Bruxelles, 14.10.2019

COM(2019) 455 final

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

sull'attuazione degli accordi di libero scambio









1° gennaio 2018 - 31 dicembre 2018

{SWD(2019) 370 final}


Indice

1.IntroduZIONE

2.PANORAMICA DEI RISULTATI PRINCIPALI

2.1Panoramica generale

2.2Progressi compiuti e principali questioni irrisolte

3.ACCORDI DI LIBERO SCAMBIO DI NUOVA GENERAZIONE

3.1Accordo commerciale tra l'UE e la Corea del Sud

3.2Accordi commerciali tra l'UE e la Colombia, l'Ecuador e il Peru

3.3Accordo di associazione tra l'UE e l'America centrale

3.4Accordo economico e commerciale globale UE-Canada (CETA)

4.ZONE DI LIBERO SCAMBIO GLOBALI E APPROFONDITE (DCFTA)

4.1Georgia

4.2Moldova

4.3Ucraina

5.ACCORDI DI LIBERO SCAMBIO DI PRIMA GENERAZIONE

5.1Svizzera

5.2Norvegia

5.3Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente

5.4Messico

5.5Cile

5.6Unione doganale con la Turchia

5.7Accordi di stabilizzazione e di associazione con i paesi dei Balcani occidentali

6.ACCORDI DI PARTENARIATO ECONOMICO (APE) CON I PAESI DELL'AFRICA, DEI CARAIBI E DEL PACIFICO

6.1Accordo di partenariato economico con la Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC)

6.2Accordo di partenariato economico interinale con l'Africa orientale e australe

6.3Accordo di partenariato economico interinale con la Costa d'Avorio

6.4Accordo di partenariato economico (APE) interinale con il Ghana

6.5Accordo di partenariato economico (APE) con l'Africa centrale (Cameroon)

6.6Accordo di partenariato economico con il Forum del gruppo caraibico dei paesi ACP (CARIFORUM)

6.7Accordo di partenariato economico (APE) con i paesi del Pacifico

7.COMMERCIO E SVILUPPO SOSTENIBILE: UN AGGIORNAMENTO SULLE ATTIVITÀ RECENTI

8.GLI SCAMBI DI PRODOTTI AGROALIMENTARI NEL QUADRO DEGLI ACCORDI COMMERCIALI DELL'UE: UN AGGIORNAMENTO SUGLI SVILUPPI RECENTI

9.ATTIVITÀ in CORSO IN SETTORI SPECIFICI

9.1Piccole e medie imprese (PMI)

9.2Servizi

9.3L'accordo di partenariato economico UE-Guappone: lavori preparatori

9.4Migliorare l'adozione degli accordi commerciali dell'UE

10.RICORSO ALLE VIE LEGALI

10.1Risoluzione della controversia con la Corea del Sud

10.2Risoluzione della controversia con l'Ucraina

10.3Risoluzione della controversia con l'Unione doganale dell'Africa meridionale

11.ConclusionI

ALLEGATO 1: TASSI DI UTILIZZO DELLE PREFERENZE SULLE IMPORTAZIONI DELL'UE

ALLEGATO 2: TASSI DI UTILIZZO DELLE PREFERENZE SULLE ESPORTAZIONI DELL'Ue



Panoramica degli accordi oggetto della presente relazione

Accordi commerciali preferenziali di nuova generazione

Partner

Applicato dal

Accordo di libero scambio UE-Corea del Sud

1° luglio 2011

Accordo commerciale UE-Colombia-Perù-Ecuador

1° marzo 2013 per il Perù; 1° agosto 2013 per la Colombia; 1° gennaio 2017 per l'Ecuador.

Accordo di associazione UE-America centrale

1° agosto 2013: applicazione del pilastro commerciale con Honduras, Nicaragua e Panama; 1° ottobre 2013: Costa Rica ed El Salvador; 1° dicembre 2013: Guatemala.

Accordo economico e commerciale globale UE-Canada (CETA)

21 settembre 2017

Zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA)

UE-Georgia

1° settembre 2014 ed entrato in vigore il 1° luglio 2016

UE-Moldova

1° settembre 2014 ed entrato in vigore il 1° luglio 2016

UE-Ucraina

1° gennaio 2016 ed entrato in vigore il 1° settembre 2017

Accordi commerciali preferenziali di prima generazione

Partner

Applicato dal

Unione doganale UE-Turchia

accordo di associazione firmato nel 1963; fase finale dell'unione doganale completata il 1° gennaio 1996.

UE-Svizzera

1972

UE-Norvegia

1° luglio 1973

UE-Israele

1° gennaio 1996

UE-Giordania

1° maggio 2002

UE-Palestina 1

1° luglio 1997

UE-Tunisia

1° marzo 1998

UE-Marocco

18 marzo 2000

UE-Libano

1° marzo 2003

UE-Egitto

21 dicembre 2003

UE-Algeria

1° settembre 2005

Accordo globale UE-Messico

applicato per le merci dal 1° luglio 2000; applicato per i servizi dal 1° marzo 2001.

Accordo di associazione UE-Cile

1° febbraio 2003

ASA UE-Macedonia del Nord 2

Accordo interinale sugli scambi: 1° giugno 2001

ASA UE-Albania

Accordo interinale sugli scambi: 1° dicembre 2006

ASA UE-Montenegro

Accordo interinale sugli scambi: 1° gennaio 2008

ASA UE-Serbia

Accordo interinale sugli scambi: per la Serbia: 1° febbraio 2009; per l'UE: 8 dicembre 2009

ASA UE-Bosnia-Erzegovina

Accordo interinale sugli scambi: 1° luglio 2008

ASA UE-Kosovo 3

1° aprile 2016

Accordi di partenariato economico con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico

UE-Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC)

10 ottobre 2016 per Botswana, Eswatini, Lesotho, Namibia e Sud Africa; 4 febbraio 2018 per il Mozambico.

UE-Stati dell'Africa orientale e australe (interinale)

14 maggio 2012 per Madagascar, Maurizio, Seychelles e Zimbabwe 4

UE-Costa d'Avorio (interinale)

3 settembre 2016

UE-Ghana (interinale)

15 dicembre 2016

UE-Africa centrale (Camerun)

4 agosto 2014 per il Camerun

UE-CARIFORUM

29 dicembre 2008 per Antigua e Barbuda; Belize; Bahamas; Barbados; Dominica; Repubblica dominicana; Grenada; Guyana; Giamaica; Saint Kitts e Nevis; Santa Lucia; Saint Vincent e Grenadine; Suriname; Trinidad e Tobago.

UE-Paesi del Pacifico (interinale)

20 dicembre 2009 per la Papua Nuova Guinea; 28 luglio 2014 per le Figi 5 .



1.Introduzione

Nella comunicazione Commercio per tutti 6 del 2015 la Commissione si è impegnata a riferire su base annua in merito all'attuazione degli accordi commerciali più importanti dell'Unione europea (UE). La presente relazione è la terza in materia 7 .

Dal 2015 la politica commerciale europea ha registrato una notevole evoluzione e l'UE ha concluso e iniziato ad applicare nuovi accordi commerciali con l'Ecuador, il Canada, il Giappone, l'accordo di partenariato economico (APE) con la Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC), gli accordi di partenariato economico interinali con il Ghana e la Costa d'Avorio e la zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA) con l'Ucraina. Sono in corso le ratifiche degli accordi commerciali conclusi con Singapore (2012) e Vietnam (dicembre 2015). Nel 2018 il 31 % degli scambi di merci dell'UE con il resto del mondo rientrava nell'ambito di accordi commerciali preferenziali. Tale percentuale sale al 39 % se si considerano l'accordo con il Giappone, entrato in vigore il 1° febbraio 2019, e quelli con Singapore e Vietnam, firmati rispettivamente il 19 ottobre 2018 e il 30 giugno 2019. Aggiungendo l'accordo politico del 28 giugno 2019 tra UE e Mercosur, la percentuale aumenterebbe al 41 %.

Gli accordi commerciali seguono ora anche i principi dell'agenda "Legiferare meglio" e sono soggetti in particolare a valutazioni periodiche ex post. Dal 2015 sono state completate tre valutazioni ex post degli accordi commerciali dell'UE con il Messico, il Cile e la Corea del Sud. Sono attualmente in corso le valutazioni ex post degli accordi con il CARIFORUM 8 e con sei paesi mediterranei 9 e inizieranno a breve quelle dell'accordo tra Unione europea e Colombia, Ecuador e Perù e dell'accordo UE-America centrale.

La presente relazione fornisce un aggiornamento sull'attuazione dei 35 principali accordi commerciali con 62 partner, compresa la prima relazione annuale sull'accordo economico e commerciale globale (CETA) tra l'UE e il Canada. La relazione descrive inoltre i lavori svolti prima dell'entrata in vigore dell'accordo di partenariato economico UE-Giappone.

Secondo uno studio sulle esportazioni dell'UE nel mondo e gli effetti sull'occupazione 10 , 36 milioni di posti di lavoro nell'UE, di cui 13,7 milioni occupati da donne, dipendono dalle esportazioni al di fuori dell'Unione. Tra il 2000 e il 2017, i posti di lavoro dell'UE sostenuti dalle esportazioni nel resto del mondo sono aumentati del 66 %, il che corrisponde a 14,3 milioni di posti di lavoro in più sostenuti dalle esportazioni. La quota di occupazione nell'UE sostenuta dalla vendita di merci e servizi al resto del mondo rispetto all'occupazione complessiva è passata dal 10,1 % nel 2000 al 15,3 % nel 2017. I posti di lavoro legati alle esportazioni sono, in media, retribuiti il 12 % in più rispetto a quelli negli altri settori economici. I lavoratori europei di tutti gli Stati membri beneficiano delle esportazioni dell'UE. Questi posti di lavoro aggiuntivi sono creati dalle imprese direttamente coinvolte nelle esportazioni di merci e servizi e dalle imprese dell'UE che forniscono merci e servizi alle imprese esportatrici.

Come per le relazioni precedenti, gli accordi sono stati raggruppati in quattro categorie, in funzione del loro contenuto e dei loro obiettivi.

Gli "accordi di nuova generazione", come quelli con la Corea del Sud o il Canada, comprendono sia gli impegni in materia di liberalizzazione degli scambi di merci sia gli impegni in materia di servizi e investimenti, appalti pubblici, concorrenza, sovvenzioni e questioni normative. Tali accordi mirano a sviluppare regimi commerciali più forti, basati su regole e valori, con i paesi partner commerciali interessati e includono disposizioni specifiche in materia di commercio e sviluppo sostenibile. I più recenti prevedono inoltre disposizioni specifiche volte ad affrontare le sfide cui le economie e le società moderne devono far fronte; ne è un esempio l'accordo di partenariato economico con il Giappone, che comprende un capitolo sulle piccole e medie imprese e disposizioni specifiche in materia di servizi di informazione e di telecomunicazione e commercio elettronico.

Gli accordi commerciali "di prima generazione", conclusi per lo più prima del 2006, tendono a concentrarsi sulla liberalizzazione tariffaria. Le "zone di libero scambio globali e approfondite" (DCFTA) mirano ad approfondire le relazioni economiche tra i rispettivi paesi vicini e l'UE e si concentrano sul ravvicinamento della legislazione di tali paesi a quella dell'Unione, in particolare nei settori attinenti agli scambi. L'UE dispone di DCFTA con la Georgia, la Moldova e l'Ucraina e sta negoziando un accordo di questo tipo con la Tunisia. Gli "accordi di stabilizzazione e di associazione" con sei partner dei Balcani occidentali 11 , conclusi tra il 2001 e il 2016, sono volti a sostenere l'integrazione regionale e la stabilità nella regione, nonché la sua integrazione economica nel mercato dell'UE.

Gli accordi di partenariato economico (APE) con gli Stati e le regioni dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) hanno un esplicito obiettivo di sviluppo. Si tratta di accordi commerciali asimmetrici: la parte ACP liberalizza circa l'80 % degli scambi nell'arco di 15-20 anni, mentre l'UE concede immediatamente l'accesso esente da dazi e contingenti. Per il momento, la maggior parte di tali accordi riguarda gli scambi di merci e la cooperazione allo sviluppo. L'APE con i Caraibi comprende inoltre disposizioni in materia di servizi, investimenti e altre questioni attinenti al commercio. Nel quadro degli APE l'UE fornisce un'assistenza sostanziale nel campo del commercio al fine di sostenere i paesi partner nell'attuazione degli accordi, nel rafforzamento della competitività delle esportazioni e nella realizzazione delle infrastrutture economiche 12 .

La presente relazione è integrata da un documento di lavoro completo dei servizi della Commissione, corredato di schede informative dettagliate per ogni singolo accordo, comprese statistiche, descrizioni dei principali sviluppi commerciali e relazioni sui lavori dei comitati. Con la presente relazione e il relativo documento di lavoro la Commissione adempie i suoi obblighi di comunicazione in merito all'attuazione del meccanismo antielusione per la Corea del Sud, la Georgia e la Moldova e del meccanismo di stabilizzazione per le banane per l'America centrale e la Colombia, l'Ecuador e il Perù.



Statistiche

Le statistiche sugli scambi 13 utilizzate nella presente relazione e l'allegato documento di lavoro dei servizi della Commissione sull'andamento degli scambi e dei flussi di investimenti si basano sui dati Eurostat disponibili al 30 marzo 2019, salvo diversa indicazione. I dati annuali più recenti disponibili per gli scambi di merci si riferiscono al 2018, mentre quelli relativi ai servizi e agli investimenti si riferiscono al 2017, salvo diversa indicazione.

Le statistiche sui tassi di utilizzo delle preferenze si basano sui dati amministrativi raccolti dal paese importatore. Il tasso di utilizzo delle preferenze indica la quota di importazioni o esportazioni rientranti nel regime di preferenze commerciali come quota del valore totale delle importazioni o esportazioni ammesse a beneficiare delle preferenze per paese partner, ossia le importazioni o le esportazioni che effettivamente hanno beneficiato del regime di preferenze diviso per le importazioni o le esportazioni ammesse all'utilizzo delle preferenze. Le importazioni ammesse al trattamento preferenziale sono caratterizzate dal fatto che la tariffa preferenziale applicata è inferiore alla tariffa applicata alla nazione più favorita ("NPF"). Di conseguenza, gli scambi cui non si applicano i dazi in virtù del trattamento riservato alla nazione più favorita non sono inclusi nei calcoli.

Il tasso di utilizzo delle preferenze per le importazioni nell'UE dai paesi partner si basa su dati Eurostat. Eurostat aggrega le tariffe e i flussi commerciali in una serie di dati da cui la Commissione estrae informazioni sia sul trattamento a cui un prodotto può essere ammesso sia sulla misura in cui questo trattamento preferenziale è utilizzato. La serie di dati così ottenuta è armonizzata e coerente 14 e permette di effettuare confronti tra paesi partner e anni diversi.

Per calcolare i tassi di utilizzo delle preferenze sulle esportazioni dall'UE verso i paesi partner la Commissione utilizza invece dati amministrativi raccolti dal paese importatore in questione. Queste statistiche non sono armonizzate; i confronti diretti tra paesi partner o con le importazioni nell'UE devono quindi essere considerati indicativi. I tassi di utilizzo delle preferenze sulle esportazioni provenienti dall'UE sono forniti nella presente relazione solo in presenza di dati sufficientemente attendibili.

2.Panoramica dei risultati principali

2.1Panoramica generale

Nel 2018, rispecchiando la difficile situazione a livello mondiale, gli scambi di merci 15 sono aumentati più lentamente rispetto al 2017: gli scambi dell'UE con il resto del mondo sono cresciuti del 5 % (in calo rispetto all'8 %), mentre il volume totale degli scambi dell'UE nell'ambito degli accordi preferenziali è cresciuto del 3 % (in calo rispetto al 7 %). Le esportazioni dell'UE verso i partner commerciali preferenziali sono cresciute del 2 % nel 2018, registrando un lieve rallentamento rispetto alle esportazioni dell'UE verso il resto del mondo, che sono cresciute del 4 % nello stesso periodo. Le importazioni dai partner commerciali preferenziali sono aumentate del 4,6 %, rispetto al 6,6 % delle importazioni totali dell'UE.

Nel 2018 il 33 % delle esportazioni e il 29 % delle importazioni dell'UE rientravano nell'ambito di accordi commerciali preferenziali. Tali accordi hanno continuato a produrre un solido avanzo commerciale di 84,6 miliardi di EUR, mentre gli scambi dell'UE con il resto del mondo hanno registrato per la prima volta dal 2014 un leggero disavanzo commerciale di 24,6 miliardi di EUR.

Come nel 2017, il più grande partner commerciale preferenziale dell'UE è stata la Svizzera, a cui era diretto il 24 % delle esportazioni preferenziali dell'UE, seguita dalla Turchia (12 %) e dalla Norvegia (8 %).

Nel 2018, esaminando le esportazioni dell'UE nell'ambito degli accordi commerciali preferenziali per settore e per categoria, si osserva che le esportazioni non agricole sono aumentate dell'1,9 %. Tra queste, i macchinari e le attrezzature di trasporto sono rimasti i principali settori di esportazione dell'UE in termini di valore (in stagnazione), seguiti dai prodotti chimici, che registrano un aumento del 2,5 %. Le esportazioni di prodotti agroalimentari dell'UE sono aumentate del 2,2 % e i principali settori di esportazione sono stati le bevande, le preparazioni alimentari e i preparati di cereali.

Esaminando le importazioni dell'UE nell'ambito degli accordi commerciali preferenziali, le importazioni non agricole sono aumentate del 5,2 %. Tra queste, i prodotti minerali, i macchinari e le apparecchiature costituivano le principali voci all'importazione. Le importazioni di prodotti agroalimentari sono diminuite dello 0,5 % e le principali voci all'importazione erano costituite da prodotti vegetali.

Nel periodo in esame le imprese europee hanno fatto buon uso degli accordi commerciali dell'UE. L'utilizzo delle preferenze è rimasto forte per le esportazioni dell'UE verso la Svizzera e la Turchia ed è aumentato nei confronti della Corea del Sud. L'utilizzo delle preferenze è migliorato anche per Colombia, Ecuador, Egitto e Giordania. Nel 2018 il tasso di utilizzo delle preferenze sulle esportazioni dell'UE verso il Canada si è attestato al 37 %, in aumento rispetto al 30 % dopo i primi nove mesi di applicazione provvisoria. In futuro, i tassi globali di utilizzo delle preferenze per il 2018 dovrebbero aumentare, in considerazione del fatto che, nel quadro del CETA, le tariffe preferenziali possono essere dichiarate retroattivamente (per un periodo massimo di tre anni). In particolare, in futuro il tasso di utilizzo può essere aumentato migliorando l'utilizzo delle preferenze sulle esportazioni dell'UE di automobili e pezzi di ricambio, per i quali lo smantellamento tariffario viene introdotto gradualmente; per questo segmento, che rappresenta il 41 % delle esportazioni ammissibili dell'UE, nel 2018 i tassi di utilizzo delle preferenze si sono attestati solo al 10 %. Automobili e pezzi di ricambio esclusi, il tasso medio di utilizzo delle preferenze sulle esportazioni dell'UE verso il Canada sarebbe pari al 55 %.

Nel 2018 i paesi partner commerciali dell'UE hanno continuato a fare buon uso delle preferenze, con un tasso medio di utilizzo dell'87 %. Informazioni sull'utilizzo delle preferenze nelle importazioni dell'UE sono disponibili nell'allegato 1, mentre quelle sull'utilizzo delle preferenze nelle esportazioni dell'UE sono disponibili nell'allegato 2.

I tassi di utilizzo delle preferenze sono un mezzo per valutare il grado di utilizzo delle preferenze tariffarie nel periodo in esame da parte delle imprese di entrambe le parti (cfr. riquadro a pagina 6). Sebbene restino insufficienti per valutare il funzionamento degli accordi commerciali, i tassi di utilizzo delle preferenze sulle esportazioni dell'UE forniscono comunque un'indicazione di massima sull'utilizzo degli accordi commerciali dell'Unione da parte degli esportatori dell'UE e dei paesi partner. Va osservato che le variazioni dei tassi di utilizzo delle preferenze possono avere svariati motivi, quali un abbassamento del margine delle preferenze o un cambiamento delle condizioni di mercato, nuovi operatori, ecc., non tutti collegati all'attuazione dell'accordo commerciale in questione.

2.2Progressi compiuti e principali questioni irrisolte

La sezione 8 ("Commercio di prodotti agroalimentari") fornisce un aggiornamento sui progressi relativi alle misure sanitarie e fitosanitarie e alle indicazioni geografiche 16 . Maggiori informazioni sugli ostacoli al commercio sono disponibili nella relazione sugli ostacoli al commercio e agli investimenti 17 della Commissione per il 2019.

Ostacoli tecnici e amministrativi al commercio

Nel settore automobilistico, nel 2018 sono stati rimossi numerosi ostacoli di rilievo, in particolare dall'Egitto e dalla Corea del Sud. Inoltre i settori tessile e conciario dell'UE godono ora di un accesso più agevole al mercato egiziano grazie all'allentamento delle norme in materia di etichettatura.

Tuttavia i prodotti dell'Unione continuano a incontrare ostacoli nell'accesso a una serie di mercati di paesi partner che hanno in vigore un accordo commerciale con l'UE. Una fonte significativa di preoccupazioni riguarda le restrizioni imposte da alcuni paesi mediterranei alle importazioni dell'UE.

Inoltre alcune bevande alcoliche europee, in particolare i vini, le birre e altre bevande alcoliche, continuano a essere oggetto di una serie di discriminazioni da parte di alcuni paesi partner commerciali dell'UE, quali il Canada, il Costa Rica, l'Ecuador e il Perù. L'UE continua a relazionarsi con tali partner al fine di garantire l'eliminazione delle pratiche discriminatorie.

Nel 2018 la Commissione ha riferito in merito al divieto imposto dall'Ucraina sulle esportazioni di legname non trasformato. Nel gennaio 2019, in assenza di progressi, l'UE ha chiesto consultazioni bilaterali con l'Ucraina, facendo scattare il meccanismo di risoluzione delle controversie previsto dall'accordo di associazione tra l'UE e l'Ucraina (cfr. anche sezione 10 "Ricorso alle vie legali").

Appalti pubblici

L'applicazione provvisoria dell'accordo con il Canada (CETA) prevede un'ulteriore significativa apertura del mercato canadese degli appalti, anche a livello provinciale e locale, che rappresentano una quota significativa del mercato degli appalti pubblici in Canada.

È stato possibile osservare alcuni progressi anche in Ucraina e in taluni paesi dei Balcani occidentali, per quanto riguarda l'aumento della trasparenza delle gare pubbliche di appalto e l'allineamento al quadro giuridico e istituzionale degli appalti pubblici dell'UE. Sarà tuttavia necessario un ulteriore impegno in questo settore.

Principali questioni sollevate dai paesi partner commerciali dell'UE

Alcuni paesi partner commerciali dell'UE hanno inoltre sollevato questioni relative all'attuazione degli accordi da parte dell'Unione, tra cui figurano in particolare la decisione dell'UE, del luglio 2018, di imporre misure di salvaguardia sulle importazioni di acciaio, che l'Unione ha dovuto adottare per proteggere l'industria dell'UE dagli effetti collaterali dei dazi statunitensi sull'acciaio 18 . Anche alcune misure sanitarie e fitosanitarie dell'UE, in particolare la politica in materia di pesticidi, ma anche il regolamento sui prodotti veterinari recentemente adottato, sono state oggetto di critiche da parte di alcuni paesi partner commerciali dell'Unione, nonostante tali misure non siano discriminatorie e siano state concepite per garantire un elevato livello di sicurezza alimentare nell'UE.

3.Accordi di libero scambio di nuova generazione

3.1Accordo commerciale tra l'UE e la Corea del Sud

Andamento degli scambi

L'accordo è in vigore dal luglio 2011. Nel 2018 gli scambi complessivi di merci tra l'UE e la Corea del Sud sono diminuiti dell'1,5 % (diminuzione dell'1,2 % delle importazioni e del 2,2 % delle esportazioni dell'UE), in linea con il rallentamento della crescita economica in Corea del Sud nel 2018 e il rallentamento generale del commercio internazionale. Il lieve calo delle esportazioni dell'UE sembra dovuto a una diminuzione del 7 % delle esportazioni di macchinari e apparecchi meccanici, che costituiscono i principali prodotti di esportazione dell'UE verso la Corea del Sud. Parallelamente, le esportazioni di questa categoria sono aumentate del 31 % dal 2010. Per quanto riguarda le attrezzature di trasporto, ossia la seconda maggiore categoria di esportazioni, nel 2018 le esportazioni dell'UE sono leggermente diminuite, mentre le esportazioni dell'UE di autovetture hanno continuato a crescere, con un solido aumento di oltre il 9 %. Le attrezzature di trasporto rimangono il settore con la crescita più marcata (+187 %) dall'entrata in vigore dell'accordo.

Nel 2018, per il secondo anno consecutivo, l'UE ha registrato un disavanzo commerciale nel settore delle merci di 1,8 miliardi di EUR. Allo stesso tempo, nonostante un contesto normativo difficile, il commercio di prodotti agroalimentari è rimasto dinamico e le esportazioni dell'UE sono aumentate quasi del 5 %, con un conseguente avanzo commerciale dell'UE di oltre 2,8 miliardi di EUR, dovuto in gran parte ai prodotti alimentari e alle bevande.

Gli scambi di servizi hanno continuato a crescere, nel 2017 dell'8,3 %, con un saldo commerciale positivo per l'UE di 5,6 miliardi di EUR. Dall'entrata in vigore dell'accordo, gli scambi di servizi sono aumentati costantemente in entrambe le direzioni. I flussi di investimenti esteri diretti in entrata e in uscita sono rimasti positivi tra i due partner.

Prima valutazione quinquennale

La Commissione ha presentato la prima valutazione quinquennale dell'accordo nel marzo 2019 19 . Dalla valutazione è emerso che l'accordo è stato generalmente efficace nel conseguire l'obiettivo di liberalizzazione degli scambi di merci, servizi e investimenti. I vantaggi economici dell'accordo sono stati distribuiti simmetricamente tra l'UE e la Corea del Sud. Nei primi cinque anni di attuazione l'accordo ha generato 4,4 miliardi di EUR di crescita del prodotto interno lordo (PIL) dell'UE e ha inoltre contribuito alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale, in particolare per quanto riguarda l'applicazione e la protezione delle indicazioni geografiche dell'UE. Inoltre i costi non tariffari degli scambi sono stati ridotti, sebbene siano necessari ulteriori sforzi per quanto riguarda la normalizzazione, la valutazione della conformità, l'etichettatura e le misure sanitarie e fitosanitarie. La valutazione ha inoltre riscontrato che l'accordo ha determinato un aumento più marcato degli stock di investimenti esteri diretti. Uno degli effetti inattesi dell'accordo, riscontrato nella valutazione, è stata una riduzione limitata ma significativa delle emissioni complessive di CO2 a seguito della diversione degli scambi 20 .

Questioni irrisolte

Le complesse e non trasparenti procedure di autorizzazione sanitaria e fitosanitaria applicate dalla Corea del Sud per le importazioni di prodotti agricoli provenienti dagli Stati membri dell'UE sono ancora fonte di preoccupazione. Ad esempio, le importazioni di carni bovine provenienti da alcuni Stati membri dell'UE sono in attesa di autorizzazione da più di dieci anni.

Nel settore della proprietà intellettuale, la Corea del Sud deve ancora istituire un sistema di remunerazione efficace per i diritti d'esecuzione in luoghi pubblici di brani musicali protetti dal diritto d'autore, come il karaoke. Vi sono inoltre preoccupazioni per il maggiore sostegno dato alla costruzione navale da parte della Corea del Sud.

Commercio e sviluppo sostenibile

La principale questione irrisolta riguarda la mancanza di progressi nella riforma del lavoro e il mancato rispetto del capitolo dell'accordo relativo al commercio e allo sviluppo sostenibile. Nel 2018 l'UE ha richiesto consultazioni nell'ambito del capitolo dell'accordo relativo al commercio e allo sviluppo sostenibile ( cfr. sezione 10.1 "Ricorso alle vie legali" per maggiori dettagli).

L'abbigliamento etico prodotto nell'UE è accolto in tutto il mondo

ASKET (un marchio svedese online di abbigliamento maschile), come molte altre imprese moderne, è abituata a un mondo senza frontiere e comunica agevolmente con clienti di tutto il mondo. Gli accordi commerciali possono contribuire ad abbattere le barriere doganali, consentendo ai prodotti ASKET di circolare liberamente.

"Per crescere come azienda guardiamo sempre più spesso al di fuori del mercato europeo. Tuttavia i dazi sui capi di abbigliamento rendono tutto ciò più difficile e costoso per i nostri clienti. Gli accordi commerciali, aprendo mercati esteri come il Canada, la Corea del Sud e il Giappone, rendono i nostri prodotti più competitivi in questi paesi."

August Bard Bringéus,
socio fondatore

3.2Accordi commerciali tra l'UE e la Colombia, l'Ecuador e il Perù

Andamento degli scambi

Tra il 2017 e il 2018 gli scambi complessivi di merci sono diminuiti del 2,4 % tra l'UE e i suoi tre paesi partner commerciali andini. Le esportazioni e le importazioni dell'UE sono diminuite rispettivamente dell'1 % (140 milioni di EUR) e del 3 % (500 milioni di EUR). Questo risultato è in gran parte dovuto a una diminuzione delle esportazioni colombiane verso l'UE del 9 %, a seguito di un calo dei prezzi internazionali del caffè, un prodotto fondamentale per le esportazioni della Colombia.

Osservando i flussi commerciali per settore, macchinari, prodotti chimici e attrezzature di trasporto rappresentavano ancora oltre il 50 % delle esportazioni dell'UE. I prodotti agricoli (in particolare i frutti tropicali come le banane) e i minerali rappresentavano quasi il 50 % delle importazioni nell'UE dai tre paesi. Nel 2018 la diminuzione maggiore è stata registrata dalle importazioni UE di minerali (700 milioni di EUR) e dalle esportazioni UE di macchinari (350 milioni di EUR).

Per contro, nel 2018 le esportazioni agroalimentari dell'UE sono aumentate dell'8,5 %, anche se restano modeste rispetto alle importazioni dello stesso settore.

Il disavanzo della bilancia commerciale dell'UE, dell'ordine di 2 miliardi di EUR, è in calo dal 2016, mentre l'UE presenta un avanzo commerciale con la Colombia.

Progressi e questioni irrisolte

Sono stati compiuti progressi, tra gli altri settori, per quanto riguarda l'accesso al mercato per alcuni prodotti agricoli dell'UE, in particolare i prodotti lattiero-caseari nel caso del Perù e alcuni prodotti di origine animale nel caso della Colombia. Allo tempo stesso, rimangono ancora numerose questioni irrisolte, fra cui:

-Colombia: la mancanza, di fatto, di un trattamento nazionale degli appalti pubblici a livello subnazionale, le misure antidumping adottate nel 2018 nei confronti delle patate congelate, le restrizioni all'importazione di autocarri, alcune misure discriminatorie rimanenti sulle bevande alcoliche (birre e alcolici), l'uso abusivo delle indicazioni geografiche dell'UE e l'assenza di riconoscimento della regionalizzazione per le malattie degli animali;

-Ecuador: la discriminazione fiscale sulle importazioni di bevande alcoliche e il regime oneroso e restrittivo degli scambi per il rilascio di licenze d'importazione e la gestione dei contingenti tariffari assegnati all'UE;

-Perù: misure discriminatorie persistenti che incidono sugli scambi di bevande alcoliche, negoziati in corso per far fronte all'uso abusivo delle indicazioni geografiche dell'UE, ostacoli tecnici alle importazioni di prodotti farmaceutici e dispositivi medici.

Infine, tutti e tre i paesi andini continuano a vietare l'importazione dall'UE di bovini e carni bovine per motivi di BSE 21 .

Da parte loro, la Colombia, l'Ecuador e il Perù hanno espresso preoccupazioni in merito alle misure dell'UE che fissano il tenore massimo di cadmio nei prodotti a base di cacao e i livelli massimi di residui nei pesticidi, che, secondo i nostri paesi partner commerciali, possono incidere sulle loro esportazioni di prodotti agricoli.

Commercio e sviluppo sostenibile

Nonostante le sfide esistenti in tutti e tre i paesi (per quanto riguarda il mercato del lavoro informale, la libertà dei diritti di associazione, l'ispezione del lavoro e la protezione dell'ambiente), nel 2018 i tre partner andini hanno compiuto progressi nell'attuazione dei capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile. Lo slancio positivo ha rispecchiato lo sforzo più incisivo e mirato dell'UE, basato su un partenariato più stretto fra gli Stati membri dell'UE e l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e su un maggiore coinvolgimento della società civile, in linea con il piano d'azione in 15 punti 22 . L'impegno dell'UE è stato particolarmente intenso con il Perù ed entrambe le parti hanno concordato una via da seguire, formalizzata nel verbale della riunione del sottocomitato "Commercio e sviluppo sostenibile". Ciò dovrebbe preparare il terreno per un rinnovato impulso a favore dell'attuazione delle disposizioni in materia di commercio e sviluppo sostenibile con il Perù. Sono stati compiuti passi avanti anche per quanto riguarda il coinvolgimento della società civile, attraverso, tra l'altro, appositi meccanismi consultivi sia in Colombia che in Ecuador.

3.3Accordo di associazione tra l'UE e l'America centrale

Andamento degli scambi

Il 2018 è stato il sesto anno di attuazione del pilastro commerciale dell'accordo di associazione tra l'UE e sei paesi dell'America centrale (Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama).

L'andamento degli scambi tra i due blocchi è stato positivo, passando da circa 11,4 miliardi di EUR nel 2014 a 12 miliardi di EUR nel 2018. Nel 2018 i paesi partner dell'America centrale hanno registrato un modesto avanzo commerciale complessivo di circa 100 milioni di EUR. Nella regione, Panama rimane il principale paese partner commerciale dell'UE, seguito dalla Costa Rica.

Le esportazioni dell'America centrale hanno continuato a essere in gran parte trainate dai prodotti agroalimentari (che rappresentano due terzi delle esportazioni verso l'UE), principalmente frutta, che nel 2018 ha registrato un aumento del 3,6 % su base annua (ossia 1,9 miliardi di EUR, di cui 1,2 miliardi di EUR relativi alle banane). Le banane continuano a essere il principale prodotto di base esportato nell'UE dai partner centroamericani e queste esportazioni sono soggette a un meccanismo di stabilizzazione fino alla fine del 2019. Nel 2018 le esportazioni del Guatemala e del Nicaragua verso l'UE hanno superato i livelli limite, ma la loro quota sul totale delle importazioni dell'UE è rimasta al di sotto del 6 %. L'impatto di dette importazioni sul mercato delle banane dell'UE è stato considerato trascurabile e non è stata intrapresa alcuna azione nell'ambito del meccanismo di stabilizzazione.

Nel 2018 le esportazioni dell'UE sono aumentate dell'11 % rispetto al 2017, e sono state dominate da prodotti non agricoli. L'avanzo commerciale dell'UE in questa categoria è stato dell'ordine di 7,4 miliardi di EUR.

Nel 2017 gli scambi di servizi sono rimasti forti e hanno rappresentato circa il 40 % del totale degli scambi tra l'UE e l'America centrale, come negli anni precedenti. Grazie all'accordo, le imprese dell'UE godono di un migliore accesso al mercato dei servizi e degli investimenti e agli appalti pubblici. L'UE prosegue la stretta cooperazione con i paesi partner centroamericani per garantire il rispetto di tutti gli impegni, compresi quelli relativi alla trasparenza dei procedimenti.

Commercio e sviluppo sostenibile

L'attuazione del capitolo relativo al commercio e allo sviluppo sostenibile è stata perseguita in linea con il piano d'azione in 15 punti  del febbraio 2018. Le azioni comprendevano, tra l'altro, il coinvolgimento dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e dei governi partner per quanto riguarda la situazione lavorativa in alcuni paesi dell'America centrale, in particolare il Guatemala, nonché azioni relative alla condotta responsabile delle imprese, fra cui un seminario organizzato dall'OIL e dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) in Guatemala. È stato inoltre fornito sostegno alla Costa Rica nell'elaborazione del proprio piano nazionale di condotta responsabile delle imprese ed è stato avviato un programma di condotta responsabile delle imprese che ha coinvolto Costa Rica e Panama.

3.4Accordo economico e commerciale globale UE-Canada (CETA)

Il 2018 è stato il primo anno civile completo di attuazione del CETA. Sono stati messi in atto tutti gli strumenti di gestione, come il regolamento interno dei vari comitati, che si sono riuniti quasi tutti per la prima volta 23 . La nuova politica di trasparenza dell'UE è stata pienamente attuata: gli ordini del giorno e le relazioni congiunte dei comitati e dei gruppi di lavoro concordati con il Canada sono disponibili sul sito web della Commissione 24 . Le riunioni dei comitati hanno contribuito a migliorare la comprensione reciproca delle prospettive delle parti, importante per l'attuazione dell'accordo.

Andamento degli scambi

Nel 2018 gli scambi bilaterali complessivi hanno raggiunto i 72 miliardi di EUR, corrispondenti a un aumento del 4,5 % rispetto al 2017. Le sostanze chimiche hanno registrato la maggiore crescita delle esportazioni dell'UE, di 1,5 miliardi di EUR (aumento del 23 %), seguite dal settore dei macchinari e delle apparecchiature con 850 milioni di EUR (aumento del 10 %). Anche le esportazioni di prodotti agroalimentari sono cresciute del 4 %, rappresentando così il 9 % delle esportazioni dell'UE verso il Canada. L'avanzo commerciale dell'UE superava i 10 miliardi di EUR nel 2018 (rispetto ai 6 miliardi di EUR del 2017).

Nel 2018 le esportazioni canadesi verso l'UE hanno registrato un lieve calo dell'1,7 % (521 milioni di EUR) rispetto al 2017, dovuto in gran parte a una diminuzione delle esportazioni di semi oleosi (pari a 300 milioni di EUR). Tuttavia, rispetto alla media del periodo 2015-2017, le esportazioni canadesi verso l'UE sono aumentate del 5 %.

Progressi compiuti nel primo anno di attuazione

Nella sua prima riunione del settembre 2018, il comitato misto ha avuto uno scambio formale di opinioni sull'attuazione del CETA. La riunione ha inoltre costituito un'occasione per valutare i progressi nel contesto del riesame anticipato del capitolo relativo al commercio e allo sviluppo sostenibile, a seguito dell'accordo dell'ottobre 2016 sullo strumento interpretativo comune 25 . Il comitato ha adottato tre raccomandazioni importanti riguardanti:

(I) commercio, azione per il clima e accordo di Parigi 26 ;

(II) commercio e genere 27 ;

(III) piccole e medie imprese 28 .

Le raccomandazioni hanno preparato il terreno per una cooperazione rafforzata nell'ambito del CETA su tali questioni fondamentali. Il comitato misto ha inoltre riesaminato il lavoro svolto dai vari comitati specializzati, comprese le questioni che richiedono ulteriore attenzione, come ad esempio, per l'UE, la gestione dei contingenti tariffari per i formaggi, l'accesso al mercato canadese del vino e delle bevande alcoliche, nonché l'attuazione e l'applicazione delle disposizioni del CETA in materia di indicazioni geografiche.

Nell'ambito del Forum di cooperazione regolamentare, il Canada e l'UE hanno adottato un piano di lavoro che comprende attività di cooperazione in materia di cibersicurezza, benessere degli animali, prodotti cosmetici e farmaceutici e sicurezza dei prodotti di consumo. Inoltre, in seno al comitato per le misure sanitarie e fitosanitarie, il Canada e l'UE hanno convenuto di rafforzare la cooperazione in materia di lotta alla resistenza antimicrobica.

La modifica della legge canadese sui marchi commerciali volta a proteggere le indicazioni geografiche dei prodotti alimentari, introdotta in conseguenza del CETA, ha istituito una procedura per la sua applicazione diretta da parte dei titolari di diritti dell'UE per la protezione delle indicazioni geografiche. Il nuovo sistema ha dato il suo primo risultato nel 2018 con la tutela della denominazione "Prosciutto di Carpegna". I produttori europei interessati a esportare in Canada hanno ora accesso a un meccanismo efficace e semplice per proteggere le loro indicazioni geografiche. La Commissione ha elaborato una guida pratica alle indicazioni geografiche in Canada 29 per le aziende per aiutarle in questo ambito.

Infine, sono proseguiti i lavori per la creazione del sistema giurisdizionale per gli investimenti istituito dal CETA, sebbene le disposizioni relative al sistema non siano ancora applicabili, in attesa della ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell'UE. Nel parere 1/17 30 del 30 aprile 2019, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha confermato la compatibilità delle disposizioni del CETA sul sistema giurisdizionale per gli investimenti con il diritto dell'Unione.

Commercio e sviluppo sostenibile

Nel primo anno di attuazione, entrambe le parti hanno intensificato gli sforzi per attuare le disposizioni in materia di commercio e sviluppo sostenibile. Oltre a preparare le tre raccomandazioni precedentemente menzionate (commercio e clima, commercio e genere e piccole e medie imprese), l'UE e il Canada hanno compiuto i primi passi per attuarle, tra cui il piano di lavoro congiunto UE-Canada su commercio e genere e la conferenza "CETA: Taking Action for Trade and Climate", tenutasi il 24 gennaio 2019. La conferenza ha esaminato con le parti interessate, comprese le società di tecnologia verde, come sfruttare al meglio il quadro istituzionale e giuridico del CETA per sostenere l'attuazione dell'accordo di Parigi. Il Canada e l'UE hanno continuato a impegnarsi su priorità comuni per la cooperazione concordate durante il primo incontro del comitato per il commercio e lo sviluppo sostenibile e hanno agevolato la creazione di strutture della società civile da entrambe le parti per monitorarne l'attuazione.

Questioni irrisolte

Il primo anno completo di attuazione è stato positivo per entrambe le parti e non sono stati osservati effetti negativi, sebbene sia tuttora necessario affrontare diverse questioni irrisolte.

Una di esse riguarda il sistema istituito dal Canada per gestire i contingenti per il formaggio. Nonostante che, nel 2018, i tassi di utilizzo dei contingenti per il formaggio equivalgano rispettivamente al 99,1 % e al 71,1 % per i formaggi di alta qualità e per i formaggi industriali, l'UE continua a nutrire preoccupazioni circa il modo in cui i contingenti vengono utilizzati, poiché ciò ha un impatto significativo sul loro valore per gli esportatori dell'UE. L'utilizzo dei contingenti è stato posticipato e negli ultimi due mesi del 2018 si sono registrati notevoli aumenti delle importazioni in Canada. La Commissione ritiene che l'assegnazione del 50 % del contingente per il formaggio di alta qualità ai produttori canadesi abbia un notevole effetto distorsivo sull'utilizzo e sul valore dello stesso e non sia compatibile con le disposizioni del CETA. Nell'ambito del CETA, i contingenti dovrebbero essere assegnati "alle persone che hanno più probabilità di utilizzarli [i contingenti]" 31 . Nell'aprile 2019 l'UE ha chiesto una revisione intermedia del sistema di gestione dei contingenti del CETA per il formaggio.

Un'altra preoccupazione fondamentale dal punto di vista dell'UE è l'esistenza di pratiche discriminatorie che incidono sugli scambi di vini e bevande alcoliche dell'Unione. L'UE ritiene che una serie di pratiche canadesi, applicate a livello federale e provinciale, non sia compatibile con gli impegni assunti dal Canada nell'ambito del CETA.

Da parte sua, il Canada ha espresso preoccupazioni in merito all'attuazione, da parte dell'UE, del protocollo CETA sulla reciproca accettazione dei risultati delle valutazioni della conformità e sulla gestione amministrativa dei contingenti tariffari. Il Canada ha inoltre espresso preoccupazione per il fatto che la sua capacità di beneficiare del CETA sarebbe influenzata dai criteri in materia di etichettatura del paese di origine a livello nazionale e unionale e da alcune norme sanitarie e fitosanitarie dell'UE.

Le ceramiche transatlantiche di Porcelanosa (Spagna)

Porcelanosa è un'azienda di ceramica che vende piastrelle di alta qualità per cucine e bagni e beneficia di migliori opportunità commerciali in Canada.

Porcelanosa ha beneficiato di condizioni di esportazione più agevoli che hanno comportato una sostanziale apertura del mercato canadese, compreso il grande mercato canadese degli appalti pubblici a livello federale e statale.

"Abbiamo grandi aspettative per il mercato canadese: ad esempio, di recente abbiamo aperto un nuovo negozio in una delle zone commerciali più esclusive di Toronto. Il CETA ci ha consentito di rendere i nostri prezzi più competitivi e di ridurre il numero di formalità per le esportazioni dell'UE verso il Canada. Per le operazioni di Porcelanosa in Canada, l'accordo è decisamente molto favorevole."

Silvestre Segarra Soriano,
direttore delle esportazioni del gruppo Porcelanosa

Stella Milano 1952: gioielli italiani che raccontano una storia

Stella Milano 1952 vanta una tradizione nella fabbricazione di gioielli: nel 1952, all'ombra del Duomo di Milano, quattro fratelli fondarono la società operante nella produzione e nella vendita di gioielli.

Prima del CETA, il Canada imponeva dazi all'importazione fino all'8,5 % sui gioielli, ma grazie ai tagli tariffari del CETA Stella Milano ha visto crescere le proprie esportazioni verso il Canada del 30 %.

"Il CETA ci ha aiutato a espandere le nostre vendite in Canada di quasi un terzo. In Canada sempre più importatori si rivolgono a noi, perciò auspichiamo una crescita ancora maggiore."

Dimitri Stella, 
AD di Stella Milano 1952

4.Zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA)

4.1Georgia

La zona di libero scambio globale e approfondita con la Georgia è in vigore dal settembre 2014 e la sua attuazione è positiva. Nel complesso, gli scambi bilaterali di merci sono aumentati del 3 % nel 2018, ma le esportazioni della Georgia sono diminuite dell'1,6 %, il che si è tradotto in un lieve aumento degli scambi dell'UE con la Georgia.

Nel 2017 la Georgia ha compiuto progressi nell'attuazione della sua strategia sanitaria e fitosanitaria. Tuttavia non è ancora autorizzata a esportare carni e prodotti lattiero-caseari verso l'UE e le imprese georgiane hanno ancora difficoltà a rispettare le norme di sicurezza dell'Unione per prodotti come le nocciole. L'UE continua a sostenere la Georgia nell'aggiornamento del suo sistema sanitario e fitosanitario.

Per quanto riguarda gli appalti pubblici, la Georgia deve ancora istituire un organismo indipendente di controllo degli appalti pubblici e il paese deve anche allineare ulteriormente la sua legislazione in materia di appalti pubblici a quella dell'UE.

Il programma di sostegno alle piccole e medie imprese per il periodo 2018-2019 continua a essere attuato ed è integrato da un progetto sulla vigilanza del mercato 32 per aiutare la Georgia ad allineare il suo quadro normativo alla legislazione dell'UE. L'UE continua inoltre a sostenere l'Agenzia della Georgia per la concorrenza.

Infine, nel 2018 la Georgia ha adottato un piano di lavoro su commercio e sviluppo sostenibile per il periodo 2018-2020 relativo agli elementi chiave necessari per l'attuazione del capitolo relativo a commercio e sviluppo sostenibile (tra cui l'ispezione del lavoro e il dialogo sociale, il traffico illegale di specie selvatiche, la gestione sostenibile delle foreste, la lotta al commercio di prodotti provenienti dal disboscamento illegale e l'attuazione efficace degli impegni in materia di azione per il clima).

4.2Moldova

La zona di libero scambio globale e approfondita si applica dal settembre 2014 e da allora gli scambi commerciali sono aumentati costantemente. Nel 2018 gli scambi complessivi sono aumentati del 14 % e la bilancia commerciale è rimasta positiva per l'UE.

Nello stesso anno sono proseguiti i lavori sul ravvicinamento normativo, registrando progressi per quanto riguarda le misure sanitarie e fitosanitarie, il settore dell'energia, gli appalti pubblici e la legislazione tecnica. La Moldova sta inoltre preparando un nuovo codice doganale, ma deve ancora modificare la propria legislazione nazionale per adempiere all'obbligo di rispettare le norme in materia di aiuti di Stato. L'UE intende predisporre un nuovo progetto per sostenere il funzionamento dei meccanismi di consultazione della società civile istituiti nell'ambito dei capitoli relativi a commercio e sviluppo sostenibile dei suoi accordi commerciali, a beneficio dei gruppi consultivi interni sia dell'UE che della Moldova.

4.3Ucraina

Gli scambi tra l'Ucraina e l'UE sono aumentati dall'applicazione provvisoria dell'accordo nel 2016. Gli scambi bilaterali hanno raggiunto i 40 miliardi di EUR nel 2018, con un aumento del 9 % rispetto al 2017. Nel 2018 l'UE ha ricevuto il 42 % delle esportazioni a livello mondiale dell'Ucraina e ha mantenuto un avanzo commerciale di 4 miliardi di EUR.

L'Ucraina ha compiuto progressi in diversi settori: l'UE accoglie con favore, in particolare, il nuovo progetto di legge sugli appalti pubblici, che il governo ucraino intende presentare al parlamento nel 2019. L'Ucraina sta inoltre compiendo progressi nell'allineamento del suo quadro normativo e delle sue norme al diritto dell'UE, mentre è in corso il ravvicinamento in materia di misure sanitarie e fitosanitarie, cooperazione doganale e agevolazione degli scambi. Tuttavia l'Ucraina deve migliorare l'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e deve porre in essere una legislazione conforme alle norme internazionali. Il paese deve inoltre migliorare l'allineamento della sua legislazione alle norme sugli aiuti di Stato dell'UE.

La Commissione ha risposto a un rapido aumento, iniziato nel 2016, delle importazioni di tagli di pollame non standard provenienti dall'Ucraina. Per eliminare il rischio di importazioni illimitate, la Commissione, previa autorizzazione del Consiglio, ha negoziato con l'Ucraina una modifica dell'accordo di associazione, che limita tali importazioni e ripristina il dazio della nazione più favorita per le importazioni che superano i limiti; sono in corso progressi per giungere formalmente alla conclusione di tale modifica.

L'UE continua a monitorare e a segnalare all'Ucraina una serie di altri ostacoli agli scambi, quali la nuova legge concernente l'imposta sul valore aggiunto adottata dall'Ucraina nel 2018, che nega il rimborso dell'imposta sul valore aggiunto sulle esportazioni di colza e soia.

Data l'assenza di progressi sul divieto di esportazione di legname, l'UE ha presentato una richiesta di consultazioni bilaterali per la risoluzione delle controversie nel quadro dell'accordo di associazione (cfr. sezione 10 "Ricorso alle vie legali").

È stato istituito un gruppo consultivo ucraino, in tempo per la seconda riunione del sottocomitato per il commercio e lo sviluppo sostenibile tra l'UE e l'Ucraina del 13 novembre 2018, seguita da un forum aperto della società civile il 14 novembre 2018, allo scopo di avviare discussioni e lavori concreti con il gruppo consultivo dell'UE.

In linea con il piano d'azione in 15 punti del febbraio 2018 relativo al commercio e allo sviluppo sostenibile, in particolare il tema delle "priorità per paese", le discussioni in seno al sottocomitato per il commercio e lo sviluppo sostenibile si sono concentrate sui settori chiave del lavoro di attuazione delle disposizioni relative a commercio e sviluppo sostenibile fra UE e Ucraina, ivi compresi gli aspetti commerciali e lavorativi (ispezione del lavoro, modernizzazione dei rapporti di lavoro, dialogo sociale) nonché gli aspetti commerciali e ambientali (gestione sostenibile delle foreste e relative produzione, vendite, trasformazione e commercio di legname). A seguito della riunione del sottocomitato, l'UE e l'Ucraina hanno pubblicato le conclusioni operative e una dichiarazione congiunta alla società civile 33 .

5.Accordi di libero scambio di prima generazione

5.1Svizzera

Nel 2018 la Svizzera, il terzo principale paese partner commerciale dell'UE (dato che rappresenta il 7 % degli scambi di merci dell'Unione con paesi terzi), è rimasta il principale partner commerciale dell'UE nel quadro di accordi commerciali preferenziali. Nel 2018 l'UE ha registrato un forte avanzo commerciale con la Svizzera, pari a 48 miliardi di EUR.

La Svizzera è il secondo più importante paese partner commerciale dell'UE per i servizi. Il valore dei servizi forniti dall'UE alla Svizzera è aumentato costantemente negli ultimi cinque anni, raggiungendo 119 miliardi di EUR nel 2017, con un aumento del 2 % rispetto al 2016. Nel 2017 i servizi forniti dalla Svizzera nell'UE ammontavano a 72 miliardi di EUR, con una diminuzione del 23 % rispetto all'anno precedente. L'UE ha dunque mantenuto l'avanzo commerciale nell'ambito dei servizi.

Anche per quanto riguarda gli investimenti esteri diretti la Svizzera è un partner fondamentale, che assorbe il 13 % degli investimenti esteri diretti dell'UE. Gli stock di investimenti esteri diretti nell'UE detenuti dalla Svizzera hanno raggiunto gli 802 miliardi di EUR nel 2017 e hanno registrato un aumento medio annuo del 15 % negli ultimi quattro anni. Gli stock di investimenti esteri diretti dell'UE detenuti in Svizzera ammontavano a 979 miliardi di EUR nel 2017, con un aumento medio annuo del 10 % nello stesso periodo.

Nel settembre 2018 è stata approvata dal parlamento svizzero la riforma delle imposte sulle società, a lungo attesa, che modifica lo status fiscale cantonale discriminatorio delle società, problematico anche dal punto di vista degli aiuti di Stato. La nuova legislazione dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2020.

Nel novembre 2018 si sono conclusi a livello politico i negoziati tra l'UE e la Svizzera su un accordo quadro istituzionale che comprende la risoluzione indipendente delle controversie, le norme in materia di aiuti di Stato e un impegno a modernizzare l'accordo di libero scambio del 1972 e altri accordi commerciali. Il Consiglio federale svizzero non ha tuttavia ancora approvato l'accordo, che l'UE considera una condizione preliminare per la conclusione di accordi futuri sulla partecipazione della Svizzera al mercato interno dell'UE ed inoltre un elemento essenziale per decidere in merito agli ulteriori progressi verso un accesso al mercato reciprocamente vantaggio.

5.2Norvegia

La Norvegia è il terzo paese partner commerciale preferenziale dell'UE in ordine di grandezza. Nel 2018 gli scambi bilaterali sono rimasti intensi, con un aumento di quasi l'11 % rispetto al 2017. Il disavanzo commerciale dell'UE con la Norvegia ha raggiunto quasi i 30 miliardi di EUR. Il crescente disavanzo complessivo è stato in gran parte determinato dall'aumento delle importazioni di prodotti minerali, che hanno registrato un aumento di quasi 6 miliardi di EUR.

Le esportazioni dell'UE di prodotti non agricoli sono aumentate di oltre 3 miliardi di EUR, il che rappresenta un aumento del 6,3 % rispetto al 2017. Anche le esportazioni di prodotti agroalimentari dell'UE sono rimaste vigorose e hanno registrato un avanzo commerciale di quasi 4 miliardi di EUR.

Nel 2018 è entrato in vigore un nuovo accordo di ulteriore liberalizzazione degli scambi di alcuni prodotti agricoli. Ora all'ordine del giorno dovrebbe figurare il riesame del regime commerciale applicabile ai prodotti agricoli trasformati. Inoltre l'UE è pronta a riprendere i negoziati sulla protezione delle indicazioni geografiche.

La Norvegia è il sesto maggiore paese partner commerciale dell'UE per i servizi: gli scambi in questo ambito sono rimasti stabili nel 2017, con un volume totale di scambi pari a 44 miliardi di EUR e un avanzo commerciale leggermente superiore per l'UE rispetto al 2016, ossia superiore ai 13 miliardi di EUR. La bilancia commerciale dei servizi è rimasta positiva per l'UE, come è avvenuto negli ultimi anni.

5.3Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente

L'UE è una delle principali regioni partner commerciali per la maggior parte dei paesi del Mediterraneo meridionale e del Medio Oriente. In tale contesto, gli accordi commerciali preferenziali dell'UE con otto paesi partner della regione (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Territori palestinesi occupati e Tunisia) sono in vigore da molti anni. Tali accordi contengono elementi di asimmetria per la maggior parte dei paesi in modo da promuovere lo sviluppo economico della regione e una maggiore integrazione nel mercato interno dell'UE, comprese disposizioni in materia di concorrenza e aiuti pubblici.

Nel 2018 il volume totale degli scambi tra l'UE e gli otto partner ha raggiunto 175 miliardi di EUR (ossia il 4 % degli scambi dell'UE con il resto del mondo), con un aumento del 2 % rispetto al 2017. L'UE mantiene un avanzo commerciale con gli otto paesi partner commerciali preferenziali del Mediterraneo meridionale e del Medio Oriente considerati nel complesso, sebbene l'avanzo sia diminuito del 10 % rispetto al 2017 (ossia leggermente inferiore al calo del 13 % registrato nel precedente periodo in esame). Questa tendenza si spiega con l'aumento delle esportazioni da questi paesi verso l'UE e, in parte, con l'effetto delle misure restrittive degli scambi che alcuni di essi hanno imposto negli ultimi anni al fine di migliorare la loro bilancia commerciale: poiché l'UE è il principale esportatore nella regione, le sue esportazioni spesso ne risentono.

Nel settore agroalimentare, l'UE ha registrato un avanzo con la regione di quasi 5 miliardi di EUR nel 2018. Nel contempo, alcuni paesi partner hanno visto crescere le esportazioni di prodotti agroalimentari, come la Tunisia (+44 %, trainate principalmente dall'olio d'oliva), i Territori palestinesi occupati (+25 %) e il Marocco (+5 %). Il Marocco e la Tunisia registrano un avanzo commerciale con l'UE nel settore agroalimentare.

L'UE ha espresso preoccupazione nei confronti dei suoi paesi partner commerciali in merito al moltiplicarsi delle misure restrittive degli scambi che alcuni di essi hanno adottato, in particolare l'Algeria, l'Egitto e, più recentemente, la Tunisia 34 . L'UE continua a sollevare tali questioni in ogni occasione utile con i paesi partner del Mediterraneo meridionale e del Medio Oriente, in quanto le relazioni commerciali devono rimanere basate su regole e l'Unione europea si aspetta che i suoi partner rispettino i rispettivi impegni.

L'UE è pronta a continuare a sostenere le riforme dei partner commerciali, al fine di aumentare la competitività e la capacità di esportazione della regione del Mediterraneo meridionale e del Medio Oriente. I negoziati per la proroga e la modernizzazione degli accordi commerciali sono in corso con la Tunisia e presto potranno essere riavviati con il Marocco. La modernizzazione e l'approfondimento degli accordi vigenti dovrebbero contribuire a migliorare l'integrazione economica con il vicinato meridionale dell'UE, dove si trovano partner molto importanti per l'Unione. La revisione in corso della convenzione sulle norme di origine pan-euro-mediterranee introdurrà inoltre norme più flessibili nonché agevolerà l'integrazione economica e gli scambi all'interno della regione.

5.4Messico

Il Messico è il secondo principale paese partner commerciale dell'UE in America latina, dopo il Brasile. Un accordo commerciale globale è entrato in vigore nel 2000 per le merci e nel 2001 per i servizi. Nel corso degli ultimi venti anni di applicazione degli accordi, gli scambi bilaterali di merci tra l'UE e il Messico sono più che triplicati. Nel 2018 questi ultimi sono cresciuti quasi del 6 % e l'UE ha mantenuto un avanzo commerciale di 13 miliardi di EUR, anche se leggermente inferiore rispetto al 2017. Le esportazioni dell'UE in Messico sono aumentate del 4 %, mentre le importazioni dal Messico sono aumentate quasi del 9 %, principalmente trainate da prodotti non agricoli.

Nel 2017 gli scambi di servizi sono aumentati del 7 % e l'UE ha registrato un avanzo commerciale in tale ambito pari a quasi 5 miliardi di EUR.

Negli ultimi anni l'UE e il Messico si sono concentrati sui negoziati per la modernizzazione dell'accordo e pertanto nel 2018 il comitato misto non si è riunito. Tuttavia sono stati comunque compiuti progressi per quanto riguarda l'apertura di nuove opportunità di mercato, in particolare nel settore agricolo, con l'approvazione delle esportazioni di carni suine e di prodotti a base di carni suine da altri Stati membri dell'UE. Una riunione del comitato misto è prevista per il 2019.

L'accordo modernizzato, una volta ratificato, dovrebbe rafforzare le relazioni commerciali con il Messico e offrire nuove opportunità di accesso al mercato.

 

Un assaggio di cioccolatini belgi per i messicani

Galler è un celebre produttore di cioccolato che reca il nome del fondatore Jean Galler.

Più recentemente, la società ha fatto il suo ingresso nel mercato messicano attraverso la collaborazione con Belimport, un'impresa di medie dimensioni con sede nella città di San Miguel de Allende, nello Stato centrale di Guanajuato. Si tratta di una posizione da cui i prodotti Galler possono essere facilmente distribuiti nei negozi e negli alberghi di tutto il Messico, in particolare nei poli di Querétaro e nella capitale Città del Messico.

"Al momento abbiamo costi più elevati dei produttori messicani di cioccolato a causa delle elevate tariffe all'importazione dei nostri prodotti belgi. Il nuovo accordo commerciale UE-Messico eliminerà i dazi doganali messicani sul cioccolato dell'UE, consentendoci di competere in modo più efficace."

Thibaud Mariage,
direttore di Belimport e rappresentante di Galler in Messico.

5.5Cile

Nel corso dei 15 anni di applicazione del pilastro commerciale dell'accordo di associazione UE-Cile, entrambe le parti hanno continuato a lavorare e cooperare per attuare l'accordo.

Nel 2018 gli scambi commerciali tra il Cile e l'UE sono cresciuti di oltre l'8 %, con una forte crescita del 13 % delle esportazioni dell'UE, in particolare delle esportazioni di macchinari e apparecchi (+14 %) e di attrezzature di trasporto, in particolare aeromobili e parti di aeromobili 35 (+27 %). Nello stesso periodo, le importazioni nell'UE dal Cile sono aumentate del 3 %; l'UE ha registrato un avanzo commerciale di oltre 1,5 miliardi di EUR.

Per quanto riguarda gli scambi di prodotti agroalimentari, nel 2018 il Cile ha registrato un avanzo commerciale di oltre 1,7 miliardi di EUR, con un aumento del 4 % rispetto al 2017. Le esportazioni cilene verso l'UE sono rimaste dominate dalla frutta (principalmente prodotti in controstagione) e dai vini, che hanno rappresentato rispettivamente il 40 % e il 24 % delle esportazioni di prodotti agroalimentari verso l'UE.

Nel 2018 l'annosa questione del pesce spada è stata risolta: in seguito all'adesione del Cile, nel luglio 2017, alla Commissione interamericana per i tonnidi tropicali in qualità di parte cooperante non contraente, non vi sono state più restrizioni alle navi da pesca di pesce spada dell'UE dirette nei porti cileni.

Mentre alcuni Stati membri dell'UE continuano a incontrare difficoltà nell'esportare in Cile prodotti ortofrutticoli e registrano ritardi nell'approvazione dei prodotti di origine animale, il paese ha aperto i propri mercati lattiero-caseario e delle carni, in particolare delle carni bovine e suine, per ulteriori Stati membri. Il Cile ha inoltre armonizzato il certificato per uova da cova e ovoprodotti e semplificato le proprie procedure di autorizzazione per l'accesso al mercato, tenendo conto del fatto che gli Stati membri dell'UE sono soggetti a un sistema di sicurezza alimentare e veterinario dell'Unione rigoroso e armonizzato.

Infine, il 1° gennaio 2018 è entrato in vigore l'accordo UE-Cile sul commercio di prodotti biologici. Sebbene non collegato all'accordo di associazione, l'accordo di riconoscimento dell'equivalenza per i prodotti biologici aprirà nuove opportunità per gli scambi di prodotti biologici tra le due parti.

Dal novembre 2017 l'UE e il Cile si sono impegnati a negoziare un accordo modernizzato ambizioso, globale e progressivo.

5.6Unione doganale con la Turchia

La Turchia è il secondo paese partner commerciale preferenziale dell'UE in ordine di grandezza. Dopo un periodo di forte crescita economica dal 2013, l'economia turca ha subito un drastico rallentamento nel 2018. Il forte deprezzamento della lira turca e l'elevata inflazione che ne è derivata hanno colpito in modo significativo le esportazioni dell'UE, che sono diminuite quasi del 9 %. D'altra parte, nello stesso periodo le importazioni turche verso l'UE sono cresciute del 9 %: una situazione di scambi quasi equilibrati che ha ridotto l'avanzo dell'UE da 15 miliardi di EUR nel 2017 a 1 miliardo di EUR nel 2018. Gli scambi di prodotti non agricoli sono stati i più colpiti in termini di valore.

Le relazioni commerciali contrattuali tra l'UE e la Turchia risalgono al 1963, quando le parti convennero di istituire progressivamente un'unione doganale, completata nel 1996. Tale unione mira a garantire la libera circolazione di tutti i beni industriali e di taluni prodotti agricoli trasformati tra l'UE e la Turchia. Tuttavia per diversi anni il suo funzionamento è stato ostacolato da una persistente tendenza a creare ostacoli agli scambi in Turchia. Un esempio degno di nota è lo scostamento della Turchia dalla tariffa doganale comune per le importazioni da paesi terzi, con l'imposizione di dazi supplementari su una gamma di prodotti sempre più ampia e, inoltre, la richiesta della prova dell'origine per le merci dell'Unione. La Commissione continua inoltre a chiedere l'attuazione non discriminatoria del protocollo addizionale all'accordo di associazione nei confronti di tutti gli Stati membri, compresa la Repubblica di Cipro.

Nel dicembre 2016 la Commissione ha adottato una proposta di modernizzazione dell'unione doganale. I preparativi al riguardo tuttavia sono attualmente sospesi, in quanto il Consiglio ha concluso che non sono previsti ulteriori lavori intesi alla modernizzazione dell'unione doganale UE-Turchia. Tale modernizzazione, quando le circostanze la permetteranno, resta una priorità importante dell'agenda commerciale dell'UE.

Il 2 aprile 2019 l'UE ha chiesto consultazioni con la Turchia in sede OMC in risposta alle misure adottate dal paese, che si traducono in una progressiva localizzazione forzata in Turchia della produzione di una parte sostanziale dei prodotti farmaceutici esportati verso il paese. Tali misure sembrano inoltre contraddire gli impegni assunti dalla Turchia nell'ambito dell'unione doganale. Il procedimento è in corso.

5.7Accordi di stabilizzazione e di associazione con i paesi dei Balcani occidentali

Nel 2018 l'UE è rimasta la principale regione partner commerciale per l'Albania, la Bosnia-Erzegovina, il Kosovo 36 , la Macedonia del Nord, il Montenegro e la Serbia. Il volume totale degli scambi tra l'UE e i cinque paesi dei Balcani occidentali è aumentato del 10 %, mentre l'avanzo commerciale dell'UE è rimasto stabile, ossia leggermente superiore ai 9 miliardi di EUR.

Nel 2017 l'UE è stata anche uno dei principali fornitori di investimenti esteri diretti nella regione, mentre il totale degli stock in uscita è rimasto stabile a circa 25 miliardi di EUR.

Tuttavia le questioni relative all'economia informale e alla corruzione continuano a ripercuotersi sull'ambiente imprenditoriale. La mancanza di norme efficaci in materia di aiuti di Stato rimane un problema e, più in generale, il diritto della concorrenza deve essere migliorato. L'UE ritiene, e perciò insiste nel dialogo politico con i partner dei Balcani occidentali, che i progressi in materia di ambiente imprenditoriale, convergenza normativa e lotta alla corruzione siano strettamente legati ai progressi nello Stato di diritto. Devono inoltre essere migliorate la trasparenza e la responsabilità delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici. In una nota positiva, la Commissione accoglie con favore la nuova legge sugli appalti pubblici adottata dalla Macedonia del Nord all'inizio del 2019, che dovrebbe portare a una maggiore trasparenza e concorrenza, nonché gli sforzi compiuti da Serbia e Montenegro per modernizzare la propria legislazione in materia di appalti pubblici in linea con i requisiti dell'UE.

Sebbene si debba cercare di conseguire ulteriori progressi in tema di integrazione regionale, la firma, nell'aprile 2019, di un accordo di roaming regionale volto a istituire entro il 2021 una regione senza roaming, che dovrebbe preparare il terreno per la riduzione dei costi delle telecomunicazioni nella regione, rappresenta un buon esempio.

6.Accordi di partenariato economico (APE) con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico

6.1Accordo di partenariato economico con la Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC)

Il 2018 è stato il primo anno della piena applicazione da parte di tutte le parti dell'APE UE-SADC 37 , dopo l'entrata in vigore provvisoria dell'accordo per il Mozambico il 4 febbraio 2018, e ora tutti i paesi della SADC aderenti all'APE hanno iniziato ad attuare i tagli concordati.

Nel 2018 il volume totale degli scambi di merci tra l'UE e i paesi della SADC aderenti all'APE è aumentato del 2,7 %. La crescita è stata trainata da un aumento del 5,5 % delle importazioni dell'UE dai paesi della SADC aderenti all'APE, mentre le esportazioni dell'Unione hanno registrato una lieve diminuzione. La bilancia commerciale ha continuato a registrare un avanzo per i paesi della SADC aderenti all'APE. L'aumento delle esportazioni dai paesi della SADC aderenti all'APE è stato principalmente determinato dall'aumento delle esportazioni di veicoli a motore provenienti dal Sud Africa e di diamanti e metalli preziosi provenienti dal Sud Africa e dal Lesotho. Sono aumentate anche le esportazioni di vino e zucchero dal Sud Africa, di anacardi dal Mozambico, di uva dalla Namibia e di rum dall'Eswatini.

Nella sua prima riunione, nel febbraio 2019, il Consiglio congiunto ha adottato l'assetto istituzionale dell'accordo, comprese le disposizioni istituzionali per la risoluzione delle controversie e l'elenco degli arbitri, il che contribuirà ad affrontare le difficoltà di attuazione in futuro. Il Consiglio congiunto ha inoltre stabilito le basi per un meccanismo comune di controllo e per il pieno coinvolgimento degli attori non statali nell'attuazione dell'accordo.

Nel 2018 il Sud Africa ha revocato per due di otto Stati membri dell'UE il divieto di importazione di carni di pollame, senza indicare in che modo intende procedere con i rimanenti sei per i quali è ancora in vigore il divieto. L'UE ritiene che i rimanenti divieti di importazione debbano essere revocati senza ulteriori ritardi. Anche l'Unione doganale dell'Africa meridionale (SACU) ha continuato ad applicare misure di salvaguardia sull'importazione di prodotti avicoli provenienti dall'UE e tariffe su specifiche importazioni di prodotti tessili, una questione che l'Unione europea continua a sollevare con le sue controparti in quanto ritiene che tali misure siano incompatibili con l'accordo. Il 14 giugno 2019 l'UE ha richiesto consultazioni con la SACU sulla misura di salvaguardia imposta sui prodotti avicoli congelati (cfr. sezione 10.3 per maggiori dettagli).

La possibilità di "cumulare l'origine" tra paesi della SADC aderenti all'APE, uno dei vantaggi fondamentali dell'accordo, non è ancora stata attivata dai paesi partner dell'APE. Cumulando l'origine si consentirebbe agli Stati della SADC aderenti all'APE di soddisfare congiuntamente i requisiti di origine e si rafforzerebbero quindi le catene di valore regionali. L'UE incoraggia i suoi partner a compiere progressi in questo ambito.

 

Donne produttrici di vino in Sud Africa

In Sud Africa il vino viene prodotto da oltre tre secoli, ma fino alla fine dell'apartheid non esistevano produttori vinicoli di colore qualificati. Alcune giovani donne stanno ora abbattendo questa barriera e utilizzando l'APE (con il suo ampio contingente tariffario per il vino concesso al Sud Africa) per esportare i propri prodotti nell'UE.

Thokozani Wines è una società di empowerment gestita da persone di colore e avviata quindici anni fa dalla Diemersfontein Wines per conferire ai propri lavoratori agricoli la qualifica di azionisti e contribuire al rafforzamento del ruolo dei neri nell'economia. Attualmente 85 dei 115 membri del personale, fra cui molte donne, sono azionisti di Thokozani e ricevono tutoraggio, formazione aziendale e nozioni di vita pratica. I vini della Thokozani sono esportati nei Paesi Bassi, in Germania, in Svezia, in Danimarca e nella Repubblica ceca.

"In seguito all'entrata in vigore dell'APE con la SADC le esportazioni di vini Thokozani verso l'UE sono aumentate, ma dobbiamo intensificare i nostri sforzi se vogliamo beneficiarne pienamente. Il sostegno dell'UE ai produttori storicamente svantaggiati è fondamentale e apprezzato."

Denise Stubbs, direttrice di Thokozani Wines

6.2Accordo di partenariato economico interinale con l'Africa orientale e australe

Nel 2018 l'APE interinale tra l'UE e il Madagascar, Maurizio, le Seychelles e lo Zimbabwe è entrato nel suo settimo anno di applicazione provvisoria. Le Comore applicano l'accordo dal 7 febbraio 2019. I quattro partner iniziali dell'Africa orientale e australe attueranno pienamente i loro impegni di liberalizzazione entro il 2022, conformemente ai rispettivi calendari previsti dall'accordo.

Nel 2018 il maggiore volume degli scambi commerciali tra l'UE e i quattro paesi dell'Africa orientale e australe è stato registrato con il Madagascar (1,9 miliardi di EUR) e con Maurizio (1,8 miliardi di EUR), seguiti dallo Zimbabwe (689 milioni di EUR) e dalle Seychelles (596 milioni di EUR). Le importazioni dell'UE dai quattro partner sono diminuite del 3,5 % nel 2018, principalmente a causa di un forte calo del volume di zucchero importato da Maurizio e da Zimbabwe.

La diversificazione delle esportazioni è proseguita per il Madagascar e Maurizio, ma è stata finora limitata per le Seychelles e lo Zimbabwe.

A seguito della manifestazione di interesse da parte dei partner dell'Africa orientale e australe ad approfondire l'accordo al di là degli scambi di merci, nel 2018 è stato avviato un esercizio esplorativo, ultimato nel maggio 2019. I negoziati per l'approfondimento dell'accordo dovrebbero iniziare entro la fine del 2019 e riguarderanno i servizi, gli investimenti e altre questioni attinenti al commercio.

6.3Accordo di partenariato economico interinale con la Costa d'Avorio

L'APE interinale con la Costa d'Avorio si applica in via provvisoria dal settembre 2016. Si tratta di un accordo commerciale autonomo, che sarà sostituito dall'APE regionale UE-Africa occidentale quando quest'ultimo entrerà in vigore. Dopo la firma della Gambia e della Mauritania, su 16 partner dell'Africa occidentale 15 38 hanno firmato l'APE regionale UE-Africa occidentale.

Nel 2018 la bilancia commerciale è stata positiva per la Costa d'Avorio e l'UE continua a essere la sua regione partner commerciale più importante. Nel 2018, tuttavia, le importazioni dell'UE dalla Costa d'Avorio sono diminuite del 5 % a causa di un calo del valore del cacao grezzo e trasformato e delle importazioni di gomma. Nel 2018 il cacao e i prodotti trasformati a base di cacao hanno rappresentato il 64 % del totale delle importazioni dell'UE dalla Costa d'Avorio. Le esportazioni dell'UE verso la Costa d'Avorio, principalmente di macchinari e apparecchi meccanici, elettrodomestici e veicoli a motore, sono rimaste stabili.

Con il sostegno dell'UE, la Costa d'Avorio ha condotto uno studio per misurare l'impatto degli APE interinali (Costa d'Avorio e Ghana) sull'integrazione regionale. La valutazione ha dimostrato che le possibili interruzioni (ad esempio a causa della liberalizzazione dei fattori produttivi dell'UE nei prodotti trasformati che circolano nella regione) interesseranno solo pochissimi prodotti e paesi oggetto di scambi. Lo studio fornisce anche soluzioni pragmatiche per attenuare il rischio di distorsioni.

Nel quadro dell'APE interinale, la Costa d'Avorio ha iniziato a liberalizzare il mercato delle importazioni dell'UE a partire dal 1° gennaio 2019, con ulteriori riduzioni tariffarie previste fino al 2029.

6.4Accordo di partenariato economico (APE) interinale con il Ghana

L'APE interinale con il Ghana viene applicato in via provvisoria dal dicembre 2016 ed è tuttora nelle fasi iniziali. Il Ghana ha annunciato che inizierà a liberalizzare il proprio mercato delle importazioni dell'UE a partire dal 2020. Proprio come l'APE interinale con la Costa d'Avorio, questo APE interinale sarà sostituito dall'APE regionale con l'Africa occidentale quando quest'ultimo entrerà in vigore.

Le importazioni dell'UE dal Ghana sono aumentate quasi del 50 % nel 2018, raggiungendo i 3,1 miliardi di EUR, principalmente a causa dell'aumento delle esportazioni di oli minerali dal Ghana verso l'UE. Nel 2018 sono aumentate anche le esportazioni ghanesi di cacao, alluminio, grassi e oli vegetali, conserve di tonno, cocco e banane. Le esportazioni dell'UE in Ghana (principalmente macchinari, oli minerali e carni) sono leggermente diminuite nel 2018. La bilancia degli scambi sia per i prodotti agricoli che per quelli non agricoli è positiva per il Ghana.

Poiché il Ghana si appresta ad attuare i suoi impegni in materia di accesso al mercato, particolare attenzione sarà dedicata agli effetti che l'APE interinale potrebbe avere sull'economia del Ghana in termini di flussi commerciali e di investimenti, entrate pubbliche e sviluppo sostenibile.

6.5Accordo di partenariato economico (APE) con l'Africa centrale (Camerun)

L'accordo, aperto all'adesione di tutti i paesi dell'Africa centrale, è applicato in via provvisoria dal Camerun dall'agosto 2014. Il Camerun liberalizzerà l'80 % delle sue importazioni provenienti dall'UE nell'arco di 15 anni, fino al 2029. La prima serie di tagli tariffari ha avuto luogo già nel 2016 e nel 2017: i prodotti liberalizzati sono principalmente macchinari e attrezzature industriali, materiali da costruzione e prodotti industriali intermedi, che non vengono prodotti sul posto e sono però utilizzati dall'industria del Camerun.

Nel 2018 le importazioni dell'UE dal Camerun hanno registrato una diminuzione del 7 %, tornando al livello del 2016, dopo un picco registrato nel 2017. Ciò è stato causato da una diminuzione delle esportazioni del Camerun di olio minerale, semi di cacao, banane e gomma verso l'UE, mentre nel 2018 sono aumentate le esportazioni di alluminio e legname. La bilancia degli scambi resta positiva per il Camerun. L'olio minerale è il principale prodotto di esportazione.

Fattori produttivi meno costosi contribuiscono a rafforzare la produzione e l'occupazione a livello locale

La Société Anonyme des Brasseries du Cameroun (SABC) è un produttore di birra e bevande analcoliche del Camerun. Con i suoi 10 000 dipendenti circa in tutto il gruppo e le sue controllate, è il principale datore di lavoro privato del paese. La Brasseries du Cameroun detiene una quota pari al 75 % del mercato di birra e bevande analcoliche del Camerun.

La SABC costituisce attualmente il maggiore beneficiario delle preferenze dell'APE. Importa vari prodotti provenienti dall'UE, ad esempio i macchinari di dimensioni maggiori utilizzati per imbottigliare le bevande e gli ingredienti quali lievito, luppolo, aromi e coloranti utilizzati nella produzione.

Pur beneficiando delle preferenze dell'APE, sempre più spesso la SABC cerca di rifornirsi a livello locale. La società ha una filiale locale che produce bottiglie e ogni anno acquista il 100 % della produzione di granturco (10 000 tonnellate) di Maïscam, una delle grandi società agro-industriali del paese.

6.6Accordo di partenariato economico con il Forum del gruppo caraibico dei paesi ACP (CARIFORUM)

Il 2018 è stato il decimo anno di applicazione provvisoria dell'accordo CARIFORUM tra l'UE e 14 paesi caraibici. Nel febbraio 2019 la Commissione ha avviato una valutazione ex post dell'accordo, che dovrebbe essere completata nel 2020. I risultati contribuiranno al riesame congiunto UE-CARIFORUM dell'accordo e saranno comunicati alla prossima riunione del Consiglio congiunto UE-CARIFORUM.

Nel 2018 il volume totale degli scambi tra l'UE e il CARIFORUM è aumentato del 7 %, raggiungendo i 9 miliardi di EUR. Le importazioni dell'UE dai paesi del CARIFORUM sono aumentate dell'11 %, attestandosi a 3,9 miliardi di EUR, a seguito dell'aumento delle importazioni di olio minerale e di sostanze chimiche. Nel 2018 sono aumentate anche le importazioni dell'UE di pesce e crostacei, tabacco, bevande e bevande alcoliche provenienti dai paesi del CARIFORUM, mentre le importazioni di zucchero e banane sono diminuite. Le esportazioni dell'UE verso i paesi del CARIFORUM sono aumentate del 4,6 %, raggiungendo i 5,1 miliardi di EUR.

Nell'ambito dell'11o Fondo europeo di sviluppo, l'UE fornisce 102 milioni di EUR a sostegno della cooperazione e dell'integrazione economiche regionali, anche per quanto riguarda lo sviluppo del settore privato, lo sviluppo di capacità in ambito commerciale e l'attuazione dell'APE nei Caraibi. Questo sostegno comporta, ad esempio, mini-sovvenzioni a favore di piccole e medie imprese caraibiche per aiutarle a iniziare a esportare nell'UE.

Tenuto conto dell'interesse particolare dei partner del CARIFORUM agli scambi di servizi con l'UE, nel 2018 le parti hanno istituito un comitato speciale per i servizi.

Infine, sono stati compiuti progressi anche nei negoziati in corso per un accordo sulle indicazioni geografiche nell'ambito dell'APE UE-CARIFORUM.

6.7Accordo di partenariato economico (APE) con i paesi del Pacifico

Il 2018 è stato l'ottavo anno di applicazione dell'accordo tra l'UE e la Papua Nuova Guinea. Le Figi hanno iniziato ad applicare l'accordo in via provvisoria nel luglio 2014 e Samoa dal 31 dicembre 2018.

Nel 2018 il volume complessivo degli scambi tra l'UE da un lato e le Figi e la Papua Nuova Guinea dall'altro ha registrato una diminuzione del 9 %. I due Stati del Pacifico hanno comunque registrato un avanzo commerciale di 700 milioni di EUR con l'UE.

Le importazioni dell'UE di zucchero dalle Figi hanno continuato a diminuire, come è avvenuto per diversi paesi ACP. Le esportazioni di olio di palma dalla Papua Nuova Guinea nell'UE, che è di gran lunga la principale esportazione di prodotti agroalimentari verso l'Unione, sono diminuite del 16 %.

Finora si è osservata una scarsa diversificazione delle esportazioni dei paesi del Pacifico verso l'UE.

L'accordo è aperto all'adesione di altri paesi insulari del Pacifico: Samoa ha aderito nel 2018 e sono in corso le procedure per l'adesione delle Isole Salomone e di Tonga.

7.Commercio e sviluppo sostenibile: un aggiornamento sulle attività recenti

Dalla pubblicazione della relazione 2018, la Commissione ha continuato a intensificare notevolmente gli sforzi e le azioni per attuare i capitoli relativi a commercio e sviluppo sostenibile degli accordi commerciali dell'UE al fine di dare seguito al suo piano d'azione in 15 punti del febbraio 2018 . L'obiettivo generale del piano è garantire un'attuazione e un'applicazione più efficaci e decise dei capitoli relativi a commercio e sviluppo sostenibile. Man mano che il piano viene messo in atto, i risultati iniziano ad emergere. Le principali iniziative nell'ambito dei quattro grandi settori di attività del piano sono state le seguenti:

1.Lavorare insieme (con gli Stati membri, il Parlamento europeo e le organizzazioni internazionali)

La Commissione ha intensificato il lavoro con gli Stati membri e il gruppo di esperti ad hoc su commercio e sviluppo sostenibile si è riunito quattro volte nel 2018. Quest'attività è stata integrata dal lavoro delle delegazioni dell'UE e delle ambasciate degli Stati membri nei paesi partner. Ciò ha contribuito a promuovere sinergie con gli Stati membri in merito a specifiche azioni di attuazione, come un partenariato con la Svezia per sostenere il processo di attuazione degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile da parte dell'Ecuador.

La Commissione ha continuato a dialogare con il Parlamento europeo, anche attraverso gruppi di monitoraggio, punti all'ordine del giorno della commissione per il commercio internazionale, riunioni tecniche e contatti individuali. Tra l'altro, questi contatti hanno contribuito a fornire informazioni per la visita dei deputati al Parlamento europeo in Giappone nel settembre 2018.

La Commissione ha inoltre rafforzato la cooperazione con le organizzazioni internazionali: la Commissione e l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) hanno compiuto passi avanti verso una cooperazione più strategica e flessibile, in particolare firmando, alla fine del 2018, il progetto generale "Commercio per un lavoro dignitoso". Il progetto sosterrà azioni volte a migliorare l'applicazione delle convenzioni fondamentali dell'OIL nei paesi partner commerciali dell'UE. La Commissione ha inoltre proseguito la cooperazione già in corso con l'OIL in diversi paesi partner. Per quanto riguarda l'ambiente, la Commissione ha collaborato con i paesi partner commerciali nell'ambito degli accordi ambientali multilaterali e ne ha sostenuto l'attuazione, anche mediante lo specifico accordo di cooperazione con il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente.

2.Far sì che la società civile, comprese le parti sociali, possa svolgere il proprio ruolo nell'attuazione

La Commissione e ciascuno dei gruppi consultivi interni dell'UE, istituiti nell'ambito degli accordi commerciali con un capitolo relativo a commercio e sviluppo sostenibile, hanno tenuto riunioni periodiche nel corso di tutto l'anno per informare i rappresentanti della società civile in merito ai progressi e alle difficoltà di attuazione delle disposizioni relative a commercio e sviluppo sostenibile, nonché per conoscere i loro punti di vista e le loro opinioni.

La Commissione ha mobilitato 3 milioni di EUR attraverso un nuovo progetto finanziato dallo strumento di partenariato: "Sostegno alla partecipazione della società civile nell'attuazione degli accordi commerciali dell'UE". Dal novembre 2018 il progetto fornisce sostegno logistico e tecnico ai gruppi consultivi interni nell'UE e in alcuni paesi partner commerciali 39 . Questo progetto agevola inoltre le discussioni congiunte sotto forma di seminari annuali in materia di commercio e sviluppo sostenibile.

La Commissione si è inoltre rivolta alla società civile nei paesi oggetto degli accordi di partenariato economico (APE) per sensibilizzarla in merito agli accordi e promuovere l'impegno e la discussione. Nel novembre 2018 gli attori non statali dei paesi dell'UE e dei paesi della SADC aderenti all'APE hanno tenuto una seconda riunione di dialogo con la società civile in Namibia. Nell'aprile 2019 l'organo consultivo della società civile istituito in Costa d'Avorio ha incontrato entrambe le parti dell'accordo. Si sono svolte discussioni anche con la Commissione e il Comitato economico e sociale europeo per esaminare la possibilità di creare una piattaforma della società civile sia ivoriana che europea.

Un altro obiettivo fondamentale è aumentare la partecipazione della comunità imprenditoriale all'attuazione dei capitoli relativi a commercio e sviluppo sostenibile. Per promuovere e sostenere l'assunzione della responsabilità sociale d'impresa/condotta responsabile delle imprese, la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna hanno varato un programma di 9 milioni di EUR con l'OIL, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) e l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) mediante lo strumento di partenariato 40 . Il programma finanzierà attività di sensibilizzazione e sviluppo delle capacità in America latina, a complemento di attività analoghe in corso in Asia. La Commissione ha inoltre organizzato un evento regionale su questo tema in Guatemala, con la partecipazione dell'OIL, dell'OCSE e di una serie di parti interessate della regione.

3.Produrre risultati

Al fine di concentrare gli sforzi, la Commissione ha sviluppato i temi prioritari in materia di commercio e sviluppo sostenibile nelle fasi di pre-attuazione e attuazione per ciascun partner. Tali priorità sono state condivise con gli Stati membri attraverso il gruppo di esperti in materia di commercio e sviluppo sostenibile e con la società civile attraverso i gruppi consultivi interni. Tale processo è in corso.

La Commissione ha intensificato il monitoraggio e l'analisi del rispetto degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile in alcuni partner commerciali, segnatamente Perù e Corea del Sud. Nel caso del Perù, la Commissione ha avviato un intenso lavoro con le autorità pubbliche e i rappresentanti della società civile, anche durante una missione di accertamento dei fatti a Lima nell'ottobre 2018. L'UE e il Perù hanno raggiunto un'intesa su come affrontare le questioni che destano preoccupazione, come indicato nel verbale della riunione del sottocomitato per il commercio e lo sviluppo sostenibile del dicembre 2018 41 . Nel caso della Corea del Sud, nel dicembre 2018 la Commissione ha chiesto consultazioni formali nell'ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie in materia di commercio e sviluppo sostenibile dell'accordo, sulla base delle preoccupazioni di lunga data dell'UE in merito al mancato rispetto, da parte della Corea del Sud, degli impegni assunti nell'ambito dell'accordo di libero scambio sulle norme e sugli accordi multilaterali in materia di lavoro (cfr. sezione 10.1 per maggiori dettagli).

La Commissione ha intensificato gli sforzi per sostenere i paesi partner nelle prime fasi di attuazione degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile. Tali sforzi hanno incluso l'elaborazione, in collaborazione con il Consiglio nazionale per il commercio della Svezia, di un manuale per l'attuazione delle disposizioni relative a commercio e sviluppo sostenibile per l'Ecuador. In Vietnam e a Singapore l'attenzione si è incentrata sul rispetto dei principi fondamentali in materia di lavoro, sia attraverso le riforme del lavoro sia attraverso la ratifica delle convenzioni fondamentali dell'OIL. Il Vietnam ha ratificato di recente la convenzione 98 dell'OIL e ha indicato che avrebbe adottato un nuovo codice del lavoro, compresi i principi fondamentali del lavoro. Nel settembre 2018 il Messico ha ratificato la convenzione 98 dell'OIL sul diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva, conseguendo in tal modo uno degli impegni del capitolo relativo a commercio e sviluppo sostenibile del futuro accordo commerciale UE-Messico. Altre attività si sono concentrate sulla preparazione dell'assetto istituzionale degli enti governativi e delle strutture della società civile.

Per mobilitare risorse per l'attuazione degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile e per promuovere complementarità e sinergie, la Commissione ha iniziato a compilare un inventario di tutti i progetti pertinenti, coinvolgendo gli Stati membri nelle capitali dell'UE e le rispettive ambasciate nei paesi partner.

Il 23 gennaio 2019, a seguito dell'adozione della raccomandazione sul commercio e il clima nel quadro del CETA, la Commissione ha ospitato un seminario su commercio e clima, con la partecipazione della società civile e delle imprese, per discutere il nesso tra commercio e clima e individuare eventuali ulteriori iniziative sul tema.

La Commissione ha introdotto con successo disposizioni rafforzate in materia di commercio e clima [compresi gli impegni ad attuare l'accordo di Parigi, nonché la cooperazione e le azioni comuni in relazione agli obiettivi della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC)] nei capitoli relativi a commercio e sviluppo sostenibile degli accordi conclusi con Messico, Vietnam, Giappone e Singapore. Disposizioni analoghe fanno parte dei negoziati in corso.

L'UE ha svolto attività di sensibilizzazione in materia di economia circolare in Cile, Colombia, Giappone, Marocco, Messico, Perù e Singapore per promuovere partenariati tra imprese e investimenti "verdi" e scambiare conoscenze sulle migliori pratiche e sulle politiche in materia di economia circolare. Tali attività hanno contribuito all'inclusione di specifiche disposizioni in materia di economia circolare nell'accordo modernizzato con il Messico. Sono stati inoltre finanziati due progetti regionali sulla plastica rivolti ai paesi dell'Asia sudorientale e dell'America latina.

4.Trasparenza e comunicazione

La Commissione sta lavorando per migliorare le proprie pagine web relative al commercio e allo sviluppo sostenibile in modo da rendere più facilmente accessibili le informazioni pertinenti. Il Comitato economico e sociale europeo sta svolgendo un esercizio analogo in relazione ai lavori dei gruppi consultivi interni.

A seguito di una comunicazione da parte delle organizzazioni della società civile, nell'ottobre 2017, in cui esprimono le loro preoccupazioni per il mancato rispetto degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile da parte del Perù, la Commissione ha partecipato a riunioni tecniche con le autorità peruviane e le parti interessate della società civile. Le questioni sollevate nella comunicazione sono state altresì oggetto delle discussioni in seno alla riunione del sottocomitato per il commercio e lo sviluppo sostenibile del dicembre 2018. Nel marzo 2019 la Commissione ha informato le organizzazioni della società civile che hanno presentato la comunicazione in merito all'esito del maggiore impegno con le autorità peruviane sulle questioni che destano preoccupazione.

8.Gli scambi di prodotti agroalimentari nel quadro degli accordi commerciali dell'UE: un aggiornamento sugli sviluppi recenti

Andamento dei flussi commerciali

Nel 2018 gli scambi di prodotti agroalimentari nell'ambito degli accordi commerciali preferenziali dell'UE hanno continuato a crescere, a differenza degli scambi complessivi di prodotti agroalimentari dell'Unione con il resto del mondo, che sono leggermente diminuiti. Le esportazioni dell'UE di prodotti agroalimentari nell'ambito di accordi preferenziali sono cresciute del 2,2 % (+1 miliardo di EUR) e hanno contribuito al successo delle esportazioni agroalimentari dell'UE. Le importazioni agroalimentari dell'UE sono leggermente diminuite dello 0,6 %.

Nel periodo in esame gli scambi di prodotti agroalimentari dell'UE con i paesi partner commerciali preferenziali hanno rappresentato il 30 % del totale delle esportazioni agroalimentari dell'Unione e il 40 % delle importazioni. Con un avanzo di 11 miliardi di EUR, gli accordi commerciali di prima generazione hanno contribuito per oltre la metà al crescente avanzo commerciale complessivo di prodotti agroalimentari dell'UE con il resto del mondo. Le bevande alcoliche, il vino, la pasta e i prodotti di pasticceria sono stati i principali fattori che hanno contribuito alla crescita delle esportazioni dell'UE, mentre sono diminuite le importazioni di frumento, caffè non torrefatto e zucchero.

La crescita delle esportazioni è stata particolarmente forte con i paesi partner degli accordi commerciali di seconda generazione (+5 %) e nelle zone di libero scambio globali e approfondite (+11 %). Nel suo primo anno completo di attuazione, il CETA ha contribuito alle esportazioni verso il Canada con un tasso di crescita del 4 % (particolarmente elevato per gli agrumi, il formaggio e il cioccolato).

Le tre principali destinazioni delle esportazioni agroalimentari dell'UE tra i partner commerciali preferenziali sono state la Svizzera, la Norvegia e il Canada, che hanno rappresentato il 12 % delle esportazioni agroalimentari nel 2018. Circa il 47 % delle esportazioni era costituito da preparazioni alimentari quali cioccolatini, alimenti per lattanti, pasta (22 %), alimenti trasformati come formaggi e vino (15 %) e altre bevande (9 %).

Un dolce accordo in Canada per una pasticceria francese

La Confiserie du Roy René è una pasticceria francese, in attività dal 1920, specializzata in "calissons", dolcetti realizzati con frutta candita e mandorle. Nel 2014 la società ha adottato una strategia di internazionalizzazione approfittando degli accordi commerciali dell'UE con partner di tutto il mondo.

Dal 2015 ha già raddoppiato il fatturato delle esportazioni, che rappresentano ora oltre il 9 % del fatturato complessivo.

La ratifica dell'accordo commerciale dell'UE con il Canada consente alla pasticceria di offrire i suoi "calissons" a prezzi più competitivi grazie alla riduzione delle tariffe commerciali.

I primi tre paesi di origine delle importazioni agroalimentari fra i paesi partner commerciali preferenziali sono stati l'Ucraina, la Svizzera e la Turchia, che hanno fornito il 13 % delle importazioni agroalimentari totali dell'UE. I prodotti primari costituivano la maggior parte delle importazioni agroalimentari dell'UE (~63 %), principalmente frutta tropicale (18 %), frutta fresca e secca (13 %) e caffè non torrefatto (5,6 %).

Gli accordi commerciali dell'Unione includono disposizioni per la protezione dei produttori UE di prodotti sensibili quali le carni bovine, le carni avicole o lo zucchero. Tali prodotti sono completamente esclusi dal commercio preferenziale o, se lo sono solo parzialmente, sono coperti da contingenti tariffari attentamente calibrati. Per i prodotti ortofrutticoli sensibili, viene applicato un sistema di prezzi di entrata durante l'alta stagione di raccolta nell'UE.

Sebbene spesso esaminati in modo critico durante i negoziati, gli accordi commerciali dell'UE offrono un grande potenziale per le esportazioni di prodotti agricoli dell'Unione. Ad esempio, il Giappone e la Corea del Sud costituiscono il secondo e il terzo mercato per le esportazioni di carni suine dell'UE e hanno un notevole potenziale di crescita, dato che rappresentano il 42 % del totale delle esportazioni di carni suine dell'Unione. Le esportazioni verso la Corea del Sud sono cresciute dall'attuazione dell'accordo commerciale, con un ulteriore aumento del 12 % nel 2018, nonostante il divieto sulle esportazioni provenienti da tre Stati membri dell'UE a causa della peste suina africana.

I prodotti agricoli sensibili provenienti dall'UE continuano a beneficiare di accordi commerciali. Nel 2018, ad esempio, l'UE ha esportato quasi 162 000 tonnellate di carni bovine verso paesi partner preferenziali, registrando un aumento del 20 % rispetto al 2017. I paesi partner commerciali preferenziali assorbono due terzi delle esportazioni complessive di carni bovine dell'UE e i principali partner sono la Turchia, la Bosnia-Erzegovina, Israele e la Svizzera. Ciò dimostra che, quando gli scambi commerciali non sono ostacolati da misure sanitarie inique e ingiustificate o da dazi all'importazione proibitivi, le carni bovine europee sono apprezzate sui principali mercati di esportazione.

Analogamente, i produttori europei di zucchero hanno registrato buoni risultati nel 2018, con oltre 3 milioni di tonnellate di zucchero esportato (+48 % rispetto al 2017), un livello record dal 2014. Se, da un lato, l'andamento delle esportazioni di zucchero dell'UE è stato ampiamente rafforzato dal completamento della riforma del regime europeo dello zucchero, dall'altro anche gli accordi commerciali bilaterali hanno contribuito a questo risultato. A titolo di esempio, nel 2018 l'Egitto è stato il principale mercato di esportazione per lo zucchero dell'UE. Grazie al vigente accordo commerciale UE-Egitto 42 , il paese ha importato oltre 500 000 tonnellate di zucchero europeo senza dazi.

Nel caso del Giappone, le esportazioni agroalimentari dell'UE si sono intensificate già nel 2018 (ad esempio le esportazioni di carni di pollame hanno registrato un +78 %), in parte grazie alla cooperazione accelerata per risolvere una serie di questioni connesse alle misure sanitarie e fitosanitarie. I dazi sulle carni suine e bovine saranno completamente eliminati o significativamente ridotti nel tempo 43 .

Indicazioni geografiche

Nel 2018 sono stati compiuti progressi per quanto riguarda la protezione delle indicazioni geografiche dell'UE in alcuni paesi partner, ad esempio attraverso la registrazione del "Prosciutto di Carpegna" in Canada. Il Messico ha convenuto di proteggere una rosa di 340 indicazioni geografiche dell'UE nell'accordo modernizzato. All'inizio del 2019 Singapore ha adottato una nuova legge relativa alle indicazioni geografiche, che ha dato la possibilità ai titolari di diritti dell'UE di presentare domanda prima dell'entrata in vigore dell'accordo.

La Commissione ha avviato uno studio sul valore delle esportazioni di indicazioni geografiche dell'UE. Lo studio aggiornerà uno studio 44  del 2013 secondo cui, all'epoca, il 20 % dei prodotti a indicazione geografica europea era esportato al di fuori dell'UE, il che rappresentava un valore di circa 11,5 miliardi di EUR all'anno.

Misure sanitarie e fitosanitarie

Le misure sanitarie e fitosanitarie continuano a costituire un ostacolo significativo alle esportazioni agroalimentari dell'UE e gli accordi commerciali sono strumenti importanti per affrontare tali ostacoli. Alcuni progressi possono già essere conseguiti durante i negoziati, in quanto i paesi partner commerciali sviluppano una migliore comprensione dei rispettivi sistemi. Ciò è meglio illustrato dall'approvazione, da parte del Messico, delle esportazioni di frutta da alcuni Stati membri dell'UE senza requisiti di autorizzazione preventiva 45 . Sono stati compiuti progressi anche rispetto al divieto a livello nazionale del Giappone sulle importazioni di pollame, imposto a una serie di Stati membri dell'UE in risposta ai focolai di influenza aviaria. Il Giappone ha infine revocato il divieto di importazione di prodotti avicoli provenienti da 27 Stati membri. Inoltre il Vietnam ha autorizzato l'importazione di carni bovine provenienti da altri due Stati membri dell'UE.

Persistono tuttavia alcune questioni problematiche. Il mercato sudcoreano è tuttora chiuso alle carni bovine europee e nel 2018 si sono registrati scarsi progressi sul trattamento delle domande presentate dagli Stati membri dell'UE, alcune delle quali in sospeso dal 2014. Una situazione analoga prevale con altri paesi partner commerciali dell'UE, come la Colombia e il Perù. L'UE si avvale di ogni opportunità per sollevare la questione dell'ingiustificata mancanza di accesso al mercato per le carni bovine europee.

Un'altra questione importante è che diversi paesi partner commerciali ancora non riconoscono il principio della regionalizzazione e delle misure di regionalizzazione dell'UE, che sarebbe importante per consentire agli agricoltori europei di beneficiare appieno degli accordi commerciali dell'UE, in particolare nei settori delle carni avicole e suine. Inoltre, in risposta al focolaio di peste suina africana che nel 2018 ha colpito i cinghiali in Belgio, 16 paesi, tra cui il Giappone, la Corea del Sud e il Messico, hanno imposto divieti all'importazione a livello nazionale che hanno interessato diversi altri Stati membri dell'UE. L'UE ha chiesto a detti paesi di revocare le restrizioni, che sono contrarie alle norme e ai principi internazionali.

L'UE è di gran lunga il maggiore esportatore di carne suina al mondo, ma la presenza di peste suina africana nei cinghiali e nei suini domestici in alcuni Stati membri dell'UE ha avuto un forte impatto sui suinicoltori dell'Unione, poiché molti paesi partner commerciali hanno imposto divieti nazionali nei confronti degli Stati membri dell'UE interessati. Tali restrizioni commerciali non sono in linea con le disposizioni dell'OMC, non sono giustificate dal punto di vista del rischio e non sono necessarie, in quanto le misure di controllo dell'UE sono efficaci nel prevenire la trasmissione della malattia attraverso gli scambi. Finora gli Stati membri dell'UE interessati rappresentano circa il 18 % delle esportazioni di carni suine dell'Unione prima dei focolai e la compensazione è stata possibile. Tuttavia la presenza di focolai nei principali Stati membri dell'UE produttori di carni suine sarebbe difficile da compensare qualora le politiche di importazione dei principali paesi partner commerciali dovessero rimanere invariate.

Benessere degli animali

Nel 2018 la Commissione ha adottato una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'impatto delle attività internazionali in materia di benessere degli animali sulla competitività degli allevatori europei in un mondo globalizzato 46 . La relazione fornisce una panoramica del lavoro collaborativo della Commissione per promuovere il benessere degli animali a livello internazionale. In essa si conclude che la promozione globale delle norme dell'UE sul benessere degli animali contribuisce all'obiettivo di lungo termine di migliorare il benessere degli animali nel mondo, riducendo nel contempo le pratiche di commercio sleali. La relazione ha confermato l'importante ruolo della cooperazione internazionale in materia di benessere degli animali, anche nel contesto degli accordi commerciali preferenziali.

Promozione dei prodotti agroalimentari

Per aiutare le imprese dell'UE a beneficiare delle opportunità di esportazione nell'ambito degli accordi commerciali dell'Unione nel settore agroalimentare, il bilancio dell'UE ha destinato 179 milioni di EUR alla promozione dei prodotti dell'Unione, tra l'altro, in Canada, Colombia, Messico e Corea del Sud. I programmi riguardano un'ampia gamma di questioni, dalle campagne generali su un'alimentazione sana a specifici settori di mercato. Le attività di promozione comprendono anche l'organizzazione di seminari (ad esempio in Corea del Sud) con l'obiettivo di promuovere le elevate norme sanitarie e fitosanitarie dell'UE, le indicazioni geografiche o l'agricoltura biologica.

 

Occupazione e scambi di prodotti agroalimentari

La Commissione ha pubblicato sul suo portale di dati per la modellizzazione nel settore agroalimentare (DataM) uno strumento interattivo 47 per il calcolo dei posti di lavoro generati dal commercio di prodotti agroalimentari nell'UE. Questo strumento è accessibile al pubblico e contribuirà a stabilire il legame tra esportazioni del settore agroalimentare e posti di lavoro nei diversi settori dell'economia.

9. Attività in corso in settori specifici

9.1Piccole e medie imprese (PMI)

Sebbene la Commissione non abbia a disposizione statistiche precise sulla partecipazione delle PMI al commercio dell'UE 48 , la ricerca suggerisce che il loro ruolo nel commercio internazionale è in crescita. In base a un' indagine   condotta dall'economista capo della DG TRADE nel 2016 49 , le PMI rappresentavano circa il 30 % delle esportazioni di merci dell'UE verso il resto del mondo e l'86 % di tutti gli esportatori dell'Unione era costituito da PMI 50 . Nel periodo compreso tra il 2012 e il 2016 il valore delle esportazioni delle PMI è aumentato quasi del 20 %, un po' più velocemente del valore complessivo apportato dalle PMI all'economia dell'UE. Nel 2016 l'80 % di tutte le importazioni nell'UE da paesi terzi proveniva da PMI, pari al 38 % del valore complessivo delle importazioni dell'Unione.

Il costo dell'ingresso in nuovi mercati grava in misura maggiore sulle PMI rispetto alle imprese più grandi. Ad esempio, il superamento degli ostacoli al commercio e agli investimenti non è facile per nessuna impresa, ma può porre difficoltà insormontabili per le PMI. La politica commerciale dell'UE risponde alle esigenze specifiche delle PMI, in particolare quando si tratta di aumentare la trasparenza e di rendere più comprensibili e accessibili le informazioni sugli accordi commerciali.

Al fine di creare un ambiente commerciale più favorevole alle PMI, la Commissione sta elaborando orientamenti per spiegare come funzionano gli accordi commerciali, ad esempio in relazione a:

-regole di origine;

-appalti pubblici;

-tutela dei diritti di proprietà intellettuale;

-accettazione delle norme internazionali;

-riconoscimento delle qualifiche professionali;

-agevolazioni per il rilascio dei visti.

Un corpus unico di norme per il commercio internazionale sarebbe la soluzione migliore per creare condizioni di parità per le PMI, ma gli sforzi multilaterali stanno avanzando molto lentamente. Pertanto gli accordi commerciali sono uno strumento importante per favorire la partecipazione delle PMI al commercio internazionale.

Dal varo della comunicazione " Commercio per tutti " l'UE ha inserito disposizioni in materia di PMI in tutti i nuovi accordi commerciali e propone di includere un capitolo specifico per le PMI, al fine di garantire che l'intero accordo funzioni meglio per tali imprese. Questo capitolo comprende di norma l'impegno dell'UE e dei paesi partner a fornire informazioni sul contenuto del rispettivo accordo commerciale su un apposito sito web che disponga di una banca dati consultabile per codice tariffario con informazioni su tariffe, requisiti di importazione, regole di origine, ecc. Inoltre il capitolo prevede un punto di contatto per le PMI da entrambe le parti per agevolare la cooperazione bilaterale a livello di governo e l'interazione con i comitati istituiti nell'ambito dell'accordo, assicurando una risposta adeguata alle esigenze delle PMI. La Commissione sta altresì negoziando norme analoghe e semplificate in accordi commerciali nuovi e in quelli in fase di modernizzazione, ad esempio nel settore delle regole di origine.

L'accordo di partenariato economico UE-Giappone è il primo a includere un capitolo dedicato alle PMI 51 . Nel 2018 si sono inoltre conclusi negoziati a livello tecnico sui capitoli dedicati alle PMI con il Messico e il Mercosur e sono in corso negoziati con l'Indonesia, l'Australia, la Nuova Zelanda, il Cile e la Tunisia. Sebbene il CETA non comprenda un capitolo separato sulle PMI, il 26 settembre 2018 tra l'UE e il Canada è stata concordata una " raccomandazione specifica per le PMI " 52 , che impone a entrambe le parti di fornire informazioni sull'accesso al mercato e di istituire punti di contatto per le PMI.

La Commissione, gli Stati membri dell'UE e le associazioni imprenditoriali continuano a lavorare per aumentare la consapevolezza delle opportunità offerte dagli accordi commerciali dell'Unione. La Commissione fornisce informazioni sugli accordi commerciali preferenziali sul proprio sito web . Un esempio recente è rappresentato dalla pagina web dedicata alle PMI sull' accordo di partenariato economico UE-Giappone 53 . In linea con gli impegni assunti nel quadro del capitolo relativo alle PMI, anche il ministero degli Affari esteri giapponese ha pubblicato informazioni sul proprio sito web . Inoltre la banca dati UE sull'accesso ai mercati 54 fornisce informazioni alle PMI che desiderano esportare dall'Unione, mentre l' help desk Commercio 55 offre informazioni pertinenti per gli importatori nell'UE. La Commissione sta attualmente sviluppando un nuovo portale web unico che dovrebbe fornire servizi migliori alle PMI.

Un produttore tedesco alza i volumi di esportazione in tutto il mondo

L'accordo commerciale tra l'UE e il Sud Africa è entrato in vigore nel 2000 e ha consentito a un piccolo produttore di macchinari della regione tedesca della Svevia di approfittare di nuove opportunità di esportazione, promuovere l'occupazione e condividere l'innovazione tecnologica con i suoi paesi partner commerciali.

AERO-LIFT esporta verso il Sud Africa sollevatori a depressione (dai componenti a intere macchine), che servono, ad esempio, nell'industria, per il sollevamento di carichi pesanti. Dalla conclusione dell'accordo commerciale, il valore delle esportazioni di un solo tipo di prodotto è aumentato da 15 000 EUR a 100 000 EUR. Allo stesso tempo la società beneficia della riduzione dei costi doganali e amministrativi, pari a circa il 5 % del valore del prodotto.

"Senza un accordo commerciale non saremmo in Sud Africa " afferma Tobias Pauli, amministratore delegato di AERO-LIFT Vakuumtechnik GmbH, una piccola impresa a conduzione familiare di Binsdorf in Svevia.

9.2Servizi

L'apertura degli scambi di servizi consiste nell'affrontare le restrizioni quantitative e discriminatorie previste dalle legislazioni nazionali. I negoziati in questo settore mirano a garantire che i prestatori di servizi dell'UE siano autorizzati a fornire servizi sui mercati esteri e non siano discriminati rispetto ad altre imprese dello stesso settore.

Tutti gli accordi commerciali di nuova generazione e gli accordi relativi alle zone di libero scambio globali e approfondite prevedono disposizioni sui servizi, che contribuiscono a istituire e rafforzare un quadro normativo volto ad agevolare la prestazione di servizi, tutelando nel contempo i consumatori. Tra gli accordi in vigore con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, solo l'accordo di partenariato economico (APE) con i Caraibi riguarda i servizi, mentre altri APE prevedono clausole di riesame per i negoziati in una fase successiva.

Negli accordi negoziati di recente (come quelli con il Giappone o il Messico) si sono registrati notevoli progressi, in quanto tra essi figurano disposizioni moderne in materia di servizi e commercio digitale. Si prevede che gli accordi attualmente in fase di negoziazione (come quelli con l'Australia e la Nuova Zelanda) si baseranno su queste ambiziose disposizioni.

L'accordo di partenariato economico UE-Giappone include impegni globali in materia di servizi e investimenti, sulla base di un elenco completo negativo (ciò significa che le parti hanno elencato solo i settori che escludono completamente o a cui si applicano restrizioni). L'accordo contiene anche importanti disposizioni regolamentari che vanno oltre l'accordo generale sugli scambi di servizi (GATS) dell'Organizzazione mondiale del commercio. Questi ulteriori miglioramenti aiuteranno le imprese dell'UE che intendono entrare nel mercato giapponese, ma anche quelle che sono già attive su tale mercato, a ottenere rapidamente le licenze o le autorizzazioni necessarie. Inoltre l'accordo con il Giappone offre un quadro per una più stretta cooperazione normativa in materia di servizi finanziari e ha portato a un'intesa tra l'UE e il Giappone in merito alla circolazione delle persone fisiche per motivi professionali.

Un altro esempio significativo nel settore è il capitolo relativo al commercio digitale incluso nei moderni accordi commerciali. Le questioni relative al commercio digitale sono state oggetto di accordi in passato, ma sono state incluse disposizioni più complete nell'accordo economico e commerciale globale (CETA) tra UE e Canada e ulteriori miglioramenti sono stati apportati nell'accordo di partenariato economico UE-Giappone. I negoziati recentemente conclusi con il Messico stabiliscono discipline applicabili a tutti i settori contemplati dall'accordo, che rispondono alle sfide dell'economia digitale e sono indispensabili per il buon funzionamento del commercio online di merci e servizi. Tale accordo contiene norme che vietano i dazi doganali per le trasmissioni elettroniche o la divulgazione obbligatoria del codice sorgente, nonché norme che rafforzano la fiducia, come i servizi fiduciari elettronici, i contratti elettronici, lo spam e la protezione dei consumatori.

Gli effetti degli accordi commerciali sugli scambi di servizi dell'UE con i paesi terzi non sono facilmente quantificabili, ma i dati disponibili dimostrano un aumento delle esportazioni di servizi dell'Unione. Ad esempio, le esportazioni di servizi verso la Corea del Sud e il Cile sono aumentate rispettivamente del 7 % e del 17 % tra il 2016 e il 2017, mentre le esportazioni verso il Canada sono aumentate del 7 % nello stesso periodo. Inoltre nel 2017 gli scambi di servizi hanno raggiunto quasi il 35 % del valore totale degli scambi tra l'UE e il Canada, oltre il 50 % tra l'UE e il CARIFORUM e quasi il 65 % tra UE e Panama (la media tra l'UE e l'America centrale è circa del 30 %).

9.3L'accordo di partenariato economico UE-Giappone: lavori preparatori 56

L'accordo di partenariato economico UE-Giappone è entrato in vigore il 1° febbraio 2019. Nel 2018, per preparare l'applicazione di questo importante nuovo accordo commerciale, la Commissione ha prodotto pacchetti informativi destinati ai singoli Stati membri dell'UE, alle imprese e al pubblico in generale, comprese descrizioni generali del contenuto dell'accordo, infografiche su misura per ciascuno Stato membro e vari documenti di orientamento sulle questioni doganali e sulla produzione agricola. Nella banca dati UE sull'accesso ai mercati sono state aggiunte informazioni pratiche specifiche per le PMI. La Commissione ha partecipato a numerosi eventi di sensibilizzazione per sostenere gli Stati membri dell'UE nelle loro attività di comunicazione.

Inoltre il Centro per la cooperazione industriale UE-Giappone 57 (una piattaforma cofinanziata dal Giappone e dall'UE) ha creato un help desk per sostenere l'attuazione dell'accordo , uno strumento concreto rivolto in particolare alle PMI. L'help desk riceve domande sull'accordo e offre alle PMI l'accesso a varie fonti di informazioni aggiuntive e altri servizi gratuiti. Il Centro organizza corsi di formazione online su temi specifici e pubblica inoltre regolarmente pacchetti informativi settoriali ("schede") contenenti informazioni sulle modifiche e sulle opportunità di esportazione introdotte dall'accordo di partenariato economico UE-Giappone. L'help desk è strettamente collegato ad altre attività del Centro quali l'help desk per gli appalti pubblici o quello per la proprietà intellettuale.

Prima dell'entrata in vigore dell'accordo, l'UE e il Giappone hanno collaborato per mettere a punto l'assetto amministrativo necessario per la sua attuazione, che includeva:

-scambi di informazioni sulla procedura iniziale di gestione dei contingenti tariffari;

-procedure di autorizzazione per diverse pratiche enologiche intese ad agevolare le esportazioni dei vini dell'UE;

-alcuni aspetti tecnici relativi ai requisiti doganali per la concessione di preferenze tariffarie (ad esempio trattamento delle informazioni commerciali riservate);

-l'istituzione di strutture di governance per l'attuazione del capitolo relativo al commercio e allo sviluppo sostenibile;

-l'elaborazione di norme procedurali e di altra natura necessarie al funzionamento dei comitati misti, nonché al sistema di risoluzione delle controversie dell'accordo.

Proseguono i lavori per quanto riguarda alcuni degli aspetti summenzionati, nonché altre questioni fondamentali per rafforzare il partenariato economico UE-Giappone.

Bord Bia, l'organismo irlandese per l'alimentazione (Irlanda)

Bord Bia, l'organismo irlandese per l'alimentazione, ha ottenuto una sovvenzione per promuovere le carni bovine dell'UE, un progetto di 3,7 milioni di EUR cofinanziato per l'80 % dall'UE 58 . Tra il 2017 e il 2019 Bord Bia ha partecipato a diverse campagne promozionali, cercando di mettere in evidenza in Giappone gli elevati standard dell'UE in materia di sicurezza alimentare, qualità e sostenibilità.

"Ottenere il diritto di condurre questa campagna dell'UE è il riconoscimento dell'Irlanda quale paese esportatore che vanta una lunga storia di promozione e fornitura di carni bovine di qualità prodotte in modo sostenibile. Questo programma ci consente di espandere le nostre attività in un momento in cui la diversificazione nei mercati internazionali non è mai stata così importante... questa campagna ci offre l'opportunità di utilizzare ognuna di queste attività a vantaggio dei produttori irlandesi e dell'UE".

Tara McCarthy CEA, Bord Bia

9.4Migliorare l'adozione degli accordi commerciali dell'UE

Le imprese dell'UE e dei paesi partner possono trarre vantaggio dagli accordi commerciali dell'UE solo se dispongono di informazioni pertinenti sul contenuto di tali accordi e se comprendono come beneficiarne in pratica. Dando seguito alle attività descritte nella relazione precedente, nel 2018 la Commissione ha intensificato gli sforzi volti ad accrescere la consapevolezza in merito agli accordi commerciali dell'UE e ad agevolarne l'adozione.

Tra gli altri sforzi, la Commissione ha proseguito i lavori su un portale online che offrirà un unico punto d'accesso per gli esportatori e gli importatori dell'UE. Questo portale consentirà alle imprese, in particolare alle piccole e medie imprese, di comprendere i requisiti di accesso al mercato nei paesi partner (in totale oltre 120 destinazioni di esportazione) e sul mercato dell'UE. Grazie alla prevista integrazione di due banche dati, la banca dati sull'accesso ai mercati e l'help desk Commercio, le imprese avranno un migliore accesso alle informazioni sulle preferenze tariffarie e sui requisiti normativi applicabili ai loro prodotti nell'ambito di un determinato accordo commerciale, nonché sulle regole di origine. Il nuovo portale includerà informazioni su una prima serie di accordi commerciali e sarà gradualmente esteso nel tempo.

Nel 2018 inoltre la Commissione ha rafforzato la sua collaborazione con la rete Enterprise Europe Network (EEN) 59 e con le organizzazioni di promozione degli scambi negli Stati membri dell'UE, al fine di raggiungere le piccole e medie imprese e di orientare meglio le proprie campagne di sensibilizzazione e informazione. La Commissione ha istituito un nuovo gruppo di lavoro EEN per l'attuazione degli accordi di libero scambio, che ha elaborato vario materiale informativo per gli accordi commerciali. La rete nominerà contatti sugli accordi commerciali e organizzerà sessioni di formazione per i partner dell'EEN in tutti gli Stati membri dell'UE su come promuovere i vantaggi degli accordi commerciali tra le imprese europee.

10.Ricorso alle vie legali

Dalla pubblicazione della relazione 2018, l'UE ha fatto ricorso ai meccanismi di risoluzione delle controversie istituiti nell'ambito degli accordi con la Corea del Sud, l'Ucraina e l'Unione doganale dell'Africa meridionale. Di seguito è illustrata la situazione di queste controversie a partire dall'agosto 2019. Il 2 aprile 2019 inoltre l'UE ha chiesto consultazioni 60 con la Turchia in sede OMC in risposta alle misure adottate dal paese, che si traducono in una progressiva localizzazione forzata in Turchia della produzione di una parte sostanziale dei prodotti farmaceutici esportati verso il paese. Tali misure sembrano inoltre contraddire gli impegni assunti dalla Turchia nell'ambito dell'unione doganale. Il procedimento è in corso.

La Commissione segue da vicino l'attuazione degli accordi commerciali dell'UE e prenderà in considerazione l'opportunità di ricorrere alle vie legali, in particolare nei casi di grande importanza economica o sistemica. Gli accordi commerciali preferenziali dell'UE prevedono una rigorosa attuazione degli impegni al fine di garantire una risoluzione efficiente e tempestiva delle controversie, anche su questioni che esulano dall'accordo dell'OMC (ad esempio la controversia con la Corea del Sud sui diritti dei lavoratori). Laddove la misura in questione sembri essere in contrasto sia con l'accordo dell'OMC sia con un accordo commerciale applicabile tra l'UE e il paese partner, l'OMC resta un sistema trasparente e ben collaudato di prima scelta per la risoluzione delle controversie, che garantisce la coerenza nell'interpretazione dei relativi impegni.

10.1Risoluzione della controversia con la Corea del Sud

Nell'ambito del capitolo relativo al commercio e allo sviluppo sostenibile dell'accordo di libero scambio UE-Corea del Sud, la Corea del Sud si è impegnata a "rispettare e realizzare nelle proprie leggi e pratiche" i diritti fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), in particolare il diritto alla libertà di associazione e il diritto alla contrattazione collettiva. Inoltre la Corea del Sud si è impegnata a compiere "sforzi continui e costanti" verso la ratifica delle convenzioni dell'OIL che ancora non ha sottoscritto 61 .

In assenza di progressi, il 17 dicembre 2018 l'UE ha deciso di chiedere consultazioni 62 con la Corea del Sud nell'ambito del sistema bilaterale di risoluzione delle controversie. A causa della mancanza di sforzi sufficienti per la ratifica della convenzione OIL in questione, il 2 luglio 2019 l'UE ha chiesto l'istituzione di un gruppo speciale 63 .

10.2Risoluzione della controversia con l'Ucraina

Nel gennaio 2019 l'UE ha deciso di chiedere consultazioni con l'Ucraina in merito alle restrizioni ucraine sulle esportazioni di legname nell'ambito del sistema bilaterale di risoluzione delle controversie previsto dall'accordo di associazione UE-Ucraina. La restrizione alle esportazioni riguardava inizialmente il legname e il legname segato di dieci specie e dal 2015 è stata estesa a tutto il legno non trasformato (dal 2017 anche al legno di pino).

L'UE ha sollevato in più occasioni la questione con l'Ucraina, in quanto la restrizione alle esportazioni è incompatibile con l'accordo di associazione. Le consultazioni si sono tenute nel febbraio 2019, ma non sono riuscite a risolvere la questione. Nel giugno 2019 l'UE ha pertanto deciso di chiedere la costituzione di un 64   per esaminare la questione e decidere in merito.

10.3Risoluzione della controversia con l'Unione doganale dell'Africa meridionale

Il 14 giugno 2019 l'UE ha chiesto consultazioni 65 con l'Unione doganale dell'Africa meridionale (SACU) nel quadro della parte dell'accordo di partenariato economico UE-SADC (APE UE-SADC) sulla prevenzione e la risoluzione delle controversie. La richiesta riguardava la misura di salvaguardia imposta ai tagli di pollo non disossati congelati esportati dall'UE. L'UE ritiene che la SACU abbia imposto la misura in violazione dei principi e delle norme dell'APE UE-SADC.

L'UE aveva ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni alla SACU a vari livelli e occasioni. Poiché le preoccupazioni dell'UE non sono state affrontate in modo soddisfacente, l'UE ha deciso di intensificare il dialogo con la SACU chiedendo consultazioni, che devono svolgersi entro 40 giorni dalla notifica della richiesta.

11.Conclusioni

Nel 2018, con il rallentamento della crescita del commercio mondiale e l'aumento del protezionismo, gli accordi commerciali preferenziali dell'UE hanno continuato ad avere effetti di agevolazione del commercio. Oltre all'eliminazione totale o parziale dei dazi, gli accordi continuano a contribuire allo sviluppo di un sistema commerciale basato su regole e hanno migliorato l'accesso al mercato per i prodotti e gli investimenti dell'UE nei paesi partner. Contribuiscono inoltre alla diversificazione economica e alla crescita nei paesi partner in via di sviluppo. Altri effetti positivi degli accordi commerciali dell'UE comprendevano una maggiore certezza giuridica in settori quali gli scambi di servizi e gli appalti pubblici, nonché una migliore protezione degli interessi fondamentali dell'Unione, come i diritti di proprietà intellettuale, comprese le indicazioni geografiche.

Inoltre la nuova generazione di accordi commerciali preferenziali è uno strumento importante per promuovere i valori europei relativi ai diritti dei lavoratori e alla protezione dell'ambiente, compresi i cambiamenti climatici.

Al tempo stesso sono ancora presenti molti ostacoli al commercio che impediscono di sfruttare le opportunità degli accordi commerciali dell'UE e il 2018 ha visto l'emergere di nuovi ostacoli. L'UE continuerà ad adottare le misure necessarie per rimuovere tali ostacoli, compreso il ricorso a strumenti di applicazione bilaterali o multilaterali, a seconda dei casi.

Nel suo tentativo di migliorare la trasparenza e la responsabilità, la Commissione continuerà a riferire annualmente in merito all'attuazione degli accordi commerciali preferenziali tra l'UE e i paesi terzi.



Allegato 1: Tassi di utilizzo delle preferenze sulle importazioni dell'UE

Paese esportatore

2015

2016

2017

2018

Accordi di libero scambio di nuova generazione

Colombia

97 %

97 %

97 %

98 %

Costa Rica

96 %

97 %

96 %

96 %

Ecuador

89 %

88 %

97 %

99 %

El Salvador

82 %

74 %

90 %

91 %

Guatemala

95 %

95 %

93 %

97 %

Honduras

91 %

92 %

92 %

91 %

Nicaragua

94 %

94 %

93 %

88 %

Panama

70 %

61 %

82 %

82 %

Perù

98 %

97 %

96 %

96 %

Corea del Sud

85 %

87 %

88 %

88 %

Canada

28,7 %

49,6 %

DCFTA

Georgia

83 %

80 %

77 %

76 %

Moldova

91 %

88 %

85 %

85 %

Ucraina

87 %

89 %

87 %

80 %

Accordi di libero scambio di prima generazione

Partner del Mediterraneo

Algeria

97 %

95 %

97 %

96 %

Egitto

95 %

96 %

97 %

96 %

Israele

89 %

90 %

91 %

90 %

Giordania

68 %

79 %

75 %

76 %

Libano

76 %

71 %

70 %

74 %

Marocco

97 %

97 %

97 %

98 %

Territori palestinesi occupati

78 %

81 %

77 %

65 %

Tunisia

95 %

96 %

94 %

93 %

Balcani occidentali

Albania

87 %

86 %

86 %

84 %

Bosnia-Erzegovina

93 %

94 %

94 %

94 %

Macedonia del Nord

97 %

95 %

94 %

92 %

Kosovo

85 %

89 %

92 %

92 %

Montenegro

81 %

83 %

90 %

73 %

Serbia

93 %

90 %

92 %

91 %

Partner dell'America latina

Cile

95 %

95 %

96 %

94 %

Messico

52 %

58 %

70 %

74 %

Stati dell'EFTA

Norvegia

71 %

66 %

69 %

69 %

Svizzera

86 %

83 %

85 %

85 %

Accordi di partenariato economico (APE)

CARIFORUM (media)

91 %

92 %

91 %

86 %

SADC (media)

87 %

83 %

82 %

88 %

AOA (media)

97 %

97 %

96 %

96 %

Costa d'Avorio

99 %

98 %

98 %

98 %

Ghana

98 %

98 %

96 %

99 %

Africa centrale (Camerun)

91 %

97 %

99 %

98 %

Pacifico (media)

92 %

99 %

81 %

Fonte: Eurostat

Allegato 2: Tassi di utilizzo delle preferenze sulle esportazioni dell'UE 66  

Paese importatore

2015

2016

2017

2018

Accordi di libero scambio di nuova generazione

Colombia

63 %

71 %

70 %

72 %

Perù

28 %

47 %

52 %

56 %

Costa Rica

n/a

38 %

n/a

59 %

El Salvador

21 %

26 %

27 %

33 %

Guatemala

21 %

32 %

31 %

33 %

Honduras

40 %

56 %

55 %

55 %

Ecuador

n/a

n/a

57 %

68 %

Corea del Sud

68 %

71 %

74 %

81 %

Canada

n/a

n/a

n/a

37 %

DCFTA

Georgia

72 %

81 %

83 %

83 %

Ucraina

n/a

n/a

70 %

74 %

Accordi di libero scambio di prima generazione

Partner del Mediterraneo

Turchia

n/a

95 %

94 %

90 %

Egitto

36 %

66 %

64 %

67 %

Israele

n/a

89 %

86 %

n/a

Libano

74 %

74 %

58 %

n/a

Marocco

n/a

76 %

77 %

77 %

Giordania

n/a

78 %

72 %

76 %

Balcani occidentali

Albania

77 %

80 %

78 %

80 %

Bosnia-Erzegovina

91 %

88 %

88 %

86 %

Macedonia del Nord

n/a

90 %

89 %

n/a

Kosovo

n/a

44 %

60 %

66 %

Montenegro

86 %

85 %

86 %

86 %

Serbia

89 %

91 %

91 %

90 %

Partner dell'America latina

Cile

77 %

87 %

88 %

85 %

Messico

76 %

76 %

75 %

70 %

Stati dell'EFTA

Svizzera

79 %

79 %

78 %

77 %

APE

Repubblica dominicana

46 %

49 %

62 %

58 %

Maurizio

n/a

n/a

n/a

28 %

Sud Africa

60 %

63 %

60 %

64 %

Fonti: paesi partner

(1)      Tale designazione non si intende come riconoscimento di uno Stato di Palestina e lascia impregiudicate le singole posizioni degli Stati membri sulla questione.
(2)    Accordo di stabilizzazione e di associazione.
(3)    Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) dell'UNSC e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
(4)      L'accordo si applica alle Comore dal 7 febbraio 2019.
(5)      L'accordo si applica anche a Samoa dal 31 dicembre 2018.
(6)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2015/october/tradoc_153846.pdf .
(7)      La prima relazione è stata pubblicata il 9 novembre 2017 , la seconda il 31 ottobre 2018 .
(8)      Antigua e Barbuda; Belize; Bahamas; Barbados; Dominica; Repubblica dominicana; Grenada; Guyana; Giamaica; Saint Kitts e Nevis; Santa Lucia; Saint Vincent e Grenadine; Suriname; Trinidad e Tobago.
(9)      Algeria, Egitto, Giordania, Libano, Marocco e Tunisia.
(10)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/november/tradoc_157516.pdf .
(11)      Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia.
(12)    Ulteriori informazioni sui singoli accordi sono contenute nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente relazione.
(13)    Le statistiche generali sui flussi commerciali di merci e servizi e sugli investimenti esteri diretti per ciascun paese partner sono disponibili nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente relazione.
(14)    Malgrado ciò, non si può escludere un margine di errore perché i dati non rilevano alcuni cambiamenti dello status preferenziale delle importazioni, come le domande di applicazione delle preferenze presentate dagli importatori dopo che le merci sono state dichiarate alle autorità doganali e il rifiuto di concedere le preferenze deciso dalle autorità doganali dopo la verifica a posteriori delle merci.
(15)      Tutte le statistiche successive si riferiscono agli scambi di merci solo se non diversamente specificato.
(16)      Le indicazioni geografiche proteggono le denominazioni di prodotti specifici per promuoverne le caratteristiche uniche legate alla loro origine geografica. Le denominazioni dei prodotti possono essere protette con una "indicazione geografica" se hanno un legame specifico con il luogo in cui sono registrate. Le indicazioni geografiche, riconosciute come proprietà intellettuali, svolgono un ruolo sempre più importante nei negoziati commerciali tra l'UE e altri paesi.
(17)      COM(2019) 271 final del 17.6.2019.
(18)      Tale questione è discussa dettagliatamente nella trentasettesima relazione annuale della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulle attività antidumping, antisovvenzioni e di salvaguardia e sull'utilizzo degli strumenti di difesa commerciale da parte di paesi terzi nei confronti dell'Unione europea nel 2018 [COM(2019) 158 final del 27.3.2019].
(19)      SWD(2019) 103 final del 7.3.2019
(20)      Cfr. sezione 9 della relazione di valutazione finale – IFO Institute and Civic Consulting (maggio 2018). http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2019/march/tradoc_157716.pdf .
(21)      Encefalopatia spongiforme bovina, comunemente conosciuta come "morbo della mucca pazza".
(22)      Il piano d'azione è una tabella di marcia risultante da un dibattito di otto mesi con il Parlamento europeo, gli Stati membri e la società civile per una più incisiva applicazione degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile nel quadro degli accordi commerciali bilaterali. La sezione 7 fornisce ulteriori dettagli sull'attuazione delle disposizioni in materia di commercio e sviluppo sostenibile contenute negli accordi commerciali bilaterali.     http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/february/tradoc_156618.pdf .
(23)      Solo il comitato per il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali non si è riunito nel 2018. La prima riunione di tale comitato si è tenuta nell'aprile 2019.
(24)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=1811 .  
(25)       https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:22017X0114(01)&from=IT .
(26)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/september/tradoc_157415.pdf .
(27)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/september/tradoc_157419.pdf .
(28)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/september/tradoc_157417.pdf .
(29)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2019/april/tradoc_157873.pdf .
(30)       https://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/TXT/PDF/?uri=CELEX:62017CV0001(02) .
(31)      Allegato 2-B del CETA.
(32)      1,5 milioni di EUR per il periodo gennaio 2018-dicembre 2018.
(33)      http://trade.ec.europa.eu/doclib/cfm/doclib_section.cfm?sec=144.
(34)      Nel luglio 2019 la Commissione è stata informata del fatto che le misure restrittive sulle importazioni imposte dalla Tunisia nel novembre 2018 sono state abolite. La Commissione continuerà a monitorare la situazione per garantire che tale ostacolo sia effettivamente eliminato.
(35)      Va osservato che, anche in assenza dell'aumento degli acquisti di aeromobili o di parti di aeromobili, le esportazioni dell'UE sarebbero comunque aumentate del 6 %, il che riflette la diversificazione delle esportazioni dell'UE negli ultimi cinque anni.
(36)      Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) dell'UNSC e con il parere della Corte internazionale di giustizia sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
(37)      Si tratta di un accordo tra l'UE e sei (su un totale di 15) membri della Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC): Botswana, Eswatini, Lesotho, Namibia, Sud Africa (che insieme formano l'Unione doganale dell'Africa meridionale, SACU) e Mozambico.
(38)      La Nigeria è l'unico paese dell'Africa occidentale che non ha ancora firmato l'accordo.
(39)      Attualmente America centrale, Colombia-Ecuador-Perù, CARIFORUM, Georgia, Moldova, SADC e Ucraina.
(40)       https://ec.europa.eu/fpi/what-we-do/partnership-instrument-advancing-eus-core-interests_en .
(41)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2019/february/tradoc_157701.pdf .
(42)      In mancanza di un accordo commerciale preferenziale, l'Egitto applica un dazio del 20 % sullo zucchero grezzo.
(43)      Cfr. scheda informativa sulle carni nell'ambito dell'APE UE-Giappone https://www.eubusinessinjapan.eu/sites/default/files/meat-factsheet.pdf .
(44)       https://ec.europa.eu/agriculture/newsroom/106_it .
(45)      L'autorizzazione preventiva fa riferimento all'obbligo imposto da alcuni paesi partner commerciali di distaccare nel paese di esportazione i propri ispettori per controllare la partita prima della spedizione. I costi sono generalmente imputati all'esportatore, il che spesso rende non redditizi gli scambi. Nell'ambito dell'accordo modernizzato, il Messico si è impegnato a non richiedere più l'autorizzazione preventiva per le spedizioni dell'UE.
(46)      COM(2018) 42 final del 26.1.2018.
(47)       https://data.jrc.ec.europa.eu/collection/datam .
(48)      Gli Stati membri dell'UE non sono tenuti a fornire dati relativi alle importazioni e alle esportazioni per dimensioni dell'azienda.
(49)       https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/International_trade_in_goods_by_enterprise_size .
(50)      Altre fonti indicano numeri più elevati per le PMI, in quanto le statistiche di Eurostat evidenziano una categoria di imprese di dimensioni "non note". Una relazione dell'economista capo della DG Trade stima che almeno 619 000 PMI esportassero al di fuori dell'UE nel 2012 ( http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2015/april/tradoc_153348.pdf ).
(51)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/august/tradoc_157228.pdf#page=503 .
(52)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/september/tradoc_157417.pdf .
(53)       http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/eu-japan-economic-partnership-agreement/ .
(54)       https://madb.europa.eu/madb/ .
(55)       https://trade.ec.europa.eu/tradehelp/ .
(56)      Cfr. la sezione dedicata all' accordo di partenariato economico UE-Giappone sul sito web della Commissione.
(57)       https://www.eu-japan.eu/ .
(58)      Regolamento (UE) n. 1144/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014, relativo ad azioni di informazione e di promozione riguardanti i prodotti agricoli realizzate nel mercato interno e nei paesi terzi e che abroga il regolamento (CE) n. 3/2008 del Consiglio.
(59)      La rete, cofinanziata dal programma COSME dell'UE, opera in più di 60 paesi e riunisce 3 000 esperti di 600 organizzazioni aderenti. Il suo obiettivo è aiutare le piccole e medie imprese a svolgere le loro attività a livello internazionale.
(60)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2019/april/tradoc_157821.pdf .
(61)      Convenzione 87 sulla libertà di associazione; convenzione 98 sul diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva; convenzione 29 sul lavoro forzato; convenzione 105 sull'abolizione del lavoro forzato.
(62)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/december/tradoc_157586.pdf .
(63)      http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2019/july/tradoc_157992.pdf.
(64)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=2034 .
(65)       http://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=2031 .
(66)      Vi sono differenze tra alcuni dei dati riportati nella presente relazione e le due edizioni precedenti relative ai tassi di utilizzo delle preferenze sulle esportazioni dell'UE verso taluni paesi partner commerciali per gli anni 2015, 2016 e 2017. In questo caso la Commissione ha ricevuto dati aggiornati dal paese partner in questione e ha adeguato il dato.