24.8.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 341/50


Parere del Comitato economico e sociale europeo sullacomunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Strategia per rafforzare l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea

[COM(2020) 711 final]

(2021/C 341/08)

Relatore:

Cristian PÎRVULESCU

Correlatore:

Christian BÄUMLER

Consultazione

Commissione europea, 24.2.2021

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Decisione dell’Ufficio di presidenza

26.1.2021

Sezione competente

Occupazione, affari sociali e cittadinanza

Adozione in sezione

26.5.2021

Adozione in sessione plenaria

10.6.2021

Sessione plenaria n.

561

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

201/2/7

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il Comitato accoglie con favore la nuova strategia elaborata dalla Commissione. La proposta contiene impegni chiari e pone un forte accento sulle questioni relative all’applicazione e all’attuazione. Si tratta di una direzione che il Comitato ha sempre raccomandato di seguire, e in particolare nel proprio parere sulla prima strategia adottato nel 2011 (1).

1.2.

Da allora, importanti sviluppi sociali, economici e politici hanno complicato la protezione dei diritti fondamentali e hanno comportato nuove sfide per i quadri vigenti, anche per quanto riguarda l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali. L’attuale pandemia aumenta notevolmente i rischi per la salute, la sicurezza e il benessere di milioni di persone in tutto il continente. A livello mondiale, nel cui quadro l’UE ha un’importante responsabilità di agire, la situazione è anche peggiore.

1.3.

In tale contesto, le istituzioni dell’UE e gli Stati membri devono agire con una visione chiara e una maggiore determinazione a sostegno dei diritti fondamentali. Sebbene l’applicazione della Carta si limiti ad accompagnare il diritto dell’UE, il crescente corpus normativo e l’integrazione trasversale delle politiche allargano sempre di più il campo d’azione. Questo sviluppo avrà probabilmente molteplici implicazioni per la società civile, le comunità locali, le parti sociali e le imprese.

1.4.

Dopo dieci anni di attuazione della Carta, purtroppo, i cittadini europei hanno ancora una scarsa conoscenza della sua esistenza o del suo ruolo. Anche il suo utilizzo da parte delle organizzazioni della società civile, delle istituzioni nazionali per i diritti umani e dei difensori dei diritti umani rimane limitato. Non si può aspettare un altro decennio prima che i diritti sanciti dalla Carta divengano una realtà per i cittadini in generale, la società civile e le istituzioni pubbliche. Il CESE auspica che la Commissione europea sia più attiva nell’informare i cittadini, i media, la società civile, le parti sociali e vari altri organismi in merito alla Carta, alla sua rilevanza, ai suoi effetti e ai relativi strumenti.

1.5.

Tutte le istituzioni dell’UE devono mostrare fermezza e dare un deciso sostegno a tutte le organizzazioni della società civile, a tutti gli attivisti per i diritti umani e a tutti i giornalisti che sono oggetto di attacchi fisici e verbali, intimidazioni e vessazioni, comprese azioni legali abusive, violenze e incitamento all’odio online e offline. Le campagne diffamatorie che nuocciono alla credibilità e legittimità della società civile devono cessare e occorre intervenire contro i governi degli Stati membri che vi prendono parte. L’applicazione delle norme vigenti dovrebbe essere una priorità.

1.6.

La capacità complessiva delle organizzazioni della società civile e dei difensori dei diritti umani di operare nel quadro della Carta dovrebbe essere notevolmente rafforzata attraverso un pacchetto che comprenda la formazione e il trasferimento di conoscenze, il sostegno organizzativo, finanziamenti stabili e prevedibili, nonché la protezione da attacchi e campagne denigratorie. Il Comitato è pronto a contribuire all’elaborazione di un piano più completo e dettagliato in questo senso, in particolare attraverso il proprio gruppo Diritti fondamentali e Stato di diritto. Tale sforzo dovrebbe inquadrarsi in una strategia globale per la società civile europea, che il CESE ritiene urgente e necessaria (2).

1.7.

Il Comitato accoglie con favore l’approccio globale della Commissione alla promozione e alla protezione dei valori fondamentali su cui si fonda l’UE, e la complementarità tra questa strategia, il piano d’azione per la democrazia europea e la prima relazione sullo Stato di diritto. Suggerisce di includere nel processo di pianificazione globale anche il piano d’azione dell’UE contro il razzismo, così come le strategie dell’UE sulla disabilità e per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ. Le sfide che questi piani e strategie sono intesi ad affrontare sono spesso comuni.

1.8.

Il CESE ripropone le proprie osservazioni in merito agli aspetti economici dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali. Le minacce allo Stato di diritto e il deterioramento complessivo dei diritti fondamentali rischiano, se non vi si porrà fine, di incidere negativamente sulla fiducia reciproca su cui si fonda il mercato interno e, di conseguenza, sulla crescita economica dell’UE (3).

1.9.

Il Comitato sottolinea che la Carta dei diritti fondamentali comprende anche i diritti sociali, la cui attuazione è di notevole importanza per la vita delle persone. Le parti sociali devono essere coinvolte nella protezione di tali diritti, a livello sia europeo che nazionale. Il dialogo sociale dovrebbe essere rafforzato e riorientato sui diritti fondamentali sanciti dalla Carta. Rinnovando la richiesta formulata nel proprio parere del 2011 sulla strategia, il Comitato insiste affinché si ponga maggiore accento sul titolo III — Uguaglianza e sul titolo IV — Solidarietà quali elementi centrali dell’UE in quanto Unione democratica, fondata sui valori, che prende sul serio il suo modello sociale e i suoi impegni.

1.10.

Il Comitato accoglie con favore il fatto che la strategia sottolinei la natura generale della Carta e integri gli sforzi mirati volti a rendere più tangibili i diritti e i valori dell’UE in settori quali i diritti delle vittime e l’accesso alla giustizia, la parità e l’inclusione, la lotta al razzismo e il pluralismo, i diritti sociali, un’istruzione e una formazione inclusive, i diritti economici, i diritti sia dei cittadini dell’UE che dei cittadini di paesi terzi, nonché i diritti dei minori. Occorre prestare particolare attenzione all’impatto della COVID-19 sui diritti, sul benessere e sullo sviluppo intellettuale ed emotivo dei minori. Il CESE rileva inoltre l’importanza degli articoli della Carta che riguardano la sfera economica, come la libertà d’impresa, il diritto alla proprietà e quelli connessi a norme giuridiche adeguate.

1.11.

Il Comitato sostiene senza riserve l’impegno dell’UE a promuovere e proteggere i diritti e i valori fondamentali in tutto il mondo. Il fatto che gli accordi commerciali e il loro potenziale impatto sui diritti fondamentali vengano messi in evidenza è pienamente giustificato. Come sottolineato in numerosi pareri, il Comitato richiama inoltre l’attenzione sulla politica in materia di migrazione e asilo quale banco di prova basilare dell’impegno dell’UE a proteggere i diritti fondamentali. Occorre sostenere più attivamente i difensori dei diritti umani in tutto il mondo.

1.12.

Come indicato nella proposta, le amministrazioni nazionali e locali, i parlamenti degli Stati membri e le autorità di contrasto svolgono un ruolo cruciale nel promuovere e proteggere i diritti sanciti dalla Carta. Non è però chiaro in che modo la cooperazione sarebbe diversa da quella dell’ultimo decennio di attuazione della strategia iniziale. Uno degli obiettivi principali di questa strategia dovrebbe essere quello di individuare la combinazione adeguata di incentivi e strumenti che spingano le istituzioni nazionali e locali a essere più impegnate e propositive in relazione alla protezione dei diritti fondamentali.

1.13.

Il Comitato auspica un miglioramento sostanziale in tutte le dimensioni centrali della strategia: prevenzione, promozione, attuazione e applicazione. Pur non ignorando le altre, sarebbe necessario concentrarsi maggiormente sulla dimensione dell’applicazione. La corretta applicazione della Carta è essenziale per far sì che l’Unione rimanga funzionante e fondata sui valori. La sua applicazione è inoltre obbligatoria. La Commissione deve agire di conseguenza e portare avanti le procedure di infrazione con maggiore risolutezza in caso di mancato rispetto dei diritti.

1.14.

Il Comitato sostiene pienamente la designazione di punti di riferimento per la Carta da parte degli Stati membri e propone che ricoprano una posizione centrale nel quadro del governo o dei ministeri competenti coinvolti nel processo legislativo, quali i ministeri della Giustizia.

1.15.

Dato il forte impatto della pandemia di COVID-19 sulla società, il Comitato esorta la Commissione a incentrare la relazione del 2022 sugli effetti che tale pandemia ha sui diritti fondamentali, in particolare su quelli relativi al benessere socioeconomico, e a sottolineare quindi con vigore che i diritti sociali sono diritti fondamentali. Occorre prestare particolare attenzione ai diritti, alla dignità e al benessere sia degli anziani che delle persone con disabilità che durante la pandemia si trovano a vivere in isolamento in residenze assistenziali.

1.16.

Il CESE propone che ogni fondo (tra quelli disciplinati dal regolamento recante disposizioni comuni) sia supervisionato da comitati di sorveglianza di cui devono far parte rappresentanti delle organizzazioni indipendenti della società civile, delle istituzioni nazionali per i diritti umani e dei difensori dei diritti umani. Tutti questi attori civici dovrebbero avere voce in capitolo sulle modalità di assegnazione e di gestione dei fondi. Il CESE chiede alla Commissione di tenere conto delle raccomandazioni formulate nella propria risoluzione sul tema Coinvolgimento della società civile organizzata nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza — Cosa funziona e cosa no?, adottata nel febbraio 2021.

1.17.

Il Comitato chiede alla Commissione di individuare e rendere operative le opportunità di finanziamento per le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani che operano in prima linea nelle comunità emarginate e vulnerabili. Il Comitato incoraggia gli Stati membri a rendere operativi i programmi di finanziamento per la società civile e i gruppi della collettività che difendono i diritti umani. La concezione dei programmi dovrebbe rispettare l’autonomia e l’indipendenza dei soggetti destinatari dei finanziamenti.

1.18.

Il Comitato propone di creare un meccanismo reattivo, rapido ed efficace per individuare e segnalare gli attacchi fisici e verbali, le intimidazioni e le vessazioni — tra cui le azioni legali abusive, le violenze e l’incitamento all’odio online e offline — contro le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani. In questo meccanismo dovrebbero essere inclusi le istituzioni nazionali per i diritti umani (NHRI) e i comitati sociali ed economici nazionali.

1.19.

Per facilitare il coordinamento, il Comitato suggerisce agli Stati membri di istituire dei forum nazionali sui diritti fondamentali in cui tutte le entità interessate possano lavorare insieme: istituzioni nazionali per i diritti umani, organismi nazionali per la parità e l’uguaglianza, difensori civici, i nuovi punti di riferimento per la Carta e altri organismi pubblici. I forum dovrebbero comprendere organizzazioni e difensori dei diritti umani. L’Agenzia per i diritti fondamentali può fornire assistenza nella creazione di questi forum.

1.20.

Il Comitato propone alla Commissione di istituire un programma speciale di assistenza, volto a rafforzare e rendere più uniforme la capacità istituzionale di tutte le NHRI (creazione, accreditamento e misure per garantire il rispetto delle norme), e di elaborare orientamenti specifici per gli Stati membri. Come nel caso di altri strumenti e programmi, il CESE raccomanda di utilizzare meglio e più ampiamente le considerevoli competenze dell’Agenzia per i diritti fondamentali. Il CESE incoraggia l’Agenzia a monitorare da vicino la protezione dei diritti sociali mentre porta avanti il suo valido lavoro sui principali sviluppi nel settore dei diritti fondamentali. L’Agenzia dovrebbe inoltre aumentare la sua visibilità e accessibilità nei rapporti con il grande pubblico e con i gruppi e le organizzazioni della società civile.

1.21.

Il CESE suggerisce alla Commissione di organizzare speciali iniziative di consultazione e relazioni su titoli e articoli specifici, aperte ai contributi e agli spunti provenienti dalle istituzioni nazionali per i diritti umani, dalle organizzazioni della società civile e dai difensori dei diritti umani. Il CESE è più che disposto a cooperare strettamente con la Commissione nell’organizzare periodicamente incontri di questo tipo a cui partecipino dei rappresentanti della società civile.

1.22.

Il Comitato attende con interesse la campagna di sensibilizzazione annunciata dalla Commissione. Data l’importanza e l’urgenza di questa misura, sarebbe stato utile specificare meglio nella strategia in esame gli obiettivi, il calendario, i gruppi destinatari, gli strumenti, i partner e il bilancio proposto per la campagna. Il CESE incoraggia la Commissione europea a organizzare attività connesse alla Carta nel quadro della Conferenza sul futuro dell’Europa, nonché ad attirare l’attenzione dei cittadini e dell’opinione pubblica sui diritti umani.

1.23.

Sono necessarie ulteriori ricerche e consultazioni per sviluppare una comprensione dell’applicazione della Carta, basata sui rischi e sulle vulnerabilità riscontrabili con maggiori probabilità in determinati gruppi sociali e comunità regionali.

2.   Osservazioni generali

2.1.   Contesto del parere

2.1.1.

La Carta si applica a tutte le misure adottate dalle istituzioni dell’UE. La strategia per un’attuazione effettiva della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, adottata dalla Commissione nel 2010, ha sottolineato quanto sia importante che l’UE dia il buon esempio; essa illustrava le modalità con cui la Commissione intendeva garantire il pieno rispetto della Carta. La Carta si applica anche agli Stati membri nell’attuazione del diritto dell’Unione.

2.1.2.

Dalla Carta è scaturita una nuova legislazione dell’UE volta a proteggere e promuovere direttamente alcuni diritti fondamentali. Tra gli esempi principali figurano le nuove norme sulla protezione dei dati, la parità di genere, la protezione degli informatori, il diritto a un processo equo e i diritti della difesa, così come i diritti delle vittime di reato. La giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE che si richiama alla Carta si è notevolmente sviluppata in un’ampia gamma di politiche.

2.1.3.

L’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali è diventata un organismo di riferimento dell’UE, in grado di fornire dati e analisi comparabili sui diritti fondamentali a sostegno del lavoro delle istituzioni dell’UE e degli Stati membri. Nell’UE è anche aumentato significativamente il numero di istituzioni e organismi nazionali indipendenti in materia di diritti umani.

2.1.4.

Tuttavia, tre Stati membri non dispongono di alcuna istituzione nazionale per i diritti umani [Cechia, Italia e Malta (4)], due non dispongono di istituzioni di questo tipo accreditate (Estonia — alla fine del 2020 ancora in attesa di accreditamento, e Romania) e sei non hanno istituzioni di questo tipo con status A conforme ai principi di Parigi delle Nazioni Unite (Austria, Belgio, Cipro, Slovacchia, Slovenia e Svezia).

2.1.5.

I risultati di una recente indagine Eurobarometro sulla conoscenza della Carta mostrano che solo il 42 % delle persone interpellate ha sentito parlare della Carta e solo il 12 % sa di cosa si tratti. Sei interpellati su dieci vogliono sapere di più sui diritti sanciti dalla Carta e su dove rivolgersi nel caso in cui essi siano violati (5).

2.1.6.

Il CESE è da tempo impegnato a sostenere i diritti umani e coloro che li difendono. Il Comitato è parte integrante della cultura e dei quadri di riferimento in materia di diritti fondamentali in quanto è coinvolto in varie strutture e attività, dà voce alle preoccupazioni dei cittadini, della società civile e delle parti sociali, e formula proposte politiche e normative con una visione fondata sui diritti. Per intensificare i propri sforzi, il CESE ha creato al proprio interno il gruppo Diritti fondamentali e Stato di diritto a sostegno della propria visione e responsabilità.

2.2.   Garantire l’effettiva applicazione della Carta da parte degli Stati membri

2.2.1.

Il Comitato appoggia pienamente la proposta della Commissione di invitare gli Stati membri a designare dei punti di riferimento per la Carta. Il loro ruolo, consistente nel facilitare il flusso di informazioni e di buone pratiche relative alla Carta e nel coordinare gli sforzi per lo sviluppo di capacità nel paese interessato, è fondamentale per far progredire l’agenda in materia di diritti fondamentali. L’ideale sarebbe che essi ricoprissero una posizione centrale nel quadro del governo o dei ministeri competenti coinvolti nel processo legislativo, per esempio i ministeri della Giustizia.

2.2.2.

Il nuovo approccio adottato per l’elaborazione della relazione annuale sull’applicazione della Carta nell’UE, in particolare esaminando più da vicino tale applicazione negli Stati membri, è pertinente. Il Comitato plaude inoltre al fatto che nel 2021 la relazione sulla Carta sarà imperniata sui diritti fondamentali nell’era digitale. Dato il forte impatto della pandemia di COVID-19 sulla società, il Comitato esorta la Commissione a incentrare la relazione del 2022 sugli effetti che tale pandemia ha sui diritti fondamentali, in particolare su quelli relativi al benessere socioeconomico. Un altro aspetto che deve essere affrontato è lo stato di emergenza che i governi degli Stati membri dell’UE hanno decretato, talvolta a scapito del controllo parlamentare e del sistema democratico di bilanciamento dei poteri. Il CESE ritiene che le misure per combattere la pandemia debbano essere assolutamente democratiche, temporanee e proporzionate.

2.2.3.

Il CESE sollecita la Commissione ad avviare procedure di infrazione in modo più energico, ove opportuno e in caso di violazione della legislazione dell’UE.

2.2.4.

Il Comitato accoglie con favore la proposta della Commissione secondo cui, per tutti i programmi sostenuti dai fondi dell’UE che sono disciplinati dal regolamento recante disposizioni comuni («regolamento RDC»), ossia i «fondi RDC», bisogna introdurre meccanismi efficaci che ne garantiscano la conformità alla Carta, dalla loro creazione fino alla loro attuazione. Il CESE propone che ognuno di questi fondi sia supervisionato da comitati di sorveglianza di cui devono far parte rappresentanti delle organizzazioni della società civile, delle istituzioni nazionali per i diritti umani e dei difensori dei diritti umani. Ciò contribuirebbe a colmare le lacune di conoscenze negli organismi preposti all’attuazione del regolamento RDC per quanto riguarda i diritti fondamentali e rafforzerebbe notevolmente la capacità delle organizzazioni per i diritti fondamentali di esercitare un impatto reale sul territorio.

2.2.5.

Il Comitato esorta la Commissione a monitorare da vicino in che misura i fondi dell’UE sono utilizzati conformemente alla Carta, e chiede che vengano prese misure appropriate e giustificate, come l’eventuale interruzione o sospensione dei finanziamenti dell’UE o rettifiche finanziarie qualora siano riscontrate spese irregolari che non sono state corrette dagli Stati membri. Il CESE incoraggia inoltre la Commissione a procedere al controllo della conformità alla Carta nella fase a monte, quando sono in gioco stanziamenti di bilancio di considerevole ammontare.

2.2.6.

L’obiettivo indicato nella proposta, vale a dire promuovere un ambiente favorevole e sicuro per le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti nei rispettivi paesi, anche a livello locale, è effettivamente necessario. Manca tuttavia una chiara spiegazione di come l’obiettivo sarà perseguito. Il Comitato chiede alla Commissione di individuare e rendere operative le opportunità di finanziamento per le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani che operano in prima linea nelle comunità emarginate e vulnerabili.

2.2.7.

Il Comitato propone di creare un meccanismo reattivo, rapido ed efficiente per individuare e segnalare gli attacchi fisici e verbali, le intimidazioni e le vessazioni — tra cui le azioni legali abusive, le violenze e l’incitamento all’odio online e offline — contro le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani. In questo meccanismo di allerta dovrebbero essere inclusi le istituzioni nazionali per i diritti umani e i comitati sociali ed economici nazionali. Il CESE è pronto anche a contribuire alla creazione del meccanismo e a collaborare con le altre istituzioni dell’UE per proteggere in maniera effettiva le organizzazioni e le persone interessate e assicurare che queste abbiano a loro disposizione dei mezzi di ricorso.

2.2.8.

È più che incoraggiante vedere che la Commissione è impegnata ad allineare gli sforzi volti a garantire la democrazia, lo Stato di diritto e la protezione dei diritti fondamentali (6). Il Comitato ritiene che i medesimi principi di coordinamento debbano essere riprodotti a livello nazionale. Troppo spesso le varie istituzioni e organizzazioni, pubbliche e non governative, non collaborano in misura sufficiente. Perciò la Commissione può chiedere agli Stati membri di istituire dei forum nazionali sui diritti fondamentali in cui tutte le entità interessate possano lavorare insieme: istituzioni nazionali per i diritti umani, organismi nazionali per la parità e l’uguaglianza, difensori civici, i nuovi punti di riferimento per la Carta e altri organismi pubblici. I forum dovrebbero comprendere organizzazioni della società civile e difensori dei diritti umani.

2.2.9.

La creazione e l’accreditamento delle istituzioni nazionali per i diritti umani e le misure volte a garantirne la conformità con i principi di Parigi delle Nazioni Unite (7) dovrebbero costituire una priorità, e a tal fine dovrebbe essere fornito un maggiore sostegno. Il Comitato propone alla Commissione di istituire un programma speciale di assistenza volto a rafforzare e rendere più uniforme la capacità istituzionale di tutte le NHRI.

2.3.   Promuovere l’uso della Carta come «bussola» per le istituzioni dell’UE

2.3.1.

È auspicabile che la Commissione mantenga al centro delle sue preoccupazioni, lungo l’intero iter decisionale, il controllo delle sue principali iniziative fin dalla loro fase preparatoria. Il fatto che nella proposta sia messa in evidenza la legge sui servizi digitali e che si stia lavorando per garantire il rispetto della Carta illustra adeguatamente l’ampiezza delle questioni e delle implicazioni che la conformità comporta.

2.3.2.

È molto importante che le principali iniziative della Commissione siano preparate accuratamente. Allo stesso tempo, lo sviluppo tematico della conformità dovrebbe essere integrato da una riflessione e un’analisi fondate sulla Carta e incentrate sui suoi diversi titoli e articoli, secondo la struttura in cui è articolata la relazione annuale. Un modo per realizzare questo obiettivo sarebbe quello di organizzare speciali iniziative e relazioni su titoli e articoli specifici, aperte ai contributi e agli spunti provenienti dalle istituzioni nazionali per i diritti umani, dalle organizzazioni della società civile e dai difensori dei diritti umani. Questo consentirebbe di acquisire una conoscenza sostanziale in merito agli articoli specifici e ai diritti che essi proteggono, e di tracciare un quadro più chiaro dell’impatto globale della legislazione e delle politiche dell’UE sulla vita e sui diritti dei cittadini.

2.3.3.

Come suggerito al punto 2.2.2, a causa del forte impatto della pandemia di COVID-19 sulla società europea, è necessario concentrarsi sulla situazione dei diritti che vi sono collegati. Il CESE incoraggia pertanto la Commissione a evidenziare, nelle relazioni annuali, l’impatto della pandemia e delle molteplici crisi che essa ha causato in materia di protezione dei diritti fondamentali.

2.3.4.

A tal riguardo, rinnovando la propria richiesta formulata nel parere del 2011 sulla strategia, si dovrebbe porre un maggiore accento sul titolo III — Uguaglianza e sul titolo IV — Solidarietà quali elementi centrali dell’UE in quanto Unione democratica, fondata sui valori, che prende sul serio il suo modello sociale e i suoi impegni.

2.3.5.

Il Comitato sostiene senza riserve l’impegno dell’UE a promuovere e proteggere i diritti e i valori fondamentali in tutto il mondo. Il fatto che gli accordi commerciali e il loro potenziale impatto sui diritti fondamentali vengano messi in evidenza è pienamente giustificato. Come sottolineato in numerosi pareri, il Comitato richiama inoltre l’attenzione sulla politica in materia di migrazione e asilo quale banco di prova basilare dell’impegno dell’UE a proteggere i diritti fondamentali. Sottolinea inoltre che la stabilità democratica e i conseguenti sistemi di protezione dei diritti umani nel vicinato europeo sono sotto pressione e che bisogna fare di più per sostenerli. Occorre sostenere più attivamente i difensori dei diritti umani in tutto il mondo.

2.3.6.

Il Comitato incoraggia il Parlamento europeo e il Consiglio a utilizzare gli strumenti a loro disposizione per garantire un’applicazione efficace della Carta nei loro lavori, avvalendosi dell’assistenza della Commissione e coinvolgendo i competenti organi consultivi europei nell’elaborazione della legislazione. Il CESE è pronto a partecipare a questo dialogo e lavoro a livello interistituzionale.

2.4.   Rafforzare la consapevolezza dei cittadini in merito ai propri diritti ai sensi della Carta

2.4.1.

Il Comitato attende con interesse i lavori della Commissione per una campagna di sensibilizzazione volta a informare meglio i cittadini in merito ai loro diritti sanciti nella Carta e alle istanze cui rivolgersi nel caso in cui essi siano violati. Data l’importanza e l’urgenza di questa misura, sarebbe stato utile specificare meglio nella strategia in esame gli obiettivi, il calendario, i gruppi destinatari, gli strumenti, i partner e il bilancio proposto per tale campagna.

2.4.2.

La campagna di sensibilizzazione dovrebbe essere progettata in modo da integrare altre misure. Il CESE raccomanda di iniziare a lavorare con le organizzazioni della società civile e gli organismi a livello statale, compresa la magistratura, sulla formazione, il trasferimento di buone pratiche e la comunicazione rivolta al pubblico, una volta che la capacità istituzionale minima sia stata assicurata. Le organizzazioni e gli organismi di cui sopra possono fungere da risorse, aiutando i cittadini a inquadrare la protezione dei loro diritti fondamentali in un contesto sociale e istituzionale favorevole.

2.4.3.

A questo riguardo, le campagne di sensibilizzazione dovrebbero essere concepite in modo da raggiungere coloro che sono maggiormente esposti a violazioni dei diritti fondamentali. Sono necessarie ulteriori ricerche e consultazioni per sviluppare una comprensione dell’applicazione della Carta, basata sui rischi e sulle vulnerabilità riscontrabili con maggiori probabilità in determinati gruppi sociali e comunità regionali. Ciò contribuirebbe a orientare le misure adottate dai diversi organismi e anche a modellare le varie iniziative di consultazione e partecipazione.

2.4.4.

Il CESE incoraggia la Commissione europea a organizzare attività connesse alla Carta nel quadro della Conferenza sul futuro dell’Europa, nonché ad attirare l’attenzione dei cittadini e dell’opinione pubblica sui diritti fondamentali.

Bruxelles, 10 giugno 2021

La presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  GU C 376 del 22.12.2011, pag. 74.

(2)  Nello studio sul tema La risposta delle organizzazioni della società civile per far fronte alla pandemia di COVID-19 e alle conseguenti misure restrittive adottate in Europa (2021), il CESE ha delineato i problemi strutturali messi in luce dalla pandemia e il modo in cui le organizzazioni della società civile hanno reagito.

(3)  GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 16

(4)  Malta ha compiuto progressi significativi e si prevede che istituirà presto la propria istituzione nazionale per i diritti umani.

(5)  Speciale Eurobarometro 487 b.

(6)  Il coordinamento a livello dell’UE può comprendere la rete europea delle istituzioni nazionali per i diritti umani (ENNHRI), la rete europea degli enti nazionali per le pari opportunità (Equinet) e la rete europea dei difensori civici (ENO). Il coordinamento a livello nazionale può essere reso efficace da un nucleo formato da istituzioni nazionali.

(7)  I principi di Parigi delle Nazioni Unite forniscono i parametri di riferimento internazionali rispetto ai quali le istituzioni nazionali per i diritti umani possono essere accreditate dall’Alleanza globale delle istituzioni nazionali per i diritti umani (GANHRI).