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26.3.2021 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 106/31 |
Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema «Un nuovo Spazio europeo della ricerca (SER) per la ricerca e l’innovazione»
(2021/C 106/07)
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RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
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1. |
richiama le conclusioni del proprio parere sul tema Orizzonte Europa: il nono programma quadro di ricerca e innovazione in cui:
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2. |
si compiace per l’opportunità offerta dalla presente comunicazione di proporre una strategia coerente per mobilitare tutte le parti interessate al fine di rafforzare gli sforzi europei in materia di ricerca e innovazione; rileva, tuttavia, lo squilibrio nella comunicazione che colloca in modo eccessivo lo Spazio europeo della ricerca (SER) nel prolungamento dell’asse di Orizzonte Europa, a scapito degli altri elementi che dovrebbero essere presi in considerazione; |
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3. |
sostiene le ambiziose iniziative presentate nella comunicazione che contribuiscono ad attrezzare l’Europa perché possa essere all’altezza delle sfide globali cui è posta di fronte e che sono in grado di trasformare il panorama della ricerca e di rafforzare l’Europa attraverso lo sviluppo delle conoscenze. La ricerca e l’innovazione (R&I) devono svolgere un ruolo chiave nel sostenere le transizioni ecologiche, digitali, sociali ed economiche che l’Europa si trova ad affrontare. Tali politiche devono inoltre aiutare l’Europa a superare la prova cui è sottoposta dalla pandemia di COVID-19, come dimostrato dal piano d’azione in corso ERAvsCorona; |
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4. |
si compiace che la Commissione abbia attribuito una nuova importanza al coinvolgimento dei cittadini nelle questioni di ricerca e d’innovazione; chiede che tale coinvolgimento, che preveda la garanzia della libertà scientifica, riguardi tutte le tappe di definizione, attuazione e monitoraggio di queste politiche e non si limiti a «rendere edotti» o «informare» i cittadini, che, al contrario, desiderano prendervi parte attivamente; considera che tale coinvolgimento vada organizzato, in primo luogo, a livello locale e che le città e le regioni siano attori essenziali per facilitarla e svilupparla, svolgendo un ruolo importante nel processo di allineamento della ricerca e dell’innovazione ai valori, alle esigenze e alle aspettative della società. Pertanto, la co-progettazione e la corresponsabilità del processo e dei risultati della ricerca e dell’innovazione possono essere agevolate dagli attori regionali e locali, cosa che fa aumentare l’adozione e l’accettabilità della ricerca e dell’innovazione da parte della società. Le città e le regioni forniscono inoltre risorse importanti per rendere operativa l’agenda della scienza aperta in senso lato, essenziale per lo sviluppo di uno Spazio europeo della ricerca efficace; |
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5. |
esprime apprezzamento per la volontà della Commissione di raggiungere l’obiettivo di destinare il 3 % del PIL alla spesa per la R&I e di fissare un obiettivo dell’1,25 % per lo sforzo pubblico nel 2030 (rispetto allo 0,81 % corrente), ma si chiede come tali obiettivi possano essere conseguiti se il piano di ripresa non prevede uno sforzo massiccio per la R&I e tralascia, per esempio, il programma «UE per la salute» proposto dalla Commissione; |
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6. |
si rammarica per il fatto che, nonostante esista un’unica commissaria responsabile per le politiche in materia di d’innovazione, ricerca, istruzione e giovani, non sia stato possibile proporre un nuovo approccio per uno Spazio europeo dell’istruzione e della ricerca; ricorda la necessità di un approccio trasversale a tali questioni, in stretto collegamento, in particolare, con le politiche regionali; auspica che la comunicazione sull’approccio globale alla ricerca, all’innovazione, all’istruzione e ai giovani, annunciata dalla Commissione nel suo programma di lavoro 2021, vada in questa direzione; |
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7. |
sottolinea che la comunicazione in esame è solo un punto di partenza che deve condurre, da un lato, a nuove azioni concrete e, dall’altro, all’adozione di un «patto per la ricerca e l’innovazione»; chiede di essere associato alla preparazione di queste nuove tappe; chiede che tale patto sia l’occasione per difendere la libertà accademica e universitaria, la libertà di espressione dei docenti, dei ricercatori, degli studenti, degli intellettuali e la loro libertà di circolazione non solo in seno all’Unione, ma anche tra l’Unione e i suoi paesi partner; ritiene, a tale proposito, che la politica di cooperazione internazionale nel quadro del SER dovrà allinearsi a questi medesimi principi e esprime inquietudine per il rapido degradarsi delle libertà accademiche in numerosi paesi in varie parti del mondo; |
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8. |
sottolinea che un monitoraggio e un seguito corretti dell’innovazione e della ricerca sono essenziali per un’attuazione efficace delle politiche. In quest’ottica, si richiama al proprio parere sul tema Il quadro di valutazione dell’innovazione regionale e il relativo impatto sulle politiche regionali basate sul territorio in cui si osserva che il RIS (quadro di valutazione dell’innovazione regionale — Regional Innovation Scoreboard) è uno strumento essenziale per mettere a confronto l’evoluzione della performance delle politiche regionali in materia di innovazione, e che ne andrebbe potenziato l’impatto della SRI sui processi decisionali a livello regionale ai fini del miglioramento degli ecosistemi regionali d’innovazione e della specializzazione intelligente; |
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9. |
si compiace per gli elementi di progresso contenuti nella comunicazione, che propone una visione più strategica del partenariato tra la Commissione e gli Stati membri (con il coinvolgimento delle regioni che hanno spesso competenze in materia di promozione di queste politiche), un approccio più integrato delle questioni inerenti alla ricerca e all’innovazione nonché una migliore presa in considerazione degli obiettivi che tali politiche devono soddisfare e il loro impatto sulle nostre società; plaude inoltre al fatto che tale comunicazione esplori la via di una governance multilivello più aperta, proponga con gli ERAHubs una nozione capace di riconoscere più adeguatamente i ruoli degli ecosistemi regionali e dei poli d’innovazione, rafforzi elementi di coordinamento con gli aspetti legati non solo alla formazione superiore, ma anche all’istruzione e alle competenze digitali, e si schieri a favore di uno spazio europeo della ricerca più inclusivo che faciliti l’accesso all’eccellenza scientifica e alla diffusione dei risultati; |
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10. |
sottolinea l’importanza dello sviluppo dell’economia della condivisione e della circolazione delle conoscenze. Le nozioni e le pratiche di diffusione dei risultati (idee, intuizioni, metodologie, prototipi, invenzioni e altri risultati analoghi della conoscenza) ottenuti con programmi e progetti di ricerca e innovazione dovrebbero essere finanziate affinché siano riscoperte, diventino accessibili e vengano applicate per un impiego attivo in tutta Europa; |
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11. |
sostiene la proposta di elaborare piani inclusivi per la parità tra donne e uomini, al fine di promuovere nel campo della R&I la parità di genere raccomandata dall’UE, e chiede che le città e le regioni siano coinvolte nell’elaborazione di tali piani; ricorda a tale proposito che, tra le azioni del nuovo SER l’azione 12 riguarda la parità di genere per il rafforzamento del potenziale R&I europeo per promuovere la parità di genere raccomandata dall’UE e sottolinea la necessità di colmare i divari di genere nel quadro della transizione digitale e dell’innovazione, incoraggiando una maggiore presenza femminile nei corsi di studio e nei posti di lavoro delle discipline STEAM (scienza, tecnologia, ingegneria, arte e matematica) e delle TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione); |
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12. |
apprezza in particolare il fatto di essere esplicitamente menzionato come un attore importante dello Spazio europeo della ricerca, in particolare attraverso la «Piattaforma di scambio delle conoscenze» e l’iniziativa «Science Meets Regions»; |
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13. |
protesta, tuttavia, contro un approccio alla governance ancora incentrato sul rapporto tra la Commissione e gli Stati membri, che nella maggior parte dei casi attribuisce alle città e alle regioni il ruolo di destinatari piuttosto che di attori delle politiche pubbliche, demandando agli Stati membri la presa in considerazione delle questioni locali e regionali. Rinnova pertanto la propria richiesta di un pieno e totale riconoscimento delle città e delle regioni in quanto parti interessate da mobilitare nell’elaborazione, nell’attuazione, nel monitoraggio e nella valutazione delle politiche europee in materia di ricerca e innovazione, conformemente al principio di «sussidiarietà attiva» (1). |
Un nuovo approccio per lo Spazio europeo della ricerca
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14. |
sottolinea l’importanza delle posizioni elaborate dal Comitato per lo Spazio europeo della ricerca (CSER) (2) (17.12.2019) e dall’ERRIN (European Regions Research and Innovation Network) (3) e sostiene un nuovo approccio per il SER che operi il passaggio:
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15. |
raccomanda di mettere un accento più forte sul rapporto tra ricerca e imprese, riconoscendo al tempo stesso il ruolo cruciale degli enti locali e regionali al fine di sviluppare contesti imprenditoriali e agevolare i collegamenti per il trasferimento delle conoscenze: sponsorizzazione della ricerca di base da parte delle imprese, promozione dell’imprenditorialità scientifica nel rispetto degli obblighi di trasparenza, investimenti privati, sostegno alle imprese per sviluppare le loro innovazioni; |
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16. |
chiede, nel contesto della creazione della «piattaforma per i talenti del SER», una maggiore chiarezza sul modo in cui la Commissione intende: a) garantire la continuità con l’iniziativa EURAXESS e la strategia per le risorse umane per i ricercatori (HSR4R), che sono state sviluppate finora per facilitare la mobilità dei ricercatori e il loro sviluppo professionale, al fine di contribuire alla creazione di un mercato unico della conoscenza, della ricerca e dell’innovazione; e b) incoraggiare il riconoscimento dei ricercatori in queste iniziative e promuovere meccanismi di sostegno per le regioni impegnate ad attirare e trattenere i talenti, nel quadro della suddetta strategia HRS4R e nell’ottica di venire incontro alle necessità delle istituzioni e del personale di ricerca; |
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17. |
sottolinea la necessità di lavorare in chiave locale e/o regionale e di fornire strumenti che permettano agli enti locali o regionali di rivestire un ruolo di primo piano, come il meccanismo di sostegno delle politiche (Policy Support Facility), le sinergie tra la politica regionale e Orizzonte Europa e il marchio di eccellenza. È essenziale facilitare l’accesso alle informazioni e ai dati per rafforzare le sinergie e le complementarità tra i fondi europei e permettere alle diverse autorità pubbliche di operare in modo più coordinato; |
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18. |
auspica che il concetto di eccellenza sia chiarito, distinguendo chiaramente l’eccellenza scientifica, l’eccellenza dagli impatti strettamente legata all’articolazione del rapporto tra la scienza e gli ecosistemi dell’innovazione, in particolare quelli locali e regionali, e l’eccellenza degli ecosistemi stessi attraverso non solo i loro specifici settori di eccellenza scientifica, ma anche la loro capacità strategica e di coordinamento (4); |
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19. |
pur ribadendo appieno l’importanza delle azioni di sostegno all’eccellenza scientifica in particolare nel quadro del programma Orizzonte Europa, propone di riconoscere pienamente come obiettivo complementare del SER la disponibilità in tutte le città e regioni dell’UE di una scienza di alta qualità che possa essere mobilitata per stimolare l’innovazione e aiutare la società e le imprese a raccogliere le sfide rappresentate dagli obiettivi di sviluppo sostenibile e ad affrontare le crisi attuali; |
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20. |
accoglie con favore la scelta della Commissione europea di agevolare gli investimenti e le riforme in vista della realizzazione delle priorità dell’UE, in particolare la trasformazione verde e quella digitale, che sono diventate essenziali dopo la crisi COVID-19; |
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21. |
chiede che il SER rafforzi i collegamenti da creare tra le strategie di specializzazione intelligente, le sue priorità e la relativa attuazione generale; chiede inoltre che il SER contribuisca a un equilibrio migliore tra l’indispensabile eccellenza della scienza da un lato e, dall’altro, l’urgenza di colmare il divario di risultati in materia di ricerca e innovazione tra gli Stati, le regioni e le città nell’UE. |
SER, specializzazioni intelligenti e politica regionale
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22. |
ritiene che un nuovo SER debba essere l’occasione per riconoscere pienamente il ruolo delle specializzazioni intelligenti e del loro processo collettivo e imprenditoriale come una delle pietre angolari dei risultati attuali e futuri della ricerca e dell’innovazione europee; sottolinea che le specializzazioni intelligenti riuniscono gli enti locali e regionali, le istituzioni di ricerca, il settore privato e la società civile, e aiutano le regioni ad acquisire un vantaggio competitivo, a stimolare gli investimenti privati e a creare posti di lavoro; sottolinea inoltre il ruolo fondamentale delle regioni nella strategia europea di specializzazione intelligente e la necessità di mantenere l’approccio specifico delle strategie regionali di specializzazione intelligente, incluso quando esistano anche strategie nazionali di specializzazione intelligente; suggerisce, in tale contesto, di realizzare una mappatura incrociata e dinamica dell’eccellenza scientifica distribuita e delle specializzazioni intelligenti, in partenariato tra le regioni, gli Stati membri e l’Unione europea; propone anche di prendere in considerazione un’evoluzione necessaria delle S3 verso le strategie di specializzazione intelligente sostenibile (S4) e verso una migliore pratica della quadrupla elica, che permette di posizionare la società come attore della strategia; |
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23. |
sottolinea l’importanza, sulla base di tale mappatura, di contribuire alla messa in rete delle specializzazioni intelligenti regionali sostenute dall’eccellenza scientifica e di agevolare le cooperazioni transregionali, sia attraverso Interreg e in particolare la sua componente «Investimenti interregionali in materia di innovazione», sia nell’ambito di Orizzonte Europa, attraverso progetti collettivi concreti attraverso tutto il programma e in particolare il pilastro 2, in particolare nell’ambito delle «Missioni» e dei «Partenariati europei per l’innovazione» e nel programma trasversale Rafforzare lo Spazio europeo della ricerca; sottolinea l’importanza di associare le città e le regioni alla governance delle Missioni e dei Partenariati; |
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24. |
sostiene l’intenzione della Commissione di guidare lo sviluppo di tabelle di marcia tecnologiche congiunte con l’industria al fine di includere programmi di investimento per la ricerca e l’innovazione, ma è sorpreso che queste riguardino soltanto gli Stati membri e l’industria nel quadro dei partenariati europei programmati nell’ambito di Orizzonte 2020; ricorda che tale lavoro deve essere condotto tenendo conto delle specializzazioni intelligenti delle regioni e del ruolo degli ecosistemi regionali e dei poli di innovazione, che strutturano anche le catene del valore industriali; |
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25. |
riafferma la vocazione delle città e delle regioni a essere i partner dello sviluppo e della messa in rete delle infrastrutture di ricerca e tecnologia e del programma Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (ESFRI) (5); rammenta l’importanza del loro ruolo nel far emergere, animare e valorizzare tali infrastrutture; ribadisce inoltre che gli enti locali e regionali sono attori chiave nella creazione di ecosistemi regionali e di poli di innovazione efficaci (6); |
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26. |
propone di orientarsi verso contratti di partenariato tra le regioni, gli Stati membri e l’UE, per mobilitare tutte le parti interessate intorno ad obiettivi condivisi in materia di ricerca, innovazione, istruzione superiore e digitale, competenze digitali, nonché intorno a piani di accompagnamento dei settori di specializzazione intelligente che mettano in moto tutte le politiche dell’UE e non siano limitati ai criteri per la mobilitazione del FESR. Ciò potrebbe essere oggetto di un’azione pilota; |
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27. |
ricorda che la mobilitazione del FESR per la ricerca e l’innovazione è aumentata considerevolmente nel corso dei vari periodi di programmazione, raggiungendo più di 100 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020, e che, nello stesso periodo, la mobilitazione finanziaria delle città e delle regioni a titolo dei loro bilanci ha raggiunto un livello che in totale rappresenta quasi il doppio del volume del programma quadro europeo di ricerca. Questi dati evidenziano le sfide del coordinamento tra le politiche europee, nazionali, locali e regionali, nonché quelle riguardanti le sinergie tra gli strumenti di intervento; |
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28. |
esprime preoccupazione per i limitati progressi registrati nel campo delle sinergie, in particolare a causa della lentezza nell’evoluzione dei regimi d’inquadramento degli aiuti di Stato; ribadisce l’auspicio «che tutti i fondi mobilitati allo scopo di cofinanziare un’azione o un programma di azione basato sul programma Orizzonte Europa siano soggetti alle norme giuridiche che si applicano a tale programma, in particolare quelle relative agli aiuti di Stato» (7) e riafferma la propria visione delle sinergie come cooperazioni volontarie intorno alle 5C (coerenza, complementarità, compatibilità, costruzione congiunta, riconoscimento dei collettivi di attori locali) (8); insiste sulla necessità di un approccio effettivo di costruzione congiunta e di un controllo degli eventuali trasferimenti finanziari da parte dell’autorità di gestione; |
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29. |
ritiene che, alla luce di tali elementi, un pieno coinvolgimento delle città e delle regioni nel forum SER per la transizione sia indispensabile, sia in ragione delle sfide poste dalla cooperazione e coordinamento che vanno affrontate, sia in considerazione del ruolo degli attori locali nell’attuazione dell’agenda di trasformazione in collegamento con le crisi e le transizioni. |
Contributo degli ecosistemi regionali e dei poli di innovazione alle dinamiche dello Spazio europeo della ricerca
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30. |
raccomanda il monitoraggio e lo sviluppo di buone pratiche locali o regionali nel quadro della definizione dei criteri di adempimento per la condizione abilitante delle strategie di specializzazione intelligente, come stabilito nel regolamento recante disposizioni comuni applicabili ai fondi strutturali. Occorre ricordare che, nel processo di elaborazione dei programmi regionali a titolo del FESR, bisognerà definire una buona governance della strategia di specializzazione intelligente nazionale, regionale o locale, nel cui quadro ogni ente regionale o locale dovrà dimostrare i progressi compiuti nell’attuazione delle proprie S3, comprese, tra l’altro, le misure di collaborazione internazionale. Secondo il CdR, si tratta di un’opportunità eccellente per la definizione di buone pratiche e la loro diffusione, ad esempio attraverso iniziative quali La scienza incontra le regioni (Science Meets Regions) o la piattaforma di scambio delle conoscenze (Knowledge Exchange Platform); |
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31. |
Sostiene con entusiasmo il concetto di ERAHub, considerando che rappresenti un’opportunità per dare riconoscimento istituzionale e una forma concreta al concetto di ecosistema regionale e polo di innovazione che promuove da molti anni, oltre che per riconoscere pienamente un approccio basato sul territorio (place-based approach) alla scienza e all’innovazione; chiede una rapida attuazione di tale proposta e propone di utilizzare la piattaforma di scambio delle conoscenze (Knowledge Exchange Platform — KEP) per precisarne il contenuto specifico e facilitare l’emergere di progetti pilota; Si compiace inoltre dell’intenzione della Commissione di portare tale iniziativa, in collaborazione con il CdR, a un livello strategico, promuovendo sinergie tra gli strumenti di R&I, l’istruzione, il miglioramento delle competenze, la riqualificazione professionale e la formazione, e mobilitando fondi di coesione; chiede che tale iniziativa non sia limitata all’unico obiettivo di facilitare l’accesso all’eccellenza; |
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32. |
richiama l’attenzione su svariati scogli da evitare: la riflessione da portare avanti deve tener conto dell’esperienza degli hub digitali o dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), ma gli ERAHub non devono essere confinati a questi riferimenti né limitarsi a organizzare uno «spazio della conoscenza interconnessa» incentrato sullo scambio di buone pratiche e sulla circolazione delle conoscenze, non avendo del resto l’Europa bisogno di un «Hub degli hub». Gli ERAHub non devono limitarsi a un ruolo di strumenti diretti alla riduzione del divario d’innovazione, né devono servire di nuovo a puntare i riflettori soltanto sui siti universitari di rango mondiale che già ricevono un grande sostegno dagli Stati membri e dal programma quadro; |
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33. |
propone al contrario di riconoscere, nel quadro degli ERAHub, collettivi di attori, ecosistemi regionali (o interregionali) e poli di innovazione caratterizzati dai seguenti criteri cumulativi:
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34. |
ritiene che tali ERAHub debbano essere sostenuti direttamente dall’UE, anche finanziariamente, attraverso un partenariato basato su tre pilastri:
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35. |
auspica che siano riconosciuti come ERAHub almeno tra 50 e 100 siti in Europa e che tale rete sia ampiamente accessibile agli ecosistemi emergenti dell’UE-13 e delle regioni più svantaggiate; |
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36. |
sottolinea il ruolo cruciale delle città e delle regioni in quanto iniziatrici e promotrici di progetti di collaborazione a largo raggio per le innovazioni sociali che affrontano le sfide della società. Gli ERAHub dovrebbero fungere da strumenti per lo sviluppo delle competenze e pratiche necessarie volte ad accelerare tali progressi; |
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37. |
sottolinea che la rete degli ERAHub potrebbe diventare un quadro eccellente per l’emergere dei progetti collettivi di ricerca e innovazione volti a federare diversi ecosistemi regionali e poli di innovazione in un approccio dal basso verso l’alto. Tali consorzi potrebbero utilmente mobilitare lo strumento giuridico delle azioni cofinanziate (Cofund actions) nell’ambito di Orizzonte Europa, utilizzabile anche nell’ambito del pilastro 2, dispositivo perfettamente adeguato per sviluppare sinergie tra il programma quadro, la politica regionale e i bilanci delle città e delle regioni. |
Crisi della pandemia di COVID-19, divario in materia d’innovazione, diffusione dell’eccellenza: la coesione al centro del SER
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38. |
mette in guardia contro le conseguenze delle crisi attuali sui territori più fragili e più colpiti, e ricorda che la crisi economica e finanziaria del 2008 ha provocato un crollo degli investimenti nella ricerca e nell’innovazione in alcune regioni, in particolare nei paesi dell’Europa meridionale. Il Comitato insiste pertanto affinché il piano di ripresa Next Generation EU e il prossimo quadro finanziario pluriennale sostengano vigorosamente l’istruzione superiore e quella digitale, l’apprendimento permanente (compresi il miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionale), la ricerca e l’innovazione al servizio degli obiettivi del SER e che, in tale contesto, il programma React EU e il Fondo per una transizione giusta siano mobilitati anche in linea con i programmi operativi adottati dalle regioni e con le loro strategie di specializzazione intelligente. Si tratta di un elemento indispensabile, perché le regioni hanno bisogno di un sostegno maggiore in vista della ripresa prima di poter diventare resilienti; |
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39. |
invita la Commissione a spiegare in che modo, nel contesto attuale e senza un potenziamento del sostegno, gli Stati membri il cui livello di investimenti in R&I è inferiore alla media europea potrebbero raggiungere l’obiettivo di un aumento del 50 % di tali investimenti nei prossimi 5 anni, obiettivo che peraltro il Comitato sostiene; |
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40. |
osserva che il SER è frammentato: i fondi dell’UE non sono sufficienti a finanziare la collaborazione tra gli ecosistemi regionali dell’innovazione e i risultati della ricerca sono raramente condivisi con il grande pubblico e il resto delle regioni, anche all’interno di uno stesso Stato membro; si rammarica, nel contempo, del fatto che i programmi sovranazionali di R&S avvantaggino tradizionalmente poche reti relativamente «chiuse» di università avanzate, di centri di ricerca, di grandi industrie e di regioni in cui è situata una capitale, reti che in molti casi hanno già partecipato a precedenti edizioni del programma quadro o hanno una forte presenza a Bruxelles; |
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41. |
concorda sul fatto che i progressi nell’attuazione del SER hanno subito un rallentamento e che permangono forti disparità tra paesi e regioni, come indicato nella relazione sullo stato di avanzamento del SER del 2018. La convergenza dei sistemi di ricerca e innovazione europei, nazionali e regionali è insufficiente, fatto che si traduce in una concentrazione dannosa dei siti di eccellenza di R&I in tutta l’Europa, lasciando intere regioni ai margini, con la conseguenza anche di portare a un panorama della mobilità e della circolazione delle conoscenze squilibrato che è in contraddizione con gli obiettivi strategici del SER; |
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42. |
ritiene che tali constatazioni siano ampiamente condivise e ribadite periodicamente, ma che da esse non si tragga alcuna lezione politica e che le attuali scelte di bilancio, se mantenute, non consentiranno di ovviare a tali carenze, facendo del dibattito sulla necessità di colmare il divario in materia di innovazione un pio desiderio e dei dispositivi per diffondere l’eccellenza e ampliare la partecipazione strumenti insufficienti e incapaci di conseguire gli obiettivi politici che ci si è prefissi. |
Bruxelles, 5 febbraio 2021
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
(1) COM(2018) 703 final.
(2) Parere del CSER sul futuro dello Spazio europeo della ricerca (https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-1201-2020-INIT/en/pdf), documento disponibile in inglese.
(3) Raccomandazioni dell’ERRIN per il futuro dello Spazio europeo della ricerca (https://errin.eu/system/files/2020-06/200608%20ERRIN_recommendations_for_the_future_of_the_European_Research_Area_approved.pdf), documento disponibile in inglese.
(4) Secondo l’Associazione europea delle università, l’eccellenza non si limita alle pubblicazioni più citate, ma deve basarsi anche sui molteplici ed eterogenei contributi della comunità di ricerca (in particolare le pratiche di scienza aperta), sul coinvolgimento dei cittadini e sull’impatto per la società.
(5) Parere del Comitato europeo delle regioni — Infrastrutture di ricerca: il futuro dello Spazio europeo della ricerca (SER) in una prospettiva regionale e transfrontaliera (GU C 39 del 5.2.2020, pag. 68).
(6) Parere del Comitato europeo delle regioni su «Una nuova Agenda europea per la ricerca e l’innovazione — l’opportunità dell’Europa di plasmare il proprio futuro» (GU C 168 del 16.5.2019, pag. 4).
(7) Parere del Comitato europeo delle regioni — Orizzonte Europa: il nono programma quadro di ricerca e innovazione (GU C 461 del 21.12.2018, pag. 79).
(8) Parere del Comitato europeo delle regioni — La dimensione locale e regionale del programma Orizzonte 2020 e il nuovo programma quadro per la ricerca e l’innovazione (GU C 342 del 12.10.2017, pag. 1).
(9) Parere del Comitato europeo delle regioni — Il quadro di valutazione dell’innovazione regionale e il relativo impatto sulle politiche regionali basate sul territorio (GU C 440 del 18.12.2020, pag. 87).