16.9.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 374/50


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un’Unione dell’uguaglianza: strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030

[COM(2021) 101 final]

(2021/C 374/09)

Relatore:

Ioannis VARDAKASTANIS

Consultazione

Commissione europea, 26.3/.2021

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

 

 

Sezione competente

Occupazione, affari sociali, cittadinanza

Adozione in sezione

21.6.2021

Adozione in sessione plenaria

7.7.2021

Sessione plenaria n.

562

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

233/0/2

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il CESE accoglie con favore la nuova strategia dell’UE per i diritti delle persone con disabilità (in appresso «la strategia»), che ha integrato molti dei suggerimenti formulati dal movimento europeo delle persone disabili e dalla società civile. La strategia rispecchia inoltre molte delle proposte presentate nel parere del CESE del 2019 (1), contribuisce ad attuare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) a livello dell’UE e costituisce un elemento essenziale dell’Unione dell’uguaglianza. Il CESE nutre tuttavia preoccupazione per l’indebolimento delle misure obbligatorie e della legislazione vincolante previste per la fase attuativa, ma riconosce che, rispetto alla strategia per il periodo 2010-2020, la nuova strategia segna un evidente passo in avanti dal punto di vista delle ambizioni.

1.2.

L’impegno a favore dell’istituzione di una piattaforma sulla disabilità è molto promettente, ma rischia allo stesso tempo di essere deludente se assolto in maniera lacunosa. Occorre garantire la trasparenza in relazione ai membri, ai programmi delle riunioni (con la possibilità di contribuire ai punti dell’ordine del giorno) e ai risultati. La piattaforma dovrà inoltre garantire che le organizzazioni delle persone con disabilità possano far sentire la propria voce. Il CESE ritiene di avere un ruolo da svolgere in tale ambito e di dover partecipare alla piattaforma.

1.3.

Occorre rafforzare il collegamento tra la strategia sulla disabilità e i considerevoli investimenti previsti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Dovrebbe essere garantito e ottimizzato anche il legame con l’attuazione e il monitoraggio del piano d’azione per il pilastro europeo dei diritti sociali e, in particolare, con il principio 17 di tale pilastro. Il CESE auspica che la Commissione europea elabori un programma più chiaro e più incisivo su come promuovere l’uso della dotazione nazionale del dispositivo per la ripresa e la resilienza al fine di aiutare le persone con disabilità a riprendersi dalla pandemia. La Commissione deve chiedere spiegazioni agli Stati membri che non sono stati trasparenti riguardo ai loro piani o che non hanno seguito i suoi orientamenti per garantire una consultazione costruttiva della società civile. La Commissione deve inoltre essere risoluta nell’opporsi a piani che propongono investimenti contrari alla CRPD, come ad esempio gli investimenti in contesti di assistenza istituzionale.

1.4.

Il CESE prende atto con soddisfazione della proposta relativa ad AccessibleEU, anche se nella fase attuale non risponde alla sua richiesta di creare una commissione dell’UE per l’accesso. La Commissione deve indicare in modo chiaro e trasparente come prevede di finanziare tale agenzia e di reclutarne il personale, nonché come intende garantire la presenza delle persone con disabilità, che devono essere rappresentate non solo esternamente in qualità di attori consultati, ma anche internamente, nelle vesti di dipendenti ed esperti.

1.5.

Il CESE sostiene con convinzione l’iniziativa faro relativa alla tessera europea di disabilità e ritiene che essa abbia il potenziale per promuovere un grande cambiamento. Ciononostante, il Comitato si rammarica del fatto che non sia stato ancora definito alcun impegno su come garantirne il riconoscimento da parte degli Stati membri. Il Comitato sottolinea la necessità che l’iniziativa della tessera di disabilità sia messa in atto mediante un regolamento che la renda direttamente applicabile e attuabile nell’intera UE.

1.6.

Il CESE sostiene il progetto di una guida di buone pratiche elettorali che affronti il tema della partecipazione delle persone con disabilità al processo elettorale, in programma per il 2023. Il Comitato sostiene inoltre il lavoro in programma con gli Stati membri, la rete europea di cooperazione in materia elettorale e il Parlamento europeo al fine di garantire i diritti politici delle persone con disabilità su un piano di parità con gli altri. Il CESE raccomanda di anticipare la realizzazione di questo obiettivo affinché gli enti nazionali e locali abbiano il tempo di adottare pratiche più accessibili prima delle elezioni europee del 2024.

1.7.

Mancano azioni specifiche volte ad affrontare le esigenze delle donne e delle ragazze con disabilità. Il CESE chiede di rimediare quanto più possibile a tale lacuna, garantendo che la dimensione di genere sia integrata in tutte le azioni già previste dalla strategia. Tale aspetto andrebbe considerato con particolare attenzione nelle azioni intese a contrastare la violenza. L’attenzione rivolta alle donne dovrebbe essere estesa anche ai familiari che prestano assistenza informale e a lungo termine a un membro della famiglia con disabilità, dato che è assai probabile che tali ruoli di assistenza siano svolti da donne. Dopo la revisione intermedia della strategia, il CESE auspica che nella seconda metà del periodo di attuazione venga proposta un’iniziativa faro specifica sulle donne con disabilità.

1.8.

Le azioni connesse all’accesso alla giustizia e alle persone con disabilità in qualità di vittime di violenza rivestono un’importanza fondamentale. Il CESE ritiene che tali azioni, in particolare quelle relative alla formazione dei professionisti del sistema giudiziario e delle autorità di contrasto, debbano anche fornire orientamenti su come garantire che alle persone con disabilità non sia negato l’accesso alla giustizia a causa di incapacità giuridica o che per loro non sussistano ritardi nei procedimenti giudiziari per problemi di accessibilità, per assenza di sostegno nel processo decisionale o per mancanza di assistenza nella comunicazione, come ad esempio l’interpretazione nella lingua dei segni.

1.9.

Gli orientamenti proposti in relazione alle migliorie per quanto riguarda la vita indipendente e l’inclusione nella comunità costituiscono un aspetto che la Commissione dovrà affrontare con particolare attenzione. Tali orientamenti devono basarsi su definizioni molto chiare di che cosa si intende per assistenza istituzionale, servizi a livello della comunità e vita indipendente. Il CESE raccomanda alla Commissione di sviluppare tali definizioni sulla base di quelle stabilite e concordate dal gruppo di esperti europeo sulla transizione dall’assistenza istituzionalizzata all’assistenza di prossimità, nonché tenendo conto dell’osservazione generale n. 5 della CRPD sull’articolo 19.

1.10.

Il pacchetto proposto per migliorare i risultati sul mercato del lavoro e l’impegno assunto dalla stessa Commissione a compiere progressi nell’assunzione e nell’inclusione di persone con disabilità nelle istituzioni dell’UE giungono come una risposta chiara alle richieste della società civile. Non si sottolineerà mai abbastanza quanto sia fondamentale concentrarsi sulla promozione dell’occupazione di qualità per le persone con disabilità alla luce della pandemia di COVID-19 (2), e sotto questo profilo la strategia avrebbe potuto essere più coraggiosa. Il CESE raccomanda fortemente di organizzare tale lavoro partendo dalla definizione di indicatori atti a monitorare l’attuazione delle azioni e di adoperarsi per allineare dette misure con quelle per la protezione civile e per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Per quanto concerne l’occupazione negli Stati membri, ciò potrebbe avvenire in parte tramite la proposta della Commissione di includere indicatori relativi al divario nel tasso di occupazione delle persone con disabilità nel nuovo quadro di valutazione della situazione sociale che accompagna il pilastro europeo dei diritti sociali e di introdurre una disaggregazione relativa alla disabilità in alcuni degli altri indicatori. Il CESE sottolinea che l’obiettivo non è solo quello di aumentare i tassi di occupazione, ma anche di offrire posti di lavoro di qualità che consentano alle persone con disabilità di migliorare la loro posizione sociale attraverso il lavoro. Il CESE raccomanda quindi che il quadro di valutazione contenga indicatori sulla qualità dell’occupazione delle persone con disabilità, ad esempio indicando se esse dispongono di contratti a tempo pieno e a lungo termine e se sono assunte nel mercato del lavoro aperto. La Commissione dovrà insistere con forza sugli obiettivi stabiliti per gli Stati membri, che definiscono di quanto essi dovranno ridurre il divario nel tasso di occupazione delle persone con disabilità entro il 2030. Il Comitato si augura di vedere obiettivi ambiziosi che prevedano di avvicinarsi il più possibile all’eliminazione di qualsiasi divario occupazionale, con particolare attenzione all’occupazione nel mercato del lavoro aperto.

1.11.

La strategia propone svariate azioni in materia di istruzione. Il Comitato sottolinea che l’azione relativa alla formazione degli insegnanti nell’istruzione per alunni con bisogni speciali dovrebbe incentrarsi anche sulla formazione degli insegnanti nei contesti di istruzione tradizionale per offrire un apprendimento scolastico inclusivo. Gli Stati membri dovrebbero essere esortati a inserire insegnanti per alunni con bisogni speciali nei contesti inclusivi, per consentire che i bambini con disabilità ricevano il sostegno specializzato di cui potrebbero aver bisogno ma facciano parte, al tempo stesso, di una scuola tradizionale, frequentata da discenti senza disabilità.

1.12.

La proposta di aggiornare il pacchetto di strumenti per «l’approccio basato sui diritti, che comprende tutti i diritti umani per la cooperazione allo sviluppo dell’UE» è un passo positivo. Tale aggiornamento dovrebbe essere portato a termine con il contributo delle organizzazioni delle persone con disabilità a livello nazionale e locale con sede nei paesi in cui sono effettuati gli investimenti in questione.

1.13.

L’azione volta a sostenere gli Stati membri nell’attuazione della convenzione dell’Aia del 2000 sarebbe in contrasto con la CRPD riguardo a questioni come il trattamento forzato e la coercizione. Tale aspetto va affrontato con il contributo delle organizzazioni delle persone con disabilità prima che la Commissione intraprenda qualsiasi ulteriore azione.

1.14.

Il CESE è lieto di constatare che la Commissione si impegna a dare l’esempio. Proposte come quelle relative all’accessibilità degli edifici della Commissione dovranno essere attuate in maniera rigorosa e senza discostarsi dalle tempistiche di attuazione definite nella strategia.

1.15.

La strategia proposta per la raccolta dei dati è una delle proposte fondamentali. Il CESE sottolinea la necessità di garantire una raccolta più sistematica di dati disaggregati, possibilmente ricorrendo al questionario breve del gruppo di Washington.

1.16.

Si prevede che un quadro di monitoraggio relativo agli obiettivi e alle azioni della strategia sia pronto entro il 2021. Il CESE, e in particolare il suo gruppo Disabilità, è disponibile ad assistere la Commissione nell’elaborazione di detto quadro, insieme alle organizzazioni delle persone con disabilità, che dovrebbero essere coinvolte pienamente e in maniera costruttiva nell’intero processo.

1.17.

La strategia prevede che le persone con disabilità partecipino pienamente alla Conferenza sul futuro dell’Europa. Il CESE auspica che la Commissione tenga fede a questo impegno coinvolgendo le persone con disabilità e le rispettive organizzazioni di rappresentanza in tutti gli ambiti della Conferenza, non solo in quelli che riguardano specificamente la disabilità.

1.18.

Il CESE invita la Commissione ad avviare i preparativi per la selezione di un candidato dell’UE al comitato della CRPD e raccomanda che tale candidato sia una donna europea con disabilità.

1.19.

Nell’attuazione della strategia, un ruolo essenziale spetta anche al Consiglio dell’UE. Il CESE invita tale istituzione ad aderire alla piattaforma sulla disabilità e a nominare quanto prima un coordinatore per la disabilità, come previsto nella strategia. Tale figura dovrebbe fungere da punto focale della CRPD, come raccomandato all’UE nel 2015 nelle osservazioni conclusive in merito alla revisione della CRPD.

1.20.

Il CESE invita inoltre il movimento delle persone con disabilità a essere proattivo e a fare pressioni affinché ogni singola azione della strategia consegua i risultati annunciati, nonché a dar prova di solidarietà nel garantire che le misure vadano a beneficio anche degli immigrati e dei profughi con disabilità. Il lancio della strategia per i diritti delle persone con disabilità è soltanto un punto di partenza. Non sarà la strategia di per sé a portare un vero cambiamento per le persone con disabilità, ma piuttosto la forza di ciascuna delle sue componenti nell’arco dei prossimi dieci anni. Le parti sociali e le organizzazioni della società civile dovrebbero sostenere pienamente l’attuazione della nuova strategia.

2.   Osservazioni generali

2.1.

Il CESE è lieto di constatare che la strategia dell’UE per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 costituisce un evidente passo in avanti rispetto alla strategia precedente. Il CESE esprime inoltre grande apprezzamento per il processo di consultazione condotto dalla Commissione e per il fatto che molte delle proposte presentate dal CESE nel suo parere sul tema (3) siano state incluse nella strategia finale. Ciò evidenzia, fra l’altro, la chiara abilità del Comitato di influenzare i risultati delle nuove politiche e iniziative dell’UE.

2.2.

Il CESE si compiace del fatto che la Commissione si sia impegnata a realizzare sette iniziative faro, con obiettivi e date di attuazione chiari. Tale livello di trasparenza faciliterà notevolmente il lavoro del CESE, della società civile e delle parti sociali nella preparazione dei rispettivi contributi da apportare a dette azioni.

2.3.

Tra le proposte faro, il CESE ravvisa un particolare potenziale nel centro di risorse AccessibleEU, il cui successo dipenderà in parte dalle risorse che gli saranno attribuite dalla Commissione, dalle competenze del personale che lo gestirà e dalla sua capacità di riunire esperti che siano in grado di trasmettere conoscenze realmente preziose agli Stati membri.

2.4.

Il CESE prende atto con soddisfazione della proposta di creare una tessera europea di disabilità. I cambiamenti che tale tessera comporterà per la vita delle persone con disabilità dipenderanno dai diritti e dai vantaggi che essa garantirà quando sarà introdotta, nonché dall’adozione di misure volte a garantirne l’attuazione in tutti gli Stati membri.

2.5.

Uno dei punti di forza della strategia risiede nel modo in cui essa influenzerà i lavori interni della Commissione, nonché nei collegamenti di quest’ultima con le altre istituzioni dell’UE. Il CESE accoglie con particolare favore l’impegno della Commissione a tenere con esso uno scambio di vedute annuale. Ritiene inoltre di dover svolgere un ruolo nella nuova piattaforma sulla disabilità, insieme alle organizzazioni delle persone con disabilità.

2.6.

Sotto alcuni aspetti sembra di percepire una certa riluttanza nel far sì che la strategia rappresenti un vero passo in avanti. Infatti, pur facendo proprie molte delle proposte presentate nel parere del CESE (4), l’impegno a favore di una nuova legislazione è praticamente assente. Delle cinque azioni che fanno riferimento ad una legislazione vincolante, quattro sono revisioni già in atto di normative esistenti e una consiste nella proposta di valutare la possibilità di una legislazione «se opportuno». La nuova strategia favorisce meccanismi come orientamenti e pacchetti di strumenti che, benché siano capaci di determinare progressi nelle pratiche degli Stati membri, comportano un rischio di inadempienza molto più elevato in assenza di mezzi che consentano di citare gli Stati membri di fronte alla Corte di giustizia dell’UE.

2.7.

Nella strategia, la Commissione promette di affrontare alcune questioni attraverso altre strategie e piani d’azione dell’UE, quali la strategia dell’UE per la pubblica amministrazione digitale e il piano d’azione per l’economia sociale, ma non sempre si sofferma a illustrare esattamente il modo in cui le questioni relative alla disabilità saranno affrontate nell’ambito di tali strategie. La Commissione dovrebbe invece fornire maggiori dettagli sulle modalità precise con cui intende procedere a tal riguardo.

2.8.

Il CESE esprime preoccupazione per quanto concerne l’azione volta a sostenere gli Stati membri nell’attuazione della convenzione dell’Aia del 2000, che sarebbe in contrasto con la CRPD in merito a questioni quali il trattamento forzato e la coercizione nelle procedure mediche. Tale aspetto va affrontato con il contributo delle organizzazioni delle persone con disabilità prima che la Commissione intraprenda qualsiasi ulteriore azione.

2.9.

Secondo il CESE, la strategia ha il potenziale per conseguire un cambiamento reale, ma ciò dipenderà interamente dall’efficacia della sua attuazione e dal livello di ambizione delle singole azioni. Se la Commissione e gli Stati membri non daranno prova di ambizione nel sollecitare azioni che mettano in discussione lo status quo, la strategia potrebbe facilmente deludere le aspettative degli oltre 100 milioni di persone con disabilità che vivono nell’UE.

2.10.

Il CESE invita il movimento delle persone con disabilità a essere proattivo nel fare pressioni affinché la strategia consegua i risultati annunciati. Non sarà la strategia di per sé a portare un vero cambiamento per le persone con disabilità, ma piuttosto la forza di ciascuna delle sue componenti nell’arco dei prossimi dieci anni.

3.   Accessibilità e godimento dei diritti dell’UE

3.1.

I capitoli due e tre della strategia sono dedicati alle azioni connesse all’accessibilità e al godimento dei diritti dell’UE. Di seguito si illustrano alcune delle azioni principali.

3.1.1.

Un’iniziativa faro per l’istituzione di un centro di risorse denominato AccessibleEU. Il centro riunirà le autorità nazionali responsabili dell’attuazione e dell’applicazione delle norme sull’accessibilità ed esperti e professionisti in materia di accessibilità, allo scopo di condividere le buone pratiche a livello trasversale e di elaborare strumenti e norme volti a facilitare l’attuazione del diritto dell’UE. L’iniziativa riflette la richiesta di una commissione europea per l’accessibilità avanzata dal CESE. La Commissione deve chiarire come avverranno il finanziamento e il reclutamento del personale del centro, nonché come esso entrerà in contatto con gli esperti in materia di accessibilità, le persone che hanno un’esperienza di questo tipo di problemi e le organizzazioni delle persone con disabilità.

3.1.2.

La creazione entro la fine del 2023 di una tessera europea di disabilità che sia riconosciuta in tutti gli Stati membri. Il CESE è lieto di constatare che tale iniziativa risponde direttamente alla richiesta formulata nel suo parere del 2019 (5). Il successo di questa iniziativa dipenderà dall’entità dei diritti garantiti dalla tessera e dal consenso di tutti gli Stati membri ad attuarla pienamente. Il CESE esorta la Commissione a dare prova di ambizione riguardo alla tessera di disabilità, tenendo conto del fatto che essa costituirà uno dei risultati principali della strategia, nonché un parametro di riferimento in base al quale molti misureranno il successo della strategia stessa.

3.1.3.

La valutazione dell’applicazione della direttiva sull’accessibilità del web per stabilire se occorra rivederla. Detta valutazione rappresenta un’opportunità per esaminare se la legislazione in questione sia adeguata allo scopo in un settore pubblico sempre più digitale, in particolare a seguito della pandemia di COVID-19. Secondo il CESE, la Commissione dovrebbe sospendere le deroghe all’applicazione della direttiva per quanto concerne determinati siti web (ad esempio di scuole, scuole dell’infanzia o asili nido), dal momento che queste potenziali esclusioni potrebbero aver avuto un impatto negativo sulle persone con disabilità che possono accedere a tali servizi pubblici solo attraverso strumenti digitali. Il CESE auspica inoltre che sia fornita una spiegazione più chiara in merito alle azioni che saranno intraprese nel caso di Stati membri che non rispettano i requisiti della direttiva.

3.1.4.

Il riesame di una serie di legislazioni esistenti, in particolare il quadro normativo connesso alla prestazione energetica degli edifici, compreso il suo impatto sui miglioramenti nell’accessibilità grazie alle norme sulle ristrutturazioni; il quadro normativo sui diritti dei passeggeri; il regolamento (UE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (6) sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti per rafforzarne l’accessibilità; e il pacchetto sulla mobilità urbana. Pur rammaricandosi del fatto che la Commissione non sia stata più ambiziosa nel proporre un maggior numero di azioni basate su una legislazione vincolante, il Comitato è lieto di constatare che la sua richiesta di azione in merito all’accessibilità dell’ambiente edificato e dei trasporti abbia influenzato la strategia. Il CESE esorta la Commissione a dare prova di ambizione nelle modifiche prefigurate e a sostenere misure coraggiose in materia di accessibilità.

3.1.5.

La definizione di una guida di buone pratiche elettorali che affronti il tema della partecipazione delle persone con disabilità al processo elettorale, nonché la collaborazione con gli Stati membri, la rete europea di cooperazione in materia elettorale e il Parlamento europeo al fine di garantire l’esercizio dei diritti politici delle persone con disabilità, compreso il diritto di candidarsi alle elezioni e di ricevere informazioni accessibili. La Commissione risponderà inoltre alle esigenze delle persone con disabilità nel compendio sul voto elettronico e sosterrà la partecipazione democratica inclusiva. Sarà importante che la Commissione operi in stretta collaborazione con il Parlamento europeo per far sì che le prossime elezioni europee siano accessibili e che l’UE dia l’esempio.

4.   Qualità della vita dignitosa e parità nella partecipazione

4.1.

I capitoli quattro e cinque della strategia sono dedicati alle azioni connesse alla qualità della vita e alla parità. Di seguito si illustrano alcune delle azioni principali.

4.1.1.

Un’iniziativa faro sugli orientamenti per una vita indipendente, affinché gli Stati membri introducano migliorie per quanto riguarda la vita indipendente e l’inclusione nella comunità. Il CESE ritiene che quest’iniziativa potrebbe essere fondamentale. La sua forza dipenderà da una indicazione chiara e rigorosa di che cosa costituisce l’assistenza istituzionale, del motivo per cui andrebbe evitata e di che cosa si intende per investimenti in servizi a livello della comunità e a favore della vita indipendente. Gli orientamenti dovranno essere elaborati con il contributo delle persone con disabilità e delle rispettive organizzazioni di rappresentanza.

4.1.2.

Un quadro europeo di qualità per servizi sociali di eccellenza, al fine di migliorare l’erogazione di servizi alle persone con disabilità e aumentare l’attrattiva dei posti di lavoro in questo settore. Il CESE ritiene che detto quadro debba non solo concentrarsi su come rendere il settore dei servizi sociali più attrattivo in termini di salari e condizioni di lavoro, ma anche garantire che i prestatori di servizi ricevano un’adeguata formazione su come offrire un sostegno che sia guidato dalle scelte degli utenti dei servizi e adotti un approccio incentrato sulla persona e basato sui diritti umani.

4.1.3.

Un nuovo pacchetto per migliorare i risultati sul mercato del lavoro delle persone con disabilità. Nell’ambito di tale pacchetto, la Commissione cercherà inoltre di garantire un’applicazione rigorosa da parte degli Stati membri dei diritti contemplati dalla direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione e riferirà in merito alla sua applicazione nel 2021. Sempre nel 2021 la Commissione supervisionerà altresì lo sviluppo di un piano d’azione per il settore dell’economia sociale, con opportunità relative alle persone con disabilità e all’integrazione nel mercato del lavoro aperto. Le persone con disabilità incontrano molti ostacoli nell’accesso all’occupazione. Il CESE ritiene che la Commissione debba indicare chiaramente quali siano gli ostacoli esistenti e quali tra questi debbano essere affrontati con maggiore urgenza, nonché in quale misura la crisi della COVID-19 abbia peggiorato la situazione. Il CESE raccomanda di far precedere l’elaborazione del pacchetto dallo svolgimento di una ricerca o di un’indagine per chiedere alle persone con disabilità e alle organizzazioni che le rappresentano quali provvedimenti desiderano che siano adottati. Il CESE ritiene inoltre che il pacchetto per l’occupazione dovrebbe concentrarsi sulla possibilità di avere accesso a un’occupazione di qualità sul mercato del lavoro aperto, anche nell’economia sociale e nei modelli occupazionali inclusivi in relazione alla disabilità (D-WISE), evitando l’ulteriore esclusione delle persone con disabilità, e rivolgendosi in particolare alle donne e ai giovani con disabilità che sono alla ricerca di un lavoro. L’obiettivo non dovrebbe essere solo quello di accrescere i tassi di occupazione, ma anche quello di consentire alle persone con disabilità di migliorare il proprio status sociale e la propria situazione economica attraverso il lavoro retribuito.

4.1.4.

L’avvio, nel 2022, di uno studio sulla protezione sociale e i servizi per le persone con disabilità, seguito da orientamenti per sostenere gli Stati membri in ulteriori riforme della protezione sociale incentrate sui quadri di valutazione della disabilità. Lo studio dovrebbe concentrarsi sui servizi sociali quale base per garantire una vita dignitosa alle persone con disabilità, nonché sul ruolo delle famiglie e delle persone che prestano assistenza. Negli orientamenti andrebbe pertanto sottolineato che i servizi devono essere in grado di soddisfare le esigenze individuali delle persone con disabilità, essere basati all’interno della comunità e non in contesti isolati ed essere accompagnati dall’erogazione di un adeguato assegno di invalidità. È fondamentale che gli orientamenti sulle riforme in materia di protezione sociale affrontino la questione del maggiore costo della vita per le persone con disabilità ed esortino gli Stati membri a essere più flessibili per consentire alle persone di mantenere gli assegni di invalidità indipendentemente dal loro reddito o da quello del loro coniuge o partner. Le persone con disabilità dovrebbero essere libere di cercare un lavoro o di convivere con il proprio partner o sposarsi senza essere penalizzate dal punto di vista economico.

4.1.5.

Una strategia di formazione degli operatori della giustizia, con particolare attenzione alla legislazione dell’UE in materia di disabilità, compresa la CRPD. La strategia comprenderà uno studio sulle garanzie procedurali per gli adulti vulnerabili nei procedimenti penali e valuterà la necessità di proposte legislative volte a rafforzare il sostegno e la protezione degli adulti vulnerabili, in linea con la strategia sui diritti delle vittime. La Commissione fornirà inoltre agli Stati membri orientamenti sull’accesso alla giustizia per le persone con disabilità nell’UE e sosterrà gli Stati membri nel promuovere la partecipazione delle persone con disabilità in qualità di professionisti al sistema giudiziario. Il CESE accoglie con favore queste proposte, che riflettono le raccomandazioni formulate nel suo parere (7). È altresì lieto di constatare che la Commissione chiederà all’Agenzia per i diritti fondamentali di esaminare la situazione delle persone con disabilità che vivono in istituti in relazione alla violenza, agli abusi e alla tortura. Dette azioni dovrebbero fornire anche orientamenti su come garantire che le persone con disabilità non si vedano negare il diritto alla giustizia o non subiscano ritardi per problemi di accessibilità, mancanza di capacità giuridica, mancanza di assistenza per il processo decisionale supportato o di assistenza nella comunicazione, come ad esempio l’interpretazione nella lingua dei segni. Le buone pratiche in materia di processo decisionale supportato dovrebbero essere raccolte conformemente agli articoli 12 e 13 della CRPD. Potrebbe inoltre essere utile esaminare in che modo gli Stati membri hanno attuato la raccomandazione della Commissione del 27 novembre 2013 sulle garanzie procedurali per le persone vulnerabili indagate o imputate in procedimenti penali (8).

4.1.6.

Varie azioni nell’ambito dell’istruzione, tra cui il sostegno agli Stati membri per garantire tecnologie assistive e fornire un ambiente e contenuti di apprendimento digitale accessibili nell’ambito del piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027. La Commissione propone anche un pacchetto di strumenti per l’inclusione nell’educazione e cura della prima infanzia, comprensivo di un capitolo specifico sui minori con disabilità. Infine, la Commissione sosterrà gli Stati membri affinché sviluppino ulteriormente i loro sistemi di formazione degli insegnanti per far fronte alla carenza di insegnanti nell’istruzione per alunni con bisogni speciali e consentire a tutti i professionisti dell’istruzione di gestire la diversità e un’istruzione inclusiva. Il CESE è lieto di constatare che la Commissione riconosce il ruolo che l’UE può svolgere nella promozione di un’istruzione inclusiva, e in particolare dell’apprendimento elettronico, dal momento che i discenti con disabilità si sono trovati a far fronte a numerosi problemi di accessibilità durante la pandemia di COVID-19. Il Comitato desidera tuttavia sottolineare che l’azione relativa alla formazione degli insegnanti nell’istruzione per alunni con bisogni speciali dovrebbe incentrarsi anche sulla formazione degli insegnanti nei contesti di istruzione tradizionale su come offrire un apprendimento scolastico inclusivo. La Commissione dovrebbe promuovere l’istruzione inclusiva generalizzata e incoraggiare gli Stati membri a inserire insegnanti per alunni con bisogni speciali nei contesti di istruzione inclusiva. Occorre inoltre investire nella consulenza di orientamento professionale per le persone con disabilità nei sistemi di istruzione e migliorarne l’offerta.

4.1.7.

Nei settori delle arti e della cultura, dello sport, del tempo libero e delle attività ricreative, compreso il turismo, impostati in un’ottica di inclusività, la strategia rafforzerà la partecipazione operando su più fronti, in particolare cooperando con le organizzazioni sportive generali e con quelle specifiche per le persone con disabilità, sostenendo la creazione di opere d’arte da parte di artisti con disabilità e avvalendosi dei fondi dell’UE per rendere i siti del patrimonio culturale e gli eventi artistici più accessibili alle persone con disabilità.

4.1.8.

Il CESE si rammarica che la strategia manchi di ambizione per quanto riguarda l’adozione della direttiva orizzontale sulla non discriminazione, ferma in seno al Consiglio ormai da un decennio. Non esistono piani concreti per superare questo stallo o proporre alternative nel caso in cui il Consiglio non riesca a raggiungere un accordo.

4.1.9.

Il CESE avrebbe inoltre voluto che si prestasse maggiore attenzione alle questioni relative alla salute. La strategia si concentra sul piano di lotta contro il cancro, una scelta che il CESE accoglie con favore, ma rimane molto vaga sulla salute mentale, sull’accessibilità delle informazioni relative alla salute e sulla prestazione di assistenza sanitaria alle persone con disabilità che vivono ancora in istituti.

5.   Promozione dei diritti delle persone con disabilità a livello mondiale

5.1.

Il capitolo sei della strategia è dedicato alle azioni volte alla promozione dei diritti delle persone con disabilità a livello mondiale. Di seguito si illustrano alcune delle azioni principali.

5.1.1.

Il rafforzamento della raccolta di dati dell’Unione sulle persone con disabilità nell’ambito degli aiuti umanitari finanziati dall’UE, ad esempio promuovendo l’uso del questionario breve del gruppo di Washington. Si tratta di una proposta eccellente, che risponde alle richieste avanzate in passato dal CESE. Il Comitato auspica un miglioramento della raccolta di dati disaggregati su tutti i fronti, in particolare in relazione alle persone che vivono negli istituti. L’UE dovrebbe inoltre sostenere l’attuazione della CRPD e promuoverne la ratifica a livello mondiale.

5.1.2.

L’aggiornamento nel 2021 del pacchetto di strumenti per «l’approccio basato sui diritti, che comprende tutti i diritti umani per la cooperazione allo sviluppo dell’UE». Tale aggiornamento dovrebbe essere portato a termine collaborando non solo con le organizzazioni delle persone con disabilità dell’UE, ma anche con organizzazioni analoghe a livello nazionale e locale che hanno la loro sede nei paesi in cui sono effettuati gli investimenti in questione.

5.1.3.

La garanzia di un ricorso sistematico all’indicatore sulla disabilità del comitato di assistenza allo sviluppo (DAC) dell’OCSE per tracciare gli investimenti inclusivi sul piano della disabilità ai fini di un monitoraggio mirato dei finanziamenti dell’UE. Il CESE è molto lieto di constatare che questo suggerimento, presentato nel suo parere SOC/616 (9), sia stato integrato nella strategia.

6.   Attuare la strategia e dare l’esempio

6.1.

I capitoli sette e otto della strategia sono dedicati alle azioni connesse all’attuazione della strategia stessa e alla descrizione del modo in cui la Commissione intende modificare la propria struttura e i suoi metodi di lavoro per raggiungere tale obiettivo. Di seguito si illustrano alcune delle azioni principali.

6.1.1.

Uno scambio di opinioni annuale con il CESE. Il Comitato si compiace dell’intenzione di formalizzare il suo coinvolgimento nell’attuazione della strategia e attende con interesse detta cooperazione continua e strutturata. Il Comitato è altresì lieto di constatare che la Commissione organizzerà periodicamente anche delle riunioni ad alto livello con il Parlamento europeo, il Consiglio e il SEAE, con la partecipazione di organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità.

6.1.2.

L’istituzione della piattaforma sulla disabilità in sostituzione del gruppo ad alto livello sulla disabilità. La piattaforma coadiuverà l’attuazione della strategia e delle strategie nazionali in materia di disabilità e riunirà i punti focali nazionali della CRPD, le organizzazioni delle persone con disabilità e la Commissione. Essa offrirà un forum per discutere delle valutazioni delle Nazioni Unite relative all’attuazione della Convenzione da parte degli Stati membri. Il CESE ripone grandi speranze in questa nuova struttura, che si preannuncia più aperta e trasparente del gruppo ad alto livello.

6.1.3.

Una rinnovata strategia sulle risorse umane volta a promuovere l’assunzione e le prospettive di carriera del personale con disabilità, servendosi anche dell’Ufficio per la diversità e l’inclusione, che si occuperà di sovrintendere allo sviluppo e all’attuazione delle azioni volte a promuovere la diversità e l’inclusione in tutti i servizi della Commissione. Il CESE ritiene che questa sia una delle azioni più promettenti della strategia e auspica che essa determini un reale aumento delle assunzioni di persone con disabilità presso le istituzioni dell’UE. Il CESE è altresì lieto di constatare che la Commissione aggiornerà la strategia di comunicazione mirata e proiezione all’esterno dell’EPSO e rafforzerà la rendicontazione da parte della dirigenza di tutti i servizi della Commissione sulla diversità e sugli accomodamenti ragionevoli per il personale con disabilità.

6.1.4.

Il miglioramento dell’accessibilità di tutti i servizi di comunicazioni audiovisive e grafiche della Commissione entro il 2023. Il CESE accoglie con favore tale azione e invita la Commissione a collaborare con esperti in materia di accessibilità per garantire il livello di accessibilità più elevato possibile.

6.1.5.

La garanzia dell’accessibilità di tutti i nuovi edifici occupati dalla Commissione. La Commissione garantirà inoltre che i luoghi in cui si svolgono i suoi eventi siano accessibili e che, entro il 2030, tutti i suoi edifici rispettino le norme europee in materia di accessibilità. Il CESE esorta la Commissione ad adoperarsi per conseguire tutti i risultati annunciati.

6.1.6.

L’elaborazione di una strategia per la raccolta dei dati che orienterà gli Stati membri e analizzerà le fonti di dati e gli indicatori esistenti, compresi i dati amministrativi. Il CESE sottolinea la necessità di raccogliere dati disaggregati, possibilmente utilizzando il questionario breve del gruppo di Washington, come già accennato nella strategia.

6.1.7.

La pubblicazione di un quadro di monitoraggio relativo agli obiettivi e alle azioni della strategia, seguita dall’elaborazione di nuovi indicatori di disabilità e dalla pubblicazione, nel 2024, di una relazione sulla strategia che ne valuti lo stato di avanzamento e, se necessario, ne aggiorni gli obiettivi e le azioni. Il CESE, e in particolare il suo gruppo Disabilità, è pronto a sostenere la Commissione europea nell’elaborazione di detto quadro, insieme alle organizzazioni delle persone con disabilità. Il Comitato si compiace che sia stata stabilita una data per la pubblicazione della relazione sull’attuazione, individuata in modo da consentire alla Commissione di colmare eventuali lacune nell’arco della durata della strategia.

Bruxelles, 7 luglio 2021

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  GU C 97 del 24.3.2020, pag. 41.

(2)  Disability and labour market integration: Policy trends and support (Disabilità e integrazione nel mercato del lavoro — Tendenze politiche e sostegno).

(3)  GU C 97 del 24.3.2020, pag. 41.

(4)  GU C 97 del 24.3.2020, pag. 41.

(5)  GU C 97 del 24.3.2020, pag. 41, GU C 56 del 16.2.2021, pag. 36.

(6)  Regolamento (UE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2013 , sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti e che abroga la decisione n. 661/2010/UE (GU L 348 del 20.12.2013, pag. 1).

(7)  GU C 97 del 24.3.2020, pag. 41.

(8)  GU C 378 del 24.12.2013, pag. 8.

(9)  GU C 97 del 24.3.2020, pag. 41.