11.12.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

L 417/310


RISOLUZIONE (UE) 2020/1939 DEL PARLAMENTO EUROPEO,

del 14 maggio 2020,

recante le osservazioni che costituiscono parte integrante della decisione sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) per l’esercizio 2018

IL PARLAMENTO EUROPEO,

vista la sua decisione sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere per l’esercizio 2018,

visti l’articolo 100 e l’allegato V del suo regolamento,

visto il parere della commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere,

vista la relazione della commissione per il controllo dei bilanci (A9-0058/2020),

A.

considerando che, stando allo stato delle entrate e delle spese (1) dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (l’«Istituto»), il bilancio definitivo di quest’ultimo per l’esercizio 2018 ammontava a 7 981 001,45 EUR, il che rappresenta un aumento del 3,34 % rispetto al 2017; che l’intera dotazione di bilancio dell’Istituto proviene dal bilancio dell’Unione (2);

B.

considerando che la Corte dei conti (la «Corte»), nella sua relazione sui conti annuali dell’Istituto per l’esercizio 2018 (la «relazione della Corte»), dichiara di aver ottenuto garanzie ragionevoli in merito all’affidabilità dei conti annuali dell’Istituto e alla legittimità e regolarità delle operazioni sottostanti;

Gestione finanziaria e di bilancio

1.

osserva con soddisfazione che gli sforzi in materia di controllo di bilancio intrapresi nel corso dell’esercizio 2018 si sono tradotti in un tasso di esecuzione del bilancio del 99,38 %, con un incremento dello 0,46 % rispetto all’esercizio 2017; rileva che il tasso di esecuzione degli stanziamenti di pagamento è stato dell’81,15 %, con un aumento dello 0,20 % rispetto all’esercizio precedente;

Prestazioni

2.

osserva che l’Istituto si avvale di taluni indicatori chiave di prestazione in relazione agli obiettivi operativi e alla gestione delle risorse finanziarie e umane per valutare il valore aggiunto apportato dalle sue attività e migliorare la sua gestione del bilancio; osserva inoltre che l’Istituto ha completato il 98,80 % delle attività del documento unico di programmazione nel 2018;

3.

osserva che l’Istituto ha presieduto la rete delle agenzie per la giustizia e gli affari interni e ha coordinato gli aggiornamenti periodici e la condivisione delle informazioni tra le agenzie; osserva che, alla fine del 2018, l’Istituto ha concordato con altre agenzie di esplorare le possibilità per una cooperazione potenziata tra le agenzie nell’attuazione dei progetti congiunti di sviluppo delle potenzialità con i paesi terzi; loda tale cooperazione e la considera un esempio da seguire per le altre agenzie; incoraggia l’Istituto a perseguire un’ulteriore e più ampia cooperazione con le agenzie dell’Unione; esorta l’Istituto ad avviare discussioni sul tema della condivisione delle risorse in caso di sovrapposizione dei compiti con altre agenzie con attività analoghe;

4.

invita la Commissione a realizzare uno studio di fattibilità per valutare la possibilità, quanto meno, di creare sinergie condivise con l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), se non di procedere a una fusione completa delle due; invita la Commissione a valutare due scenari: il trasferimento dell’Istituto nella sede della FRA a Vienna e il trasferimento dell’Agenzia nella sede dell’Istituto a Vilnius; osserva che tale atto comporterebbe la condivisione dei servizi istituzionali e di sostegno e la gestione dei locali comuni, nonché infrastrutture condivise in materia di TIC, telecomunicazioni e Internet, risparmiando enormi quantità di denaro che sarebbero utilizzate per l’ulteriore finanziamento dell’Istituto e della FRA;

5.

incoraggia l’Istituto ad attuare le raccomandazioni della Corte;

6.

incoraggia l’Istituto ad adoperarsi per digitalizzare i suoi servizi;

7.

ricorda che l’Istituto è stato fondato per sostenere e rafforzare la promozione dell’uguaglianza di genere nell’Unione, inclusa l’integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche dell’Unione e nelle politiche nazionali che ne derivano, nonché la lotta alle discriminazioni basate sul genere e la sensibilizzazione dei cittadini dell’Unione in materia di uguaglianza di genere;

8.

si compiace della cooperazione in corso tra l’Istituto e la commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere del Parlamento (la «commissione FEMM») e apprezza il contributo dell’Istituto agli sforzi incessanti della commissione FEMM, anche per quanto concerne le questioni del divario digitale di genere, dell’equilibrio tra vita professionale e vita privata, del divario retributivo e pensionistico di genere, del bilancio di genere, della lotta alla violenza nei confronti delle donne, della salute delle donne – compresi la salute sessuale e riproduttiva nonché i relativi diritti –, dei diritti delle donne e dello sviluppo di uno strumento parlamentare sensibile al genere; osserva il prezioso contributo che l’Istituto può apportare a tutte le commissioni del Parlamento europeo al fine di integrare in modo orizzontale e più efficace la prospettiva di genere nonché di realizzare meglio l’integrazione della dimensione di genere nelle politiche e nelle azioni in fase di elaborazione delle politiche dell’Unione, ad esempio fornendo ad altre commissioni attività di formazione e dati;

9.

prende atto della nuova strategia di gestione delle conoscenze e di comunicazione 2019-2021, che mira a coinvolgere i portatori di interesse nell’ambito della parità di genere e a monitorare i canali di comunicazione dell’Istituto;

10.

sostiene fermamente l’operato dell’Istituto che, attraverso studi e ricerche, permette alla commissione FEMM di ottenere dati indispensabili per il suo corretto funzionamento, fornendo dati ufficiali, oggettivi e di alta qualità;

11.

plaude ai risultati conseguiti dall’Istituto nel 2018 e chiede a quest’ultimo di aggiornare l’indice sull’uguaglianza di genere 2017 annualmente a partire dal 2020; invita a sviluppare un maggior numero di strumenti metodologici per garantire meglio l’integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche e le azioni;

12.

insiste sul ruolo dell’Istituto, in qualità di centro di competenza dell’Unione sull’uguaglianza di genere, nel monitoraggio dell’attuazione della convenzione di Istanbul;

13.

esprime preoccupazione per le denunce presentate da ex lavoratori temporanei, nonché per le sentenze emesse dal tribunale distrettuale della città di Vilnius e dal tribunale regionale di Vilnius; invoca un processo di assunzione chiaro e invita l’Istituto ad adottare misure volte a risolvere la situazione;

Politica del personale

14.

rileva che, al 31 dicembre 2018, l’organico era completo al 100 %, con la nomina di 27 su 27 agenti temporanei autorizzati a titolo del bilancio dell’Unione (rispetto ai 27 autorizzati nel 2017); rileva inoltre che nel 2018 lavoravano per l’Istituto 14 agenti contrattuali e quattro esperti nazionali distaccati;

15.

prende atto della sentenza del tribunale distrettuale della città di Vilnius del febbraio 2019, che si è pronunciato a favore di cinque ex dipendenti dell’Istituto che lo avevano accusato di aver sfruttato lo status di «dipendenti a tempo determinato» per un periodo di cinque anni al fine di pagarli meno rispetto al personale con status occupazionali a lungo termine; invita la Commissione a svolgere un’analisi complessiva delle modalità di occupazione del personale seguite dalle agenzie e dell’Istituto stesso e a informare l’autorità di discarico del risultato finale di tale analisi;

16.

osserva che, come emerge dalla relazione della Corte, uno degli obblighi principali derivanti dalla direttiva 2008/104/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (3) e dal diritto del lavoro lituano consiste nel fatto che i lavoratori temporanei debbano essere soggetti alle stesse condizioni di lavoro degli effettivi assunti direttamente dall’impresa che vi fa ricorso; rileva tuttavia che i contratti non imponevano esplicitamente alle agenzie di lavoro temporaneo di rispettare tali condizioni e che non esistono elementi attestanti che l’Istituto abbia fatto dal canto suo alcun paragone tra le condizioni di lavoro del proprio personale e quelle dei lavoratori temporanei, una situazione che ha dato luogo a rischi reputazionali e di contenzioso; invita l’Istituto ad analizzare le condizioni di lavoro dei lavoratori temporanei di cui si avvale e a garantire che siano in linea con il diritto del lavoro dell’Unione e nazionale;

17.

prende atto con preoccupazione del fatto che in seno al consiglio di amministrazione gli uomini (7 membri) e le donne (23 membri) non sono rappresentati in modo equilibrato;

18.

osserva che l’Istituto pubblica gli avvisi di posti vacanti sul proprio sito Internet e sui social media per aumentarne la visibilità, ma non sul sito dell’Ufficio europeo di selezione del personale;

Appalti

19.

osserva con preoccupazione che alla fine del 2017, l’Istituto è stato parte convenuta in quattro cause relative a tre procedure di appalto che alcuni offerenti non aggiudicatari hanno intentato dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea (la «Corte di giustizia»); rileva che nel 2018, la Corte di giustizia si è pronunciata riguardo a due delle quattro cause e ha respinto l’istanza giudiziale dei ricorrenti ritenendo l’Istituto non responsabile, e che nel 2019 la Corte di giustizia si è pronunciata in merito alle altre due cause, riguardanti la medesima decisione di aggiudicazione e il medesimo contratto; osserva che, stando alla risposta dell’Istituto, quest’ultimo ha ulteriormente migliorato le procedure di appalto per ridurre al minimo il rischio di una potenziale insoddisfazione tra gli offerenti non aggiudicatari e di eventuali future cause;

Prevenzione e gestione dei conflitti d’interesse e trasparenza

20.

riconosce le misure esistenti in seno all’Istituto e gli sforzi in atto per garantire la trasparenza, la prevenzione e la gestione dei conflitti di interesse nonché la protezione degli informatori; accoglie con favore la pubblicazione sul sito web dell’Istituto dei CV dei suoi dirigenti di alto livello;

Audit interno

21.

osserva che la relazione finale di audit, pubblicata il 17 ottobre 2017, del Servizio di audit interno sulla gestione delle parti interessate e le comunicazioni esterne non ha riscontrato alcuna questione critica o molto importante; osserva tuttavia che la relazione di audit ha raccomandato di apportare ulteriori miglioramenti in vari ambiti, tra cui la gestione delle conoscenze e la strategia di comunicazione, gli indicatori chiave di prestazione, il monitoraggio e la rendicontazione, la gestione dei progetti principali delle parti interessate e le comunicazioni esterne; rileva che l’Istituto ha elaborato un piano di azione su tutte le raccomandazioni e le sottoraccomandazioni da attuare entro il 2017 e il 2a018 e che varie sottoraccomandazioni sono state attuate nel 2017 e le restanti nel corso del 2018;

22.

prende atto degli sforzi dell’Istituto per garantire un luogo di lavoro efficiente in termini di costi e rispettoso dell’ambiente; osserva che, sebbene non disponga di nessuna misura specifica per ridurre o compensare le emissioni di CO2, l’Istituto partecipa a riunioni, consultazioni e presentazioni a tale fine e che dispone di un parcheggio per biciclette;

23.

invita l’Istituto a concentrarsi sulla diffusione dei risultati delle sue attività di ricerca al grande pubblico e a raggiungere il pubblico attraverso i social media e altri mezzi di comunicazione;

24.

rinvia, per altre osservazioni di natura orizzontale che accompagnano la decisione di discarico, alla sua risoluzione del 14 maggio 2020 (4) sulle prestazioni, la gestione finanziaria e il controllo delle agenzie.

(1)   GU C 128 del 5.4.2019, pag. 16.

(2)   GU C 128 del 5.4.2019, pag. 18.

(3)  Direttiva 2008/104/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa al lavoro tramite agenzia interinale (GU L 327 del 5.12.2008, pag. 9).

(4)  Testi approvati, P9_TA(2020)0121.