20.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 337/135


P8_TA(2017)0360

Una nuova agenda per le competenze per l'Europa

Risoluzione del Parlamento europeo del 14 settembre 2017 su una nuova agenda per le competenze per l'Europa (2017/2002(INI))

(2018/C 337/20)

Il Parlamento europeo,

visti gli articoli 165 e 166 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare gli articoli 14 e 15,

vista la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall'UE nel 2010,

viste le conclusioni del Consiglio, del 12 maggio 2009, su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione (ET 2020) (1),

vista la sua risoluzione del 6 luglio 2010 sulla promozione dell'accesso dei giovani al mercato del lavoro, rafforzamento dello statuto dei tirocinanti e degli apprendisti (2),

vista la raccomandazione del Consiglio, del 19 dicembre 2016, sui percorsi di miglioramento del livello delle competenze: nuove opportunità per gli adulti (3),

vista la raccomandazione del Consiglio, del 15 febbraio 2016, sull'inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro (4),

viste le conclusioni del Consiglio, del 20 maggio 2014, su un'efficace formazione degli insegnanti,

viste le conclusioni del Consiglio, del 20 maggio 2014, sulla garanzia della qualità a sostegno dell'istruzione e della formazione,

vista la raccomandazione del Consiglio, del 22 aprile 2013, sull'istituzione di una garanzia per i giovani (5),

vista la raccomandazione del Consiglio, del 20 dicembre 2012, sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale (6),

vista la raccomandazione del Consiglio, del 28 giugno 2011, sulle politiche di riduzione dell'abbandono scolastico (7),

vista la risoluzione del Consiglio, del 28 novembre 2011, su un'agenda europea rinnovata per l'apprendimento degli adulti (8),

viste le conclusioni del Consiglio, del 15 giugno 2011, sull'educazione e la cura della prima infanzia: consentire a tutti i bambini di affacciarsi al mondo di domani nelle condizioni migliori,

vista la risoluzione del Consiglio, del 15 novembre 2007, sulle nuove competenze per nuovi lavori (9),

viste le conclusioni del Consiglio sulla riduzione dell'abbandono scolastico e sulla promozione del successo scolastico (10),

viste le conclusioni del Consiglio, del 17 febbraio 2013, su Investire nell'istruzione e nella formazione — una risposta a «Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici» e Analisi annuale della crescita per il 2013 (11),

vista la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (12) (EQF-LLL),

vista la sua risoluzione del 13 settembre 2016 sulla creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all'equilibrio tra vita privata e vita professionale (13),

vista la comunicazione della Commissione del 19 aprile 2016 intitolata «Digitalizzazione dell'industria europea — Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale», nella parte relativa alle competenze digitali (COM(2016)0180),

vista la comunicazione della Commissione del 20 novembre 2012 intitolata «Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici» (COM(2012)0669),

vista la sua risoluzione del 12 aprile 2016 sul programma Erasmus+ e altri strumenti per promuovere la mobilità in materia di IFP — Un approccio di apprendimento permanente (14),

vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 sulle politiche in materia di competenze per la lotta alla disoccupazione giovanile (15),

vista la sua risoluzione dell'8 luglio 2015 sull'iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro (16),

vista la sua risoluzione dell'8 settembre 2015 sulla promozione dello spirito imprenditoriale nei giovani attraverso l'istruzione e la formazione (17),

vista la sua risoluzione del 10 settembre 2015 sulla creazione di un mercato del lavoro competitivo nell'Unione europea del XXI secolo: adeguamento delle competenze e delle qualifiche in funzione della domanda e delle prospettive occupazionali, un modo per uscire dalla crisi (18),

viste le conclusioni del Consiglio sul Patto europeo per la parità di genere (2011-2020) (19),

viste le conclusioni del Consiglio sul ruolo dell'educazione della prima infanzia e dell'istruzione primaria nella promozione della creatività, dell'innovazione e della competenza digitale,

visto il progetto di conclusioni del Consiglio del 20 febbraio 2017 dal titolo «Migliorare le competenze delle donne e degli uomini nel mercato del lavoro dell'UE» (20),

vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 sul ruolo del dialogo interculturale, della diversità culturale e dell'istruzione al fine di promuovere i valori fondamentali dell'UE (21),

vista la guida dell'Europa sociale pubblicata dalla Commissione nel marzo 2013 e intitolata «Social Economy and Social Enterprises» (Economia sociale e imprenditoria sociale) (22),

vista l'agenda per il lavoro dignitoso a cura dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL),

vista la sua risoluzione del 25 novembre 2015 sul quadro strategico dell'Unione europea in materia di salute e di sicurezza sul luogo di lavoro 2014-2020 (23),

visto il parere SOC/546 del Comitato economico e sociale europeo del 22 febbraio 2017,

visto l'articolo 52 del suo regolamento,

viste le deliberazioni congiunte della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e della commissione per la cultura e l'istruzione a norma dell'articolo 55 del regolamento,

visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e della commissione per la cultura e l'istruzione e il parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (A8-0276/2017),

A.

considerando che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea sancisce il diritto di accesso alla formazione professionale e all'apprendimento permanente;

B.

considerando che le competenze hanno un'importanza strategica per l'occupabilità, la crescita, l'innovazione e la coesione sociale, che in tutti i settori e le professioni i posti di lavoro sono sempre più complessi e che si registra un'inflazione nella domanda relativa di competenze, anche per i lavori poco qualificati;

C.

considerando che la prosperità e la salvaguardia delle nostre conquiste sociali si fondano unicamente sulle competenze e sulle conoscenze specialistiche delle nostre società;

D.

considerando che le persone scarsamente qualificate sono maggiormente a rischio di disoccupazione e di esclusione sociale;

E.

considerando che i paesi con la percentuale più elevata di adulti che hanno una scarsa padronanza delle competenze di base e digitali presentano livelli inferiori di produttività del lavoro e hanno in ultima analisi prospettive peggiori di crescita e competitività;

F.

considerando che il Parlamento europeo condivide e sostiene gli sforzi della Commissione intesi a investire nel capitale umano in quanto risorsa fondamentale per la competitività dell'UE e che il presupposto necessario per la qualità dell'istruzione è la qualità degli insegnanti;

G.

considerando che molti posti di lavoro poco qualificati richiedono ormai maggiori competenze alfabetiche, matematiche e altre competenze di base e che persino le occupazioni del settore dei servizi con minori qualifiche comprendono sempre più attività non routinarie (24);

H.

considerando che, secondo l'ultimo studio del programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti (PIAAC) dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE), circa 70 milioni di adulti europei non dispongono di competenze di base quali il saper leggere, scrivere e calcolare, il che rappresenta un ostacolo nella ricerca di un lavoro dignitoso e nel raggiungimento di un tenore di vita anch'esso dignitoso;

I.

considerando che, entro il 2025, il 49 % di tutte le offerte di lavoro nell'UE (che si tratti di nuovi posti o della sostituzione di altri lavoratori) richiederà qualifiche di alto livello, il 40 % qualifiche di medio livello, mentre solo l'11 % qualifiche di basso livello o nessuna qualifica (25);

J.

considerando che ampliare l'accesso all'apprendimento permanente può creare nuove possibilità di inclusione attiva e migliorare la partecipazione sociale, specialmente per le persone scarsamente qualificate, disoccupate o con esigenze particolari, per gli anziani e i migranti;

K.

considerando che gli Stati membri devono trovare il modo di tutelare o promuovere gli investimenti a lungo termine in materia di istruzione, ricerca, innovazione, energia e azione per il clima e di investire nella modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione, compreso l'apprendimento permanente;

L.

considerando che l'UE è la piattaforma ideale per condividere le migliori prassi e sostenere l'apprendimento reciproco tra gli Stati membri;

M.

considerando che gli articoli 165 e 166 TFUE attribuiscono agli Stati membri la responsabilità in materia di istruzione, incluse l'istruzione superiore e la formazione professionale;

N.

considerando che la cooperazione europea nel campo dell'istruzione rappresenta un processo volontario e che tale settore si distingue in questo senso dal campo dell'occupazione che presenta una dimensione più marcata a livello unionale;

O.

considerando che capacità e competenze vanno di pari passo e che, pertanto, il legame tra di esse andrebbe ulteriormente rafforzato nella nuova agenda per le competenze;

P.

considerando che lo sviluppo dei settori orientati al futuro svolge un ruolo determinante per quanto concerne il tipo di competenze necessarie;

Q.

considerando che, stando a un'indagine europea sulle competenze e l'occupazione, circa il 45 % dei lavoratori adulti dell'UE ritiene che le proprie competenze possano essere meglio sviluppate o utilizzate sul posto di lavoro;

R.

considerando che, secondo l'OIL, tra il 25 e il 45 % dei lavoratori europei è sotto o sovraqualificato per il lavoro che svolge; che tale situazione è in gran parte dovuta alla rapida evoluzione della struttura delle economie degli Stati membri;

S.

considerando che gli squilibri tra domanda e offerta di competenze sono un fenomeno preoccupante che interessa individui e imprese e provoca deficit e carenze di competenze, oltre ad essere una delle cause della disoccupazione (26); che il 26 % dei lavoratori adulti dell'UE non dispone delle competenze necessarie per il lavoro che svolge;

T.

considerando che oltre il 30 % dei giovani altamente qualificati occupa posti di lavoro che non corrispondono alle loro competenze e aspirazioni, mentre il 40 % dei datori di lavoro europei segnala di non riuscire a trovare persone con le competenze necessarie per crescere e innovare;

U.

considerando che allo stato attuale quasi il 23 % della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni ha un basso livello di istruzione (istruzione prescolastica, primaria o secondaria inferiore); che le persone scarsamente qualificate hanno minori opportunità occupazionali, oltre a correre un rischio maggiore di svolgere occupazioni precarie e ad avere una probabilità due volte maggiore di trovarsi in una situazione di disoccupazione di lungo periodo rispetto a chi è altamente qualificato (27);

V.

considerando che le persone scarsamente qualificate non solo hanno minori opportunità occupazionali, ma sono anche più vulnerabili alla disoccupazione di lungo periodo e incontrano maggiori difficoltà nell'accedere ai servizi e a partecipare pienamente alla società;

W.

considerando che spesso le persone possiedono competenze che non sono individuate, valorizzate od opportunamente riconosciute; che le competenze acquisite al di fuori dei contesti formali, attraverso le esperienze lavorative, il volontariato, l'impegno civico o altre esperienze pertinenti non sono necessariamente attestate da una qualifica o documentate e, di conseguenza, sono sottostimate;

X.

considerando che i settori culturali e creativi contribuiscono al benessere sociale, all'innovazione e all'occupazione, stimolano lo sviluppo economico dell'UE, fornendo un'occupazione a oltre 12 milioni di persone nell'Unione, ossia il 7,5 % della forza lavoro impiegata nel totale dell'economia, e contribuiscono all'economia con il 5,3 % del valore aggiunto lordo dell'UE e un ulteriore 4 % del prodotto interno lordo nominale dell'Unione generato dalle industrie di alta gamma (28);

Y.

considerando che la parità tra donne e uomini è un principio fondamentale dell'UE sancito dai trattati, nonché uno degli obiettivi e delle responsabilità dell'Unione; che l'integrazione del principio della parità tra donne e uomini in tutte le sue azioni, tra cui l'accesso all'istruzione e alla formazione, costituisce una missione specifica dell'Unione;

Z.

considerando che, a livello di UE, i NEET (disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione) sono considerati uno dei gruppi più vulnerabili nel contesto della disoccupazione giovanile; che, in media, la probabilità che le donne diventino NEET è 1,4 volte (29) più elevata rispetto agli uomini, il che evidenzia problemi di discriminazione e di parità di genere sin dalla giovane età;

AA.

considerando che le competenze sociali ed emotive, accanto a quelle cognitive, sono importanti per il benessere e il successo personali;

AB.

considerando che l'accesso alle opportunità di istruzione e di formazione formale, informale e non formale di qualità deve essere un diritto per tutti in ogni fase della vita, in modo da poter acquisire competenze trasversali quali la capacità di calcolo, l'alfabetizzazione digitale e mediatica, il pensiero critico, le competenze sociali, la padronanza delle lingue straniere e le capacità personali pertinenti; che, a tale riguardo, è necessario concedere ai lavoratori del tempo libero per lo sviluppo personale e formativo nell'ambito dell'apprendimento permanente;

AC.

considerando che è essenziale che le competenze siano finalizzate non soltanto ad aumentare l'occupabilità, ma anche a rafforzare la capacità di partecipazione civica e il rispetto dei valori democratici e della tolleranza, fungendo anche da strumento per prevenire tutte le forme di radicalizzazione e intolleranza;

AD.

considerando che in un mondo in rapida evoluzione, più globalizzato e digitalizzato, le competenze trasversali e trasferibili, come le competenze sociali, interculturali e digitali, la capacità di risolvere problemi, l'imprenditorialità e il pensiero creativo, sono fondamentali;

AE.

considerando che la trasformazione digitale è tuttora in corso e che le esigenze sociali e del mercato del lavoro sono in continua evoluzione;

AF.

considerando che la responsabilizzazione digitale e la fiducia in se stessi sono una condizione preliminare essenziale per costruire società forti e contribuire all'unificazione e all'integrazione nell'UE;

AG.

considerando che al giorno d'oggi i nostri sistemi di istruzione e formazione si trovano ad affrontare una trasformazione digitale significativa, che sta influenzando i processi di insegnamento e apprendimento; che un'offerta efficace di competenze digitali è essenziale per garantire che i lavoratori siano pronti ad affrontare i cambiamenti tecnologici attuali e futuri;

AH.

considerando che, nonostante il recente aumento del numero di persone che partecipano ad attività di istruzione o formazione digitale nell'UE, occorre fare ancora molto per adeguare l'economia europea alla nuova era digitale e per colmare il divario tra il numero di persone in cerca di occupazione e il numero di posti vacanti;

AI.

considerando che è necessario integrare le nuove trasformazioni digitali nei sistemi d'istruzione per continuare ad aiutare le persone a sviluppare senso critico, fiducia e autonomia; che, tuttavia, ciò deve avvenire in simbiosi con le materie attualmente insegnate;

AJ.

considerando che un'agenda per le competenze a prova di futuro dovrebbe essere inserita nell'ambito di una più ampia riflessione sull'alfabetizzazione professionale, nel contesto di una crescente digitalizzazione e robotizzazione delle società europee;

AK.

considerando che le competenze trasversali, come quelle civiche e sociali, nonché l'educazione alla cittadinanza dovrebbero essere messe in evidenza insieme alle competenze linguistiche, digitali e imprenditoriali;

AL.

considerando che le competenze imprenditoriali devono essere intese in un contesto più ampio, come possedere spirito di iniziativa in termini di partecipazione ad azioni sociali e possedere una mentalità imprenditoriale, e che occorre quindi metterle maggiormente in evidenza nella nuova agenda in questione come competenze utili per la vita personale e professionale, che nel contempo apportano benefici per le comunità;

AM.

considerando che, al fine di garantire una crescita economica intelligente, sostenibile e inclusiva e posti di lavoro per i giovani, è necessario promuovere le competenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM) nell'UE;

AN.

considerando che, secondo le previsioni, la domanda di professionisti nei settori STEM e affini crescerà di circa l'8 % da qui al 2025, molto di più rispetto alla crescita media del 3 % prevista per tutte le professioni; che anche per l'occupazione negli ambiti connessi alle discipline STEM è previsto un aumento di circa il 6,5 % da ora al 2025 (30);

AO.

considerando che l'immagine negativa e la sempre più debole attrattiva dell'istruzione e della formazione professionale, unitamente alla sua scarsa qualità in alcuni Stati membri, scoraggiano gli studenti dall'intraprendere una carriera in campi e settori promettenti che registrano una carenza di manodopera;

AP.

considerando che nell'affrontare la questione delle competenze, e in particolare gli squilibri tra domanda e offerta di competenze e le opportunità di lavoro, occorre tenere conto delle sfide specifiche che le zone rurali devono affrontare;

AQ.

considerando che il settore verde ha consentito una creazione netta di posti di lavoro in Europa durante la recessione e dovrebbe essere ulteriormente promosso nella nuova agenda per le competenze;

AR.

considerando che l'invecchiamento demografico in Europa fa aumentare la domanda di operatori sanitari, assistenza sociale e servizi medici;

AS.

considerando che le famiglie svolgono un ruolo fondamentale nell'aiutare i bambini ad acquisire competenze di base;

Sviluppare competenze per la vita e competenze per il lavoro

1.

accoglie con favore la comunicazione della Commissione dal titolo «Una nuova agenda per le competenze per l'Europa — Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l'occupabilità e la competitività», adottata nel giugno 2016;

2.

riconosce che l'istruzione e la formazione sono di competenza degli Stati membri e che l'UE può soltanto sostenere, coordinare o integrare le loro azioni;

3.

ritiene che l'UE abbia bisogno di un cambiamento di paradigma per quanto concerne gli obiettivi e il funzionamento del settore dell'istruzione; condivide l'accento posto sull'aggiornamento dei sistemi di istruzione e di formazione europei in linea con il contesto economico, tecnologico e sociale in rapida evoluzione, assicurando l'accesso a un'istruzione di qualità in tutte le fasi della vita;

4.

osserva che, sebbene il fabbisogno di competenze abbia una natura dinamica, il pacchetto sulle competenze si concentra principalmente sulle esigenze immediate del mercato del lavoro; sottolinea, a questo proposito, l'importanza di lavorare in stretta cooperazione con il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop), nell'ottica di prevedere il fabbisogno di competenze e sviluppare uno strumento di previsione di tale fabbisogno a livello paneuropeo nonché di promuovere l'apprendimento permanente, in modo da adattarsi alle nuove situazioni del mercato del lavoro e rafforzare l'adattabilità degli individui, la cittadinanza attiva e l'inclusione sociale;

5.

invita gli Stati membri a concentrarsi non solo sulle competenze per l'occupabilità, l'alfabetizzazione, il calcolo numerico, l'alfabetizzazione digitale e mediatica, ma anche sulle competenze che sono più largamente rilevanti per la società, quali le competenze trasferibili e trasversali (la leadership, le competenze sociali e interculturali, le competenze gestionali, imprenditoriali e finanziarie, il volontariato, la padronanza delle lingue straniere, la negoziazione) nei propri programmi e piani d'istruzione e formazione nonché a dare priorità all'ulteriore sviluppo di tali capacità anche nei programmi di formazione e di istruzione professionale, unitamente alla promozione dell'artigianato europeo;

6.

chiede che tutti abbiano il diritto di godere di un accesso reale alle competenze, in tutte le fasi della vita, al fine di poter acquisire le competenze fondamentali per il XXI secolo;

7.

riconosce il valore dell'internazionalizzazione dell'istruzione e il numero crescente di studenti e membri del personale che partecipano a programmi di mobilità; sottolinea, a tale riguardo, l'importanza di Erasmus+;

8.

osserva inoltre che diversi studi dimostrano che la mobilità consente di acquisire competenze professionali specifiche e competenze trasversali e trasferibili, quali il pensiero critico e lo spirito imprenditoriale, e fornisce migliori opportunità professionali; riconosce che l'attuale dotazione di bilancio dell'UE a favore della mobilità a fini di apprendimento potrebbe non essere sufficiente per raggiungere l'obiettivo di aumentare la mobilità al 6 % entro il 2020;

9.

invita gli Stati membri ad ampliare ulteriormente le possibilità di mobilità intersettoriale tra le scuole nel loro complesso; sottolinea che la mobilità a fini di apprendimento nell'ambito dell'istruzione e della formazione professionali necessita di maggior sostegno e promozione e che occorre prestare maggiore attenzione alle regioni transfrontaliere nel contesto della mobilità;

10.

osserva che l'istruzione e la formazione dovrebbero contribuire allo sviluppo e alla crescita personali dei giovani per farli diventare cittadini proattivi e responsabili, pronti a vivere e lavorare in un'economia tecnologicamente avanzata e globalizzata, fornendo loro le competenze fondamentali per l'apprendimento permanente, definito come combinazione di conoscenze, competenze e attitudini necessarie alla realizzazione e allo sviluppo personali, alla cittadinanza attiva e all'occupazione;

11.

sottolinea che un'educazione e una cura di qualità per la prima infanzia (ECEC) rappresentano una condizione essenziale per lo sviluppo delle competenze;

12.

pur osservando che la responsabilità dell'educazione e della cura spetta agli Stati membri, invita questi ultimi a migliorare la qualità e ampliare l'accesso all'educazione e cura della prima infanzia e a far fronte alla carenza di infrastrutture che offrano servizi di assistenza all'infanzia di qualità e accessibili a tutti i livelli di reddito, nonché a prendere in esame la possibilità di concedere alle famiglie che vivono in condizioni di povertà ed esclusione sociale un accesso gratuito a tali servizi;

13.

sottolinea che la creatività e l'innovazione stanno diventando fattori trainanti dell'economia dell'UE e dovrebbero essere integrati nelle strategie politiche nazionali ed europee;

14.

valuta positivamente l'obiettivo della nuova agenda per le competenze di fare dell'istruzione e formazione professionale una scelta di elezione per i discenti, che risponda alla domanda del mercato del lavoro e tenga conto dei futuri requisiti in materia di lavoro attraverso la partecipazione dei datori di lavoro alla progettazione e all'erogazione dei corsi;

15.

incoraggia gli Stati membri ad andare oltre alla promozione delle «giuste competenze professionali» e a concentrarsi anche sugli aspetti dell'istruzione che sono maggiormente basati sul lavoro e più pratici e che favoriscono lo spirito imprenditoriale, la capacità di innovare e la creatività, aiutano le persone a pensare in modo critico, a comprendere il concetto di sostenibilità, osservando nel contempo i diritti fondamentali e i valori quali la dignità umana, la libertà, la democrazia, la tolleranza e il rispetto, e a partecipare pienamente al processo democratico e alla vita sociale come cittadini mentalmente aperti;

16.

ritiene tuttavia che sia necessario adottare un approccio globale all'istruzione e allo sviluppo delle competenze, che ponga il discente al centro del processo, nonché garantire sufficienti investimenti nelle politiche in materia di apprendimento permanente; ritiene altresì che l'istruzione e la formazione debbano essere accessibili per tutti, anche sul piano economico, e che occorrano maggiori sforzi per includere i soggetti più vulnerabili;

17.

invita gli Stati membri a provvedere a che la società civile, gli esperti e le famiglie, che hanno un'esperienza pratica sul campo, vengano coinvolti più attivamente nella riflessione sulle competenze necessarie per la vita;

18.

esorta gli Stati membri a concentrarsi altresì sulla necessità di affrontare gli stereotipi di genere, dal momento che le donne rappresentano il 60 % dei nuovi laureati; sottolinea che il loro tasso di occupazione rimane tuttavia inferiore a quello degli uomini e che le donne sono sottorappresentate in molti settori;

19.

incoraggia gli Stati membri ad assicurare una migliore corrispondenza tra domanda e offerta sul mercato del lavoro e, in particolare, a mettere a punto apprendistati di qualità che aiutino le persone a essere flessibili nei loro percorsi formativi e, successivamente, nel mercato del lavoro;

20.

riconosce il valore dei sistemi d'istruzione duale (31), ma rileva che un sistema in uso in uno Stato membro non può essere riprodotto pedissequamente in un altro; caldeggia uno scambio di modelli di migliori pratiche che prevedano il coinvolgimento delle parti sociali;

21.

ricorda, a tale proposito, la necessità di una maggiore cooperazione tra gli Stati membri per trarre insegnamento dalle migliori pratiche che permettono di ridurre i tassi di disoccupazione, come l'apprendistato e la formazione permanente;

22.

sottolinea il ruolo del Cedefop, tra le cui funzioni principali figura quella di riunire i responsabili politici, le parti sociali, i ricercatori e i professionisti per uno scambio di idee e di esperienze, anche attraverso lo sviluppo di piattaforme specifiche per settore;

23.

sottolinea che la cultura, la creatività e l'arte contribuiscono notevolmente allo sviluppo personale, all'occupazione e alla crescita in tutta l'UE, favorendo l'innovazione, stimolando la coesione, rafforzando i rapporti interculturali e la comprensione reciproca e preservando l'identità, la cultura e i valori europei; invita la Commissione e gli Stati membri a potenziare il loro sostegno a favore delle industrie culturali e creative al fine di liberarne ed esplorarne appieno il potenziale;

24.

sottolinea che gli attuali arrivi di migranti, rifugiati e richiedenti asilo nell'UE richiedono un approccio più sostenuto nei confronti dei cittadini di paesi terzi, anche per quanto riguarda la valutazione delle loro capacità, competenze e conoscenze, che è necessario rendere visibili, nonché l'istituzione di un meccanismo per il riconoscimento e la convalida delle competenze;

25.

ricorda che i nuovi arrivati portano con sé nuove competenze e conoscenze e chiede di sviluppare strumenti per fornire informazioni multilingue sulle opportunità esistenti che riguardano l'apprendimento formale e informale, la formazione professionale, i tirocini e il volontariato; reputa importante promuovere il dialogo interculturale per agevolare l'ingresso nel mercato del lavoro per i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo e per integrarli nella società;

26.

accoglie con favore le proposte della Commissione riguardanti lo strumento di determinazione delle competenze per i cittadini di paesi terzi e spera che questa iniziativa conosca un rapido progresso; raccomanda che nell'ambito dell'approccio alle competenze dei migranti la nuova agenda per le competenze per l'Europa sia coerente con il piano d'azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi; sottolinea che è necessario adottare un approccio più globale nei confronti del miglioramento del livello delle competenze dei migranti, anche tramite l'imprenditoria sociale, l'educazione civica e l'apprendimento informale, e che l'attenzione non dovrebbe limitarsi alla trasparenza, alla comparabilità e alla determinazione tempestiva delle competenze e delle qualifiche dei migranti;

27.

sostiene la necessità di agire in maniera coordinata per contrastare la fuga di cervelli, individuando misure opportune per l'utilizzo di tali competenze disponibili, in modo da prevenire la perdita di capitale umano nei vari paesi europei;

28.

rammenta che gli attuali investimenti nella capacità d'istruzione determineranno la qualità dei posti di lavoro odierni e futuri, la qualifica dei lavoratori, il benessere sociale e la partecipazione democratica alla società;

29.

invita gli Stati membri ad affrontare la questione dell'invecchiamento della popolazione incoraggiando lo sviluppo di competenze legate alla salute, al benessere e alla prevenzione delle malattie;

Il ruolo dell'istruzione nella lotta contro la disoccupazione, l'esclusione sociale e la povertà

30.

ritiene che la competitività, la crescita economica e la coesione sociale dell'UE dipendano largamente dai sistemi di istruzione e di formazione, i quali impediscono alle persone di rimanere indietro;

31.

ribadisce che l'istruzione e la formazione non sono solo fattori chiave per migliorare l'occupabilità, ma anche per promuovere lo sviluppo personale, l'inclusione e la coesione sociale e la cittadinanza attiva e, pertanto, ritiene che la parità di accesso all'istruzione di qualità unitamente a investimenti adeguati in capacità e competenze siano fondamentali per combattere l'elevato tasso di disoccupazione e l'esclusione sociale, soprattutto tra i gruppi più vulnerabili e svantaggiati (NEET, disoccupati di lunga durata, persone scarsamente qualificate, rifugiati e persone con disabilità); ricorda, a tale riguardo, che è indispensabile effettuare una vera previsione del fabbisogno futuro di competenze;

32.

deplora che gli investimenti nell'istruzione siano ancora insufficienti e che i ripetuti tagli alla spesa per l'istruzione colpiscano maggiormente gli studenti e gli adulti provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati;

33.

esprime profonda preoccupazione per il fatto che tra il 2010 e il 2014 gli investimenti nell'istruzione e nella formazione siano diminuiti del 2,5 % nell'UE nel suo insieme (32); sottolinea la necessità di disporre di sistemi di istruzione pubblica dotati di risorse adeguate affinché l'istruzione possa assolvere al ruolo di lotta contro la disoccupazione, l'esclusione sociale e la povertà;

34.

evidenzia, come segnalato dall'OCSE (33), che una popolazione più istruita contribuisce a rendere le società più democratiche e le economie più sostenibili, oltre ad essere meno dipendente dall'assistenza pubblica e meno vulnerabile alle contrazioni economiche; osserva pertanto che investire nell'istruzione di qualità e nell'innovazione è fondamentale non solo per lottare contro la disoccupazione, la povertà e l'esclusione sociale, ma anche per consentire all'UE di competere con successo nei mercati mondiali; invita la Commissione e gli Stati membri a riportare gli investimenti pubblici nell'istruzione prescolastica, primaria e secondaria per tutti, in particolare per i bambini provenienti da contesti svantaggiati, almeno ai livelli pre-crisi;

35.

osserva che l'accesso alle opportunità di istruzione e di formazione deve essere un diritto per tutti in ogni fase della vita, in modo da poter acquisire competenze trasversali quali il calcolo numerico, l'alfabetizzazione digitale e mediatica, il pensiero critico, le competenze sociali e le capacità personali pertinenti; è del parere che la nuova agenda per le competenze sia un passo nella giusta direzione per incoraggiare un impegno condiviso verso una visione comune sull'importanza cruciale delle politiche in materia di apprendimento permanente;

36.

sottolinea l'importanza della partecipazione di associazioni esterne e ONG per fornire ai bambini altre abilità e competenze sociali, come arte e attività manuali, contribuendo all'integrazione, a una migliore comprensione del loro ambiente, alla solidarietà nell'apprendimento e nella vita e migliorando l'apprendimento di intere classi;

37.

richiama l'attenzione sul fatto che le persone con disabilità hanno esigenze particolari e che pertanto necessitano di un'assistenza adeguata per l'acquisizione di competenze; invita la Commissione e gli Stati membri, in sede di attuazione della nuova agenda per le competenze, ad adottare un approccio inclusivo nell'elaborazione delle politiche in materia di istruzione e formazione, anche mediante personale docente di sostegno e facendo sì che le informazioni sulle competenze e sulle opportunità di formazione e finanziamento siano disponibili e accessibili quanti più gruppi di persone possibile, tenendo conto della grande varietà di disabilità esistenti; ritiene che l'imprenditoria sia un'opzione possibile per molte persone con disabilità nell'ottica di sostenere la loro partecipazione al mercato del lavoro; fa notare, a tale riguardo, l'importanza di migliorare le competenze digitali delle persone con disabilità nonché il ruolo fondamentale ricoperto dalle tecnologie accessibili;

38.

constata che, sebbene venga sempre più riconosciuto il potenziale di un'educazione e una cura di qualità per la prima infanzia nel ridurre l'abbandono scolastico e nel porre solide basi per il futuro apprendimento, la nuova agenda per le competenze manca di una visione lungimirante per quanto riguarda le prime fasi dell'educazione; invita pertanto gli Stati membri a investire in iniziative ECEC di elevata qualità al fine di migliorare la qualità e ampliare l'accesso a queste ultime, nonché ad adottare misure volte a ridurre l'abbandono scolastico;

39.

invita gli Stati membri a sostenere nello specifico il quadro di qualità del 2014 sull'educazione e cura della prima infanzia (34) e insiste sul fatto che occorre rendere disponibili programmi pertinenti per dare una seconda possibilità a tutti i giovani che hanno abbandonato la scuola primaria o secondaria; reputa auspicabile il completamento dell'istruzione secondaria;

40.

sottolinea che l'istruzione non dovrebbe soltanto fornire le competenze e le capacità corrispondenti alle esigenze del mercato del lavoro, ma dovrebbe altresì contribuire allo sviluppo e alla crescita personali dei giovani al fine di renderli cittadini proattivi e responsabili;

41.

invita gli Stati membri a convogliare gli investimenti in un'istruzione inclusiva che risponda alle sfide sociali e assicuri parità di accesso e di opportunità per tutti, compresi i giovani provenienti da ambienti socioeconomici diversi e i gruppi vulnerabili e svantaggiati;

42.

invita gli Stati membri ad ampliare l'offerta di istruzione e formazione di «seconda opportunità» per meglio integrare nel mercato del lavoro i gruppi a rischio;

43.

accoglie con favore le proposte della Commissione in materia di sviluppo delle competenze, volte a ridurre le disparità nell'istruzione e gli svantaggi nell'intero arco della vita di una persona, le quali consentirebbero quindi ai cittadini europei di combattere in modo efficace la disoccupazione e garantire la competitività e l'innovazione in Europa, ma richiama l'attenzione su una serie di ostacoli amministrativi che rallentano i progressi nel conseguire tali obiettivi per quanto riguarda la mobilità dei professionisti, il riconoscimento delle qualifiche e l'insegnamento delle qualifiche professionali;

44.

chiede, a tal fine, agli Stati membri di garantire che il sistema d'informazione del mercato interno (IMI) funzioni correttamente, faciliti migliori scambi di dati e instauri una migliore cooperazione amministrativa senza creare inutili oneri amministrativi, di introdurre procedure più semplici e più rapide per il riconoscimento delle qualifiche professionali e dei requisiti dello sviluppo professionale continuo dei professionisti qualificati che intendono lavorare in un altro Stato membro, nonché di prevenire la discriminazione di ogni genere;

45.

invita la Commissione e gli Stati membri in particolare a facilitare l'accesso allo sviluppo delle competenze per i cittadini vulnerabili, valutando la necessità di istituire strumenti specifici, ad esempio centri informazioni dell'UE a livello locale e indicatori specifici nell'ambito del quadro delle competenze chiave onde tenere conto delle necessità dei gruppi svantaggiati;

Aumentare le opportunità di apprendimento permanente

46.

mette in risalto l'importanza dell'apprendimento permanente per la formazione autonoma dei lavoratori, compreso l'aggiornamento costante rispetto alle condizioni di lavoro in continua evoluzione (35), nonché l'importanza di creare opportunità per tutti, onde promuovere una cultura dell'apprendimento a tutte le età in Europa; incoraggia la Commissione e gli Stati membri a promuovere e a investire nell'apprendimento permanente, in particolare nei paesi dove il tasso di partecipazione è inferiore alla soglia di riferimento del 15 %;

47.

osserva con preoccupazione la situazione inaccettabile di 70 milioni di europei privi di competenze di base; accoglie con favore, pertanto, la creazione dell'iniziativa «percorsi di miglioramento del livello delle competenze» e insiste sulla necessità che venga attuata e monitorata senza indugio; invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a promuovere un approccio continuativo in materia di miglioramento del livello di competenze, riqualificazione professionale e apprendimento permanente, introducendo programmi che siano diversificati per incrementare l'accesso e la motivazione nonché adeguati alle esigenze individuali di ciascuno Stato membro, sia per i disoccupati che per gli occupati;

48.

ritiene che l'iniziativa sui «percorsi di miglioramento del livello delle competenze» dovrebbe prevedere una valutazione personalizzata delle esigenze di apprendimento, un'offerta didattica di qualità e una convalida sistematica delle abilità e delle competenze acquisite, consentendone il facile riconoscimento sul mercato del lavoro; sottolinea la necessità di garantire un accesso generalizzato alla banda larga per consentire l'alfabetizzazione digitale; deplora che il Parlamento europeo non sia stato coinvolto nella definizione dell'iniziativa;

49.

sottolinea che lo sviluppo di competenze settoriali e specifiche deve essere una responsabilità condivisa tra gli erogatori di istruzione, i datori di lavoro e i sindacati e che, pertanto, gli Stati membri dovrebbero garantire uno stretto dialogo con le parti sociali; insiste sul fatto che tutti gli attori pertinenti nel mercato del lavoro dovrebbero essere coinvolti nel processo di formazione così come nella progettazione e nella fornitura di servizi di formazione, al fine di dotare le persone delle competenze necessarie nell'arco di tutta la carriera nonché di consentire alle imprese di essere competitive, promuovendo al tempo stesso lo sviluppo personale, i posti di lavoro di qualità e le prospettive e lo sviluppo professionali;

50.

sottolinea la necessità di sviluppare sistemi d'istruzione e formazione complessi per fornire ai discenti diversi tipi di competenze: competenze di base (alfabetiche e matematiche e digitali); competenze generiche avanzate (capacità di risolvere problemi e di apprendimento); competenze professionali, tecniche, settoriali e specifiche delle varie occupazioni; competenze socio-emotive;

51.

sottolinea che comprendere le esigenze specifiche delle persone scarsamente qualificate e fornire loro una formazione personalizzata rappresenta una fase essenziale nella progettazione di programmi di formazione più efficaci; ricorda che la capacità di rispondere e di adattarsi alle esperienze maturate e all'evolversi delle situazioni è un elemento cruciale per l'efficacia del processo educativo;

52.

insiste sul fatto che l'attività di sensibilizzazione e di orientamento rivolta alle persone in situazioni svantaggiate, comprese le persone con disabilità, i disoccupati di lungo periodo e i gruppi sottorappresentati, che potrebbero non conoscere i vantaggi ottenibili sviluppando le loro competenze oppure le opportunità di riqualificazione o di miglioramento del livello delle competenze, è di fondamentale importanza per il successo di tale iniziativa;

53.

invita la Commissione e gli Stati membri a intraprendere un'azione mirata in materia di riqualificazione e convalida delle competenze dei genitori che ritornano al lavoro dopo un periodo di congedo familiare;

54.

chiede il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati nonché un dialogo con gli stessi, non solo a livello nazionale ed europeo, ma anche a livello locale e regionale, per rispondere alle reali situazioni ed esigenze del mercato del lavoro;

55.

ricorda la necessità di includere l'apprendimento permanente nel contesto più ampio dell'alfabetizzazione professionale;

1.    Rafforzamento dei collegamenti tra istruzione e occupazione

56.

ricorda che per colmare il divario di competenze e gli squilibri tra domanda e offerta sul mercato del lavoro e promuovere le opportunità di mobilità sociale, anche per quanto riguarda la formazione professionale e gli apprendistati, è essenziale promuovere una crescita sostenibile, la coesione sociale, la creazione di posti di lavoro, l'innovazione e l'imprenditorialità, in particolare per le PMI e l'artigianato; incoraggia pertanto gli Stati membri a promuovere l'apprendimento professionale, coerentemente con i fabbisogni economici;

57.

sottolinea la necessità di impegnarsi a favore di un approccio più flessibile, individuale e personalizzato (36) riguardo allo sviluppo della carriera e all'istruzione e formazione permanenti durante l'intero percorso lavorativo e di sviluppo personale, e riconosce il ruolo che entrambe le parti interessate pubbliche e private possono svolgere al riguardo, riconoscendo nel contempo che gli orientamenti e le consulenze che rispondono alle esigenze e alle preferenze individuali e si concentrano sulla valutazione e sull'ampliamento delle competenze personali devono essere un elemento centrale delle politiche in materia di istruzione e di competenze sin dalle prime fasi;

58.

invita gli Stati membri, di concerto con le parti sociali, a sviluppare e mettere in atto politiche che prevedano congedi per l'istruzione e la formazione, come pure la formazione sul luogo di lavoro; chiede loro di rendere accessibile l'apprendimento all'interno e all'esterno del luogo di lavoro, compresi i congedi retribuiti per la formazione, a tutti i lavoratori e in particolare a quelli che si trovano in situazioni svantaggiate, specialmente le lavoratrici;

59.

sottolinea che qualsiasi politica in materia di competenze dovrebbe non solo tenere in considerazione le trasformazioni in atto nel mercato del lavoro, ma anche garantire che la strategia sia sufficientemente universale a livello di portata in modo da sviluppare la capacità di apprendimento dei lavoratori e da facilitarne l'adattamento alle sfide future;

60.

sottolinea che lo sviluppo delle competenze deve essere una responsabilità condivisa tra gli operatori del settore dell'istruzione e i datori di lavoro; insiste sul fatto che l'industria/i datori di lavoro dovrebbero essere coinvolti nella fornitura delle competenze necessarie e nella formazione delle persone, al fine di rendere le imprese competitive e, al tempo stesso, rafforzare l'autostima delle persone interessate;

61.

ribadisce che per rafforzare l'occupabilità, l'innovazione e la cittadinanza attiva, inclusa la cittadinanza ecologica, le competenze di base devono andare di pari passo con altre competenze e atteggiamenti chiave: creatività, coscienza ambientale, spirito d'iniziativa, competenze nelle lingue straniere, pensiero critico anche mediante l'alfabetizzazione elettronica e mediatica, e competenze che rispecchino i settori in crescita;

62.

sottolinea l'enorme potenziale, in termini di innovazione e occupazione, costituito dalle fonti di energia rinnovabili e dalla ricerca di una maggiore efficienza delle risorse e dell'energia; invita la Commissione e gli Stati membri, in considerazione delle opportunità di istruzione e occupazione, a tenere conto delle questioni energetiche e ambientali al momento di attuare la nuova agenda per le competenze;

63.

sottolinea la necessità di attuare un sostegno su misura per coloro che si formano sul posto di lavoro, per gli apprendisti e i dipendenti, al fine di garantire l'inclusione di tutti gli individui nel mercato del lavoro;

64.

riconosce l'importanza di promuovere apprendistati e tirocini basati sul lavoro come uno degli strumenti che permettono di facilitare ulteriormente l'integrazione delle persone nel mercato del lavoro, vale a dire creando ponti/scambi di competenze intergenerazionali;

65.

osserva che gli apprendistati, i tirocini e la formazione in competenze specifiche sono considerati le tipologie più efficaci di formazione per evitare che i giovani ricadano nella condizione di NEET; osserva che, com'è stato evidenziato, disporre di un sistema duale d'istruzione e formazione professionale e accademica riduce il gruppo dei NEET poiché consente a un numero maggiore di giovani di rimanere nell'ambito dell'istruzione/formazione e ne migliora l'occupabilità, aiutandoli a procedere più agevolmente verso l'occupazione/la carriera; sottolinea che, secondo quanto rivelano le analisi macroeconomiche, una combinazione tra un sistema duale di istruzione e formazione e politiche attive del mercato del lavoro produce i risultati migliori;

66.

invita gli Stati membri a sostenere la formazione sul posto di lavoro, interaziendale e lo sviluppo di competenze per le PMI;

67.

chiede che siano adottate misure concrete al fine di facilitare la transizione dei giovani dalla scuola al lavoro, garantendo tirocini e apprendistati di qualità e retribuiti, fornendo loro attività di formazione pratiche e in loco, e programmi di scambio transfrontalieri come Erasmus per giovani imprenditori, dando ai giovani la possibilità di mettere in pratica le loro conoscenze e i loro talenti e di disporre di un adeguato insieme di diritti sociali ed economici e dell'accesso a un'adeguata protezione occupazionale e sociale, secondo quanto previsto dalla legislazione e dalla prassi nazionale, come avviene per i lavoratori adulti; invita gli Stati membri a sostenere in particolare le PMI affinché anch'esse possano accogliere tirocinanti e partecipanti a programmi di alternanza scuola-lavoro;

68.

invita gli Stati membri a garantire un quadro di qualità che non consenta di utilizzare tirocini e apprendistati come una fonte di manodopera a basso costo o gratuita; evidenzia che la comprensione delle norme di base in materia di salute e sicurezza e dei diritti in termini di luogo di lavoro è altrettanto importante per sviluppare un'occupazione di qualità e prevenire lo sfruttamento; invita a tal fine gli Stati membri a istituire quadri giuridici nazionali di qualità in materia di tirocini e apprendistati, garantendo in particolare tutele occupazionali e un'adeguata copertura in termini di sicurezza sociale;

69.

invita la Commissione a presentare un quadro di qualità per l'apprendistato e invita gli Stati membri ad appoggiarlo (37);

70.

ritiene che, per anticipare il futuro fabbisogno di competenze, la società civile, in particolare le organizzazioni giovanili e quelle che operano nell'ambito della comunità, le parti sociali e gli operatori del settore dell'istruzione e della formazione nonché i servizi di supporto specializzati debbano essere attivamente coinvolti a tutti i livelli, in particolare nella concezione, attuazione e valutazione dei programmi di formazione professionale, assicurando un'efficace e reale transizione dall'istruzione formale all'apprendimento basato sul lavoro e all'occupazione di qualità;

71.

sottolinea la necessità di garantire che le qualifiche siano significative per i datori di lavoro, coinvolgendo nella loro definizione gli attori del mercato del lavoro;

Ruolo chiave dell'apprendimento non formale e informale

72.

insiste sull'importanza di convalidare l'apprendimento non formale e informale al fine di coinvolgere e responsabilizzare i discenti; riconosce che ciò è particolarmente evidente per coloro che versano in situazioni vulnerabili o di svantaggio, come i lavoratori poco qualificati o i rifugiati che necessitano di un accesso prioritario alle modalità di convalida;

73.

deplora il fatto che i datori di lavoro e gli operatori del settore dell'istruzione formale non riconoscono a sufficienza il valore e la rilevanza delle abilità, delle competenze e delle conoscenze acquisite attraverso l'apprendimento non formale e informale; sottolinea, a tal proposito, la necessità di adoperarsi per rimediare alla scarsa consapevolezza in materia di convalida tra tutti i soggetti interessati;

74.

riconosce che la mancanza di comparabilità e coerenza tra gli approcci di convalida nell'ambito dei paesi dell'UE, soprattutto in merito all'IFP, rappresenta un ulteriore ostacolo; riconosce altresì che l'effettivo accesso, il riconoscimento e il sostegno finanziario continuano a essere un problema reale soprattutto per i gruppi svantaggiati, come i soggetti poco qualificati che hanno bisogno di un accesso prioritario alla convalida;

75.

esorta la Commissione e gli Stati membri a promuovere azioni di sensibilizzazione riguardo alle possibilità di convalida; accoglie con favore, a tale proposito, i progressi compiuti negli ultimi anni nel contesto dell'attuazione della raccomandazione del Consiglio sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale entro il 2018; è del parere, tuttavia, che siano necessari ulteriori sforzi per stabilire i quadri giuridici pertinenti e creare le strategie globali di convalida che ne rendano possibile la realizzazione;

76.

ricorda che molti degli strumenti di trasparenza europei esistenti, come il Quadro europeo delle qualifiche (EQF) e il sistema europeo di crediti per l'istruzione e la formazione professionali (ECVET), sono stati sviluppati separatamente; evidenzia che, per consentire agli individui di misurare meglio i loro progressi e le loro opportunità, e capitalizzare i risultati dell'apprendimento raggiunti in contesti diversi, è necessario coordinare e sostenere meglio tali iniziative attraverso sistemi di garanzia della qualità e integrarle in un quadro di qualifiche nazionali, al fine di consolidare la fiducia dei vari settori e attori, includendo i datori di lavoro;

77.

insiste sulla necessità di ridefinire il ruolo dell'istruzione non formale, che è essenziale per l'emancipazione delle persone, specialmente quelle più vulnerabili e svantaggiate, comprese le persone con esigenze speciali e con disabilità, e le persone meno qualificate e che hanno limitate opportunità di accesso all'istruzione formale; ritiene che gli erogatori di istruzione non formale e le ONG siano ben posizionati per raggiungere i gruppi svantaggiati che non partecipano al sistema d'istruzione formale, e che il loro ruolo andrebbe maggiormente sostenuto per garantire che i più bisognosi beneficino dell'agenda per le competenze;

78.

riconosce l'importanza del volontariato, che rappresenta uno degli strumenti per acquisire conoscenze, esperienze e competenze per il miglioramento dell'occupabilità e per conseguire qualifiche professionali;

79.

sottolinea che l'apprendimento non formale, anche attraverso il volontariato, svolge un ruolo cruciale per stimolare lo sviluppo di conoscenze trasferibili, competenze interculturali e competenze per la vita, come il lavoro di squadra, la creatività e lo spirito d'iniziativa, rafforzando nel contempo l'autostima e la motivazione ad apprendere;

80.

evidenzia altresì l'importanza dei programmi d'istruzione informale, delle attività artistiche e sportive e del dialogo interculturale, nell'ottica di coinvolgere attivamente i cittadini nei processi sociali e democratici rendendoli meno vulnerabili alla propaganda radicalista; sottolinea che i contesti di apprendimento informale e non formale svolgono un ruolo chiave nell'ambito degli sforzi di includere le persone che presentano le maggiori difficoltà nel trovare un lavoro e che sono pertanto vulnerabili; chiede agli Stati membri, a tale proposito, di procedere alla piena e tempestiva attuazione della raccomandazione del Consiglio, del 20 dicembre 2012, riguardante la convalida dell'apprendimento non formale e informale;

81.

sottolinea il valore delle competenze trasversali acquisite attraverso lo sport quale parte integrante dell'apprendimento non formale e informale e sottolinea, inoltre, il legame tra l'occupabilità nell'ambito dello sport, l'istruzione e la formazione;

82.

sottolinea che anche i contesti informali e non formali forniscono opportunità per promuovere attivamente i valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione, e per acquisire conoscenze in materia di cittadinanza, sostenibilità e diritti umani, inclusi i diritti delle donne e dei bambini;

83.

chiede agli Stati membri di introdurre procedure per il riconoscimento dell'istruzione informale e non formale, facendo riferimento alle migliori pratiche degli Stati membri che dispongono già di tali strumenti, onde garantire che i percorsi di miglioramento del livello delle competenze abbiano successo (38); osserva, a tale proposito, l'importanza di una risposta strategica indirizzata ai gruppi più lontani dal mercato del lavoro;

84.

sottolinea che gli ambiti di apprendimento informale e non formale, ampiamente diffusi nel contesto dell'istruzione a livello di comunità e di lavoro con i gruppi sottorappresentati nei contesti tradizionali dell'istruzione accademica e per adulti, svolgono un ruolo essenziale per l'inclusione delle persone emarginate e vulnerabili; afferma, a tal proposito, la necessità di tenere conto della prospettiva e delle esigenze di donne e ragazze, persone con disabilità, LGBTI, migranti e rifugiati e persone appartenenti a minoranze etniche;

85.

sottolinea l'importanza dell'orientamento professionale nel sostenere gli individui scarsamente qualificati; osserva, a tal proposito, l'importanza della capacità e qualità dei servizi pubblici e privati per l'impiego degli Stati membri;

86.

invita la Commissione e gli Stati membri a valutare la possibilità di introdurre strumenti comuni per la valutazione delle competenze nell'ambito del sistema Europass;

87.

invita gli Stati membri a sviluppare ulteriormente i propri sistemi di convalida e a sensibilizzare maggiormente i servizi di convalida disponibili; li incoraggia a creare percorsi più accessibili, interessanti e aperti al fine di promuovere l'istruzione, ad esempio mediante la formazione professionale;

Promuovere le competenze digitali, nel campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM) e imprenditoriale

88.

richiama l'attenzione sul fatto che nella società odierna, garantire le competenze digitali di base è una condizione essenziale per la realizzazione personale e professionale, ma è del parere che siano necessari ulteriori sforzi per dotare le persone di competenze digitali più specifiche affinché siano in grado di utilizzare le tecnologie digitali in modo innovativo e creativo;

89.

evidenzia la necessità di individuare le competenze richieste nell'ambito delle nuove tecnologie e di promuovere l'acquisizione delle competenze digitali richieste dalle società a media capitalizzazione, dalle micro e dalle piccole e medie imprese; richiama in particolare l'attenzione sul fatto che l'acquisizione delle competenze nell'era digitale avviene in un contesto di mutamenti rapidi e potenzialmente destabilizzanti per quanto riguarda i mercati del lavoro; per questa ragione si rende opportuna una formazione permanente che aiuti le persone ad adattarsi al cambiamento;

90.

ritiene che sia necessario attribuire maggiore importanza all'istruzione nelle discipline STEM al fine di migliorare l'apprendimento e l'insegnamento delle conoscenze digitali; sottolinea lo stretto legame tra la creatività e l'innovazione, e chiede pertanto l'inclusione delle discipline artistiche e dell'apprendimento creativo nell'agenda di apprendimento STEM, inoltre ritiene che le ragazze e le giovani donne debbano essere incoraggiate fin dalla più tenera età allo studio delle materie STEM;

91.

insiste sulla necessità di integrare le nuove tecnologie nel processo di insegnamento e di apprendimento e di favorire l'istruzione mediante esperienze pratiche e di vita reale, tenendo conto di programmi di studio in materia di TIC e media adeguati all'età e rispettosi dello sviluppo e del benessere dei minori e che prevede un orientamento precoce nell'uso responsabile della tecnologia promuovendo il pensiero critico al fine di dotare le persone delle giuste abilità, competenze e conoscenze, e al fine di garantire lo sviluppo dell'intera gamma di competenze digitali di cui necessitano gli individui e le imprese in un'economia sempre più digitale; rammenta la necessità di incoraggiare le ragazze e le giovani donne a intraprendere studi nel settore delle TIC;

92.

sottolinea, inoltre, la necessità di un approccio più collaborativo, coordinato e mirato per lo sviluppo e l'attuazione di strategie per le competenze digitali;

93.

incoraggia a tal fine la Commissione ad aumentare i finanziamenti nell'ambito dei programmi quadro europei, nonché del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), onde promuovere società europee inclusive, innovative e riflessive per permettere a tutti i cittadini, in particolare a quelli provenienti da contesti socio-economici precari o da zone isolate, alle persone con disabilità, agli anziani e ai disoccupati, di partecipare pienamente alla società e al mercato del lavoro;

94.

accoglie la proposta della Commissione di sollecitare gli Stati membri a elaborare strategie nazionali globali per le competenze digitali, con particolare attenzione alla riduzione del divario digitale, in particolare per quanto concerne le persone anziane; evidenzia tuttavia che, affinché tali strategie siano efficaci, è necessario garantire opportunità di apprendimento lungo tutto l'arco della vita per il personale del settore dell'istruzione, una forte leadership e innovazione pedagogica a tutti i livelli dell'istruzione e ad hoc per ogni livello, basandosi su una chiara visione di una pedagogia mediatica consona all'età e allo sviluppo, nonché su una formazione e aggiornamenti iniziali e continui per gli insegnanti e uno scambio delle migliori pratiche;

95.

evidenzia che l'alfabetizzazione mediatica consente ai cittadini di acquisire una conoscenza critica dei media, ampliando e sviluppando così le risorse e le opportunità offerte dalla «alfabetizzazione digitale»;

96.

invita gli Stati membri a intensificare i loro sforzi per migliorare l'alfabetizzazione mediatica nei programmi scolastici e nelle istituzioni preposte alla formazione culturale, e a sviluppare iniziative a livello nazionale, regionale o locale che coprano tutti i livelli di istruzione e formazione formale, informale e non formale;

97.

ribadisce che l'insieme delle competenze digitali deve includere l'alfabetizzazione digitale e mediatica nonché il pensiero critico e creativo, affinché i discenti non diventino semplici fruitori delle tecnologie ma creatori attivi, innovatori e cittadini responsabili in un mondo digitalizzato;

98.

invita gli Stati membri a mettere a disposizione opportunità di formazione nel campo delle TIC e di sviluppo delle competenze digitali e dell'alfabetizzazione mediatica a tutti i livelli di istruzione; sottolinea, a tale proposito, l'importanza delle risorse educative aperte che garantiscono l'accesso all'istruzione per tutti;

99.

sottolinea la necessità di includere elementi di educazione all'imprenditorialità, compresa l'imprenditoria sociale, in tutti i livelli di istruzione e in diversi ambiti disciplinari, dal momento che promuovere fin dall'inizio lo spirito imprenditoriale tra i giovani rafforzerà l'occupabilità, il sostegno nella lotta contro la disoccupazione giovanile, è incoraggerà la creatività, il pensiero critico e le competenze in materia di leadership, che sono utili per avviare progetti in ambito sociale e contribuire alle comunità locali; sottolinea inoltre in tale contesto l'importanza di imparare dalle esperienze e del concetto di «fallimento positivo»;

100.

ritiene che l'educazione all'imprenditorialità debba includere una dimensione sociale, affinché si possa rilanciare l'economia contrastando nel contempo le privazioni, l'esclusione sociale e altri problemi sociali, e contemplare materie quali il commercio equo, l'impresa sociale e i modelli di impresa alternativi come le cooperative, per cercare di realizzare un'economia più sociale, inclusiva e sostenibile;

101.

ricorda che le industrie creative figurano tra i settori in rapida crescita e maggiormente caratterizzati dallo spirito imprenditoriale e che l'educazione creativa consente di sviluppare competenze trasferibili quali il pensiero creativo, la capacità di risolvere problemi, il lavoro di squadra e l'ingegnosità; riconosce che i settori artistici e dei media attirano particolarmente i giovani;

102.

rileva che l'imprenditorialità richiede lo sviluppo di competenze trasversali quali la creatività, la riflessione critica, il lavoro di squadra e lo spirito di iniziativa, che contribuiscono alla crescita personale e professionale dei giovani e ne agevolano la transizione al mercato del lavoro; ritiene pertanto che occorra agevolare e incoraggiare la partecipazione degli imprenditori al processo di istruzione;

103.

sollecita un dialogo attivo, la condivisione dei dati e la collaborazione tra la comunità accademica, altri istituti od operatori dell'istruzione e formazione, le parti sociali e il mondo del lavoro, affinché vengano sviluppati programmi di istruzione che forniscano ai giovani le capacità, le competenze e le conoscenze necessarie;

Modernizzare l'IFP e concentrarsi sul valore dell'apprendimento basato sul lavoro

104.

invita la Commissione, gli Stati membri e le parti sociali a definire e attuare politiche che prevedano congedi a fini di istruzione e formazione, nonché misure di formazione professionale e apprendimento permanente sul lavoro, anche in Stati membri diversi dal proprio; li esorta a rendere l'apprendimento sul lavoro e al di fuori di esso, ivi comprese le opportunità di studio retribuite, accessibile a tutti i lavoratori, segnatamente a quanti presentano condizioni svantaggiate, ponendo inoltre l'accento sulle lavoratrici che operano in settori in cui le donne sono strutturalmente sottorappresentate (39);

105.

ribadisce l'importanza dell'istruzione e della formazione professionali (IFP) quale forma d'istruzione pertinente non soltanto per migliorare l'occupabilità e aprire loro la strada verso il raggiungimento delle qualifiche professionali, ma anche per dare pari opportunità a tutti i cittadini, compresi i gruppi socialmente vulnerabili e svantaggiati;

106.

invita la Commissione e gli Stati membri a garantire investimenti adeguati nell'istruzione e nella formazione professionale al fine di renderla più pertinente per i discenti, i datori di lavoro e la società, secondo un approccio educativo olistico e partecipativo, e di adeguarla alle esigenze del mercato del lavoro, facendo sì che essa diventi parte integrante del sistema di istruzione attraverso un approccio partecipativo, integrato e coordinato, nonché a garantire norme elevate in materia di qualifiche e la garanzia della qualità in tale ambito; sottolinea la necessità di una più stretta collaborazione tra l'istruzione e la formazione professionale e gli istituti d'istruzione superiore al fine di garantire a chi possiede un titolo d'istruzione e formazione professionale di passare agevolmente all'istruzione superiore;

107.

ritiene essenziale agevolare la transizione tra l'istruzione accademica e professionale;

108.

sottolinea la necessità di rafforzare le pratiche di orientamento professionale e alla carriera sia nel sistema d'istruzione che nella formazione per adulti affinché possano acquisire le competenze e le capacità necessarie all'interno del proprio paese, nei settori a valore aggiunto e con un potenziale d'investimento;

109.

accoglie con favore le iniziative intraprese dalla Commissione per promuovere l'IFP; riconosce che il potenziale dell'IFP in termini di mobilità non è stato ancora pienamente sfruttato; ritiene che la destinazione di fondi aggiuntivi alle istituzioni IFP potrebbe contribuire ad aumentare la mobilità IFP e a migliorare la qualità, l'importanza e il carattere inclusivo dell'IFP;

110.

sottolinea la necessità di studiare la possibilità di una mobilità intersettoriale, non solo nella professione di insegnante nel quadro dell'IFP ma anche tra le scuole nel loro complesso;

111.

sostiene che la principale responsabilità per la qualità dell'IFP spetta allo Stato membro e al livello regionale; invita la Commissione a promuovere l'IFP e a facilitare lo scambio delle migliori pratiche;

112.

invita gli Stati membri a rinnovare l'IFP mediante investimenti adeguati e personale qualificato, rafforzando il collegamento con il mercato del lavoro e i datori di lavoro, e diffondendo la consapevolezza che l'IFP rappresenta un valido percorso educativo e professionale;

113.

invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare l'attrattiva e lo status dell'IFP e la mobilità IFP quale scelta importante nel percorso lavorativo personale, assicurando che i giovani e le rispettive famiglie abbiano accesso ad informazioni e orientamenti sulle opportunità di IFP, investimenti adeguati per migliorare la qualità e la pertinenza dell'IFP, che sia accessibile e alla portata di tutti, e che venga realizzato un maggior numero di collegamenti tra l'istruzione accademica e l'IFP, promuovendo altresì l'equilibrio di genere e la non discriminazione nei programmi di IFP;

114.

chiede obiettivi specifici come la realizzazione di un sistema di trasferimento e riconoscimento di crediti pienamente operativo, utilizzando il sistema europeo di crediti per l'istruzione e la formazione professionale (ECVET);

115.

invita la Commissione e gli Stati membri, al fine di ridurre il numero di persone che abbandonano la scuola o la formazione e il numero dei NEET, a sviluppare e confrontare le migliori esperienze dei partenariati tra le attività di istruzione e la formazione professionale; raccomanda di adoperarsi in tal senso attraverso la cooperazione tra scuole secondarie e imprese, anche mediante l'apprendistato, al fine di creare seconde opportunità, ottenere una maggiore integrazione tra i sistemi e adattare meglio le competenze alle effettive necessità;

116.

incoraggia gli Stati membri a stabilire sistemi duali di qualità di istruzione e formazione professionale in coordinamento con gli attori economici locali e regionali, sulla base dello scambio di migliori pratiche e in linea con la natura specifica di ciascun sistema educativo, nell'ottica di superare gli squilibri esistenti e futuri in materia di competenze;

117.

invita gli Stati membri a migliorare la raccolta di dati sulla progressione delle carriere dei beneficiari dell'IFP per affrontare meglio le loro prospettive occupazionali, valutare la qualità dell'IFP e permettere agli studenti di compiere scelte professionali informate;

118.

ricorda che è necessario un maggiore sostegno alla mobilità dei discenti e degli insegnanti; invita pertanto gli Stati membri a includere il sostegno alla mobilità nei loro programmi nazionali, affinché un'ampia percentuale di giovani possa beneficiare di un'esperienza all'estero;

Insegnanti e formatori

119.

ritiene che gli insegnanti e i formatori svolgano un ruolo chiave per quanto riguarda i risultati dei discenti; evidenzia pertanto l'esigenza di investire, sostenendolo, nello sviluppo professionale iniziale e continuo degli insegnanti di tutti i settori dell'istruzione e la necessità di garantire un'occupazione di qualità e di istituire servizi di orientamento professionale lungo tutto l'arco della vita, il che deve essere una priorità costante in tutta l'UE;

120.

sottolinea che il miglioramento della condizione e del livello delle competenze di tutti gli insegnanti, formatori, tutori ed educatori costituirebbe un requisito essenziale per la realizzazione della nuova agenda per le competenze e che occorre compiere ulteriori sforzi per attrarre i giovani a lavorare nel sistema educativo e motivare gli insegnanti a rimanere nella professione, anche migliorando le politiche atte a farli restare; osserva che questo richiede la considerazione e la valorizzazione degli insegnanti, condizioni lavorative e salariali interessanti, un migliore accesso all'aggiornamento professionale durante l'orario di lavoro, specialmente in riferimento alla didattica digitale, nonché misure di protezione e prevenzione nei confronti di violenze e molestie negli istituti di formazione; invita gli Stati membri a promuovere una maggiore uguaglianza di genere nella docenza; sottolinea che il miglioramento delle pratiche di insegnamento e di apprendimento innovative facilitando la mobilità e lo scambio delle migliori pratiche potrebbero essere un passo verso tale obiettivo;

121.

ricorda che in alcuni Stati membri la formazione degli insegnanti ha risentito notevolmente della crisi economica e finanziaria; sottolinea l'importanza di investire negli insegnanti, nei formatori e negli educatori e di dotarli di nuove competenze e tecniche d'insegnamento in linea con gli sviluppi tecnologici e sociali;

122.

invita gli Stati membri a investire fortemente nell'apprendimento permanente del personale docente, anche attraverso esperienze pratiche all'estero, e a garantire il loro continuo sviluppo professionale, aiutandoli inoltre a sviluppare nuove competenze quali quelle in materia di TIC, imprenditoria e istruzione inclusiva; evidenzia, a tale proposito, che dovrebbero essere previste giornate di formazione retribuite in modo adeguato per tutto il personale docente;

123.

sottolinea la necessità di sviluppare le competenze degli insegnanti nell'ambito dell'IFP per fornire agli studenti competenze imprenditoriali in stretta collaborazione con le PMI; sottolinea, a tale riguardo, la promozione di pratiche di assunzione flessibili (ad es. insegnanti con esperienza settoriale);

124.

raccomanda agli Stati membri di prevedere incentivi per assumere per la professione d'insegnante candidati dotati di un elevato livello di competenze e per premiare gli insegnanti capaci;

L'attuazione dell'agenda per le nuove competenze: sfide e raccomandazioni

125.

invita la Commissione a lavorare in stretta collaborazione con il Cedefop per meglio stimare e anticipare le future esigenze in fatto di competenze e adattarle meglio all'offerta del mercato del lavoro;

126.

sottolinea la necessità che la nuova agenda per le competenze sia ulteriormente elaborata, attuata e monitorata in cooperazione con tutte le pertinenti parti interessate, comprese le parti sociali, le organizzazioni della società civile e i fornitori d'istruzione non formale, i servizi per l'impiego e le autorità locali; invita la Commissione a incoraggiare la promozione di partenariati più ampi con le citate parti interessate;

127.

invita la Commissione e gli Stati membri a porre un accento particolare, nel corso dell'attuazione dell'iniziativa, sul coordinamento delle varie organizzazioni direttamente o indirettamente coinvolte nello sviluppo delle competenze, quali ministeri, autorità locali, servizi pubblici per l'impiego e altre agenzie, istituti d'istruzione e formazione e organizzazioni non governative;

128.

invita la Commissione e gli Stati membri a continuare a rendere più visibile l'IFP e a rafforzare la sua qualità e la sua attrattiva; invita la Commissione a incoraggiare gli Stati membri a fissare ulteriori obiettivi per incoraggiare l'apprendimento basato sul lavoro nei programmi di IFP;

129.

chiede una maggiore cooperazione fra operatori IFP e operatori del settore dell'istruzione superiore per colmare l'attuale divario e garantire la riuscita transizione dei diplomati IFP verso l'istruzione superiore; raccomanda a questo proposito di imparare dalle migliori pratiche presenti in vari Stati membri che possiedono sistemi efficienti di istruzione duale;

130.

invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare un approccio coordinato e integrato nei confronti delle politiche sociali, dell'istruzione e dell'occupazione, in modo da permettere l'evoluzione costante e adattativa dell'IFP e da rendere accessibile alle persone provenienti da tale percorso il passaggio ai livelli superiori di studi e d'istruzione;

131.

sottolinea la necessità di migliorare la comprensione e la comparabilità delle differenti qualifiche fra i vari Stati membri; accoglie la proposta di rivedere e sviluppare ulteriormente l'EQF e chiede che si potenzi la cooperazione fra gli Stati membri e tutte le parti interessate; sollecita una maggiore coerenza fra gli strumenti di qualifica dell'UE, ovvero l'EQF, l'ECVET e l'EQAVET;

132.

invita gli Stati membri a continuare a concentrarsi sull'offerta di opportunità ai loro cittadini, di tutte le età, per sviluppare le loro abilità e competenze digitali, promuovendo nel contempo la trasformazione digitale dell'economia e della società e ridefinendo le modalità secondo cui le persone apprendono, lavorano o fanno impresa nonché le implicazioni sociali generali di tali cambiamenti; invita a questo proposito gli Stati membri a prendere atto dell'intenzione della Commissione di concentrarsi sugli aspetti positivi di tale trasformazione attraverso la strategia dell'UE in materia di competenze informatiche; chiede un maggior coinvolgimento della società civile e delle parti sociali nella coalizione per le competenze e le professioni digitali;

133.

concorda sul piano per la cooperazione settoriale sulle competenze previsto dalla Commissione nel quadro del programma pilota per sei settori e ne incoraggia il proseguimento;

134.

invita la Commissione e gli Stati membri a continuare a concentrarsi sulle competenze digitali, in particolare sulla trasformazione digitale dell'economia e sulla ridefinizione delle modalità secondo cui le persone lavorano o fanno impresa, e prende atto dell'intenzione della Commissione di concentrarsi sugli aspetti positivi di tale trasformazione attraverso la strategia dell'UE in materia di competenze informatiche;

135.

chiede agli Stati membri di includere l'educazione all'imprenditorialità (40), ivi inclusa l'imprenditorialità sociale, fin dai primi anni come parte del programma di studi al fine di sviluppare uno spirito imprenditoriale individuale nei loro cittadini in quanto competenza cruciale per sostenere lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e l'occupabilità;

136.

incoraggia la Commissione a sviluppare quadri di competenza equivalente per altre competenze chiave, come quella inerente all'alfabetizzazione finanziaria, come avviene per le capacità digitali e imprenditoriali;

137.

è del parere che, affinché i «percorsi di miglioramento del livello delle competenze» proposti possano fare la differenza in modo tangibile, sia importante tenere conto dell'esperienza maturata con l'attuazione della garanzia per i giovani; ritiene, in particolare, che essa dovrebbe mirare a garantire un'attuazione più rapida, contemplare un approccio integrato con i servizi sociali di accompagnamento e promuovere una maggiore cooperazione con le parti sociali quali i sindacati, le associazioni dei datori di lavoro e altre parti interessate;

138.

ritiene che dotare le persone di un insieme minimo di competenze sia importante ma non sufficiente in quanto è fondamentale assicurare che ogni individuo venga incoraggiato ad acquisire abilità e competenze avanzate per adattarsi meglio al futuro, soprattutto nel caso di gruppi vulnerabili a rischio di occupazioni precarie;

139.

deplora la mancanza di finanziamenti specifici per l'attuazione delle proposte, che possono rivelarsi un ostacolo significativo verso l'adozione di azioni che fanno una reale differenza a livello nazionale, ma è del parere che gli Stati membri debbano essere incoraggiati ad approfittare interamente delle fonti di finanziamento esistenti e disponibili per sostenere l'attuazione dell'Agenda, in particolare il Fondo sociale europeo; sottolinea che le fonti di finanziamento proposte, ovvero il FSE e il programma Erasmus+, sono già impegnate a livello nazionale; invita pertanto la Commissione a incoraggiare gli Stati membri a investire di più in una spesa efficiente in materia di competenze e di incoraggiarla, dato che si tratta di investimenti importanti nel capitale umano che generano una ricaduta in termini non solo sociali ma anche economici;

140.

invita la Commissione e gli Stati membri a mettere a disposizione finanziamenti al fine di colmare il divario tecnologico e digitale esistente tra gli istituti di istruzione e di formazione che sono ben attrezzati e quelli che non lo sono, e di sostenere il miglioramento delle competenze tecnologiche di docenti e formatori, per restare al passo con il mondo di oggi, sempre più a carattere digitale, nell'ambito delle strategie nazionali per le competenze digitali;

141.

raccomanda vivamente di affrontare il divario digitale e di dare a tutti pari opportunità quanto all'accesso alle tecnologie digitali e all'acquisizione delle competenze, dell'attitudine e delle motivazioni necessarie per la partecipazione digitale;

142.

chiede che la Commissione e gli Stati membri si occupino anche di questioni quali gli scarsi risultati scolastici degli allievi in alcuni campi, i bassi tassi di partecipazione nella formazione per adulti, l'abbandono scolastico precoce, l'inclusione sociale, l'impegno civico, i divari di genere e i tassi di occupabilità dei laureati;

143.

invita gli Stati membri a favorire la cooperazione e a rafforzare le sinergie tra gli operatori del settore dell'istruzione formale, non formale e informale, le regioni e le autorità locali, i datori di lavoro e la società civile, in consultazione con le parti sociali, nell'ottica di raggiungere un gruppo più ampio di persone scarsamente qualificate, al fine di tenere maggiormente conto delle loro esigenze specifiche;

144.

chiede che si renda possibile una maggiore flessibilità nell'apprendimento, in riferimento al luogo, alle modalità e ai metodi di apprendimento, che permetta di attirare una gamma diversificata di discenti e di soddisfarne le necessità, migliorando di conseguenza le opportunità di apprendimento per tutte le persone;

145.

accoglie la proposta di revisione del quadro delle competenze chiave, che offre un valido riferimento e fornisce un'interpretazione comune per lo sviluppo di competenze trasversali e invita a rafforzare il suo impatto a livello nazionale, anche nei programmi di studio e nella formazione degli insegnanti; invita pertanto la Commissione a stabilire un collegamento tra il quadro delle competenze chiave e la raccomandazione del Consiglio del 2012 sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale;

146.

accoglie con favore prevista revisione del quadro europeo delle qualifiche, la quale dovrebbe contribuire a migliorare la leggibilità delle competenze e delle qualifiche esistenti nei vari paesi dell'UE; sottolinea che tale tipo di strumento è fondamentale per lo sviluppo della mobilità professionale, in particolare nelle zone di confine, ed evidenzia la necessità di garantire una maggiore visibilità per le capacità, le competenze e le conoscenze acquisite tramite l'apprendimento non formale e informale;

147.

invita gli Stati membri ad adottare un approccio ampio nell'attuare i percorsi di miglioramento del livello delle competenze, offrendo diverse opportunità che tengano conto delle esigenze concrete a livello locale, regionale e settoriale (ad esempio per quanto concerne le competenze interculturali, civiche, ecologiche, linguistiche, relative alla salute e alla famiglia), e che dovrebbero andare al di là della fornitura di competenze di base;

148.

invita la Commissione a sostenere gli sforzi degli Stati membri tramite attività di apprendimento reciproco e scambio di buone pratiche in termini strategici;

149.

accoglie con favore e incoraggia la revisione del quadro Europass, in particolare il passaggio dall'uso di Europass come meccanismo basato sui documenti a piattaforma basata sui servizi, e lo sforzo di rendere più visibili i diversi tipi di apprendimento e competenze, in particolare quelli acquisiti al di fuori dall'istruzione formale;

150.

ritiene che la revisione dovrebbe garantire che i gruppi svantaggiati, quali le persone con disabilità, quelle poco qualificate, gli anziani o i disoccupati di lungo periodo, possano beneficiare di questi strumenti e considera cruciale garantirne l'accessibilità alle persone con disabilità;

151.

ritiene che le disparità di genere in riferimento allo sviluppo delle competenze dovrebbero essere meglio prese in considerazione nella nuova agenda per le competenze;

152.

accoglie con favore l'iniziativa d'introdurre un sistema di tracciabilità dei laureati per offrire un approccio più pertinente e basato su dati concreti per l'elaborazione di programmi di studio e offerte di lavoro; chiede un sistema simile per la tracciabilità su vasta scala dei diplomati IFP;

153.

chiede un sostegno continuo e crescente al programma di mobilità Erasmus+, che offre e promuove opportunità di apprendimento e formazione inclusivi per i giovani, gli educatori, i volontari, gli apprendisti, i tirocinanti e i giovani lavoratori;

154.

invita la Commissione ad analizzare i sistemi nazionali in materia di qualifiche e propone un loro adeguamento per soddisfare le mutevoli esigenze delle nuove professioni emergenti; sottolinea la necessità che gli Stati membri sostengano la professione di insegnante, facilitando l'accesso alle informazioni sulle tecnologie di punta, e ricorda, a tale scopo, la piattaforma eTwinning elaborata dalla Commissione;

155.

invita la Commissione a proclamare un Anno europeo dell'apprendimento degli adulti, che contribuirà ad aumentare la consapevolezza del valore della formazione degli adulti e dell'«invecchiamento attivo» in tutta Europa, e a prevedere un tempo sufficiente per la sua preparazione a livello UE e nazionale;

156.

invita la Commissione a organizzare con cadenza annuale un «Forum europeo delle competenze» per permettere alle autorità in materia, agli istituti d'istruzione, ai professionisti, agli studenti, ai datori di lavoro e ai lavoratori di scambiare le migliori pratiche per quanto riguarda previsione, sviluppo e convalida delle competenze;

o

o o

157.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1)  GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.

(2)  GU C 351 E del 2.12.2011, pag. 29.

(3)  GU C 484 del 24.12.2016, pag. 1.

(4)  GU C 67 del 20.2.2016, pag. 1.

(5)  GU C 120 del 26.4.2013, pag. 1.

(6)  GU C 398 del 22.12.2012, pag. 1.

(7)  GU C 191 dell'1.7.2011, pag. 1.

(8)  GU C 372 del 20.12.2011, pag. 1.

(9)  GU C 290 del 4.12.2007, pag. 1.

(10)  GU C 417 del 15.12.2015, pag. 36.

(11)  GU C 64 del 5.3.2013, pag. 5.

(12)  GU C 111 del 6.5.2008, pag. 1.

(13)  Testi approvati, P8_TA(2016)0338.

(14)  Testi approvati, P8_TA(2016)0107.

(15)  Testi approvati, P8_TA(2016)0008.

(16)  GU C 265 dell'11.8.2017, pag. 48.

(17)  Testi approvati, P8_TA(2015)0292.

(18)  Testi approvati, P8_TA(2015)0321.

(19)  https://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/lsa/119628.pdf

(20)  http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-6268-2017-INIT/it/pdf

(21)  Testi approvati, P8_TA(2016)0005.

(22)  Direzione generale per l'occupazione, gli affari sociali e l'inclusione (ISBN: 978-92-79-26866-3); http://www.euricse.eu/wp-content/uploads/2015/03/social-economy-guide.pdf

(23)  Testi approvati, P8_TA(2015)0411.

(24)  Commissione europea (2016), «Analytical underpinning for a New Skills Agenda for Europe»(SWD(2016)0195).

(25)  Cedefop, di prossima pubblicazione, CE, 2016.

(26)  http://www.cedefop.europa.eu/en/events-and-projects/projects/assisting-eu-countries-skills-matching

(27)  Cfr. SWD(2016)0195.

(28)  «Boosting the competitiveness of cultural and creative industries for growth and jobs» (Stimolare la competitività delle industrie culturali e creative per la crescita e l'occupazione), 2015.

(29)  Uno sguardo sulla società 2016 — Indicatori sociali OCSE.

(30)  Cedefop, «Rising STEMs Database», marzo 2014.

(31)  Un sistema di istruzione duale combina l'apprendistato in un'azienda con la formazione professionale presso una scuola professionale in un solo corso.

(32)  Relazione di monitoraggio del settore dell'istruzione e della formazione per il 2016.

(33)  https://www.oecd.org/education/school/50293148.pdf

(34)  Eurofound (2015), «Early childhood care: working conditions, training and quality of services — A systematic review» (Assistenza alla prima infanzia: condizioni di lavoro, formazione e qualità dei servizi — Un'analisi sistematica).

(35)  Cfr. testi approvati, P8_TA(2016)0338.

(36)  Il passaggio ai risultati dell'apprendimento — politiche e prassi in Europa — Cedefop.

(37)  Da elaborarsi sulla base del parere del comitato consultivo per la formazione professionale dal titolo «A Shared Vision for Quality and Effective Apprenticeships and Work-based Learning» (Una visione condivisa per gli apprendistati di qualità ed efficaci e l'apprendimento basato sul lavoro), approvato il 2 dicembre 2016.

(38)  Raccomandazione del Consiglio del 19 dicembre 2016.

(39)  Cfr. testi approvati, P8_TA(2016)0338.

(40)  Commissione europea/EACEA/Eurydice, 2016.

L'educazione all'imprenditorialità nella scuola in Europa. Relazione Eurydice.