4.3.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 105/63


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Aggiornamento della nuova strategia industriale 2020: costruire un mercato unico più forte per la ripresa dell’Europa»

[COM(2021) 350 final]

(2022/C 105/10)

Relatrice:

Sandra PARTHIE

Correlatore:

Dirk BERGRATH

Consultazione

Commissione europea, 1.7.2021

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Sezione competente

Mercato unico, produzione, consumo

Adozione in sezione

30.9.2021

Adozione in sessione plenaria

21.10.2021

Sessione plenaria n.

564

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

194/0/0

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Una strategia industriale coerente dovrebbe essere imperniata su due dimensioni: la ripresa dalla pandemia, da un lato, e la ricostruzione e la resilienza, dall’altro. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore l’invito alla co-creazione di percorsi di transizione per il futuro verde e digitale e sottolinea che questa iniziativa deve essere realizzata in partenariato con l’industria, le autorità pubbliche, le parti sociali e le altre parti interessate. Per il CESE, il primo passo verso un’attuazione efficace e coerente della strategia industriale consiste nel definire il quadro di riferimento appropriato, concentrandosi sulla competitività e sull’innovazione, fattori, questi, che dovrebbero essere affrontati in ogni ecosistema, con obiettivi e traguardi chiari.

1.2.

In tale contesto, il CESE chiede di introdurre indicatori chiave di prestazione specifici che misurino non solo la competitività dell’ecosistema, ma anche le questioni orizzontali, e sottolinea la necessità di valutare periodicamente gli indicatori scelti e di adattarli o modificarli nel corso del tempo.

1.3.

Il CESE si compiace per l’impegno della Commissione europea a preservare e far crescere la base industriale e manifatturiera dell’Europa, e sottolinea che le parti sociali e le organizzazioni della società civile svolgono un ruolo fondamentale e devono essere coinvolte nella pianificazione del futuro dell’industria europea. Il CESE chiede inoltre che le misure previste per raggiungere la neutralità climatica e la transizione digitale siano allineate con l’obiettivo del benessere sociale e della crescita sostenibile.

1.4.

Il CESE concorda sul fatto che la resilienza della catena del valore ha acquisito rilevanza, e sostiene gli sforzi della Commissione volti a garantire le catene di approvvigionamento e a rafforzare la resilienza delle imprese, in quanto si tratta di aspetti importanti per l’economia dell’UE, al cui riguardo la pandemia di COVID-19 ha messo in luce carenze impreviste, ivi compreso nel mercato unico.

1.5.

In alcuni settori, la pandemia ha purtroppo contribuito ad ampliare il divario tra gli Stati membri dell’UE più prosperi e quelli meno prosperi, mettendo ulteriormente a rischio la coesione sociale ed economica. Next Generation EU è uno strumento senza precedenti a disposizione dell’UE per attenuare tale impatto, e va utilizzato per conseguire una migliore convergenza tra gli Stati membri e le regioni d’Europa, anche per quanto riguarda la duplice transizione verso un’Europa sostenibile e digitale.

1.6.

Le alleanze industriali si stanno dimostrando un metodo efficace per sviluppare progetti industriali su vasta scala e transfrontalieri in settori strategici. Tali alleanze, insieme a importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI), sono fondamentali per la ripresa e per promuovere le norme e le tecnologie chiave europee, in particolare nei settori in cui il mercato da solo non è in grado di produrre risultati o presenta distorsioni.

1.7.

A nostro avviso, per la buona riuscita di questi progetti è necessario uno stretto dialogo con i rappresentanti dei lavoratori e i sindacati, nonché con i rappresentanti delle imprese e le federazioni dei datori di lavoro, al fine di integrare le loro competenze e ridurre al minimo le incertezze associate alla conversione. Gli sforzi messi in campo devono essere accompagnati da una valutazione d’impatto relativa agli effetti dei processi di decarbonizzazione sulla creazione di valore, sull’occupazione e sulle competenze necessarie per una produzione industriale decarbonizzata e per l’economia circolare.

1.8.

L’individuazione di misure chiare e appropriate a sostegno delle MPMI (1) europee è di fondamentale importanza, e il CESE approva il proposito di offrire alle imprese di qualsiasi dimensione un sostegno accessibile per innovare e integrare pienamente la digitalizzazione. Si rende altresì necessaria una revisione delle politiche per affrontare le sfide in materia di assunzioni che incontrano le imprese e per attrarre una forza lavoro qualificata; ugualmente necessari sono un contesto favorevole alle imprese ed investimenti in infrastrutture sociali, competenze e formazione dei lavoratori, nonché condizioni di lavoro dignitose.

1.9.

Le carenze nelle catene del valore strategiche così come la carenza di lavoratori qualificati stanno compromettendo la capacità delle industrie europee di riprendersi rapidamente dalla pandemia. È fondamentale che gli Stati membri e l’UE agiscano con decisione per affrontare le dipendenze strategiche (2), anche attraverso la reindustrializzazione, l’economia circolare, la politica commerciale, nonché tramite misure in materia di competenze. In generale, le imprese sono nella posizione migliore per riesaminare e adeguare le loro catene di approvvigionamento, e dovrebbero essere sostenute in questo loro sforzo.

1.10.

Per attirare gli investitori e sostenere l’attività economica, l’UE deve rimanere aperta, equa e basata sui valori. Tuttavia, il CESE sostiene un mercato unico aperto ed equo in cui le imprese europee possano competere sui mercati esteri e invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a garantire che gli investimenti siano diretti verso soluzioni digitali che aggiungano valore alle economie europee. La digitalizzazione dell’economia dovrebbe essere promossa in modo inclusivo, evitando qualsiasi tipo di discriminazione digitale.

1.11.

Il CESE ritiene che la serie di misure annunciate dalla Commissione per contrastare la concorrenza sleale derivante dalle sovvenzioni estere dovrebbe essere utilizzata anche come strumento per reindustrializzare l’Europa e sostenere le sue catene del valore industriali. Il CESE sostiene inoltre la proposta di mappare le catene di produzione europee, che vede l’industria in prima linea in questo sforzo di ricostruzione, e chiede una promozione più appropriata degli standard europei a livello mondiale.

2.   La comunicazione della Commissione

2.1.

La comunicazione costituisce l’aggiornamento della nuova strategia industriale per l’Europa pubblicata il 10 marzo 2020. Tale aggiornamento punta a misurare l’impatto della crisi pandemica sull’economia e sull’industria europee, stabilisce gli insegnamenti tratti dalla crisi e definisce le priorità politiche in tre direzioni principali:

rafforzare la resilienza del mercato unico,

gestire le dipendenze strategiche dell’Europa,

accelerare la transizione verde e digitale dell’industria dell’UE.

2.2.

L’aggiornamento esamina inoltre la resilienza e il funzionamento del mercato unico, valuta le esigenze di ciascun ecosistema industriale, individua le dipendenze strategiche nei principali ecosistemi vulnerabili e propone indicatori chiave di prestazione (ICP) per monitorare l’attuazione della strategia. Comprende inoltre una dimensione relativa alle PMI con un sostegno finanziario mirato e misure volte a consentire a questa categoria di imprese e alle start-up di intraprendere la duplice transizione.

3.   Osservazioni generali

3.1.

Il CESE accoglie con favore la strategia industriale europea aggiornata. Tale revisione si è resa necessaria, in quanto la crisi della COVID-19 ha messo sotto pressione l’economia, le catene del valore industriali e le micro, piccole e medie imprese europee, così come i cittadini, in particolare i giovani, le persone che hanno perso il lavoro, i lavoratori a basso reddito, le categorie vulnerabili come le persone con disabilità e le donne. Nelle catene di approvvigionamento sono emerse ulteriori debolezze, dipendenze e lacune che, per essere affrontate con buon esito, richiedono una valutazione basata su elementi concreti. Il CESE si compiace per l’impegno della Commissione a preservare e far crescere la base industriale e manifatturiera dell’Europa, e sottolinea che le parti sociali e le organizzazioni della società civile svolgono un ruolo fondamentale e devono essere coinvolte nella pianificazione del futuro dell’industria europea. In particolare, il CESE sottolinea il ruolo fondamentale del dialogo sociale, delle parti sociali, della contrattazione collettiva e del coinvolgimento dei lavoratori, nonché l’impegno della società civile al fine di realizzare una politica industriale competitiva.

3.2.

Tuttavia, poiché le sfide esistenti già prima della crisi della COVID-19 non sono scomparse, la coerenza con le misure proposte nella strategia industriale 2020 per l’Europa è appropriata. La ripresa richiederà tempo, e in questo processo è necessario continuare a sostenere l’industria, le imprese e i lavoratori europei. La sfida della duplice transizione, combattere i cambiamenti climatici e far progredire la digitalizzazione, richiede sforzi da parte delle imprese e delle autorità pubbliche e deve svolgere un ruolo centrale in una moderna strategia industriale per l’Europa. Il CESE sottolinea che le misure previste per la neutralità climatica e la transizione digitale devono essere in linea con l’obiettivo di creare benessere sociale e crescita sostenibile, al fine di realizzare una transizione giusta in cui nessuno sia lasciato indietro. Oltre a concentrare gli sforzi sulla ripresa dalla crisi COVID-19, è essenziale una prospettiva a più lungo termine in rapporto a una transizione verde e digitale, ma anche alla produttività e alla competitività in generale.

3.3.

Il CESE concorda sul fatto che la resilienza della catena del valore ha acquisito rilevanza, e sostiene gli sforzi della Commissione volti a garantire le catene di approvvigionamento e a rafforzare la resilienza delle imprese, in quanto si tratta di aspetti importanti per l’economia dell’UE, al cui riguardo la pandemia di COVID-19 ha messo in luce carenze impreviste, in particolare nel mercato unico. Una solida politica industriale orizzontale dovrebbe sostenere la base industriale europea senza interventi discrezionali sui risultati di mercato. Il CESE sottolinea l’importanza dell’innovazione. L’esplorazione delle modalità per trovare un livello adeguato di sicurezza dell’approvvigionamento e il rafforzamento delle capacità di far fronte alle perturbazioni dovrebbero far parte dell’agenda politica, e soprattutto di quella delle imprese.

3.4.

Le competenze sono fondamentali per sostenere la duplice transizione e contribuire alla ripresa. L’UE può essere una potenza geopolitica solo se ha una base industriale molto competitiva, con imprese forti e lavoratori altamente qualificati, impianti di produzione sul suo territorio e norme chiare ed eque per il mercato interno. Il CESE sostiene l’iniziativa del patto per le competenze, intesa a promuovere azioni per lo sviluppo delle competenze e la riqualificazione dei lavoratori adulti. Le azioni previste dal patto, come lo sviluppo di partenariati per le competenze a livello di ecosistema, compresi i partenariati pubblico-privato, si sviluppano meglio su base settoriale con il coinvolgimento delle parti sociali dei settori pertinenti e delle relative organizzazioni della società civile. È inoltre importante che le iniziative nazionali in materia di competenze incentivino i datori di lavoro ad offrire opportunità di formazione. A tale riguardo, la dimensione territoriale è della massima importanza; i mercati del lavoro dovrebbero essere adeguatamente valutati al fine di creare nuovi posti di lavoro in tutte le regioni. Il CESE monitorerà questi aspetti e invita la Commissione e gli Stati membri a coinvolgere le parti sociali e la società civile nel monitoraggio e nell’attuazione dei piani collegati al dispositivo per la ripresa e la resilienza, che devono essere coerenti con il Green Deal europeo e la strategia industriale. L’Europa ha bisogno di una forza lavoro altamente qualificata, preparata ai cambiamenti che l’economia si trova ad affrontare. Riuscire a migliorare le competenze e a riqualificare i lavoratori è una sfida enorme (3).

3.5.

Il CESE plaude all’analisi approfondita dell’impatto della pandemia di COVID-19 realizzata nel contesto della strategia. Le attività e gli strumenti di monitoraggio e osservazione costanti proposti, come la relazione annuale sul mercato unico o il monitoraggio delle materie prime essenziali, possono fornire serie di dati molto utili per valutare lo stato della forza industriale dell’Europa e orientare una politica industriale orizzontale che ponga nuovamente l’Europa in una posizione di leadership a livello mondiale.

3.6.

Tuttavia, una serie di strategie o piani, per esempio sul Green Deal o sullo strumento europeo per la ripresa Next Generation EU, non è di per sé sufficiente, finché essi non vengono attuati. Il CESE invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che i vari piani per la ripresa dell’Europa siano in sintonia e siano associati al quadro normativo e agli incentivi necessari affinché il settore industriale, le sue imprese e i suoi lavoratori siano in grado di compiere la transizione verso un futuro sostenibile e digitale.

3.7.

Coerentemente con il pilastro europeo dei diritti sociali, questo considerevole utilizzo di fondi pubblici dovrebbe essere guidato dal principio della sostenibilità sociale e della solidarietà, principio che dovrebbe costituire il filo conduttore nell’attuazione della strategia aggiornata. Data la portata delle sfide, le risorse attualmente messe a disposizione attraverso il Fondo per una transizione giusta non sono sufficienti a creare prospettive adeguate per le regioni e i lavoratori interessati dal processo di cambiamento strutturale. Una transizione giusta nel settore industriale potrà avere buon esito solo se sarà realizzata in modo coordinato. Il CESE ritiene che gli investimenti pubblici dovrebbero essere effettuati attraverso programmi di ricerca ampi e aperti, come Orizzonte Europa, per evitare di sovvenzionare attività che sono più vicine ai mercati.

3.8.

Le politiche industriali e commerciali sono interconnesse, devono rafforzarsi reciprocamente e affrontare le distorsioni del mercato. Garantire che l’UE rimanga aperta al commercio e agli investimenti è una condizione preliminare per raggiungere la resilienza. Il commercio può contribuire a diversificare le catene di approvvigionamento e consentire all’UE di avere libero accesso ai fattori produttivi essenziali per la nostra capacità di innovare e di accrescere la produzione (4). La politica commerciale dell’UE può contribuire ad accrescere la nostra competitività a livello mondiale, tra l’altro aumentando l’ambizione dei partner commerciali in materia di clima, per esempio liberalizzando gli scambi di beni e servizi ambientali. Il CESE sottolinea che tutte le politiche dell’UE dovrebbero promuovere lo sviluppo sostenibile a livello sia europeo che internazionale e garantire che lo sviluppo economico vada di pari passo con la giustizia sociale, il rispetto dei diritti umani, elevate garanzie per i lavoratori ed elevati standard ambientali. Per attirare gli investitori e sostenere le proprie attività economiche, l’UE deve rimanere aperta, equa e basata sui valori.

3.9.

Il mercato unico è la principale risorsa dell’Europa e il suo buon funzionamento sarà fondamentale per consentire la transizione. La Commissione dovrebbe continuare a concentrarsi sull’attuazione e l’applicazione delle norme e sull’eliminazione degli ostacoli che erano presenti nel mercato unico già prima della crisi.

3.10.

In alcuni settori, la pandemia ha ampliato il divario tra gli Stati membri dell’UE più prosperi e quelli meno prosperi, mettendo ulteriormente a rischio la coesione sociale ed economica. Next Generation EU è uno strumento senza precedenti per attenuare questo impatto, ma il CESE si rammarica che l’aggiornamento della strategia industriale non tenga conto della dimensione regionale come anche della perifericità o dell’ubicazione geografica. Un approccio ecosistemico non basterà da solo a correggere la situazione o a ridurre le disparità. Uno dei principali obiettivi della strategia dovrebbe essere quello di ridurre le divergenze tra i diversi Stati membri e le diverse regioni, adoperandosi nel contempo per realizzare una convergenza verso l’alto.

4.   Monitoraggio delle tendenze industriali, delle catene del valore e della competitività

4.1.

L’industria manifatturiera è un motore dell’innovazione, un elemento centrale per le catene del valore, compresi i servizi, e una fonte di elevata produttività e di posti di lavoro ad alto reddito. Le misure volte a garantire il futuro dell’industria manifatturiera, a rafforzare la produzione industriale e a creare un contesto imprenditoriale e normativo favorevole dovrebbero essere le chiavi di volta di una politica economica e industriale europea resiliente e moderna che preservi l’occupazione e crei posti di lavoro.

4.2.

Le carenze nelle catene del valore strategiche così come la carenza di lavoratori qualificati stanno compromettendo la capacità delle industrie europee di riprendersi rapidamente dalla pandemia. Gli Stati membri e l’UE devono affrontare le dipendenze strategiche, anche attirando la produzione strategica sul territorio dell’UE e ricorrendo all’economia circolare e a misure di politica commerciale. In generale, sono le imprese ad occupare la posizione migliore per riesaminare e adeguare le loro catene di approvvigionamento. Il CESE ritiene che la serie di misure annunciate dalla Commissione per contrastare la concorrenza sleale derivante dalle sovvenzioni estere dovrebbe essere utilizzata anche come strumento per reindustrializzare l’Europa e sostenere le sue catene del valore industriali. L’aumento delle capacità strategiche dell’Europa attraverso nuove alleanze industriali che non si svilupperebbero altrimenti può creare posti di lavoro e crescita grazie alla riconversione di alcuni impianti di produzione strategici.

4.3.

Il settore manifatturiero europeo si trova a far fronte alla crescente concorrenza degli Stati Uniti e della Cina. L’Europa è in competizione per aggiudicarsi investimenti che possono essere fatti in molte parti del mondo; condizioni di investimento favorevoli sono quindi presupposti essenziali per la sua prosperità futura. Bisogna che gli investitori nazionali, europei e internazionali trovino condizioni attraenti per mantenere e aumentare uno stock di capitale che faciliti la crescita futura. Le imprese esistenti devono soddisfare le condizioni per lo sviluppo, mentre tutti coloro che intendono avviare una nuova impresa devono essere convinti che i loro progetti imprenditoriali potranno evolvere con buoni risultati in Europa. Il CESE raccomanda di rafforzare l’approccio orizzontale nella strategia industriale, da associare ad approcci verticali.

4.4.

La tassazione può svolgere un ruolo fondamentale nel fornire gli incentivi necessari, ma non se gli Stati membri sono ancora in competizione tra loro in modo sleale e dannoso, consentendo così ad alcune grandi imprese di evitare di pagare la loro giusta quota di imposte. Il CESE appoggia i preparativi per la proposta legislativa sul nuovo quadro per l’imposizione dei redditi delle imprese in Europa (BEFIT), ed esprime apprezzamento per i recenti accordi in seno all’OCSE sulla tassazione delle imprese.

4.5.

La relazione annuale sul mercato unico definisce una serie di indicatori chiave di prestazione con cui analizzare gli sviluppi economici e monitorare i progressi compiuti nei diversi settori individuati come prioritari per l’industria europea. Il CESE sostiene tali indicatori quale strumento di monitoraggio e accoglie con favore l’obiettivo di fornire una panoramica dei risultati dell’economia dell’UE, confrontandola con i partner internazionali e analizzando la specificità degli ecosistemi industriali. Il CESE invita la Commissione a presentare una valutazione annuale che illustri in che modo gli indicatori chiave di prestazione hanno conseguito gli obiettivi proposti e a porre in essere, se necessario, misure correttive. Il CESE ritiene inoltre che, se gli indicatori chiave di prestazione sono uno strumento fondamentale per l’attuazione della strategia industriale, siano necessari obiettivi quantificabili, una tabella di marcia chiara e una governance ben definita.

4.6.

Tuttavia, a nostro avviso, vi è bisogno di indicatori che non forniscano soltanto un’altra serie di dati, ma che siano rappresentativi di ciò che è importante per la competitività dell’UE. Negli indicatori chiave di prestazione proposti vengono trascurati parametri importanti quali l’età, il genere o il profilo delle competenze della forza lavoro tra i vari ecosistemi. Questi aspetti sono essenziali per anticipare i cambiamenti futuri ed evitare strozzature e ostacoli durante il processo di trasformazione dell’industria europea. Ma essi sono fondamentali anche per costruire una ripresa inclusiva, dato che i giovani, le donne e i lavoratori precari sono stati i più duramente colpiti dalla crisi. Il CESE raccomanda di integrare gli indicatori chiave di prestazione proposti con indicatori che misurino le prestazioni sociali della strategia industriale e dei suoi 14 ecosistemi, al fine di garantire buone condizioni di lavoro e di produzione e posti di lavoro di qualità. Il Comitato chiede indicatori specifici che misurino non solo gli ecosistemi, ma anche le questioni orizzontali, nonché la possibilità di adattarli, modificarli o svilupparli nel tempo, se necessario. Gli indicatori chiave di prestazione dovrebbero, per esempio, tenere conto delle preferenze dei consumatori, e in particolare del passaggio a prodotti sostenibili.

5.   Rafforzare la resilienza del mercato unico

5.1.

Il CESE accoglie con favore il fatto che il mercato unico figuri al centro dell’aggiornamento. Un mercato interno forte è un presupposto indispensabile affinché le imprese europee possano costituirsi, svilupparsi e continuare a prosperare. Il CESE ricorda che l’obiettivo è quello di garantire standard elevati in materia di condizioni di lavoro, come anche sul piano sociale e ambientale, e il regolare funzionamento delle catene di approvvigionamento e delle reti di creazione del valore in Europa. La coesione sociale, sistemi di assistenza sanitaria a prezzi accessibili, servizi pubblici efficienti, infrastrutture di buona qualità, sistemi di istruzione efficaci e relazioni industriali ben funzionanti sono condizioni essenziali per attirare investimenti e creare prosperità.

5.2.

Il CESE sostiene la proposta della Commissione relativa a uno strumento per le emergenze nel mercato unico al fine di aumentare la trasparenza e il coordinamento. Il Comitato accoglie inoltre con favore l’analisi dettagliata degli ecosistemi industriali, che dovrà essere accompagnata da analisi settoriali e tabelle di marcia che evidenzino non solo le interdipendenze e i collegamenti, ma anche le lacune in molti settori dell’UE, compresa la valutazione dell’andamento del mercato del lavoro e delle corrispondenti esigenze in termini di competenze. Bisognerebbe inoltre rivedere il modo in cui vengono definiti e utilizzati gli ecosistemi (5), ma anche la scelta dei settori da analizzare, in modo che lo strumento non diventi eccessivamente selettivo.

5.3.

Il CESE si compiace per il riconoscimento del ruolo delle MPMI europee e approva l’intenzione di aiutarle a espandersi e ad attirare una forza lavoro qualificata. Ciò richiede un ambiente favorevole alle imprese ed investimenti nelle competenze e nella formazione dei lavoratori, nonché condizioni di lavoro dignitose e buone infrastrutture sociali. Il CESE si compiace per la maggiore attenzione prestata dalla Commissione ai ritardi nei pagamenti. Affrontare questo problema è particolarmente importante dal punto di vista delle piccole e medie imprese. I sistemi alternativi di risoluzione delle controversie nei quali queste ultime possono avere carattere di riservatezza possono costituire un passo importante in questa direzione.

5.4.

Le alleanze industriali si stanno dimostrando un metodo efficace per sviluppare progetti industriali su vasta scala e transfrontalieri in settori strategici. Tali alleanze, insieme a importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI), sono fondamentali per la ripresa e per promuovere le norme e le tecnologie chiave europee, in particolare nei settori in cui il mercato da solo non è in grado di produrre risultati o presenta distorsioni.

5.5.

Il CESE chiede una riforma delle regole in materia di aiuti di Stato. L’attuale assetto non è più adatto allo scopo e vi è bisogno di un sistema che riduca gli oneri amministrativi, acceleri il processo decisionale e renda più facile soddisfare i requisiti della clausola di allineamento. Le regole sugli aiuti di Stato possono essere anche decisive per lo sviluppo degli IPCEI, che sono fondamentali per incoraggiare gli investimenti pubblici e privati.

5.6.

Il CESE deplora la mancanza di riconoscimento, nella comunicazione, del ruolo essenziale svolto dalle imprese dell’economia sociale durante la pandemia e della loro importanza nella costruzione di un’Europa resiliente che avanzi verso il futuro. A questo riguardo, il CESE segnala il prossimo piano d’azione per la promozione dell’economia sociale.

5.7.

La ricerca, lo sviluppo e l’innovazione sono importantissimi per il futuro dell’industria europea. Il CESE si rammarica che l’obiettivo di investire il 3 % del PIL nelle attività di ricerca, sviluppo e innovazione sia ancora lontano dall’essere realizzato. Mentre alcuni Stati membri raggiungono tale livello, altri sono al di sotto dell’1 %. Queste differenze ostacolano l’UE nella sua capacità globale di agire come un blocco, facendola rimanere indietro rispetto agli Stati Uniti, al Giappone e alla Cina.

5.8.

Per rafforzare la resilienza del mercato unico occorre promuoverne l’integrazione. A tal fine, la dimensione e l’integrazione fiscale e le misure volte a prevenire la concorrenza sleale in questo settore dovrebbero essere tenute in considerazione sia a livello europeo che internazionale. Occorre inoltre adattare le norme in materia di concorrenza alle nuove realtà che ci troviamo ad affrontare oggi, in maniera indipendente dalla politica industriale.

6.   Gestire le dipendenze: l’autonomia strategica aperta nella pratica

6.1.

Per attirare gli investitori e sostenere le proprie attività economiche, l’UE deve rimanere aperta, equa e basata sui valori. Il suo potere geopolitico è legato al fatto di disporre di una base industriale competitiva, con imprese forti, lavoratori altamente qualificati, impianti di produzione situati all’interno del suo territorio e norme chiare ed eque per il mercato interno, che possono fungere da esempio a livello internazionale (6). È tuttavia importante che essa faccia un uso oculato degli strumenti di difesa commerciale per garantire una concorrenza leale al suo interno.

6.2.

Il CESE è convinto che una politica incentrata sull’autonomia non sia adatta allo scopo. La politica commerciale dell’UE deve invece riconoscere il fatto che l’apertura è un elemento chiave per raggiungere la resilienza. È importante trovare il giusto equilibrio tra l’apertura e lo strumento giuridico previsto per affrontare gli effetti potenzialmente distorsivi, sia sulle imprese che sui lavoratori, causati dalle sovvenzioni estere nel mercato unico. Il CESE sostiene un mercato unico aperto ed equo e condizioni di parità che consentano alle imprese europee di competere sui mercati esteri.

6.3.

Per contro, l’introduzione di nuovi termini come quello della «sostenibilità competitiva», senza alcuna spiegazione, dovrebbe essere evitata. Le imprese dovranno affrontare un percorso in salita durante la fase di ripresa e a tal fine hanno bisogno di un quadro legislativo di facile negoziazione.

6.4.

L’approccio consistente nel formare e sostenere alleanze industriali si è dimostrato efficace negli attuali esempi nel settore delle batterie e dell’idrogeno. Il CESE ritiene che si tratti di un ottimo strumento e sostiene l’avvio di ulteriori alleanze nei settori selezionati, quali quelli dei processori e delle tecnologie a semiconduttori, dei dati industriali, dell’edge e del cloud, dei lanciatori spaziali e dell’aviazione a emissioni zero. Il Comitato raccomanda tuttavia che le alleanze siano create in modo trasparente e inclusivo, prestando particolare attenzione alle MPMI.

7.   Accelerare la duplice transizione

7.1.

Come riconosciuto nel Green Deal, la digitalizzazione svolge un ruolo fondamentale in tutti gli ecosistemi. Gli investimenti dovrebbero quindi essere aumentati in tutta l’UE per rafforzare la capacità di crescita dei nuovi settori TIC — come l’economia dei dati, l’Internet delle cose, il cloud computing, la robotica, l’intelligenza artificiale e le tecnologie produttive avanzate — nonché il ricorso a standard industriali elaborati a livello europeo. Il CESE invita la Commissione e gli Stati membri a garantire investimenti in soluzioni digitali che aggiungono valore alle economie europee.

7.2.

Rendere l’Europa competitiva in campo digitale rappresenta la massima priorità. Nella strategia la Commissione rileva giustamente la necessità che i colegislatori adottino rapidamente la legge sui servizi digitali e quella sui mercati digitali; rileva inoltre il ruolo fondamentale che le norme armonizzate svolgono nel rafforzare il mercato unico dei beni e nel consentire all’Europa di detenere la leadership mondiale in campo tecnologico, in particolare utilizzando la digitalizzazione per conseguire una maggiore efficienza energetica. Un sistema europeo di normazione ben funzionante è fondamentale per poter realizzare gli obiettivi della duplice transizione e rafforzare la competitività e la resilienza delle industrie dell’UE. Il CESE invita la Commissione a intensificare gli sforzi per raggiungere la leadership per mezzo della e nella definizione delle norme, collaborando con le imprese per promuovere norme industriali europee e sviluppando quelle esistenti. Il CESE accoglie pertanto con favore l’approccio integrato adottato dalla Commissione, considerando inoltre l’importanza del settore dei servizi per il buon funzionamento del mercato unico e per affrontare la duplice transizione.

7.3.

È fondamentale dotare la forza lavoro europea di competenze digitali per questa nuova fase di industrializzazione. Si può entrare nell’era digitale solo con una forza lavoro competente e ben preparata. Le competenze costituiscono un importante catalizzatore per l’innovazione e la creazione di valore aggiunto. Per aumentare l’occupabilità sono necessarie strategie globali per il mercato del lavoro che coinvolgano tutte le parti interessate (parti sociali, istituzioni del mercato del lavoro, organizzazioni della società civile, ed erogatori di formazione). Le abilità e le competenze digitali devono essere integrate in tutti i livelli di istruzione e formazione e nelle parti sociali settoriali. Le imprese locali dovrebbero essere coinvolte nella governance dei sistemi di istruzione e di formazione professionale, dato che possiedono una conoscenza approfondita dei sistemi aziendali e delle esigenze del mercato locale. La digitalizzazione dell’economia dovrebbe essere promossa in modo inclusivo, prevenendo qualsiasi forma di discriminazione digitale, in particolare nei confronti degli anziani, delle persone con disabilità e di coloro che vivono in regioni rurali e remote.

7.4.

Il CESE sottolinea che un settore manifatturiero europeo forte, basato su tecnologie a basse emissioni o a emissioni zero e sull’efficienza energetica, è la strada migliore per la prosperità economica e il clima. Ridurre le capacità produttive e rischiare la delocalizzazione delle emissioni di carbonio e degli investimenti verso paesi con norme meno ambiziose in materia di emissioni sarebbe un gravissimo fallimento. Lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni o a emissioni zero, a prezzi accessibili ed efficienti sotto il profilo energetico, così come la loro introduzione sui mercati mondiali sono la leva più importante per ridurre le emissioni a livello mondiale. La responsabilità dell’Europa è quella di dimostrare che ridurre le emissioni in maniera ambiziosa è possibile, senza che per questo si debba compromettere la prosperità economica.

7.5.

L’economia circolare (7) e la creazione di mercati delle materie prime secondarie sono due aspetti fondamentali. Le politiche di gestione dei rifiuti, i contenuti riciclati obbligatori negli imballaggi e altri prodotti sono essenziali per mettere in moto gli investimenti lungo le catene di riciclaggio.

7.6.

Per conseguire il livello di investimenti necessario a finanziare il Green Deal, si dovrebbe pensare anche a un riesame delle norme sugli aiuti di Stato per gli investimenti in prodotti e processi a basse emissioni di carbonio. Inoltre, i fondi per l’innovazione e la modernizzazione, di recente istituzione, così come i proventi delle aste del sistema di scambio di quote di emissioni e i proposti contratti di carbonio per la differenza dovrebbero fornire risorse supplementari per promuovere i progetti collegati al clima e al settore dell’energia, e dovrebbero contribuire ad affrontare l’impatto sociale di una transizione intesa a non lasciare nessuno indietro. Inoltre, dovrebbe essere instaurato un collegamento tra la strategia industriale, da un lato, e il Green Deal europeo e il piano d’azione dell’UE «Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo», dall’altro.

7.7.

Il CESE sostiene la linea adottata nell’aggiornamento della strategia industriale sul meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera. Sottolinea tuttavia che un tale meccanismo, introdotto per determinati settori, deve essere pienamente conforme alle norme dell’OMC al fine di prevenire misure di ritorsione da parte dei partner commerciali. Nel perseguire la neutralità in termini di emissioni di carbonio, la definizione di livelli di prezzo del carbonio equiparabili a livello internazionale dovrebbe essere l’obiettivo prioritario dei futuri negoziati multilaterali.

7.8.

L’analisi dei dati svolgerà un ruolo fondamentale nel breve e medio termine. L’UE ha bisogno di programmi avanzati di analisi dei dati in grado di valutare il livello di competitività dell’Europa rispetto ai suoi concorrenti sulla scena mondiale. Il CESE accoglie pertanto con favore gli sforzi volti a creare alleanze industriali per i dati industriali e l’elaborazione al margine (edge computing) e centralizzata (cloud computing).

Bruxelles, 21 ottobre 2021

La presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG

NB:

L’allegato al presente documento (il parere complementare della commissione consultiva per le trasformazioni industriali — CCMI/185 — Aggiornamento della nuova strategia industriale: impatto sull’ecosistema industriale sanitario — EESC-2021-02562-00-00-AS-TRA) è disponibile nelle pagine seguenti.

(1)  Micro, piccole e medie imprese (MPMI).

(2)  Il CESE intende sottolineare che, logicamente, dovrebbe trattarsi di «indipendenze» e non di «dipendenze» strategiche, ma, per ragioni di coerenza, si atterrà alla terminologia introdotta dalla Commissione.

(3)  GU C 374 del 16.9.2021, pag. 16.

(4)  Cfr. GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 197 e GU C 364 del 28.10.2020, pag. 53.

(5)  L’uso del termine «ecosistemi» sembra implicare, erroneamente, un equilibrio sostenibile. Nelle comunicazioni della Commissione il termine «ecosistemi» non viene utilizzato in modo coerente. Nella comunicazione sul Green Deal europeo del dicembre 2019, «ecosistema» viene utilizzato per i sistemi naturali e non per i sistemi creati dagli esseri umani. Nella comunicazione sull’aggiornamento della strategia industriale il termine è utilizzato solo per i sistemi industriali.

(6)  Cfr. GU C 364 del 28.10.2020, pag. 108.

(7)  Cfr. GU C 364 del 28.10.2020, pag. 94 e GU C 14 del 15.1.2020, pag. 29.


ALLEGATO

Parere della commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI) sul tema «Aggiornamento della nuova strategia industriale: impatto sull’ecosistema industriale sanitario»

(parere complementare al parere INT/935)

Relatore:

Anastasis YIAPANIS

Correlatore:

Antonello PEZZINI

Decisione dell’Assemblea plenaria

26.4.2021

Base giuridica

Articolo 37, paragrafo 2, del Regolamento interno

 

Parere complementare

Organo competente

Commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI)

Adozione in CCMI

29.9.2021

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il CESE è fermamente convinto che la salute occupi un posto centrale nel nuovo contesto geopolitico internazionale e che sia fondamentale sostenere un ecosistema sanitario europeo forte e coordinato in modo da contribuire all’autonomia strategica industriale e alla sovranità tecnologica dell’UE, nonché a una migliore qualità di vita per i cittadini dell’UE, sulla base di un approccio olistico, con tabelle di marcia chiaramente definite e indicatori di prestazione misurabili e trasparenti.

1.2.

È opportuno effettuare una mappatura e un’analisi «dal basso», in collaborazione con gli Stati membri e gli operatori del settore, al fine di valutare l’esatta natura delle dipendenze individuate, compresi i rischi che esse comportano per la resilienza e il funzionamento dell’ecosistema industriale, e affrontare le vulnerabilità e le carenze di materiali strategici.

1.3.

Il CESE ritiene che occorra intervenire per creare un ecosistema sanitario più solido, più equo, più efficiente e più accessibile, con una governance più efficace, un’adeguata diversificazione delle fonti di approvvigionamento e un’architettura sanitaria digitale interoperabile e interconnessa. L’UE deve trovare gli incentivi adatti per far rientrare nel suo territorio le capacità di produzione strategica.

1.4.

L’Europa dipende da altri paesi per l’approvvigionamento di determinate materie prime. Il settore sanitario ha bisogno di catene di approvvigionamento internazionali più robuste e più diversificate per essere pronto ad affrontare le crisi future. Il CESE accoglie con favore l’annunciata proposta di istituire un’Autorità dell’UE per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie.

1.5.

Il CESE sottolinea la necessità di cambiare marcia, anche attraverso sinergie tra il settore pubblico e quello privato. È assolutamente necessaria un’attività di previsione strategica a livello dell’UE, che promuova l’equa disponibilità delle attrezzature e un accesso equo all’ecosistema sanitario, nonché una solidarietà, equità e cooperazione multilaterale maggiori. Il CESE chiede che il benessere sociale sia garantito attraverso un accesso agevole a medicinali di elevata qualità ed efficaci per tutti gli abitanti dell’UE.

1.6.

Le potenziali sinergie tra le grandi imprese e le PMI non vengono sfruttate appieno, il che ostacola gravemente il rafforzamento delle PMI e impedisce al settore sanitario di diventare un incubatore di scoperte capaci di aprire nuove prospettive. Gli strumenti di sostegno agli investimenti devono essere coordinati in modo efficace, con bandi specifici per le PMI industriali.

1.7.

Il CESE chiede maggiore chiarezza per quanto riguarda la condivisione dei dati sanitari e l’uso dell’IA, l’eliminazione degli ostacoli normativi e il sostegno a un approccio comune dell’UE all’uso dei servizi di telemedicina; Sostiene fermamente l’istituzione di uno spazio europeo dei dati sanitari, nel pieno rispetto dei diritti individuali e della protezione dei dati personali.

1.8.

Il settore sanitario può contribuire in modo significativo alla neutralità climatica dell’UE attraverso politiche di gestione dei rifiuti concepite in modo appropriato, nuovi modelli aziendali improntati all’economia circolare e un aumento della capacità delle infrastrutture di trasporto.

1.9.

Gli investimenti nella ricerca e sviluppo sono essenziali per la competitività e la sostenibilità del settore sanitario. Le politiche europee devono stimolare gli investimenti pubblici e privati in modo tale da indurli a tener conto degli aspetti sociali e sanitari.

1.10.

Per quanto attiene all’elaborazione di norme armonizzate in materia di qualità e sicurezza dei dispositivi di protezione e medicali, il CESE chiede un maggior impegno nel processo normativo. Il CESE chiede che siano conferiti mandati chiari agli organismi di normazione nell’ambito del processo tecnico-normativo.

1.11.

Per far fronte alle nuove sfide del Green Deal, sono necessari programmi specifici di formazione, riqualificazione, miglioramento delle competenze e apprendimento permanente per la forza lavoro sanitaria europea. L’attenzione deve essere rivolta non solo agli operatori sanitari, ma anche ai ricercatori, agli insegnanti, ai professionisti dell’informazione e ai pazienti stessi. Il CESE chiede pertanto una maggiore comunicazione a livello dell’UE in materia di diritti dei consumatori e dei pazienti, con la piena inclusione delle parti sociali e delle organizzazioni pertinenti della società civile.

1.12.

Il CESE invita la Commissione a proseguire la collaborazione e il dialogo tra le parti interessate in merito alla resilienza del settore farmaceutico, sulla base delle strutture esistenti nell’ambito della strategia farmaceutica per l’Europa, e a continuare a portare avanti una trasformazione forte, sostenibile e digitale dell’ecosistema industriale sanitario, come indicato nella strategia industriale per l’Europa.

2.   Contesto e introduzione

2.1.

La pandemia di COVID-19 ha causato una crisi senza precedenti in tutti gli Stati membri e, a differenza di altre crisi, ha avuto ripercussioni sia sulla domanda che sull’offerta, oltre che sulla società nel suo insieme. L’UE è stata colpita duramente rispetto ad altre parti del mondo, facendo registrare un numero di decessi per milione di abitanti superiore alla tendenza globale (1). L’Unione ha reagito in modo appropriato, con un approccio abbastanza coordinato. Si sarebbe potuto fare di più se l’UE fosse stata meglio attrezzata, in quanto Unione, per far fronte a uno shock di questo tipo.

2.2.

Il mercato unico rappresenta una delle realizzazioni più importanti del progetto di integrazione europea. Permangono tuttavia delle barriere, dovute all’applicazione non uniforme della legislazione europea negli Stati membri. La pandemia di COVID-19 ha amplificato gli effetti di tali barriere, in particolare palesando la fragilità delle catene del valore e aggravando i problemi di distribuzione. È ormai chiaro che, per quanto riguarda i prodotti medici, l’UE è dipendente da paesi terzi.

2.3.

Nel 2018, il settore sanitario impiegava oltre 7 milioni di addetti (2). Il settore contribuisce in misura rilevante all’attivo del mercato unico, con oltre 800 000 posti di lavoro diretti e 109,4 miliardi di EUR di avanzo commerciale (3). Nel 2019 l’industria farmaceutica è stata quella che ha contribuito maggiormente agli investimenti in ricerca e sviluppo, mentre il valore del mercato elettromedicale europeo è oggi pari a 120 miliardi di EUR. Ciononostante, l’UE investe meno rispetto ai propri partner commerciali: a titolo di esempio, essa destina il 19,2 % degli investimenti in ricerca e sviluppo industriale all’innovazione in ambito sanitario, rispetto al 26,4 % degli Stati Uniti. L’Europa costituisce un polo importante a livello globale per il settore dei dispositivi medicali. Il mercato dell’UE di tali dispositivi rappresenta un terzo del mercato globale, con circa 32 000 imprese e 730 000 addetti.

3.   Osservazioni generali

3.1.

Le attività incentrate sulla salute sono una delle megatendenze del futuro, soprattutto in Europa, e nel nuovo contesto geopolitico è cruciale sostenere l’ecosistema industriale sanitario, che contribuisce all’autonomia strategica e alla sovranità tecnologica dell’UE.

3.2.

Il CESE ritiene che la comunicazione della Commissione europea ponga l’industria, e in particolare quella del settore sanitario, al centro delle politiche europee, riconoscendone la capacità di promuovere profondi mutamenti, di interpretare le nuove esigenze e sfide della società e di offrire soluzioni innovative e competitive. Tuttavia, il CESE chiede un approccio più olistico rispetto a quello adottato dalla Commissione, che si concentra principalmente sull’industria. Ai responsabili politici incombe un elevato livello di responsabilità in questo campo, dato che la salute è una delle basi dell’esistenza individuale e indubbiamente il bene più prezioso delle persone. Il CESE chiede pertanto una maggiore comunicazione a livello UE sui diritti dei consumatori e dei pazienti, compresi i diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE. L’UE ha bisogno di un sistema sanitario forte e coordinato.

3.3.

La struttura industriale dell’ecosistema sanitario è quella di una vasta architettura, con alcuni grandi attori e un numero significativo di PMI. Tuttavia, le potenziali sinergie tra questi due gruppi non sono sfruttate appieno, e ciò ostacola gravemente il rafforzamento delle PMI. Di conseguenza, l’ecosistema sanitario non opera a pieno regime e incontra ostacoli nel suo ruolo di incubatore di nuove scoperte innovative.

3.4.

L’ecosistema industriale sanitario ha bisogno di un mercato interno forte, con impianti di produzione e distribuzione all’altezza. Il CESE ha già avuto occasione di sottolineare l’importanza di un «mercato unico funzionante, equo ed efficiente, in grado, da un lato, di promuovere e ricompensare un’autentica innovazione medica che costituisca un reale valore aggiunto per l’assistenza sanitaria e, dall’altro, di rafforzare la competitività allo scopo di assicurare un accesso ai farmaci equo e a costi contenuti» (4).

3.5.

Appare evidente la necessità di rafforzare l’integrazione del mercato unico garantendo una governance più efficace, soprattutto nel settore industriale sanitario (5): un mercato unico ben funzionante e una politica di concorrenza efficace creano le condizioni per dinamiche commerciali forti, che possono offrire un contributo essenziale alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento nell’UE ed evitare la frammentazione dell’architettura sanitaria.

3.6.

Come evidenziato dalla pandemia di COVID-19, la collaborazione e la solidarietà tra paesi migliorano la capacità di risposta dell’UE e accrescono la resilienza dell’Unione nel suo insieme. È assolutamente necessaria una lungimiranza strategica a livello di Unione, soprattutto tenuto conto che la pandemia ha colpito più duramente i settori e le catene del valore che hanno interconnessioni transfrontaliere.

3.7.

Le dipendenze strategiche incidono sugli interessi fondamentali dell’UE. Esse riguardano in particolare la sicurezza, la salute degli europei e la possibilità di accedere a beni, servizi e tecnologie cruciali per le transizioni verde e digitale che costituiscono il fulcro delle priorità dell’Unione.

3.8.

Il CESE ha raccomandato di «esporre chiaramente una strategia concreta e globale per l’industria europea, orientata al breve, medio e lungo termine» e ha esortato la Commissione a elaborare «un piano d’azione concreto, contenente obiettivi annuali precisi e procedure chiare di monitoraggio, che preveda una stretta collaborazione con tutte le parti interessate» (6), sottolineando nel contempo che «il ruolo dei datori di lavoro e degli imprenditori e il coinvolgimento del settore privato nella promozione del cambiamento strutturale sono fondamentali per la transizione industriale» (7).

3.9.

L’industria medico-farmaceutica innovativa è trainata dal progresso medico. L’inaccessibilità o l’indisponibilità dei medicinali rappresentano un problema importante, che è necessario risolvere immediatamente. Il benessere sociale deve essere garantito attraverso un accesso agevole a farmaci di elevata qualità ed efficaci per tutti i cittadini che vivono nell’Unione. Il recesso del Regno Unito dall’Unione europea ha ampie e molteplici ripercussioni sui fabbricanti di dispositivi medicali.

3.10.

La dipendenza dell’Europa da talune materie prime provenienti da un numero ridotto di produttori e paesi è emersa in modo evidente durante la pandemia di COVID-19. Peraltro, le tecnologie verdi e digitali, spesso associate al sistema industriale sanitario, dipendono anch’esse da una gamma di materie prime scarse che l’Europa importa, con una percentuale elevatissima delle terre rare necessarie proveniente da un unico fornitore: la Cina (8). Il rafforzamento e la diversificazione delle catene internazionali di approvvigionamento saranno inoltre fondamentali per lo sviluppo del settore sanitario e per assicurarsi che l’UE sia pronta per affrontare crisi future come la pandemia di COVID-19. Il fine ultimo dovrebbe essere l’eliminazione delle vulnerabilità e la creazione di un contesto commerciale stabile, prevedibile ed efficiente in termini di utilizzo delle risorse. L’annunciata proposta di istituire un’Autorità dell’UE per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie è senz’altro apprezzabile.

3.11.

L’Europa ha colto risultati importanti con la sua strategia di partenariati pubblico-privato volta a stimolare la ricerca e lo sviluppo nel settore farmaceutico, ma gli importi in gioco sono un decimo di quanto speso dalla Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA) degli Stati Uniti.

3.12.

Le opportunità più importanti nei prossimi anni saranno legate alle tecnologie sanitarie digitali. Che si tratti di prodotti medicinali, dispositivi medicali e procedure mediche o di misure per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie, il loro ruolo è di importanza vitale per tutti i cittadini dell’Unione. L’imminente regolamento sull’intelligenza artificiale (9), la proposta legislativa sullo spazio comune europeo di dati sanitari (10) e la normazione porteranno maggiore chiarezza in merito alla condivisione dei dati sanitari e all’utilizzo dell’IA, elimineranno gli ostacoli normativi e sosterranno un approccio comune a livello UE all’utilizzo dei servizi di telemedicina, mentre l’atto sulla governance dei dati (11) dovrebbe garantire la condivisione dei dati sanitari assicurando nel contempo la protezione dei dati personali e salvaguardando altri diritti umani.

4.   Osservazioni specifiche

4.1.

La trasformazione digitale del settore sanitario rappresenta una grande opportunità. Abbracciare la duplice transizione può offrire all’UE ulteriori vantaggi competitivi, in un contesto internazionale complesso e caratterizzato da tensioni. L’UE può sviluppare tecnologie all’avanguardia, soprattutto in chiave predittiva, in particolare investendo in tecnologie di calcolo ad alte prestazioni e nell’intelligenza artificiale. La pandemia ha dimostrato la necessità immediata di servizi sanitari intelligenti, come la telemedicina.

4.2.

Il settore sanitario può inoltre contribuire in modo significativo alla neutralità climatica dell’UE, riducendo le emissioni di gas a effetto serra lungo le catene del valore. È necessario rafforzare le politiche di gestione dei rifiuti, dato che il settore ne produce quantitativi notevoli a causa dei medicinali residui e delle attrezzature tecnologiche e personali utilizzate. Vanno elaborati nuovi modelli di economia circolare e vanno aumentate le capacità delle infrastrutture di trasporto, coinvolgendo nel contempo tutti gli Stati membri e i portatori di interessi nella decarbonizzazione delle catene del valore.

4.3.

La salute umana dipende in ultima analisi dai prodotti e dai servizi ecosistemici (quali la disponibilità di acqua dolce, alimenti e fonti di carburante), che sono necessari per garantire buone condizioni di salute e mezzi di sussistenza produttivi. La perdita di biodiversità può avere un impatto diretto significativo sulla salute umana se i servizi ecosistemici non sono più adeguati per soddisfare le esigenze sociali.

4.4.

La medicina tradizionale continua a svolgere un ruolo essenziale nell’assistenza sanitaria, in particolare nell’assistenza sanitaria di base. L’uso di piante medicinali è lo strumento terapeutico più comune nella medicina tradizionale e nella medicina complementare a livello mondiale. Molte comunità dipendono, oltre che dagli alimenti, da prodotti naturali raccolti dagli ecosistemi per scopi curativi e culturali.

4.5.

L’accumulo strategico di scorte e la rilocalizzazione delle imprese sono altre due opzioni importanti da considerare e rientrano nelle responsabilità concorrenti dell’Unione. Con il progresso tecnologico, e con il miglioramento delle capacità di produzione ad esso associato, l’UE è chiamata a trovare gli incentivi appropriati per la rilocalizzazione delle capacità di produzione strategiche nel proprio territorio. Gli incentivi fiscali possono svolgere un ruolo cruciale in questo senso.

4.6.

È necessario procedere, insieme con gli Stati membri e gli operatori del settore, a una mappatura e a un’analisi «dal basso» intese a valutare, in maggior dettaglio, l’esatta natura delle dipendenze individuate, compresi i rischi che queste pongono per la resilienza e il funzionamento degli ecosistemi industriali nell’UE, nonché le possibili prospettive di riduzione, in futuro, di tali dipendenze, così come delle controversie commerciali e degli attacchi informatici.

4.7.

Gli investimenti nella ricerca e sviluppo sono essenziali per la competitività e la sostenibilità del settore sanitario. Oltre ad assicurare il contributo dei fondi dell’Unione, le politiche europee devono promuovere quanto più possibile gli investimenti pubblici e privati. Lo sviluppo di partenariati pubblico-privato, come l’impresa comune per l’iniziativa in materia di medicinali innovativi 2 (IMI 2), incoraggerà i produttori a investire in attività di ricerca e sviluppo di vitale importanza per le future scoperte in ambito medico e a portarle avanti. Questo tipo di iniziative possono contribuire a mantenere il ruolo guida dell’Europa nel campo dell’innovazione medica.

4.8.

Parimenti, è della massima importanza sostenere gli sforzi degli Stati membri volti a mettere in comune risorse pubbliche attraverso importanti progetti di interesse comune europeo (IPCEI) nei settori — come quello farmaceutico — in cui il solo mercato non consente di realizzare innovazioni dirompenti.

4.9.

La competitività del settore deve essere sostenuta da un quadro solido in materia di diritti di proprietà intellettuale che promuova e tuteli l’innovazione. L’accesso ai dati è fondamentale anche per i produttori, e in particolare per le PMI che sono state colpite duramente dalla pandemia e hanno bisogno di sostegno per crescere ed espandersi. Nell’UE occorrono politiche mirate per l’analisi dei megadati, nonché infrastrutture di accesso ai dati interoperabili.

4.10.

Per prosperare e crescere, le PMI hanno inoltre bisogno di un accesso agevole ai finanziamenti. Ciò implica anche l’individuazione di fonti alternative rispetto ai consueti prestiti bancari, quali le opportunità di finanziamento offerte dal private equity o dal capitale di rischio. Gli strumenti di sostegno agli investimenti devono essere coordinati in modo efficace, con bandi specifici per le PMI industriali. In questo campo è importante che le iniziative derivanti dal quadro di finanza sostenibile dell’UE, compresa l’attuazione della tassonomia, siano concepite in modo da offrire un’opportunità all’economia europea, tenendo conto sia delle esigenze dei mercati finanziari che delle sfide dell’industria.

4.11.

Lo sviluppo di un sistema europeo di scambio di cartelle cliniche elettroniche per sbloccare il flusso di dati sanitari attraverso le frontiere fornisce un quadro per l’ulteriore elaborazione di specifiche tecniche comuni per la condivisione sicura dei dati sanitari tra gli Stati membri dell’Unione, sulla quale il Comitato europeo di normazione sta attualmente lavorando. Per quanto attiene all’elaborazione di norme armonizzate in materia di qualità e sicurezza dei dispositivi di protezione personale e medicali, il CESE chiede un impegno e un coinvolgimento maggiori delle relative parti interessate nel processo normativo.

4.12.

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza può essere utilizzato per far fronte alle numerose esigenze dell’ecosistema sanitario investendo nei sistemi sanitari nazionali e riformandoli, migliorando la resilienza e la preparazione alle crisi, nonché l’assistenza sanitaria di base, rendendo più equo e più trasparente l’accesso ai servizi, superando le vulnerabilità delle catene di approvvigionamento e rafforzando le competenze digitali dei lavoratori del settore sanitario, le soluzioni di telemedicina, la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione.

4.13.

Il CESE chiede che siano messi a punto programmi appositamente concepiti per la formazione, la riqualificazione, il perfezionamento professionale e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita degli operatori sanitari europei, in linea con l’importante ruolo professionale e sociale da loro ricoperto, con il progresso tecnologico e con i nuovi requisiti di maggiore sostenibilità. Sono necessarie chiare politiche di formazione guidate dagli stessi operatori del settore al fine di disporre di lavoratori qualificati in grado di affrontare le nuove sfide del Green Deal.

4.14.

Il CESE ha già avuto modo di osservare che «occorre definire nuove politiche in materia di competenze, coinvolgendo le organizzazioni della società civile e le parti sociali, al fine di accelerare l’adeguamento dei sistemi di istruzione e di formazione affinché siano in grado di rispondere alla domanda di nuovi profili professionali» (12). Nel settore sanitario, l’attenzione deve essere rivolta non solo agli operatori sanitari, ma anche ai ricercatori, agli insegnanti, ai responsabili decisionali di ogni genere, ai professionisti dei media, ai pazienti stessi e alle loro organizzazioni rappresentative.

4.15.

Gli appalti pubblici strategici svolgono un ruolo fondamentale nel far convergere gli sforzi dell’industria, dei centri di ricerca e delle autorità di regolamentazione dell’UE e nazionali, in particolare nel settore sanitario, e facilitano la cooperazione pubblico-privato al fine di rispondere alle esigenze dei sistemi sanitari pubblici e privati e consentire l’acquisto di tecnologie sanitarie innovative e a prezzi accessibili, prevedendo anche soluzioni verdi e digitali e clausole sociali (13).

4.16.

Il CESE ha già invitato le istituzioni europee e gli Stati membri a dar prova di volontà politica per addivenire a un «Patto di salute per il futuro dell’Europa» (14) che rispecchi i valori fondamentali dell’Unione europea.

4.17.

L’iniziativa di dialogo strutturato (15) annunciata nella strategia farmaceutica è di importanza vitale per l’Europa, se si vogliono individuare le cause e i fattori delle potenziali vulnerabilità e dipendenze delle catene di approvvigionamento dei farmaci.

4.18.

Il CESE sostiene fermamente l’istituzione di uno spazio europeo di dati sanitari (16) al fine di fornire le infrastrutture necessarie per la condivisione dei dati per gli strumenti diagnostici e il trattamento ogni qual volta si tratti di cooperare e di impegnarsi negli sforzi di coinvestimento negli ecosistemi sanitari di prossima generazione lungo la totalità delle catene del valore.

4.19.

Il CESE ritiene che le norme armonizzate dovrebbero essere utilizzate come strumento per soddisfare i requisiti essenziali di sicurezza dei prodotti, con l’ausilio di strumenti atti a contribuire all’immissione dei prodotti sul mercato. L’Unione europea deve evitare un’eccessiva regolamentazione dei prodotti, la priorità essendo quella di alleggerire gli oneri amministrativi causati da un eccesso di disposizioni normative e garantire nel contempo un facile accesso alla documentazione, informazioni affidabili, una condivisione agevole delle migliori pratiche e una cooperazione efficace.

4.20.

Il CESE, infine, invita la Commissione a proseguire la collaborazione e il dialogo tra tutte le parti interessate allo scopo di accrescere la resilienza del sistema farmaceutico dell’UE di fronte alle crisi future, sulla base dei meccanismi esistenti definiti nella strategia farmaceutica per l’Europa (17) e nella strategia industriale per l’Europa (18). Il CESE invita inoltre la Commissione a creare ulteriori sinergie tra gli Stati membri, a presentare nuove iniziative per rafforzare il coordinamento dei diversi sistemi nazionali (in linea con il TFUE (19)) e a continuare a sviluppare una trasformazione forte, sostenibile e digitale dell’ecosistema industriale sanitario.

Bruxelles, 29 settembre 2021

Il presidente della commissione consultiva per le trasformazioni industriali

Pietro Francesco DE LOTTO


(1)  EP study — Impacts of the COVID-19 pandemic on EU industries (Studio del Parlamento europeo — Impatto della pandemia di COVID-19 sulle industrie dell’UE).

(2)  Eurostat — Healthcare personnel statistics (Eurostat — Dati statistici sul personale sanitario).

(3)  International trade in goods by type of good (Commercio internazionale di merci in base al tipo di prodotto).

(4)  Parere del CESE sul tema «Strategia farmaceutica» (GU C 286 del 16.7.2021, pag. 53).

(5)  Questions and Answers: EU4Health Programme 2021-27 (Domande e risposte: programma «UE per la salute» 2021-2027).

(6)  Parere del CESE sul tema «Una nuova strategia industriale per l'Europa» (GU C 364 del 28.10.2020, pag. 108).

(7)  Parere del CESE sul tema «La transizione industriale verso un'economia europea verde e digitale» (GU C 56 del 16.2.2021, pag. 10).

(8)  Esempi in tal senso sono il platino per la produzione di idrogeno pulito, il silicio metallico per i pannelli solari e il litio per i veicoli elettrici.

(9)  Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce regole armonizzate sull'intelligenza artificiale e modifica alcuni atti legislativi dell'Unione [COM(2021) 206 final].

(10)  Comunicazione su una strategia europea per i dati [COM(2020) 66 final].

(11)  Proposta di regolamento relativo alla governance europea dei dati (Atto sulla governance dei dati) [COM(2020) 767 final].

(12)  Parere del CESE sul tema «Una nuova strategia industriale per l'Europa» (GU C 364 del 28.10.2020, pag. 108).

(13)  Acquisti sociali — Una guida alla considerazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici (seconda edizione) (GU C 237 del 18.6.2021, pag. 1)

(14)  Parere del CESE relativo all'istituzione di un programma d'azione dell'Unione in materia di salute per il periodo 2021-2027 (GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 251).

(15)  Structured dialogue on security of medicines supply (Dialogo strutturato sulla sicurezza dell’approvvigionamento di farmaci).

(16)  Unione europea della salute: consultazione pubblica della Commissione sullo spazio europeo dei dati sanitari.

(17)  https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52020DC0761&from=EN

(18)  https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?qid=1593086905382&uri=CELEX:52020DC0102

(19)  Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.