'articolo 22, paragrafo 2, lettera d), del regolamento RRF, prima della presentazione della prima richiesta di pagamento. Altri organismi nazionali che svolgono il loro ruolo nell'attuazione del piano in relazione al suo sistema di controllo sono la Corte dei conti nazionale, la Guardia di Finanza e l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).

La distribuzione dei ruoli e delle responsabilità è sancita da atti giuridici, che prevedono anche la semplificazione delle procedure e il rafforzamento della capacità amministrativa. Dato che le misure di riforma riguardanti la pubblica amministrazione fanno parte del piano per la ripresa e la resilienza, anche le disposizioni amministrative per l'attuazione del piano saranno soggette a misure di semplificazione e di rafforzamento organizzativo in corso e future. Il piano per la ripresa e la resilienza italiano prevede inoltre una serie di azioni volte a rafforzare la capacità amministrativa, tra le quali: i) l'assunzione di risorse umane; ii) la semplificazione delle procedure amministrative; e iii) la fornitura di sostegno tecnico e operativo, anche in relazione agli strumenti concernenti gli appalti elettronici e il sistema informativo unitario "ReGiS". L'istituzione degli organi competenti e dei relativi mandati è stata sancita dal decreto legge 31 maggio 2021, n. 77, che contribuisce alla responsabilizzazione delle strutture di attuazione. Il sistema previsto presenta un processo e una struttura solidi in termini di configurazione, nel contesto dei quali i ruoli e le responsabilità sono definiti chiaramente e sanciti da atti giuridici. Le funzioni di controllo pertinenti sono adeguatamente segregate e il rafforzamento della capacità amministrativa previsto nel piano svolgerà un ruolo importante. L'adeguatezza della disposizione tiene altresì conto del sistema di audit previsto sulle disposizioni informatiche da parte dell'organismo di audit, anche per quanto riguarda la raccolta di dati ai sensi dell'articolo 22, paragrafo 2, lettera d).

Adeguatezza dei sistemi di controllo e altre disposizioni pertinenti 

Il piano individua gli organismi specifici competenti per il sistema di controllo. L'allegato tecnico al piano per la ripresa e la resilienza concernente l'attuazione, il monitoraggio, il controllo e l'audit fa riferimento a tutte le istituzioni pertinenti che contribuiranno alla prevenzione delle frodi, della corruzione e del conflitto di interessi. Ciò avviene tramite controlli propri, l'obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di stabilire un piano triennale per la prevenzione della corruzione e la trasparenza, nonché controlli da parte del ministero dell'Economia e delle finanze, Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. L'unità operativa di controllo, all'interno del Servizio centrale per il piano per la ripresa e la resilienza, e l'organismo di audit utilizzeranno Arachne, lo strumento di estrazione di dati e valutazione del rischio della Commissione, nella loro analisi dei rischi per il controllo e l'audit.

Il piano prevede un sistema informatico dedicato per il monitoraggio. ReGiS 56 , il sistema unitario di monitoraggio informatico, è destinato a contribuire a diverse funzioni, tra le quali la registrazione, la gestione, il monitoraggio, la comunicazione, i controlli, l'audit, l'individuazione di irregolarità, tanto per i dati finanziari quanto per quelli di prestazione (ossia traguardi e obiettivi), nonché ad essere utilizzato da tutti i livelli dell'amministrazione. Fino a quando il sistema ReGiS non sarà reso operativo (previsione per la metà del 2022), per le attività di comunicazione relative all'attuazione del piano saranno utilizzati i sistemi informatici esistenti impiegati nel contesto dei fondi SIE. I sistemi attualmente in uso saranno opportunamente adattati per gestire le peculiarità del dispositivo per la ripresa e la resilienza; in particolare, sarà data importanza al conseguimento dei traguardi e degli obiettivi attraverso la creazione di pannelli di controllo per la comunicazione basati sui dati raccolti in banche dati centralizzate. Sono altresì in vigore disposizioni transitorie per la ricodifica dei dati dei destinatari finali e dei (sub)contraenti ai sensi dell'articolo 22, paragrafo 2, lettera d), del regolamento RRF, sulla base di una serie di banche dati. Il sistema unitario rileverà altresì i dati relativi all'attuazione degli interventi finanziati con il Fondo nazionale complementare al piano per la ripresa e la resilienza, nonché i dati dei programmi finanziati dai fondi SIE per il periodo 2021-2027 e dal Fondo nazionale per lo sviluppo e la coesione. I comuni, le regioni e altri enti inseriscono i dati nel sistema informatico, che vengono poi convalidati dai ministeri responsabili e aggregati a livello di piano dal ministero dell'Economia e delle finanze. Per il monitoraggio dei fondi SIE per il periodo 2014-2020 verrà utilizzato un protocollo condiviso e la dorsale informativa già esistente.

Sono previste disposizioni transitorie in materia informatica fino all'operatività del nuovo sistema informatico unitario. La linea temporale fornita per l'attuazione dei sistemi informatici indica che nel luglio del 2021 i sistemi transitori dovrebbero essere operativi (istituzione delle misure, istituzione finanziaria, modulo di governance e ingestione dei dati della soluzione temporanea), mentre i vari moduli di ReGiS dovrebbero essere operativi tra marzo e luglio del 2022, con una migrazione dei dati prevista a partire da gennaio del 2022 e funzionamenti paralleli a partire da marzo del 2022. Il sistema unitario e le disposizioni transitorie raccolgono i dati come richiesto dall'articolo 22, paragrafo 2, lettera d), del regolamento RRF e consentono di alimentare i dati relativi al piano per la ripresa e la resilienza nel sistema informatico Arachne. Lo strumento indicato per l'analisi dei dati relativi ai (sub)contraenti e ai destinatari finali è ottenuto dall'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) attraverso le banche dati della pubblica amministrazione tra le quali ad esempio le banche dati basate sul codice identificativo di gara (CIG). L'organismo di audit verificherà che i dati di cui all'articolo 22, paragrafo 2, lettera d), del regolamento RRF in relazione alle disposizioni transitorie in materia informatica siano raccolti e accessibili ai fini del controllo e dell'audit come stabilito dal regolamento RRF. Il corretto funzionamento dei controlli interni, degli accordi per l'acquisizione di dati e delle strutture di comunicazione, così come la transizione verso ReGiS è fondamentale per le attività di comunicazione in merito al conseguimento degli obiettivi e dei traguardi nonché per stabilire le richieste di pagamento. Le disposizioni transitorie in materia informatica, i progressi nello sviluppo del sistema ReGiS e l'effettiva transizione verso tale sistema meritano un lavoro specifico di audit in materia informatica da parte dell'organismo di audit per quanto concerne la capacità di ReGiS di soddisfare le funzionalità descritte nel piano e in particolare l'integrità dei dati e il mantenimento della pista di controllo. Per il sistema transitorio, le risultanze dell'organismo di audit dovrebbero essere incluse nella sintesi degli audit con la prima richiesta di pagamento. Per il sistema ReGiS, si prevede che le attività di comunicazione siano definite al momento della transizione verso tale sistema entro la metà del 2022.

Il piano prevede disposizioni rafforzate in materia di frodi e corruzione. Il piano segnala che sono in fase di predisposizione dei protocolli tra il ministero dell'Economia e delle finanze e l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e la Guardia di Finanza, con l'obiettivo di scambiare dati e informazioni ed effettuare ispezioni mirate sulla prevenzione, sull'individuazione e sulla repressione delle violazioni a danno del bilancio dell'Unione con riferimento a tutti i fenomeni di frode e corruzione a livello UE. Le autorità di attuazione possono altresì concludere tali accordi specifici con dette autorità.

Il sistema di controllo previsto è considerato essere adeguato. Il sistema di controllo e le altre disposizioni pertinenti, anche per la raccolta e la messa a disposizione dei dati sui destinatari finali descritti nel piano per la ripresa e la resilienza, in particolare al fine di prevenire, individuare e rettificare casi di corruzione, frode e conflitti di interessi quando si utilizzano i fondi forniti nel contesto del dispositivo sono sufficientemente solidi considerando anche l'assicurazione fornita dallo svolgimento dell'audit dei sistemi in relazione alle disposizioni transitorie in materia informatica.

Adeguatezza delle disposizioni per evitare il doppio finanziamento dell'UE 

Gli accordi per evitare il doppio finanziamento dell'UE si basano su diversi strumenti e sono considerati adeguati. L'analisi dei rischi per determinare i progetti soggetti a controllo e audit mira a individuare i progetti, i contratti, i contraenti e i beneficiari maggiormente esposti al rischio di frode, nonché al doppio finanziamento della medesima spesa. L'assegnazione, in conformità con la normativa nazionale vigente, del codice unico di progetto (CUP) a ogni progetto di investimento registrato nel sistema (in una prima fase attraverso le disposizioni transitorie e in una seconda fase attraverso il ReGiS) mira a prevenire il doppio finanziamento e a ridurre il rischio di frodi. Il sistema unitario ReGiS sarà utilizzato altresì per la gestione dei fondi SIE per il periodo 2021‑2027 nonché delle fonti di finanziamento nazionali. Ciò consente di verificare e monitorare, all'interno di un'unica banca dati, i progetti finanziati nel contesto del piano per la ripresa e la resilienza ma anche da altri programmi UE e da risorse nazionali. Le disposizioni generali e specifiche descritte nel piano per la ripresa e la resilienza per evitare la duplicazione dei finanziamenti da parte di altri programmi dell'Unione sono considerate adeguate.

Capacità giuridica e capacità amministrativa della funzione di controllo 

La funzione di controllo dispone di capacità giuridica ed è previsto il rafforzamento della capacità amministrativa. Gli organismi esistenti coinvolti nelle funzioni di controllo fanno parte dell'assetto nazionale, di conseguenza sono già abilitati a svolgere i loro compiti. Le nuove strutture previste ai fini del monitoraggio e dell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, tra cui l'organismo di audit, sono state istituite mediante un atto giuridico (decreto legge 31 maggio 2021, n. 77), che ne ha altresì definito i ruoli e responsabilità, contribuendo così alla loro responsabilizzazione. Il piano prevede inoltre una serie di azioni destinate a rafforzare la capacità amministrativa, tra cui l'assunzione di personale aggiuntivo, la fornitura di sostegno operativo e la semplificazione delle procedure amministrative. Un certo numero di atti di esecuzione contribuirà a finalizzare la definizione del quadro di controllo (interno) del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Le disposizioni proposte dall'Italia nel piano per la ripresa e la resilienza al fine di prevenire, individuare e rettificare casi di corruzione, frode e conflitto di interessi nell'utilizzo dei fondi messi a disposizione dal dispositivo, comprese le disposizioni volte a evitare un doppio finanziamento da parte del dispositivo stesso e di altri programmi dell'Unione, sono ritenute essere adeguate, tenuto conto delle disposizioni supplementari previste entro il momento della presentazione della prima richiesta di pagamento. Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio di valutazione 2.10 dell'allegato V del regolamento RRF.

4.11Coerenza  

Misure che si rafforzano reciprocamente

Le componenti del piano sono complessivamente coerenti in relazione al loro obiettivo.  Ci si attende inoltre che il piano contribuisca ad affrontare le sfide di lunga data dell'Italia, tra cui la sostenibilità delle finanze pubbliche e la bassa crescita della produttività. Il piano comprende alcune riforme strutturali di bilancio che hanno il potenziale per contribuire alla sostenibilità delle finanze pubbliche.La bassa crescita della produttività è affrontata attraverso le componenti e le missioni del piano, sia grazie agli investimenti che alle riforme strutturali. Le riforme della pubblica amministrazione, del sistema giudiziario e del contesto imprenditoriale mirano coerentemente ad aumentare la crescita potenziale dell'Italia. In ultima analisi, anche l'aumento della crescita potenziale dovrebbe sostenere la sostenibilità delle finanze pubbliche.

Inoltre le riforme e gli investimenti inclusi in ciascuna componente si rafforzano reciprocamente con un buon equilibrio di riforme e investimenti, e sinergie significative tra le diverse componenti. Complessivamente, il piano contempla 190 misure, costituite da 132 investimenti e 58 riforme, la maggior parte delle quali di portata molto ampia e diffusa che avranno effetti di ricaduta positivi orizzontalmente su tutte le attività economiche e sociali. Tutte queste misure fanno parte di una strategia comune e lavorano congiuntamente in maniera coerente ad affrontare le sfide strutturali e a consentire la diffusione della doppia transizione, a creare un ambiente economico favorevole alla crescita e a ridurre le disparità sociali e territoriali.

Osservando il piano nel suo complesso, si può dedurre che le misure previste nel piano si rafforzano e si completano a vicenda e contribuiscono ai medesimi obiettivi. Gli investimenti e le riforme inclusi nel piano mirano a ridurre il divario digitale e di innovazione dell'Italia tanto tra le imprese quanto nella pubblica amministrazione, al fine di incrementare la produttività, la competitività e la capacità di adattamento ai cambiamenti. Se lo sforzo di digitalizzazione e innovazione è centrale nella missione 1 ("Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo"), esso è trasversale a tutti i settori delle politiche pubbliche, dato che riguarda il continuo e necessario aggiornamento tecnologico dei processi produttivi; sostiene la transizione verso infrastrutture più moderne, dall'energia ai trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati costituiscono uno strumento innovativo di gestione della qualità e della sicurezza degli attivi e dove la mobilità sostenibile si basa necessariamente sull'innovazione e su tecnologie più rispettose dell'ambiente (missione 2 "Rivoluzione verde e transizione ecologica" e missione 3 "Infrastrutture per una mobilità sostenibile"); migliora la scolarizzazione e l'istruzione, introduce programmi moderni e orientati all'innovazione, induce l'aggiornamento delle competenze di insegnanti e studenti, promuove le attività di ricerca e sviluppo e la qualità degli edifici e delle infrastrutture (missione 4 "Istruzione e ricerca"); facilita il processo di miglioramento delle competenze, riqualificazione e apprendimento permanente (missione 5 "Inclusione e coesione"); modernizza le infrastrutture ospedaliere, le attrezzature mediche, le attività di ricerca e scientifiche, le competenze del personale, al fine di assicurare il miglior livello possibile di assistenza sanitaria e la maggiore prossimità possibile a tutti i cittadini (missione 6 "Salute"). Allo stesso tempo la digitalizzazione della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario sono un prerequisito necessario per costruire un servizio pubblico più rapido ed efficace per le imprese e i cittadini.

Le misure relative alla transizione ecologica mirano altresì a migliorare la competitività e a creare nuove attività produttive e posti di lavoro stabili, riducendo allo stesso tempo al minimo l'impronta ambientale del paese. Le missioni 2 e 3 sono strettamente interconnesse nello sforzo di ridurre la dipendenza energetica e tecnologica dell'Italia e le emissioni di gas a effetto serra, al fine di aprire la strada al paese affinché possa conseguire gli obiettivi ambientali e climatici europei. Così facendo tali misure intendono altresì ridurre il divario infrastrutturale tra il Nord e il Sud. La riduzione dei divari (tecnologici e infrastrutturali) tra i territori è un percorso comune tra le missioni 1, 2 e 3, motivo per cui una quantità significativa di risorse sarà dedicata al Sud al fine di colmare il divario digitale, fisico e sociale e portare servizi migliori e maggiori opportunità di lavoro. Allo stesso tempo, la creazione di nuovi posti di lavoro non può funzionare se non è sostenuta anche da investimenti e riforme concernenti i sistemi di istruzione e dal rafforzamento della ricerca e dello sviluppo nonché del processo innovativo perseguito dalla missione 4 e da politiche del lavoro più aggiornate come risulta dalla missione 5.

Il movimento verso un paese più digitalizzato, connesso, sostenibile e moderno creerà possibilità di lavoro per le giovani generazioni e per le donne. Ciò è vero in particolare nelle zone attualmente più remote dell'Italia. Anche la creazione di nuove scuole materne ed elementari e il miglioramento dei servizi di assistenza all'infanzia (missione 4) avranno effetti positivi sull'accesso delle donne al mercato del lavoro. In termini di settori economici specifici, ci si attende che l'espansione e la modernizzazione del turismo e dei servizi culturali (missione 1), che presentano una percentuale elevata di donne, contribuiscano altresì ad aumentare il tasso di occupazione femminile. Più in generale lo sforzo di non lasciare nessuno indietro è chiaramente al centro delle misure di rafforzamento dell'inclusione e della coesione di cui alla missione 5 e, intuitivamente, del miglioramento del sistema sanitario in tutte le regioni (missione 6). I piani comprendono inoltre collegamenti tra gli investimenti per l'Industria 4.0 (missione 1) e i servizi di sostegno alla digitalizzazione delle imprese (missione 4). Sarà altresì importante collegare gli incentivi previsti nel contesto della Transizione 4.0 (missione 1) con gli investimenti in capitale umano, in opportunità di apprendistato nonché nella riqualificazione e nel miglioramento delle competenze (nel quadro della missione 5).

Ci si aspetta che un'ampia serie di riforme strutturali abbia un impatto sugli obiettivi economici e sociali del piano. Ci si attende che la riforma delle norme sugli appalti pubblici e la revisione del codice degli appalti pubblici incidano sulla grande maggioranza degli investimenti, che beneficeranno di procedure semplificate per l'aggiudicazione di progetti, servizi e lavori di costruzione di infrastrutture e per il potenziale contenzioso derivante dalla fase di aggiudicazione ed esecuzione degli stessi. La semplificazione delle procedure avrà altresì l'effetto indiretto di ridurre il contenzioso in merito all'aggiudicazione di contratti pubblici e di aumentare la certezza del diritto per le imprese. Le norme sui ritardi di pagamento mirano a rendere gli acquisti della pubblica amministrazione più attraenti e competitivi, con un conseguente aumento della qualità dei servizi/dei prodotti offerti. La piattaforma per gli appalti per la ripresa mira a modernizzare e accelerare il sistema nazionale degli appalti pubblici per sostenere le politiche di sviluppo del piano. Ci si attende che anche le riforme concernenti le autorizzazioni ambientali e quelle sulla pianificazione urbana e le misure per la riqualificazione urbana semplifichino significativamente la diffusione di investimenti contemplati nelle missioni 1, 2, 3 e 4.

Una spinta significativa alla competitività del paese sarà apportata altresì dalle riforme derivanti dalla legge annuale sulla concorrenza. Tale intervento legislativo periodico è stato molto atteso negli ultimi anni, ma attuato una volta soltanto. La legge sulla concorrenza dovrà essere adottata ogni anno, favorendo la concorrenza e riducendo gli ostacoli all'ingresso nei servizi pubblici locali, nonché evitando il prolungamento indebito di concessioni a favore di operatori storici in numerosi settori. Per quanto concerne le misure settoriali, le leggi annuali sulla concorrenza presentano interventi nei settori dell'energia (energia elettrica, gas e acqua), della gestione dei rifiuti, dei trasporti (porti, ferrovie e autostrade), che intendono completare gli investimenti e le riforme di cui alle missioni 2 e 3. Anche le leggi saranno concepite per rendere più facile l'avvio di un'impresa e prevedono l'introduzione di norme nuove in materia di vigilanza del mercato.

Complementarietà delle misure

Osservando altresì la coerenza di ciascuna missione, sembra che il piano contenga misure che si rafforzano e si completano a vicenda. Le riforme e gli investimenti della missione 1 mirano a ridurre i divari strutturali in termini di competitività, produttività e digitalizzazione. Gli investimenti nella componente M1C1 si concentrano sul rendere la pubblica amministrazione più efficiente, accessibile e prevedibile. La digitalizzazione e la semplificazione della pubblica amministrazione aiuteranno le imprese e i cittadini a ottenere reazioni più rapide e affidabili da tutti i livelli della pubblica amministrazione. La riforma sulla "buona amministrazione" e la semplificazione delle procedure è un complemento necessario agli sforzi in materia di digitalizzazione e accessibilità della pubblica amministrazione, dato che contribuirà a ridurre drasticamente la burocrazia per le imprese e i cittadini, snellendo le formalità ed evitando inutili oneri amministrativi.

Nel contesto del miglioramento dell'efficacia della pubblica amministrazione, un ruolo centrale è giocato dalle riforme della giustizia civile e penale. Tali riforme, volte ad accelerare la durata dei procedimenti giudiziari e a ridurre l'arretrato a tutti i livelli del sistema giudiziario, possono fornire una risposta più rapida, più equa e più chiara dal punto di vista legale a tutte le parti coinvolte in controversie legali.

Al fine di migliorare ulteriormente il contesto economico generale, la componente M1C2 mira a promuovere l'innovazione e la digitalizzazione dell'intero sistema produttivo. Prevede interventi in tutti i settori economici quali la stimolazione degli investimenti in tecnologia (Transizione 4.0), ricerca e sviluppo, accompagnati dalla riforma del sistema di proprietà industriale. Come osservato in precedenza, la componente comprende importanti investimenti destinati a garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda ultralarga (fibra FTTH, FWA e 5G), che sono prerequisiti necessari per la modernizzazione del paese. Inoltre la componente M1C1 comprende investimenti destinati a rafforzare la cybersicurezza.

Per la transizione verde ed ecologica di cui alla missione 2, gli investimenti e le riforme in essa contenuti sono incentrati sull'obiettivo comune di conseguire gli obiettivi fissati dall'attuale piano nazionale integrato per l'energia e il clima e gli ulteriori obiettivi ambientali europei e nazionali. La transizione ecologica è concepita in associazione a una "transizione burocratica", che includerà riforme fondamentali nei processi autorizzativi e nella governance per numerose misure. Ad esempio le riforme concernenti la strategia nazionale per l'economia circolare rafforzano chiaramente l'efficacia della componente M2C1 volta a conseguire la piena sostenibilità ambientale e a sviluppare una catena di approvvigionamento agricolo/alimentare intelligente e sostenibile, riducendo il suo impatto ambientale attraverso catene di approvvigionamento verdi. Al fine di espandere l'obiettivo della decarbonizzazione a tutti i settori, la componente M2C2 include azioni destinate ad aumentare significativamente la penetrazione delle energie rinnovabili, attraverso soluzioni innovative e offshore e il rafforzamento/la modernizzazione delle reti. Gli investimenti sulla mobilità sostenibile, con una forte attenzione alla mobilità elettrica, alla mobilità dolce e all'adozione di soluzioni basate sull'idrogeno in linea con la strategia UE sull'idrogeno vanno tutti nella stessa direzione. Tali misure sono sostenute dalle riforme necessarie quali la semplificazione delle procedure di autorizzazione per le installazioni per energie rinnovabili onshore e offshore e la riduzione degli ostacoli normativi all'uso dell'idrogeno. Anche la riduzione dei gas a effetto serra passa attraverso l'aumento dell'efficienza energetica degli edifici (privati e pubblici), come previsto nella componente M2C3, che si basa anche sulla semplificazione delle procedure di riqualificazione energetica. Infine l'insieme delle misure concepite nella componente M2C4 per proteggere e ripristinare il "territorio", come la mitigazione idrogeologica, la conservazione delle zone verdi e della biodiversità, l'eliminazione dell'inquinamento dell'acqua e del suolo, completano gli sforzi di cui sopra volti a rendere il paese più resistente agli inevitabili cambiamenti climatici.

In tale contesto e per completare gli interventi sulle riduzioni dei gas a effetto serra, la missione 3 presenta interventi più specifici sulla mobilità. Le misure contenute nella prima componente sono destinate allo sviluppo del sistema ferroviario italiano, mentre la seconda componente (Intermodalità e logistica integrata) prevede misure destinate a sostenere la modernizzazione e la digitalizzazione del sistema logistico. In stretta connessione con l'impianto di tale missione, verranno inoltre realizzate riforme in materia di sicurezza stradale 4.0, al fine di migliorare la sicurezza e la resilienza climatica/sismica di ponti e viadotti, utilizzando le soluzioni fornite dall'innovazione tecnologica e in un'ottica di adattamento ai cambiamenti climatici.

Le riforme e gli investimenti pianificati nei sistemi dell'istruzione e della ricerca come illustrati nella misura 4 presentano il potenziale per migliorare la qualità del capitale umano nel lungo termine. Le riforme e gli investimenti per l'insegnamento sono concepiti per aumentare la qualità dell'istruzione primaria e secondaria, innalzando i requisiti per accedere alla professione e fornendo una formazione agli insegnanti esistenti per accompagnare la doppia transizione per le prossime generazioni. Le riforme e gli investimenti inclusi nelle due componenti della missione 4 sono abbastanza complementari nell'affrontare l'attuale squilibrio tra domanda e offerta di competenze tra istruzione e mondo del lavoro, la bassa percentuale di adulti con qualifiche terziarie e la creazione di sinergie tra università e imprese, sostenendo i processi di innovazione e trasferimento di tecnologie, rafforzando le competenze per diffondere l'innovazione. Per quanto concerne l'istruzione terziaria, in particolare i gruppi di lauree e i programmi di dottorato, la riforma del sistema di ricerca che consente la mobilità tra centri di ricerca privati e pubblici è accompagnata da investimenti significativi volti a promuovere la ricerca e l'innovazione. Tali azioni incideranno sulla qualità del capitale umano nell'orizzonte temporale del dispositivo per la ripresa e la resilienza e successivamente, rafforzando reciprocamente il cerchio tra l'università e le imprese attraverso l'innovazione.

La complementarità delle riforme e degli investimenti legati all'inclusione e alla coesione (missione 5) consiste nel trattare un'ampia serie di temi sociali. Tale missione copre tematiche che spaziano dalle politiche attive del mercato del lavoro nella componente M5C1, all'inclusione sociale con azioni mirate ai gruppi vulnerabili e svantaggiati nella componente M5C2, per concludere con la coesione territoriale che include interventi per la resilienza delle zone interne, periferiche e montane, attraverso il rafforzamento delle aree interne e progetti per lo sviluppo del Sud.

La missione 6 (Salute) è sviluppata intorno a due componenti che mirano a rafforzare i servizi di prossimità e a digitalizzare il sistema sanitario nazionale garantendo servizi standard in tutte le regioni. Una quantità significativa di risorse è allocata a favore della componente M6C1 per creare nuove infrastrutture (quali case di assistenza sanitaria della comunità e ospedali di comunità) con l'obiettivo di fornire servizi di prossimità e dotazioni digitali per fornire assistenza a domicilio. La componente M6C2 completa tali azioni concentrandosi sull'aggiornamento tecnologico e digitale degli ospedali e sullo sviluppo del capitale umano, attraverso la modernizzazione degli strumenti di conoscenza e delle piattaforme di contenuto, nonché sullo sviluppo di competenze professionali. Il pacchetto di riforme e investimenti contribuirà a superare la frammentazione della fornitura di assistenza sanitaria, migliorando l'accesso e la continuità delle cure e affrontando la necessità di un migliore percorso di governance delle cure in un approccio multidisciplinare. Il piano si occupa della fornitura multilivello di servizi sanitari (assistenza primaria, secondaria, terziaria), assicura una qualità più omogenea delle cure su tutto il territorio e sostiene una diffusione più adeguata dei trattamenti medici.

Al fine di promuovere una coerenza più ampia tra gli strumenti, in particolare con i fondi europei della politica di coesione, è incoraggiata un'allocazione territoriale bilanciata delle risorse.

Tenendo conto della valutazione qualitativa di tutte le componenti del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia, il loro peso individuale (importanza, rilevanza, dotazione finanziaria) e le loro interazioni, il piano contiene misure per l'attuazione di riforme e investimenti pubblici che, in larga misura, rappresentano azioni coerenti. Ciò giustificherebbe un rating A nel contesto del criterio di valutazione 2.11 dell'allegato V del regolamento RRF.



Allegato - Tabella di marcatura

Clima

Digitale

ID misura/ sottomisura

Nome misura/sottomisura

Bilancio (milioni di EUR)

Settore int.

% coeff.

Settore int.

% coeff.

M1C1-I1.1-1

Infrastrutture digitali

900

055

100 %

M1C1-I1.2-2

Abilitazione del cloud per la PA locale

1 000

011

100 %

M1C1-I1.3-3

Piattaforma nazionale digitale per i dati

556

011

100 %

M1C1-I1.3-4

Sportello digitale unico

90

011

100 %

M1C1-I1.4-5

Esperienza dei cittadini - Miglioramento della qualità e dell'usabilità dei servizi pubblici digitali

613

011

100 %

M1C1-I1.4-6

Inclusione dei cittadini - Miglioramento dell'accessibilità ai servizi pubblici digitali

80

011

100 %

M1C1-I1.4-7

Espansione dell'adozione dei servizi della piattaforma PagoPA e dell'app "IO"

750

011

100 %

M1C1-I1.4-8

Espansione dell'adozione delle piattaforme nazionali per l'identità digitale (SPID, CIE) e del registro nazionale (ANPR)

285

011ter

100 %

M1C1-I1.4-9

Digitalizzazione degli avvisi pubblici

245

011

100 %

M1C1-I1.4-10

Mobilità come servizio per l'Italia

40

011

100 %

M1C1-I1.5-11

Cybersicurezza

623

021quinquies

100 %

M1C1-I1.6-12

Digitalizzazione del ministero dell'Interno

107

011

100 %

M1C1-I1.6-13

Digitalizzazione del ministero della Giustizia

133

011 quater

100 %

M1C1-I1.6-14

Digitalizzazione dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) e dell'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL)

296

011

100 %

M1C1-I1.6-15

Digitalizzazione del ministero della Difesa

43

011

100 %

M1C1-I1.6-16

Digitalizzazione del Consiglio di Stato

8

011

100 %

M1C1-I1.6-17

Digitalizzazione della Guardia di Finanza

25

011

100 %

M1C1-I1.7-18

Servizio civico digitale

60

108

100 %

M1C1-I1.7-19

Rete di servizi di facilitazione digitale

135

108

100 %

M1C1-R1.2-21

Sostegno alla trasformazione

155

011

100 %

M1C1-I3.1-34

Innovazione organizzativa della giustizia - Sottomisura - Assunzione di capitale umano per rafforzare l'Ufficio giudiziario e superare le disparità tra i diversi uffici giudiziari

907

011 quater

100 %

M1C2-I1-36

Credito d'imposta per beni strumentali 4.0 materiali (allegato A)

8 868

010

100 %

M1C2-I1-37

Credito d'imposta per beni strumentali 4.0 immateriali (allegato B)

1 914

010

100 %

M1C2-I1-40

Credito d'imposta per attività di formazione

300

108

100 %

M1C2-I2-41

Innovazione e tecnologia della microelettronica

340

021 quater

100 %

M1C2-I3-42

Piano Italia 1 Gbps

3 864

051

100 %

M1C2-I3-43

Italia 5G

2 020

051

100 %

M1C2-I3-44

Scuole connesse

261

051

100 %

M1C2-I3-45

Strutture di assistenza sanitaria connesse

502

051

100 %

M1C2-I3-46

Isole minori connesse

61

051

100 %

M1C2-I4-47

Iniziativa SatCom

385

055bis

100 %

M1C2-I4-48

Osservazione della Terra

417

055bis

100 %

M1C2-I4-49

Space Factory

235

009bis

100 %

M1C2-I4-50

In-Orbit Economy

450

009bis

100 %

M1C2-I5-51

Rifinanziamento e ridefinizione del Fondo 394/81 gestito da SIMEST

1 200

015

40 %

M1C2-I5-52

Competitività e resilienza delle filiere produttive

750

015

40 %

M1C3-I1.1-54

Strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturale

500

011

100 %

M1C3-I1.3-56

Migliorare l'efficienza energetica nei cinema, nei teatri e nei musei

210

026

40 %

M1C3-I2.1-57a

Attrattività dei borghi_efficienza energetica degli edifici pubblici

560

026

40 %

M1C3-I2.1-57b

Attrattività dei borghi_efficienza energetica delle PMI

100

024

40 %

M1C3-I2.3-59

Programmi per valorizzare l'identità dei luoghi: parchi e giardini storici

300

050

40 %

M1C3-I3.2-62a

Sviluppo industria cinematografica (Progetto Cinecittà)_componente digitale

61

011

100 %

M1C3-I3.2-62b

Sviluppo industria cinematografica (Progetto Cinecittà)_costruzione di studi ad alta efficienza energetica

165

025ter

40 %

M1C3-I3.2-62c

Sviluppo industria cinematografica (Progetto Cinecittà)_ristrutturazioni a sostegno dell'efficienza energetica

65

026

40 %

M1C3-I3,3-63

Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde.

155

021bis

100 %

M1C3-I4.1-64

Hub del turismo digitale

114

011bis

100 %

M1C3-I4.2-65

Fondi per la competitività delle imprese turistiche - Miglioramento delle infrastrutture di ricettività attraverso lo strumento del credito - Fondo tematico BEI Turismo (nell'ambito del Fondo di Fondi BEI) per lo sviluppo e la resilienza delle imprese turistiche - Fondo di garanzia MiSE a sostegno della nascita e del consolidamento delle PMI del settore turistico - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura attraverso una partecipazione specifica del ministero del Turismo al Fondo Nazionale del Turismo

893

025

40 %

M2C1-I1.1-71

Attuazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti

1 500

042

40 %

M2C1-I1.2-72

Progetti "faro" di economia circolare

600

042

40 %

M2C1-I2.1-73a

Piano logistico per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo_tecnologie innovative nella produzione agroindustriale

324

047

40 %

M2C1-I2.1-73b

Piano logistico per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo__soluzioni digitali per la logistica

216

010

100 %

M2C1-I2.1-73c

Piano logistico per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo__soluzioni di trasporto a emissioni zero

180

079

40 %

M2C1-I2.1-73d

Piano logistico per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo_riduzione dei rifiuti

40

047

40 %

M2C1-I2.1-73e

Piano logistico per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo_produzione di energia da fonti rinnovabili

40

029

100 %

M2C1-I2.2-74a

Parco Agrisolare_ristrutturazioni efficienti dal punto di vista energetico

750

029

100 %

M2C1-I2.2-74b

Parco Agrisolare_ristrutturazioni efficienti dal punto di vista energetico_sistemi di raffreddamento efficienti dal punto di vista energetico

525

024

40 %

M2C1-I2.2-74c

Parco Agrisolare_pannelli solari

225

024

40 %

M2C1-I2.3-76b

Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare_agricoltura di precisione

200

084

100 %

M2C1-I2.3-77

Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare_settore petrolifero

100

047

40 %

M2C1-I3.1-78a

Isole verdi_efficienza energetica

34

026

40 %

M2C1-I3.1-78b

Isole verdi_emissioni zero

6

072bis

100 %

M2C1-I3.1-78c

Isole verdi_gestione dei rifiuti

10

042

40 %

M2C1-I3.1-78d

Isole verdi_energia solare

50

029

100 %

M2C1-I3.3-80

Economia circolare e agricoltura sostenibile - Investimento 3.3: Cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali

30

027

100 %

021bis

100 %

M2C2-I1.1-86

Sviluppo di impianti agri-voltaici

1 099

029

100 %

M2C2-I1.2-88

Promozione di fonti di energia rinnovabili per le comunità energetiche e autoconsumatori di energie rinnovabili che agiscono congiuntamente

2 200

029

100 %

M2C2-I1.3-89

Promozione impianti innovativi (incluso off-shore)

675

028

100 %

M2C2-I1.4-90

Sviluppo biometano, secondo i criteri di promozione dell'economia circolare

1 908

030bis

100 %

M2C2-I2.1-92

Rafforzamento smart grid

3 610

033

100 %

033

40 %

M2C2-I2.2-93

Interventi per aumentare la resilienza della rete elettrica

500

037

100 %

M2C2-I3.1-94

Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse (valli dell'idrogeno)_produzione

350

032

100 %

M2C2-I3.1-95

Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse (valli dell'idrogeno)_ricerca e sviluppo

150

022

100 %

M2C2-I3.2-97

Utilizzo dell'idrogeno in settori le cui emissioni sono difficili da abbattere (hard-to-abate)

400

027

100 %

M2C2-I3.3-98

Sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto stradale

230

077

100 %

M2C2-I3.4-99

Sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto ferroviario

300

077

100 %

M2C2-I3.5-101

Ricerca e sviluppo sull'idrogeno

160

022

100 %

M2C2-I4.1-102

Investimento nella mobilità dolce (Piano nazionale di piste ciclabili)

600

075

100 %

M2C2-I4.2-103

Sviluppo di sistemi di trasporto rapido di massa (metro, tram, transito rapido con autobus)

3 600

073

100 %

M2C2-I4.3-104

Infrastrutture di ricarica

741

077

100 %

M2C2-I4.4-105

Rinnovo della flotta di autobus del trasporto pubblico regionale con veicoli a combustibili puliti

1 650

074

100 %

M2C2-I4.4-105b

Rinnovo della flotta di autobus del trasporto pubblico regionale con veicoli a combustibili puliti

765

073

100 %

M2C2-I4.4-106

Rinnovo della flotta di treni del trasporto pubblico regionale con treni a combustibili puliti e servizio universale

800

072bis

100 %

M2C2-I4.4-107

Rinnovo del parco di veicoli dei Vigili del Fuoco_veicoli

123

n.a 57

100 %

M2C2-I4.4-109

Rinnovo del parco di veicoli dei Vigili del Fuoco_ricarica

18

077

100 %

M2C2-I5.1-110

Tecnologia fotovoltaica

400

029

100 %

M2C2-I5.1-111

Settore eolico

100

028

100 %

M2C2-I5.1-112

Settore delle batterie

500

022

100 %

M2C2-I5.2-113

Idrogeno

450

022

100 %

M2C2-I5.3-115

Bus elettrici

300

027

100 %

M2C2-I5.4-116

Supporto a start-up e venture capital attivi nella transizione ecologica

250

022

100 %

M2C3-I1.1-117

Costruzione di nuove scuole attraverso la sostituzione degli edifici - Piano di sostituzione degli edifici scolastici e di riqualificazione energetica

800

025ter

40 %

M2C3-I1.2-118

Efficientamento degli edifici giudiziari: costruzione di edifici, riqualificazione e rafforzamento del patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia in chiave ecologica

114

026

40 %

M2C3-I2.1-121

Rafforzamento dell'Ecobonus e del Sismabonus fino al 110 % per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici

12 053

025bis

100 %

M2C3-I3.1-123

Promozione del teleriscaldamento efficiente

200

034bis

100 %

M2C4-I1.1-124

Realizzazione di un sistema avanzato ed integrato di monitoraggio e previsione

500

035

100 %

M2C4-I2.1-125

Misure per la riduzione del rischio di alluvione e idrogeologico

1 287

035

100 %

M2C4-I2.1-126

Misure per la riduzione del rischio di alluvione e idrogeologico

1 200

035

100 %

M2C4-I2.2-127

Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni_cambiamenti climatici

3 000

035

100 %

M2C4-I2.2-128

Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni_efficienza energetica

3 000

026

40 %

M2C4-I3.1-129

Tutela e valorizzazione dei boschi urbani e periurbani

330

050

40 %

M2C4-I3.2-130

Digitalizzazione dei parchi nazionali Conservazione della natura - monitoraggio delle pressioni e minacce su specie e habitat e cambiamento climatico

82

050

40 %

M2C4-I3.2-131

Digitalizzazione dei parchi nazionali Servizi digitali ai visitatori dei parchi nazionali e delle aree marine protette

14

054ter

100 %

M2C4-I3.2-132

Digitalizzazione dei parchi nazionali Semplificazione amministrativa - Digitalizzazione e semplificazione delle procedure per i servizi forniti da Parchi e Aree Marine Protette

4

011

100 %

M2C4-I3.3-133

Rinaturalizzazione della zona del Po

357

050

40 %

M2C4-I3.5-135

Ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini

400

049

40 %

M2C4-I4.1-136

Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico

2 000

040

40 %

M2C4-I4.2-137

Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti

900

039bis

40 %

M2C4-I4.3-138

Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche

880

040

40 %

M2C4-I4.4-139

Investimenti in fognatura e depurazione

600

041bis

40 %

M3C1-I1.1-140

Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci (Napoli - Bari)

1 400

064

100 %

M3C1-I1.1-141

Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci (Palermo-Catania)

1 440

064

100 %

M3C1-I1.1-142

Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci (Salerno-Reggio Calabria)

1 800

064

100 %

M3C1-I1.2-143

Linee ad alta velocità nel Nord che collegano all'Europa (Brescia-Verona-Padova)

3 670

064

100 %

M3C1-I1.2-144

Linee ad alta velocità nel Nord che collegano all'Europa (Liguria-Alpi)

3 970

064

100 %

M3C1-I1.2-145

Linee ad alta velocità nel Nord che collegano all'Europa (Verona-Brennero - opere di adduzione)

930

065

100 %

M3C1-I1.3-146

Connessioni diagonali (Roma-Pescara)

620

068

100 %

M3C1-I1.3-147

Connessioni diagonali (Orte-Falconara)

510

068

100 %

M3C1-I1.3-148

Connessioni diagonali (Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia)

450

065

100 %

M3C1-I1.4-149

Introduzione del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (ERTMS)

2 970

071

40 %

071

100 %

M3C1-I1.5-150

Potenziamento dei nodi metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave

2 970

068

100 %

M3C1-I1.6-151

Potenziamento delle linee regionali - Miglioramento delle ferrovie regionali (gestione RFI)

936

069

40 %

M3C1-I1.7-152

Miglioramento, elettrificazione e aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud

2 400

069

40 %

M3C1-I1.8-153

Miglioramento delle stazioni ferroviarie (gestione RFI; nel Sud)

700

069

40 %

M3C2-I1.1-154a

Green ports: interventi per l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica nei porti_efficienza energetica

68

026

40 %

M3C2-I1.1-154b

Green ports: interventi per l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica nei porti_energia solare

124

029

100 %

M3C2-I1.1-154c

Green ports: interventi per l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica nei porti_riduzione dell'inquinamento

27

048

40 %

M3C2-I1.1-154d

Green ports: interventi per l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica nei porti__trasporti puliti

30

074

100 %

M3C2-I1.1-154e

Green ports: interventi per l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica nei porti_stazioni di ricarica

22

077

100 %

M3C2-I2.1-155

Digitalizzazione della catena logistica_Centro LogIN

30

084

100 %

M3C2-I2.1-156

Digitalizzazione della catena logistica_Rete di porti e terminali merci

45

084

100 %

M3C2-I2.1-157

Digitalizzazione della catena logistica_Impresa LogIN

175

084

100 %

M3C2-I2.2-159a

Digitalizzazione della gestione del traffico aereo_ottimizzazione

80

084

100 %

M3C2-I2.2-158b

Digitalizzazione della gestione del traffico aereo_digitalizzazione

30

084

100 %

M4C1-R1.7-166

Riforma della regolamentazione degli alloggi per studenti e investimenti in alloggi per studenti

960

025

40 %

780

026

40 %

M4C1-R2.1-174

Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico

800

108

100 %

M4C1-I3.2-178

Scuola 4.0 - scuole innovative, cablaggi, nuove aule didattiche e laboratori

2 100

012

100 %

M4C1-I3.4-180

Didattica e competenze universitarie avanzate

500

108

100 %

M4C1-I4.1-182

Estensione del numero e delle opportunità di carriera dei dottorati di ricerca (orientati alla ricerca, amministrazione pubblica e beni culturali)

432

016

40 %

M4C2-I1.3-186 a

Partenariati allargati estesi a università, centri di ricerca, imprese e finanziamento di progetti di ricerca di base

483

023

40 %

M4C2-I1.3-186b

Partenariati allargati estesi a università, centri di ricerca, imprese e finanziamento di progetti di ricerca di base

483

022

100 %

M4C2-I1.4-187

Rafforzamento delle strutture di ricerca e sostegno a favore della creazione di "leader nazionali di R&S" su alcune tecnologie abilitanti fondamentali

480

022

100 %

M4C2-I1.4-187

Rafforzamento delle strutture di ricerca e sostegno a favore della creazione di "leader nazionali di R&S" su alcune tecnologie abilitanti fondamentali

240

023

40 %

M4C2-I1.4-187

Rafforzamento delle strutture di ricerca e sostegno a favore della creazione di "leader nazionali di R&S" su alcune tecnologie abilitanti fondamentali

240

009bis

100 %

M4C2-I1.5-188

Creazione e rafforzamento di "ecosistemi di innovazione per la sostenibilità", creazione di "leader territoriali di R&S"

1 300

019

40 %

M4C2-I2.1-189a

IPCEI_digitale

900

021quater

100 %

M4C2-I2.1-189b

IPCEI_verde

600

022

100 %

M4C2-I2.2-190a

Partenariati nella ricerca e nell'innovazione – Orizzonte Europa_verde

120

022

100 %

M4C2-I2.2-190b

Partenariati nella ricerca e nell'innovazione – Orizzonte Europa_digitale

80

009bis

100 %

M4C2-I2.3-191

Potenziamento ed estensione settoriale/territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria

350

010

100 %

M4C2-I3.1-192

Fondo per la costruzione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione

1 580

055

100 %

M4C2-I3.3-194

Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l'assunzione dei ricercatori dalle imprese

600

016

40 %

M5C1-I1.1-198

Politiche attive del mercato del lavoro e la formazione professionale

4 400

016

40 %

M5C1-I1.2-199

Creazione di imprese femminili

400

100

40 %

M5C1-I1.4-201

Rafforzamento del sistema duale

600

016

40 %

M5C1-I2.1-202

Servizio civile universale

650

099

40 %

M5C2-I1.2-207

Percorsi di autonomia per persone con disabilità

275

012

100 %

M5C2-I3.1-215

Progetto Sport e inclusione sociale

350

026

40 %

M5C2-I3.1-215b

Progetto Sport e inclusione sociale

350

025ter

40 %

M5C3-I4-220

Investimenti infrastrutturali per la zona economica speciale

630

078

40 %

M6C1-I1.1-221

Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale — Casa della Comunità per migliorare l'assistenza sanitaria territoriale

1 600

025ter

40 %

M6C1-I1.2-223

Casa come primo luogo di cura e telemedicina

1 280

013

100 %

M6C2-I1.1-224

Aggiornamento digitale delle attrezzature tecnologiche degli ospedali

1 450

095

100 %

M6C2-I1.3-227

Rafforzamento dell'infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l'elaborazione, l'analisi dei dati e la simulazione

1 673

095

100 %

(1)

In attesa dell'adozione definitiva da parte del Consiglio, previa approvazione del Consiglio europeo. Il testo approvato dall'Eurogruppo il 16 dicembre 2020 è disponibile al seguente indirizzo:  https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-14356-2020-INIT/it/pdf .

(2)

Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza.

(3)

SWD(2020) 911 final.

(4)

Cfr. imminente relazione sullo Stato di diritto, Capitolo sulla situazione dello sato di diritto in Italia.

(5)

https://ec.europa.eu/info/policies/justice-and-fundamental-rights/combatting-discrimination/roma-eu/roma-inclusion-eu-country/roma-inclusion-italy_it.

(6)

 Per informazioni dettagliate sugli aspetti metodologici cfr. relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3 (giugno 2021) così come la pubblicazione Debt Sustainability Monitor 2020.

(7)

Bauer, P., Fedotenkov, I., Genty, A., Hallak, I., Harasztosi, P., Martinez Turegano, D., Nguyen, D., Preziosi, N., Rincon-Aznar, A. e Sanchez Martinez, M., Productivity in Europe: Trends and drivers in a service-based economy, JRC, 2020.

(8)

Le procedure di appalto pubblico durano 200 giorni in Italia rispetto a circa 120 giorni in media nel resto dell'UE.

(9)

Hippe, R., Jakubowski, M. e De Sousa Lobo Borges De Araujo, L., Regional inequalities in PISA: the case of Italy and Spain, 2018, JRC109057.

(10)

JRC, SETIS Research and Innovation dashboards. Strategic Energy Technologies Information System. https://setis.ec.europa.eu/publications/setis-research-innovation-data.

(11)

Istat (2020), Economia non osservata nei conti nazionali, 14 ottobre 2020, https://www.istat.it/it/archivio/248596.

(12)

 Cfr. Relazione per paese relativa all'Italia 2020 della Commissione europea.

(13)

     Cfr. Christl, M, De Poli, S., Figari, F., Hufkens, T., Leventi, C., Papini, A. and Tumino, A. (2021) "The cushioning effect of fiscal policy in the EU during the COVID-19 pandemic", JRC Working Papers on Taxation and Structural Reforms, 02/2021 (forthcoming); e Almeida, V., Barrios, S., Christl, M., De Poli, S., Tumino, A., Van der Wielen, W. (2020): 'Households´ income and the cushioning effect of fiscal policy measures during the Great Lockdown', JRC Working Paper on Taxation and Structural Reforms, 06/2020, disponibile al seguente indirizzo https://ec.europa.eu/jrc/sites/jrcsh/files/jrc121598.pdf .

(14)

Economidou, M., Ringel, M., Valentova, M., Zancanella, P., Tsemekidi Tzeiranak, S., Zangheri, P., Paci, D., Ribeiro Serrenho, T., Palermo, V. e Bertoldi, P., National Energy and Climate Plans for 2021-2030 under the EU Energy Union, EUR 30487 EN, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo, 2020, ISBN 978-92-76-27013-3, doi:10.2760/678371, JRC122862.

(15)

Dati per il 2019 tratti dalla relazione Svimez 2019 (basata su dati Eurostat).

(16)

Tuttavia vi sono diverse attività nazionali e regionali in corso, in particolare il cosiddetto "Collegato Ambientale 2020" sul "Green New Deal e transizione ecologica del Paese".

(17)

Comitato di esperti in materia economica e sociale, Iniziative per il rilancio "Italia 2020-2022", giugno 2020. Disponibile all'indirizzo: https://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/comitato_rapporto.pdf.

(18)

 Lo studio di Eunomia & COWI (2019) preparato per conto della Commissione europea ha stimato che il fabbisogno in termini di capitale e costi di investimento nel settore dei rifiuti in Italia per il periodo 2021-2027 ammonti a 2,3 miliardi di EUR.

(19)

Secondo i dati forniti dall'Italia nel 2019 nel contesto della rendicontazione a norma delle direttive Uccelli e Habitat effettuata con cadenza ogni sei anni.

(20)

 Benedetti Fasil, C., Del Rio, J.C., Domnick, C., Fako, P., Flachenecker, F., Gavigan, J., Janiri, M., Stamenov, B. e Testa, G., High Growth Enterprises in the COVID-19 Crisis Context, 2021, JRC124469.

(21)

ISTAT (2020). "Statistica sperimentale. Comportamenti d'impresa e sviluppo sostenibile", disponibile all'indirizzo: https://www.istat.it/it/archivio/239170 .

(22)

Fonte:

i) valutazione del piano nazionale definitivo per l'energia e il clima dell'Italia, SWD (2020) 911 final.

ii) dati Eurostat per anni specifici.

(23)

Indice di digitalizzazione dell'economia e della società 2020.

(24)

Eurostat - Community survey on ICT usage and eCommerce in Enterprises [indagine comunitaria sull'uso delle TIC e sul commercio elettronico nelle imprese], 2020.

(25)

Righi, R., Lopez Cobo, M., Alaveras, G., Samoili, S., Cardona, M., Vazquez-Prada Baillet, M., Ziemba, L.W. e De Prato, G., Academic Offer of Advanced Digital Skills in 2019-20. International Comparison, 2020 JRC121680.

(26)

Gomez Losada, A., Lopez Cobo, M., Samoili, S., Alaveras, G., Vazquez-Prada Baillet, M., Cardona, M., Righi, R., Ziemba, L.W. e De Prato, G., Estimation of supply and demand of tertiary education places in advanced digital profiles in the EU, 2020 JRC121683.

(27)

Il punteggio per l'intensità digitale si basa sul conteggio del numero delle 12 tecnologie selezionate che vengono utilizzate dalle imprese. Un livello di base richiede l'utilizzo di almeno 4 tecnologie (Eurostat, Community Survey on ICT usage and eCommerce in Enterprises, 2020).

(28)

Le imprese che acquistano almeno uno dei seguenti servizi: cloud computing: hosting della banca dati aziendale, applicazioni software di contabilità, software CRM, potenza di calcolo (Eurostat, Community Survey on ICT usage and eCommerce in Enterprises, 2020).

(29)

Eurostat, Community Survey on ICT usage and eCommerce in Enterprises, 2020.

(30)

Le imprese che utilizzano almeno 2 tecnologie di intelligenza artificiale (European enterprise survey on the use of technologies based on artificial intelligence, redatto da Ipsos e iCite, 2020).

(31)

Eurostat, Community Survey on ICT usage and eCommerce in Enterprises, 2020.

(32)

Nel 2020 l'Italia ha selezionato 45 poli nazionali in vista della creazione della rete dei poli europei dell'innovazione digitale per la diffusione delle tecnologie emergenti (sostenuta nel contesto del programma Europa digitale).

(33)

Eurostat - Community survey on ICT usage in Households and by Individuals [indagine comunitaria sull'uso delle TIC nelle famiglie e da parte dei singoli individui].

(34)

La copertura della fibra fino alla sede dell'utente è passata da una copertura al 24 % nel luglio del 2018, a un buon 30 % nel luglio 2019 ma soltanto al 34 % nel luglio del 2020.

(35)

Studi sulla copertura della banda larga in Europa per la Commissione europea preparati da IHS Markit, Omdia e Point Topic.

(36)

 Le zone bianche delle reti di accesso di nuova generazione sono zone nelle quali non è presente alcuna rete di accesso di nuova generazione in grado di fornire in maniera affidabile almeno 30 Mbps in download o nelle quali non è prevista alcuna rete di tale tipo nei tre anni successivi al momento della pubblicazione delle misure di aiuto previste.

(37)

 Le zone grigie delle reti di accesso di nuova generazione sono zone nelle quali è presente un'infrastruttura in grado di fornire in maniera affidabile almeno 30 Mbps in download o nelle quali la creazione di tale infrastruttura è prevista nei tre anni successivi al momento della pubblicazione delle misure di aiuto previste.

(38)

Il piano Voucher è stato avviato nel corso del 2020.

(39)

Decreto legge 16 luglio 2020, n. 76, recante misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale.

(40)

 IHS Markit, Omdia, Point Topic e VVA, Broadband coverage in Europe studies. Figura riferita al 2020.

(41)

Ad esempio la partecipazione al primo importante progetto di comune interesse europeo (IPCEI) sulla microelettronica; firmatario della dichiarazione congiunta degli Stati membri "Building the next generation cloud for business and public sector in Europe". Alla fine del 2020 l'Italia ha aderito a GAIA-X (un progetto per un'infrastruttura dati aperta e federata) e, insieme a Francia, Germania e Spagna ha proposto il IPCEI Infrastrutture e servizi cloud di prossima generazione (IPCEI-CIS) destinato a finanziare lo sviluppo della prossima generazione di infrastrutture e servizi cloud nell'UE.

(42)

Flachenecker, F., Gavigan, J., Goenaga Beldarrain, X., Pasi, G., Preziosi, N., Stamenov, B. e Testa, G., High Growth Enterprises: demographics, finance and policy measures, 2020, JRC119788.

(43)

  Documento PNRR 2021 (asvis.it) , 27.5.2021.

(44)

I traguardi e gli obiettivi da conseguire per tali riforme riportati nella decisione di esecuzione del Consiglio sono compresi nella componente M1C1 per le riforme della pubblica amministrazione, del sistema giudiziario, dell'imposizione fiscale e degli appalti pubblici. I traguardi e gli obiettivi per la legge in materia di concorrenza sono compresi nella missione 1 componente 2.

(45)

  COM(2021) 350 final, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52021DC0350&from=EN .

(46)

 In attesa dell'adozione definitiva da parte del Consiglio, previa approvazione del Consiglio europeo. Il testo approvato dall'Eurogruppo il 16 dicembre 2020 è disponibile al seguente indirizzo:  https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-14356-2020-INIT/it/pdf .

(47)

 COM(2021) 350 final, https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/communication-new-industrial-strategy.pdf

(48)

 Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione (GU L 187 del 26.6.2014, pag. 1).

(49)

SWD(2020) 911 final.

(50)

[] I sei obiettivi ambientali comprendono: 1) mitigazione dei cambiamenti climatici; 2) adattamento ai cambiamenti climatici; 3) uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine; 4) economia circolare; 5) prevenzione e riduzione dell'inquinamento; e 6) protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

(51)

Tale riforma provvederà tra l'altro a completare le semplificazioni esistenti per le centrali onshore, a definire semplificazioni ad hoc per le centrali offshore, a fissare criteri per l'individuazione delle zone idonee e non idonee all'installazione di centrali per energie rinnovabili concordate tra Stato e Regioni, a semplificare le procedure di autorizzazione del meccanismo di sostegno delle fonti di energia rinnovabile anche per ulteriori tecnologie non mature o aventi costi di gestione elevati, nonché ad attuare una riforma per promuovere gli investimenti nei sistemi di stoccaggio.

(52)

Deliberazione 31 ottobre 2019 n. 17/2019.

(53)

Le infrazioni NIF 2003/2077 devono essere ridotte dell'80 % nel 2024 e del 90 % nel 2025; le infrazioni NIF 2011/2215 devono essere ridotte del 60 % nel 2024 e del 75 % nel 2025.

(54)

 

(55)

I crediti d'imposta per i beni immateriali tradizionali e per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione non concorrono al conseguimento dell'obiettivo digitale.

(56)

   Il sistema unitario ReGiS, previsto dall'articolo 1, comma 1043, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021) si contraddistingue per un modello che prevede la raccolta e l'archiviazione dei dati relativi a tutte le iniziative concernenti progetti previste dal piano per la ripresa e la resilienza, fino al livello del destinatario finale in un'unica banca dati centralizzata che, attraverso servizi di interoperabilità, può funzionare in maniera sinergica e integrata con gli altri strumenti che vengono utilizzati per la gestione operativa dei progetti o dei sistemi di verifica e controllo. Le informazioni sono rilevate, in dettaglio, da parte dei titolari degli interventi (comuni, regioni, ministeri, altri enti) e rese disponibili alle singole amministrazioni delle misure che le validano e le inviano al ministero dell'Economia e delle finanze che cura l'aggregazione a livello di piano nonché la divulgazione.

(57)

La "Metodologia di monitoraggio del clima" allegata al regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza non stabilisce campi d'intervento che consentirebbero la tracciabilità climatica o ambientale dei veicoli elettrici o dei veicoli ibridi ricaricabili, ad eccezione dei veicoli per il trasporto urbano che rientrano nel campo di intervento 074. A norma dell'articolo 18, paragrafo 4, lettera e), del regolamento, la metodologia deve tuttavia essere utilizzata di conseguenza per le misure che non possono essere direttamente assegnate a un campo d'intervento elencato nell'allegato VI. In tale contesto la Commissione ha applicato un coefficiente di contribuzione all'azione per il clima del 100 % per i veicoli a emissioni zero di tutte le categorie (compresi i veicoli alimentati a batteria e a celle a combustibile a idrogeno); un coefficiente di contribuzione all'azione per il clima del 40 % per i veicoli leggeri ibridi ricaricabili; e, in linea con i criteri del regolamento sulla tassonomia, un coefficiente di contribuzione all'azione per il clima del 100 % per i veicoli pesanti a basse emissioni.