15.9.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 306/1


Risoluzione del Comitato europeo delle regioni sul Libro bianco della Commissione europea sul futuro dell'Europa — Riflessioni e scenari per l'UE a 27 verso il 2025

(2017/C 306/01)

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR)

1.

dà atto che il Libro bianco della Commissione europea sul futuro dell'Europa Riflessioni e scenari per l'UE a 27 verso il 2025 costituisce uno dei più importanti contributi all'attuale tornata di dibattiti sullo sviluppo futuro dell'Unione, che dovrà condurre a risultati tangibili prima e al di là delle elezioni europee del giugno 2019;

2.

accoglie con favore la dichiarazione di Roma, nella quale i firmatari affermano che collaboreranno al livello — europeo, nazionale, regionale o locale — necessario per fare davvero la differenza, e in uno spirito di fiducia e di leale cooperazione, sia tra Stati membri che con le istituzioni dell'Unione, in linea con il principio di sussidiarietà;

3.

si impegna al rispetto incondizionato dei valori fondanti della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, nonché al rispetto degli obiettivi dell'Unione europea, compresa l'aspirazione a creare un'unione sempre più stretta tra i popoli dell'Europa — come definiti nei Trattati e nella Carta dei diritti fondamentali dell'UE;

4.

evidenzia il fatto che l'annunciato protagonismo degli enti territoriali decentrati, previsto dal Trattato di Lisbona, non si è ancora concretizzato in una reale ottica di sussidiarietà e partecipazione al processo legislativo europeo. In questo modo, quasi sempre tali enti territoriali continuano a essere prevalentemente i terminali delle politiche dell'UE e non reali protagonisti dell'elaborazione, anche e soprattutto legislativa, di esse;

5.

ricorda che le politiche e le istituzioni dell'UE non sono fini a se stesse, ma, se si vuole che realizzino le finalità generali e i valori dell'Unione europea, devono essere al servizio dei cittadini; sottolinea che tali politiche e istituzioni si basano sui compromessi necessari per garantire un equilibrio tra i vari interessi e le diverse vedute e rispecchiano l'esito di processi democratici; e per questo auspica che, nella ricerca del più ampio consenso, non prevalgano compromessi in senso riduttivo ma siano perseguite soluzioni politiche improntate alla comune solidarietà, principio costitutivo dell'Europa unita, anche per contrastare l'attuale scetticismo e rilanciare così la fiducia dei cittadini nel progetto europeo;

6.

in quanto assemblea politica dei rappresentanti locali e regionali nell'UE, è convinto dell'importanza che le decisioni siano prese il più vicino possibile ai cittadini e in base a una sovranità condivisa a livello di Unione europea, affinché ogni singolo cittadino dell'Unione sia posto nelle condizioni migliori per plasmare il proprio destino;

7.

pone l'accento sulla fondamentale importanza della coesione economica, sociale e territoriale dell'UE, e sottolinea che uno sviluppo economico e sociale effettivo ed equilibrato è cruciale per ridurre le disparità tra le regioni dell'UE; in quest'ottica, la politica di coesione è quella che permette più direttamente agli enti locali e regionali di partecipare al processo di integrazione europea e costruire la solidarietà, oltre a rendere evidenti i benefici dell'appartenenza all'UE a livello locale e regionale; la politica di coesione è una politica UE imprescindibile, caratterizzata da un particolare valore aggiunto europeo, ragion per cui il CdR respinge fermamente qualsiasi scenario per il futuro dell'UE che comporti una limitazione della politica di coesione o una sua completa abolizione ed esprime il suo disappunto per il fatto che un documento ufficiale della Commissione possa anche solo prendere in considerazione tale ipotesi;

8.

ravvisa negli scenari prospettati nel Libro bianco un segnale di allarme, evidenziando i rischi e le opportunità che si presentano per l'Unione e avvertendo che nessuna delle conquiste realizzate dall'UE (il cosiddetto acquis) può essere data per scontata; sottolinea che il dibattito sul ritmo o l'intensità dell'integrazione europea non dovrebbe distogliere l'attenzione dal fatto che la vera sfida consiste nell'evitare un'Europa a più direzioni; ed è convinto che si debba concentrare l'attenzione sia sull'unità che sul rispetto per la diversità e le specificità locali necessari per garantire un futuro sostenibile a tutti i cittadini dell'UE;

9.

fa notare che la struttura di governance multilivello costituisce uno dei tratti distintivi dell'Unione europea, e si rammarica che tale aspetto non trovi riscontro nel Libro bianco e che quest'ultimo non presenti le implicazioni territoriali dei diversi scenari prospettati; sottolinea il fatto che, nel complesso, le città e le regioni godano di maggiore fiducia da parte dei cittadini; ritiene pertanto che i cittadini stessi, con le loro speranze, attese e preoccupazioni, debbano essere al centro di tutte le azioni politiche, evidenziando che ogni dibattito sul futuro dell'UE e le riforme deve partire dal basso, coinvolgendo tutti i livelli di governance; e ricorda che, in ogni caso, il metodo e lo spirito di lavoro «comunitari» devono prevalere su quelli «intergovernativi» in tutte le fasi decisionali dell'Unione;

10.

è d'accordo sugli ambiti d'intervento prioritario fondamentali indicati nel Libro bianco e nella dichiarazione di Roma; è fermamente convinto che la Commissione europea, in quanto custode sovranazionale dei Trattati e istituzione preposta alla promozione dell'interesse generale dell'UE, debba avanzare proposte dettagliate in tali ambiti; e riafferma la disponibilità del CdR a fare la sua parte, fornendo una risposta politica e suggerimenti concreti nell'ottica degli enti locali e regionali;

11.

al fine di rendere possibile una più forte democrazia rappresentativa e partecipativa europea, chiede di rivedere e di semplificare l'iniziativa dei cittadini europei; sottolinea la necessità di introdurre l'obbligo giuridico che la Commissione europea non soltanto esamini un'iniziativa dei cittadini europei che abbia ottenuto il numero richiesto di dichiarazioni di sostegno, ossia un milione di firme, ma apra altresì una discussione, seguita da una votazione in seno al Consiglio dell'UE e al Parlamento europeo, e raccomanda di valutare altri strumenti atti a facilitare la partecipazione al processo decisionale dell'UE (1);

12.

richiama l'attenzione su una serie di elementi che rivestono vitale importanza ai fini della definizione di uno scenario credibile e ambizioso per il futuro dell'Unione dal punto di vista delle regioni e delle città:

12.1

una cittadinanza europea attiva, che incoraggi gli scambi e la cooperazione con e tra i cittadini al fine di promuovere un'identità europea e un senso di titolarità del progetto europeo;

12.2

l'applicazione dei principi di partenariato, di governance multilivello e di sussidiarietà in tutti gli ambiti di intervento, nonché la promozione della cooperazione tra tutti i settori della società, al fine di realizzare un'Unione più democratica, efficace e riformata;

12.3

il rafforzamento della dimensione sociale dell'UE e dell'Unione economica e monetaria; e al riguardo auspica che una proposta legislativa su un pilastro europeo dei diritti sociali dia modo di affrontare — nel rispetto del principio di sussidiarietà — le questioni dei diritti del lavoro e della mobilità dei lavoratori in un mercato del lavoro in evoluzione, e che tale proposta non sia un provvedimento di soft law che vada a completare l'acquis esistente, ma contenga misure altrettanto incisive di quelle adottate per l'Unione economica e monetaria, dato che i cittadini dovrebbero avere la percezione di un'UE più sociale, capace di offrire soluzioni per i loro problemi;

12.4

un'Unione europea completamente trasparente e che renda pienamente conto del proprio operato ai cittadini — i quali devono poter riconoscere chiaramente a chi incomba la responsabilità politica di tutte le decisioni adottate nell'Unione — e dove tutti i livelli di governance si assumano la loro parte di responsabilità nell'assumere ed attuare le decisioni;

12.5

una strategia globale, adeguatamente finanziata, di lungo termine e credibile per costruire e rafforzare i fondamenti della coesione economica e sociale e la convergenza tra i territori dell'UE e assicurare una convergenza sociale verso l'alto — una strategia che metta al centro la sicurezza delle persone, integri gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite nei programmi UE a breve e medio termine, e attui interventi in linea coi parametri dell'Agenda 2030;

12.6

un maggior coinvolgimento delle regioni nel processo decisionale europeo in senso ampio (dall'elaborazione legislativa alla decisione politica fino all'implementazione e alla diffusione), che è condicio sine qua non per una positiva e reale integrazione europea e per accrescere la fiducia dei cittadini dell'Unione, ragion per cui, nella previsione di un rinnovato quadro politico e istituzionale europeo, risulta opportuno riflettere anche sulla possibilità della creazione di una Camera legislativa rappresentativa delle regioni e delle autonomie territoriali;

12.7

un'Europa sociale che promuova la parità tra donne e uomini, nonché la parità di diritti e di opportunità per tutti, e lotti contro la disoccupazione, la discriminazione, l'esclusione sociale e la povertà; un'UE nella quale i giovani abbiano le migliori opportunità di istruzione e formazione e possano studiare e trovare lavoro in tutto il continente; un'UE che preservi il nostro patrimonio culturale e promuova la diversità culturale;

12.8

un'Europa innovativa, digitale e imprenditoriale, con le città e le regioni che fungono da catalizzatori e facilitatori per la creazione di nuovi posti di lavoro e di una crescita sostenibile, soprattutto a favore dei giovani;

12.9

un bilancio dell'UE basato su autentiche risorse proprie, che sia all'altezza delle ambizioni dell'Unione europea e rafforzi il ruolo degli investimenti pubblici e privati nello stimolare la crescita e l'occupazione per i cittadini europei;

12.10

un'Unione monetaria europea più profonda, più equa e più inclusiva, dotata degli strumenti politici necessari per prevenire gli shock asimmetrici e promuovere la coesione sociale, economica e territoriale, compresa una capacità di bilancio complementare al bilancio dell'UE;

12.11

uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia pienamente integrato, fondato sui diritti fondamentali, la piena libertà di circolazione, la protezione congiunta delle frontiere esterne e una politica comune in materia di migrazione e asilo basata sui diritti umani e su impegni condivisi in particolare di fronte agli attuali fenomeni immigratori;

12.12

la garanzia di una piena trasparenza e del controllo democratico a tutti i livelli decisionali nella definizione di accordi commerciali internazionali equi ed equilibrati;

12.13

una politica estera, di vicinato e di difesa comune, che contribuisca alla stabilità globale, e un impegno a diffondere i valori europei; un'Unione europea aperta all'allargamento quando siano soddisfatte le condizioni necessarie e nel rispetto della propria capacità di integrazione;

12.14

un'Unione vicina ai suoi cittadini e capace di comunicare loro le conquiste realizzate e le sfide future in modo chiaro e comprensibile;

13.

è impegnato a partecipare, nei prossimi mesi, a un processo dal basso che consenta ai rappresentanti eletti nelle regioni e negli enti locali dell'UE di individuare, insieme ai cittadini e agli altri soggetti interessati pertinenti, i rispettivi bisogni e le rispettive attese nei confronti dell'UE; e sottolinea che le conclusioni di tale processo, nonché una serie di raccomandazioni specifiche, saranno incluse in un proprio parere intitolato Riflettere sull'Europa: la voce degli enti regionali e locali per ristabilire la fiducia nell'Unione europea;

14.

chiede al Parlamento europeo di ricorrere al sistema degli Spitzenkandidaten (candidati capofila) anche per le elezioni europee del 2019, e si offre di contribuire a far conoscere tale sistema — e a sensibilizzare riguardo alla sua importanza — attraverso la propria rete di esponenti politici locali e regionali;

15.

è determinato a contribuire a un processo trasparente e democratico di riforma delle istituzioni e delle politiche, che metta al centro i cittadini europei e tenga conto dei livelli di governo europeo, nazionali, regionali e locali, in tempo utile affinché i risultati di tale processo siano evidenti ai cittadini europei nelle elezioni europee del 2019;

16.

sottolinea che le amministrazioni locali e regionali, in quanto livelli di governo più vicini ai cittadini e principali erogatrici di servizi pubblici, devono svolgere un ruolo più importante nel processo decisionale dell'UE se si vuole che questa continui a operare in settori di competenza degli enti locali e regionali; e chiede pertanto che la normativa europea che ha un impatto per tali amministrazioni sia soggetta all'approvazione del CdR;

17.

ricorda che alcune delle modifiche eventualmente considerate prioritarie dai cittadini potrebbero rendere necessaria una revisione dei Trattati, e insiste sulla necessità che, in tal caso, sia utilizzato il metodo della convenzione di cui all'articolo 48, paragrafo 3, del TUE e il CdR sia rappresentato a pieno titolo in tale convenzione.

Bruxelles, 12 maggio 2017.

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Markku MARKKULA


(1)  Risoluzione sul tema Migliorare il funzionamento dell'Unione europea: il Trattato di Lisbona e oltre (RESOL-VI/005).