Strasburgo, 14.12.2021

COM(2021) 801 final

2021/0421(NLE)

Proposta di

RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica

{SWD(2021) 452 final}


RELAZIONE

1.CONTESTO DELLA PROPOSTA

Motivi e obiettivi della proposta

Il Green Deal europeo 1 ("Green Deal") ha avviato una nuova strategia per trasformare l'Unione europea in una società sostenibile, giusta e prospera, dotata di un'economia moderna, circolare e competitiva, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra. Esso sottolinea l'impegno della Commissione a far fronte ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale e a conseguire gli obiettivi adottati nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ("accordo di Parigi") di mantenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 °C e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 °C. Il costo dell'inazione nella politica climatica e ambientale sarebbe enorme per le persone, in particolare per quelle in situazioni di vulnerabilità, in termini di tenore di vita, salute e benessere. Nell'ottica del percorso verso l'azzeramento delle emissioni nette, la necessità di una transizione equa è parte integrante del Green Deal, che ha sottolineato la necessità di garantire che nessuna persona e nessun luogo siano esclusi da questo processo.

A giugno 2021 il Consiglio dell'Unione europea e il Parlamento europeo hanno adottato la "normativa europea sul clima" 2 , che stabilisce l'obiettivo vincolante della neutralità climatica nell'Unione entro il 2050 3 e un traguardo intermedio vincolante per una riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. Al fine di conseguire tali obiettivi, a luglio 2021 la Commissione ha proposto il pacchetto legislativo "Pronti per il 55 %". Il pacchetto comprende un insieme coerente di misure contenute in proposte legislative. Tra queste vi è una proposta per l'istituzione di un nuovo Fondo sociale per il clima 4 di 72,2 miliardi di EUR per il periodo 2025-2032 al fine di sostenere le famiglie, gli utenti dei trasporti e le microimprese vulnerabili che risentono dell'introduzione dello scambio di quote di emissioni per i combustibili impiegati nel trasporto su strada e nell'edilizia.

L'equità e la solidarietà sono principi fondanti del Green Deal europeo. A livello internazionale gli Stati membri hanno approvato in particolare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e l'accordo di Parigi, che fa riferimento agli "imperativi di una giusta transizione per la forza lavoro e della creazione di posti di lavoro decorosi e di qualità". Ciò è confermato ed è in linea con l'articolo 2, paragrafo 1, dell'accordo di Parigi, con l'agenda strategica del Consiglio europeo per il periodo 2019-2024 e con l'articolo 2, paragrafo 2, della normativa europea sul clima, nonché con il pilastro europeo dei diritti sociali. Anche gli orientamenti dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) per una transizione giusta verso economie e società ecologicamente sostenibili per tutti forniscono un quadro strategico consolidato a livello internazionale per una transizione giusta. Inoltre gli Stati membri e le parti sociali hanno approvato la dichiarazione di Slesia sulla solidarietà e l'equa transizione del 2018, adottata in occasione della COP-24 di Katowice, e la dichiarazione del 2021 a sostegno delle condizioni per una transizione giusta a livello internazionale adottata in occasione della COP-26 di Glasgow.

Per il successo della transizione verde occorrono azioni strategiche a sostegno delle persone e della loro partecipazione attiva. La visione per una transizione equa verso un'Europa sociale forte e climaticamente neutra riflette i 20 principi del pilastro europeo dei diritti sociali proclamati al vertice di Göteborg del novembre 2017, che comprendono il "corpus di norme sociali" per l'equità e il buon funzionamento dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale nell'Europa del XXI secolo. L'attuazione del pilastro promuoverà una transizione equa, che è fondamentale per garantire la coesione sociale. Il piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali 5 mira a mobilitare le forze a tutti i livelli per tradurre i principi in azioni concrete. Esso definisce tre obiettivi principali dell'UE per il 2030 nei settori dell'occupazione, delle competenze e della riduzione della povertà, che sono stati accolti con favore dai leader dell'UE nella dichiarazione di Porto del maggio e dal Consiglio europeo del giugno 2021. Sottolinea la necessità di potenziare la dimensione sociale europea in tutte le politiche dell'Unione per garantire che la transizione verso la neutralità climatica sia socialmente equa e giusta.

Se accompagnata dalle giuste politiche, la transizione potrebbe creare circa un milione di posti di lavoro nell'UE entro il 2030 6 e due milioni di posti di lavoro entro il 2050 7 . In particolare potrebbe creare posti di lavoro mediamente qualificati e a salario medio 8 , con effetti diversi a seconda dei paesi, delle regioni e dei settori. Ciò potrebbe contribuire all'attenuazione della polarizzazione del mercato del lavoro derivante da altre megatendenze (in particolare la digitalizzazione), all'aumento dei redditi e alla riduzione della povertà in generale 9 . Come sottolineato nelle valutazioni d'impatto del piano per l'obiettivo climatico 2030 e nelle proposte legislative del pacchetto "Pronti per il 55 %", una significativa riallocazione della forza lavoro all'interno di un settore e tra i settori richiederà investimenti su vasta scala nella riqualificazione e nel miglioramento delle competenze. Ad esempio, se da un lato si stima che entro il 2030 la transizione climatica potrebbe determinare la creazione di 160 000 nuovi posti di lavoro nel settore edile nell'UE 10 , dall'altro le attuali carenze di competenze sono evidenti nelle occupazioni legate alla progettazione ecologica, alle tecnologie e ai materiali in questo settore. Le giuste politiche di accompagnamento possono ridurre e persino prevenire la povertà energetica, che deriva da una combinazione di basso reddito, quota elevata del reddito disponibile destinata all'energia e scarsa efficienza energetica. Inoltre tali politiche possono promuovere l'accesso a servizi di trasporto e mobilità accessibili e a basse emissioni, contrastare l'esclusione sociale e le disuguaglianze socioeconomiche, regionali e sanitarie, migliorare la salute e il benessere e promuovere l'uguaglianza in generale e anche per le persone svantaggiate.

Al fine di realizzare appieno il potenziale occupazionale e sociale della transizione verde è essenziale utilizzare tutti gli strumenti disponibili e attuare opportune politiche di accompagnamento a livello dell'UE, degli Stati membri, regionale e locale. Viceversa, in assenza di politiche occupazionali e sociali di accompagnamento ben concepite, sussistono rischi socioeconomici. È pertanto fondamentale che le autorità responsabili predispongano politiche adeguate senza compromettere gli incentivi ai cambiamenti negli investimenti e nei consumi richiesti dalla transizione. È importante sottolineare che tali meccanismi dovrebbero essere accompagnati da misure volte a garantire una governance inclusiva e il coinvolgimento attivo delle persone maggiormente colpite dalla transizione verde.

Sebbene gli Stati membri abbiano messo in atto e stiano preparando numerose azioni per promuovere una transizione equa verso la neutralità climatica, vi è un certo margine per migliorare ulteriormente la definizione di politiche a sostegno di una transizione verde equa e garantire la coerenza degli sforzi tra i vari strumenti disponibili a livello nazionale e dell'UE (cfr. la sezione seguente). La Commissione ha pertanto annunciato, nel quadro del pacchetto "Pronti per il 55 %", una proposta di raccomandazione del Consiglio entro la fine del 2021 per fornire agli Stati membri ulteriori orientamenti su come affrontare nel modo migliore gli aspetti sociali e occupazionali della transizione verde. Oltre a realizzare il Green Deal europeo, la Commissione sta altresì monitorando attentamente gli sviluppi a breve termine nei mercati dell'energia, trainati principalmente dagli sviluppi del mercato mondiale, e il 13 ottobre 2021 ha presentato una comunicazione dal titolo "Risposta all'aumento dei prezzi dell'energia: un pacchetto di misure d'intervento e di sostegno" che delinea misure immediate a tutela di consumatori e imprese 11 . Tale proposta imminente è stata citata anche nella suddetta comunicazione quale quadro politico volto a sostenere una transizione verde equa nel medio periodo e a sviluppare la resilienza all'evoluzione futura dei prezzi.

Coerenza con le disposizioni vigenti nel settore normativo dell'occupazione, delle competenze e degli aspetti sociali e distributivi della transizione verde

In linea con gli orientamenti politici della Commissione per il periodo 2019-2024 12 , il piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali sottolinea che, nell'ambito di un nuovo "corpus di norme sociali", i diritti sociali e la dimensione sociale europea devono essere rafforzati in tutte le politiche dell'Unione, come sancito dai trattati, in particolare dall'articolo 3 TUE e dall'articolo 9 TFUE, per progredire verso un decennio più verde e più digitale in cui gli europei possano prosperare. A sua volta, il Green Deal europeo prevede l'integrazione della sostenibilità in tutte le politiche dell'UE, in particolare perseguendo i finanziamenti e gli investimenti verdi e garantendo una transizione equa.

La raccomandazione della Commissione relativa a un sostegno attivo ed efficace all'occupazione (EASE) in seguito alla crisi COVID-19 13 ha sottolineato che l'UE e gli Stati membri dovrebbero agire insieme per promuovere una ripresa dinamica, fonte di occupazione e inclusiva, e agevolare la transizione verde e digitale nel mercato europeo del lavoro. Gli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione del 2020 14 hanno stabilito che l'azione politica dovrebbe combinare misure volte a rilanciare la domanda di forza lavoro, potenziare l'offerta di forza lavoro e migliorare l'accesso all'occupazione, a capacità e competenze e migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro e l'efficacia del dialogo sociale, tenendo conto del loro impatto ambientale, occupazionale e sociale. La proposta di relazione comune sull'occupazione 2022 ha sottolineato che investire nel miglioramento delle competenze e nella riqualificazione è una priorità assoluta per promuovere una ripresa inclusiva e sostenere le transizioni digitale e verde 15 . Gli Stati membri sono invitati, tra l'altro, a introdurre un sostegno alla riallocazione della forza lavoro (ad esempio mediante incentivi all'assunzione e formazione ben concepiti) in particolare verso l'economia verde e digitale, proteggendo nel contempo i lavoratori durante la transizione. Ciò è in linea con le precedenti raccomandazioni del Consiglio in materia, ad esempio la raccomandazione relativa al rafforzamento della garanzia per i giovani 16 e quella relativa all'istruzione e formazione professionale (IFP) per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza 17 .

Nel quadro del regolamento sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima 18 , gli Stati membri elaborano piani nazionali integrati per l'energia e il clima (PNEC) che coprono periodi di dieci anni, tenendo conto della prospettiva a lungo termine e delle cinque dimensioni dell'Unione dell'energia, ossia: sicurezza energetica; mercato interno dell'energia; efficienza energetica; decarbonizzazione; ricerca, innovazione e competitività. Gli PNEC vengono aggiornati cinque anni dopo la prima presentazione e successivamente a intervalli di dieci anni. A norma dell'articolo 3, paragrafo 3, lettera d), del regolamento (UE) 2018/1999 sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima, qualora uno Stato membro riscontri la presenza di un numero elevato di famiglie in condizioni di povertà energetica, esso include nel suo piano un obiettivo indicativo nazionale di riduzione della povertà energetica unitamente a un calendario delle scadenze entro le quali gli obiettivi devono essere raggiunti, nonché politiche e misure per affrontare la povertà energetica, comprese misure di politica sociale e altri programmi nazionali pertinenti 19 . Sebbene diversi Stati membri abbiano messo a punto iniziative concrete volte a combattere la povertà energetica e/o a sostenere i consumatori vulnerabili che potrebbero anche affrontare i potenziali effetti distributivi delle politiche climatiche 20 , la valutazione della Commissione del 2020 relativa agli PNEC definitivi ha concluso 21 che "un'ampia maggioranza di Stati membri deve ancora sviluppare strategie e obiettivi più chiari attraverso un approccio trasversale per individuare e misurare le conseguenze sociali, occupazionali e in termini di competenze nonché altri effetti distributivi della transizione energetica e prendere in debita considerazione le modalità per affrontare tali sfide".

Ai sensi del regolamento recante disposizioni comuni 22 , che riguarda, tra l'altro, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo Plus (FSE +), il Fondo di coesione e il Fondo per una transizione giusta (JTF), gli Stati membri dovrebbero tenere conto, per i loro programmi, anche in sede di riesame intermedio, del contenuto dei loro PNEC integrati e delle raccomandazioni della Commissione in relazione a tali piani. I piani territoriali per una transizione giusta nell'ambito del JTF dovrebbero concentrarsi sulla risposta all'impatto socioeconomico della transizione in determinati territori che dipendono dai combustibili fossili o da attività industriali ad alta intensità di gas a effetto serra e includere una sezione generale sul processo di transizione nazionale basato sugli PNEC. La piattaforma per una transizione giusta è stata istituita per assistere tutti i pertinenti portatori di interessi nell'utilizzo delle risorse del meccanismo per una transizione giusta. Oltre al Fondo per una transizione giusta (pilastro 1), esso contiene un regime specifico nell'ambito di InvestEU (pilastro 2) e uno strumento di prestito per il settore pubblico (pilastro 3).

Mentre tre dei sei pilastri definiscono l'ambito di applicazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza incentrato sugli elementi sociali, i piani per la ripresa e la resilienza (PRR) nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza definiscono un numero significativo di riforme e investimenti che riguardano gli aspetti della transizione equa in termini sia di riforme che di investimenti. I piani nazionali e i programmi operativi devono essere attuati entro il periodo di finanziamento in corso. A causa di tale durata limitata, sebbene le riforme e gli investimenti siano concepiti in modo da avere un impatto duraturo, non prevedono un approccio pienamente completo alla transizione equa a livello nazionale oltre il 2027, in particolare in vista degli obiettivi climatici dell'UE.

Altre fonti di finanziamento disponibili sostengono ulteriori azioni complementari in questo settore, tra cui ERASMUS +, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro (FEG), l'assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (REACT-EU), il Fondo per la modernizzazione e i proventi della vendita all'asta nell'ambito del sistema per lo scambio di quote di emissioni (ETS) dell'UE, il programma LIFE + e il programma Orizzonte Europa. In particolare, il regolamento FSE + 23 stabilisce che il FSE + mira a contribuire, in linea con i suoi obiettivi specifici di cui all'articolo 4, paragrafo 1, agli obiettivi relativi a un'Europa più verde, a basse emissioni di carbonio, tramite il miglioramento dei sistemi di istruzione e di formazione necessari per l'adattamento delle competenze e delle qualifiche, il miglioramento del livello delle competenze, anche per la manodopera, la creazione di nuovi posti di lavoro in settori collegati all'ambiente, al clima, all'energia, all'economia circolare e alla bioeconomia.

Molte altre strategie e piani d'azione contribuiscono a una transizione verde equa. L'agenda per le competenze per l'Europa 2020 24 mira a fornire alle persone i mezzi per apprendere e per accertarsi di disporre di competenze adeguate alla duplice transizione. Nell'agenda per le competenze la Commissione annuncia una serie di azioni volte a sostenere l'acquisizione di competenze per la transizione verde, anche per quanto riguarda i conti individuali di apprendimento 25 , un approccio europeo alle microcredenziali 26 e l'apprendimento per la sostenibilità ambientale 27 . Il patto per le competenze 28 intende mobilitare i portatori di interessi del settore privato e pubblico affinché intraprendano azioni concrete per il miglioramento delle competenze e la riqualificazione delle persone sul mercato del lavoro, anche unendo le forze nell'ambito di partenariati. Alla fine di novembre 2021 erano stati istituiti cinque partenariati di questo tipo 29 finalizzati al miglioramento delle competenze e alla riqualificazione di 1,5 milioni di persone negli anni a venire. Alla fine di novembre 2021 il patto per le competenze aveva riunito più di 500 membri, tra cui organizzazioni imprenditoriali settoriali, grandi e piccole imprese, università, erogatori di IFP, parti sociali, camere di commercio, autorità regionali e locali, nonché servizi per l'impiego pubblici e privati. La nuova strategia industriale aggiornata dell'UE favorisce la creazione di posti di lavoro nell'economia verde, stabilendo, ad esempio, l'importante ruolo degli investimenti nelle competenze, i partenariati pubblico-privato flessibili, la cooperazione per stimolare il dialogo sociale, nonché la creazione di posti di lavoro verdi, ad esempio attraverso le varie alleanze a livello europeo, in particolare per quanto riguarda le batterie, l'idrogeno pulito, l'economia circolare della plastica e le materie prime. La nuova agenda dei consumatori 30 è finalizzata a promuovere la transizione verde in modo tale da responsabilizzare e sostenere tutti i consumatori e consentire loro, indipendentemente dalla rispettiva situazione finanziaria, di svolgere un ruolo attivo nella transizione verde senza imporre uno stile di vita specifico e senza discriminazioni sociali 31 .

Inoltre la visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE 32 mira a rendere le zone rurali più forti, connesse, resilienti e prospere, anche attraverso la transizione verde. Infine il quadro strategico dell'UE per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom per il periodo 2020-2030 fissa sette obiettivi a livello dell'UE per il periodo fino al 2030, tra cui l'aumento della parità di accesso effettiva ad alloggi e servizi essenziali e desegregati 33 .

Coerenza con le altre normative dell'Unione

L'equità sociale è parte integrante delle proposte legislative del pacchetto "Pronti per il 55 %". In particolare la proposta di revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia 34 offre la possibilità di esentare temporaneamente le famiglie vulnerabili da imposte più elevate sull'energia. Le proposte di rifusione della direttiva sull'efficienza energetica 35 e della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia 36 e la proposta di revisione della direttiva sulle energie rinnovabili 37 stimolano il risparmio energetico, che può essere uno strumento efficace per alleviare la povertà energetica. Inoltre, l'applicazione del principio dell'efficienza energetica al primo posto garantirà che i gruppi economicamente svantaggiati beneficino di soluzioni di efficienza energetica reputate la prima opzione considerata nelle decisioni strategiche, di pianificazione e di investimento e in altri settori strategici. La proposta di rifusione della direttiva sull'efficienza energetica prevede inoltre l'obbligo specifico per gli Stati membri di sostenere le famiglie vulnerabili e che vivono in condizioni di povertà energetica al fine di realizzare risparmi energetici. La proposta di regolamento sull'infrastruttura per i combustibili alternativi 38 garantirà che le infrastrutture di ricarica e rifornimento per i veicoli a emissioni zero siano diffuse in tutta l'Europa e siano accessibili a tutti.

Inoltre, anche se ogni Stato membro dovrà contribuire all'aumento dell'obiettivo di riduzione delle emissioni, si tiene conto dei diversi punti di partenza e delle diverse capacità. Strumenti quali il regolamento sulla condivisione degli sforzi 39 mirano a un'equa distribuzione degli sforzi tra gli Stati membri, al fine di garantire la solidarietà tra gli Stati membri e le regioni. Il Fondo per la modernizzazione 40 sostiene dieci Stati membri dell'UE a reddito più basso nella transizione verso la neutralità climatica, contribuendo a modernizzare i loro sistemi energetici e a migliorare l'efficienza energetica. Il Fondo per una transizione giusta 41 è concepito per affrontare gli impatti sociali ed economici della transizione verde, concentrandosi sulle regioni, le industrie e i lavoratori che dovranno affrontare le maggiori sfide durante la transizione.

Il Fondo sociale per il clima proposto contribuirà ad attenuare l'impatto sulle famiglie, gli utenti dei trasporti e le microimprese vulnerabili che risentono in modo significativo dell'aumento dei prezzi dei combustibili fossili a seguito dell'introduzione dello scambio di quote di emissioni per i combustibili impiegati nell'edilizia e nel trasporto su strada. Esso promuoverà l'equità e la solidarietà tra gli Stati membri e al loro interno, attenuando al contempo il rischio di povertà energetica e le sfide in materia di trasporti, integrando i meccanismi esistenti. Il Fondo fornirà alle famiglie un sostegno per investire nell'efficienza energetica e nel riscaldamento e raffrescamento puliti degli edifici, compresa l'integrazione delle energie rinnovabili, finanziando altresì l'accesso alla mobilità a zero e a basse emissioni. Ove necessario, in attesa dell'impatto degli investimenti sulla riduzione delle emissioni e delle bollette energetiche dei gruppi vulnerabili, il Fondo consentirà agli Stati membri di finanziare misure che forniscono alle famiglie vulnerabili e alle famiglie che sono utenti vulnerabili dei trasporti un sostegno diretto temporaneo al reddito per ridurre l'impatto immediato dell'aumento del prezzo dei combustibili fossili derivante dall'inclusione dell'edilizia e del trasporto su strada nell'ambito di applicazione della direttiva 2003/87/CE.

Inoltre come indicato nella valutazione d'impatto che accompagna il piano per l'obiettivo climatico 2030 e in alcune iniziative del pacchetto "Pronti per il 55 %", gli Stati membri per sostenere i gruppi svantaggiati possono utilizzare anche i proventi generati dalle aste di quote dell'EU ETS, dai prelievi e dalle imposte sui prezzi dell'energia nonché dalle imposte ambientali.

2.BASE GIURIDICA, SUSSIDIARIETÀ E PROPORZIONALITÀ

Base giuridica

La proposta si baserà sull'articolo 292 TFUE, in combinato disposto con gli articoli 149 e 166 TFUE.

Sussidiarietà (per la competenza non esclusiva)

Gli Stati membri progetteranno e selezioneranno le misure e gli investimenti per garantire una transizione equa verso la neutralità climatica, comprese le misure specifiche che possono proporre nell'ambito dei finanziamenti, degli strumenti strategici e dei meccanismi di governance esistenti.

Proporzionalità

L'azione a livello dell'Unione è necessaria per realizzare una transizione verde rapida e solida che consenta di conseguire gli obiettivi vincolanti adottati nella legge europea sul clima senza lasciare indietro nessuno, in linea con il Green Deal europeo, l'agenda strategica del Consiglio europeo per il periodo 2019-2024, la relazione del Parlamento europeo su "un'Europa sociale forte per transizioni giuste" 42 , la relazione del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Nessun Green Deal senza Social Deal» 43 e il parere del Comitato delle regioni "Un'Europa sociale forte per transizioni giuste" 44 . A tal fine occorre inoltre che le sfide sociali e occupazionali derivanti dalla transizione verde siano affrontate con coerenza ed efficacia da tutti gli Stati membri.

Secondo la valutazione a livello dell'Unione dei piani nazionali per l'energia e il clima definitivi pubblicata dalla Commissione nel settembre 2020 45 , sono necessari ulteriori sforzi per garantire una transizione energetica pulita ed equa nelle regioni più colpite. Considerati la portata e gli effetti dell'azione proposta, appare necessario e opportuno fornire orientamenti agli Stati membri.

Onde evitare inutili oneri amministrativi per gli Stati membri, l'attuazione degli orientamenti strategici forniti nella presente raccomandazione sarà monitorata nel quadro del processo del semestre europeo e di altri processi esistenti, in particolare la governance dell'Unione dell'energia e l'azione per il clima, a seconda dei casi.

Scelta dell'atto giuridico

Lo strumento proposto è una proposta di raccomandazione del Consiglio che rispetta i principi di sussidiarietà e di proporzionalità. Tale proposta si basa sul diritto dell'Unione europea vigente ed è in linea con il tipo di strumenti utilizzabili per le azioni dell'Unione europea nei settori dell'occupazione e della politica sociale. Essa stabilisce misure che devono essere considerate dagli Stati membri e fornisce una solida base per la cooperazione a livello dell'Unione europea in questo settore, nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri nei settori politici pertinenti.

3.RISULTATI DELLE VALUTAZIONI EX POST, DELLE CONSULTAZIONI DEI PORTATORI DI INTERESSI E DELLE VALUTAZIONI D'IMPATTO

Valutazioni ex post / Vaglio di adeguatezza della legislazione vigente

Non pertinente.

Consultazioni dei portatori di interessi

I servizi della Commissione hanno già intrapreso una serie di attività di consultazione generali e mirate sulla transizione verde, compresi gli aspetti sociali e occupazionali, in particolare attraverso:

·consultazioni mirate e consultazioni pubbliche online nell'ambito dei pacchetti legislativi "Pronti per il 55 %" del luglio 2021 e del dicembre 2021 (ad esempio il sistema per lo scambio di quote di emissioni dell'UE, la direttiva sulla tassazione dell'energia, la direttiva sull'efficienza energetica, la direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, ecc.);

·riunioni bilaterali/multilaterali con i portatori di interessi, comprese più di 50 riunioni sulla revisione del sistema ETS, in particolare nel contesto del pacchetto adottato il 14 luglio 2021;

·una consultazione pubblica aperta online sul piano per l'obiettivo climatico 2030 (marzo - giugno 2020; oltre 1 000 risposte), a seguito di una consultazione di quattro settimane sulla valutazione d'impatto iniziale.

Per la preparazione della presente proposta di raccomandazione del Consiglio, a ottobre e a novembre 2021 la Commissione ha condotto consultazioni e scambi mirati con il comitato per l'occupazione (EMCO), il comitato per la protezione sociale (CPS), il comitato di politica economica (CPE), le parti sociali europee e le organizzazioni della società civile attive nel settore delle politiche sociali, occupazionali e in materia di disabilità.

Le consultazioni hanno fornito un ampio sostegno a un'iniziativa che affronti gli aspetti sociali e occupazionali della transizione, garantendo che nessuno sia lasciato indietro. Nello specifico le parti hanno convenuto, nel complesso, sulla necessità di vari elementi: pacchetti strategici globali per realizzare una transizione equa, comprese misure per il miglioramento delle competenze e la riqualificazione; utilizzo efficace delle politiche e degli strumenti di finanziamento esistenti, evitando duplicazioni e oneri amministrativi; una migliore comprensione degli impatti occupazionali e sociali delle politiche in materia di cambiamenti climatici, compresi gli effetti sulla qualità dei posti di lavoro, e relative attività di monitoraggio e di comunicazione sulla base di "dati reali" e di indicatori pertinenti; integrazione della dimensione di genere, ma anche richieste di maggiori fondi e di sviluppo delle capacità, in particolare per le PMI; integrazione nei meccanismi di governance esistenti; e coinvolgimento delle parti sociali e della società civile nella definizione e nell'attuazione di strategie in materia di cambiamenti climatici e finanziamenti al fine di realizzare transizioni eque.

La Commissione ha inoltre lanciato un invito aperto a presentare contributi dal 29 ottobre 2021 al 19 novembre 2021, ricevendo 66 contributi da un ampio ventaglio di portatori di interessi: autorità pubbliche, parti sociali europee e nazionali, organizzazioni della società civile nel settore degli affari sociali, ma anche organizzazioni per il clima e l'ambiente e istituti accademici e di ricerca.

Nel complesso, i partecipanti alla consultazione hanno espresso un forte sostegno a favore di una strategia a lungo termine sulla transizione verde e hanno accolto con favore l'attenzione rivolta agli aspetti occupazionali e sociali. Nello specifico, numerosi contributi hanno sottolineato l'impatto potenziale sulle disuguaglianze, sui posti di lavoro e sulle competenze, con un appello generale a fornire finanziamenti adeguati e assistenza tecnica per quanto riguarda gli strumenti di finanziamento a disposizione degli Stati membri, con particolare attenzione a regioni, settori e gruppi vulnerabili. I contributi hanno inoltre evidenziato una maggiore necessità di investire in iniziative di riqualificazione e miglioramento delle competenze, nello sviluppo di capacità e nelle infrastrutture. Un ampio sostegno è emerso per il rafforzamento del dialogo sociale e della contrattazione collettiva, e alcuni dei partecipanti hanno invocato il diritto dei lavoratori all'informazione, alla consultazione e alla codecisione. Inoltre la maggior parte dei contributi ha sottolineato la necessità di una mappatura e di un'analisi granulariIn numerosi contributi sono state menzionate altre questioni, tra cui, in particolare, le misure di sostegno diretto al reddito per i lavoratori e le famiglie vulnerabili, l'accesso ai servizi essenziali, compresi i trasporti, la garanzia della salute e della sicurezza sul lavoro tenendo conto delle specificità dei "posti di lavoro verdi".    

Assunzione e uso di perizie

La Commissione europea si avvale di perizie in materia di politiche sociali, occupazionali e settori correlati fornite, tra l'altro, dall'Osservatorio della situazione sociale 46 , al fine di promuovere la conoscenza nei settori della politica sociale, della protezione sociale e dell'occupazione, svolgendo nel contempo ricerche pertinenti, basate su dati concreti relativi all'attuale situazione socioeconomica nell'UE. L'Osservatorio della situazione sociale si occupa di quattro settori principali di ricerca: povertà, disparità di reddito, disuguaglianze sociali, salute e benessere; occupazione, disoccupazione e risultati del mercato del lavoro; Stato sociale e politiche sociali e del mercato del lavoro; e mercato del lavoro ed effetti distributivi delle megatendenze.

Facendo seguito a precedenti eventi sull'argomento, a novembre 2021 l'Osservatorio della situazione sociale ha tenuto il suo seminario annuale di ricerca, intitolato "Aspetti sociali e occupazionali della transizione verso la neutralità climatica". L'evento si è concentrato sui potenziali effetti della transizione verde in termini di occupazione, qualità del lavoro, competenze e altri effetti distributivi, come la povertà energetica e l'accesso ai servizi essenziali.

Sulla base dei principali risultati discussi con gli esperti, a livello aggregato l'impatto atteso è complessivamente positivo, con un aumento dell'occupazione previsto nei settori del risparmio energetico, dell'edilizia e delle energie rinnovabili, anche per i lavoratori scarsamente e mediamente qualificati. Per contro si prevede una riduzione dell'occupazione e dei salari nelle industrie inquinanti ad alta intensità energetica, in cui le emissioni sono difficili da abbattere, evidenziando la necessità di investire nella grande sfida del miglioramento delle competenze e della riqualificazione.

Tra gli strumenti politici individuati dagli esperti per promuovere una transizione equa vi sono le imposte, i trasferimenti, le sovvenzioni e i regolamenti, ciascuno dei quali comporta livelli diversi di equità ed efficienza. Vi è ampio consenso tra gli esperti sull'importanza di compensare, mediante trasferimenti e sovvenzioni, alcuni effetti regressivi o sproporzionati, in particolare per le famiglie a reddito basso o medio-basso, anche al fine di conseguire e salvaguardare l'accettazione sociale delle misure politiche.

Il seminario ha inoltre individuato alcuni settori in cui sarebbe opportuno condurre ulteriori ricerche, ad esempio: a) la dimensione geospaziale degli effetti occupazionali, sociali e distributivi dell'azione per il clima, anche attraverso ulteriori simulazioni riguardanti tutti i paesi dell'UE e una stima degli impatti per area e grado di urbanizzazione; b) l'integrazione di macromodelli e micromodelli, compresa una modellizzazione più granulare delle transizioni nel mercato del lavoro, in particolare tra i vari settori, nonché il relativo fabbisogno di investimenti sociali per promuovere la riconversione, la riqualificazione e il miglioramento delle competenze; c) l'integrazione dei modelli relativi alla distribuzione dei redditi e al bilancio delle famiglie nei relativi macromodelli; e d) lo sviluppo di indicatori del carattere ecologico ("verde") dei compiti, dei posti di lavoro e delle competenze.

Valutazione d'impatto

Lo strumento proposto, una raccomandazione del Consiglio, offre orientamenti per l'attuazione delle politiche sociali e occupazionali e delle altre misure correlate per affrontare le sfide della transizione verde. Tuttavia, poiché tale strumento fornisce orientamenti flessibili agli Stati membri per quanto riguarda la scelta e l'elaborazione delle misure, non è necessaria una valutazione d'impatto.

Un documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente proposta contiene una panoramica e una discussione dei dati disponibili a sostegno degli interventi strategici raccomandati, sulla base delle analisi presentate nelle pertinenti relazioni di valutazione d'impatto che accompagnano la comunicazione sul piano per l'obiettivo climatico 2030 e le iniziative del pacchetto "Pronti per il 55 %". Tale documento integra nuovi dati provenienti da ulteriori analisi effettuate dalla Commissione europea, tra cui gli aggiornamenti degli indicatori di povertà energetica per gruppo di reddito per gli Stati membri i cui dati per l'anno 2020 sono già disponibili nella banca dati EU-SILC. Infine si avvale delle osservazioni raccolte nel corso delle consultazioni mirate tenutesi nell'autunno 2021, quando la Commissione europea si è rivolta, tra l'altro, agli Stati membri, alle parti sociali, alla società civile, compresi i giovani, e agli esperti in materia di analisi del mercato del lavoro, politica sociale e transizione equa.

Alcuni dei contributi principali riguardano gli aspetti strategici seguenti:

dimostrare in che modo il potenziale della transizione di creare posti di lavoro dipende sia dal sostegno attivo alle transizioni nel mercato del lavoro e alla creazione di posti di lavoro, sia dalla capacità dei lavoratori di ottenere una serie di competenze adeguate a un mercato del lavoro e a un contesto industriale caratterizzati da posti di lavoro verdi e processi di produzione rispettosi del clima;

fornire dati di modellizzazione che dimostrino la capacità di spostare il gettito fiscale dal lavoro alla generazione di entrate legate al clima, di internalizzare le esternalità ambientali negative promuovendo il principio "chi inquina paga" e di migliorare i risultati del mercato del lavoro riducendo nel contempo l'esposizione ai rischi ambientali, non da ultimo per le persone più vulnerabili, nonché la capacità di attenuare gli effetti distributivi negativi attraverso misure mirate che assicurano che le entrate fiscali derivanti dalle imposte sull'energia e dalla fissazione del prezzo del carbonio siano trasferite di nuovo alle famiglie maggiormente colpite, in particolare quelle vulnerabili;

sottolineare come gli investimenti mirati nell'efficienza energetica, decarbonizzazione del riscaldamento, raffreddamento e trasporti, accesso ai servizi essenziali (comprese soluzioni alternative di mobilità sostenibile) e sensibilizzazione, integrati ove necessario da un sostegno diretto al reddito temporaneo e mirato per i consumatori e le famiglie vulnerabili, possano garantire una transizione energetica equa e inclusiva, con particolare attenzione alle persone e alle famiglie maggiormente colpite, in particolare quelle vulnerabili.

Efficienza normativa e semplificazione

Non pertinente.

Diritti fondamentali

Non è stato rilevato alcun effetto negativo sui diritti fondamentali. Al contrario, l'iniziativa promuove i diritti sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, compresi i titoli relativi all'uguaglianza e alla solidarietà, quali il diritto a condizioni di lavoro eque (articolo 31), il diritto all'istruzione (articolo 14) e il diritto alla sicurezza sociale e all'assistenza sociale (articolo 34), che fa riferimento alle prestazioni di sicurezza sociale e ai servizi sociali che assicurano protezione in determinati casi, nonché il diritto all'assistenza sociale e all'assistenza abitativa.

4.INCIDENZA SUL BILANCIO

La presente proposta di raccomandazione non richiede lo stanziamento di risorse aggiuntive del bilancio dell'UE.

Le opportunità di finanziamento a carico del bilancio dell'UE relative alla transizione equa verso la neutralità climatica sono già disponibili, in linea con la politica degli obiettivi e la logica di intervento dei vari fondi e programmi 47 .

La raccomandazione comprende orientamenti relativi ai bilanci nazionali e al loro possibile ruolo nell'attuazione della raccomandazione.

5.ALTRI ELEMENTI

Piani attuativi e modalità di monitoraggio, valutazione e informazione

Si propone che la Commissione monitori l'attuazione della presente raccomandazione del Consiglio in cooperazione con gli Stati membri nel contesto del semestre europeo.

Si propone inoltre che gli Stati membri tengano conto della presente raccomandazione del Consiglio nell'aggiornamento dei loro piani nazionali integrati per l'energia e il clima (PNEC) nel 2023 (per i progetti di PNEC) e nel 2024 (per gli PNEC definitivi) di cui all'articolo 14 del regolamento (UE) 2018/1999 sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima ("regolamento sulla governance") e nelle rispettive relazioni intermedie nazionali integrate sull'energia e il clima di cui all'articolo 17 di tale regolamento. In particolare la raccomandazione dovrebbe orientare l'integrazione degli aspetti della transizione equa nelle misure e nelle azioni previste nell'ambito di ciascuna delle cinque dimensioni dell'Unione dell'energia di cui all'articolo 1, paragrafo 2, del regolamento sulla governance. La raccomandazione dovrebbe altresì orientare le azioni e le misure nazionali specifiche volte ad affrontare questioni quali l'occupazione, le competenze, la povertà energetica e altri aspetti sociali e distributivi del mercato interno dell'energia, laddove gli Stati membri scelgano di intraprendere tali azioni, assistendo così questi ultimi (in particolare quelli con un numero elevato di famiglie in condizioni di povertà energetica) nel delineare nei loro PNEC integrati politiche e misure adeguate per affrontare la questione, in linea con l'articolo 3, paragrafo 3, lettera d), comprese misure di politica sociale e altri programmi nazionali pertinenti.

La Commissione si avvarrà del meccanismo di sorveglianza multilaterale e dei meccanismi di governance esistenti al fine di analizzare i possibili impatti della transizione, individuare le persone maggiormente colpite e trasmettere, se del caso, raccomandazioni specifiche per paese agli Stati membri nel contesto del semestre europeo, sulla base degli orientamenti per le politiche occupazionali e sociali degli Stati membri.

Documenti esplicativi (per le direttive)

Non pertinente.

Illustrazione dettagliata delle singole disposizioni della proposta

I punti 1 e 2 indicano l'oggetto, gli obiettivi e la struttura della presente raccomandazione.

Il punto 3 contiene le definizioni che devono applicarsi ai fini della raccomandazione.

I punti da 4 a 7 raccomandano agli Stati membri di definire e attuare pacchetti strategici organici e coerenti per una transizione verde equa al fine di fornire un sostegno attivo a un'occupazione di qualità, garantire l'accesso a un'istruzione, una formazione e un apprendimento permanente inclusivi e di qualità, prevedere sistemi fiscali e previdenziali e sistemi di protezione sociale equi e garantire l'accesso a servizi essenziali e alloggi a prezzi accessibili nel quadro della transizione verso la neutralità climatica.

I punti 8 e 9 raccomandano agli Stati membri di stabilire e attuare altri elementi trasversali che promuovano una transizione verde equa e inclusiva, in particolare al fine di garantire un approccio economico globale inclusivo e fornire una solida base di conoscenze necessaria per attuare politiche sociali e del mercato del lavoro valide che promuovano una transizione equa e inclusiva.

Il punto 10 raccomanda agli Stati membri di utilizzare in modo ottimale i finanziamenti pubblici e privati al fine di fornire un sostegno finanziario efficace, in particolare stanziando e mobilitando risorse nazionali adeguate; definire un'adeguata combinazione di misure nei piani nazionali nell'ambito del Fondo sociale per il clima proposto; e garantire un uso coerente e ottimale dei finanziamenti legati alla transizione equa a tutti i livelli, anche a livello dell'UE.

Il punto 11 sostiene l'intenzione della Commissione di dare seguito alla raccomandazione del Consiglio, in particolare al fine di promuovere il dibattito pubblico sulla transizione equa, migliorare i dati e la base metodologica, il monitoraggio e l'analisi prospettica, esaminando i progressi compiuti nell'attuazione della presente raccomandazione nel contesto della sorveglianza multilaterale, in particolare nel semestre europeo e nel contesto dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima.

2021/0421 (NLE)

Proposta di

RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 166, paragrafo 4, e l'articolo 292 in combinato disposto con l'articolo 149,

vista la proposta della Commissione europea,

considerando quanto segue:

(1)Le emissioni di gas a effetto serra devono essere ridotte quanto prima, in particolare per ridurre l'innalzamento del livello del mare e la probabilità di eventi meteorologici estremi che colpiscono già tutte le regioni del mondo 48 e per diminuire i costi economici e sociali associati agli effetti del riscaldamento globale 49 . L'Unione e gli Stati membri sono parti dell'accordo di Parigi adottato nell'ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) nel dicembre 2015 ("accordo di Parigi") 50 , che vincola le parti a mantenere l'aumento della temperatura media mondiale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali e a proseguire l'azione volta a limitare tale aumento a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali.

(2)I cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano gravi minacce che richiedono un intervento urgente, come ribadito di recente nella sesta relazione di valutazione del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) su basi fisico-scientifiche. Le sofferenze umane e le perdite economiche dovute alla maggiore frequenza di eventi climatici estremi, come inondazioni, ondate di calore, siccità e incendi boschivi, stanno diventando sempre più frequenti. Nell'UE tali perdite ammontano già, in media, a oltre 12 miliardi di EUR all'anno 51 . Esse potrebbero aumentare fino a raggiungere 175 miliardi di EUR (pari all'1,38 % del PIL dell'UE) all'anno se l'incremento della temperatura globale toccherà 3 °C rispetto ai livelli preindustriali, 3° C rispetto a 65 miliardi di EUR nel caso di 2 °C e 36 miliardi di EUR all'anno nel caso di 1,5 °C. Ciò danneggerebbe in modo sproporzionato alcuni gruppi, in particolare le persone che si trovano già in situazioni di vulnerabilità e le regioni che sono già in difficoltà.

(3)Il Green Deal europeo 52 illustra la strategia che consente all'Unione di diventare il primo continente climaticamente neutro e di trasformare l'Unione in una società sostenibile, più giusta e più prospera che rispetti i limiti del pianeta. La necessità di una transizione equa è parte integrante del Green Deal, che ha sottolineato che occorre garantire che nessuna persona e nessun luogo siano esclusi da questo processo. La normativa europea sul clima 53 stabilisce l'obiettivo vincolante della neutralità climatica in tutta l'Unione entro il 2050 e un traguardo intermedio vincolante per una riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. L'8o programma di azione per l'ambiente fino al 2030 54 mira a proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell'Unione e a proteggere la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di natura ambientale e dalle relative conseguenze.

(4)La trasformazione in un'economia e una società climaticamente neutre richiede un'azione politica globale e investimenti considerevoli in molti settori, quali l'azione per il clima, l'energia, l'ambiente, l'industria, la ricerca e l'innovazione 55 . Per conseguire il traguardo vincolante a livello dell'Unione per il 2030, il 14 luglio 2021 la Commissione ha presentato il pacchetto "Pronti per il 55 %" 56 . Il pacchetto comprende alcune proposte di aggiornamento della legislazione pertinente, tra cui il sistema per lo scambio di quote di emissioni (ETS) dell'UE 57 , le direttive sulla tassazione dell'energia, sull'efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, il regolamento sulle norme in materia di emissioni di CO2 per autovetture e furgoni, il regolamento relativo all'inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall'uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura, la direttiva sull'infrastruttura per i combustibili alternativi e il regolamento sulla condivisione degli sforzi in relazione ai settori che non rientrano nell'attuale sistema ETS, ossia i settori dei trasporti e dell'edilizia. Esso comprende inoltre nuove proposte legislative, in particolare per sostenere l'uso di carburanti più puliti nei settori del trasporto aereo e marittimo, nonché per introdurre un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e istituire un Fondo sociale per il clima, che è direttamente collegato alla proposta di introdurre un sistema di scambio delle quote di emissioni per i combustibili impiegati nell'edilizia e nel trasporto su strada. Il pacchetto "Pronti per il 55 %", combinato con misure adottate a livello dell'UE per sostenere e incentivare i necessari investimenti pubblici e privati, contribuirà a sostenere e accelerare la crescita di nuovi mercati, ad esempio per i combustibili puliti e i veicoli a basse emissioni, riducendo in tal modo i costi della transizione sostenibile sia per le imprese che per i cittadini.

(5)Nell'agenda strategica del Consiglio europeo per il periodo 2019-2024 gli Stati membri si sono impegnati a garantire una transizione equa verso la neutralità climatica che sia inclusiva e non lasci indietro nessuno. A livello internazionale gli Stati membri hanno approvato gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e ratificato l'accordo di Parigi, che fanno riferimento agli imperativi di una giusta transizione per la forza lavoro e alla promozione di posti di lavoro decorosi e di qualità. Gli orientamenti dell'IILO forniscono un quadro politico consolidato a livello internazionale per una transizione giusta verso economie e società ecologicamente sostenibili per tutti 58 . Inoltre nel 2018, in occasione della COP-24 di Katowice, è stata adottata la dichiarazione di Slesia sulla solidarietà e l'equa transizione, che è stata approvata da 54 firmatari (paesi e parti sociali), tra cui la Commissione europea a nome dell'Unione europea 59 e 21 singoli Stati membri dell'UE. L'Unione europea e 10 singoli Stati membri hanno firmato la dichiarazione del 2021 Supporting the Conditions for a Just Transition Internationally, adottata in occasione della COP-26 di Glasgow, in cui si impegnano a includere informazioni sulla transizione giusta nelle relazioni biennali sulla trasparenza nel contesto della comunicazione delle politiche e misure per conseguire i contributi stabiliti a livello nazionale.

(6)L'equità e la solidarietà sono principi fondanti delle politiche dell'Unione verso una transizione verde e rappresentano un requisito per il sostegno ampio e continuo dei cittadini. Il Green Deal europeo sottolinea che la transizione deve essere equa e inclusiva e mettere al primo posto le persone, tributando particolare attenzione al sostegno alle regioni, alle industrie, ai lavoratori, alle famiglie e ai consumatori che dovranno affrontare i problemi maggiori. Inoltre la comunicazione su un'Europa sociale forte per transizioni giuste 60 sottolinea che l'attuazione del Green Deal europeo darà all'Europa gli strumenti necessari per migliorare la convergenza verso l'alto, l'equità sociale e la prosperità condivisa.

(7)Il piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali 61 sottolinea che sono necessari unità, coordinamento e solidarietà per fare un salto in avanti verso un decennio più verde e più digitale in cui gli europei possano prosperare. Esso ha proposto tre obiettivi principali dell'UE per il 2030, vale a dire: almeno il 78 % della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro entro il 2030 62 ; almeno il 60 % di tutti gli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione 63 ; il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale dovrebbe essere ridotto di almeno 15 milioni entro il 2030 64 . Questi obiettivi principali per il 2030 sono stati accolti con favore dai leader dell'UE nella dichiarazione di Porto del maggio 2021 65 e dal Consiglio europeo del giugno 2021.

(8)Con l'attuazione delle giuste politiche di accompagnamento 66 , la transizione verde potrebbe creare complessivamente circa un milione di posti di lavoro di qualità supplementari 67 nell'UE entro il 2030 e due milioni entro il 2050 68 in settori quali l'edilizia, le TIC o le energie rinnovabili, attenuando nel contempo il protratto calo dei posti di lavoro che richiedono qualifiche medie a seguito dell'automazione e della digitalizzazione. Tuttavia, in uno scenario pessimistico, gli effetti della transizione verde verso la neutralità climatica, uniti a una combinazione inadeguata di politiche, potrebbero comportare una perdita di posti di lavoro e PIL pari allo 0,39 % nell'Unione, nonché una perdita di posti di lavoro fino allo 0,26 % 69 .

(9)L'impatto della transizione verde sulle imprese e sull'occupazione varierà a seconda del settore, dell'occupazione, della regione e del paese, e ciò comporterà cambiamenti di posto di lavoro all'interno di un settore e di un ecosistema industriale, nonché una significativa riallocazione della forza lavoro tra tali settori ed ecosistemi 70 . La ristrutturazione e l'adeguamento delle imprese, dei settori e degli ecosistemi interessati richiedono lo sviluppo di nuovi modelli di business e una significativa riallocazione della forza lavoro tra settori e regioni. Ad esempio si prevedono perdite di posti di lavoro in alcune attività minerarie o nella produzione di energia a partire da combustibili fossili, nonché in alcune parti del settore automobilistico. Per contro si prevedono nuove opportunità di lavoro nelle attività circolari di conservazione del valore, nonché nella produzione di energie e nei trasporti sostenibili. Gli Stati membri dovrebbero pertanto adottare approcci granulari, incentrati sulle singole regioni e sugli ecosistemi interessati, in collaborazione con le parti sociali e/o le autorità locali e regionali e i portatori di interessi.

(10)Creando opportunità di lavoro di qualità per tutti e adottando nel contempo misure per alleviare e prevenire la povertà energetica e dei trasporti, la transizione verde può contribuire all'aumento dei redditi e alla riduzione delle disuguaglianze e della povertà in generale 71 . Essa può pertanto contribuire alla lotta contro l'esclusione sociale e le disuguaglianze socioeconomiche preesistenti, al miglioramento della salute e del benessere e alla promozione dell'uguaglianza. Occorre prestare particolare attenzione a determinati gruppi di popolazione, in particolare quelli che si trovano già in situazioni di vulnerabilità. Tra questi vi sono, in particolare, le famiglie che si situano nella fascia di reddito basso e medio-basso, che spendono una quota elevata del loro reddito in servizi essenziali come l'energia, i trasporti e gli alloggi, nonché le microimprese e le piccole e medie imprese. I risultati della modellizzazione mostrano che il carattere progressivo o regressivo delle imposte ambientali dipenderà in larga misura dall'elaborazione degli strumenti, compresa, ad esempio, la misura in cui le riduzioni delle imposte sul reddito o altre opzioni di reimpiego dei proventi sono destinate ai percettori di reddito più basso 72 .

(11)Le attività circolari di conservazione del valore (compresi i modelli di business per la riparazione, il riutilizzo, la rigenerazione e la servitizzazione) possono favorire un accesso sostenibile e a prezzi contenuti a beni e servizi. Inoltre tali attività creano posti di lavoro e opportunità a vari livelli di competenze (anche per le donne, le persone con disabilità e i gruppi in situazioni di vulnerabilità) presso imprese dell'economia sociale attive in tali settori. Esse consentono di evitare nuovi acquisti e, di conseguenza, di ridurre notevolmente le emissioni di carbonio, mentre i posti di lavoro creati sono in prossimità dei prodotti che devono essere sottoposti a manutenzione, ammodernati o condivisi.

(12)Dagli ultimi dati disponibili di EU-SILC per il 2019/2020 73 emerge che la povertà energetica ha colpito circa l'8 % della popolazione dell'UE, ossia oltre 35 milioni di persone, che non sono riuscite a riscaldare adeguatamente le loro abitazioni, con notevoli differenze tra gli Stati membri e tra i gruppi di reddito 74 . Secondo le stime dell'Osservatorio della povertà energetica, oltre 50 milioni di famiglie nell'Unione europea si trovano in condizioni di povertà energetica. La povertà energetica, che deriva da una combinazione di basso reddito, una quota elevata del reddito disponibile destinata all'energia e una scarsa efficienza energetica, rappresenta da tempo una grande sfida per l'Unione. In molti Stati membri questa forma di povertà non colpisce solo le famiglie a basso reddito, ma anche quelle a reddito medio-basso 75 . Anche le famiglie con un fabbisogno energetico superiore alla media, comprese le famiglie con bambini, persone con disabilità e anziani, sono più esposte alla povertà energetica 76 e ai suoi effetti. Anche le donne, in particolare le famiglie monoparentali e le donne anziane 77 , sono particolarmente colpite dalla povertà energetica. Oltre alla povertà energetica, trova sempre maggiore riconoscimento il concetto della povertà dei trasporti, in base al quale alcune categorie di popolazione non sono in grado di raggiungere un livello di servizi di trasporto necessario dal punto di vista sociale e materiale. In assenza delle giuste misure di accompagnamento per alleviare e prevenire la povertà energetica e dei trasporti, tali rischi sono aggravati in particolare a causa dell'internalizzazione dei costi delle emissioni nella formazione dei prezzi o a causa dei costi di adattamento ad alternative più efficienti e a basse emissioni.

(13)I principi di equità sociale e solidarietà sono parte integrante dei pertinenti quadri per il clima, l'energia e l'ambiente a livello dell'Unione 78 , anche attraverso il principio "chi inquina paga" e la condivisione degli sforzi tra gli Stati membri, nonché in una ridistribuzione delle quote ETS ai fini della solidarietà, della crescita e delle interconnessioni all'interno dell'Unione e del loro utilizzo per il Fondo per la modernizzazione, che contribuisce al notevole fabbisogno di investimenti degli Stati membri a reddito più basso per modernizzare i loro sistemi energetici. Il quadro della legislazione dell'UE in materia di politica energetica fornisce inoltre agli Stati membri strumenti per assicurare la protezione dei clienti in condizioni di povertà energetica e dei clienti civili vulnerabili, evitando nel contempo distorsioni del mercato 79 . Tali strumenti, pur contribuendo ad agevolare la transizione verde, sono intesi a fornire i mezzi per garantire la necessaria protezione in generale, come dimostrato ad esempio dalla recente comunicazione "Risposta all'aumento dei prezzi dell'energia: un pacchetto di misure d'intervento e di sostegno" 80 . Inoltre l'istituzione di un Fondo sociale per il clima dotato di 72,2 miliardi di EUR per il periodo 2025-2032 consentirebbe di sostenere le famiglie, gli utenti dei trasporti e le microimprese vulnerabili che sono penalizzati dall'introduzione dello scambio di quote di emissioni per i combustibili impiegati nel trasporto su strada e nell'edilizia 81 . Il Fondo consente di affrontare più efficacemente gli impatti sociali attraverso misure e investimenti intesi a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili grazie alla maggiore efficienza energetica degli edifici, alla decarbonizzazione del riscaldamento e del raffrescamento degli edifici, compresa l'integrazione dell'energia da fonti rinnovabili, e a un migliore accesso delle famiglie vulnerabili, delle microimprese vulnerabili e degli utenti vulnerabili dei trasporti alla mobilità e ai trasporti a zero e a basse emissioni, fornendo altresì un sostegno diretto temporaneo alle famiglie vulnerabili e agli utenti vulnerabili dei trasporti, laddove necessario.

(14)Gli Stati membri dispongono di una serie di strumenti per definire e coordinare le loro azioni per una transizione equa. I piani nazionali per l'energia e il clima (PNEC) dovrebbero valutare il numero di famiglie in condizioni di povertà energetica e delineare le misure necessarie per affrontare le implicazioni sociali e territoriali della transizione energetica 82 . I piani territoriali per una transizione giusta dovrebbero individuare i territori ammissibili al sostegno nell'ambito del Fondo per una transizione giusta fino al 2027 83 . Finanziati da NextGenerationEU, i piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PRR) stabiliscono riforme e investimenti per promuovere la transizione verde, la crescita inclusiva, la coesione sociale e territoriale, la resilienza e le prospettive per la prossima generazione, con un orizzonte di attuazione fino al 2026 84 . 

(15)Sulla base dei principi e delle politiche del Green Deal europeo e, in particolare, del pilastro europeo dei diritti sociali, vi sono margini per migliorare la definizione delle politiche in modo globale e trasversale e garantire la coerenza degli sforzi di spesa, sia a livello dell'UE che a livello nazionale. Nella sua valutazione degli PNEC definitivi 85 la Commissione, pur riconoscendo che questi ultimi forniscono alcuni indicatori e strategie sulla povertà energetica, ha concluso che non sempre essi definiscono in modo chiaro le priorità relative al fabbisogno di finanziamenti per la transizione equa e per la riqualificazione professionale, il miglioramento delle competenze o per il sostegno agli adeguamenti nel mercato del lavoro. I piani territoriali per una transizione giusta dovrebbero concentrarsi su territori selezionati, pertanto non sono stati concepiti per definire una strategia e politiche generali per una transizione equa a livello nazionale. Sebbene le riforme e gli investimenti che queste due tipologie di piani sostengono e contribuiscono a finanziare siano concepiti in modo da produrre un impatto duraturo, sia i piani territoriali per una transizione giusta che i piani per la ripresa e la resilienza sono limitati nel tempo. Alcune azioni per una transizione equa sono attuate anche nel quadro di altri programmi e iniziative, in particolare nell'ambito dei fondi della politica di coesione. I piani sociali per il clima saranno un valido strumento per assistere i gruppi più colpiti e vulnerabili nel contesto dell'introduzione dello scambio di quote di emissioni per i combustibili impiegati nel trasporto su strada e nell'edilizia. 

(16)Una transizione equa verso la neutralità climatica nell'Unione entro il 2050 garantirà che nessuno sia lasciato indietro, in particolare i lavoratori e le famiglie maggiormente colpiti dalla transizione verde, soprattutto coloro che si trovano già in situazioni di vulnerabilità. A tal fine, come enunciato nella presente raccomandazione, gli Stati membri dovrebbero predisporre pacchetti strategici globali 86 , rafforzare gli elementi trasversali che promuovono una transizione verde equa e utilizzare in modo ottimale i finanziamenti pubblici e privati. I pacchetti strategici dovrebbero prendere in considerazione le persone e le famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, in particolare per quanto riguarda la perdita di posti di lavoro ma anche il cambiamento delle condizioni di lavoro e/o la necessità di svolgere nuovi compiti nel posto di lavoro, nonché i soggetti colpiti dalle ripercussioni negative sul reddito disponibile, sulla spesa e sull'accesso ai servizi essenziali. Nell'ambito dei gruppi più colpiti, i pacchetti strategici dovrebbero prendere in considerazione in particolare (senza peraltro limitarvisi) le persone e le famiglie in situazioni di vulnerabilità, segnatamente le persone più lontane dal mercato del lavoro, ad esempio a causa delle loro competenze, delle condizioni territoriali del mercato del lavoro o di altre caratteristiche, quali sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale. Tra le persone e le famiglie in situazioni di vulnerabilità rientrano inoltre le persone e le famiglie che vivono o rischiano di trovarsi in condizioni di povertà e/o di povertà energetica, che devono affrontare ostacoli alla mobilità oppure oneri eccessivi in termini di costi abitativi. I pacchetti strategici dovrebbero essere adattati alle circostanze locali, tenendo conto delle esigenze delle regioni più vulnerabili e remote dell'UE, comprese le regioni ultraperiferiche.

(17)Il sostegno attivo a un'occupazione di qualità dovrebbe concentrarsi sull'assistenza ai lavoratori, alle persone in cerca di lavoro, alle persone che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET) e ai lavoratori autonomi maggiormente colpiti dalla transizione verde. In particolare le persone sottorappresentate, come le donne o le persone con capacità relativamente ridotte di adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro, necessitano di un sostegno per migliorare la loro occupabilità e trovare un impiego, in linea con la raccomandazione della Commissione relativa a un sostegno attivo ed efficace all'occupazione (EASE) in seguito alla crisi COVID-19 87 . Basandosi sugli orientamenti strategici precedenti 88 , i pacchetti strategici dovrebbero pertanto includere misure ad hoc per sostenere gli incentivi all'assunzione e alla transizione, il sostegno all'imprenditorialità e misure per la creazione di posti di lavoro di qualità, in particolare per le microimprese e le piccole e medie imprese nei territori più colpiti. Essi dovrebbero inoltre promuovere l'attuazione e l'applicazione efficaci delle norme vigenti in materia di condizioni di lavoro e di sostegno a una ristrutturazione socialmente responsabile, in linea con le regole e le norme in vigore. Alle parti sociali spetta il compito fondamentale di contribuire ad affrontare, tramite il dialogo, le conseguenze occupazionali e sociali delle sfide connesse alla transizione verde.

(18)L'accesso a un'istruzione, una formazione e un apprendimento permanente inclusivi e di qualità per tutti è essenziale per garantire che la forza lavoro disponga delle competenze necessarie per realizzare la transizione verde. Pertanto gli aspetti della transizione equa dovrebbero essere integrati nello sviluppo e nell'attuazione di strategie nazionali in materia di competenze, in linea con l'agenda per le competenze per l'Europa e la nuova strategia industriale aggiornata dell'UE 89 . Anche i partenariati per le competenze nell'ambito del patto per le competenze costituiranno uno strumento importante. La realizzazione di previsioni e analisi aggiornate del mercato del lavoro e del fabbisogno di competenze, anche a livello regionale, settoriale e occupazionale, consente di individuare e prevedere il pertinente fabbisogno di competenze trasversali e di competenze specifiche di ciascuna occupazione, anche come base per adeguare i programmi di studio al fine di soddisfare il fabbisogno di competenze per la transizione verde. LIFP dovrebbe trasmettere ai giovani e agli adulti, in particolare alle donne, le competenze necessarie per gestire la transizione verde 90 . Gli apprendistati e i tirocini retribuiti, con solide componenti di formazione, in particolare per i giovani, contribuiscono alle transizioni nel mercato del lavoro, segnatamente verso attività che favoriscono il conseguimento degli obiettivi climatici e ambientali, e sono utili per i settori che devono far fronte a una particolare carenza di competenze. È opportuno promuovere una maggiore partecipazione degli adulti all'apprendimento permanente al fine di rispondere alle esigenze di miglioramento delle competenze e di riqualificazione, anche consentendo ai singoli di accedere a una formazione adeguata alle loro esigenze e attraverso brevi corsi di qualità sulle competenze per la transizione verde, sulla base dell'approccio europeo alle microcredenziali, che faciliterà anche la valorizzazione e il riconoscimento dei risultati di tali corsi.

(19)La composizione dei sistemi fiscali e previdenziali e dei sistemi di protezione sociale dovrebbe essere rivista alla luce delle esigenze specifiche derivanti dalla transizione verde, tenendo in conto anche del principio "chi inquina paga" e della necessità che le politiche di accompagnamento non introducano sovvenzioni al consumo di combustibili fossili, non vincolino i consumatori a una tecnologia specifica e non riducano gli incentivi per la ristrutturazione degli edifici, la sostituzione dei sistemi di energia termica e, in generale, le misure di efficienza energetica. Una combinazione di varie politiche può sostenere le famiglie e i lavoratori più vulnerabili maggiormente colpiti dalla transizione verde. A seconda della situazione nazionale e individuale, ciò potrebbe comportare, ad esempio, uno spostamento del carico fiscale dal lavoro verso obiettivi climatici e ambientali, in linea con la proposta di revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia 91 , un riesame dei regimi di disoccupazione e/o un sostegno diretto al reddito temporaneo e mirato, laddove necessario. I sistemi di protezione sociale e di inclusione sociale possono essere valutati e, se del caso, adattati alla luce della transizione verde, in particolare per garantire la sicurezza del reddito, soprattutto durante le transizioni professionali, e per fornire servizi sociali, sanitari e assistenziali adeguati attraverso infrastrutture sociali idonee, in particolare nei territori più colpiti (ad esempio le zone rurali e remote) al fine di prevenire l'esclusione sociale e affrontare i rischi per la salute. Per sviluppare una resilienza fisica e finanziaria agli effetti irreversibili dei cambiamenti climatici in modo inclusivo, è necessario promuovere soluzioni di sensibilizzazione sui rischi e di riduzione e trasferimento dei rischi, in particolare aumentando la disponibilità di soluzioni assicurative e investendo nella gestione dei rischi di catastrofi e nell'adattamento agli stessi per ridurre gli effetti fisici dei cambiamenti climatici, riducendo in tal modo le perdite e il divario in termini di protezione dagli eventi climatici, tenendo conto delle microimprese e delle piccole e medie imprese, nonché delle zone rurali e remote. La gestione dei rischi di catastrofi, compresi i sistemi di protezione civile a livello nazionale e dell'UE, dovrebbe essere rafforzata per prevenire meglio gli shock climatici, prepararvisi e rispondere nel modo migliore.

(20)Ogni persona ha il diritto di accedere a servizi essenziali di qualità, compresi l'energia, i trasporti, i servizi igienico-sanitari, i servizi finanziari e le comunicazioni digitali, e per le persone in stato di bisogno dovrebbe essere disponibile un sostegno per l'accesso equo a tali servizi 92 . Le persone in stato di bisogno dovrebbero altresì avere accesso ad alloggi sociali o all'assistenza abitativa di qualità 93 . Inoltre le famiglie a basso e medio reddito, i clienti vulnerabili, compresi gli utenti finali, le persone che vivono o rischiano di trovarsi in condizioni di povertà energetica e le persone che abitano negli alloggi sociali possono beneficiare dell'applicazione del principio "l'efficienza energetica al primo posto". Oltre a proteggere e responsabilizzare i consumatori di energia, occorrono misure specifiche per prevenire e affrontare le cause profonde della povertà energetica, in particolare attraverso la promozione di investimenti destinati a migliorare l'efficienza energetica, segnatamente nel settore dell'edilizia sociale, in linea con la proposta di rifusione della direttiva sull'efficienza energetica 94 adottata il 14 luglio 2021, nonché con la proposta di direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia 95 , adottata il 14 dicembre 2021, che affronta anche i principali ostacoli non economici alla ristrutturazione, quali la divergenza di interessi, compresi gli assetti proprietario/locatario e le strutture di comproprietà. In tale contesto è opportuno prestare un'attenzione particolare a determinati gruppi che corrono maggiormente il rischio di trovarsi in condizioni di povertà energetica, ad esempio le donne, le persone con disabilità, gli anziani, i minori e le persone appartenenti a minoranze etniche o razziali. Le difficoltà di mobilità preesistenti ed emergenti possono essere affrontate mediante misure di sostegno e lo sviluppo delle infrastrutture necessarie, come i trasporti pubblici. L'accessibilità, anche economica, e la sicurezza della mobilità sostenibile e di diverse modalità di trasporto, compresi i trasporti pubblici e privati, sono fondamentali per garantire che tutti traggano beneficio dalla transizione verde e ne facciano parte integrante. La mobilità urbana svolge un ruolo significativo in questo contesto, come dimostra anche il quadro europeo per la mobilità urbana 96 adottato il 14 dicembre 2021.

(21)Un approccio economico globale alla transizione equa dovrebbe sostenere un'azione politica basata sul coordinamento in sede di definizione delle politiche e sul rafforzamento delle capacità operative a tutti i livelli e in tutti i settori strategici pertinenti (attribuendo altresì un ruolo attivo alle autorità regionali e locali), sul coinvolgimento delle parti sociali a tutti i livelli e in tutte le fasi, nonché su una partecipazione efficace ed incisiva della società civile e dei portatori di interessi. Tale coordinamento e tale impegno potrebbero garantire che i principi di equità e solidarietà del Green Deal europeo siano integrati sin dall'inizio nell'elaborazione, nell'attuazione e nel monitoraggio delle politiche, e fungano da base per un sostegno ampio e a lungo termine a politiche inclusive che favoriscano la transizione verde.

(22)Una solida base di conoscenze è fondamentale per mettere in atto politiche sociali e del mercato del lavoro valide che garantiscano una transizione equa e inclusiva. A tal fine, la graduale armonizzazione e la coerenza delle definizioni, dei concetti, delle classificazioni e delle metodologie, in particolare sulla base della raccomandazione (UE) 2020/1563 della Commissione sulla povertà energetica 97 , facilitano le valutazioni e la loro comparabilità. Ulteriori azioni di ricerca e innovazione possono contribuire alla base di conoscenze che può alimentare il dibattito politico e pubblico. Le interazioni con il pubblico, in tutta la sua diversità, e con i principali portatori di interessi, ad esempio sui risultati delle valutazioni, delle previsioni e delle attività di monitoraggio, possono a loro volta contribuire all'elaborazione delle politiche e alla titolarità.

(23)Occorre disporre di opportuni dati e indicatori granulari e di elevata qualità, in particolare al fine di valutare gli impatti occupazionali, sociali e distributivi delle politiche in materia di cambiamenti climatici. Attualmente tali dati e indicatori non sono interamente disponibili. Ad esempio, sebbene siano stati compiuti alcuni progressi nella misurazione della povertà energetica, si potrebbero elaborare indicatori per valutare la povertà dei trasporti. Il monitoraggio e la valutazione possono essere rafforzati attraverso una serie di azioni incentrate su indicatori, quadri di valutazione, progetti pilota su piccola scala e sperimentazioni di politiche. Le azioni possono basarsi sui quadri di valutazione esistenti (quali il quadro di valutazione della situazione sociale e il quadro operativo del Green Deal europeo), che contengono informazioni pertinenti su aspetti specifici delle politiche in materia di transizione equa.

(24)Infine, alla luce del notevole fabbisogno di investimenti derivante dalla transizione verde, è particolarmente importante utilizzare in modo ottimale ed efficiente i finanziamenti pubblici e privati, mobilitare tutte le risorse disponibili e impiegarle in modo efficace. A livello dell'Unione, le azioni pertinenti sono sostenute attraverso il bilancio dell'UE e NextGenerationEU. Esse saranno attuate nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, del meccanismo per una transizione giusta, compreso il Fondo per una transizione giusta (JTF), del Fondo sociale europeo Plus (FSE +), del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), del Fondo di coesione, dell'assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (REACT-EU), del programma ERASMUS + e del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro (FEG), del programma LIFE, del programma Orizzonte Europa, del Fondo per la modernizzazione 98 , del Fondo sociale per il clima e dei fondi nell'ambito della politica agricola comune (PAC). La Commissione sostiene inoltre gli Stati membri attraverso lo strumento di sostegno tecnico, offrendo un'assistenza tecnica su misura per elaborare e attuare le riforme, comprese quelle che promuovono una transizione equa verso la neutralità in termini di emissioni di carbonio.

(25)Il semestre europeo è il quadro di coordinamento delle politiche economiche e occupazionali dell'UE, anche in relazione agli aspetti economicamente e socialmente rilevanti delle transizioni verde e digitale. Esso continuerà a svolgere tale ruolo durante la fase di ripresa e nel promuovere la duplice transizione, articolandosi nelle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva e in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nel quadro del semestre europeo la Commissione monitorerà attentamente i risultati e gli impatti socioeconomici e, se del caso, proporrà raccomandazioni mirate specifiche per paese volte a garantire che nessuno sia lasciato indietro. La complementarità con le misure sostenute nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza sarà una priorità. Il monitoraggio della presente raccomandazione si svolgerà pertanto nel contesto del semestre europeo, sulla base di opportune analisi, delle valutazioni dell'impatto strategico e dello stato di attuazione degli orientamenti forniti nella presente raccomandazione.

(26)Inoltre nella redazione del progetto di aggiornamento e dell'ultimo aggiornamento dei loro piani nazionali per l'energia e il clima (PNEC) rispettivamente nel 2023 e nel 2024, a norma dell'articolo 14 del regolamento sulla governance 99 , gli Stati membri dovrebbero basarsi sulla presente raccomandazione per considerare l'integrazione delle valutazioni degli impatti occupazionali, sociali e distributivi e degli aspetti relativi alla transizione equa nelle cinque dimensioni dell'Unione dell'energia e rafforzare ulteriormente le misure politiche per affrontare tali impatti, con particolare attenzione alla povertà energetica.

(27)Inoltre il monitoraggio dell'attuazione della presente raccomandazione può essere effettuato sulla base di dati disponibili nel contesto dei processi consolidati di sorveglianza multilaterale, in particolare nell'ambito del semestre europeo. Il Consiglio o la Commissione possono chiedere al comitato per l'occupazione e al comitato per la protezione sociale, a norma rispettivamente degli articoli 150 e 160 TFUE, di esaminare, nei rispettivi settori di competenza, l'attuazione della presente raccomandazione sulla base di relazioni adeguate della Commissione e di altri strumenti di sorveglianza multilaterale. Anche in questo contesto la Commissione si sta adoperando per migliorare la disponibilità dei dati e aggiornare, sviluppare e utilizzare quadri e orientamenti metodologici, anche per misurare la povertà energetica e dei trasporti e le disuguaglianze ambientali, nonché per valutare l'efficacia e l'impatto effettivo delle misure politiche, 

HA ADOTTATO LA PRESENTE RACCOMANDAZIONE:

OBIETTIVO

(1)In linea con i principi del Green Deal europeo e del pilastro europeo dei diritti sociali, la presente raccomandazione mira a garantire che la transizione dell'Unione verso un'economia climaticamente neutra e sostenibile dal punto di vista ambientale entro il 2050 sia equa e non lasci indietro nessuno.

(2)A tal fine, gli Stati membri sono invitati ad adottare e ad attuare, se del caso in stretta collaborazione con le parti sociali, pacchetti strategici completi e coerenti che affrontino gli aspetti occupazionali e sociali per promuovere una transizione equa in tutte le politiche, in particolare quelle in materia di clima, energia e ambiente, nonché per fare un uso ottimale dei finanziamenti pubblici e privati.

DEFINIZIONI

(3)Ai fini della presente raccomandazione si applicano le definizioni seguenti:

(a)"transizione verde": la transizione dell'economia e della società dell'UE verso il conseguimento degli obiettivi climatici e ambientali, principalmente attraverso politiche e investimenti, in linea con la normativa europea sul clima che stabilisce l'obbligo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050, il Green Deal europeo e l'accordo di Parigi;

(b)"obiettivi climatici e ambientali": i sei obiettivi stabiliti dal regolamento (UE) 2020/852 100 , vale a dire: la mitigazione dei cambiamenti climatici; l'adattamento ai cambiamenti climatici; l'uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine; la transizione verso un'economia circolare; la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento; e la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi;

(c)"persone e famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde": coloro il cui accesso effettivo a occupazioni di qualità, compreso il lavoro autonomo, e/o all'istruzione e alla formazione e/o a un tenore di vita dignitoso e a servizi essenziali è notevolmente limitato o rischia di essere significativamente limitato quale conseguenza diretta o indiretta della transizione verde;

(d)"persone e famiglie in situazioni di vulnerabilità": coloro che, indipendentemente dalla transizione verde, affrontano o rischiano di trovarsi ad affrontare una situazione caratterizzata da un accesso notevolmente limitato a occupazioni di qualità, compreso il lavoro autonomo, e/o all'istruzione e alla formazione, e/o a un tenore di vita dignitoso e a servizi essenziali, e ciò implica una scarsa capacità di adattamento alle conseguenze della transizione verde;

(e)"microimprese e piccole e medie imprese": imprese che occupano meno di 250 persone, inclusi i lavoratori autonomi individuali, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR e/o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di EUR, in base al metodo di calcolo di cui agli articoli da 3 a 6 dell'allegato I del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione 101 ;

(f)"povertà energetica": la situazione di cui all'articolo 2, paragrafo 49, della proposta di rifusione della direttiva sull'efficienza energetica 102 , ossia "l'impossibilità per una famiglia di accedere ai servizi energetici essenziali a un tenore di vita dignitoso e alla salute, compresa un'erogazione adeguata di calore, raffrescamento, illuminazione ed energia per alimentare gli apparecchi, nel rispettivo contesto nazionale, della politica sociale esistente e delle altre politiche pertinenti" 103 ;

(g)"servizi essenziali": servizi essenziali di qualità, compresi l'acqua, i servizi igienico-sanitari, l'energia, i trasporti e la mobilità, i servizi finanziari e le comunicazioni digitali; per le persone in stato di bisogno dovrebbe essere disponibile un sostegno per l'accesso a tali servizi, conformemente al principio 20 del pilastro europeo dei diritti sociali, unitamente alla fornitura di opportunità di risparmio, anche attraverso servizi di condivisione, riutilizzo, riparazione e donazione;

(h)"pacchetto strategico": un insieme completo e coerente di misure politiche che integra le politiche in materia di occupazione, competenze e aspetti sociali con le politiche in materia di clima, energia, trasporti, ambiente e altre politiche relative alla transizione verde, attraverso un approccio ben coordinato basato su una o più strategie e/o piani d'azione nazionali e che beneficia, se del caso, di meccanismi di coordinamento e di governance a livello dell'UE.

PACCHETTI STRATEGICI PER UNA TRANSIZIONE VERDE EQUA

(4)Al fine di fornire un sostegno attivo a occupazioni di qualità per una transizione equa e sulla base della raccomandazione EASE, gli Stati membri sono incoraggiati, in stretta collaborazione con le parti sociali, a prendere in considerazione le seguenti misure a sostegno delle persone maggiormente colpite dalla transizione verde, in particolare quelle che si trovano in situazioni di vulnerabilità e, se del caso, ad assisterle nella transizione, attraverso l'occupazione o il lavoro autonomo, verso attività economiche che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali:

(a)sostenere efficacemente l'accesso a occupazioni di qualità, in particolare attraverso un'assistenza personalizzata nella ricerca di un impiego e corsi di apprendimento flessibili e modulari che, se del caso, si concentrino anche sulle competenze verdi e digitali. Prendere in considerazione anche programmi di occupazione ben concepiti, mirati e vincolati a scadenze precise che preparino, attraverso la formazione, i beneficiari (in particolare le persone in situazioni di vulnerabilità) affinché possano continuare a partecipare al mercato del lavoro;

(b)fare un uso efficace di incentivi all'assunzione e alla transizione mirati e ben concepiti, anche prendendo in considerazione l'utilizzo adeguato di sussidi salariali e all'assunzione, nonché di incentivi relativi agli oneri sociali, per accompagnare le transizioni nel mercato del lavoro e la mobilità del lavoro tra regioni e paesi, in considerazione delle opportunità e delle sfide della transizione verde;

(c)promuovere l'imprenditorialità, comprese le imprese sociali 104 , in particolare nelle regioni che devono affrontare le sfide legate alla transizione e, se del caso, nei settori che promuovono obiettivi climatici e ambientali quali l'economia circolare. Il sostegno dovrebbe combinare misure finanziarie, tra cui sovvenzioni, prestiti o investimenti azionari, e misure non finanziarie, compresi servizi di formazione e consulenza, adattate a ogni fase del ciclo di vita aziendale. Tale sostegno dovrebbe essere inclusivo e accessibile ai gruppi sottorappresentati e svantaggiati;

(d)stimolare la creazione di posti di lavoro, in particolare nei territori maggiormente colpiti dalla transizione verde e, se del caso, nei settori che promuovono obiettivi climatici e ambientali quali l'economia circolare, agevolando l'accesso ai finanziamenti e ai mercati per le microimprese e le piccole e medie imprese, in particolare quelle che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali, al fine di promuovere la competitività, l'innovazione e l'occupazione in tutto il mercato unico, anche nei settori e negli ecosistemi di rilevanza strategica in contesti nazionali e locali;

(e)garantire un'attuazione e un'applicazione efficaci delle norme vigenti in materia di condizioni di lavoro, in particolare per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro, l'organizzazione del lavoro e il coinvolgimento dei lavoratori, al fine di salvaguardare la qualità del lavoro nella transizione, anche nelle attività economiche che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali;

(f)promuovere l'utilizzo di norme sugli appalti pubblici socialmente responsabili 105 , anche attraverso criteri di aggiudicazione basati su aspetti sociali che creino opportunità per le persone maggiormente colpite dalla transizione verde, promuovendo nel contempo criteri di aggiudicazione verdi;

(g)prevedere il pieno e significativo coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti per quanto riguarda l'anticipazione dei cambiamenti e la gestione dei processi di ristrutturazione, compresi quelli legati alla transizione verde, in linea con il quadro UE per la qualità nell'anticipazione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni 106 .

(5)Al fine di garantire la parità di accesso a un'istruzione, una formazione e un apprendimento permanente inclusivi e di qualità, nonché le pari opportunità, gli Stati membri sono incoraggiati a prendere in considerazione le misure seguenti, da attuare in stretta collaborazione con le parti sociali, in particolare a sostegno delle persone e delle famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, soprattutto quelle che si trovano in situazioni di vulnerabilità:

(a)integrare gli aspetti occupazionali e sociali della transizione verde nello sviluppo e nell'attuazione delle strategie nazionali in materia di competenze nell'ambito dell'agenda per le competenze per l'Europa e istituire e guidare proattivamente partenariati con i portatori di interessi nell'ambito del patto per le competenze, garantendo in particolare che le competenze siano al centro dei percorsi di transizione tracciati congiuntamente per gli ecosistemi industriali pertinenti che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali;

(b)sviluppare previsioni e analisi aggiornate del mercato del lavoro e del fabbisogno di competenze, individuando e prevedendo il fabbisogno di competenze trasversali e specifiche di ciascuna occupazione. Basarsi sugli strumenti e sulle iniziative esistenti, avvalendosi anche dell'esperienza e della collaborazione delle parti sociali e dei pertinenti. portatori di interessi Adattare di conseguenza i programmi di istruzione e formazione;

(c)fornire un'istruzione e una formazione iniziali inclusive e di elevata qualità (anche a livello di istruzione e formazione professionale) che dotino i discenti di capacità e competenze pertinenti ai fini della transizione verde. L'apprendimento per la sostenibilità, comprese le scienze, la tecnologia, l'ingegneria e la matematica (le cosiddette discipline STEM), gli approcci interdisciplinari e le competenze digitali, dovrebbe essere parte integrante di tali programmi. Adottare azioni specifiche per attirare le donne e altri gruppi attualmente sottorappresentati nei settori professionali interessati;

(d)introdurre o rafforzare regimi di sostegno per apprendistati e tirocini retribuiti con una forte componente di formazione, in particolare nelle microimprese e nelle piccole e medie imprese, anche quelle che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali e in settori che devono far fronte a una particolare carenza di competenze, come l'edilizia e le TIC. Tali regimi dovrebbero essere soggetti a monitoraggio e valutazione e salvaguardare la qualità del lavoro, in linea con il quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità 107 e il quadro di qualità per i tirocini 108 ;

(e)aumentare la partecipazione degli adulti alla formazione lungo tutto l'arco della vita lavorativa, in linea con le esigenze di miglioramento delle competenze e di riqualificazione per la transizione verde, garantendo che sia disponibile un sostegno per la formazione sul posto di lavoro, le transizioni professionali e le competenze trasversali, in particolare per facilitare la riconversione verso settori e attività economiche per le quali si prevede un'espansione. A tal fine, fornire diritti di formazione in linea con la proposta di raccomandazione del Consiglio sui conti individuali di apprendimento 109 e sotto forma di congedi di formazione retribuiti e orientamento professionale. Promuovere lo sviluppo di corsi brevi e di qualità ampiamente riconosciuti, basati sull'approccio europeo alle microcredenziali 110 .

(6)Al fine di garantire che i sistemi fiscali e previdenziali e i sistemi di protezione sociale continuino ad essere equi nel contesto della transizione verde, e sulla base della raccomandazione sull'accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi 111 , gli Stati membri sono incoraggiati a prendere in considerazione le misure seguenti a sostegno delle persone e delle famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, in particolare quelle che si trovano in situazioni di vulnerabilità, al fine di sostenere le transizioni nel mercato del lavoro, comprese le transizioni verso attività economiche che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali, prevenire e alleviare la povertà energetica e dei trasporti e attenuare l'impatto regressivo delle misure politiche:

(a)valutare e, ove necessario, adattare i sistemi fiscali alla luce delle sfide derivanti dalla transizione verso la neutralità climatica, in particolare allentando la pressione fiscale sul lavoro e riducendo il carico fiscale per i gruppi a basso e medio reddito orientandolo verso altre fonti che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali, prevenendo e attenuando l'impatto regressivo, preservando il carattere progressivo dell'imposizione fiscale diretta e salvaguardando il finanziamento di misure adeguate di protezione sociale e di investimento, in particolare quelle mirate alla transizione verde;

(b)valutare e, ove opportuno, adattare i sistemi di protezione sociale e le politiche di inclusione sociale alla luce delle sfide occupazionali, sociali e sanitarie poste dalla transizione verde, al fine di garantire che restino adeguati e sostenibili. A tal fine, valutare le modalità più efficaci per garantire l'offerta di un'adeguata sicurezza del reddito, ad esempio attraverso regimi innovativi di transizione professionale, prestazioni di disoccupazione e sistemi di reddito minimo, e adattarla in base alle esigenze derivanti dalla transizione verde. Garantire altresì la fornitura e il finanziamento sostenibile di servizi sociali, sanitari e di assistenza a lungo termine di elevata qualità, accessibili e a prezzi contenuti, in particolare per le persone e le famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, segnatamente investendo in infrastrutture sociali per l'assistenza all'infanzia, l'assistenza a lungo termine e l'assistenza sanitaria; 

(c)fornire, ove necessario, e a integrazione delle misure di cui al punto 7, lettera a), durante il periodo di attuazione, un sostegno diretto al reddito mirato e temporaneo, in particolare alle persone e alle famiglie in situazioni di vulnerabilità, per attenuare l'andamento negativo del reddito e dei prezzi, anche fornendo migliori incentivi per conseguire quanto prima i necessari obiettivi climatici e ambientali, preservando nel contempo i segnali di prezzo a sostegno della transizione verde. A tal fine, assicurare la disponibilità di finanziamenti adeguati per tali misure, anche migliorando la qualità della spesa pubblica, utilizzando in maniera ottimale il Fondo sociale per il clima e attingendo alle risorse di bilancio generate dalle imposte ambientali e sull'energia e dal sistema per lo scambio di quote di emissioni dell'UE;

(d)migliorare le soluzioni di sensibilizzazione sui rischi, riduzione e trasferimento dei rischi per quanto riguarda le famiglie e le imprese, in particolare le microimprese e le piccole e medie imprese, segnatamente garantendo la disponibilità e l'accessibilità economica di soluzioni assicurative, in particolare per le persone e le famiglie in situazioni di vulnerabilità.

(7)Al fine di garantire l'accesso a servizi essenziali e alloggi a prezzi accessibili per le persone e le famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, in particolare quelle in situazioni di vulnerabilità, gli Stati membri sono incoraggiati a prendere in considerazione le misure seguenti:

(a)mobilitare il sostegno finanziario pubblico e privato e fornire incentivi per gli investimenti privati nelle fonti di energia rinnovabili e nell'efficienza energetica, integrati da una consulenza ai consumatori che consenta loro di gestire meglio il consumo energetico e adottare decisioni informate sul risparmio energetico, al fine di ridurre l'importo delle loro bollette energetiche, con particolare attenzione alle famiglie e alle comunità vulnerabili. A tal fine, assicurare la disponibilità di finanziamenti adeguati per tali misure, anche migliorando la qualità della spesa pubblica, utilizzando in maniera ottimale il Fondo sociale per il clima e attingendo alle risorse di bilancio generate dalle imposte ambientali e sull'energia e dal sistema per lo scambio di quote di emissioni dell'UE;

(b)prevenire e alleviare la povertà energetica promuovendo e attuando misure di miglioramento dell'efficienza energetica, compresi investimenti pubblici e privati nelle abitazioni al fine di stimolare ristrutturazioni, anche nel settore dell'edilizia sociale 112 . A tal fine, fornire incentivi fiscali, sovvenzioni e prestiti ben concepiti, unitamente alla relativa consulenza, anche alle microimprese e alle piccole e medie imprese, prestando nel contempo la dovuta attenzione agli incentivi, in particolare con riferimento ai proprietari e ai locatari, e all'evoluzione dei costi abitativi, specie per le famiglie in situazioni di vulnerabilità;

(c)responsabilizzare i consumatori di energia, comprese le famiglie in situazioni di vulnerabilità, sviluppando ulteriormente l'autoapprovvigionamento tramite accordi individuali relativi alle energie rinnovabili e altri servizi attraverso le comunità energetiche dei cittadini 113 , accompagnati da misure e campagne educative, con un'attenzione particolare alle persone in situazioni di vulnerabilità e ai consumatori che vivono nelle zone rurali;

(d)prevenire e affrontare le sfide e gli ostacoli legati alla mobilità e ai trasporti per le famiglie in situazioni di vulnerabilità, in particolare nelle regioni e nelle città remote, rurali e a basso reddito, attraverso misure politiche e di sostegno adeguate e lo sviluppo delle infrastrutture necessarie, al fine di migliorare la connettività essenziale, consentendo l'accesso all'istruzione, ai servizi sanitari, all'occupazione e alla partecipazione sociale. Garantire, nello specifico, la disponibilità, anche in termini di frequenza, dei trasporti pubblici a basse emissioni e, se del caso, promuovere la diffusione di modi sostenibili di mobilità privata 114 , con particolare attenzione all'accessibilità, anche economica, e alla sicurezza;

(e)agevolare l'accesso al consumo sostenibile, anche dal punto di vista nutrizionale, soprattutto per le persone e le famiglie in situazioni di vulnerabilità e in particolare per i minori, e promuovere opportunità di risparmio nel settore dell'economia circolare. A tal fine, prevedere incentivi e strumenti efficaci, come azioni nel campo dell'innovazione sociale e iniziative locali, sostenere i programmi di riutilizzo, riparazione, donazione e condivisione, anche attraverso le imprese dell'economia sociale, e promuovere l'istruzione e la sensibilizzazione in materia di sostenibilità ambientale per i discenti di tutte le età e a tutti i livelli di istruzione 115 .

ELEMENTI TRASVERSALI PER AZIONI STRATEGICHE A SOSTEGNO DI UNA TRANSIZIONE VERDE EQUA

(8)Per far progredire la transizione verde in modo inclusivo e democratico, integrando fin dall'inizio obiettivi di transizione equa nella definizione delle politiche a tutti i livelli e garantendo un approccio economico globale efficace alle politiche in materia di transizione equa, gli Stati membri sono invitati a:

(a)coordinare l'elaborazione delle politiche a tutti i livelli e in tutti i settori strategici pertinenti, in particolare nel contesto del semestre europeo, comprese la ricerca e l'innovazione, al fine di creare un quadro politico integrato e favorevole che presti la dovuta attenzione agli effetti distributivi e alle ricadute positive e negative, anche nelle regioni transfrontaliere, e integri strategie di valutazione adeguate e sistematiche, comprese valutazioni ex ante ed ex post;

(b)attribuire un ruolo attivo agli enti regionali e locali, considerata la loro vicinanza ai cittadini e alle imprese locali, nell'attuazione e nel monitoraggio delle politiche in materia di transizione equa;

(c)coinvolgere le parti sociali a livello nazionale, regionale e locale in tutte le fasi del processo decisionale previste dalla presente raccomandazione, se del caso, anche attraverso il dialogo sociale e la contrattazione collettiva. Inoltre, promuovere ulteriormente il pieno coinvolgimento delle parti sociali nella definizione e nell'attuazione di percorsi di transizione per gli ecosistemi industriali nel quadro della nuova strategia industriale aggiornata dell'UE;

(d)rendere autonomi e in grado di agire le persone, la società civile e i portatori di interessi, comprese le organizzazioni che rappresentano le persone in situazioni di vulnerabilità (inclusi le donne, le persone con disabilità, i giovani e i bambini) che chiedono un'azione urgente per il clima, e gli attori dell'economia sociale, anche attraverso il patto europeo per il clima 116 , in vista della loro partecipazione all'elaborazione e all'attuazione delle politiche, anche avvalendosi di nuovi modelli partecipativi che coinvolgano le persone in situazioni di vulnerabilità;

(e)rafforzare le capacità operative dei servizi pubblici pertinenti al fine di fornire orientamenti e sostegno efficaci per l'attuazione di politiche in materia di transizione equa. In particolare, rafforzare i servizi pubblici per l'impiego al fine di sostenere le transizioni nel mercato del lavoro e l'analisi del fabbisogno di competenze, nonché gli ispettorati del lavoro per salvaguardare le condizioni di lavoro. Inoltre, mobilitare i servizi sociali e sanitari, se del caso, in particolare per sostenere le transizioni nel mercato del lavoro e affrontare la povertà energetica.

(9)Al fine di garantire la disponibilità e la qualità dei dati e degli elementi necessari per mettere in atto politiche sociali e del mercato del lavoro valide che promuovano una transizione equa verso la neutralità climatica, gli Stati membri sono invitati a:

(a)rafforzare la base di conoscenze sulle politiche in materia di transizione equa, tra l'altro promuovendo la graduale armonizzazione e la coerenza delle definizioni, dei concetti e delle metodologie, anche sulla base della raccomandazione (UE) 2020/1563 della Commissione sulla povertà energetica e delle azioni di follow-up nell'ambito del gruppo di coordinamento per la povertà energetica e i consumatori vulnerabili, nonché avvalendosi dei metodi disponibili per le valutazioni dell'impatto delle politiche. Includere anche strategie di valutazione e raccolta dei dati nella preparazione e nell'elaborazione delle pertinenti misure politiche e iniziative legislative;

(b)sviluppare l'utilizzo di valutazioni (ex ante) solide e trasparenti relative agli impatti occupazionali, sociali e distributivi e integrarle nelle riforme e misure nazionali in materia di clima, energia e ambiente;

(c)garantire un monitoraggio efficace e trasparente e una valutazione indipendente (ex post) degli effetti occupazionali, sociali e distributivi delle riforme e misure nazionali che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali, coinvolgendo le parti sociali e gli altri portatori di interessi nell'individuazione delle questioni oggetto della valutazione e, se del caso, nella definizione e nell'attuazione delle strategie di valutazione e consultazione;

(d)rafforzare le azioni di ricerca e innovazione a livello nazionale e dell'UE, anche attraverso finanziamenti del programma Orizzonte Europa, per migliorare la modellizzazione e la valutazione della dimensione macroeconomica, occupazionale e sociale delle politiche in materia di cambiamenti climatici. Promuovere il coinvolgimento delle parti sociali nell'attuazione delle pertinenti azioni di ricerca e innovazione, in particolare le missioni nell'ambito di Orizzonte Europa sull'adattamento ai cambiamenti climatici, inclusa la trasformazione della società e sulle città intelligenti e a impatto climatico zero, che possono contribuire a sviluppare soluzioni pratiche a sostegno della transizione verde a livello regionale e locale;

(e)presentare al pubblico a intervalli regolari i risultati delle valutazioni, delle attività di previsione e di monitoraggio e organizzare scambi con le parti sociali, la società civile e altri portatori di interessi sui principali risultati e sugli eventuali adeguamenti.

USO OTTIMALE DEI FINANZIAMENTI PUBBLICI E PRIVATI

(10)Al fine di fornire investimenti e sostegno finanziario efficaci sotto il profilo dei costi, in linea con le norme in materia di aiuti di Stato, per affrontare gli aspetti sociali e occupazionali di una transizione verde equa, sfruttando nel contempo le sinergie tra i programmi e gli strumenti disponibili e con particolare attenzione alle regioni e agli ecosistemi industriali maggiormente colpiti, gli Stati membri sono invitati a:

(a)attuare pienamente le riforme e gli investimenti pertinenti nell'ambito dei piani per la ripresa e la resilienza, garantendo la complementarità con altri fondi;

(b)mobilitare e garantire un uso coerente e ottimale degli strumenti e delle opzioni di finanziamento esistenti, compresa l'assistenza tecnica, a livello degli Stati membri e dell'UE, al fine di sostenere le azioni e gli investimenti pertinenti. Gli strumenti di finanziamento dell'UE comprendono, in particolare, i fondi della politica di coesione, il meccanismo per una transizione giusta, InvestEU, lo strumento di sostegno tecnico, ERASMUS +, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro (FEG), il programma LIFE e il Fondo per la modernizzazione;

(c)stanziare e mobilitare risorse nazionali adeguate per contribuire all'attuazione di serie complete di misure volte a realizzare una transizione verde equa. Tali misure dovrebbero essere adeguatamente finanziate, anche migliorando la qualità della spesa pubblica, mobilitando ulteriori finanziamenti privati e/o utilizzando entrate pubbliche supplementari, anche attingendo ai crescenti proventi generati dallo scambio di quote di emissioni. Tenere conto degli aspetti occupazionali, sociali e distributivi nello sviluppo di pratiche di bilancio verdi;

(d)elaborare una combinazione equilibrata di misure nei piani sociali per il clima nazionali nel quadro del Fondo sociale per il clima proposto, anche integrando investimenti verdi, ove necessario in attesa dell'impatto degli investimenti sulla riduzione delle emissioni e delle bollette energetiche, con misure temporanee e mirate di sostegno al reddito per compensare le famiglie vulnerabili e le famiglie che sono utenti dei trasporti, tenendo conto anche, se del caso, delle relative sfide specifiche per paese individuate e delle raccomandazioni formulate nel contesto del semestre europeo.

AZIONI FUTURE PER UNA TRANSIZIONE VERDE EQUA

(11)Al fine di dare seguito alla presente raccomandazione del Consiglio, il Consiglio dell'Unione europea accoglie con favore l'intenzione della Commissione di:

(a)intensificare ulteriormente gli scambi con i principali portatori di interessi, le persone e le comunità interessate, nonché gli scambi di migliori pratiche, anche nel contesto dei percorsi di transizione degli ecosistemi industriali 117 , segnatamente in un contesto transfrontaliero e con particolare attenzione alle regioni e ai settori maggiormente colpiti;

(b)sostenere il rafforzamento dell'adeguatezza, della coerenza e dell'efficacia delle politiche in materia di transizione equa degli Stati membri, anche per quanto riguarda gli aspetti occupazionali, sociali e distributivi da prendere in considerazione in fase di elaborazione, attuazione, monitoraggio e valutazione dei piani nazionali e delle strategie a lungo termine, se del caso, anche nel contesto del futuro riesame del regolamento sulla governance;

(c)consolidare la banca dati, in particolare accedendo alle fonti dei dati amministrativi e, se del caso, ai dati relativi a parti sociali, industrie, società civile e sondaggi di opinione, e aggiornare gli orientamenti metodologici per l'analisi degli impatti occupazionali, sociali e distributivi delle politiche in materia di transizione equa, clima ed energia, ove opportuno, anche nel contesto del semestre europeo;

(d)rafforzare le regolari attività di monitoraggio e analisi prospettica dell'evoluzione e dei rischi della povertà energetica nell'UE, compresi gli aspetti sociali e distributivi, anche per orientare i lavori del gruppo di coordinamento per la povertà energetica e i consumatori vulnerabili e di altri gruppi di esperti pertinenti;

(e)sviluppare ulteriormente la ricerca e migliorare la raccolta di dati relativi alla definizione, al monitoraggio e alla valutazione dei progressi verso la fornitura di un accesso adeguato ai servizi essenziali, anche sviluppando, se del caso, il concetto di "povertà dei trasporti", in particolare nel contesto della transizione verde verso un'economia del benessere sostenibile;

(f)esaminare i progressi compiuti nell'attuazione della presente raccomandazione nel contesto della sorveglianza multilaterale nell'ambito del semestre europeo, sulla base dei quadri di valutazione e dei quadri di monitoraggio esistenti, eventualmente integrati da indicatori supplementari. Prendere in considerazione gli orientamenti forniti nella presente raccomandazione a norma del regolamento sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima, in particolare nell'ambito delle relative valutazioni in occasione del prossimo aggiornamento dei piani nazionali integrati per l'energia e il clima, previsto per il 2023-2024.

Fatto a Strasburgo, il

   Per il Consiglio

   Il presidente

(1)    Comunicazione della Commissione "Il Green Deal europeo", COM(2019) 640 final.
(2)    Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 giugno 2021, che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (CE) n. 401/2009 e il regolamento (UE) 2018/1999 ("Normativa europea sul clima") (GU L 243 del 9.7.2021, pag. 1).
(3)    Per perseguire l'obiettivo a lungo termine relativo alla temperatura di cui all'articolo 2, paragrafo 1, lettera a), dell'accordo di Parigi.
(4)    Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo sociale per il clima, COM(2021) 568 final.
(5)    Comunicazione della Commissione "Piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali", COM(2021) 102 final, 4 marzo 2021.
(6)    Secondo la valutazione d'impatto che accompagna il piano per l'obiettivo climatico 2030 (SWD(2020) 176 final).
(7)    Commissione europea (2019), " Crescita sostenibile per tutti: scelte per il futuro dell'Europa sociale, Sviluppi occupazionali e sociali in Europa 2019 " , 4 luglio 2019. Sulla base dell'analisi approfondita che accompagna la comunicazione della Commissione COM(2018) 773.
(8)    Eurofound (2019), "Scenario energetico: implicazioni occupazionali dell'accordo di Parigi sul clima", Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo.
(9)    Commissione europea (2019), "Crescita sostenibile per tutti: scelte per il futuro dell'Europa sociale, Sviluppi occupazionali e sociali in Europa 2019", capitolo 5 "Verso un futuro più verde: effetti occupazionali e sociali delle politiche in materia di cambiamenti climatici", 4 luglio 2019.
(10)    Comunicazione della Commissione europea "Un'ondata di ristrutturazioni per l'Europa: inverdire gli edifici, creare posti di lavoro e migliorare la vita", SWD(2020) 550 final, 14 ottobre 2021. Se si tiene conto del fabbisogno di investimenti nella ristrutturazione pari a 275 miliardi di EUR l'anno, come specificato nella comunicazione, e della capacità degli investimenti in riqualificazione ed efficienza energetica di creare 9-20 posti di lavoro per ogni milione di dollari investito (SWD(2021) 623 final), il dato potrebbe essere sensibilmente superiore.
(11)    COM(2021) 660 final.
(12)    "Un'Unione più ambiziosa: il mio programma per l'Europa" – Orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024, 16.7.2019, presidente von der Leyen.
(13)    Raccomandazione (UE) 2021/402 della Commissione, del 4 marzo 2021, relativa a un sostegno attivo ed efficace all'occupazione (EASE) in seguito alla crisi COVID-19 (GU L 80 dell'8.3.2021, pag. 1).
(14)    Decisione (UE) 2020/1512 del Consiglio del 13 ottobre 2020 (GU L 344 del 19.10.2020, pag. 22).
(15)    COM(2021) 743 final, Proposta di relazione comune sull'occupazione 2022.
(16)    Raccomandazione del Consiglio, del 30 ottobre 2020, relativa a un ponte verso il lavoro, che rafforza la garanzia per i giovani e sostituisce la raccomandazione del Consiglio del 22 aprile 2013 sull'istituzione di una garanzia per i giovani (GU C 372 del 4.11.2020, pag. 1).
(17)    Raccomandazione del Consiglio, del 24 novembre 2020, relativa all'istruzione e formazione professionale (IFP) per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza (GU C 417 del 2.12.2020, pag. 1).
(18)    GU L 328 del 21.12.2018, pag. 1.
(19)    L'articolo 8, paragrafo 4, della proposta di rifusione della direttiva sull'efficienza energetica chiede inoltre agli Stati membri di includere informazioni sulle misure di efficienza energetica e sui risparmi energetici nell'uso finale conseguiti presso persone in condizioni di povertà energetica, clienti vulnerabili e, se del caso, persone che vivono negli alloggi sociali.
(20)    Eurofound (2021), "Effetti distributivi delle politiche climatiche in Europa", Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo.
(21)    COM(2020) 564 final.
(22)    Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 159).
(23)    Regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e che abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013 (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 21).
(24)    Comunicazione della Commissione "Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza", COM(2020) 274 final, 1° luglio 2020.
(25)    Proposta di raccomandazione del Consiglio sui conti individuali di apprendimento, COM(2021) 773 final, 8 dicembre 2021.
(26)    Proposta di raccomandazione del Consiglio relativa a un approccio europeo alle microcredenziali per l'apprendimento permanente e l'occupabilità, COM(2021) 770 final, 8 dicembre 2021.
(27)    Proposta di raccomandazione del Consiglio sull'apprendimento per la sostenibilità ambientale, COM(2021) 557 final, 8 dicembre 2021.
(28)     https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1517&langId=it .
(29)    Si tratta dei seguenti ecosistemi industriali: settore automobilistico, microelettronica, settore aerospaziale e della difesa, costruzione navale, energie rinnovabili offshore.
(30)    Comunicazione della Commissione "Nuova agenda dei consumatori – Rafforzare la resilienza dei consumatori per una ripresa sostenibile", COM(2020) 696 final.
(31)    Come annunciato nella nuova agenda dei consumatori, la Commissione presenterà una proposta legislativa volta a responsabilizzare i consumatori per la transizione verde.
(32)    Comunicazione della Commissione "Una visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE: verso zone rurali più forti, connesse, resilienti e prospere entro il 2040", COM(2021) 345 final.
(33)    Comunicazione della Commissione "Quadro strategico dell'UE per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom per il periodo 2020-2030", COM(2020) 620 final.
(34)    Proposta di Direttiva del Consiglio che ristruttura il quadro dell'Unione per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità (rifusione), COM(2021) 563 final.
(35)    Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'efficienza energetica (rifusione), COM(2021) 558 final.
(36)    Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia (modificata dalla direttiva (UE) 2018/844/UE del 30 maggio 2018), COM(2021) 802 final.
(37)    Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, il regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e la direttiva n. 98/70/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la promozione dell'energia da fonti rinnovabili e che abroga la direttiva (UE) 2015/652 del Consiglio, COM(2021) 557 final.
(38)    Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi, che abroga la direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, COM(2021) 559 final.
(39)    Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2018/842 relativo alle riduzioni annuali vincolanti delle emissioni di gas a effetto serra a carico degli Stati membri nel periodo 2021-2030 come contributo all'azione per il clima per onorare gli impegni assunti a norma dell'accordo di Parigi, COM(2021) 555 final.
(40)    Direttiva (UE) 2018/410 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 marzo 2018, che modifica la direttiva 2003/87/CE per sostenere una riduzione delle emissioni più efficace sotto il profilo dei costi e promuovere investimenti a favore di basse emissioni di carbonio e la decisione (UE) 2015/1814 (GU L 76 del 19.3.2018, pag. 3).
(41)    Regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo per una transizione giusta (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 1).
(42)    Risoluzione del Parlamento europeo del 17 dicembre 2020 su un'Europa sociale forte per transizioni giuste, (2020/2084(INI)).
(43)    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Nessun Green Deal senza Social Deal» (parere d'iniziativa), EESC 2020/01591 (GU C 341 del 24.8.2021, pag. 23).
(44)    Parere del Comitato europeo delle regioni – Un'Europa sociale forte per transizioni giuste, COR 2020/02167 (GU C 440 del 18.12.2020, pag. 42).
(45)    COM(2020) 564 final.
(46)     https://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=1049 .
(47)    Una panoramica degli strumenti di finanziamento pertinenti e delle relative interconnessioni e il ruolo di tali strumenti nel dar seguito alle raccomandazioni formulate nell'ambito della presente proposta sono descritti più dettagliatamente nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente comunicazione (SWD(2021) 452).
(48)    IPCC (2021), Cambiamenti climatici 2021: basi fisico-scientifiche. Contributo del gruppo di lavoro I alla sesta relazione di valutazione del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico.
(49)    JRC, PESETA IV, https://ec.europa.eu/jrc/en/peseta-iv/economic-impacts .
(50)    Accordo di Parigi (GU L 282 del 19.10.2016, pag. 4).
(51)    Commissione europea (2021), studio PESETA IV "Impatti del cambiamento climatico e adattamento in Europa", Centro comune di ricerca, Siviglia, http://ec.europa.eu/jrc/en/peseta-iv .
(52)    Comunicazione della Commissione "Il Green Deal europeo", COM(2019) 640 final.
(53)    Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 giugno 2021, che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (CE) n. 401/2009 e il regolamento (UE) 2018/1999 ("Normativa europea sul clima") (GU L 243 del 9.7.2021, pag. 1).
(54)    Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un programma generale di azione dell'Unione per l'ambiente fino al 2030, COM(2020) 652 final.
(55)    Per quanto riguarda le infrastrutture, ad esempio, al fine di conseguire il suo obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030, l'Europa necessiterà secondo le stime di 350 miliardi di EUR in investimenti aggiuntivi all'anno nel decennio in corso nei soli sistemi energetici, oltre ai 130 miliardi di EUR necessari per il conseguimento di altri obiettivi ambientali.
(56)    Comunicazione della Commissione "Pronti per il 55 %: realizzare l'obiettivo climatico dell'UE per il 2030 lungo il cammino verso la neutralità climatica", COM(2021) 550 final. 
(57)    Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell'Unione, della decisione (UE) 2015/1814 relativa all'istituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema dell'Unione per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra e del regolamento (UE) 2015/757, COM(2021) 551 final.
(58)    Gli orientamenti definiscono il concetto di transizione giusta e invitano i responsabili politici e le parti sociali a promuovere una transizione giusta a livello globale.
(59)    Segretariato generale del Consiglio, 14545/1/18 REV1 del 26 novembre 2018.
(60)    Comunicazione della Commissione "Un'Europa sociale forte per transizioni giuste", COM(2020) 14, che avvia la consultazione pubblica relativa al piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali.
(61)    Comunicazione della Commissione "Piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali", COM(2021) 102 final. Il pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato e firmato dal Consiglio dell'Unione europea, dal Parlamento europeo e dalla Commissione al vertice di Göteborg di novembre 2017, è la bussola dell'Unione verso un'Europa sociale forte.
(62)    Per raggiungere questo traguardo globale, l'Europa deve puntare almeno a dimezzare il divario di genere a livello occupazionale rispetto al 2019; ridurre al 9 % il tasso di giovani (tra i 15 e i 29 anni) che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET) e aumentare l'offerta di servizi formali di educazione e cura della prima infanzia (ECEC).
(63)    In particolare, almeno l'80 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni dovrebbe possedere competenze digitali di base; inoltre l'abbandono scolastico precoce dovrebbe essere ulteriormente ridotto e la partecipazione all'istruzione secondaria superiore dovrebbe essere aumentata.
(64)    Dei 15 milioni di persone da sottrarre allo stato di povertà o di esclusione sociale, almeno 5 milioni dovrebbero essere bambini.
(65)    Consiglio europeo, dichiarazione di Porto, 8.5.2021.
(66)    Comunicazione della Commissione "Pronti per il 55 %: realizzare l'obiettivo climatico dell'UE per il 2030 lungo il cammino verso la neutralità climatica", COM(2021) 550 final.
(67)    Documento di lavoro dei servizi della Commissione, Valutazione d'impatto che accompagna la comunicazione "Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l'Europa - Investire in un futuro a impatto climatico zero nell'interesse dei cittadini", SWD(2020) 176 final. Proiezioni basate su E-QUEST che utilizzano uno scenario di riduzione della pressione fiscale sui lavoratori scarsamente qualificati.
(68)    Commissione europea (2019), Crescita sostenibile per tutti: scelte per il futuro dell'Europa sociale, Sviluppi occupazionali e sociali in Europa 2019, 4 luglio 2019. Sulla base dell'analisi approfondita che accompagna la comunicazione della Commissione COM(2018) 773.
(69)    SWD(2020) 176 final.
(70)    SWD(2020) 176 final.
(71)    Commissione europea (2019), "Crescita sostenibile per tutti: scelte per il futuro dell'Europa sociale, Sviluppi occupazionali e sociali in Europa 2019", capitolo 5, 4 luglio 2019, e Commissione europea (2020), "Non lasciare indietro nessuno e impegnarsi di più: equità e solidarietà nell'economia sociale di mercato europea", Sviluppi occupazionali e sociali in Europa 2020, capitolo 4.2.2, 15 settembre 2020. In questo contesto la povertà in generale è misurata utilizzando l'indicatore concordato per il tasso di rischio di povertà, in linea con gli indicatori del quadro di valutazione della situazione sociale e con il relativo obiettivo principale per il 2030 nell'ambito del piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali.
(72)    IEEP (2021), Green taxation and other economic instruments: internalising environmental costs to make the polluter pay .
(73)    Dati EU-SILC relativi al 2019 disponibili per tutti gli Stati membri; dati relativi al 2020 non ancora disponibili per tutti gli Stati membri.
(74)    Inoltre, fino al 6,2 % degli europei, vale a dire oltre 27 milioni di persone, ha arretrati nel pagamento delle bollette.
(75)    SWD(2019) 579 final.
(76)    Cfr. la relazione del seminario sulla povertà energetica, organizzato il 9 novembre 2016 per la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (ITRE) del Parlamento europeo.
(77)    Cfr. Una prospettiva di genere riguardo all'accesso all'energia nell'UE (europa.eu) , Genere ed energia | Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (europa.eu) , GFE-Gender-Issues-Note-Session-6.2.pdf (oecd.org) .
(78)    L'equità sociale è anche parte integrante delle proposte della Commissione contenute nel pacchetto "Pronti per il 55 %", comprese le proposte relative alla direttiva sulla tassazione dell'energia, alla direttiva sull'efficienza energetica, alla direttiva sulle energie rinnovabili, alla direttiva sull'infrastruttura per i combustibili alternativi, al regolamento sulla condivisione degli sforzi e alla proposta di istituire un Fondo sociale per il clima.
(79)    Articolo 5 della Direttiva (UE) 2019/944 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica e che modifica la direttiva 2012/27/UE (GU L 158 del 14.6.2019, pag. 125); articolo 3 della Direttiva 2009/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009, relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale e che abroga la direttiva 2003/55/CE (GU L 211 del 14.8.2009, pag. 94).
(80)    COM(2021) 660 final, 13 ottobre 2021.
(81)    Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo sociale per il clima, COM(2021) 568 final.
(82)    Regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima che modifica i regolamenti (CE) n. 663/2009 e (CE) n. 715/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 94/22/CE, 98/70/CE, 2009/31/CE, 2009/73/CE, 2010/31/UE, 2012/27/UE e 2013/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive del Consiglio 2009/119/CE e (UE) 2015/652 e che abroga il regolamento (UE) n. 525/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 328 del 21.12.2018, pag. 1).
(83)    Regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo per una transizione giusta (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 1).
(84)    Comunicazione della Commissione "Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione"; regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).
(85)    Comunicazione della Commissione "Valutazione a livello dell'Unione dei piani nazionali per l'energia e il clima – Impulso alla transizione verde e promozione della ripresa economica attraverso la pianificazione integrata delle misure nei settori dell'energia e del clima, COM(2020) 564 final.
(86)    In particolare le strategie annuali per la crescita sostenibile 2021 e 2022, le raccomandazioni per la zona euro 2021 e le raccomandazioni specifiche per paese.
(87)    Raccomandazione (UE) 2021/402 della Commissione, del 4 marzo 2021, relativa a un sostegno attivo ed efficace all'occupazione (EASE) in seguito alla crisi COVID-19 (GU L 80 dell'8.3.2021, pag. 1).
(88)    In particolare la raccomandazione EASE e gli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione adottati nell'ottobre 2020 e riconfermati nell'ottobre 2021.
(89)    Comunicazione della Commissione "Aggiornamento della nuova strategia industriale 2020: costruire un mercato unico più forte per la ripresa dell'Europa", COM(2021) 350 final.
(90)    Raccomandazione del Consiglio, del 24 novembre 2020, relativa all'istruzione e formazione professionale (IFP) per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza (GU C 417 del 2.12.2020, pag. 1).
(91)    Proposta di Direttiva del Consiglio che ristruttura il quadro dell'Unione per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità (rifusione), COM(2021) 563 final.
(92)     "Pilastro europeo dei diritti sociali" , proclamato solennemente dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione, 17 novembre 2017, principio 20.
(93)     "Pilastro europeo dei diritti sociali" , proclamato solennemente dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione, 17 novembre 2017, principio 19, lettera a).
(94)    Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'efficienza energetica (rifusione), COM(2021) 558 final.
(95)    Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia (modificata dalla direttiva (UE) 2018/844/UE del 30 maggio 2018), COM(2021) 802 final.
(96)    Comunicazione della Commissione "Il quadro per la mobilità urbana nell'UE", COM(2021) 811.
(97)    Raccomandazione (UE) 2020/1563 della Commissione, del 14 ottobre 2020, sulla povertà energetica (GU L 357 del 27.10.2020, pag. 35).
(98)    Al di fuori del bilancio dell'UE e del NextGenerationEU (NGEU).
(99)    Conformemente all'articolo 14 del regolamento sulla governance (UE) 2018/1999.
(100)    Il regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2020, relativo all'istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili e recante modifica del regolamento (UE) 2019/2088 (GU L 198 del 22.6.2020, pag. 13) (regolamento in materia di tassonomia) fornisce un sistema di classificazione comune per le attività economiche sostenibili.
(101)    Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato (GU L 187 del 26.6.2014, pag. 1).
(102)    Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'efficienza energetica (rifusione), COM(2021) 558 final.
(103)    Sebbene la definizione del concetto "clienti vulnerabili" spetti agli Stati membri, esso comprende le famiglie che non sono in grado di riscaldare o rinfrescare adeguatamente la propria abitazione e/o che hanno arretrati nel pagamento delle bollette, in linea con la raccomandazione della Commissione sulla povertà energetica, C/2020/9600 final (GU L 357 del 27.10.2020, pag. 35).
(104)    Comunicazione della Commissione "Creare un'economia al servizio delle persone: un piano d'azione per l'economia sociale", COM(2021) 778 final.
(105)    In linea con la direttiva (UE) 2019/882 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi (GU L 151 del 7.6.2019, pag. 70), e con la comunicazione della Commissione "Acquisti sociali — Una guida alla considerazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici (seconda edizione)" (GU C 237 del 18.6.2021, pag. 1).
(106)    Comunicazione della Commissione "Quadro UE per la qualità nell'anticipazione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni", COM(2013) 882 final.
(107)    Raccomandazione del Consiglio, del 15 marzo 2018, relativa a un quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità (GU C 153 del 2.5.2018, pag. 1).
(108)    Raccomandazione del Consiglio, del 10 marzo 2014, su un quadro di qualità per i tirocini (GU C 88 del 27.3.2014, pag. 1).
(109)    Proposta di raccomandazione del Consiglio sui conti individuali di apprendimento, COM(2021) 773 final.
(110)    Proposta di raccomandazione del Consiglio su un approccio europeo alle microcredenziali per l'apprendimento permanente e l'occupabilità, COM(2021) 770 final.
(111)    Raccomandazione del Consiglio, dell'8 novembre 2019, sull'accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi (GU C 387 del 15.11.2019, pag. 1).
(112)    In linea con la prossima revisione della disciplina in materia di aiuti a favore del clima, dell'energia e dell'ambiente, la cui entrata in vigore è prevista a decorrere dal 2022.
(113)    Quali definite all'articolo 2, paragrafo 11, della direttiva (UE) 2019/944 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica e che modifica la direttiva 2012/27/UE (GU L 158 del 14.6.2019, pag. 125).
(114)    In linea con la comunicazione della Commissione "Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente: mettere i trasporti europei sulla buona strada per il futuro", COM(2020) 789 final.
(115)    Proposta di raccomandazione del Consiglio sull'apprendimento per la sostenibilità ambientale, COM(2021) 557 final.
(116)    Comunicazione della Commissione "Patto europeo per il clima", COM(2020) 788 final.
(117)    Come annunciato nella strategia industriale aggiornata, ad esempio l'edilizia, le industrie ad alta intensità energetica o la mobilità.