22.12.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 517/103


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Orientamenti strategici per un’acquacoltura dell’UE più sostenibile e competitiva per il periodo 2021-2030»

[COM(2021) 236 final]

(2021/C 517/16)

Relatore:

Anastasis YIAPANIS

Consultazione

Commissione europea, 31/05/2021

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente

Adozione in sezione

9.9.2021

Adozione in sessione plenaria

22.9.2021

Sessione plenaria n.

563

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

233/2/6

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il CESE appoggia gli sforzi e le iniziative intrapresi dalla Commissione europea per promuovere la crescita del settore dell’acquacoltura nell’UE e migliorarne la sostenibilità; osserva che, malgrado tali iniziative e tali sforzi, questo settore non realizza ancora appieno il suo vero potenziale di crescita; ed esprime preoccupazione per il fatto che il 65 % dei prodotti dell’acquacoltura consumati in Europa sia di importazione (1).

1.2.

Le scelte dei consumatori si sono evolute verso uno stile di vita più attento alla salubrità nutrizionale, con i prodotti della pesca e dell’acquacoltura in cima all’elenco degli alimenti di elezione. Una situazione, questa, che per il settore in esame rappresenta un’opportunità di crescita significativa, ma comporta anche la responsabilità di garantire la futura sicurezza alimentare dell’UE. Garantire un approvvigionamento alimentare sicuro, sano e sostenibile nell’UE dovrebbe costituire una delle priorità principali.

1.3.

È quindi necessario uno sforzo coordinato della Commissione europea e degli Stati membri per incrementare la capacità di produzione e la redditività del settore. L’immediata semplificazione delle procedure amministrative deve accompagnarsi a elevati standard ambientali allo scopo di preservare gli ecosistemi e la biodiversità, oltre che migliorare la qualità dell’acqua. Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione di istituire in tutti gli Stati membri sportelli unici per il rilascio di licenze nel settore dell’acquacoltura.

1.4.

Il CESE reputa che occorra trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza di preservare la biodiversità del pianeta e quella di soddisfare il fabbisogno alimentare, tenendo conto delle ripercussioni sul piano sociale e della necessità di promuovere uno stile di vita sano e di proteggere l’ambiente. Bisognerebbe preservare e proteggere le acque marine ed interne, e nel contempo promuovere attività di acquacoltura sostenibili che assicurino la produzione alimentare necessaria per la popolazione dell’UE.

1.5.

Il problema della disponibilità di spazio rappresenta un grave ostacolo per lo sviluppo del settore. Il CESE stima necessaria una maggiore espansione degli impianti d’acquacoltura in tutto il territorio dell’Unione, ma soprattutto nelle zone costiere e rurali, dove non esistano condizioni idonee allo svolgimento di altre attività economiche. Il CESE invita gli Stati membri a porre in atto progetti coordinati di assetto del territorio, comprendenti tra l’altro la pianificazione a livello di bacino marittimo, il ripristino di impianti di acquacoltura abbandonati e sistemi di analisi dei megadati.

1.6.

Il CESE reputa che il coinvolgimento delle parti sociali e delle pertinenti organizzazioni della società civile nella futura strategia di sviluppo del settore sia destinato a creare un valore aggiunto per l’Unione. Questi soggetti, infatti, possono offrire sia competenze di alto livello che ottime opportunità di comunicazione.

1.7.

Il CESE ritiene che il rapporto tra i portatori d’interessi lungo le catene del valore debba essere improntato a valori etici. Occorrerebbe assicurare alle PMI e alle start-up un pieno sostegno, che permetta loro di crescere, offrire posti di lavoro di qualità e creare nuovi modelli economici sostenibili, mentre i partenariati pubblico-privato dovrebbero fruire di strumenti di finanziamento che coprano impegni a lungo termine.

1.8.

I programmi di istruzione e formazione professionale possono contribuire a soddisfare il fabbisogno del settore in materia di forza lavoro altamente qualificata. In quest’ottica, i relativi progetti per il settore dell’acquacoltura possono essere finanziati, attraverso appositi bandi, ricorrendo al Fondo sociale europeo.

1.9.

Le prescrizioni in materia di etichettatura assolvono una funzione importantissima nell’informare i consumatori in merito alla qualità dei prodotti dell’acquacoltura. I cittadini europei dovrebbero ricevere informazioni attendibili, specie riguardo ai prodotti provenienti da paesi il cui quadro normativo in materia è minimo o inesistente. Le prescrizioni in materia di tracciabilità dovrebbero operare a ritroso, fino agli incubatori, per tutti i prodotti commercializzati nel mercato interno. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di ottenere condizioni di perfetta parità nel mercato unico.

1.10.

La comunicazione in merito agli sforzi e ai progressi compiuti dal settore per garantire prestazioni ambientali e climatiche adeguate è di capitale importanza per conseguire l’accettazione sociale e mettere i consumatori al corrente di tali sforzi. È immediatamente necessario introdurre sistemi di gestione dei rifiuti in un settore che ha un elevato potenziale di riduzione della propria impronta ambientale. Il settore dispone altresì di un notevole potenziale per quanto riguarda la scelta della circolarità e di risorse acquatiche rinnovabili, nello sforzo di ridurre il consumo di energia e le emissioni di carbonio.

1.11.

Sono necessari investimenti pubblici e privati rapidi e cospicui, specialmente nelle attività di ricerca e sviluppo. La Commissione dovrebbe promuovere tutti i pertinenti fondi europei disponibili, nonché le opportunità di partenariato, tramite le parti sociali e le reti di organizzazioni della società civile, con l’obiettivo finale di raggiungere tutti i produttori e in particolare le PMI.

1.12.

Il CESE apprezza e sostiene la proposta di creare un meccanismo di assistenza per l’acquacoltura dell’UE con una piattaforma online dedicata, e reputa che a livello europeo sia necessaria e urgente una strategia per la crescita dell’acquacoltura che stimoli il potenziale di questo settore.

2.   Contesto

2.1.

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), la popolazione mondiale potrebbe crescere di oltre due miliardi di persone rispetto ai livelli odierni, raggiungendo entro il 2050 i 9,15 miliardi. E i redditi faranno registrare un incremento ancor più rapido. La FAO prevede che, per soddisfare l’aumento della domanda, nel 2050 la produzione agricola globale sarà superiore del 60 % rispetto a quella del 2005 (2). Il settore dell’acquacoltura è potenzialmente in grado di crescere e soddisfare una quota notevole di tale domanda, alleviando in una certa misura la pressione che grava sul settore dell’agricoltura.

2.2.

La produzione acquicola è ampiamente dominata dai paesi asiatici, la cui quota della produzione mondiale negli ultimi due decenni si attesta intorno all’89 % (3). Nell’UE la produzione acquicola varia dall’acquacoltura in serbatoi e lagune tradizionali all’uso di gabbie e serbatoi in mare aperto o di sistemi a ricircolo. Il settore impiega direttamente oltre 74 000 persone, in oltre 12 000 imprese (4).

2.3.

L’UE è il secondo operatore commerciale mondiale nel settore della pesca e dell’acquacoltura, dopo la Cina. In quanto importatore netto, nel 2019 l’UE ha registrato un disavanzo della bilancia commerciale pari a 21 miliardi di EUR. Secondo i dati più recenti la produzione acquicola dell’UE rappresenta appena l’1,15 % della produzione globale totale (5). Uno studio di Eurobarometro del 2017 (6) segnala che la grande maggioranza dei cittadini dell’UE consuma prodotti ittici almeno una volta al mese e che la maggiore frequenza di consumo di tali prodotti si riscontra nei consumatori più anziani.

2.4.

La comunicazione della Commissione europea sugli Orientamenti strategici per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura nell’UE (7) offre un’analisi davvero esaustiva della situazione attuale nel settore dell’acquacoltura ed indica svariati percorsi d’azione per rendere questo settore più sostenibile e competitivo. L’UE è fermamente impegnata nella realizzazione degli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia «Dal produttore al consumatore».

3.   Osservazioni generali

3.1.

Il pesce e gli altri prodotti dell’acquacoltura hanno un elevato valore nutritivo e sono vivamente raccomandati per mantenersi in buona salute. La domanda, da parte dei consumatori, di prodotti sostenibili di alta qualità che garantiscano un’alimentazione sana è cresciuta, così come sono cresciute le aspettative dei consumatori riguardo a tali prodotti. L’ottima qualità degli alimenti prodotti dall’acquacoltura nell’Unione europea costituisce ancora un importante vantaggio competitivo. Tuttavia, il settore non realizza appieno il suo vero potenziale di crescita e si sta contraendo in termini di quota percentuale sulla produzione globale rispetto ad altre parti del mondo.

3.2.

A giudizio del CESE, il settore acquicolo dell’UE dovrebbe offrire una varietà di prodotti assai maggiore per soddisfare la domanda nel mercato interno. Non si può che restare increduli di fronte al fatto che il 65 % dei prodotti di acquacoltura consumati in Europa sia ancora costituito da prodotti d’importazione. Stando così le cose, l’Unione europea sta mettendo a repentaglio la propria futura sicurezza alimentare. Il CESE ha già fatto notare che «lo squilibrio della bilancia commerciale […] dei prodotti di origine acquatica non è accettabile, né da un punto di vista economico (per il disavanzo commerciale che ne deriva) né da un punto di vista sociale (per le opportunità occupazionali che non vengono sfruttate)» (8); ed oggi constata con grande rammarico che, a distanza di cinque anni, la situazione è identica e i risultati attesi non sono stati raggiunti.

3.3.

L’acquacoltura del nostro continente dispone di uno straordinario potenziale di crescita. L’allevamento in stagni è certamente la forma di acquacoltura di acqua dolce più rispettosa dell’ambiente, ma presenta una bassa produttività. L’UE può tuttavia vantare un’esperienza pratica sufficiente per gestire un allevamento in stagni intensivo in maniera pienamente rispettosa del clima e dell’ambiente, nonché conforme ai principi dell’economia circolare. È necessario integrare appieno le tecnologie conformi alle esigenze climatiche nella tassonomia degli investimenti verdi, al fine di garantire un flusso regolare di finanziamenti. Infine, lo sviluppo della trasformazione degli alimenti, in una prospettiva sia verticale che orizzontale, con l’inclusione di nuove specie, è prezioso per migliorare il valore aggiunto, l’accettazione dei consumatori, l’occupazione e il ricircolo dei prodotti alimentari e dei rifiuti.

3.4.

La maggiore domanda di prodotti alimentari attesa per i prossimi anni dovrà essere soddisfatta per mezzo di progetti sostenibili che offrano alimenti di alta qualità e nel contempo proteggano l’ambiente. L’UE è in prima fila nell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite; e, a giudizio del CESE, è questa la strada giusta da seguire. Il settore dell’acquacoltura è estremamente importante per il conseguimento degli OSS, e in particolare dell’OSS 2 (Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile), dell’OSS 12 (Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo) e dell’OSS 15 (Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre).

3.5.

Il CESE ritiene che il settore disponga di un notevole potenziale per quanto riguarda la scelta della circolarità e di risorse acquatiche rinnovabili, nello sforzo di ridurre il consumo di energia e le emissioni di carbonio. La comunicazione in merito agli sforzi e ai progressi compiuti dal settore per migliorare le sue prestazioni ambientali e climatiche è di capitale importanza per conseguire l’accettazione sociale e quindi per la crescita ulteriore del settore e della domanda dei consumatori.

3.6.

Le aspettative dei cittadini si sono evolute: adesso, infatti, essi desiderano un regime alimentare più sano, e in quest’ottica i prodotti della pesca e dell’acquacoltura sono tra i più richiesti (9). D’altra parte alla produzione alimentare si associano una significativa impronta ambientale e costi elevati. È evidente che quella di «continuare come prima» non si può più considerare un’opzione sostenibile e occorre pertanto sviluppare nuovi modelli economici.

3.7.

Secondo il rapporto Food from the Oceans commissionato alla SAPEA, c’è un solo modo per ottenere dall’oceano una quantità sensibilmente maggiore di prodotti alimentari e biomassa: ottenere prodotti ittici provenienti, in media, da un livello trofico inferiore a quello da cui si ottengono attualmente; e la maricoltura sembra oggi il settore più vicino a realizzare quest’obiettivo. Tutto ciò implicherebbe in effetti l’adozione di un nuovo modello economico, imperniato sull’allevamento di specie che oggi non vengono sfruttate o lo sono in misura limitata.

3.8.

Molluschi e alghe svolgono un ruolo importante, poiché si trovano alla base della catena alimentare e traggono il proprio nutrimento direttamente dall’acqua. In molti paesi asiatici le alghe sono coltivate e consumate su vasta scala; nell’UE si possono considerare un prodotto nuovo e solo poche vengono coltivate con buoni risultati. Le alghe sono povere di calorie, ma sono ricche di fibre che offrono svariati benefici alla salute. Il CESE accoglie con favore l’intenzione della Commissione europea di preparare un’iniziativa specifica per promuovere il consumo di alghe.

3.9.

A giudizio del CESE, è possibile migliorare notevolmente la competitività del settore e nel contempo creare posti di lavoro di qualità nelle zone costiere e rurali di tutta l’Unione europea, dove è alquanto arduo sviluppare altre attività economiche. Il CESE è convinto che sviluppare le future norme sociali, garantire condizioni di lavoro dignitose e porre fine a pratiche inaccettabili sia estremamente importante, non solo per la capacità di creare posti di lavoro, ma anche per le catene di approvvigionamento. Per garantire la sicurezza alimentare, occorre mantenere un equilibrio fra i tre aspetti dello sviluppo sostenibile: quello ambientale, quello sociale e quello economico.

4.   Osservazioni specifiche

4.1.

Dal momento che l’acquacoltura è gestita in regime di competenza concorrente tra la Commissione europea e gli Stati membri, è necessario uno sforzo coordinato per migliorare la sostenibilità e la redditività del settore. Ciò comporta la semplificazione delle procedure amministrative e una piena cooperazione tra la Commissione e le pubbliche amministrazioni nazionali e regionali. Occorre sfrondare gli oneri amministrativi tradizionali e superflui che gravano sul settore, e al tempo stesso introdurre elevati standard ambientali allo scopo di preservare gli ecosistemi e la biodiversità, oltre che migliorare la qualità dell’acqua.

4.2.

Il CESE ha già fatto notare che «il motivo principale all’origine sia della lentezza delle pratiche amministrative per l’autorizzazione dell’esercizio dell’acquacoltura che della mancanza di siti disponibili per quest’attività risiede nella complessa attuazione delle normative ambientali dell’Unione europea (essenzialmente, la direttiva quadro sulle acque, la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino e le regole relative a Natura 2000) da parte delle amministrazioni pubbliche degli Stati membri e delle loro regioni. Questa situazione esige dalle imprese dell’acquacoltura il rispetto di requisiti che sono eccessivamente gravosi sul piano economico e che, paradossalmente, non garantiscono una maggiore protezione dell’ambiente» (10).

4.3.

Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione di istituire in tutti gli Stati membri sportelli unici per il rilascio di licenze nel settore dell’acquacoltura. In tal modo si abbrevierebbe sensibilmente l’attuale processo di approvazione, caratterizzato da incredibili lungaggini.

4.4.

È estremamente importante fornire finanziamenti adeguati, sia pubblici che privati, per le iniziative di acquacoltura sostenibile. A giudizio del CESE, la Commissione dovrebbe promuovere — attraverso le parti sociali e le reti di organizzazioni della società civile — tutti i fondi europei disponibili pertinenti, con l’obiettivo finale di raggiungere tutti i produttori e in particolare le PMI. Occorrerebbe assicurare alle start-up un pieno sostegno, che permetta loro di crescere e di offrire posti di lavoro di qualità; e i nuovi partenariati pubblico-privato dovrebbero fruire di strumenti di finanziamento che coprano impegni a lungo termine. Il CESE ritiene altresì che, in tutte le fasi della trasformazione, del trattamento e della distribuzione, il rapporto tra produttori, dettaglianti e altri portatori di interessi debba essere improntato a valori etici, al fine di garantire l’accesso al mercato ai piccoli produttori e porre termine alle pratiche sleali.

4.5.

Sono necessari investimenti in ricerca e sviluppo rapidi e cospicui, per un settore che vuole crescere e ha la capacità di fornire prodotti alimentari sani e insieme sostenibili. L’UE deve proporre una strategia per la crescita dell’acquacoltura che stimoli il potenziale del settore. In un settore in cui prevalgono le PMI è importantissimo sensibilizzare i produttori in merito alle opportunità disponibili di finanziamenti europei.

4.6.

A parere del CESE, il mercato interno sarebbe capace di assorbire almeno il triplo dell’attuale capacità produttiva. Garantire un approvvigionamento alimentare sicuro, sano e sostenibile nell’UE dovrebbe costituire una delle principali priorità. Il nuovo approccio all’acquacoltura sostenibile dovrebbe inoltre tener conto dell’impatto della Brexit, giacché il recesso del Regno Unito dall’UE ha inciso profondamente sul settore dell’acquacoltura europea.

4.7.

Il CESE esorta la Commissione europea a garantire che i prodotti importati rispettino i medesimi requisiti e le stesse norme che sono imposti ai produttori locali. Il CESE ha già invitato «le autorità pubbliche [a] pretendere per i prodotti importati la stessa sicurezza sanitaria richiesta alla produzione europea, con una tracciabilità totale “dal produttore al consumatore” (11)». È necessario che i requisiti in materia di tracciabilità operino a ritroso, fino agli incubatori, per tutti i prodotti immessi sul mercato interno; ed è di vitale importanza garantire parità di condizioni di concorrenza ai produttori europei e prodotti sicuri e di qualità ai consumatori.

4.8.

Le prescrizioni in materia di etichettatura assolvono una funzione importantissima nell’informare i consumatori europei in merito alla qualità dei prodotti dell’acquacoltura sostenibile. La normativa UE offre il quadro giuridico per assicurare parità di condizioni di concorrenza, ma non viene rispettata sempre né completamente. Occorre intensificare le attività di controllo della qualità e quelle in materia di etichettatura per tutelare sia i consumatori sia le imprese che agiscono correttamente e comunicare informazioni attendibili, specie riguardo ai prodotti provenienti da paesi il cui quadro normativo in materia è minimo o inesistente.

4.9.

Il CESE ritiene che l’obiettivo finale della Commissione e degli Stati membri dovrebbe essere quello di ottenere condizioni perfettamente uniformi nel mercato interno. Tale obiettivo si può conseguire solo assicurando il pieno rispetto delle norme UE per tutti i prodotti venduti nel mercato interno, indipendentemente dal fatto che siano prodotti localmente o importati. Il CESE chiede prodotti completamente tracciabili, che rispettino i requisiti ambientali e di qualità. A giudizio del CESE, la tracciabilità dei prodotti dell’acquacoltura e la trasparenza a livello di catena di approvvigionamento rivestono grande importanza, soprattutto per le specie minacciate.

4.10.

Sulle PMI gravano in maniera sproporzionata gli adempimenti burocratici e i forti costi amministrativi connessi alla costituzione e all’esercizio di un’impresa che pratica l’acquacoltura. Dal momento che nel settore prevalgono le PMI e le piccole aziende familiari, il CESE invita a istituire in tutti gli Stati membri centri d’informazione che fungano da sportelli unici, siano completamente digitalizzati e forniscano a produttori, investitori e consumatori informazioni aggiornate in tempo reale. Il CESE giudica inoltre opportuno costituire un maggior numero di organizzazioni di produttori, data la loro estrema importanza per la competitività del settore e specialmente delle PMI; e reputa necessario anche istituire una piattaforma dedicata che sostenga la continuazione e il rilevamento delle attività d’impresa.

4.11.

Il CESE chiede di introdurre un quadro di incentivi specifico che sostenga il settore e lo guidi verso la sostenibilità. Il CESE raccomanda di elaborare immediatamente un sistema di incentivi basato sulla sostenibilità, nel quadro dell’OSS 14. In alternativa, un’altra opzione da seguire è rappresentata dal ricorso a incentivi fiscali alla produzione acquicola sostenibile.

4.12.

La questione della disponibilità di spazio pone un’altra sfida al settore dell’acquacoltura, che spesso deve competere con altre attività economiche: cantieristica, energie rinnovabili, attività ricreative, industria estrattiva eccetera. Gli Stati membri dovrebbero porre in atto progetti coordinati di assetto del territorio, comprendenti tra l’altro la pianificazione a livello di bacino marittimo, il ripristino di impianti di acquacoltura abbandonati e sistemi di analisi dei megadati.

4.13.

La raccolta e la valutazione dei dati possono assolvere una funzione importante per lo sviluppo del settore, e il CESE esorta ad attivarsi quanto prima in questo senso. I risultati dipenderanno dalla disponibilità dei finanziamenti necessari, nonché dal coinvolgimento diretto degli enti pubblici e dei soggetti privati. Inoltre, il trasferimento delle migliori pratiche dai gruppi di azione locale (GAL) ai gruppi di azione locale nel settore della pesca (FLAG) e l’incremento dei fondi destinati a questi ultimi gruppi miglioreranno la capacità dei piccoli produttori.

4.14.

I programmi di istruzione e formazione professionale possono contribuire a soddisfare le esigenze del settore dell’acquacoltura, sensibilizzando nel contempo le giovani generazioni in merito alle opportunità di lavoro e di carriera che si presentano nel settore. Il CESE invita inoltre a istituire anche corsi di formazione permanente in materia di pratiche di acquacoltura sostenibile. A tal fine è possibile ricorrere al Fondo sociale europeo per finanziare, attraverso appositi bandi, progetti destinati specificamente al settore dell’acquacoltura.

4.15.

È immediatamente necessario introdurre sistemi di gestione dei rifiuti in un settore con un elevato potenziale di riduzione della propria impronta ambientale, nonché adottare norme in materia di controllo della qualità e di sicurezza sanitaria e alimentare. Tutto ciò sarebbe particolarmente importante per la futura sostenibilità del settore.

4.16.

Le azioni che si adotteranno nei prossimi cinque anni a sostegno del settore acquicolo saranno di capitale importanza per il futuro del settore e avranno un ruolo cruciale nel determinare il grado di dipendenza dalle importazioni. Il CESE giudica estremamente importante il coinvolgimento delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile nei processi di progettazione e attuazione; tale coinvolgimento produrrà un valore aggiunto per l’Unione, stimolando la produttività sostenibile e la competitività del settore.

4.17.

Il CESE ritiene necessario preservare e proteggere le acque marine e interne, promuovendo nel contempo attività di acquacoltura sostenibili che garantiscano la produzione alimentare necessaria per la popolazione dell’UE. Occorre trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza di preservare la biodiversità del pianeta e quella di soddisfare il fabbisogno alimentare, tenendo conto delle ripercussioni sul piano sociale e della necessità di promuovere uno stile di vita sano e di proteggere l’ambiente. L’acqua, i nutrienti, l’ubicazione dell’azienda e l’energia sono alcuni dei fattori più importanti che determinano la sostenibilità ecologica delle imprese acquicole.

4.18.

Il CESE apprezza infine tutti gli sforzi e le iniziative intrapresi dalla Commissione europea per promuovere la crescita del settore e migliorarne la sostenibilità; ritiene che la proposta di istituire un meccanismo di assistenza per l’acquacoltura dell’UE con una piattaforma dedicata online sia estremamente importante per i produttori; e reputa necessario migliorare anche lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri.

Bruxelles, 22 settembre 2021

La presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  https://www.eumofa.eu/documents/20178/415635/EN_The+EU+fish+market_2020.pdf

(2)  http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/esag/docs/AT2050_revision_summary.pdf

(3)  Expert Working Group on Economic Report of EU aquaculture sector

(4)  https://stecf.jrc.ec.europa.eu/reports/economic/-/asset_publisher/d7Ie/document/id/2871698

(5)  https://www.eumofa.eu/documents/20178/415635/EN_The+EU+fish+market_2020.pdf

(6)  Special Eurobarometer 450: EU consumer habits regarding fishery and aquaculture products

(7)  Orientamenti strategici per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura nell'UE

(8)  Parere del CESE sul tema Rimuovere gli ostacoli a un’acquacoltura sostenibile in Europa (GU C 34 del 2.2.2017, pag. 73).

(9)  Science Advice for Policy by European Academies (SAPEA), rapporto Food from the Oceans, 2017.

(10)  Parere del CESE sul tema Rimuovere gli ostacoli a un’acquacoltura sostenibile in Europa, GU C 34 del 2.2.2017, pag. 73.

(11)  Parere del CESE sul tema Orientamenti strategici per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura nell’UE (GU C 67 del 6.3.2014, pag. 150).