20.10.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 425/98


P9_TA(2020)0327

Bilancio delle elezioni europee

Risoluzione del Parlamento europeo del 26 novembre 2020 sul bilancio delle elezioni europee (2020/2088(INI))

(2021/C 425/11)

Il Parlamento europeo,

visto il trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare gli articoli 10 e 14 e l'articolo 17, paragrafo 7,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare gli articoli 20 e 22,

vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare gli articoli 21 e 39 e l'articolo 52, paragrafo 1,

vista la dichiarazione relativa all'articolo 17, paragrafi 6 e 7, del trattato sull'Unione europea, allegata all'Atto finale della Conferenza intergovernativa che ha adottato il trattato di Lisbona,

vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, in particolare l'articolo 21,

visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, in particolare l'articolo 25,

vista la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), in particolare l'articolo 29,

visto il pilastro europeo dei diritti sociali, in particolare il primo principio,

vista la decisione (UE, Euratom) 2018/994 del Consiglio, del 13 luglio 2018, che modifica l'atto relativo all'elezione dei membri del Parlamento europeo a suffragio universale diretto, allegato alla decisione 76/787/CECA, CEE, Euratom del Consiglio del 20 settembre 1976 (1),

vista la decisione (UE) 2018/937 del Consiglio europeo, del 28 giugno 2018, che stabilisce la composizione del Parlamento europeo (2),

vista la decisione (UE, Euratom) 2018/767 del Consiglio, del 22 maggio 2018, relativa alla fissazione del periodo in cui si terranno le none elezioni dei rappresentanti nel Parlamento europeo a suffragio universale diretto (3),

visto il regolamento (UE, Euratom) 2018/673 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 maggio 2018, recante modifica del regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014 relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee (4),

visto il regolamento (UE, Euratom) 2019/493 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 marzo 2019, che modifica il regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014 per quanto riguarda la procedura di verifica relativa alle violazioni delle norme in materia di protezione dei dati personali nel contesto delle elezioni del Parlamento europeo (5),

visto l'accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento europeo e la Commissione europea, quale modificato (6),

vista la sua risoluzione dell'11 novembre 2015 sulla riforma della legge elettorale dell'Unione europea (7),

vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2017 sul miglioramento del funzionamento dell'Unione europea sfruttando le potenzialità del trattato di Lisbona (8),

vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2017 sulle evoluzioni e gli adeguamenti possibili dell'attuale struttura istituzionale dell'Unione europea (9),

vista la sua risoluzione del 18 aprile 2018 sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla fissazione del periodo in cui si terranno le none elezioni dei rappresentanti nel Parlamento europeo a suffragio universale diretto (10),

vista la sua risoluzione del 7 febbraio 2018 sulla composizione del Parlamento europeo (11),

vista la sua risoluzione del 16 luglio 2019 sull'elezione del Presidente della Commissione (12),

vista la sua risoluzione del 10 ottobre 2019 sulle ingerenze elettorali straniere e la disinformazione nei processi democratici nazionali ed europei (13),

vista la sua risoluzione del 13 febbraio 2019 sullo stato del dibattito sul futuro dell'Europa (14),

vista la sua decisione del 18 giugno 2020 sulla costituzione, le attribuzioni, la composizione numerica e la durata del mandato della commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione (15),

vista la relazione informativa del Comitato economico e sociale europeo del 20 marzo 2019 dal titolo «La realtà del diritto di voto delle persone con disabilità alle elezioni del Parlamento europeo»,

visti i lavori dell'Unione interparlamentare (UIP) sull'uguaglianza di genere, in particolare il suo piano d'azione per parlamenti sensibili alla dimensione di genere,

visto l'articolo 54 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per gli affari costituzionali (A9-0211/2020),

A.

considerando che alle elezioni europee del 2019 si è registrato il tasso di partecipazione più elevato alle elezioni del Parlamento europeo degli ultimi 20 anni, pari al 50,66 % (con un aumento di otto punti percentuali rispetto al 2014), il che costituisce un segnale positivo che mostra che i cittadini europei nutrono un crescente interesse per le questioni europee e ritengono che la legislazione dell'UE abbia un impatto sulla loro vita quotidiana; che, tuttavia, tale cifra nasconde forti disparità tra gli Stati membri, che il tasso di astensione resta elevato e che occorre fare di più per aumentare la partecipazione alle elezioni europee;

B.

considerando che i risultati dell'indagine Eurobarometro commissionata dal Parlamento a seguito delle elezioni europee del 2019 mostrano che lo stato dell'economia e l'ambiente erano le due priorità principali per gli elettori, il che indica chiaramente che i cittadini che hanno partecipato alle elezioni europee auspicano un intervento più incisivo a livello dell'Unione in questi due ambiti strategici la cui competenza è condivisa tra l'UE e le autorità nazionali (16);

C.

considerando che la scelta di un sistema elettorale adeguato crea le condizioni favorevoli affinché i cittadini credano nel loro diritto fondamentale di eleggere i loro rappresentanti democratici e, al tempo stesso, affinché i rappresentanti politici ascoltino i loro elettori e rappresentino i loro interessi, il che genera autoefficacia tra i cittadini;

D.

considerando che, secondo l'indagine Eurobarometro, la maggiore affluenza alle urne è in parte riconducibile a una più ampia partecipazione dei giovani, nonostante la partecipazione delle persone con più di 40 anni alle elezioni continui a essere molto più elevata; che oltre il 50 % dei giovani ha votato per senso civico e in risposta all'emergenza climatica;

E.

considerando che l'impegno incessante della società civile ha svolto un ruolo cruciale nel discorso pro-europeo nel periodo precedente alle elezioni europee;

F.

considerando che l'aumento del tasso di partecipazione alle elezioni è anche legato al successo dei partiti europeisti grazie ai voti ricevuti dalle giovani generazioni, che hanno contribuito alla maggioranza pro-europea al Parlamento europeo, ma che i risultati dei movimenti euroscettici, populisti e nazionalisti, che minacciano il progetto di integrazione europea, dovrebbero essere considerati un avvertimento;

G.

considerando che il tasso di partecipazione più elevato alle elezioni è inoltre un segnale del fatto che i cittadini dell'UE auspicano un'azione rapida, democratica ed efficace dell'Unione in relazione a importanti questioni quali l'occupazione, il costo della vita, il dumping sociale, i cambiamenti climatici, la migrazione, la tutela dei diritti fondamentali e la democratizzazione;

H.

considerando che dobbiamo essere più efficaci e proattivi nell'utilizzare tutti i mezzi di comunicazione, ivi comprese le tecnologie digitali, per promuovere un forte legame tra le decisioni politiche prese a livello europeo e il sentimento di connessione degli elettori alle istituzioni dell'UE;

I.

considerando che, nonostante si sia registrato un miglioramento per quanto riguarda la parità di genere tra i deputati al Parlamento europeo (la percentuale di donne è passata dal 37 % nel 2014 al 41 % nel 2019), il Parlamento non è tuttora equilibrato in termini di genere; che tali cifre nascondono importanti differenze tra gli Stati membri e le numerose sfide ancora da affrontare per raggiungere la parità di genere;

J.

considerando che Ursula von der Leyen è la prima donna a ricoprire la carica di presidente della Commissione europea; che è la prima volta che in seno al collegio dei commissari le donne sono così numerose, tredici in totale;

K.

considerando che il Parlamento europeo deve rappresentare meglio la diversità e il multiculturalismo della società europea;

L.

considerando che in 15 Stati membri vengono ancora imposte restrizioni al diritto di voto delle persone con disabilità, il che impedisce l'effettiva partecipazione e rappresentanza di tali cittadini nell'ambito dei processi democratici; che, per effetto della normativa nazionale, circa 800 000 cittadini dell'UE non hanno potuto esercitare il loro diritto di voto alle ultime elezioni europee a causa delle loro disabilità o dei loro problemi di salute mentale;

M.

considerando che i cambiamenti demografici e il processo di invecchiamento delle società sono fattori che porteranno a un aumento del numero di persone che risiedono in strutture di assistenza a lungo termine e negli ospedali; che occorre pertanto incoraggiare i meccanismi specifici e mirati che sono applicati in numerosi Stati membri per tali persone;

N.

considerando che il termine per iscriversi nelle liste elettorali varia notevolmente in base allo Stato membro, da 90 giorni a 3 giorni prima della data delle elezioni; che la relazione informativa del CESE sulla realtà del diritto di voto delle persone con disabilità alle elezioni europee raccomanda che la chiusura delle liste elettorali avvenga al più presto due settimane prima dello svolgimento delle elezioni;

O.

considerando che, secondo la relazione congiunta della Federazione europea delle associazioni nazionali che si occupano dei senzatetto (FEANTSA) e della fondazione Abbé-Pierre (17), i senzatetto nell'UE sono almeno 700 000 e quasi 9 milioni di famiglie si trovano in una situazione di grave disagio abitativo; che tale cifra è aumentata del 70 % nell'arco di 10 anni; che i senzatetto hanno difficoltà a partecipare alle elezioni;

P.

considerando che la riforma dell'atto elettorale del 1976, quale approvata dal Parlamento europeo nella sua risoluzione legislativa del 4 luglio 2018 concernente il progetto di decisione del Consiglio che modifica l'atto relativo all'elezione dei membri del Parlamento europeo a suffragio universale diretto, allegato alla decisione 76/787/CECA, CEE, Euratom del Consiglio del 20 settembre 1976 (18), non è ancora stata pienamente ratificata da tre Stati membri;

Q.

considerando che il Parlamento dovrebbe dare seguito con rinnovato vigore alle sue proposte di modifica dell'atto elettorale, ancora in attesa di ratifica da parte di alcuni Stati membri, e promuovere norme elettorali europee unificate;

R.

considerando che l'esito delle elezioni europee del 2019 ha comportato l'emergere di una nuova maggioranza parlamentare costituita da diversi gruppi politici con una chiara identità pro-europea;

S.

considerando che le elezioni del 2019 non sono culminate nell'elezione di un presidente della Commissione scelto tra i candidati principali (Spitzenkandidaten) in ragione dell'opposizione del Consiglio, il che riduce di conseguenza la fiducia nel processo; che l'elezione del presidente della Commissione richiede il sostegno della maggioranza dei deputati al Parlamento europeo; che solo alcuni dei cittadini dell'UE che hanno partecipato alle elezioni europee erano convinti che il loro voto potesse fare la differenza riguardo all'elezione del presidente della Commissione, il che mette in evidenza la necessità di sensibilizzare i cittadini dell'UE in merito a tale processo;

T.

considerando che il sistema degli Spitzenkandidaten deve ancora essere sviluppato appieno; che esso non prevede, tra l'altro, la possibilità per gli Spitzenkandidaten di presentarsi come candidati ufficiali, il che consentirebbe a tutti gli elettori europei di votare per il loro Spitzenkandidat preferito e di sapere chi sono i candidati alla presidenza della Commissione e come sono stati scelti dai partiti politici europei; che il Parlamento ha sollevato tale questione nella sua decisione del 7 febbraio 2018 sulla revisione dell'accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento europeo e la Commissione europea (19);

U.

considerando che il sistema degli Spitzenkandidaten deve essere riformato con urgenza attraverso un'approfondita riflessione in occasione della conferenza sul futuro dell'Europa, tenendo conto della natura proporzionale del sistema elettorale europeo, ed essere pronto per essere applicato alle prossime elezioni europee del 2024; che tale riflessione dovrebbe altresì tenere conto del ruolo politico de facto della Commissione e del suo presidente nonché di eventuali modifiche correlate al processo decisionale dell'Unione;

V.

considerando che solo l'8 % degli interpellati ha dichiarato di aver votato in occasione delle ultime elezioni per influenzare la scelta del prossimo presidente della Commissione (20); sottolinea che il processo di selezione del presidente della Commissione deve essere urgentemente chiarito e reso più trasparente per gli elettori;

W.

considerando che proposte istituzionali come le liste transnazionali, come riferito dal Parlamento nella sua risoluzione del 7 febbraio 2018 sulla composizione del Parlamento europeo, il fatto di collocare i partiti e movimenti politici europei più al centro delle elezioni europee, la trasformazione del Consiglio in una seconda camera legislativa dell'Unione, come proposto nella sua risoluzione del 16 febbraio 2017 sulle evoluzioni e gli adeguamenti possibili dell'attuale struttura istituzionale dell'Unione europea, o l'introduzione della possibilità di formare coalizioni di partiti e movimenti politici europei prima delle elezioni contribuirebbero a trasformare le elezioni europee in un'elezione europea unica, rispetto all'attuale situazione in cui si tengono 27 elezioni nazionali distinte;

X.

considerando che il processo di esame delle dichiarazioni di interessi e le audizioni dei commissari designati da parte del Parlamento europeo hanno rappresentato un passo importante per il rafforzamento della rendicontabilità della Commissione nei confronti del Parlamento e del pubblico in generale; che tale processo può e dovrebbe essere ulteriormente migliorato in futuro;

Y.

considerando che i processi democratici a livello degli Stati membri e dell'Unione sono presi di mira da potenze straniere, talvolta associate ad attori interni, al fine di influenzare l'esito delle elezioni e di indebolire l'Unione; che i meccanismi messi in atto dalle istituzioni dell'UE, quali il codice di buone pratiche sulla disinformazione e il sistema di allarme rapido per le elezioni, hanno contribuito a ridurre le ingerenze straniere durante la campagna elettorale;

Z.

considerando che le richieste della Commissione alle piattaforme dei social media prima delle elezioni hanno generato confusione e avuto conseguenze involontarie, quali il divieto delle pubblicità politiche a livello europeo, che rappresentano uno dei principali strumenti con cui i partiti politici europei possono essere identificati e riconosciuti dagli elettori durante le campagne elettorali europee; che, segnatamente a tale riguardo, le istituzioni dovrebbero mettere a punto un approccio interistituzionale che assicuri un impatto positivo in termini di sicurezza e stabilità del processo elettorale; che il codice di buone pratiche è puramente volontario e mette l'accento sulla trasparenza anziché su limiti effettivi come le pubblicità politiche mirate;

AA.

considerando che i partiti politici europei e le fondazioni politiche europee sono gli attori in grado di promuovere un dibattito politico proficuo a livello europeo, durante le elezioni ma non solo, e dovrebbero essere resi più visibili; che in virtù di questo importante ruolo, i partiti politici europei e le fondazioni politiche europee dovrebbero garantire la massima trasparenza finanziaria sui fondi da loro gestiti, in particolare di quelli provenienti dal bilancio dell'UE;

AB.

considerando che i partiti politici europei sono soggetti a diverse restrizioni per quanto concerne le campagne elettorali durante le elezioni europee, ivi compresa la possibilità limitata di finanziare campagne e attività condivise con i loro partiti membri nazionali, e hanno il divieto di organizzare campagne in relazione ai referendum nazionali su questioni europee;

AC.

considerando che l'emergere di nuovi partiti e movimenti politici prima delle elezioni europee ha messo in evidenza l'interesse dei cittadini per l'innovazione politica;

AD.

considerando che norme nazionali divergenti per la costituzione di partiti e l'accesso alle elezioni europee rimangono un ostacolo significativo per l'innovazione politica e per la creazione di un reale dibattito politico paneuropeo;

AE.

considerando che è stato segnalato che, a causa dell'organizzazione dell'iscrizione alle liste elettorali nel Regno Unito, circa un milione di cittadini europei è stato privato della possibilità di esercitare il proprio diritto di voto in occasione delle elezioni europee;

1.

si compiace dell'aumento del tasso di partecipazione alle elezioni europee del 2019, il che dimostra che la tendenza alla diminuzione di tale tasso in Europa può essere invertita, ma esprime al tempo stesso delusione per la persistenza di un elevato tasso di astensione e per il fatto che in tutta l'UE quasi la metà degli aventi diritto al voto non ha votato; riconosce il ruolo importante delle campagne condotte dalle istituzioni dell'Unione e dalle organizzazioni della società civile per aumentare il tasso di partecipazione, in particolare la campagna «Stavolta voto»; sottolinea che occorre intraprendere più azioni a livello locale, regionale, nazionale ed europeo per incentivare gli elettori a partecipare alle elezioni europee; ritiene che la maggiore affluenza alle urne mostri che sempre più cittadini considerano l'UE il livello più appropriato a cui affrontare le sfide attuali, quali l'economia e la crescita sostenibile, i cambiamenti climatici e la tutela dell'ambiente, le disuguaglianze sociali e di genere, la rivoluzione digitale, la promozione della libertà, dei diritti umani e della democrazia, nonché la demografia e le preoccupazioni geopolitiche, quali la migrazione e la politica estera, la sicurezza e il ruolo dell'UE nel mondo; invita pertanto tutte le istituzioni dell'UE ad assumersi le proprie responsabilità e ad agire conformemente al mandato di cui sono state investite, direttamente o indirettamente, dai cittadini;

2.

è convinto che la tendenza all'aumento del tasso di partecipazione elettorale potrà proseguire se il legame tra gli elettori e i candidati, e la rendicontabilità di questi ultimi nei confronti degli elettori, saranno rafforzati e se le sfide e i programmi politici a livello dell'UE saranno oggetto di discussione in tutti gli Stati membri;

3.

valuta positivamente il significativo aumento della partecipazione dei giovani alle elezioni; ribadisce l'invito rivolto al Consiglio e alla Commissione affinché tengano conto delle preoccupazioni espresse dai giovani, che sono fondamentali per la vita delle future generazioni, attraverso consultazioni pubbliche e la conferenza sul futuro dell'Europa; raccomanda che gli Stati membri riflettano sulla possibilità di uniformare l'età minima per votare, al fine di rafforzare ulteriormente la partecipazione dei giovani elettori;

4.

si compiace che l'equilibrio di genere in seno al Parlamento sia migliorato a seguito delle ultime elezioni; sottolinea, tuttavia, che vi è ancora margine di miglioramento per rendere il Parlamento realmente equilibrato sotto il profilo del genere e riconosce che esistono differenze sostanziali tra gli Stati membri, alcuni dei quali hanno eletto oltre il 50 % di donne mentre altri non hanno eletto alcuna deputata al Parlamento europeo; invita gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione ad adottare ogni misura necessaria per promuovere il principio della parità di genere nell'intero processo elettorale; sottolinea a questo proposito l'importanza di liste elettorali equilibrate sotto il profilo del genere; invita la Commissione, in collaborazione con il Parlamento e altri organi quali la Commissione di Venezia, a rivolgere agli Stati membri raccomandazioni intese ad aumentare la rappresentanza delle donne al Parlamento europeo e chiede l'introduzione di liste di candidati con lo stesso numero di candidati di sesso maschile e femminile, ad esempio attraverso il ricorso a liste chiuse o metodi equivalenti, dal momento che molti Stati membri non dispongono di una legislazione che garantisca la parità politica alle elezioni;

5.

osserva che solo pochi deputati al Parlamento europeo appartengono a minoranze etniche, linguistiche e di altro tipo (21); ritiene che la lotta contro il razzismo e l'eliminazione dell'esclusione e della discriminazione sia un dovere derivante dai valori dell'UE e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea; sottolinea che occorre fare di più a livello nazionale ed europeo per aumentare ulteriormente l'inclusione nelle liste elettorali e l'elezione delle minoranze e invita gli Stati membri e i partiti politici che partecipano alle elezioni europee ad adottare misure proattive per aumentare la rappresentanza dei gruppi sottorappresentati;

6.

ricorda, in tale contesto, le particolari difficoltà che incontrano i rom nell'ambito della partecipazione politica, in particolare per quanto riguarda l'accesso alle procedure di registrazione degli elettori a causa, tra l'altro, della mancanza di documenti di identità; invita gli Stati membri a intensificare l'educazione degli elettori rom e la loro partecipazione alle elezioni;

7.

rileva che potrebbero essere formulate raccomandazioni analoghe in relazione all'esercizio dei diritti di elettorato attivo e passivo dei cittadini con disabilità; ricorda con profonda preoccupazione che in tutta l'Unione circa 800 000 cittadini con disabilità non hanno potuto votare nel 2019 per effetto di norme nazionali; invita gli Stati membri a intensificare lo scambio di buone pratiche per facilitare l'accesso ai seggi delle persone con disabilità; afferma che, per gli elettori con disabilità, le disposizioni tecniche del voto sono importanti quanto l'accesso all'informazione o l'accesso ai seggi;

8.

esorta gli Stati membri a garantire che tutti coloro che godono del diritto di voto, ivi compresi i cittadini dell'UE che vivono al di fuori del loro paese di origine, i senzatetto e i detenuti cui è concesso tale diritto in conformità delle leggi nazionali, possano esercitarlo;

9.

osserva che culture elettorali divergenti hanno portato a una serie di sistemi elettorali diversi; raccomanda che regolamentazioni, raccomandazioni e orientamenti chiari garantiscano l'evoluzione verso una legge elettorale unificata e la parità di voto per i cittadini dell'UE, in particolare per quanto riguarda il diritto di registrare un partito e di candidarsi alle elezioni, l'accesso al voto, la presentazione dei candidati, l'accessibilità, il voto per delega o la votazione a distanza e le giornate elettorali;

10.

riconosce la buona organizzazione del processo elettorale nelle elezioni europee del 2019 nonostante l'incertezza derivante dal recesso del Regno Unito dall'UE; sottolinea, in tale contesto, la corretta ricomposizione del Parlamento europeo a seguito della Brexit in ragione della clausola di salvaguardia prevista nella sua risoluzione del 7 febbraio 2018 sulla composizione del Parlamento europeo;

11.

incoraggia gli Stati membri a rafforzare i mezzi nei consolati in vista delle elezioni del 2024, per permettere un maggiore controllo e la sensibilizzazione dei cittadini riguardo al divieto di voto multiplo;

12.

invita gli Stati membri a migliorare la legislazione per facilitare l'accesso al voto dei senzatetto; sottolinea che esigere la prova dell'indirizzo per poter votare, come stabilito dalla direttiva 93/109/CE del Consiglio, del 6 dicembre 1993, che stabilisce le modalità dell'esercizio del diritto di voto e l'eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non hanno la cittadinanza (22), può portare all'esclusione dei senzatetto nei paesi in cui non possono ottenere un indirizzo amministrativo; raccomanda vivamente l'eliminazione del requisito della prova dell'indirizzo per facilitare la partecipazione al voto dei senzatetto, che sono cittadini a pieno titolo dell'UE;

13.

ritiene che il sistema degli Spitzenkandidaten non abbia permesso di scegliere il presidente della Commissione europea dopo le elezioni del 2019 innanzitutto perché non sono stati apportati miglioramenti all'applicazione del principio degli Spitzenkandidaten dopo l'esperienza maturata nel 2014 e, in secondo luogo, in ragione della mancanza di spiegazioni e di comprensione del processo tra i cittadini dell'UE; è determinato a riformare il processo democratico per la scelta del presidente della Commissione prima delle prossime elezioni europee del 2024; osserva, tuttavia, che l'elezione del presidente della Commissione dipende sempre dalla garanzia del sostegno della maggioranza dei deputati al Parlamento europeo affinché si tenga pienamente conto dei risultati elettorali, come previsto dal trattato di Lisbona;

14.

sottolinea il ruolo importante della prossima conferenza sul futuro dell'Europa nel dibattito relativo alle questioni istituzionali, anche alla luce dell'esito delle elezioni europee del 2019; si compiace dell'imminente dichiarazione congiunta delle tre istituzioni dell'UE sulla conferenza sul futuro dell'Europa e ne chiede la rapida adozione; ricorda l'impegno del presidente della Commissione di affrontare temi specificamente connessi ai processi democratici e alle questioni istituzionali, anche nel quadro della conferenza, fatte salve le decisioni adottate dalla conferenza stessa sull'elenco delle priorità da affrontare;

15.

sottolinea che l'elezione della Commissione e del suo presidente dipendono dalla maggioranza dei deputati al Parlamento, il che richiede di fatto la formazione di una coalizione basata su un accordo programmatico, come ha dimostrato l'elezione della Commissione von der Leyen;

16.

osserva che nulla impedisce ai partiti e ai movimenti europei di formare coalizioni prima delle elezioni europee, e quindi di presentare un programma comune e uno Spitzenkandidat unico per la coalizione;

17.

reputa che l'esito delle elezioni europee abbia rafforzato la dimensione politica dell'elezione della Commissione europea e quindi la necessità di un controllo più approfondito e oggettivo delle dichiarazioni di interessi dei commissari designati; ritiene inoltre che tale processo abbia messo in luce la necessità di una valutazione tecnica e imparziale delle dichiarazioni di interessi dei commissari designati; sostiene la prossima riflessione in seno alla commissione per gli affari costituzionali (AFCO) e alla commissione giuridica (JURI) sulla creazione di un organismo etico indipendente, dotato di risorse adeguate; sottolinea tuttavia che l'approvazione o il rigetto di ciascun commissario designato e del collegio dei commissari è, in ultima analisi, un esercizio politico saldamente nelle mani del Parlamento europeo;

18.

insiste sul fatto che tutti gli elettori europei dovrebbero poter votare per il proprio candidato preferito per la carica di presidente della Commissione; ribadisce pertanto che gli Spitzenkandidaten dovrebbero potersi presentare come candidati ufficiali alle prossime elezioni in tutti gli Stati membri, eletti da un partito politico europeo e con un programma elettorale europeo unificato; sottolinea che, tenendo conto del sistema elettorale proporzionale dell'UE, l'elezione del presidente della Commissione europea dovrebbe dipendere dalla sua capacità di ottenere il sostegno della maggioranza dei deputati al Parlamento europeo;

19.

rileva che le modifiche del diritto primario dell'UE proposte nella presente relazione, che rispecchiano l'accresciuto ruolo politico della Commissione nel quadro dell'Unione, dovrebbero altresì includere la responsabilità individuale e collettiva della Commissione nei confronti del Parlamento e del Consiglio come pure la trasformazione del Consiglio in una seconda camera legislativa dell'Unione;

20.

propone di riformare la legge elettorale e la decisione sulla composizione del Parlamento europeo, prevedendo miglioramenti immediati in vista delle prossime elezioni e una tabella di marcia concordata e obbligatoria dei miglioramenti successivi alle prossime elezioni;

21.

riconosce che, sebbene la riforma della legge elettorale concordata non sia ancora stata ratificata da alcuni Stati membri, gli elementi seguenti, che potrebbero migliorare il processo elettorale europeo, potrebbero essere discussi nel quadro della conferenza sul futuro dell'Europa:

nuovi metodi di voto a distanza per i cittadini durante le elezioni europee in circostanze specifiche o eccezionali,

norme comuni di ammissione dei candidati alle elezioni e norme comuni in materia di campagne e finanziamento,

norme armonizzate per i diritti di elettorato attivo e passivo in tutti gli Stati membri, compresa una riflessione sull'abbassamento a 16 anni dell'età minima per votare in tutti gli Stati membri,

disposizioni concernenti i periodi di assenza dei deputati, ad esempio in caso di congedo di maternità, congedo parentale o malattia grave;

22.

ribadisce la sua richiesta di istituire un'autorità elettorale europea incaricata di monitorare l'attuazione degli orientamenti e delle disposizioni concernenti la legge elettorale europea; raccomanda di rafforzare i meccanismi di scambio tra gli uffici elettorali nazionali con il coordinamento dell'autorità elettorale europea;

23.

esprime profonda preoccupazione per il costante emergere di prove di ingerenza e campagne di disinformazione, spesso indicanti un'influenza estera, nella fase preparatoria delle elezioni europee del 2019; plaude agli sforzi profusi dalla Commissione e da altre istituzioni per far fronte alle ingerenze straniere durante la campagna elettorale, segnatamente attraverso la task force East StratCom del SEAE; rileva tuttavia che le risorse finanziarie e umane necessarie per contrastare tali attacchi alla democrazia europea, anche a livello nazionale, sono di molto superiori all'insieme delle risorse europee destinate a tal fine; esorta la Commissione e gli Stati membri ad aumentare in misura significativa i finanziamenti a favore della lotta contro le ingerenze straniere; sottolinea, in quanto sfida prioritaria, la necessità di migliorare l'alfabetizzazione mediatica e l'educazione civica grazie alla cultura e all'istruzione scolastica fin dalla più giovane età, per sviluppare lo spirito critico e permettere ai cittadini di identificare le informazioni dei media prive di fonti e di collegamenti con dati verificabili;

24.

ritiene che l'ingerenza illegittima nei processi elettorali non sia un fenomeno esclusivamente estero; ritiene che gli algoritmi di promozione dei contenuti delle piattaforme di social media debbano essere esaminati e, se necessario, regolamentati al fine di assicurare che le informazioni di cui dispongono i cittadini non siano di parte e che il loro diritto all'informazione sia tutelato durante e dopo le campagne elettorali;

25.

ritiene che le difficoltà che pone la pubblicità politica nelle piattaforme di social media dimostrino la necessità di armonizzare le regole sulle campagne elettorali in tutta l'Unione, in particolare nel momento in cui le elezioni europee danno luogo, di fatto, a campagne paneuropee, nelle quali la necessità di rispettare 27 regimi giuridici diversi in uno spazio digitale crea ostacoli e incertezza giuridica per i partiti e i movimenti politici;

26.

esorta la Commissione e il Consiglio ad adottare tutte le misure necessarie per combattere efficacemente le ingerenze straniere e la dimensione interna ed esterna della disinformazione, a collaborare pienamente con la nuova commissione speciale del Parlamento sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione, e a tenere pienamente conto delle sue conclusioni non appena le avrà presentate e prima delle prossime elezioni europee; incoraggia la Commissione e il Consiglio a collaborare molto più strettamente con il Parlamento in merito a tali questioni, dal momento che la protezione delle istituzioni democratiche rientra tra le competenze fondamentali del Parlamento;

27.

riconosce l'importante ruolo che i partiti e i movimenti politici europei e le fondazioni politiche europee svolgono nella promozione del dibattito politico europeo; rileva tuttavia che, a causa delle misure restrittive in vigore a livello europeo e nazionale, i partiti politici europei non possono partecipare appieno alle campagne elettorali europee; sottolinea inoltre che essi non possono organizzare campagne in occasione di referendum che riguardano questioni europee, ad esempio gli accordi commerciali internazionali o il referendum del Regno Unito del 2016 sull'appartenenza all'UE; chiede un ulteriore allineamento della legislazione a livello nazionale e dell'UE al fine di garantire condizioni di parità in tutta l'UE per le elezioni europee; propone di aumentare la visibilità dei partiti e movimenti politici europei ponendo i loro nomi e loghi sulle schede elettorali e raccomanda che gli stessi figurino altresì su tutti i materiali utilizzati nelle campagne elettorali europee;

28.

ritiene che i manifesti dei partiti politici europei debbano essere noti prima delle elezioni, il che richiede norme chiare e trasparenti sull'organizzazione delle campagne; sottolinea che le norme elettorali europee devono promuovere la democrazia dei partiti europei, in particolare rendendo obbligatoria, per i nazionali partiti che si candidano alle elezioni europee, l'apposizione del logo del rispettivo partito europeo accanto a quello nazionale sulla scheda elettorale;

29.

propone che il regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014, relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee (23) sia modificato in modo da consentire ai partiti politici europei e alle fondazioni politiche europee di partecipare appieno allo spazio politico europeo, di organizzare campagne e di utilizzare finanziamenti a tal fine e candidarsi alle elezioni europee, di aumentare la trasparenza del loro finanziamento, in particolare per quanto riguarda la gestione di fondi provenienti dal bilancio dell'UE e quando le risorse provengono da partiti membri, e di vietare donazioni da parte di organismi pubblici e privati di paesi terzi; sottolinea tuttavia che le quote associative dei partiti di paesi membri del Consiglio d'Europa potrebbero essere autorizzate al fine di rafforzare i legami politici paneuropei, a condizione che ciò avvenga in un quadro di maggiore trasparenza;

30.

rileva che i manifesti dei partiti europei non erano ancora una parte significativa del dibattito politico prima delle elezioni del 2019; deplora vivamente i casi in cui tale dibattito, anziché riguardare questioni europee, si è concentrato su temi nazionali senza alcun legame diretto con il processo decisionale dell'UE; ritiene che la dimensione europea delle elezioni possa essere notevolmente rafforzata informando maggiormente i cittadini sulle decisioni adottate dall'UE e sull'impatto di queste ultime sulla loro vita quotidiana;

31.

è del parere che l'introduzione di una settimana europea annuale che si svolga simultaneamente in tutti i parlamenti nazionali, con dibattiti tra deputati dei parlamenti nazionali, commissari europei, deputati al Parlamento europeo e rappresentanti della società civile sul programma di lavoro della Commissione, favorirebbe l'emergere di sfere interparlamentari pubbliche connesse e migliorerebbe la comunicazione delle azioni europee a livello nazionale;

32.

chiede una strategia coordinata a livello europeo per assicurare la copertura mediatica delle elezioni europee, segnatamente garantendo che le agende politiche delle diverse forze politiche europee siano oggetto di discussione, che i candidati che si presentano alle elezioni europee nei diversi Stati membri siano invitati e che vi sia informazione sugli eventi realizzati durante le campagne;

33.

incoraggia le emittenti pubbliche a ospitare e trasmettere dibattiti tra i candidati capolista e tra i candidati al Parlamento europeo nell'ambito del loro mandato di informazione del pubblico;

34.

ritiene che l'esito delle elezioni europee sia un chiaro segnale della necessità di un'approfondita riflessione istituzionale che permetta ai cittadini, alla società civile e ai loro rappresentanti di plasmare il futuro dell'Unione; sottolinea che la pandemia di COVID-19 ha aumentato l'urgenza di un processo di riforma istituzionale a livello europeo; invita pertanto tutti i partner istituzionali ad assumersi le proprie responsabilità e a contribuire a una conferenza ambiziosa, interattiva e inclusiva sul futuro dell'Europa, che sia aperta ai cittadini, alla società civile e ai loro rappresentanti e che rafforzi la democrazia rappresentativa e la resilienza dell'UE producendo risultati tangibili, nonché a dare seguito alle conclusioni della conferenza, che dovrebbe apportare cambiamenti significativi alle politiche e alla struttura istituzionale dell'UE e imprimere nuovo slancio al progetto europeo;

35.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione nonché ai parlamenti e ai governi degli Stati membri.

(1)  GU L 178 del 16.7.2018, pag. 1.

(2)  GU L 165 I del 2.7.2018, pag. 1.

(3)  GU L 129 del 25.5.2018, pag. 76.

(4)  GU L 114 I del 4.5.2018, pag. 1.

(5)  GU L 85 I del 27.3.2019, pag. 7.

(6)  GU L 304 del 20.11.2010, pag. 47.

(7)  GU C 366 del 27.10.2017, pag. 7.

(8)  GU C 252 del 18.7.2018, pag. 215.

(9)  GU C 252 del 18.7.2018, pag. 201.

(10)  GU C 390 del 18.11.2019, pag. 170.

(11)  GU C 463 del 21.12.2018, pag. 83.

(12)  Testi approvati, P9_TA(2019)0002.

(13)  Testi approvati, P9_TA(2019)0031.

(14)  Testi approvati, P8_TA(2019)0098.

(15)  Testi approvati, P9_TA(2020)0161.

(16)  Eurobarometro 91.5, «The 2019 post-electoral Survey — Have European Elections Entered a New Dimension?» (Indagine post-elettorale del 2019 — Le elezioni europee sono entrate in una nuova dimensione?), Parlamento europeo, settembre 2019.

(17)  FEANTSA e fondazione Abbé-Pierre, «Fifth Overview of Housing Exclusion in Europe 2020» (Quinta rassegna sull'esclusione abitativa in Europa 2020), luglio 2020.

(18)  GU C 118 dell'8.4.2020, pag. 246.

(19)  GU C 463 del 21.12.2018, pag. 89.

(20)  Eurobarometro 91.5, settembre 2019.

(21)  Comunicazione della Commissione del 19 giugno 2020 dal titolo «Relazione sulle elezioni del Parlamento europeo del 2019» (COM(2020)0252).

(22)  GU L 329 del 30.12.1993, pag. 34.

(23)  GU L 317 del 4.11.2014, pag. 1.