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31.3.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 106/10 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2016/1139, per quanto riguarda l’introduzione di limiti di capacità per il merluzzo bianco del Baltico orientale, la raccolta di dati e le misure di controllo nel Mar Baltico, e il regolamento (UE) n. 508/2014, per quanto riguarda l’arresto definitivo per le flotte che pescano il merluzzo bianco del Baltico orientale»
[COM(2019) 564 — 2019/0246 (COD)]
(2020/C 106/02)
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Relatore generale: |
Gerardo LARGHI |
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Consultazione |
Parlamento europeo, 13.11.2019 Consiglio, 18.11.2019 |
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Base giuridica |
Articolo 43, paragrafo 2, e articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea |
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Sezione competente |
Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente |
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Adozione in sessione plenaria |
23.1.2020 |
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Sessione plenaria n. |
549 |
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Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
112/0/1 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
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1.1. |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) avalla la proposta della Commissione per un intervento urgente in favore del comparto della pesca del merluzzo bianco del Mar Baltico ma considera che essa da sola non può bastare a rispondere ai bisogni di quell’area e delle popolazioni lì residenti. |
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1.2. |
Il CESE sottolinea che la decisione di vietare la pesca del merluzzo bianco determinerà il crollo di una parte significativa delle attività di pesca marittima in alcuni Stati membri, il che provocherà non solo la perdita di posti di lavoro tra i pescatori ma anche ripercussioni negative per la trasformazione dei prodotti ittici su piccola scala, le vendite dirette e il settore del turismo. Al fine di assicurare la disponibilità di pesce fresco per i consumatori, è necessario incoraggiare l’acquacoltura sostenibile in impianti di piscicoltura offshore che impieghino pescatori locali. |
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1.3. |
Il CESE considera che la diminuzione delle quote di pesce pescato da sola non risolva lo stato di crisi in cui versa il Mar Baltico, e sia invece necessario sviluppare un piano complessivo che offra prospettive future al settore, agli imprenditori, ai lavoratori ed ai consumatori. |
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1.4. |
Il CESE prende atto della scelta della Commissione di mettere a disposizione degli Stati membri gli strumenti necessari per demolire le flotte di pescherecci che oggi praticano la pesca al merluzzo bianco, e di delegare agli Stati membri la definizione del tonnellaggio e del numero di navi da smantellare. |
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1.5. |
Il CESE rimarca le conseguenze negative connesse alla distruzione di tali flotte e ritiene che l’adesione a tale piano debba avvenire solo su base volontaria. |
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1.6. |
Il CESE ricorda che la Corte dei conti ha sottolineato che i fondi destinati a questo scopo sono stati sovente mal usati e non hanno sempre generato il risultato atteso. Il Comitato chiede a Commissione e Stati membri di predisporre misure per evitare che ciò avvenga anche in questo caso. |
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1.7. |
Il CESE ritiene che se Commissione e Stati membri fossero intervenuti per tempo, sarebbe stato possibile un approccio più graduale al problema. |
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1.8. |
Il CESE invita gli Stati membri che hanno competenza nello stabilire le regole dell’attribuzione delle compensazioni economiche per la demolizione dei pescherecci a tenere nel dovuto conto i lavoratori specializzati del settore che si ritroverebbero senza una fonte di reddito. |
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1.9. |
Il CESE invita gli Stati membri a utilizzare i fondi del FSE per realizzare programmi di riqualificazione dei lavoratori oggi impiegati in questo settore. |
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1.10. |
Poiché la ricerca scientifica ha dimostrato che la mortalità attuale del merluzzo bianco è dovuta a fattori ambientali piuttosto che alla pesca, il CESE chiede che la Commissione consideri prioritario ogni intervento che aiuti a migliorare l’ecosistema del Mar Baltico. |
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1.11. |
Il CESE incoraggia vivamente la Commissione europea a valutare la possibilità di destinare finanziamenti specifici ad azioni interregionali basate sui principi della bioeconomia blu. Diversi progetti già avviati hanno dimostrato che alcune nuove attività economiche possono dare un contributo significativo al conseguimento di risultati ambientali positivi nel Mar Baltico. Si dovrebbe promuovere l’allevamento di mitili e alghe, in quanto tali specie costituiscono dei filtri molto efficaci per i nutrienti. Attività di questo tipo contribuiscono anche a riportare la biodiversità, compresi gli stock ittici, verso le coste. Il CESE è dell’avviso che si potrebbe ricorrere alle flotte e ai pescatori in attività per realizzare questo potenziale, in quanto essi dispongono di attrezzature e competenze adattabili. È quindi assolutamente necessario che l’UE e gli stessi Stati membri adottino il programma finanziario regionale specifico. |
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1.12. |
Il CESE sottolinea che vietando la riconversione nella pesca amatoriale e turistica, la proposta precluda agli operatori un concreto sbocco lavorativo e imprenditoriale. |
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1.13. |
Il CESE ritiene importante che la Commissione eviti che il blocco della pesca del merluzzo bianco da parte degli Stati membri favorisca gli operatori di altri Paesi non membri dell’Unione. |
2. Osservazioni generali
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2.1. |
Da anni era noto il degrado dell’ecosistema del Mar Baltico. Oggi lo stock di merluzzo bianco del Baltico orientale è l’unico per il quale la mortalità dipendente da fattori ambientali è tre volte superiore alla mortalità per pesca. Non sono peraltro previsti cambiamenti significativi prima del 2024, anche in assenza completa di attività di pesca. |
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2.2. |
Il CESE considera fondamentale sottoporre ad un esame complessivo la situazione in cui versa il settore della pesca nel Mar Baltico e il problema dell’ambiente ecomarino, che è messo in crisi da molteplici fattori tra i quali si segnala, oltre l’inquinamento proveniente dagli affluenti, il suo attraversamento da parte di navi da crociera non sempre rispettose delle norme in tema di riciclo delle acque. |
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2.3. |
Il CESE riconosce che una parte considerevole dell’inquinamento proviene ancora dalle industrie e dagli impianti di trattamento delle acque reflue. Il CESE esorta la Commissione europea a chiedere agli Stati membri un’attuazione più attiva della direttiva sulla tutela penale dell’ambiente e un’adeguata azione penale contro i grandi inquinatori. Nel caso delle ammende finanziarie pagate dagli inquinatori, il CESE incoraggia gli Stati membri a destinare i relativi importi a programmi ambientali. |
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2.4. |
Il CESE ritiene che si debbano urgentemente riunire tutti gli stakeholder del settore e con essi elaborare un piano d’azione condiviso. I partenariati pubblico-privato potrebbero costituire una parte della soluzione. |
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2.5. |
Si dovrebbe inoltre esaminare la possibilità di concludere un accordo per assumere pescatori stranieri e promuovere i principi della bioeconomia blu nel vicino territorio della Federazione russa. La cooperazione non deve limitarsi a cercare soluzioni convergenti per quel che riguarda la pesca, ma anche sviluppare ed implementare misure volte a risolvere alla base e in modo duraturo i problemi ambientali che mettono in pericolo l’equilibrio dell’ecosistema del Mar Baltico. |
Bruxelles, 23 gennaio 2020
Il presidente del Comitato economico e sociale europeo
Luca JAHIER