28.10.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 364/132


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un dispositivo per la ripresa e la resilienza»

[COM(2020) 408 final — 2020/0104 (COD)]

«Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento di sostegno tecnico»

[COM(2020) 409 final — 2020/0103 (COD)]

(2020/C 364/18)

Relatore generale:

Dimitris DIMITRIADIS

Consultazione

Consiglio dell'Unione europea, 10.6.2020

Parlamento europeo, 17.6.2020

Base giuridica

Articoli 175, paragrafo 3, e 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

Sezione competente

Sezione Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale

 

 

Adozione in sessione plenaria

16.7.2020

Sessione plenaria n.

553

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

208/4/4

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il CESE accoglie con favore la proposta di un dispositivo per la ripresa e la resilienza (il «dispositivo») (1).

1.2

Al di là della sua dimensione economica, la proposta della Commissione vale essenzialmente anche a promuovere l'approfondimento e l'unificazione della famiglia europea, in quanto rafforza la solidarietà e la cooperazione tra gli Stati membri.

1.3

La proposta della Commissione europea dimostra, tra le altre cose, come, in presenza di un'adeguata volontà politica, l'Unione europea possa far fronte in modo efficace a gravi crisi, fornire soluzioni serie e credibili e raggiungere i compromessi necessari e realistici, contribuendo in ultima analisi alla promozione fattiva dell'ideale europeo.

1.4

Secondo il CESE, il dispositivo dovrebbe sostenere la transizione verso la neutralità climatica e l'economia digitale ricorrendo ai fondi del programma Next Generation EU (2) per contribuire ad alleviare l'impatto socioeconomico della transizione nelle regioni più duramente colpite.

1.5

Alla luce della crisi della Covid-19, la necessità di una ripresa sostenibile, verde e digitale è divenuta ancora più impellente, così come l'esigenza di fornire un sostegno alle regioni più vulnerabili.

1.6

Il CESE ha già affermato chiaramente di essere «favorevole alla creazione di uno stretto collegamento tra il programma di sostegno alle riforme (3) e il semestre europeo» (4). I piani presentati dagli Stati membri, pertanto, dovrebbero affrontare le sfide principali individuate nel semestre europeo ed essere armonizzati con i principi del Green Deal europeo e dell'agenda digitale.

1.7

È necessario un coordinamento rapido ed efficace delle azioni tra la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo per evitare ritardi che comprometterebbero il raggiungimento degli obiettivi del dispositivo.

1.8

Dato il breve periodo di tempo entro il quale i vari piani di progetto dovrebbero essere preparati e ultimati, è necessaria una risposta immediata e completa da parte degli Stati membri.

1.9

Il CESE ritiene importante che gli Stati membri cooperino strettamente con la Commissione europea per approvare e monitorare i piani di progetto presentati nell'ambito del dispositivo e garantire che siano completati con successo.

1.10

I piani dovrebbero prevedere un sostegno finanziario diretto a favore delle piccole e medie imprese.

1.11

Il CESE ritiene molto importante che ogni misura annunciata (e in particolare quelle che forniscono un sostegno finanziario) sia accompagnata da informazioni chiare e utili per le imprese in merito al tipo di sostegno fornito, al modo in cui le PMI possono accedere effettivamente ai diversi strumenti finanziari dell'UE esistenti, ai punti di contatto a cui fare riferimento a livello dell'UE in caso di domande, agli organismi nazionali coinvolti nel transito dei fondi, agli attori nazionali a cui le PMI possono rivolgersi, al ruolo delle banche nazionali e agli obblighi da rispettare.

1.12

La presentazione, l'approvazione, il monitoraggio e il completamento dei progetti potrebbero essere accelerati coinvolgendo attivamente società di consulenza del settore privato con un'esperienza globale nei settori in questione.

1.13

Il CESE ribadisce la necessità di condividere le migliori pratiche all'interno dell'UE e di accelerare l'iter burocratico relativo all'assegnazione e all'erogazione dei fondi disponibili, con il necessario supporto tecnico della Commissione europea (5).

1.14

Il ruolo e le opinioni delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile dovrebbero essere integrati nei piani presentati dagli Stati membri. In particolare, il CESE ha già invocato un ruolo più attivo della società civile organizzata «[…] nel raggiungimento di un accordo tra la percezione della Commissione europea e quella degli Stati membri riguardo al contenuto dei programmi di riforma» (6).

1.15

Lo strumento di sostegno tecnico può fungere da efficace complemento ai pacchetti di misure proposte dalla Commissione per affrontare le conseguenze economiche della pandemia di Covid-19.

2.   Introduzione e osservazioni generali

2.1

L'obiettivo del dispositivo proposto è quello di promuovere la coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione, migliorando la resilienza e la capacità di adeguamento degli Stati membri, attenuando l'impatto sociale ed economico della crisi e sostenendo le transizioni verde e digitale mirate a conseguire un'Europa climaticamente neutra entro il 2050. In tal modo il dispositivo contribuirà a ripristinare il potenziale di crescita delle economie degli Stati membri nel periodo successivo alla crisi della Covid-19, incentivando la creazione di posti di lavoro e promuovendo una crescita sostenibile.

2.2

Il dispositivo sarà incentrato sulla fornitura di un sostegno finanziario non rimborsabile e prestiti per aiutare i paesi (soprattutto quelli con un reddito pro capite inferiore e con un elevato tasso di disoccupazione) ad affrontare adeguatamente i gravi effetti economici della pandemia.

2.3

I prestiti assumeranno una funzione complementare al sostegno non rimborsabile e beneficeranno delle lunghe scadenze e dei tassi di interesse favorevoli di cui usufruisce l'Unione.

2.4

La pandemia di Covid-19, che al 12 giugno 2020 è costata la vita a più di 420 000 persone, è la crisi sanitaria globale che definisce la nostra epoca (7). La Covid-19 è molto più di una crisi sanitaria: ha avuto un enorme impatto socioeconomico in tutto il mondo, la cui portata è ancora difficile da valutare. Secondo l'ultima relazione sull'economia globale della Banca mondiale dal titolo «Global Economic Prospects» (Prospettive economiche globali), del giugno 2020, lo shock del coronavirus causerà la più profonda recessione globale dalla Seconda guerra mondiale.

2.5

Le previsioni indicano che l'economia globale si contrarrà del 5,2 % nel 2020, ovvero circa il triplo rispetto alla crisi finanziaria mondiale del 2008-2009. Tra le economie avanzate, i tassi di crescita del PIL reale per il 2020 sono stimati rispettivamente del -6,1 % negli Stati Uniti e del -9,1 % nell'area dell'euro. Come afferma esplicitamente la relazione della Banca mondiale del giugno 2020 (8), poiché ci si attende che quest'anno oltre il 90 % dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo (EMDE) subirà una contrazione del reddito pro capite, diversi milioni di persone rischiano di ricadere nella povertà.

La crisi della Covid-19 ha avuto le seguenti conseguenze economiche (9):

1)

una crescita dell'incertezza, che fa aumentare il risparmio precauzionale;

2)

una riduzione dei consumi;

3)

una minore propensione agli investimenti produttivi;

4)

un aumento della disoccupazione, che probabilmente sarà in parte permanente;

5)

un calo del volume del commercio globale e significative perturbazioni delle catene di approvvigionamento globali;

6)

un calo dei prezzi delle materie prime (soprattutto del petrolio), che rende particolarmente difficile il finanziamento delle partite correnti da parte degli esportatori tradizionali di materie prime;

7)

un forte aumento dei premi di rischio richiesti per la detenzione di attività a rischio.

2.6

Come è ormai noto, le misure che contribuiscono a risolvere la crisi sanitaria possono peggiorare la crisi economica e viceversa. L'appiattimento della curva della pandemia inevitabilmente accentua la curva della recessione macroeconomica e mette in pericolo tutte le catene di approvvigionamento, comprese quelle essenziali per la sopravvivenza umana (cibo e medicinali). Se l'impatto della pandemia dovesse continuare a crescere, potrebbero seguire crisi finanziarie, che comporterebbero un tracollo dell'erogazione di prestiti, una recessione globale più lunga e una ripresa più lenta. Come affermato nella summenzionata relazione della Banca mondiale del giugno 2020, i crescenti livelli di indebitamento hanno reso il sistema finanziario globale più vulnerabile allo stress dei mercati finanziari.

2.7

Pertanto, si rende necessario un intervento finanziario urgente e su ampia scala al fine di limitare le conseguenze economiche della recente crisi e di rendere le economie degli Stati membri più resilienti e meglio preparate al futuro.

2.8

Le priorità economiche dovrebbero essere le seguenti:

1)

è importante garantire che i lavoratori rimangano occupati anche se messi in quarantena o confinati in casa;

2)

i governi dovrebbero incanalare il sostegno finanziario alle istituzioni pubbliche e private che sostengono i gruppi di cittadini vulnerabili;

3)

le PMI dovrebbero essere preservate dal fallimento (la necessità di impiegare il denaro dei contribuenti per sostenere le grandi società non finanziarie è molto meno evidente);

4)

saranno necessarie politiche a sostegno del sistema finanziario, man mano che aumentano i crediti in sofferenza;

5)

occorre adottare pacchetti di misure di bilancio commisurati alla perdita di PIL dovuta alla crisi.

2.9

La Commissione propone adesso di stanziare un bilancio rafforzato dell'UE per contribuire a riparare i danni economici e sociali immediati provocati dalla pandemia di Covid-19, per avviare la ripresa e per preparare un futuro migliore per la prossima generazione. Al fine di garantire che la ripresa sia sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa per tutti gli Stati membri, la Commissione europea propone di creare un nuovo strumento per la ripresa, denominato «Next Generation EU», integrato in un bilancio dell'UE a lungo termine solido, moderno e rinnovato. L'elemento di punta di Next Generation EU è il dispositivo per la ripresa e la resilienza (10).

3.   Principi generali del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dello strumento di sostegno tecnico

3.1

Il CESE accoglie con grande favore e sostiene la proposta di un dispositivo per la ripresa e la resilienza (il dispositivo) e di uno strumento di sostegno tecnico (lo strumento), il cui l'obiettivo è offrire un sostegno finanziario su vasta scala per gli investimenti pubblici e le riforme, in particolare nell'ambito delle transizioni verde e digitale, che dovrebbero non solo rendere le economie degli Stati membri più resilienti e meglio preparate per il futuro, ma anche aiutarle a superare le conseguenze della pandemia in modo più rapido ed efficace.

3.2

Il CESE è profondamente preoccupato per le conseguenze economiche della pandemia negli Stati membri, soprattutto per quanto riguarda l'aumento della disoccupazione, che, in alcuni Stati membri meridionali dell'UE, colpisce addirittura il 33 % dei giovani, nonché l'incremento dei tassi di povertà.

3.3

Il Comitato concorda sul fatto che la pandemia sembra costituire il peggiore shock economico dai tempi della Grande depressione, con conseguenze devastanti per milioni di cittadini e imprese e, naturalmente, la possibilità che si aggravi il divario economico e sociale, con il rischio di una grande spaccatura (11).

3.4

Il CESE ha già sottolineato che il recente sviluppo economico «non si è verificato in modo uniforme nel territorio dell'UE e nell'area dell'euro, e che i progressi in materia di convergenza restano insoddisfacenti. Anche la questione della sostenibilità costituisce per l'UE una sfida sempre più complessa» (12).

3.5

A giudizio del CESE «l'integrazione europea si trova oggi a un bivio: una lezione che si può trarre dalla recente e prolungata crisi economica e dalle profonde ferite sociali che ha lasciato in vari Stati membri è che l'assenza di convergenza economica e sociale tra gli Stati membri e le regioni rappresenta una minaccia per la sostenibilità politica del progetto europeo e per tutti i vantaggi che ha apportato ai cittadini europei» (13).

3.6

Il CESE ritiene inoltre che «il rafforzamento della competitività dell'economia europea, ovvero la sua capacità di aumentare la produttività e il tenore di vita in modo sostenibile, diventando allo stesso tempo climaticamente neutra, non ultimo mediante la ricerca, lo sviluppo e maggiori e migliori competenze per la forza lavoro, dovrebbe proseguire di pari passo con tali iniziative» (14).

3.7

Il Comitato ritiene che «lo sviluppo della resilienza economica e del mercato del lavoro insieme alla sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale dovrebbe essere il principio guida delle politiche che favoriranno la convergenza verso l'alto e l'equità della transizione a un'economia climaticamente neutra (ossia, un'economia in cui vi sia un equilibrio tra le emissioni di gas a effetto serra e il loro assorbimento), gestendo allo stesso tempo le sfide poste dalla digitalizzazione e dai cambiamenti demografici» (15). Il CESE appoggia pertanto l'invito rivolto all'Unione europea affinché si impegni a conseguire entro il 2050 la neutralità in termini di emissioni di carbonio e ad adeguare di conseguenza l'obiettivo di riduzione dei gas a effetto serra per il 2030. La relazione 2019 sul divario delle emissioni del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) indica che le emissioni globali devono essere ridotte del 7,6 % all'anno, a partire da ora, al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5 oC. Ciò comporta un obiettivo di riduzione globale di almeno il 68 % entro il 2030.

3.8

Il CESE, pertanto, concorda sul fatto che il dispositivo dovrebbe avere il principale obiettivo di:

1)

promuovere la coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione;

2)

attenuare l'impatto socioeconomico della crisi; e

3)

sostenere le transizioni verde e digitale intese a rendere l'Europa climaticamente neutra entro il 2050, contribuendo in tal modo a ripristinare il potenziale di crescita delle economie degli Stati membri all'indomani della crisi della Covid-19, incentivando la creazione di posti di lavoro e promuovendo una crescita sostenibile.

3.9

Il CESE desidera sottolineare che tali investimenti e riforme dovrebbero essere incentrati sulle sfide e sulle esigenze di investimento connesse alle transizioni verde e digitale in modo da garantire una ripresa sostenibile.

3.10

È ormai ampiamente riconosciuto che le politiche di stimolo verde offrono vantaggi rispetto ai tradizionali incentivi di bilancio e che anche le politiche rispettose del clima presentano caratteristiche economiche superiori. I progetti di edilizia verde, come l'isolamento degli edifici o le infrastrutture per le energie rinnovabili, possono produrre effetti moltiplicatori più marcati grazie alla riduzione dei costi energetici a lungo termine e alle ricadute positive sull'economia in generale.

3.11

Il CESE concorda sul fatto che, oltre a destinare fondi al controllo dell'epidemia e alla relativa ricerca biomedica e a investire nella sicurezza delle frontiere, dei viaggi e del commercio, per gli istituti finanziari e i governi sia giunto il momento di adottare la tassonomia dell'UE per gli investimenti sostenibili (2019), di eliminare gradualmente i combustibili fossili mediante l'impiego delle tecnologie delle fonti energetiche rinnovabili esistenti, di riorientare le sovvenzioni dai combustibili fossili a progetti infrastrutturali verdi e intelligenti di mitigazione e adattamento al clima, di investire in economie circolari e a basse emissioni di carbonio, di passare dall'agricoltura industriale a quella rigenerativa e investire nella sicurezza alimentare, di promuovere le catene di approvvigionamento europee, di ridurre le esigenze di trasporto e di sfruttare la rivoluzione digitale entro i suoi limiti, garantendo al contempo la sicurezza delle reti TIC (16).

3.12

Il CESE concorda con l'Agenzia internazionale per l'energia sul fatto che le transizioni verso l'energia pulita possono contribuire a rilanciare l'economia europea, con un'agenda ambiziosa per la creazione di posti di lavoro e obiettivi in materia di cambiamenti climatici attraverso l'ammodernamento dei sistemi energetici. Poiché i governi promuovono, direttamente o indirettamente, oltre il 70 % degli investimenti energetici globali, in questo periodo di crisi le loro azioni sono più importanti che mai. Le politiche possono orientare attivamente gli investimenti connessi all'energia verso un percorso di maggiore sostenibilità, rendendo al contempo l'efficienza energetica, le energie rinnovabili e la capacità di stoccaggio delle batterie fattori essenziali per la ripresa economica. Si dovrebbe dare la priorità ai programmi di incentivi alle industrie dell'energia, al fine di sostenere la forza lavoro esistente, creare nuovi posti di lavoro e trainare la riduzione delle emissioni. L'Agenzia internazionale per l'energia (17) raccomanda di costruire sulla base di ciò di che è già stato fatto e di «pensare in grande». Le politiche fondate su strutture giuridiche e istituzionali esistenti sono le più facili da estendere su vasta scala.

3.13

Il CESE concorda pienamente sul fatto che il dispositivo istituito dal regolamento in esame dovrebbe contribuire all'integrazione delle azioni per il clima e della sostenibilità ambientale nelle politiche e al conseguimento dell'obiettivo globale di dedicare il 25 % della spesa di bilancio dell'UE al sostegno degli obiettivi climatici.

3.14

Il Comitato è fermamente convinto che il dispositivo dovrebbe essere incentrato principalmente sulla fornitura di un sostegno finanziario non rimborsabile per aiutare i paesi (soprattutto quelli con un reddito pro capite inferiore e con un elevato tasso di disoccupazione) ad affrontare adeguatamente i gravi effetti economici della pandemia, mentre i prestiti dovrebbero assumere una mera funzione complementare al sostegno non rimborsabile e beneficiare delle lunghe scadenze e dei tassi di interesse favorevoli di cui usufruisce l'Unione.

3.15

Il CESE condivide l'intenzione della Commissione di utilizzare appieno il bilancio dell'UE per mobilitare gli investimenti e anticipare il sostegno finanziario nei primi anni cruciali per la ripresa, attraverso l'adozione combinata di uno strumento di emergenza europeo per la ripresa, per un importo di 808 984,090 milioni di EUR (a prezzi correnti), e di un quadro finanziario pluriennale (QFP) rafforzato per il periodo 2021-2027.

3.16

Il Comitato chiede che «vengano portate avanti riforme strutturali efficaci accompagnate da strategie di investimento ben mirate» (18).

3.17

Il CESE valuta con favore l'istituzione di uno strumento di sostegno tecnico autonomo disponibile per tutti gli Stati membri, che funga da successore del programma di sostegno alle riforme strutturali (Structural Reform Support Programme — SRSP) (19).

4.   Preparazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza: presentazione, valutazione e scadenze

4.1

Il CESE ritiene che i fondi del dispositivo debbano essere erogati il più rapidamente possibile agli Stati membri, i quali, a loro volta, dovrebbero impiegarli in modo efficiente per massimizzare i benefici offerti dal dispositivo.

4.2

Gli Stati membri devono preparare piani nazionali di ripresa e resilienza che definiscano il programma di riforme e investimenti per i prossimi quattro anni.

4.3

Il CESE ritiene che tali piani dovrebbero affrontare le principali sfide che incombono sugli Stati membri, individuate nel semestre europeo, in ambiti quali la competitività, la produttività, l'istruzione e le competenze, la salute, l'occupazione e la coesione economica, sociale e territoriale. I piani dovrebbero altresì garantire che tali investimenti e riforme siano opportunamente incentrati sulle sfide connesse alle transizioni verde e digitale, per contribuire alla creazione di posti di lavoro e alla crescita sostenibile e per rendere l'Unione più resiliente.

4.4

Il CESE ritiene necessario rafforzare il quadro vigente in materia di sostegno alle piccole e medie imprese e fornire loro un sostegno finanziario diretto tramite uno strumento innovativo al fine di preservarle dal fallimento.

4.5

Ogni misura annunciata (e in particolare quelle che forniscono un sostegno finanziario) dovrebbe essere accompagnata da informazioni chiare e utili per le imprese in merito al tipo di sostegno fornito, al modo in cui le PMI possono accedere effettivamente ai diversi strumenti finanziari dell'UE disponibili, ai punti di contatto a livello UE cui far riferimento per eventuali domande, agli organismi nazionali coinvolti nell'erogazione dei fondi, agli attori nazionali cui le PMI possono rivolgersi, al ruolo delle banche nazionali e ai relativi obblighi, ecc.

4.6

Ritiene altresì che, nel corso di questo processo, il ruolo e le opinioni delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile debbano essere presi in seria considerazione.

4.7

Il Comitato ha già proposto di «introdurre una norma in base alla quale uno Stato membro non si vedrà assegnare dei fondi se non avrà provveduto ad adottare pienamente l'applicazione del principio di partenariato con un effettivo coinvolgimento delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile al momento di decidere in merito ai pacchetti degli impegni di riforma pluriennali (20). L'applicazione del principio di partenariato è di fondamentale importanza per garantire la realizzazione di riforme basate su dati oggettivi e collegate alla reale congiuntura economica di ciascuno Stato membro» (21).

4.8

Il CESE concorda sul fatto che i piani dovrebbero essere valutati dalla Commissione in base a criteri trasparenti, che consentano di stabilire, tra l'altro, se il piano: può affrontare efficacemente le sfide individuate nel semestre europeo, contribuisce a rafforzare il potenziale di crescita e la resilienza economica e sociale dello Stato membro, concorrendo anche a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale, contiene misure pertinenti alle transizioni verde e digitale, e include una stima dei costi da parte dello Stato membro ragionevole, plausibile e commisurata all'impatto atteso sull'economia.

4.9

Il CESE ritiene che la ripartizione dei fondi debba avvenire anche in considerazione dei criteri di convergenza (22).

4.10

Secondo il Comitato è ragionevole che:

1)

il sostegno finanziario e le pertinenti azioni intraprese dagli Stati membri nell'ambito del dispositivo siano anticipati a fine 2024 e, per quanto riguarda il sostegno finanziario non rimborsabile, almeno il 60 % dei fondi totali sia impegnato entro la fine del 2022;

2)

gli Stati membri debbano presentare un piano per la ripresa e la resilienza entro il 30 aprile, sotto forma di allegato separato del loro programma nazionale di riforma;

3)

gli Stati membri debbano essere in grado di presentare il 15 ottobre dell'anno precedente un progetto di piano unitamente al progetto di bilancio per l'anno successivo;

4)

la Commissione e gli Stati membri debbano utilizzare gli anni rimanenti dal 2024 alla fine del QFP (2027) per favorire l'attuazione delle azioni pertinenti sul campo, per realizzare la ripresa prevista nei pertinenti settori economici e sociali e per promuovere la resilienza e la convergenza.

4.11

Il CESE sottolinea la necessità di disporre di un periodo di tempo sufficiente per attuare e realizzare efficacemente gli obiettivi del progetto-dispositivo in questione. Inoltre, il CESE mette in guardia contro il pericolo che, qualora prevalgano le posizioni favorevoli a un'attuazione del dispositivo in tempi brevi, tale progetto finisca per non riuscire a realizzare gli obiettivi stabiliti.

4.12

Il CESE sottolinea la necessità di un coordinamento rapido ed efficace delle azioni tra la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo, al fine di evitare ritardi che comprometterebbero il raggiungimento degli obiettivi del dispositivo. Dato il breve periodo di tempo entro il quale i vari piani di progetto dovrebbero essere preparati e ultimati, occorre una risposta immediata e completa da parte degli Stati membri. Gli Stati membri dovrebbero cooperare strettamente con la Commissione europea per approvare e monitorare i piani di progetto presentati nell'ambito del dispositivo e garantire che siano completati con successo. La presentazione, l'approvazione, il monitoraggio e il completamento dei progetti potrebbero essere accelerati coinvolgendo attivamente società di consulenza del settore privato con un'esperienza globale nei settori in questione.

4.13

Il CESE ribadisce la necessità di condividere le migliori pratiche all'interno dell'UE e di accelerare l'iter burocratico relativo all'assegnazione e all'erogazione dei fondi disponibili, con il necessario supporto tecnico della Commissione europea (23).

5.   Strumento di sostegno tecnico

5.1

Il CESE è favorevole all'attuazione di riforme strutturali costanti orientate allo sviluppo sociale ed economico, con particolare riguardo alla costruzione di capacità istituzionali destinate a migliorare la qualità dell'amministrazione. Queste riforme dovrebbero essere specifiche per ciascun paese e godere di sostegno democratico, evitando quindi di adottare un approccio indifferenziato per tutti gli Stati membri (24).

5.2

Il Comitato conviene che lo strumento di sostegno tecnico debba mirare ad accompagnare le autorità nazionali degli Stati membri richiedenti durante l'intero processo di riforma o in determinate fasi dello stesso.

5.3

Il CESE ribadisce la necessità che lo strumento di sostegno tecnico sostenga gli sforzi profusi dalle autorità degli Stati membri per concepire riforme in base alle loro priorità e migliorare la propria capacità di elaborare e attuare politiche e strategie di riforma, beneficiando anche delle buone pratiche e dell'esempio dei propri pari.

5.4

Il Comitato concorda sul fatto che lo strumento di sostegno tecnico può fungere da efficace complemento ai pacchetti di misure proposte dalla Commissione per affrontare le conseguenze economiche della pandemia di Covid-19.

Bruxelles, 16 luglio 2020

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un dispositivo per la ripresa e la resilienza COM(2020) 408 final, 28.5.2020.

(2)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Il bilancio dell'UE come motore del piano per la ripresa europea», COM(2020) 442 final.

(3)  Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'istituzione della Funzione europea di stabilizzazione degli investimenti, COM(2018) 387 final.

(4)  GU C 62, del 15.2.2019, pag. 121.

(5)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 53.

(6)  GU C 62 del 15.2.2019, pag. 121.

(7)  https://ourworldindata.org/grapher/total-deaths-covid-19.

(8)  Banca mondiale, Global Economic Prospects (Prospettive economiche globali), giugno 2020.

(9)  Koundouri, P., documento di lavoro della facoltà di economia e amministrazione aziendale dell'Università di Atene, 2020.

(10)  Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un dispositivo per la ripresa e la resilienza, PCOM(2020) 408 final, 28.05.2020.

(11)  Osservazioni del commissario Gentiloni alla conferenza stampa sul dispositivo per la ripresa e la resilienza, comunicato stampa della Commissione europea, 28 maggio 2020.

(12)  GU C 47 dell'11.2.2020, pag. 106.

(13)  GU C 353 del 18.10.2019, pag. 23.

(14)  Ibidem.

(15)  Ibidem.

(16)  Koundouri, P., Never Waste a Good Crisis: For a Sustainable Recovery from COVID-19 (Mai sprecare una buona crisi: per una ripresa sostenibile dalla Covid-19), aprile 2020.

(17)  Agenzia internazionale per l'energia: https://www.iea.org/.

(18)  GU C 47 dell'11.2.2020, pag. 106.

(19)  Regolamento (UE) 2017/825 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che istituisce il programma di sostegno alle riforme strutturali per il periodo 2017-2020 e che modifica i regolamenti (UE) n. 1303/2013 e (UE) n. 1305/2013, (GU L 129 del 19.5.2017, pag. 1).

(20)  Regolamento delegato (UE) n. 240/2014 della Commissione, del 7 gennaio 2014, recante un codice europeo di condotta sul partenariato nell'ambito dei fondi strutturali e d'investimento europei (GU L 74 del 14.3.2014, pag. 1).

(21)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 53.

(22)  Ibidem.

(23)  Ibidem.

(24)  Ibidem.