23.12.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 449/149


P8_TA(2019)0130

Il futuro del trattato INF e l'impatto sull'UE

Risoluzione del Parlamento europeo del 14 febbraio 2019 sul futuro del trattato INF e l'impatto sull'Unione europea (2019/2574(RSP))

(2020/C 449/21)

Il Parlamento europeo,

visto il trattato tra gli Stati Uniti d'America e l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche per la eliminazione dei missili a medio e corto raggio (in appresso «trattato INF»), firmato a Washington l'8 dicembre 1987 dall'allora Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e dall'allora leader dell'Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov (1),

vista la relazione del 2018 sull'adesione e il rispetto degli accordi e degli impegni in materia di controllo degli armamenti, non proliferazione e disarmo elaborata dal Dipartimento di Stato statunitense,

vista la dichiarazione del 21 ottobre 2018 del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che avverte del ritiro degli Stati Uniti dal trattato INF,

vista la dichiarazione del 2 febbraio 2019 del Segretario di Stato statunitense sull'intenzione degli Stati Uniti di recedere dal trattato INF (2),

vista la dichiarazione del 2 febbraio 2019 del Presidente russo Vladimir Putin, che afferma che anche la Russia sospenderà la sua partecipazione al trattato,

vista la dichiarazione sul trattato INF rilasciata il 4 dicembre 2018 dai ministri degli Esteri della NATO (3),

vista la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea dal titolo «Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte»,

viste le preoccupazioni espresse nel 2019 dagli Stati Uniti e dalla NATO in merito al mancato rispetto del trattato INF da parte della Russia, in particolare per quanto riguarda il suo nuovo sistema missilistico 9M729, recentemente reiterate nella dichiarazione del 1o febbraio 2019 del Consiglio Nord Atlantico (4),

viste le osservazioni formulate dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), Federica Mogherini, in occasione della settima conferenza dell'UE sulla non proliferazione e il disarmo, tenutasi a Bruxelles il 18 e 19 dicembre 2018,

vista la sua risoluzione del 27 ottobre 2016 sulla sicurezza nucleare e la non proliferazione (5),

vista la dichiarazione congiunta sulla cooperazione UE-NATO firmata a Bruxelles il 10 luglio 2018,

vista l'agenda delle Nazioni Unite per il disarmo (6),

visto l'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 16 delle Nazioni Unite, dedicato alla promozione di società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile (7),

vista la relazione annuale 2017 sull'attuazione della strategia dell'Unione europea contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, del 18 maggio 2018,

visto il trattato di non proliferazione nucleare del 1968 (TNP), che impone a tutti gli Stati di perseguire in buona fede il disarmo nucleare e porre fine alla corsa agli armamenti nucleari,

visto il trattato sulla proibizione delle armi nucleari adottato il 7 luglio 2017 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite,

vista la sua risoluzione del 10 marzo 2010 sul trattato di non proliferazione delle armi nucleari (8),

vista la strategia dell'Unione europea contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, approvata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,

viste le conclusioni del Consiglio sulla nona Conferenza di revisione delle parti del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (8079/15),

viste l'assegnazione del premio Nobel per la pace 2017 alla Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari (ICAN) e la dichiarazione resa da quest'ultima il 1o febbraio 2019 dal titolo «US withdrawal from INF Treaty puts Europe (and the world) at risk» (L'uscita degli Stati Uniti dal trattato INF mette a rischio l'Europa (e il mondo)),

visto l'articolo 123, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.

considerando che il trattato INF, firmato nel 1987 dagli Stati Uniti e dall'Unione Sovietica, è stato un accordo senza eguali nell'era della guerra fredda, in quanto anziché fissare dei limiti imponeva a entrambi i paesi di distruggere le loro scorte di missili balistici e da crociera nucleari e convenzionali lanciabili da terra aventi una gittata compresa tra i 500 e 5 500 km, proibendo nel contempo alle parti di detenere, produrre e testare in volo tali missili;

B.

considerando che al maggio 1991 erano stati eliminati circa 2 692 missili, in conformità delle disposizioni del trattato; che sono seguiti 10 anni di ispezioni in loco; che grazie al trattato INF sono stati alla fine smantellati oltre 3 000 missili contenenti testate nucleari;

C.

considerando che il trattato INF ha contribuito a contenere la competizione strategica tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, e in seguito la Federazione russa, e a costruire e rafforzare la stabilità nell'era della guerra fredda; che l'Europa è stata il principale beneficiario del trattato INF, il quale ha avuto un ruolo fondamentale nel mantenimento della sua sicurezza per più di tre decenni; che il trattato continua a costituire un pilastro della pace e della stabilità internazionali, segnatamente in quanto parte dell'architettura di sicurezza europea;

D.

considerando che nel 2014 l'amministrazione Obama ha dichiarato che la Russia stava violando gli obblighi che le incombevano in forza del trattato INF di non detenere, produrre o collaudare in volo missili da crociera lanciabili da terra (GLCM) con una gittata compresa tra i 500 e i 5 500 km, o di detenere o produrre rampe per il lancio di tali missili; che relazioni successive pubblicate nel 2015, 2016, 2017 e 2018 dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti hanno ribadito le asserzioni statunitensi in merito alla persistente violazione del trattato da parte della Russia;

E.

considerando che gli Stati Uniti e la NATO hanno ripetutamente interpellato la Russia in merito alle sue attività di sviluppo di missili, in particolare per quanto riguarda il sistema missilistico 9M729, che a loro parere viola il trattato INF;

F.

considerando che nel dicembre 2017, in occasione del trentesimo anniversario del trattato, l'amministrazione del Presidente Trump ha annunciato una «strategia integrata» di misure diplomatiche, militari ed economiche, volta a riportare la Russia al rispetto del trattato; che tali misure comprendevano sforzi diplomatici attraverso la Commissione speciale di verifica, l'avvio di un programma di ricerca e sviluppo militare e provvedimenti economici nei confronti di entità russe coinvolte nello sviluppo e nella produzione del missile non conforme;

G.

considerando che gli Stati Uniti e la Russia non sono riusciti a risolvere le loro reciproche preoccupazioni attraverso il dialogo diplomatico; che la Commissione speciale di verifica, istituita ai sensi del trattato per affrontare, tra l'altro, le questioni di conformità, non è stata convocata;

H.

considerando che il 20 ottobre 2018 il Presidente Trump ha annunciato che gli Stati Uniti si sarebbero ritirati dal trattato, adducendo come motivazioni l'inadempienza della Russia e la mancata partecipazione della Cina; che il 4 dicembre 2018, in esito alla riunione dei ministri degli Esteri della NATO, il Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo ha annunciato che gli Stati Uniti, avendo riscontrato una violazione sostanziale del trattato da parte della Russia, avrebbero sospeso per contrasto i propri obblighi al termine di un periodo di 60 giorni, a meno che la Russia non avesse ripristinato il rispetto totale e verificabile del trattato;

I.

considerando che il 1o febbraio 2019 gli Stati Uniti hanno annunciato, allo scadere del termine di 60 giorni concesso alla Russia per ripristinare il pieno rispetto del trattato, che sospenderanno i propri obblighi derivanti dal trattato INF e avvieranno il processo di ritiro dallo stesso a meno che la Russia, che secondo gli Stati Uniti ha commesso una violazione sostanziale del trattato, non ripristini il rispetto delle condizioni previste da quest'ultimo entro sei mesi; che il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha invitato la Russia a sfruttare il periodo di sei mesi concesso dagli Stati Uniti per ripristinare il rispetto totale del trattato;

J.

considerando che il 4 dicembre 2018 i ministri degli Esteri della NATO hanno rilasciato una dichiarazione nella quale riconoscevano le violazioni del trattato INF commesse dalla Russia e invitavano quest'ultima a ripristinare urgentemente il rispetto totale e verificabile del trattato;

K.

considerando che il 2 febbraio 2019 la Russia ha annunciato sospenderà il trattato INF e svilupperà nuovi tipi di missili; che le autorità russe hanno ripetutamente espresso preoccupazione riguardo agli impianti di difesa missilistica della NATO;

L.

considerando che la Cina, insieme ad altri paesi non firmatari del trattato INF, ha intrapreso una massiccia proliferazione del suo arsenale missilistico, il che rende evidente la necessità di un nuovo trattato che vincoli Stati Uniti, Russia e Cina;

M.

considerando che un'eventuale sospensione del trattato potrebbe comportare un inasprimento delle tensioni tra gli Stati nucleari, incomprensioni e una nuova corsa agli armamenti;

N.

considerando che il trattato INF è uno dei pilastri fondamentali per il mantenimento della stabilità strategica globale, della pace nel mondo e della sicurezza regionale; che il mantenimento del trattato contribuirebbe agli sforzi volti a preservare altri accordi esistenti in materia di controllo degli armamenti e disarmo, nonché a creare condizioni più favorevoli per i negoziati relativi alla limitazione degli armamenti, al disarmo e alla non proliferazione; che gli annunci relativi al ritiro dal trattato mettono in dubbio le possibilità di rinnovo di altri importanti trattati sul controllo degli armamenti, come il trattato tra gli Stati Uniti d'America e la Federazione russa recante misure per ridurre e limitare ulteriormente le armi strategiche offensive («nuovo trattato START»), un'eventualità che arrecherebbe serio pregiudizio al regime internazionale per il controllo degli armamenti, che ha garantito decenni di stabilità nell'ambito delle armi nucleari, e renderebbe il mondo scevro di limiti verificabili e giuridicamente vincolanti in materia di arsenali nucleari;

O.

considerando che il trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari è stato aperto alla firma dal Segretario generale delle Nazioni Unite il 20 settembre 2017 e finora è stato firmato da 70 Stati, 21 dei quali sono diventati parti contraenti mediante la ratifica; che uno di essi è uno Stato membro dell'Unione, l'Austria, e che l'Irlanda trasmetterà probabilmente i propri strumenti di ratifica al Segretario generale delle Nazioni Unite nei prossimi mesi;

P.

considerando che l'ICAN, vincitrice del premio Nobel per la pace, ha invitato tutti gli Stati a ratificare il trattato sulla proibizione delle armi nucleari;

1.

sostiene il rispetto, il mantenimento e il rafforzamento del trattato INF; rammenta che esso contribuisce in misura cruciale alla pace e alla sicurezza in Europa e nel resto del mondo nonché al disarmo e alla non proliferazione su scala globale;

2.

esprime profonda preoccupazione per le violazioni del trattato e per quanto successivamente annunciato dagli Stati Uniti e, in un secondo momento, dalla Russia in merito alla sospensione degli obblighi che incombono loro in forza del trattato e al loro ritiro entro sei mesi; sottolinea che tali sviluppi rappresentano una minaccia per uno degli interessi più importanti dell'Europa in materia di sicurezza, nonché per la sicurezza e la pace europee e globali; teme che tali azioni possano comportare errori di calcolo e incomprensioni in grado di determinare un deterioramento delle relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia, un inasprimento delle tensioni, minacce e rischi nucleari e militari più elevati nonché il possibile ritorno a destabilizzanti corse agli armamenti, pregiudicando la sicurezza e la stabilità strategica dell'Europa;

3.

condanna la Russia per le continue violazioni delle condizioni previste dal trattato INF;

4.

invita la Russia, in risposta alle sue continue violazioni delle condizioni previste dal trattato, a ripristinare urgentemente il rispetto totale e verificabile del trattato, in modo da rispondere alle preoccupazioni sollevate dagli Stati Uniti e dalla NATO, e la esorta a impegnarsi a favore del futuro a lungo termine dell'accordo;

5.

riconosce l'importanza della piena trasparenza e del dialogo ai fini del rafforzamento della fiducia nell'attuazione del trattato INF e di eventuali altri accordi che sostengano la stabilità strategica e la sicurezza; invita la Russia e gli Stati Uniti, in considerazione di quanto precede, a chiarire le rispettive accuse di inadempienza e ad avviare un dialogo costruttivo sotto gli auspici del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, della Commissione speciale di verifica o di altri forum adeguati, al fine di ridurre le tensioni, tenendo conto degli interessi e delle preoccupazioni di entrambe le parti e conducendo negoziati in buona fede in modo da salvaguardare il trattato INF prima dell'effettivo ritiro ad agosto 2019, rafforzare la trasparenza e il monitoraggio reciproco e pervenire a norme e garanzie più solide per quanto concerne le rispettive capacità missilistiche e nucleari;

6.

esorta il VP/AR a sfruttare la finestra di sei mesi per ricorrere a tutti gli strumenti politici e diplomatici di cui dispone per avviare un dialogo con gli Stati parti del trattato INF, in modo da ripristinare la fiducia a livello transfrontaliero, mettendo nel contempo a disposizione le competenze e l'esperienza dell'UE in materia di mediazione, con l'obiettivo di scongiurare il ritiro degli Stati Uniti e della Russia dall'accordo; esorta il VP/AR a promuovere il mantenimento e lo sviluppo del trattato INF e ad avviare negoziati finalizzati alla conclusione di un trattato multilaterale per questa categoria di missili; chiede al VP/AR di garantire che l'UE agisca in qualità di garante proattivo e credibile della sicurezza, anche in relazione al suo vicinato, e assuma un ruolo forte e costruttivo nello sviluppo e nel potenziamento dell'architettura mondiale basata su norme in materia di non proliferazione, controllo degli armamenti e disarmo;

7.

sottolinea che il futuro incerto del trattato INF non dovrebbe mettere a repentaglio altri accordi in materia di controllo degli armamenti; esorta, in particolare, gli Stati Uniti e la Russia a rinnovare il nuovo accordo START, che limita a 1 550 il numero di testate strategiche dispiegate da entrambe le parti, prima che giunga a scadenza nel 2021;

8.

ribadisce il suo pieno impegno a favore del mantenimento di regimi internazionali efficaci per il controllo degli armamenti, disarmo e non proliferazione in quanto pietra miliare della sicurezza europea e globale; ritiene che l'Europa debba dare l'esempio al fine di risultare credibile e compiere progressi nel conseguimento di un mondo privo di armi nucleari; invita gli Stati membri dell'UE a rendere il disarmo nucleare multilaterale una priorità della politica estera e di sicurezza dell'Unione; ricorda il suo impegno a perseguire politiche volte a conseguire progressi nella riduzione e nell'eliminazione di tutti gli arsenali nucleari;

9.

ritiene che la sicurezza europea debba rimanere indivisibile; invita tutti gli Stati membri dell'UE che sono anche membri della NATO ad agire di conseguenza; invita il VP/AR a elaborare una valutazione comune delle minacce per analizzare le conseguenze in termini di sicurezza che si ripercuoterebbero sull'UE qualora la protezione garantita all'Unione e ai suoi cittadini dal trattato INF cessi di essere applicabile, nonché a informare tempestivamente il Parlamento, conformemente all'articolo 36 del trattato sull'Unione europea, e a sviluppare successivamente una strategia credibile e ambiziosa in materia di disarmo nucleare sulla base di un multilateralismo effettivo;

10.

invita il VP/AR a presentare proposte intese a mobilitare fondi dell'UE e rafforzare la base di conoscenze e le competenze dell'Unione in materia di non proliferazione, controllo degli armamenti e capacità umane al fine di analizzare le minacce derivanti dalle armi nucleari; invita il VP/AR a presentare piani prudenti su come prevenire l'uso involontario o accidentale di armi nucleari;

11.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Servizio europeo per l'azione esterna, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alla NATO, alle Nazioni Unite, al Presidente e ai membri del Congresso degli Stati Uniti, al Presidente della Federazione russa e ai membri della Duma di Stato russa e del Consiglio della Federazione russa.

(1)  https://treaties.un.org/doc/Publication/UNTS/Volume%201657/v1657.pdf

(2)  https://www.state.gov/secretary/remarks/2019/02/288722.htm

(3)  https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_161122.htm

(4)  https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_162996.htm

(5)  GU C 215 del 19.6.2018, pag. 202.

(6)  https://front.un-arm.org/documents/SG+disarmament+agenda_1.pdf

(7)  https://sustainabledevelopment.un.org/sdg16

(8)  GU C 349 E del 22.12.2010, pag. 77.