4.3.2022 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 105/143 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Un percorso verso un pianeta più sano per tutti — Piano d’azione dell’UE: “Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo”»
[COM(2021) 400 final]
(2022/C 105/22)
Relatrice: |
Maria NIKOLOPOULOU |
Consultazione |
Commissione europea, 31.5.2021 |
Base giuridica |
Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea |
Sezione competente |
Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente |
Adozione in sezione |
4.10.2021 |
Adozione in sessione plenaria |
20.10.2021 |
Sessione plenaria n. |
564 |
Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
105/0/1 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1. |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sostiene il piano della Commissione volto a trovare una soluzione globale ai diversi tipi di inquinamento, a rispettare gli impegni dell’accordo di Parigi e a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS). Affinché il piano sia veramente ambizioso, gli obiettivi devono essere pienamente in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), e il livello di ambizione dovrebbe essere innalzato fin dal principio, ossia fin da adesso. |
1.2. |
Il CESE esorta la Commissione a iniziare a raccogliere dati in modo da poter presto presentare proposte legislative negli ambiti in cui esse mancano, per esempio in materia di inquinamento luminoso e vibrazionale. |
1.3. |
Il CESE si rallegra per l’istituzione della piattaforma dei portatori di interessi per l’inquinamento zero, volta ad accelerare il disinquinamento, ed auspica di collaborarvi attraverso la piattaforma europea delle parti interessate per l’economia circolare (1) o altri canali. |
1.4. |
Il CESE deplora che, nella gerarchia dell’inquinamento zero, il risanamento e la compensazione dei danni legati all’inquinamento trovino minore considerazione. Occorre stabilire le azioni da intraprendere quando non sia possibile identificare i responsabili dell’inquinamento o se questi non possano compensare il danno. |
1.5. |
Il CESE suggerisce che, ai fini della legislazione sull’inquinamento da particolato e del relativo monitoraggio, nella valutazione delle fonti di particolato (PM) si tenga conto del loro potenziale ossidativo e delle particelle ultrafini. |
1.6. |
Per combattere l’inquinamento marino, tutti i porti devono essere dotati di un sistema avanzato di raccolta e gestione dei rifiuti. Inoltre, l’UE deve incoraggiare in maniera continua le azioni di recupero di rifiuti dal mare, sia per contribuire al disinquinamento che per garantire un’attività secondaria rispetto alla pesca. |
1.7. |
Una parte dell’inquinamento da plastiche riversate in mare proviene dalle acque interne. La pulizia dei fiumi europei richiede un coordinamento tra i paesi interessati. |
1.8. |
Il CESE ritiene che la gestione dei rifiuti debba essere armonizzata e che il loro trattamento e la loro rivalorizzazione debbano avvenire nel territorio in cui sono prodotti, oppure dove esistono impianti di riciclaggio adeguati, in modo da evitare un impatto negativo su paesi terzi. |
1.9. |
Sebbene gli obiettivi siano fissati a livello dell’UE, il CESE raccomanda di stabilire soglie minime per paese, al fine di garantire che tutti gli Stati membri compiano progressi adeguati anche se a ritmi diversi. |
1.10. |
Il CESE esorta gli Stati membri e la Commissione ad accelerare il processo di transizione verso le fonti di energia rinnovabile, così importanti affinché le imprese realizzino il processo di decarbonizzazione della propria produzione. |
1.11. |
Il CESE si congratula con la Commissione per la strategia basata sulla scienza dei cittadini, volta a stimolarne la partecipazione e ad assicurarne l’impegno attraverso la sensibilizzazione ai temi dell’inquinamento, della salute e del benessere. |
2. Proposta della Commissione
2.1. |
Il piano d’azione dell’UE «Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo» costituisce una delle ultime pietre angolari del Green Deal. Il suo obiettivo principale all’orizzonte 2050 è quello di ridurre l’inquinamento a livelli che non siano pregiudizievoli per la salute umana e per l’ambiente. La Commissione integrerà e collegherà allo stesso tempo tutte le azioni in corso relative a molteplici obiettivi in materia di inquinamento. |
2.2. |
In linea con il diritto dell’UE e le ambizioni del Green Deal, come anche in sinergia con altre iniziative, entro il 2030 l’UE deve ridurre:
|
2.3. |
Le relazioni sul monitoraggio e le prospettive sull’inquinamento zero previste per il 2022 e il 2024 serviranno a valutare il processo di conseguimento degli obiettivi per il 2030, e costituiranno il parametro di riferimento per decidere quali misure vadano applicate o rafforzate al fine di realizzare gli obiettivi per il 2030. A partire da questa base saranno delineate le tappe successive per arrivare ad azzerare l’inquinamento entro il 2050. |
2.4. |
La Commissione, insieme al Comitato europeo delle regioni, lancerà la piattaforma delle parti interessate sull’inquinamento zero. |
2.5. |
Entro il 2023 verrà riesaminata la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino, al fine di ridurre la plastica e altri rifiuti, il rumore sottomarino e altri inquinanti. |
2.6. |
La revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva sui fanghi di depurazione innalzerà il livello di ambizione al fine di eliminare i nutrienti dalle acque reflue e rendere le acque trattate e i fanghi adatti al riutilizzo.
Verrà riveduto il regolamento sul trasporto dei rifiuti con l’obiettivo di controllare meglio le esportazioni di rifiuti, garantire il loro trattamento sostenibile e limitare le esportazioni che hanno effetti nocivi sull’ambiente e sulla salute nei paesi terzi. |
3. Osservazioni generali
3.1. |
Come indicato nel piano d’azione, la lotta contro l’inquinamento è anche una lotta per l’equità, in quanto le ripercussioni più nocive sulla salute ricadono sulle categorie più vulnerabili, tra cui i bambini, le persone anziane o affette da patologie, le persone con disabilità e coloro che vivono in condizioni socioeconomiche più sfavorevoli (2). A sostenere il peso delle malattie legate all’inquinamento, a livello mondiale, sono i paesi a basso e medio reddito, nei quali circa il 92 % dei decessi è collegato all’inquinamento (3). |
3.2. |
Il CESE sostiene il piano della Commissione e le sue iniziative faro volte a trovare una soluzione globale ai diversi tipi di inquinamento, a rispettare gli impegni dell’accordo di Parigi e a realizzare gli OSS. Affinché il piano sia veramente ambizioso, gli obiettivi devono essere pienamente in linea con le raccomandazioni dell’OMS. |
3.3. |
Il CESE condivide l’approccio di rafforzare la normativa esistente in diversi ambiti e di adeguarla laddove non sia stata attuata con successo, per esempio per quanto riguarda la qualità dell’aria e dell’acqua. Il Comitato ricorda che la politica ambientale dell’UE ha messo in evidenza che l’applicazione lacunosa, frammentata e disomogenea della legislazione ambientale europea rappresenta un serio problema in molti Stati membri (4). Inoltre, a mancare non è la consapevolezza di ciò che bisognerebbe fare: quello che fa difetto è l’attuazione di misure ben note, spesso decise ormai da tempo, e la volontà politica (5). |
3.4. |
Il CESE esorta la Commissione a iniziare a raccogliere dati in modo da poter presto presentare proposte legislative negli ambiti in cui esse mancano, per esempio in materia di inquinamento luminoso e vibrazionale. |
3.5. |
Il grado di realizzazione degli obiettivi sarà valutato in base ai risultati del monitoraggio e alle prospettive per il 2024. Da qui si aprirà il dibattito per valutare il livello di ambizione e, se necessario, rivedere in modo più approfondito gli obiettivi e la legislazione. Il CESE teme che questo processo sia troppo lungo rispetto al poco tempo che rimane per conseguire gli obiettivi per il 2030, e ritiene che il livello di ambizione debba essere innalzato fin dal principio, ossia fin da adesso. |
3.6. |
Gli obiettivi relativi all’inquinamento atmosferico fissati per il 2030 si basano su anni di riferimento eccessivamente indietro nel tempo. Gli anni di riferimento sono inoltre diversi da un obiettivo all’altro perché si basano su dati e normative differenti. Sebbene sia vero che lunghi periodi di dati cumulativi facilitano le proiezioni, secondo il CESE il punto di partenza sul piano temporale da cui valutare la progressione nella realizzazione degli obiettivi dovrebbe essere uguale per tutti gli obiettivi, al fine di ottenere un quadro realistico del loro livello di conseguimento. |
3.7. |
Il quadro abilitante dovrà aiutare le imprese e le PMI ad applicare la normativa in materia di controllo dell’inquinamento, mantenendo al minimo gli oneri amministrativi. Poiché l’inquinamento dell’UE non si ferma alle frontiere, è inoltre necessaria un’armonizzazione del quadro normativo a livello internazionale. |
3.8. |
Il CESE ritiene che il processo di cooperazione tra settori sia essenziale per garantire la transizione. Si rallegra pertanto per l’istituzione della piattaforma dei portatori di interessi per l’inquinamento zero ed auspica di collaborarvi attraverso la piattaforma europea delle parti interessate per l’economia circolare o altri canali. Dato che l’inquinamento non conosce frontiere, il Comitato raccomanda inoltre di instaurare una stretta cooperazione con i paesi terzi e di creare spazi di cooperazione tra le organizzazioni della società civile delle diverse regioni. |
4. Osservazioni particolari
4.1. |
Il sostegno dell’UE all’innovazione, agli investimenti e alla ricerca in nuove attrezzature e tecnologie è importante per tutte le imprese e per la creazione di nuovi posti di lavoro di qualità. Tuttavia, occorre investire nella natura e nella biodiversità (ripristino degli ecosistemi e agricoltura rigenerativa), nella prosperità (infrastrutture sostenibili e transizione verso le energie rinnovabili/transizione energetica, patrimonio immobiliare e mobilità verde/pubblica) e nelle persone (istruzione e superamento del divario digitale/R&S, riforme fiscali per creare opportunità più giuste ed eque nell’istruzione, nella salute e nell’ambiente). |
4.2. |
Il CESE deplora che, nella gerarchia dell’inquinamento zero, il risanamento e la compensazione dei danni legati all’inquinamento trovino minore considerazione. Il principio «chi inquina paga» non si è rivelato molto efficace, come dimostra l’elevato numero di siti contaminati che ancora esistono nell’UE. Occorre stabilire le azioni da intraprendere quando non sia possibile identificare i responsabili dell’inquinamento o se questi non possano compensare il danno. |
4.3. |
Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, il CESE desidera richiamare l’attenzione della Commissione sul particolato (PM) cui sono riconducibili milioni di morti premature in tutto il mondo. Nella valutazione degli effetti tossicologici del particolato sulla salute umana si dovrebbe stabilire una misurazione standardizzata basata non solo sulla concentrazione massica, ma anche sulla dimensione e sulla composizione chimica. Nella valutazione delle fonti di particolato rivestono importanza il potenziale ossidativo e le particelle ultrafini, in quanto il grado di pericolosità dipende da questi fattori, di cui si dovrebbe tener conto sia nella legislazione sull’inquinamento da particolato che nel relativo monitoraggio. |
4.4. |
La normativa sulle acque sarà adattata in funzione della riduzione degli inquinanti chimici e le microplastiche (MPL). I rifiuti di plastica sono estremamente preoccupanti perché sono difficili da eliminare e assorbono altri inquinanti, senza considerare poi l’impatto chimico e tossicologico elevato dei loro additivi e dei derivati della loro frammentazione, le nanoplastiche (NPL) (6). I paesi dell’OCSE contribuiscono notevolmente alla produzione di rifiuti di plastica in altri paesi, motivo per cui è necessario trovare soluzioni all’inquinamento transfrontaliero e stabilire un nuovo limite mondiale specifico per questo tipo di rifiuti. Anche la prevenzione è essenziale, e va quindi incoraggiata e incentivata la produzione basata sulla progettazione ecocompatibile. L’industria e la scienza ambientale devono lavorare insieme alla ricerca di soluzioni praticabili. |
4.5. |
È importante, specialmente nel settore dell’agricoltura, investire nell’innovazione in materia di tecnologie e modelli operativi che facilitino il riutilizzo dell’acqua e ne migliorino la qualità, così come l’attuazione di soluzioni volte a ridurre l’impronta ambientale (per esempio in relazione alla fertirrigazione, all’impiego di antiparassitari e alla dispersione di nitrati). Lo sviluppo delle capacità degli operatori e la loro formazione nelle nuove tecnologie e soluzioni digitali faciliteranno l’applicazione di queste ultime e il rispetto della normativa in materia di risorse idriche. |
4.6. |
I rifiuti derivanti dalle attività di pesca, e in particolare le reti da pesca, devono essere gestiti scrupolosamente. Dato che la distribuzione dei rifiuti di plastica riversati in mare segue andamenti casuali, si deve attuare una regolamentazione internazionale, o almeno su base disaggregata secondo la produzione e il consumo di plastica di ogni paese, in modo che chi inquina di più debba pagare di più. Le ONG e alcuni paesi hanno dimostrato che esistono gli strumenti e le persone qualificate per rimuovere i rifiuti dal mare e che è possibile creare le strutture portuali necessarie per il loro stoccaggio e riciclaggio (7). Tuttavia, la misura non si applica perché i pescatori non traggono alcun vantaggio economico dalla raccolta e dalla cernita dei rifiuti e i piccoli porti non sono ancora attrezzati per questa attività. Tutti i porti, anche quelli minori, devono disporre di un sistema avanzato per la raccolta e la gestione trasparente dei rifiuti (8). L’UE dovrebbe incoraggiare queste azioni in maniera continua, sia per contribuire al disinquinamento che per garantire un’attività secondaria rispetto alla pesca (9). |
4.7. |
L’80 % dei rifiuti presenti nei mari proviene dalle acque interne (laghi e fiumi) (10). Gestire e controllare il problema alla fonte è più efficace. La pulizia dei fiumi europei richiede un coordinamento tra i paesi. Tuttavia, i paesi interessati presentano sistemi giuridici molto diversi e prevedono livelli differenti di responsabilità di governo per quanto riguarda la gestione dei bacini idrografici. |
4.8. |
Il CESE ritiene che affrontare la questione delle miscele di sostanze chimiche costituisca un importante passo avanti nella valutazione dei rischi legati a tali sostanze. Le attività di ricerca e sviluppo sono fondamentali per far progredire le conoscenze, la valutazione e la gestione delle miscele chimiche (11). |
4.9. |
Per indirizzare l’UE verso l’inquinamento zero sono necessari incentivi volti a facilitare il cambiamento, lo sviluppo di capacità nelle nuove tecnologie e soluzioni digitali, l’assistenza tecnica, l’educazione sociale, nonché l’armonizzazione e l’attuazione di guide di buone pratiche in materia di produzione e consumo. Le imprese hanno bisogno di energia sufficiente da fonti rinnovabili a prezzi accessibili e di combustibili gassosi a zero o basse emissioni di carbonio onde decarbonizzare i loro processi di produzione. Il CESE esorta gli Stati membri e la Commissione ad accelerare il processo di transizione verso le fonti di energia rinnovabile. |
4.10. |
La revisione della direttiva sulle emissioni industriali (IED) assicura un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. L’applicazione delle migliori tecniche disponibili che non comportino costi eccessivi costituirebbe un approccio più appropriato per le PMI. L’attuazione della direttiva sulle emissioni industriali deve abbracciare l’intera catena del valore, compreso l’approvvigionamento di materie prime al di fuori dell’UE. I livelli di conformità in materia di emissioni industriali devono essere giuridicamente vincolanti ed è necessaria una metodologia di monitoraggio standardizzata e affidabile che assicuri non solo la comparazione di dati certi, ma anche una valutazione armonizzata che garantisca la parità di condizioni in tutta l’industria dell’UE. |
4.11. |
Il CESE ritiene che l’agenda per le competenze sia un elemento chiave per lo sviluppo del mercato del lavoro, in quanto orienta la formazione dei professionisti in modo da renderli consapevoli del clima, dell’ambiente e della salute. Il Comitato esprime inoltre vivo compiacimento per la formazione degli operatori nel settore sanitario e sociale, volta a migliorare la loro capacità di affrontare i rischi ambientali. Questa strategia faciliterà l’adattamento di imprenditori, imprese, PMI e lavoratori autonomi, oltre che di tutti gli altri lavoratori, riducendo al minimo la perdita di posti di lavoro. |
4.12. |
Le città e le regioni sono in prima linea nell’attuazione dei programmi contro l’inquinamento. La sfida di realizzare l’agenda dipende dagli sforzi degli enti locali e regionali. È fondamentale armonizzare i requisiti e le misure tra tutte le regioni e garantire che l’attuazione e gli obiettivi alla fine raggiunti rimangano costanti nel tempo, indipendentemente dai cambiamenti politici. Sebbene gli obiettivi siano fissati a livello dell’UE, il CESE raccomanda di stabilire soglie minime per paese, al fine di garantire che tutti gli Stati membri compiano progressi adeguati anche se a ritmi diversi. |
4.13. |
È importante armonizzare la gestione dei rifiuti, dato che la separazione e il trattamento funzionano in modo disomogeneo non solo tra le diverse regioni dell’UE, ma anche a livello locale all’interno di ogni Stato membro, il che riduce l’efficacia della gestione e della prevenzione dell’inquinamento. L’esportazione di qualsiasi tipo di rifiuto non conforme alle norme dell’UE dovrebbe essere vietata, indipendentemente dalle misure di regolamentazione in vigore nel paese verso il quale si intendono esportare tali rifiuti. Inoltre, il trattamento e la rivalorizzazione dei rifiuti dell’UE dovrebbero avvenire nel territorio in cui sono prodotti, oppure dove esistono impianti di riciclaggio adeguati, in modo da evitare un impatto su paesi terzi, a meno che i rifiuti non siano utilizzati come materia prima per una produzione sostenibile rispettosa dell’ambiente. |
4.14. |
La Commissione elaborerà un quadro integrato di monitoraggio e prospettive sull’inquinamento zero per valutare gli impatti sul piano sanitario, ambientale, economico e sociale. In tale quadro occorre includere anche il monitoraggio dello stato dei fiumi. I dati devono essere raccolti applicando metodi standardizzati e devono essere trasparenti, affidabili, tracciabili e accessibili a tutti. La base di dati dovrebbe integrare le fonti delle principali istituzioni associate alla Commissione, e anche di qualsiasi istituzione riconosciuta che desideri contribuire al monitoraggio dell’inquinamento e dei suoi effetti. |
4.15. |
Il CESE si congratula con la Commissione per la strategia basata sulla scienza dei cittadini, volta a stimolarne la partecipazione e ad assicurarne l’impegno attraverso la sensibilizzazione ai temi dell’inquinamento, della salute e del benessere. Tale approccio responsabilizza i cittadini per quel che riguarda il monitoraggio dell’inquinamento e l’integrazione dei dati raccolti ai fini del processo decisionale. Per garantire il buon esito della strategia bisogna assicurare il coordinamento tra le autorità, le ONG, le comunità e il mondo scientifico. |
Bruxelles, 20 ottobre 2021
La presidente del Comitato economico e sociale europeo
Christa SCHWENG
(1) Piattaforma europea delle parti interessate per l'economia circolare.
(2) Relazione n. 22/2018 dell’AEA, Unequal exposure and unequal impacts (Esposizione ineguale ed effetti ineguali).
(3) UNEP/EA.4/3 (2018), piano di attuazione Towards a Pollution-Free Planet (Verso un pianeta senza inquinamento).
(4) GU C 110 del 22.3.2019, pag. 33.
(5) GU C 123 del 9.4.2021, pag. 76.
(6) Cfr. Sendra et al., 2020.
(7) Direttiva (UE) 2019/883 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, che modifica la direttiva 2010/65/UE e abroga la direttiva 2000/59/CE (GU L 151 del 7.6.2019, pag. 116).
(8) GU C 62 del 15.2.2019, pag. 207.
(9) Can fishers help cleaning the sea from plastic waste? (I pescatori possono aiutare a pulire il mare dai rifiuti di plastica?), ETF.
(10) Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, Rifiuti marini di plastica e microplastiche, 2016.