18.11.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 390/28


P8_TA(2018)0102

Emancipare le donne e le ragazze attraverso il settore digitale

Risoluzione del Parlamento europeo del 17 aprile 2018 sull'emancipazione delle donne e delle ragazze attraverso il settore digitale (2017/3016(RSP))

(2019/C 390/04)

Il Parlamento europeo,

visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 3, secondo comma, del trattato sull'Unione europea (TUE), nonché l'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

viste la Dichiarazione e la Piattaforma d'azione di Pechino, adottate in occasione della quarta Conferenza mondiale sulle donne svoltasi nel 1995, in particolare la problematica "Donne e media",

visto il documento finale, del 16 dicembre 2015, della riunione ad alto livello dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla revisione generale dell'attuazione dei risultati del vertice mondiale sulla società dell'informazione,

visto l'Impegno strategico della Commissione a favore della parità di genere 2016-2019,

viste la comunicazione della Commissione del 6 maggio 2015 intitolata "Strategia per il mercato unico digitale in Europa" (COM(2015)0192) e la revisione intermedia dell'attuazione di tale strategia intitolata "Un mercato unico digitale connesso per tutti" (COM(2017)0228),

visti il secondo pilastro della strategia per il mercato unico digitale presentata dalla Commissione, che mira a creare un contesto favorevole e parità di condizioni per lo sviluppo delle reti digitali e di servizi innovativi, e il terzo pilastro di detta strategia, inteso a promuovere una società digitale inclusiva nella quale i cittadini abbiano le competenze necessarie per cogliere le opportunità offerte dalla rete e aumentare le loro possibilità di trovare lavoro,

visto il quadro per l'istruzione e la formazione 2020,

visti lo studio della Commissione dal titolo: "ICT for work: Digital skills in the workplace" (TIC per il lavoro: le competenze digitali sul posto di lavoro) e la comunicazione della Commissione, del 10 giugno 2016, dal titolo "Una nuova agenda per le competenze per l'Europa – Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l'occupabilità e la competitività" (COM(2016)0381),

vista l'analisi approfondita dal titolo "Empowering Women on the Internet" (Emancipazione delle donne su Internet), pubblicata dalla direzione generale delle Politiche interne nell'ottobre 2015 (1),

vista la relazione della Commissione del 1o ottobre 2013 dal titolo "Women active in the ICT sector" (Donne attive nel settore delle TIC),

visto lo studio dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) del 26 gennaio 2017 dal titolo "Gender and Digital Agenda" (Genere e agenda digitale europea),

vista la sua risoluzione del 24 maggio 2012 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore (2),

vista la sua risoluzione del 12 marzo 2013 sull'eliminazione degli stereotipi di genere nell'Unione europea (3),

vista la sua risoluzione del 12 settembre 2013 sull'agenda digitale per la crescita, la mobilità e l'occupazione: è ora di cambiare marcia (4), in particolare la "Grande coalizione sulle competenze e le occupazioni digitali",

vista la sua risoluzione dell'8 ottobre 2015 sull'applicazione della direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego (5),

vista la sua risoluzione del 28 aprile 2016 sull'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne nell'era digitale (6),

vista l'interrogazione alla Commissione sull'emancipazione delle donne e delle ragazze attraverso il settore digitale (O-000004/2018 – B8-0010/2018),

visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.

considerando che la digitalizzazione ha rivoluzionato e modificato fondamentalmente il modo in cui le persone accedono all'informazione e forniscono informazione, comunicano, socializzano, studiano e lavorano, creando nuove possibilità di partecipazione al dibattito pubblico e politico, alla formazione e al mercato del lavoro e dischiudendo nuove prospettive per una vita all'insegna dell'autodeterminazione, con enormi potenzialità economiche per l'Unione europea e il resto del mondo; che la digitalizzazione ha un impatto non solo sui mercati, ma anche sulla società nel suo insieme;

B.

considerando che la società dell'informazione, guidata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), comporta opportunità immense per la generazione e distribuzione della ricchezza e della conoscenza;

C.

considerando che, in tutto il mondo, le donne come gruppo demografico hanno meno probabilità di essere online rispetto agli uomini; che il 68 % degli uomini e il 62 % delle donne utilizzano il computer e Internet regolarmente; che il 54 % degli uomini, rispetto al 48 % delle donne, utilizza Internet su dispositivi mobili; che il 33 % degli uomini installa autonomamente i software sui dispositivi, rispetto a solo il 18 % delle donne; che il 41 % degli uomini consulta i programmi radiofonici e televisivi online, rispetto al 35 % delle donne; che il 47 % degli uomini accede a servizi bancari online, rispetto al 35 % delle donne; che il 22 % degli uomini vende prodotti in rete, rispetto a solo il 17 % delle donne; che il 20 % degli uomini acquista prodotti online, rispetto al 13 % delle donne;

D.

considerando che modelli di comunicazione digitali hanno contribuito alla creazione di condizioni favorevoli a una maggiore diffusione di discorsi di odio e minacce nei confronti delle donne, e che il 18 % delle donne in Europa ha subito forme di molestia online fin dall'adolescenza; che la portata delle minacce, incluse quelle di morte, nei confronti delle donne si è aggravata; che la consapevolezza sociale riguardante le forme digitali di violenza rimane insufficiente; che varie forme di violenza online non sono ancora state pienamente prese in considerazione dal quadro giuridico;

E.

considerando che solo il 2 % di tutte le donne nel mercato del lavoro è impiegato in posti di lavoro tecnici, professionali e scientifici, rispetto al 5 % degli uomini; che in Europa solo il 9 % degli sviluppatori sono donne, solo il 19 % degli alti dirigenti nel settore delle TIC e della comunicazione è di sesso femminile (rispetto al 45 % in altri settori dei servizi) e che le donne rappresentano solo il 19 % degli imprenditori in tali settori (rispetto al 54 % in altri settori dei servizi);

F.

considerando che vi è un notevole divario di genere per quanto riguarda l'accesso alle opportunità professionali e di apprendimento connesse alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e alle competenze informatiche;

G.

considerando che il sessismo e gli stereotipi di genere costituiscono un grave ostacolo all'uguaglianza tra uomini e donne e ampliano ulteriormente il divario di genere nel settore digitale, rendendo difficile per le donne il completo sviluppo delle loro capacità quali utenti, innovatrici e creatrici;

H.

considerando che gli impieghi, non soltanto all'interno del settore delle TIC, richiedono sempre più spesso un certo livello di competenze informatiche e alfabetizzazione digitale, e questa tendenza potrebbe accentuarsi in futuro a fronte di un più ampio spettro di competenze digitali necessarie per la maggior parte delle occupazioni e dei posti di lavoro vacanti;

I.

considerando che il miglioramento delle competenze digitali e dell'alfabetizzazione informatica presenta un'opportunità unica per migliorare l'equilibrio tra vita professionale e vita privata, migliorando l'accesso all'istruzione e alla formazione e facilitando l'inserimento nel mercato del lavoro non solo delle donne e delle ragazze, ma anche delle persone con esigenze particolari, quali le persone con disabilità e gli abitanti delle zone rurali e remote distanti dai centri urbani; che la digitalizzazione del mondo del lavoro può presentare alcune sfide che devono essere affrontate; che l'aumento della presenza delle donne nel settore delle TIC, che è uno dei settori meglio retribuiti, potrebbe contribuire alla loro emancipazione e indipendenza finanziaria, riducendo al contempo il divario retributivo di genere totale e rafforzando l'indipendenza economica delle donne; che solo il 16 % circa dei quasi otto milioni di persone che lavorano nel settore delle TIC in Europa è costituito da donne;

J.

considerando che la digitalizzazione offre nuove opportunità di imprenditoria femminile, tra cui l'imprenditorialità digitale su piccola scala, che spesso non richiede ingenti capitali iniziali, e aziende create nel quadro dell'economia sociale, che rafforzano l'inclusione sociale; che occorre sostenere l'imprenditoria digitale femminile dato che si tratta di uno dei settori in più rapida crescita e prosperi dell'economia, in grado di offrire numerose opportunità di innovazione e crescita, e le donne costituiscono solo il 19 % degli imprenditori in questo settore;

K.

considerando che l'ingresso di un maggior numero di donne nel settore delle TIC farebbe crescere un mercato in cui si prevede una carenza di manodopera e nel quale la partecipazione paritaria delle donne si tradurrebbe in un aumento del PIL dell'Unione dell'ordine di circa 9 miliardi di EUR l'anno; che allo stato attuale le donne sono fortemente sottorappresentate in termini di lauree nel campo delle TIC, dove costituiscono appena il 20 % dei laureati, e che solo il 3 % del totale delle donne laureate si laurea nel settore delle TIC; che le donne affrontano notevoli difficoltà a inserirsi e rimanere nel settore delle TIC; che, essendo l'ambiente di lavoro nel settore delle TIC in prevalenza maschile, con solo un 30 % della forza lavoro costituito da donne, molte donne decidono di abbandonare il settore pochi anni dopo il completamento degli studi universitari; che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro digitale diminuisce con l'età; che le donne sotto i 30 anni con un diploma nell'ambito delle TIC rappresentano il 20 % del settore, rispetto al 15,4 % delle donne tra i 31 e i 45 anni e il 9 % delle donne oltre i 45 anni di età;

L.

considerando che, secondo lo studio dal titolo "Women active in the ICT sector" (Donne attive nel settore delle TIC), da qui al 2020 l'Europa si troverà a far fronte a una carenza di 900 000 lavoratori nel settore TIC; che il settore delle TIC è in rapida crescita e genera circa 120 000 nuovi posti di lavoro ogni anno;

M.

considerando che il settore delle TIC è caratterizzato da una particolarmente marcata segregazione verticale e orizzontale e da un divario tra il titolo di studio delle donne e la loro posizione in detto settore; che meno del 20 % degli imprenditori nel settore delle TIC è costituito da donne; che la maggior parte (54 %) delle donne nel settore delle TIC occupa posizioni peggio retribuite e meno qualificate e soltanto una ridotta minoranza (8 %) di esse occupa posizioni di ingegnere informatico altamente qualificato; che le donne sono altresì sottorappresentate nel processo decisionale in tale settore, dove solo il 19,2 % degli addetti del settore delle TIC ha donne come superiori, rispetto al 45,2 % in altri settori;

N.

considerando che le donne dai 55 anni di età in poi sono a forte rischio di disoccupazione e inattività sul mercato del lavoro, visto che il tasso medio di occupazione delle donne di età compresa tra i 55 e i 64 anni nell'UE nel 2016 si attestava solo al 49 %, rispetto al 62 % degli uomini; che il basso livello di alfabetizzazione informatica e competenza digitale amplifica il rischio; che il miglioramento e l'investimento nelle competenze digitali delle donne dai 55 anni di età in su migliorerebbero le loro opportunità di lavoro e offrirebbero una certa protezione contro l'esclusione dal mercato del lavoro;

O.

considerando che, secondo i dati Eurostat del 2014, un numero maggiore di donne (42,3 %) rispetto agli uomini (33,6 %) prosegue gli studi fino al livello di istruzione superiore, ma che le donne sono presenti maggiormente nelle discipline umanistiche rispetto a quelle scientifiche; che appena il 9,6 % delle studentesse impegnate nell'istruzione terziaria segue un corso di studi relativo alle TIC, rispetto al 30,6 % degli uomini; che le donne continuano a essere fortemente sottorappresentate in iniziative come Code Week, ITC for Better Education, lo Startup Europe Leaders Club e la Grande coalizione per l'occupazione nel settore digitale, che puntano a promuovere ulteriormente l'istruzione digitale e le competenze digitali;

P.

considerando che la scarsa partecipazione di donne e ragazze ai corsi di studi nel campo delle TIC e successivamente nel lavoro è il risultato di una complessa interazione di stereotipi di genere che cominciano fin dall'infanzia e dai primi anni di scuola e continuano nella vita professionale;

1.

invita la Commissione a sfruttare e a orientare più efficacemente l'agenda digitale e la strategia per il mercato unico digitale al fine di far fronte al grave divario di genere nel settore delle TIC e di favorire la piena integrazione delle donne nel settore, soprattutto per quanto riguarda le professioni in ambito tecnico e delle telecomunicazioni, nonché di promuovere l'istruzione e la formazione delle donne e delle ragazze nel campo delle TIC e in altre discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM);

2.

accoglie con favore le misure volte a sostenere l'integrazione e la partecipazione delle donne nella società dell'informazione previste dall'impegno strategico a favore della parità di genere 2016-2019; invita la Commissione ad attuare le misure intese a ridurre i divari di genere in materia di retribuzioni, salari e pensioni, contrastando così la povertà tra le donne, e a privilegiare la promozione dell'occupazione femminile nel settore delle TIC, la lotta agli stereotipi di genere e il sostegno alla parità di genere a tutti i livelli e in tutte le tipologie di istruzione, anche per quanto riguarda le scelte di studio e di carriera condizionate dal genere, coerentemente alle priorità stabilite nel quadro Istruzione e formazione 2020;

3.

incoraggia la Commissione e gli Stati membri a collaborare apertamente, nell'ambito del quadro strategico per l'istruzione e la formazione 2020, nella ricerca di soluzioni e nella condivisione delle migliori prassi in materia di istruzione digitale precoce che siano inclusive nei confronti delle ragazze, anche per quanto concerne le competenze informatiche e di programmazione, nonché, per le fasi successive del percorso formativo, nell'attuazione di programmi volti ad aumentare la quota di donne che decide di dedicarsi alle discipline STEM e si laurea in tali ambiti, in quanto ciò consentirebbe alle donne di ottenere un accesso completo ai servizi elettronici in condizioni di parità con gli uomini e di trarre vantaggio dalle opportunità di impiego previste per ingegneri ed esperti informatici;

4.

invita l'UE e gli Stati membri a sviluppare, sostenere e attuare le azioni promosse dalle Nazioni Unite e dai relativi organismi, in particolare nel quadro della dichiarazione e della piattaforma d'azione di Pechino e del vertice mondiale sulla società dell'informazione (WSIS), anche in relazione ai curricola scolastici, al fine di adoperarsi per l'emancipazione femminile nell'era digitale a livello europeo e globale;

5.

invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare il divario di genere nel settore delle TIC sottolineando l'interesse commerciale per la diversità e creando maggiori incentivi per le imprese e per le donne, come ad esempio modelli di riferimento, programmi di tutoraggio e percorsi di carriera, al fine di rafforzare la visibilità delle donne; incoraggia gli Stati membri a sostenere e adottare misure volte, tra l'altro, a sviluppare contenuti online che promuovano la parità di genere, a promuovere l'accesso alle TIC e il loro impiego in quanto strumenti per contrastare la discriminazione di genere, ad esempio nell'ambito della violenza di genere, nonché a conseguire l'equilibrio tra lavoro e vita privata;

6.

accoglie con favore il piano d'azione dell'UE per il 2017-2019 – Affrontare il problema del divario retributivo di genere (COM(2017)0678); evidenzia la necessità di rafforzare il rispetto del principio della parità di retribuzione a parità di lavoro per donne e uomini, ancorato al TUE, e invita la Commissione a porre in atto le iniziative previste dall'azione II del piano nell'ottica di attrarre un maggior numero di donne verso le professioni STEM; segnala che, secondo l'EIGE, ciò potrebbe consentire di colmare il divario retributivo di genere entro il 2050, in ragione della maggiore produttività delle professioni STEM;

7.

invita la Commissione e gli Stati membri a mettere a disposizione risorse finanziarie e a migliorare l'accesso alle risorse esistenti al fine di promuovere e sostenere le imprenditrici, in particolare nel quadro della trasformazione digitale dell'industria, onde garantire che qualsiasi società, indipendentemente dalle sue dimensioni, dal settore in cui opera o dalla sua ubicazione in Europa, possa beneficiare delle innovazioni digitali; sottolinea, in tal contesto, che i poli dell'innovazione digitale, fondamentali per favorire la trasformazione digitale, dovrebbero dedicare un'attenzione specifica alle imprenditrici e alle start-up i cui titolari sono donne; invita la Commissione ad affrontare in modo esauriente e globale il divario di genere nell'ambito del processo di digitalizzazione;

8.

invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere l'apprendimento permanente, nonché la formazione e i programmi che contribuiscono a favorire l'adattamento o la preparazione a un eventuale cambiamento di carriera in base alla crescente domanda di competenze digitali in molti settori diversi, prestando particolare attenzione alle donne oltre i 55 anni di età, specialmente quelle con responsabilità di assistenza, nonché alle donne che hanno interrotto la propria carriera o si stanno reinserendo nel mondo del lavoro, al fine di garantire che non rimangano indietro nel contesto della sempre più rapida transizione verso la digitalizzazione e di tutelarle dall'esclusione dal mercato del lavoro;

9.

evidenzia l'efficacia dell'uso di Internet per campagne e forum nonché per aumentare la visibilità dei modelli di riferimento femminili, nell'ottica di accelerare il conseguimento della parità di genere; esorta la Commissione e gli Stati membri a promuovere le reti di donne online, che presuppongono un approccio dal basso all'emancipazione femminile;

10.

invita la Commissione a promuovere la creazione di reti tra le organizzazioni della società civile e dei professionisti dei media per consentire alle donne di svolgere un ruolo attivo e riconoscere le loro esigenze specifiche nel settore dei media;

11.

evidenzia il ruolo cruciale della società civile nella governance di Internet; invita la Commissione e gli Stati membri a collaborare in modo costruttivo con le organizzazioni della società civile digitale e a sostenerle;

12.

incoraggia tutte le autorità e gli attori della società civile a sostenere l'introduzione e l'attuazione di servizi elettronici e competenze e forme di lavoro digitali che possano favorire l'equilibrio tra lavoro e vita privata nelle nostre società, evitando al contempo che le donne siano sottoposte a un doppio onere; invita la Commissione e gli Stati membri a individuare le opportunità e le sfide della digitalizzazione, anche per quanto riguarda le condizioni di lavoro, quali le forme di occupazione instabili e i problemi di salute mentale connessi al lavoro;

13.

sottolinea l'importanza di garantire l'integrazione della dimensione di genere nel settore dell'istruzione tramite la promozione dell'alfabetizzazione digitale e della partecipazione di donne e ragazze all'istruzione e alla formazione in materia di TIC, inserendo la programmazione, i nuovi media e le nuove tecnologie nei programmi di studio a tutti i livelli, come pure nell'ambito dell'istruzione extracurriculare, informale e non formale, e in tutte le tipologie di istruzione e formazione, compresa quella rivolta ai docenti, al fine di ridurre ed eliminare le disparità di competenze in ambito digitale e incoraggiare le ragazze e le giovani donne a intraprendere una carriera nel settore delle scienze e delle TIC; segnala l'importanza di un dialogo permanente con le parti sociali per superare il divario di genere in questo settore;

14.

esorta gli Stati membri a introdurre nelle scuole uno studio delle TIC adeguato all'età fin dai primi anni, cercando in particolare di invogliare le bambine a sviluppare interesse e talenti nell'ambito digitale; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'istruzione delle bambine nei settori STEM fin dall'infanzia, dato che queste si allontanano prima dalle discipline STEM nel loro percorso formativo a causa degli stereotipi di genere associati a dette materie, della mancanza di modelli di riferimento e della segregazione delle attività e dei giocattoli, aspetti che conducono a una sottorappresentazione delle donne in tali corsi di studio all'università, che si estende poi al posto di lavoro;

15.

incoraggia gli Stati membri e la Commissione a promuovere, in particolare attraverso campagne di informazione e di sensibilizzazione, la partecipazione delle donne in settori di attività ritenuti tipicamente "maschili" quali la digitalizzazione; sottolinea la necessità di organizzare iniziative di sensibilizzazione, formazione e integrazione della dimensione di genere che interessino tutti i soggetti coinvolti nella politica della digitalizzazione; evidenzia la necessità di sostenere l'acquisizione di competenze digitali da parte delle donne in settori che non sono incentrati sulle TIC ma che nel prossimo futuro richiederanno competenze digitali;

16.

invita la Commissione, gli Stati membri e le aziende a promuovere la parità di genere nelle TIC raccogliendo dati disaggregati per genere sull'utilizzo delle TIC, definendo obiettivi, indicatori e parametri di riferimento per verificare i progressi compiuti in termini di accesso delle donne alle TIC, nonché a promuovere gli esempi di migliori pratiche tra le aziende operanti nel settore delle TIC; invita l'EIGE a raccogliere dati sulle modalità di migliorare l'utilizzo dei servizi digitali a favore delle donne e della parità di genere;

17.

sottolinea l'importanza di individuare le sfide poste dall'utilizzo delle TIC e di Internet per commettere reati, formulare minacce o perpetrare atti di vessazione o di violenza contro le donne; esorta i responsabili politici ad affrontare dette questioni in modo appropriato e di adoperarsi per predisporre un quadro che assicuri che le autorità di contrasto siano in grado di gestire efficacemente i reati in ambito digitale; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che le ragazze siano protette dalla pubblicità nell'ambiente digitale che potrebbe indurle a comportamenti dannosi per la loro salute;

18.

invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a promuovere campagne volte a sensibilizzare le donne in merito ai vantaggi delle TIC così come ai relativi rischi, nonché a fornir loro l'istruzione e le conoscenze necessarie su come tutelarsi su Internet;

19.

sollecita le istituzioni, le agenzie e gli organismi dell'UE, come pure gli Stati membri e le rispettive autorità di contrasto, a cooperare e coordinare concretamente gli interventi volti a contrastare l'uso delle TIC per commettere reati correlati alla tratta di esseri umani, alle molestie e agli atti persecutori online, date la loro natura spesso transfrontaliera e l'importanza fondamentale del coordinamento a livello europeo per perseguire detti reati; invita gli Stati membri a riesaminare il proprio diritto penale per assicurare che siano definite e riconosciute le nuove forme di violenza digitale;

20.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1)  Analisi approfondita "Empowering Women on the Internet" (Emancipazione delle donne su Internet), Parlamento europeo, direzione generale delle Politiche interne, dipartimento tematico C "Diritti dei cittadini e affari costituzionali", commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, ottobre 2015.

(2)  GU C 264 E del 13.9.2013, pag. 75.

(3)  GU C 36 del 29.1.2016, pag. 18.

(4)  GU C 93 del 9.3.2016, pag. 120.

(5)  GU C 349 del 17.10.2017, pag. 56.

(6)  GU C 66 del 21.2.2018, pag. 44.